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Yes
Sasquatch – Antologia poetica di Bruno Mancini
Sasquatch
Sasquatch
L’aspra vicissitudine è vinta
Intorno a mezzanotte
1/A
Conversazione solitaria
La scorpacciata di parole
Una molle letizia
Serrato manicotto sul ponte di comando
Che sia percezione dell’inconscio
La pozza, ossia l’addio
ALT
Dove la trovo un’altra ingannatrice
Il posto mio
2/A
YES
YES
Rastrelli, rostri
i raggi scanalati della ringhiera all’ombra -,
quei ferri allungano riflessi scuri
in lungo e lungo il dosso del selciato,
mai sempre
ancora
sconnesso,
incontro e contro il bordo
a trono di petunie.
Non dirmi il senso delle grate
né il suppergiù
o il per di più
del nostro averci offesi “Io non ti credo”
in fughe martoriate
insonni
la mano sulla mano
nel tuo abbagliarti al faro che genera le ombre,
senza badare al sole e a chi rifiuta il paragone.
In questa notte,
distrutta
accartocciata,
bolla – mai più sigillo – di tre birre,
illuso anticipo
l’ascolto di ciò che mi dirai domani
quando
ma forse quando,
per me non più mistero,
mi mostrerai il tuo sguazzare entro gli ostacoli e gli enigmi
mentre io mi muovo in passi a salto di cavallo
sulla scacchiera di case o bianche o nere
e dove zero è inesistente giallo.
Fissando occhiali scuri che ricoprono,
spiaccicato impiastricciato,
rimmel in rivoli intorno alle tue occhiaie,
saprò che il nostro tempo
largo e capiente, forte
stupendo
di trama stretta come un crivello
è stato infine una corrida senza senso
fra te ch’eri la sfida sconosciuta
ed io che sono il vinto di me stesso.
Ho visto l’ombra d’Ignazio
La notte non appare all’improvviso
Non sia per gli altri
Oggi la musica è ciabattare di sandali
A loro
Non sono io il suo dannato problema
3/A
Sciovinista
Lo svincolo
Nemesi storica
Ignazia splendeva di luce innaturale
Tequila
Adesso no
STOP AND GO O PIT STOP DEVO DECIDERE
D’amore inesistente
Il canto del cigno
Menzogna
4/A
Lo so, fui tuo, silenzio
Silenzi di pensieri
Io resto
Berenice e i suoi dilemmi
Oh cazzo!
Sasquatch – Antologia poetica di Bruno Mancini
Bruno Mancini
Yes
Dalla raccolta di poesie “Sasquatch”
(1968 – 2009):
YES
Rastrelli, rostri
– i raggi scanalati della ringhiera all’ombra -,
quei ferri allungano riflessi scuri
in lungo e lungo il dosso del selciato,
mai sempre
ancora
sconnesso,
incontro e contro il bordo
a trono di petunie.
Non dirmi il senso delle grate
né il suppergiù
o il per di più
del nostro averci offesi “Io non ti credo”
in fughe martoriate
insonni
la mano sulla mano
nel tuo abbagliarti al faro che genera le ombre,
senza badare al sole e a chi rifiuta il paragone.
In questa notte,
distrutta
accartocciata,
bolla – mai più sigillo – di tre birre,
illuso anticipo
l’ascolto di ciò che mi dirai domani
quando
ma forse quando,
per me non più mistero,
mi mostrerai il tuo sguazzare entro gli ostacoli e gli enigmi
mentre io mi muovo in passi a salto di cavallo
sulla scacchiera di case o bianche o nere
e dove zero è inesistente giallo.
Fissando occhiali scuri che ricoprono,
spiaccicato impiastricciato,
rimmel in rivoli intorno alle tue occhiaie,
saprò che il nostro tempo
largo e capiente, forte
stupendo
di trama stretta come un crivello
è stato infine una corrida senza senso
fra te ch’eri la sfida sconosciuta
ed io che sono il vinto di me stesso.