Mirò. Sogno e colore a Bologna

MIRÓ tra Sogno e Colore oltre la metamorfosi delle forme in mostra a Palazzo Albergati

I sogni, la fantasia entro il ritmo poetico proteso verso orizzonti lontani dove realtà e immaginazione si confondono appartengono all’arte di Joan Miró (Barcellona 1893- Palma di Maiorca1983) che disegna un universo di forme, oggetti visti, pensati e immaginati come attraverso una dimensione mistico-magica.

Dalla scuola di Barcellona all’esperienza con la pittura fauves di cui apprezza ritratti e paesaggi,

Mirò Sogno e Colore in mostra a Bologna palazzo Albergati

dall’incontro parigino con il movimento cubista in particolare con Picasso suo coetaneo, a quello con il dadaismo di Tzara, il suo itinerario artistico trova la piena realizzazione a contatto con la corrente surrealista. Il Surrealismo, infatti, sintetizza i contenuti ritmico-espressivi della sua pittura protesa verso una sperimentazione libera di dar vita a nuove forme e colori che, pur appartenendo alla realtà sono proiettati in una dimensione “altra”, distante perché riferibile all’inconscio onirico. A Joan Miró, anticonformista e trasgressivo che lega nella sua poetica artistica sogno e colore verso un linguaggio mai banale, unico e universale ad un tempo, è dedicata una suggestiva mostra in corso a Bologna presso Palazzo Albergati fino al 17 settembre 2017- Patrocinata dal Comune di Bologna e curata da Pilar Baos Rodríguez, la mostra “MIRÓ! Sogno e colore”, organizzata da Arthemisia, attraverso 130 opere tra cui 100 olii di sorprendente bellezza e di grande formato provenienti dalla Fondazione Pilar i Joan Miró, si sofferma sulla produzione degli ultimi trent’anni della vita dell’artista catalano in cui si avverte il suo profondo legame con la sua isola Maiorca dove visse dal 1956 fino alla morte nel 1983. Sono gli anni Sessanta e Settanta durante i quali predilige temi legati alle donne, ai paesaggi e agli uccelli. Così accanto a paesaggi monocromi e ai lavori realizzati con le dita, stendendo il colore con i pugni mentre si cimentava nella pittura materica, spalmando gli impasti su compensato, cartone e materiali di riciclo; sono le sculture realizzate sperimentando diversi materiali, e poi collage, “dipinti-oggetto” Attraverso forme in divenire, colori brillanti e vivaci sospesi entro il ritmo del sogno affiora l’interiorità dell’artista, l’attaccamento alle proprie radici.sempre alla ricerca di novità espressive per raccontare la realtà trasformata in altro da sé in un discorso rivolto all’immaginario, al pensiero puro che svela e nasconde.

Mirò Sogno e Colore in mostra a Bologna palazzo Albergati

Serenità, voglia di vivere, gioire e sognare mondi lontani eppure possibili riempiono il microcosmo di Mirò abitato da insetti, animali, teste, costellazioni che si combinano diventando testimoni di un altro modo di leggere l’esistenza.

Ma dalla serenità Mirò è capace anche di piombare in stati malinconici, abitati da tormenti, come è espresso nelle cosiddette “pitture selvagge” in cui l’artista sembra richiamare le tematiche angosciose e notturne di Françisco Goya, dove i colori tendono a scurirsi e le forme degli oggetti a contrarsi. Accanto a capolavori come “Femme au clair de lune” (1966),” Oiseaux” (1973) e “Femme dans la rue” (1973) sono gli schizzi tra cui quello per la decorazione murale per la Harkness Commons-Harvard University che sottolineano la sperimentazione ricercata da Miró all’interno delle principali correnti artistiche del ventesimo secolo come il Dadaismo, il Surrealismo e l’Espressionismo. Sarà anche possibile ammirare lo studio di Mirò ricostruito scenograficamente negli spazi del palazzo: uno studio dove lavorava protetto dal silenzio e dalla pace che solo la natura poteva offrirgli.

Femme clair de lune di Mirò
in mostra a palazzo Albergati

Forme e colori entro lo spazio di un sogno che sulla tela diventano materializzazione di un pensiero, un gesto o una parola appartenenti all’immaginario che dà voce all’indicibile. Segni, immagini che capovolgono il senso della realtà esprimendo nuovi linguaggi entro gli spazi liberi, incontaminati della fantasia.

La mostra MIRÓ! Sogno e colore è dedicata alla memoria del Maestro Camillo Bersani, arista e scultore bolognese, nonché storico proprietario dell’edificio cinquecentesco, scomparso lo scorso febbraio 2017 le cui opere sono state rese visibili al pubblico in occasione dell’inaugurazione della mostra, Grazie a Camillo Bersani Palazzo Albergati è diventato uno dei più importanti luoghi espositivi in Italia. GENERALI ITALIA ha sponsorizzato la mostra che rientra nel programma Valore Cultura avviato dalla stessa Generali Italia nel 2016 con l’obiettivo di sostenere le migliori iniziative artistiche e culturali per renderle accessibili ad un pubblico sempre più vasto e per promuovere lo sviluppo e la valorizzazione del nostro territorio.

Sponsor tecnico Trenitalia e special partner Ricola. La mostra prevede anche un’offerta didattica fornendo agli alunni gli strumenti per leggere, comprendere e riconoscere il modus operandi dell’artista e il messaggio insito nella sua opera.

Silvana Lazzarino

 

MIRÓ!

SOGNO E COLORE

Palazzo Albergati

Via Saragozza, 28- 40123 Bologna

Orario; tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 (la biglietteria chiude un’ora prima)

fino al 17 settembre 2017

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La pace di Dio sia con voi: truffa Monet Fumba

La pace di Dio sia con voi: truffa Monet Fumba

Per la serie Esopo news

Ho ricevuto da: Monet Fumba <monetfumba42@gmail.com>
a: Bruno Mancini <emmegiischia@gmail.com>
data: 17 agosto 2017 03:23

oggetto:

La pace di Dio sia con voi.

proveniente da: gmail.com
firmato da: gmail.com
sicurezza: Crittografia standard (TLS) Ulteriori informazioni
: Importante principalmente a causa delle persone che partecipano alla conversazione.

TESTO:

Mio caro, sono felice di informarti del mio successo nell’ottenere questi fondi trasferiti sotto la collaborazione di un nuovo partner del Regno Unito. Attualmente, sono in Gran Bretagna per progetti d’investimento con la mia parte della somma totale. Nel frattempo non ho dimenticato i vostri sforzi passati e tentativi di aiutarmi nel trasferire questi fondi nonostante ci sia stato un problema. Ora contatta la nostra segretaria del campo profughi a Dakar Senegal, il suo nome è reverendo John Williams, la sua e-mail è (reverend.johnwilliams100@yahoo.com) Numero di telefono (+221709498626)

Chiedere a lui di inviare i soldi la somma di $ 150.000,00: centocinquanta mila dollari, che ho mantenuto per il tuo compenso per tutti i tuoi sforzi passati e tentativi di aiutarmi in questa materia. Ho apprezzato molto i tuoi sforzi in quel momento. Quindi, sentitevi liberi di entrare in contatto con il nostro segretario del campo, reverendo John Williams, per ricevere il controllo da lui.

Per favore fatemi sapere immediatamente che lo ricevi in ​​modo che possiamo condividere la gioia dopo tutto quello che soffre in quel momento. Questo periodo, io sono molto occupato qui a causa dei progetti di investimento che io e il nuovo partner stanno avendo a portata di mano. Infine, ricorda che ho lasciato un’istruzione al segretario per tuo conto per inviare i soldi, quindi non esitate a contattarlo senza alcun ritardo.

I migliori saluti,
Monet

Pubblico questo tentativo di truffa invitandovi alla divulgazione

La pace di Dio sia con voi

Bruno Mancini

DILA

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Io sono colpevole – Per la serie Esopo news

Io sono colpevole
Per la serie Esopo news

Ischia 13 Agosto 2017

Io sono colpevole

Se è vero che non ci si può ritenere responsabili delle conseguenze nefaste verificatesi a causa di altrui imperizia, d’imprudenze singole o collettive, di eventi natural particolarmente violenti, o comunque di circostanze non controllabili, è anche vero che il livello di ciascuna civiltà è dato dalla correttezza sociale e morale espressa dai suoi rappresentanti e dai suoi organi istituzionali

Se la società di cui faccio parte è più o meno profondamente incivile, meriti o colpe sono anche miei..

Oggi l’intera isola d’Ischia è stata sconvolta dalla notizia::

Due sub morti tra Vivara e Ischia. Ancora una tragedia!

L’allarme è stato lanciato in tarda mattinata.

  • Ore 17.05 Identificato il sub. Si tratta di Antonio Emanato, 44 anni di Bacoli, titolare del diving Sea World e di una minorenne, 13 anni figlia di un amico di Emanato.

Io sono colpevole.

Dalle ore 18.00 alle ore 20:00 ero sulla spiaggia di Punta Molino a poca distanza dal luogo della disgrazia.
Avevo appreso le notizie televisive che comunicavano i primi particolari della disgrazia, ma vedendo che un po’ alla volta nella zona delle operazioni erano rimaste fisse solo due imbarcazioni e che gli aliscafi sfrecciavano e le navi transitavano proprio lì senza nessun riserbo o prudenza, ho creduto che avessero recuperato anche la ragazza.
Recuperati i corpi, se la comunità i torna immediatamente alla normalità è già un pessimo biglietto da visita per ottenere la qualifica di “civile”. Ma qui da noi è ci si è comportati anche peggio.
Apprendendo successivamente le notizie di stampa
  • 1) Ore 21.40 Si continua a cercare il corpo della 13 enne scomparsa in mare nel corso di una immersione. Gli spelosub esperti lavoreranno anche di notte per recuperare il corpo della piccola.
  • 2) Ore 22.18 Le operazioni finalizzate al recupero del corpo di Lara, rese quasi impossibili dalle tenebre, non sono stare portate a termine in serata – attività rinviate alle prime luci di domani.

non ho avuto difficoltà a capire che

io sono colpevole

perché faccio parte di una società disumanizzata.
Infatti, mentre ero sulla spiaggia di Punta Molino, vedendo che in zona erano rimaste fisse solo due imbarcazioni e che gli aliscafi sfrecciavano e le navi transitavano proprio nei pressi della Secca delle Formiche, ho creduto che avessero recuperato anche la ragazza, mentre, invece, ella era ancora prigioniera del mare che lei voleva conoscere.

Ora mi domando chi e come abbia potuto permettere tanto traffico in quella zona e in quelle ore. Chi e perché non ha impedito:che barche di turisti gioiosi, navi di linea ed aliscafi commerciali, motoscafi sfreccianti nel brivido della velocità e del potere finanziario, continuassero a navigare a forti andature per tutta la sera e tutta la notte nei pressi e sopra la secca dell “Formiche”::nei pressi e sopra il cadavere della giovane Lara Scamardella.

A Ischia non c’è stato rispetto, ma solo vuote parole di condoglianza, ed io sono colpevole di far parte di questa comunità.

Io sono colpevole Per la serie Esopo news Ischia 13 Agosto 2017

 

 

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La Belle Époque con Toulouse Lautrec

La Belle Époque di Toulouse Lautrec a Verona Palazzo Forti

La Parigi di fine Ottocento con protagoniste cantanti, attrici, ballerine, acrobate riprese nei loro contesti tra sale da ballo, caffè-concerto e i palcoscenici sono al centro dell’opera di TOULOUSE LAUTREC (Albi 1864- Saint-André-du-Bois1901) che con la sua arte provocatoria e anticonformista ha caratterizzato l’epoca de la Belle Époque.

La Belle Époque Toluouse Lautrec a Verona

Nato in una delle più nobili e antiche famiglie francesi, le cui origini risalivano all’epoca di Carlo Magno, Toulouse Lautrec ben presto lascia il suo ambiente per trasferirsi a Parigi dove entra a contatto con l’atmosfera vivace e disincantata, ma anche triste e degradata della città. Pittore della Belle Époque ambigua e contraddittoria, della vita fugace buona e cattiva, innocente e perversa, egli si fa interprete raffinato e sensibile dello spaccato umano parigino cogliendone abitudini, vizi, gioie e dolori.

A questo straordinario artista, considerato il più famoso maestro di manifesti e stampe tra il XIX e XX Secolo, capace di scandagliare nei ritmi dell’esistenza fra ambienti nobili, borghesi, atmosfere sfarzose ed effimere dei locali notturni, è dedicata un’interessante mostra  TOULOUSE LAUTREC. LA  BELLE  ÉPOQUE in corso a Verona a AMO Palazzo  Forti fino al 3 settembre 2017. Morto a soli 36 anni devastato dalla sifilide e dall’alcolismo, Toulouse Lautrec è ricordato in particolare per i manifesti

La Belle Époque Toulouse Lautreca a Verona

pubblicitari e i ritratti di personaggi dell’epoca come le ben note immagini del  balletto  al  Moulin Rouge  e  di  Aristide  Bruant  e  delle  discinte  prostitute  nelle maisons closes (le  case  chiuse)  in  cui  aveva  il  suo atelier.

Curata da Stefano Zuffi e patrocinata dal Comune di Verona, prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia, la mostra attraverso circa centosettanta opere provenienti dall’Herakleidon Museum di Atene, tra acquerelli, manifesti, litografie, disegni e illustrazioni insieme a video, fotografie e arredi dell’epoca, restituisce uno spaccato della Parigi bohémienne. Distribuite in dieci sezioni, le opere con forte realismo raccontano l’universo parigino borghese e la vita notturna e artificiosa di Montmatre in cui vivono madri, amiche di famiglia, ballerine, chanteuses, attrici, prostitute, ma anche intellettuali e artisti. Senza accenti disincantati, senza ipocrisia, ma con toccante verità Toulouse-Luatrec sottolinea volti, atteggiamenti e stati d’animo di questi protagonisti descrivendo i luoghi da loro frequentati dai cabaret ai varietà, dal circo alle case di piacere, alle sale da ballo, come il Moulin Rouge, il Moulin de la Galette, le Folies Bergère. La linea sinuosa e aggressiva, il colore uniforme e privo di modulazioni, la libertà di inquadrature e prospettiva regalano movimento alle

La Belle Époque Toulouse Lautrec a Verona

figure e il senso della profondità spaziale. Accanto a Jane Avril, 1893) la stella del cabaret parigino ritratta con guanti neri fino al gomito, Divan Japonais 1893, La Revue Blanche (1895),La Troupe de Mademoiselle Églantine(1896) e May Belfort (1895), sono La passeggera della cabina 54 del 1895 e Aristide Bruant nel suo cabaret del 1893. E poi i disegni di grande incisività realizzati a penna e a matita, tra questi il ritratto del padre conte Adolphe de Toulouse-Lautrec Portrait of H. de Toulouse-Lautrec (1895), le grafiche promozionali e illustrazioni per giornali come per “La Revue blanche” del 1895 e anche. per il libro “Au Pied du Sinaϊ” (1897).

Entro una realtà parigina effervescente e amara, vivace e malinconica, si muovono i suoi personaggi ritratti con accenti di profonda umanità ad evidenziare l’interesse dell’artista nel rivelare ciò che si nasconde dietro la superficiale apparenza della realtà. Egli così diceva: “la novità è raramente l’essenziale. Questo ha a che fare con una cosa sola: rappresentare un soggetto meglio di quanto faccia la sua natura intrinseca”.

Silvana Lazzarino

 

 TOULOUSE LAUTREC La  Belle  Époque

AMO Arena Museo Opera

Palazzo Forti Verona

Via Achille Forti, 1.

ORARI Lunedì 14.30 -19.30, da martedì a domenica 9.30 -19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)

Fino al 3 settembre 2017

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Legalizzare l’illegale – Esopo news

Legalizzare l’illegale – Esopo news

Legalizzare l’illegale

A Ischia, dopo lo sfrenato e disastroso abusivismo edilizio che ora si vuole giustificare dichiarandolo ” di necessità”, è in atto la nuova strategia posta in essere da parte della “povera gente” tesa a giustificare illegittime occupazioni di suolo pubblico e di demanio marittimo effettuate, tra l’altro, per usi commerciali.

legalizzare l'illegale

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