Lisa Bernardini successo con il Photofestival

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Lisa Bernardini ad Anzio presenta  INCONTRIAMOCI  l’appuntamento rivolto al giornalismo alla solidarietà e assegnazioni di premi

Anche quest’anno nell’ambito della VII Edizione del PHOTOFESTIVAL “Attraverso le Pieghe del Tempo”, diretto dalla Dott.ssa Lisa Bernardini presidente dell’Associazione Culturale laziale “L’Occhio dell’Arte”, rassegna a carattere sempre più internazionale che ad ogni edizione presenta un ricco programma dove si alternano mostre di arte e fotografia, concorsi fotografici, presentazioni di libri, seminari, incontri e premiazioni a personaggi illustri in diversi ambiti, non poteva, mancare l’appuntamento con INCONTRIAMOCI che torna anche quest’anno ad Anzio suggestiva cittadina di mare vicino Roma.

Il prossimo 1 settembre 2017 negli spazi del locale dell’imprenditore Mauro Boccuccia in Via Nettunense km 31.500 angolo Via Giove 1, si svolgerà la serata evento, organizzata con la sua preziosa collaborazione, e  dedicata al giornalismo, alla cultura e alla solidarietà. Durante la serata, che sarà presentata da Anthony Peth, regista e presentatore radiofonico e televisivo,, accanto alla consegna di alcuni riconoscimenti per l’attività giornalistica a professionisti dell’Informazione, nelle varie categorie di assegnazione previste, si palerà di solidarietà dando voce alla Cooperativa Sociale “La Coccinella” di Anzio impegnata nella cura di minori e ragazzi in situazioni di disagio.  Durante la serata la Cooperativa sociale raccoglierà offerte libere ed esporrà per la vendita graziosi  oggetti artigianali di propria realizzazione.

Lisa Bernardini tappa di Anzio del Photofestival

A ricevere i premi accanto al fotoreporter Francesco Barilaro per la categoria Giornalismo come Impegno Civile in collaborazione con la testata “Il Granchio”, sarà Marcello Carrozzo cui sarà assegnato il Premio Fotogiornalismo d’Autore  e il Prof Antonio Enrico Maria Giordano che riceverà il Premio della Critica. Protagonisti della cultura e dello spettacolo che verranno presentati al pubblico  con filmati e documentazioni visive e/o intervistati dal vivo.

Premi Speciali Cultura a due donne note per il loro impegno civile e sociale quali Maria Laura Annibali attuale presidente del Di’Gay Project e Edda Billi poeta raffinata e tra le principali protagoniste del lesbofemminismo. Attivista, documentarista e film maker; Maria Laura Annibali è testimonial della legge sulle unioni civili; il suo operato, insieme a quello del movimento, è stato fondamentale per l’approvazione della legge Cirinnà.

Edda Billi Presidente onorario dell’AFFI, l’Associazione Federativa Femminista Internazionale che unisce circa sessanta associazioni tra cui “Telefono Rosa” e “Il paese delle Donne”; è fondatrice della Casa Internazionale delle Donne di Roma, storica femminista, nonché fautrice negli anni ‘70 del celebre collettivo di Via Pompeo Magno.

Premi Speciali alla carriera saranno assegnati ad Anthony Pasquale da ICN Radio New York, al Prof. Francesco Petrino Presidente S.N.A.R.P., a Maria Grazia de Angelis Presidente AISL_O. Tre professionisti che nel loro settore hanno dimostrato competenza ottenendo risultati e successo..

photofestival Lisa Bernardini

Al Maestro Stelvio Cipriani, andrà il Premio Musica ed. 2017 per aver percorso una carriera brillante a livello internazionale contribuendo a mantenere alto il nome del nostro Paese nel mondo.

A proposito di musica ad intrattenere il pubblico saranno Massimo Di Muro, Deborah Xhako, i Getting Louder che si esibiranno a turno nel corso della serata. Le sculture Premio di questa settima edizione del “Photofestival Attraverso le Pieghe del Tempo” sono a firma del Maestro Valerio Capoccia.

L’Associazione L’Occhio dell’Arte attraverso eventi di ampio respiro come questo e molti altri proposti dal “Photofestival” sua principale manifestazione di riferimento, “viene proiettata” – come afferma la Presidente Lisa Bernardini: “in una realtà culturale a largo spettro e dai confini geografici di fatto travalicati in senso internazionale e con notevole risvolto mediatico.…. a dimostrazione soprattutto di come cultura, arte, spettacolo e sociale possano convivere, rivalutando le pieghe del tempo. Il Photofestival vuole essere testimonianza, soprattutto, di come la passione individuale e la ferrea volontà di tante persone possano trasformarsi in momenti di pubblico interesse, accendendo le luci su un territorio e le sue tante risorse”.

Silvana Lazzarino

“INCONTRIAMOCI”

SERATA EVENTO

7 edizione del PHOTOFESTIVAL- Attraverso le Pieghe del Tempo

Rassegna itinerante di incontri tra sociale, cultura e spettacolo

LOCALE di Mauro Boccuccia

Via Nettunense km 31.500 angolo Via Giove 1, ANZIO

1 settembre 2017 dalle ore 20.30

Organizzazione MAURO BOCCUCCIA;

Direzione artistica: www.occhiodellarte.org, Lisa Bernardini 347-1488234

Per info su come partecipare:06-9870567info@boccuccia.it, Lisa Bernardini occhiodellarte@gmail.com, cellulare 347-1488234

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Gioco d’amore di Angela Tiberi a Pontinia

Mirò. Sogno e colore a Bologna

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MIRÓ tra Sogno e Colore oltre la metamorfosi delle forme in mostra a Palazzo Albergati

I sogni, la fantasia entro il ritmo poetico proteso verso orizzonti lontani dove realtà e immaginazione si confondono appartengono all’arte di Joan Miró (Barcellona 1893- Palma di Maiorca1983) che disegna un universo di forme, oggetti visti, pensati e immaginati come attraverso una dimensione mistico-magica.

Dalla scuola di Barcellona all’esperienza con la pittura fauves di cui apprezza ritratti e paesaggi,

Mirò Sogno e Colore in mostra a Bologna palazzo Albergati

dall’incontro parigino con il movimento cubista in particolare con Picasso suo coetaneo, a quello con il dadaismo di Tzara, il suo itinerario artistico trova la piena realizzazione a contatto con la corrente surrealista. Il Surrealismo, infatti, sintetizza i contenuti ritmico-espressivi della sua pittura protesa verso una sperimentazione libera di dar vita a nuove forme e colori che, pur appartenendo alla realtà sono proiettati in una dimensione “altra”, distante perché riferibile all’inconscio onirico. A Joan Miró, anticonformista e trasgressivo che lega nella sua poetica artistica sogno e colore verso un linguaggio mai banale, unico e universale ad un tempo, è dedicata una suggestiva mostra in corso a Bologna presso Palazzo Albergati fino al 17 settembre 2017- Patrocinata dal Comune di Bologna e curata da Pilar Baos Rodríguez, la mostra “MIRÓ! Sogno e colore”, organizzata da Arthemisia, attraverso 130 opere tra cui 100 olii di sorprendente bellezza e di grande formato provenienti dalla Fondazione Pilar i Joan Miró, si sofferma sulla produzione degli ultimi trent’anni della vita dell’artista catalano in cui si avverte il suo profondo legame con la sua isola Maiorca dove visse dal 1956 fino alla morte nel 1983. Sono gli anni Sessanta e Settanta durante i quali predilige temi legati alle donne, ai paesaggi e agli uccelli. Così accanto a paesaggi monocromi e ai lavori realizzati con le dita, stendendo il colore con i pugni mentre si cimentava nella pittura materica, spalmando gli impasti su compensato, cartone e materiali di riciclo; sono le sculture realizzate sperimentando diversi materiali, e poi collage, “dipinti-oggetto” Attraverso forme in divenire, colori brillanti e vivaci sospesi entro il ritmo del sogno affiora l’interiorità dell’artista, l’attaccamento alle proprie radici.sempre alla ricerca di novità espressive per raccontare la realtà trasformata in altro da sé in un discorso rivolto all’immaginario, al pensiero puro che svela e nasconde.

Mirò Sogno e Colore in mostra a Bologna palazzo Albergati

Serenità, voglia di vivere, gioire e sognare mondi lontani eppure possibili riempiono il microcosmo di Mirò abitato da insetti, animali, teste, costellazioni che si combinano diventando testimoni di un altro modo di leggere l’esistenza.

Ma dalla serenità Mirò è capace anche di piombare in stati malinconici, abitati da tormenti, come è espresso nelle cosiddette “pitture selvagge” in cui l’artista sembra richiamare le tematiche angosciose e notturne di Françisco Goya, dove i colori tendono a scurirsi e le forme degli oggetti a contrarsi. Accanto a capolavori come “Femme au clair de lune” (1966),” Oiseaux” (1973) e “Femme dans la rue” (1973) sono gli schizzi tra cui quello per la decorazione murale per la Harkness Commons-Harvard University che sottolineano la sperimentazione ricercata da Miró all’interno delle principali correnti artistiche del ventesimo secolo come il Dadaismo, il Surrealismo e l’Espressionismo. Sarà anche possibile ammirare lo studio di Mirò ricostruito scenograficamente negli spazi del palazzo: uno studio dove lavorava protetto dal silenzio e dalla pace che solo la natura poteva offrirgli.

Femme clair de lune di Mirò
in mostra a palazzo Albergati

Forme e colori entro lo spazio di un sogno che sulla tela diventano materializzazione di un pensiero, un gesto o una parola appartenenti all’immaginario che dà voce all’indicibile. Segni, immagini che capovolgono il senso della realtà esprimendo nuovi linguaggi entro gli spazi liberi, incontaminati della fantasia.

La mostra MIRÓ! Sogno e colore è dedicata alla memoria del Maestro Camillo Bersani, arista e scultore bolognese, nonché storico proprietario dell’edificio cinquecentesco, scomparso lo scorso febbraio 2017 le cui opere sono state rese visibili al pubblico in occasione dell’inaugurazione della mostra, Grazie a Camillo Bersani Palazzo Albergati è diventato uno dei più importanti luoghi espositivi in Italia. GENERALI ITALIA ha sponsorizzato la mostra che rientra nel programma Valore Cultura avviato dalla stessa Generali Italia nel 2016 con l’obiettivo di sostenere le migliori iniziative artistiche e culturali per renderle accessibili ad un pubblico sempre più vasto e per promuovere lo sviluppo e la valorizzazione del nostro territorio.

Sponsor tecnico Trenitalia e special partner Ricola. La mostra prevede anche un’offerta didattica fornendo agli alunni gli strumenti per leggere, comprendere e riconoscere il modus operandi dell’artista e il messaggio insito nella sua opera.

Silvana Lazzarino

 

MIRÓ!

SOGNO E COLORE

Palazzo Albergati

Via Saragozza, 28- 40123 Bologna

Orario; tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 (la biglietteria chiude un’ora prima)

fino al 17 settembre 2017

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Massimiliano Bartesaghi e le sue prospettive urbane

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MASSIMILIANO BARTESAGHI IN MOSTRA AD ANZIO A VILLA SARSINA

Capace di cogliere immagini di spazi e luoghi restituite entro una visione nuova a partire da dinamiche differenti, MASSIMILIANO BARTESAGHI fa della fotografia il mezzo privilegiato per  raccontare il suo punto di vista e le possibili aperture visive ed emotive con cui filtrare ogni aspetto della realtà e dell’esistenza. Appassionato fin da giovanissimo di fotografia tanto da iniziare a realizzare i suoi primi scatti a soli 9 anni con una Kodak Instamatic regalo della Prima Comunione, si è formato da autodidatta passando alle reflex prima analogiche e poi digitali nel 2005, per giungere alla Canon 5D mark II che utilizza attualmente. Lo studio della fotografia portato avanti negli anni gli ha permesso di procedere con l’indagare quanto a lui intorno senza prediligere un genere particolare, ma lasciandosi guidare dalle emozioni e dalle sensazioni del momento.

A questo artista che nei suoi numerosi viaggi tra Roma, Parigi, Berlino, New York, Tokyo ha restituito con una diversa prospettiva gli scenari di queste straordinaria città è dedicata una suggestiva mostra nella cittadina di Anzio dal 29 agosto al 5 settembre 2017 presso gli spazi di Villa Sarsina. L’esposizione, che rientra negli appuntamenti legati al PHOTOFESTIAVAL “Attraverso le Pieghe del Tempo” di cui è direttore artistico la dottoressa Lisa Bernardini, sarà inaugurata il prossimo 29 agosto alle ore 18.00 con il taglio del nastro da parte dell’Assessore Laura Nolfi e la presenza di due nomi d’eccellenza quali  Anthony Peth conduttore radio-televisivo sempre piu’ in vista anche nella conduzione di eventi italiani nel campo della cultura e dello spettacolo e Loredana Finicelli critica d’arte e. curatrice ed esperta di tecnologie digitali applicate alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio artistico. Oltre a questo la Dott.ssa,Loredana Finicelli è Dottore di ricerca in Storia dell’Arte moderna e contemporanea presso La Sapienza, Università degli Studi di Roma, e, dal 2007, docente di “Multimedialità dei Beni culturali” per l’Accademia di Belle Arti di Frosinone.

GEOMETRIE URBANE, questo il titolo della mostra, patrocinata dall’Assessorato alla Cultura della Città di Anzio e curata da Lisa Bernardini Presidente dell’Associazione culturale “L’Occhio dell’Arte”,  sarà dal 22 al 25 settembre 2017 allo Spoleto  Festival Art in collaborazione con la storica dell’arte Loredana Finicelli.

il percorso espositivo presenta gli scatti di Massimiliano Bartesaghi disposti su pannelli fotografici 40×50 per restituire agli osservatori  visioni legate a mondi  paralleli riferite proprio alle sopracitate città. Il primo scatto legato a questo ciclo delle “Geometrie Urbane” è quello realizzato da Bartesaghi durante una vacanza a Berlino nel 2005, cui sono seguiti molti altri sempre entro un’ottica particolare con cui rappresenta le diverse architetture urbane.

Loredana Finicelli

Ci si trova di fronte a spazi nuovi eppure visti e conosciuti, dove strade e percorsi metropolitani visitati sono reinterpretati con linee e segmenti geometrici in costante divenire in cui la forza della luce crea continuità e alterazione della visione.

Le immagini degli scatti fotografici restituiscono una lettura libera quasi surreale dove si rinnovano i rapporti tra spazio e profondità: i palazzi alti e svettanti, le microstrutture in prospettiva di labirinti cittadini, le geometrie di interni di metropolitane fanno affiorare quella regolarità geometrica tra visione e illusione che creano stupore e fascino. Il segno periodico di linee decise e squadrate e le geometrie che riempiono lo spazio diventano protagonisti a suggerire un nuovo modo di percepire il rapporto tra piani e spazio. Attraverso questa nuova relazione tra piani e spazio si creano ritmi armonici ed equilibrati proprio come equilibrato e perfetto è l’universo matematico attraverso cui viene restituita una visione trasfigurata della realtà che per certi aspetti ricorda stilemi surrealisti.

La straordinaria architettura di quei luoghi lascia affiorare quel sottile e impercettibile reticolo geometrico insito dietro le cose da cui partire per poi successivamente dare forma a visioni interiori. Da una rappresentazione della realtà sotto un nuovo punto di vista si passa a scoprire un orizzonte legato alle immagini interiori. Sembra che geometriche prospettive delle città tra strade, grattacieli, cavalcavia, palazzi, monumenti, viali si condensino creando accostamenti tra il vicino e il lontano, il visibile e ciò che inizialmente è invisibile, per dare spazio ad una nuova visione fatta di rappresentazioni metafisiche con cui esplorare i luoghi della memoria emotiva.

Silvana Lazzarino

GEOMETRIE URBANE

 Fotografie di Massimiliano Bartesaghi

a cura di Lisa Bernardini Presidente dell’Associazione L’Occhio dell’Arte

Villa Corsini Sarsina- ANZIO

29 AGOSTO- 5 SETTEMBRE

INAUGURAZIONE 29 AGOSTO ORE 18.00

Ingresso libero

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L’uomo e le contraddizioni nelle sculture di Roberto Barni

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L’UOMO E LE CONTRADDIZIONI NELLE SCULTURE DI ROBERTO BARNI IN MOSTRA A PIETRASANTA ALLA GALLERIA POGGIALI

Nei ritmi in divenire di un presente dove tutto scorre lungo il filo dell’innovazione tra perfezione e incertezza in cui l’uomo tenta di ritrovare equilibrio volgendo talora il suo sguardo ad un passato troppo lontano per tornare indietro e anche ad un futuro tardo a venire, si inserisce il discorso artistico di ROBERTO BARNI che si sofferma sugli sforzi compiuti dall’uomo nel creare dei ponti di comunicazione attraverso l’emancipazione e il suo sempre più perdere la propria individualità.

Roberto Barni Capogiri d’oro in mostra a Pietrasanta Galleria Poggiali

Roberto Barni, nato a Pistoia nel 1939, guarda a questa esistenza con al centro l’uomo ansioso di conoscere la verità su questa vita dove il tempo sembra arenarsi innanzi a contrasti e divergenze che creano separazioni.

Attraverso le sue sculture viene sottolineato come gesti e azioni dell’uomo si orientino verso una ripetitività passiva generando indifferenza, ma anche atteggiamenti di disappunto e rifiuto, nonché quel relegare lo stesso uomo alla condizione di servo, sottomesso a obblighi. La mostra dedicata a ROBERTO BARNI che inaugura il prossimo 26 agosto 2017 alle ore 18.30 a Pietrasanta presso la GALLERIA POGGIALI racconta proprio questo aspetto dell’esistenza che imprigiona e  omologa lo stesso individuo ridotto a seguire schemi predefiniti.

Appositamente pensato per gli spazi della galleria Poggiali (in via Garibaldi) e per quelli dell’Ex Fonderia d’Arte Luigi Tommasi (in via Marconi), il progetto della mostra CONTROVERSIE, aperta fino al  15 settembre 2017 presenta per la prima volta entro una galleria le quattro sculture monumentali in bronzo di ROBERTO BARNI: Atto Muto, Capogiri d’oro, Camminare in croce, Doppia controversia. Esposte di recente a Venezia in occasione della Biennale nel complesso della celebre Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, queste sculture sottolineano come ancora nell’epoca dei robot all’uomo siano assegnati dei compiti umili e alienanti. Questo è evidente in “Atto Muto” dove tre uomini silenti reggono un piano circolare, opera collocata nello spazio antistante l’Ex Fonderia.

Robert Barni Atto Muto in mostra a Pietrasanta Galleria Poggiali

In “Capogiri d’oro” esposta nella project room di via Garibaldi 8, tre pedoni si trovano capovolti in una gabbia semi–conica a suggerire l’incapacità dell’uomo di gestire e controllare l’uso di tutto quanto è legato ai beni materiali e di consumo di cui sempre più sta diventando schiavo.

Il senso di smarrimento dell’uomo, di incapacità di trovare la sua strada è espresso nella scultura “Camminare in croce” dove quattro uomini congiunti per i piedi e separati da uno spazio pari ad un angolo retto, percorrono direzioni diametralmente opposte a formare una croce simbolo di sofferenza. Si tratta di uomini privi di personalità. Come sottolinea Alberto Boatto si tratta di uomini che “hanno cessato di possedere il privilegio di un’individualità, di una fisionomia riconducibile a una persona singola, per presentarsi col profilo assottigliato di un emblema anonimo costantemente affaccendato e in cammino”.

Il tentativo di emancipazione dove leggere diversi atteggiamenti e punti di vista che appartengono all’uomo, ma necessari per risalire la china, cui si oppone un atteggiamento contrario che ne impedisce la realizzazione (controversia) sono visibili in “Doppia controversia” dove è rappresentata una stele umana in cui la verticalità è accentuata dalla

L’uomo ele contraddizioni nelle sculture di Roberto Barni in mostra alla galleria Poggiali Pietrasanta  “Ho buona memoria”

posizione delle braccia aderenti al corpo.

Presso l’ex Fonderia accanto ad “Atto Muto”, “Camminare in croce” e “Doppia Controversia”, sarà possibile ammirare: “Continuo”, “Ho buona memoria” e “Remar Contro”, opere particolarmente iconografiche della poetica di Roberto Barni. In particolare facciamo riferimento a “Remar Contro” esposta insieme all’opera di Adolfo Natalini, nell’estate del 2016, nella mostra “Il presente non basta” presso la Galleria Poggiali a Pietrasanta. I due rematori di “Remar contro” nella loro posizione che impedisce alla barca (bagnarola) di procedere, restituiscono l’immagine di un presente che non cambia. Se da un lato il passato è lontano, dall’altro il futuro sembra irraggiungibile: il passato rema contro il futuro perché non guarda avanti, e il futuro rema contro il passato bloccando il presente nella sua fissità immutabile nel tempo. L’imbarcazione che non si muove rimanda alla difficoltà a vivere e sopravvivere in questo presente dove sempre più si avvertono separazioni e distanze.

Silvana Lazzarino

ROBERTO BARNI

Controversie

Galleria Poggiali

Via Garibaldi 8- Pietrasanta

Via Marconi 48, Ex Fonderia d’Arte Luigi Tommasi – Pietrasanta

Orario: dal lunedì alla domenica: 10.00 – 12.30 | 18 – 24

Inaugurazione sabato 26 agosto 2017 ore 18-30

Dal 26 agosto al 15 settembre 2017

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Mario Fratti l’orgoglio italiano a New York

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MARIO FRATTI 

Il teatro specchio di vita

Capace di restituire attraverso il teatro aspetti intensi e forti legati al tessuto umano e sociale che ripercorrono anche la storia a lui contemporanea, MARIO FRATTI, grande drammaturgo, scrittore e saggista, restituisce ai suoi personaggi autenticità nel loro essere vittime e carnefici di un destino predefinito dove spesso si sentono in trappola. Con pennellate asciutte e dirette Mario Fratti descrive nei suoi testi teatrali la vita nelle sfaccettature più complesse tra passioni, drammi, gelosie e vendette, entro cui gli stessi personaggi sono chiamati a confrontarsi passando da momenti di angoscia e smarrimento ad altri in cui l’ottimismo sembra possibile. Nato il 5 luglio del 1927 a L’Aquila, Mario Fratti si è presto

Mario Fratti l'orgoglio italiano a New York

Mario Frattti

accostato al teatro dando prova di un talento straordinario riconosciuto a livello internazionale. Dopo un breve periodo tra i partigiani antifascisti, dopo la laurea presso la Ca’ Foscari di Venezia in Lingue e Letterature Straniere, si orienta al radiodramma e al romanzo, per decidere poi di scrivere unicamente per il teatro. Poco apprezzato in Italia, è in America a New York, dove giunge nel 1963, che trova riconoscimenti e il successo e dove decide di restare rientrando per varie occasioni in Italia.

Accanto al teatro si è dedicato alla docenza presso la prestigiosa Columbia University e poi all’Hunter College, dove ha insegnato fino al 1994. Oltre cento i testi da lui scritti e tradotti in venti lingue e rappresentati in tutto il mondo in 600 teatri. Opere che dal Suicido al Terrorista, dalla Gabbia agli Amanti, da Eleonora Duse a La vittima, dai Missionari a Brooklyn e Hugo, ispirata a Hugo Chavez, hanno risuonato e risuonano come una denuncia sociale in particolare soffermandosi sul divario sociale tra ricchi e poveri, in nome della giustizia sociale e dell’uguaglianza. Diretta e pungente la sua scrittura che in parte si richiama a quella di Luigi Pirandello e a Brecht, ha dato vita a storie lontane e vicine dove si snodano ingiustizie e ipocrisie, paure e speranze e dove l’uomo è sempre più solo con il proprio destino, incapace di guardare dentro se stesso e sempre più portato a utilizzare maschere, incapace di aprirsi al mondo che lo giudica e lo tiene in “gabbia”.

Mario Fratti e Goffredo Palmerini

Mario Fratti tra gli autori italiani più rappresentati in tutto il mondo ha scritto diverse commedie di cui va ricordata “Nine” ispirata al film di Fellini “Otto e mezzo” diventata un musical di grande successo con duemila repliche nei teatri di Broadway e poi un film con la regia di Rob Marshall. Numerosi sono stati i premi e i riconoscimenti ricevuti nella sua carriera tra cui il premio Rosso di San Secondo, Selezione O’ Neil, il Richard Rogers e sette “Tony Award”. Da sottolineare il riconoscimento per il successo raggiunto e il prestigio reso alla sua città natale, l’Aquila,  e all’Abruzzo consegnatogli dal Presidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo Giuseppe Di Pangrazio in occasione dei festeggiamenti per i suoi 90 anni lo scorso 5 luglio 2017 all’Aquila accolto dalle autorità e dal calore di amici e colleghi. Ad accompagnare la targa con un medaglione tondo di bronzo è la pergamena su cui sono state incise le seguenti parole: “ a Mario Fratti drammaturgo insigne e docente universitario emerito punto di riferimento della Cultura italiana negli Stati Uniti d’America il Consiglio Regionale d’Abruzzo in segno di ammirazione e gratitudine per l’onore e il prestigio che in ogni angolo del mondo Egli rende all’Abruzzo sua terra d’origine”.

Silvana Lazzarino

 

INTERVISTA A MARIO FRATTI

  1. Come nasce la passione per il teatro?

A partire da quanto accade nella vita dove sempre più si assiste a dialoghi e conflitti tra le persone.. Il teatro è un mezzo privilegiato per raccontare la vita.

  1. Quali gli autori della storia del teatro internazionale cui si è ispirato maggiormente e perché?   Pirandello e Bertolt Brecht per i loro testi impegnati dove l’uomo è posto al centro di diverse problematiche.

3.Che ricordo ha del suo esordio nella scrittura teatrale?

Ho esordito nel 1962 con l’atto unico il “Suicidio” al Festival dei Due Mondi di Spoleto.

  1. Ha ricevuto qualche apprezzamento?

Lee Strasberg rimase molto colpito dalla rappresentazione. Grazie a lui ebbi l’occasione di rappresentarlo a New York all’Actor’s Studio e fu un successo anche per la perfetta messa in scena e l’ottima interpretazione degli attori.

5. Come mai ha deciso di trasferiti negli stati Uniti e in particolare a New York? Cosa l’ha colpita di questa straordinaria città e cosa l’ha spinta a restare?

Ho scelto di restare per la grande opportunità che questa città mi offriva.

  1. Le sue opere teatrali sottolineano la condizione dell’uomo di oggi, ma anche di 50 anni fa: un uomo chiuso nella propria solitudine incapace di manifestarsi per come è, sospeso tra essere e apparire. Tematiche queste che ritroviamo in altri grandi drammaturghi quali Pirandello. Quale aspetto della drammaturgia di Pirandello l’ha colpita?

La maschera, perché portiamo tutti una maschera.

7. “La Gabbia” tra i suoi maggiori successi è un dramma che parla della follia. Quali i punti di riferimento per il soggetto?

Mi sono ispirato ad un caso vero.

8. Di che parla?

Di una donna che salva un uomo sensibile che vive rinchiuso in una gabbia.

  1. Quale l’opera cui tiene di più e perché?

Non ce ne è una in particolare, sono orgoglioso di tutte perché sincere.

  1. Mi può parlare del Premio Magna Grecia Latina – New York?

Questo premio è stato creato con la collaborazione della famosa pittrice Milena Petrarca per unire le due culture.

11.Come ha incontrato Milena Petrarca presidente del Premio Magna Grecia a Latina?

L’ho incontrata al premio. E’ una grande artista e l’ammiro molto.

  1. Mi parli del Premio Fratti.

E’ stato creato per premiare i giovani di talento.

  1. In che modo ha contribuito alla diffusione del teatro italiano a New York?

Organizzando spettacoli e letture drammatiche invitando artisti e autori italiani.

  1. Quale il messaggio di fondo presente nella sua opera e cosa vuole sottolineare?

Il bisogno di collaborazione tra le persone.

  1. Lei è per un’uguaglianza sociale in cui a tutti sia data la possibilità di vivere dignitosamente e questo lo ha fatto presente nei suoi testi. Nessuno, almeno penso ha trattato questo argomento in modo così diretto arrivando con semplicità al pubblico.

Anche Cristo e Marx sono stati chiari e diretti nel parlare di uguaglianza e spirito di solidarietà.

  1. Il mestiere di attore permette di fuggire da se stessi e entrare in altre vite. Cosa pensa a riguardo?

Il recitare permette all’attore di vivere intensamente diverse sfaccettature della vita ogni volta che interpreta un ruolo sulla scena.

  1. Ha avuto modo di conoscere anche Tennesee Williams grande drammaturgo e scrittore. Come vi siete incontrati?

E’ stato facile incontrarci e conoscerci dato che abitiamo nello steso edificio e spesso abbiamo parlato dei suoi testi.

  1. Ha mantenuto un legame con la sua città natale L’Aquila?

Torno all’Aquila sempre volentieri e almeno una volta l’anno. E’ come aver mantenuto un legame tra le mie origini e l’universo americano grazie anche a spettacoli e rappresentazioni vissute come scambio culturale tra la compagnia americana e quella dell’Aquila.

19. Le sue rappresentazioni riempiono tutti i teatri del mondo dalla Russia alla Spagna, dalla Repubblica Cieca a Cuba, fino in Finlandia e in Cina. Una soddisfazione davvero grande anche per il messaggio che la sua opera racchiude: quello della lotta di classe. Me ne parli e quale il lavoro che meglio incarna questa tematica?

Sicuramente la “Vedova Bianca” dove si parla di mafia.

  1. Oltre a commedie e musical ha scritto anche un romanzo “Diario proibito” che non è stato capito perché considerato antifascista. Come mai?

Perché non volevano che si parlasse di crimini fascisti.

  1. Il suo teatro è semplice, essenziale e arriva al pubblico giocando sull’imprevedibilità e sulla sorpresa. Quale il segreto del suo successo?

Parto dalla conclusione di una storia e questo mi permette di sviluppare bene il mio lavoro.

  1. Ha scritto davvero molto e sempre con passione e spirito critico. Le sue commedie continuano a riscuotere successo ad ogni rappresentazione in tutto il mondo. A novant’anni Mario Fratti ha ancora un sogno da realizzare?

Voglio scrivere altri testi positivi e ottimisti.

Silvana Lazzarino

Silvana Lazzarino

Giornalista e poetessa. E- mail: sissilazza@virgilio.it

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