Il Dispari 20211018 – Redazione culturale DILA

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Il Dispari 20211018

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Il Dispari 20211018 – Redazione culturale DILA

                   Pubblicazione antologia Arti Varie “X Edizione”

Desidero comunicarvi che, anche in questo tribolato anno 2021, l’antologia made in Ischia abbinata al premio internazionale “Otto milioni” è disponibile per la diffusione con ISBN 9781291252408
su
https://www.lulu.com/it/shop/bruno-mancini/decima-edizione/paperback/product-d48dzn.html?page=1&pageSize=4

Già sapete che è intitolata XEdizione.
Nella presentazione del libro è scritto che:

Accingendomi a scrivere questo breve testo di presentazione del volume che raccoglie, o meglio, fa da sponda alle opere di arti grafiche e alle poesie finaliste della decima edizione del Premio internazionale “Otto milioni” 2021, mi sono immediatamente trovato ad essere arbitro impegnato ad assegnare un primato tra la qualità del contenuto del libro e la storia, complessa ed innovativa che è alla base del Premio e, di rimando, della serie antologica ad esso collegata.

Nel dubbio, esprimo sinteticamente entrambe le riflessioni.

Questa antologia “XEdizione” ricalca il solco ben delineato da tutte quelle che l’hanno preceduta, essendo stata impostata con la determinazione di chi crede che l’Arte non sia appannaggio di pochi adepti e che ciò valga sia rispetto agli Artisti “produttori” e sia nei confronti dei beneficiati “clienti”, comprendendo in questa seconda categoria i critici professionisti, i giornalisti, gli accademici e tutti gli altri addetti ai lavori.

Vi troverete, quindi, opere dalle più svariate caratteristiche tecniche, di ogni livello culturale, e di differenziati impulsi emotivi.

In nessun caso abbiamo apportato modifiche, seppure atte a correggere imperfezioni linguistiche piuttosto evidenti ed elementari, molte delle quali, comunque, sono addebitabili alle traduzioni effettuate da lingue non comuni e alcune delle quali, invece, rappresentano simboliche alterazioni tese all’adeguamento della lingua scritta con quella parlata.

Per noi vale come legge il concetto per il quale nelle antologie troveranno sempre posto sia le opere che ricevano i segni del nostro più alto gradimento, sia tante altre opere che appartengano a sfere non perfettamente il linea con i nostri canoni di piacevolezza artistica.

Il premio “Otto milioni”, da sempre ad iscrizione assolutamente gratuita, suddiviso in sei sezioni (poesia, narrativa, musica, arti grafiche, recitazione, giornalismo) ha attraversato l’ultimo decennio in un crescendo di adesioni che sono state generate da molte centinaia di Artisti, cittadini di numerosissime Nazioni ubicate non solo in Europa ma in quasi tutti i continenti.

Le antologie, nelle quali ogni anno abbiamo pubblicati i florilegi delle opere finaliste, hanno ottenuto notevoli consensi e riconoscimenti, tanto da essere pubblicate, in alcuni anni, in oltre 5000 copie, e tanto da essere esposte nel book store del Castello Sforzesco di Milano in occasione delle ultime edizioni del BookCity.

Per questi e per altri simili motivi siamo ottimisti nel ritenere che, terminata la lettura, potrete compiacervi di averla iniziata!”

Questo è l’elenco, in ordine alfabetico, degli Artisti partecipanti

Abu Pahaev, ADA, Adam Ilyasov, Adriana Vitali Veronese, Ajub Ibragimov, Alessia Gaveglia, Angela Maria Tiberi, Angelo Malandruccolo, Anita Ķēķe, Anita Zvaigzne, Art Linh, Astra Empele, Broņislava Dzene, Bruno Mancini, Chiara Pavoni, Chijia He, Dalila Boukhalfa, Daniel Hooper, Dita Dīķe, Domenico Umbro, Eduards Aivars, Elīna Zālīte, Elita Viškere, Emanuela Di Stefano, Ēriks Bāris, Eudonna, Eva Mārtuža, Flora Rucco, Frank W. Tansey, German Vizulis, Gianfranco Cilento, Gianluigi Filippini – Jeanfilip, Giovanna Santoro, Guillermo L. De Linaje, Guna Oškalna-Vējiņa, Heino Blum, Herminia Mesquita, Il Dispari, Il Sextante, Ināra Gaile, Ingrīda Zaķe, Ingvar El Raven, Janis Jan Zarins, Jelena Plotnikova, Kārlis Īle, Liene Liepiņa, Liga Sarah Lapinska, Ligija Kovaļevska, Lorena Sarra, Lucia Fusco, Luciana Capece, Lucio Rinaldini, M. L. De Berardinis, Mairita Ķērpe-Dūze, Makka Ilyasova, Maria Francesca Mosca, Maria Luisa Neri, Miguel Pinero, Milena Petrarca, Miriana Milanovic, Modris Andžāns, Natalina Stefi, Nunzia Zambardi, Orietta Bellomo, Osama Salama, Paola Occhi, Rachid Marif, Raffaele Pagliaruli, Rezarta Dyrmyshi, Roberto Prandin, Rosaria Zizzo, Safa Bn, Santina Amici, SE.RA.DA., Sebastiano Grasso, Senouci Bereksi, Sergey Kyrychenko, Sigal Bali, Simasilver Konya, Stefano Degli Abbati, Thamer M. Alhiti, Tina Bruno, Tomas Fernandez, Valerien Bressy, Vera Roķe, Viesturs Āboliņš, Vilis Vizulis, Virginio Sannino, Yair Aharon, Yuri Serebryakov, Zara Ilyasova.

Potrete guardarne le copertine e leggerne le caratteristiche di stampa accedendo a
https://www.emmegiischia.com/wordpress/xedizione/

Scrivendo a dila@emmegiischia.com potrete acquistarne una copie al prezzo di copertina, ossia 22€, usufruendo della spedizione gratuita in Italia.

Questa promozione è valida fino ad esaurimento delle copie stampate per la prima edizione.

Grazie per la vostra attenta partecipazione ai progetti culturali dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Bruno Mancini                
Presidente DILA

Il Dispari 20211018 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20211018 – Redazione culturale DILA

CS |DILA rinuncia al BOOKCITY 2021

Cari amici,
nonostante tanta buona volontà e tanta disponibilità a sacrifici economici ed organizzativi, devo comunicarvi che non parteciperemo alla già programmata edizione 2021 di Bookcity, a causa di una serie di circostanze che, messe insieme, hanno fortemente sfavorita la nostra iniziativa.

Mi riferisco a tutte le obbligazioni e a tutte le limitazioni imposte dalle norme anti covid, penalizzanti in rapida successione sia noi stessi, sia la nostra Associazione DILA e sia la stessa struttura organizzativa di Bookcity.

Non vi tedio con il loro elenco ma, per completezza di informazione, trascrivo qui di seguito il testo della e-mail con la quale ho comunicato a BCM21 la definitiva rinuncia alla nostra partecipazione.

Con un forte augurio del rapido superamento di questo infausto periodo di crisi sanitaria, sociale ed economica, sarà mia cura fornirvi, non appena possibile, tutte le informazioni relative al luogo, alla data e alle modalità di partecipazione dell’evento che ci accingiamo ad organizzare, in sostituzione dell’annullato Bookcity, per effettuare la cerimonia di premiazione dei vincitori delle due sezioni (arti grafiche e poesia) della decima edizione del premio internazionale “Otto milioni”, e per la presentazione della annessa antologia “Xedizione”.

Conto sulla vostra comprensione.

Cari saluti.

Ischia 15 ottobre 2021
Bruno Mancini Presidente DILA

—————–°°°°°°°°°°°°°———————–

Gentilissima Dottoressa […] buongiorno.

Riscontro la sua pregiata e-mail con la quale, dando seguito alle richieste di adesione alla manifestazione Bookcity 2021 proposte dalla nostra Associazione DILA identificabili in

1) “Premio OTTO MILIONI”, giunto alla sesta presenza in BookCity

3) “L’ECO PERMANENTE”, giunto alla terza presenza in BookCity

2) “SINFONIA CON L’AFRICA”, giunto alla seconda presenza  in BookCity

ci comunica la collocazione del Premio Otto Milioni nel Centro Commerciale Bonola in data 2021-11-19 alle ore 11:00 (sezione NARRATIVA E POESIA Narrativa, Premi letterari), aggiungendo che potrebbero ancora avvenire delle variazioni perché le sedi possono chiedervi qualche modifica di rilievo.

Desidero innanzitutto ringraziare Lei in particolare per la buona considerazione con la quale ha accolta anche quest’anno la nostra Associazione DILA, e per l’inserimento nel palinsesto BCM21 di almeno uno dei nostri tre progetti, nonostante le indubbie limitazioni alle quale deve adeguarsi anche BookCity, ma subito dopo, con molto rammarico, devo chiederle di volere annullare l’evento in oggetto a causa di una sopravvenuta serie di circostanze le quali, messe insieme, hanno fortemente sfavorita tale nostra iniziativa.

Nella prospettiva di un rapido superamento di questo infausto periodo di crisi sanitaria, sociale ed economica, formulo l’auspicio di potere riprendere la collaborazione già a partire dalla prossima edizione 2022.

Ringraziando Le porgo i più cordiali saluti.

Bruno Mancini
Presidente DILA

Il Dispari 20211018 – Redazione culturale DILA

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Il Dispari 20211013 – Redazione culturale DILA – ASL Vergogna

Il Dispari 20211013

Il Dispari 20211013 – Redazione culturale DILA - ASL Vergogna  

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Cittadini anziani e malati costretti ad inenarrabili odissee

VERGOGNA ASL, 126 GIORNI DI

ATTESA CON I POLMONI IN MANO

Ugo De Rosa

ISCHIA

Che l’Asl Napoli 2 Nord mostri chiari segnali di inefficienza era già palese. Che i vertici della sanità se ne freghino delle esigenze dei pazienti e dei loro familiari anche. Ma i due casi che riportiamo certamente fanno restare allibiti e dimostrano che siamo di fronte ad una vera “perversione” amministrativa o burocratica che sia.

Comportamenti che non tengono in alcun conto delle patologie da cui sono affetti i pazienti, dall’età. dei disagi a cui sono costretti per affrontare vere e proprie peripezie, anzi odissee.

Veniamo al caso di un signore di 78 anni con certificazione di invalidità totale e in fase di controllo per un tumore curato con chemioterapia, radio eccetera. Dopo circa un anno di assenza da qualsiasi controllo, evidentemente causa pandemia, ha ritenuto necessario interpellare il suo medico di base affinché gli indicasse il percorso sanitario da effettuare.

Un controllo dopo un anno è assolutamente necessario, ma vediamo in ordine cronologico cosa ha dovuto affrontare il cittadino (e il suo purtroppo non è di certo l’unico caso…)

Una vera odissea, come detto, come emerge dalle sue parole:

1) Visita del medico di famiglia che mi rilascia ricetta per “Visita oncologica”

2) Accedo al CUP per ottenere la data dell’impegnativa della visita

3) Accedo all’ambulatorio adibito alla “Visita Oncologia”, dal quale mi viene prescritta un serie di analisi e una tac

4) Ritorno dal medico di famiglia per tramutare in ricette le prescrizioni derivate dalla “Visita Oncologica”

5) Con le ricette del medico di famiglia, accedo al centro adibito alle analisi e alla tac che mi comunica che per le analisi le prestazioni in convenzione sono sospese a tempo indeterminato, mentre per la tac è necessario presentare “Modello informativo e consenso ad esecuzione di esame radiologico con mezzo di contrasto (MDC) per via iniettiva” debitamente compilato e firmato dal medico curante, oltre ai seguenti accertamenti da portare il giorno dell’esame: azotemia, glicemia, creatinemia eGFR, QPE ed esame elettrocardiografico.

6) Quindi dovrò tornare dal medico di famiglia per acquisire il modello e le ricette per gli esami richiesti

7) Poi dovrò tornare all’ambulatorio per prenotare le analisi e la tac

8) Poi, dopo avere ottenuto per intero le analisi di azotemia, glicemia, creatinemia eGFR, QPE e l’esame elettrocardiografico, potrò effettuare le analisi richieste per la tac

9) Infine, forse, potrò effettuare la tac… restando in attesa che vengano rifinanziate le analisi attualmente sospese per completare le richieste della “visita oncologica”.

10) Ovviamente, poiché la validità delle ricette è di un mese, è molto probabile che, nel momento in cui verranno riprese le attività in convenzione, io debba rifare tutta la precedente procedura…”

Tutto questo, lo ribadiamo, a danno di un paiente oncologico di 7 anni. Ma anche ne avesse avuti 90 e fosse stato in fin di vita, per i vertici della nostra sanità non sarebbe cambiato nulla.

QUATTRO MESI DI

ATTESA

E che dire di un altro caso, sempre relativo a una visita pneumologica?

Che le prestazioni sanitarie erogate dalla ASL della Campania siano un motivo di sommo discredito verso le Istituzioni nazionali e una sciagura per i cittadini è ormai un dato di fatto. Certamente confermato dai numerosi episodi di cui un po’ tutti siamo vittime e testimoni, diretti o indiretti. Questa è la sanità di De Luca. Ed infatti non è cambiato nulla rispetto al passato, compreso il budget peer le analisi in convenzione che si esaurisce ben prima del termine dell’anno solare.

Se qualcuno nutrisse ancora dubbi, ecco cosa è accaduto proprio in questi giorni: una semplice visita pneumologica resa disponibile ad oltre quattro mesi di distanza dalla prenotazione. La visita prenotata l’11 ottobre 2021, è stata fissata per il 14 febbraio 2022, ossia dopo126 giorni!

Se questo non è modo per dire a cittadini che senza i soldi necessari per accedere alla medicina privata (tanti soldi!) possono anche morire, certamente è un sistema infame di discriminazione assolutamente contrario ad ogni norma di civiltà ed alla stessa Costituzione italiana.

Perché così il diritto alla salute, tanto sbandierato in tempi di pandemia, viene calpestato. E non ci si trinceri sempre dietro la comoda scusa del Covid che ha allungato i tempi per giustificare disfunzioni che registravamo anche prima dell’emergenza sanitaria, Siamo sempre stati in emergenza…

E poi dobbiamo anche sopportare il vergognoso spettacolo di presidenti, sceriffi, (governatori), e direttori più o meno generali che si pavoneggiano in TV per i risultati ottenuti con, a loro dire, enormi sforzi ed impegni personali.

Se questi sono i risultati dovrebbero andarsene tutti a casa oggi stesso.

Il Dispari 20211013 – Redazione culturale DILA - ASL Vergogna  

Il Dispari 20211013 – Redazione culturale DILA – ASL Vergogna

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Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20211011

Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

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Chiara Pavoni intervista Claudio Benenati

nuovo amico dei progetti DILA Made in Ischia

Chiara Pavoni, artista e regista, nonché Presidente delle Sedi operative DILA per la Nazione Francia e per la Regione Calabria, intervista il fotografo Claudio Benenati in esclusiva per IL DISPARI.

D:- «Come sei venuto in contatto con l’Associazione DILA e cosa rappresenta Ischia per te?”

R:- «Sono venuto a conoscenza Dell’Associazione DILA il giorno in cui, nello scorso mese di agosto, sono stato contattato per realizzare un servizio fotografico da utilizzare come copertina per il quotidiano IL DISPARI.
Di Ischia ho un caro ricordo fin da ragazzo, ossia da quando la visitai per la prima volta con la famiglia. Paesaggi magnifici immersi nella storia millenaria di un’isola incantevole.»

D:- «Perché hai iniziato a scattare?»

R:- «La passione per la fotografia l’ho sempre avuta fin da piccolo.
Fotografavo qualsiasi cosa: architetture, paesaggi, animali e dettagli.
Paradossalmente non scattavo alle persone, un po’ per timidezza, un po’ per evitare di far brutti incontri.
Tutto è cambiato quando alla fine di una mostra fotografica fatta insieme all’associazione di fotografia Atlante di Pinerolo (TO), di cui faccio parte, un membro si complimentò per gli scatti realizzati con un’amica che in quell’occasione si prestò come modella, spingendomi a continuare a scattare con le persone. Seguii il consiglio e da 2 anni e mezzo scatto con modelle professioniste o semplicemente persone che hanno il piacere di realizzare un servizio fotografico.»

D:- «Come programmi un shooting?»

R:- «Solitamente con la modella ragioniamo sul genere da trattare.
Di conseguenza chiedo alla persona almeno 3 abiti più o meno attinenti al servizio che realizzeremo e i possibili accessori che arricchiranno lo scatto.
Non chiedo mai roba troppo vistosa, preferisco scatti che puntino sulla semplicità ed eleganza.
In base al genere scelgo una o più location vicine in cui realizzare gli scatti.
In alcune occasioni, partecipano anche make-up artist che possono aiutare a rendere la modella più adatta allo scatto.
Qualche giorno dopo lo shooting, la modella ha tutte le foto che sono state realizzate.»

D:- «In che senso l’arte aiuta a pensare ed a mettere in comunicazione le persone?»

R:- L’arte ci sprona a essere creativi e tale pensiero, se condiviso con altri, ci aiuta a intrecciare rapporti sia professionali che di amicizia.
L’idea di far qualcosa di diverso dal solito nudo o intimo (dove per carità, una bella ragazza in queste circostanze non fa mai male agli occhi!) è uno stimolo a cercare di pensare a come potersi cimentare per raggiungere tale obiettivo.
Per esempio, l’anno in cui seguii il consiglio a iniziare a scattare con modelle, il tema scelto dall’associazione era: “Ama l’arte”.
La sera stessa già ci stavo pensando su e a un certo punto mi venne da dire: “Perché non rappresentare con una persona alcune forme d’arte come la recitazione, la pittura, la musica, la danza e l’arte circense?”. Tempo un mese, avevo già gli scatti che mi sarebbero stati utili per la mostra.»

D:- «Luoghi abbandonati e poesia: perché sono così evocativi?»

R:- «Penso che ogni luogo abbandonato, che sia un castello, resort, discoteca o altro ancora, abbia una sua storia e un proprio fascino.
A volte si cerca di creare una continuità con la storia del posto, tramite i propri scatti che possono essere, quindi, un segno del nostro passaggio e forse un contributo per i futuri fotografi.»

D:- «Arte e bellezza: raccontaci il tuo punto di vista.»

R:- “Credo che l’una non possa esistere senza l’altra.
Da che mondo è mondo, si è sempre cercati di giungere alla bellezza attraverso le varie forme dell’arte.
Per me l’eleganza dello scatto, la posa della modella e la sua espressione, che può evidenziare tutti i possibili stati d’animo, sono piccoli aspetti per il raggiungimento della bellezza, chiaramente soggettiva, quindi ci sarà sempre qualcuno che, secondo altri canoni di bellezza, criticherà il tuo scatto.»

D:- «Come immagini il tuo futuro d’artista?»

R:- «Possibilmente apprezzato finché sono ancora in vita!
A parte gli scherzi, spero in una maggiore partecipazione nel mondo dell’arte/spettacolo e di essere notato, perché no, da qualche VIP che voglia essere immortalato da me, tipo Pierfrancesco Favino o Alberto Angela, di quest’ultimo seguace fin da ragazzino.»

D:- «Ti ringraziamo per la cortese disponibilità di questa intervista e ti invitiamo, fin da ora, a partecipare con la tua arte fotografica ad un prossimo evento di moda, di poesia, di musica, di recitazione e di arti visive che, con la mia Direzione Artistica, l’Associazione “Da Ischia L’Arte DILA” ha intenzione di realizzare beneficiando del patrocinio di questo quotidiano IL DISPARI di Gaetano Di Meglio e con la collaborazione della Casa Editrice IL SEXTANTE di Mariapia Ciaghi e dell’Associazione algerina ADA di Dalila Boukhalfa.»

R:- «Certamente potrete contare sulla mia partecipazione. Grazie.»

Chiara Pavoni

Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

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Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

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Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

DA ISCHIA L’ARTE – DILA (con Angela Maria Tiberi e Flora Rucco)

nella organizzazione della Mostra di Intercultura “L’eternità dell’Arte”

L’Assessore alla Cultura del Comune di Benevento, Rossella Del Prete, e la “Compagnia Balletto di Benevento” di Carmen Castiello hanno inaugurata, lunedì 9 agosto presso la “Sala delle Volte di Santa Caterina” di Palazzo Paolo V a Benevento, la Mostra di Intercultura “L’eternità dell’Arte”.

L’evento espositivo è stato organizzato dalla Compagnia Balletto di Benevento con l’Associazione “IBDART PEACE (Creatività in Arte e Pace) – Arts for Peace in the Mediterranean”, Antonella Rizzo, Angela Maria Tiberi (Presidente nazione Italia per conto dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA“), Flora Rucco (Vice Presidente DILA Regione Lazio), Ghada Soliman, Roberto Ricci e Aya Soliman, con la compartecipazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Benevento e il patrocinio morale della Provincia di Benevento, di OEAEC Belgique TV, dell’OEAEC-Belgique (Organisation Euro-arab pour l’échange culturel) da Bruxelles, degli Ambassadors Network Of Quality and Excellance, dell’Associazione B.R.I.O e dell’APS Amici dei Musei e Dei Beni Culturali del Sannio.

Nel corso dell’inaugurazione, sono intervenuti l’Assessore alla Cultura e Istruzione del Comune di Benevento, Rossella Del Prete, e la Direttrice della “Compagnia Balletto di Benevento”, Carmen Castiello.

La Mostra “L’Eternità’ Dell’ARTE”, ad ingresso gratuito, è stata inserita nel tabloid della Compagnia “Balletto di Benevento” che il 9 agosto ha presentato al Teatro Romano l’evento “ETERNITÀ Dante e il Visibile danzare”, due giornate di esilarante spettacolo sulla Divina Commedia a Benevento, inserite nel Cartellone della rassegna “Benevento con Dante”.

Vi hanno partecipato i pittori Yaqeen Alshadhan, Halla AL Moussui, Liugi Ballarin, Melina Cesarano,Emanuela De Franceschi, Rossella De Stefano, Giusy Giustino, Brindusha Murariu, Patrizia Pansi, Angela Rucco, Flora Rucco (Vice Presidente DILA Regione Lazio), Giovenale Tresca, Paola Iotti, Kayo Sato, Olivera Jonovic; il fotografo Galal ElMissary; i poeti Nino Nemo, Flora Rucco, Marco Fattibene, Assem Megahed.

Al lusinghiero successo di critica e di pubblico, Il DISPARI aggiunge i vivi complimenti di questa Redazione.

Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20211004 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20211004

Il Dispari 20211004 – Redazione culturale DILA

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Intervista rilasciata a Michela Zanarella da Bruno Mancini nel 2011

Parte seconda – La prima parte è stata pubblicata il 20 settembre in questa stessa pagina

D- Il progetto “LENOIS” vede la partecipazione attiva di tanti autori, ci spieghi come è nata questa iniziativa e in che modo i “Pionieri” si impegnano a sostegno delle tue attività?
R- I progetti sono nati dal desiderio di costruire una TRIBU’ di Artisti (Poeti, Narratori, Pittori ecc) che non si accontenti di rimanere segregata tra le quattro mura dei propri “siti”, ma decida di dare battaglia con le stesse armi e sullo stesso campo ove spadroneggiano banalità edulcorate omologate e massificate, e voglia farlo accettando di utilizzare a tale scopo alcune forme pubblicitarie come veicolo promozionale.

Prima o poi qualcuno doveva accorgersi che i tempi sono cambiati (i mecenati non vivono più nei palazzi ducali), che la pubblicità governa i nostri piaceri edonistici ed epicurei così come semina le spore di ideologie e di spiritualità, e che essa è la vera padrona delle nostre scelte e dei nostri portafogli.

Essere Scrittori – modestamente dilettanti come molti di noi -, anche se apprezzati da critici e da altri scrittori, anche se vincitori di premi e di attestati, non basta a dare respiro a quella che, infine, abbiamo compreso essere la vera ambizione di tutti noi “Artisti”: liberarci dei sogni e dei dubbi che sono stati le prepotenti matrici delle nostre ispirazioni aprendoli alla conoscenza collettiva.

Leggere, vogliamo essere letti! È questa la catarsi ambita, molto spesso incoscientemente, dalla maggioranza di coloro che si dedicano alle arti letterarie.

Nasce certo una controversia tra la spiritualità delle forme poetiche ed il materialismo proprio delle imprese produttive, ma oggi più che mai appare irrinunciabile annullare la dicotomia e procedere verso una stessa meta pur con interessi diversi.

Oggi sono alcune centinaia gli Artisti che seguono con interesse e partecipazione le nostre iniziative, oggi gli Artisti che collaborano con noi hanno residenze in paesi come la Lettonia, gli USA, la Svizzere, l’Argentina, l’Inghilterra, la Bulgaria, l’Ucraina ecc., oggi nel nostro curriculum è scritto che: una nostra candidata è stata insignita del premio di Donna dell’Anno 2011 dalla Università della Pace Svizzera italiana; Roberta Panizza co-fondatrice di LENOIS è stata cooptata nella commissione cultura del Comune di Vermiglio; due nostri volumi sono stati consegnati da Katia Massaro nella sua qualifica di Presidentessa DELPHIS Mediterranean Dolphin Conservation uno al Professore Roberto Di Lauro (Presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli) quale vincitore del premio A. DOHRN, e un altro al Prof. Giovanni Fulvio RUSSO (Presidente del Corso di Laurea in Scienze Ambientali) quale vincitore del premio DARWIN; il Mito Arnoldo Foà ha prima letto, poi ha apprezzato ed infine ha firmato due nostre antologie; sono alcune decine i siti culturali che si dichiarano “amici” del nostro progetto LENOIS; sono numerosi gli organi d’informazione sia cartacei, sia televisivi e sia dell’universo web che seguono con estrema attenzione le nostre iniziative affidandoci in alcuni casi la responsabilità redazionale di intere pagine; le nostre quattro pubblicazioni antologiche hanno beneficiato di numerose edizioni; le ricerche sul web per i binomi “Ischia antologia” “Ischia poesia” e simili rimandano esclusivamente alle pagine che parlano di noi se non addirittura ai nostri siti personali; un albergo con tante stelle che ci ha ospitato nel lontano 2009 compare sul web in prima pagina attraverso i siti che hanno pubblicato quel nostro evento; la famiglia Scotti, titolare del rinomato Hotel Ulisse di Ischia, ha messo a nostra disposizione quale “Casa della cultura” la sala riunioni dell’albergo; nella Biblioteca Comunale Antoniana di Ischia abbiamo avuto non solo il privilegio di proporre una lunga serie di incontri culturali, ma anche il grande onore di essere i protagonisti durante la celebrazione della giornata della Shoah indetta dall’Unesco; i Lions hanno invitato un nostro rappresentate alla loro festa dell’Amicizia; Oceanomare Delphis ha inserito i nostri interventi durante la festa del Delfino; per due anni di seguito siamo stati presenti alla fiera internazionale Ipomea del Negombo; le nostre antologie sono state citate a Monza durante la giornata mondiale della Poesia, a Vermiglio durante Cantautorando e poi in decine di altri meeting e riunioni in varie località italiane tra le quali mi piace ricordare Lugano e Messina come i due antipodi dei nostri spostamenti.

L’incontro determinante per lo sviluppo del progetto, tanto incisivo quanto casuale, è stato quello con Roberta Panizza (Socia co-fondatrice di tutti i progetti) titolare del sito di scrittura www.poesiaedintorni.it

Ciò in ragione sia del suo grande amore per la Poesia che l’ha spinta a non ritirarsi dopo le prime avversità, e sia della lucida coerenza scientifica che le ha consentito di affrontare discussioni senza fine pur di trovare il bandolo di una matassa.

Tanto arruffone io, quanto schematica lei, abbiamo trovato il giusto mix per mettere il primo essenziale sigillo di qualità sulla nostra antologia “Ischia, un’isola di poesia”.

Il Dispari 20211004 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20211004 – Redazione culturale DILA

D- Ischia è l’isola dove vivi e dove cerchi di diffondere con passione e coraggio la cultura. Come viene visto il tuo impegno dalle figure politiche che amministrano il territorio?
R- Sono ormai numerosissimi gli articoli con i quali ho denunciato all’opinione pubblica l’assoluta mancanza di partecipazione da parte dell’imprenditoria e da parte di TUTTI gli amministratori locali.

Non riesco a capire come sia possibile che grandi imprenditori del settore alberghiero come sono, per fare solo qualche nome, i nostri Leonessa o Basentini o Bazzoli o Di Meglio o Di Costanzo, tanto attenti da sempre a muoversi nelle direzioni trainanti tipo termalismo o turismo di terza età, non abbiano avviato seri e continui programmi di recupero dei flussi turistici che la cultura in generale, e l’arte della scrittura in particolare muovono in giro per il mondo.

Non sarà un caso se hanno scritto di Ischia Giovanni Boccaccio, Vittoria Colonna, George Berkeley, Donatien Alphonse de Sade, Jean Paul, Stendhal, Percy Bysshe Shelley, Felix Mendelssohn-Bartholdy, James Fenimore Cooper, Alphonse de Lamartine, Hendrik Christian Andersen, Charles Augustin de Sainte-Beuve, Edward Lear, Alfred de Musset, Henrik Ibsen, Hyppolite Taine, Mark Twain, Carlo Poerio, Nicola Nisco, Luigi Settembrini, Ernest Renan, Giovanni Verga, Guy de Maupassant, Friedrich Nietzsche, Benedetto Croce, Norman Douglas, Bruno Barilli, John Steinbeck, Wystan Hugh Auden, Truman Capote, Bernard Berenson, Francesco Cangiullo, Ingeborg Bachmann, Stephen Spender, John Fante, Allen Ginsberg, Giovanni Comisso, Carlo Bernari, Elsa Morante, Pierpaolo Pasolini, Andrea Giovene, Eugenio Montale, Pablo Neruda, Ennio Flaiano, Maria Kuncewiczowa, Charles Wright, Josif Aleksandrovič Brodskij, Pascal Quignard… e questi sono solo gli Autori di cui io sono a conoscenza e sono solo Autori di opere letterarie!

Provando ad aggiungervi i Pittori, gli Scultori, i Musicisti gli Architetti ecc ecc, e successivamente comparando questo elenco di uomini illustri con quello delle manifestazioni culturali che l’Isola d’Ischia ha proposto e ha in programma per ricordare le loro valentie, si otterrà un rapporto quasi nullo. Tranne Vittoria Colonna, e qualche anno fa Ibsen, per il resto silenzio assoluto.

Michela Zanarella

Il Dispari 20211004 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20211004 – Redazione culturale DILA

Michela Zanarella è nata a Cittadella nel 1980. Vive e lavora a Roma.
Ha conseguito il diploma di perito aziendale e corrispondenza in lingue estere.
Inizia a scrivere poesie nel 2004 e scopre un talento naturale nella espressione della vita in versi. Ottiene parecchi premi a livello nazionale.
Suoi articoli sono presenti su quotidiani quali il Mattino di Padova, Il Dispari, il Gazzettino di Padova, il Padova, la voce dei Berici.
Presidente dell’Associazione di Promozione Sociale “Le Ragunanze” di Roma che annualmente bandisce l’omonimo premio letterario.
Presidente di Giuria in vari concorsi letterari nazionali.
Giornalista, scrittrice, Presidente della Rete Italiana per il Dialogo Euro-mediterraneo, relazioni esterne Istituto Gino Germani di scienze sociali e studi strategici.

Il Dispari 20211004 Michela Zanarella

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Il Dispari 20211004 Michela Zanarella

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8281 Bruno intervista di Michela Zanarella parte seconda

Il Dispari 20211004 Michela Zanarella

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Il Dispari 20211004 Michela Zanarella

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Il Dispari 20211004 Michela Zanarella

 

DILA

NUSIV

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Il Dispari 20211013 – Redazione culturale DILA – ASL Vergogna  

Il Dispari 20211013 – Redazione culturale DILA – ASL Vergogna

Il Dispari 20211013

Il Dispari 20211013 – Redazione culturale DILA - ASL Vergogna  

Il Dispari 20211013 – Redazione culturale DILA – ASL Vergogna

Cittadini anziani e malati costretti ad inenarrabili odissee

VERGOGNA ASL, 126 GIORNI DI

ATTESA CON I POLMONI IN MANO

Ugo De Rosa

ISCHIA

Che l’Asl Napoli 2 Nord mostri chiari segnali di inefficienza era già palese. Che i vertici della sanità se ne freghino delle esigenze dei pazienti e dei loro familiari anche. Ma i due casi che riportiamo certamente fanno restare allibiti e dimostrano che siamo di fronte ad una vera “perversione” amministrativa o burocratica che sia.

Comportamenti che non tengono in alcun conto delle patologie da cui sono affetti i pazienti, dall’età. dei disagi a cui sono costretti per affrontare vere e proprie peripezie, anzi odissee.

Veniamo al caso di un signore di 78 anni con certificazione di invalidità totale e in fase di controllo per un tumore curato con chemioterapia, radio eccetera. Dopo circa un anno di assenza da qualsiasi controllo, evidentemente causa pandemia, ha ritenuto necessario interpellare il suo medico di base affinché gli indicasse il percorso sanitario da effettuare.

Un controllo dopo un anno è assolutamente necessario, ma vediamo in ordine cronologico cosa ha dovuto affrontare il cittadino (e il suo purtroppo non è di certo l’unico caso…)

Una vera odissea, come detto, come emerge dalle sue parole:

1) Visita del medico di famiglia che mi rilascia ricetta per “Visita oncologica”

2) Accedo al CUP per ottenere la data dell’impegnativa della visita

3) Accedo all’ambulatorio adibito alla “Visita Oncologia”, dal quale mi viene prescritta un serie di analisi e una tac

4) Ritorno dal medico di famiglia per tramutare in ricette le prescrizioni derivate dalla “Visita Oncologica”

5) Con le ricette del medico di famiglia, accedo al centro adibito alle analisi e alla tac che mi comunica che per le analisi le prestazioni in convenzione sono sospese a tempo indeterminato, mentre per la tac è necessario presentare “Modello informativo e consenso ad esecuzione di esame radiologico con mezzo di contrasto (MDC) per via iniettiva” debitamente compilato e firmato dal medico curante, oltre ai seguenti accertamenti da portare il giorno dell’esame: azotemia, glicemia, creatinemia eGFR, QPE ed esame elettrocardiografico.

6) Quindi dovrò tornare dal medico di famiglia per acquisire il modello e le ricette per gli esami richiesti

7) Poi dovrò tornare all’ambulatorio per prenotare le analisi e la tac

8) Poi, dopo avere ottenuto per intero le analisi di azotemia, glicemia, creatinemia eGFR, QPE e l’esame elettrocardiografico, potrò effettuare le analisi richieste per la tac

9) Infine, forse, potrò effettuare la tac… restando in attesa che vengano rifinanziate le analisi attualmente sospese per completare le richieste della “visita oncologica”.

10) Ovviamente, poiché la validità delle ricette è di un mese, è molto probabile che, nel momento in cui verranno riprese le attività in convenzione, io debba rifare tutta la precedente procedura…”

Tutto questo, lo ribadiamo, a danno di un paiente oncologico di 7 anni. Ma anche ne avesse avuti 90 e fosse stato in fin di vita, per i vertici della nostra sanità non sarebbe cambiato nulla.

QUATTRO MESI DI

ATTESA

E che dire di un altro caso, sempre relativo a una visita pneumologica?

Che le prestazioni sanitarie erogate dalla ASL della Campania siano un motivo di sommo discredito verso le Istituzioni nazionali e una sciagura per i cittadini è ormai un dato di fatto. Certamente confermato dai numerosi episodi di cui un po’ tutti siamo vittime e testimoni, diretti o indiretti. Questa è la sanità di De Luca. Ed infatti non è cambiato nulla rispetto al passato, compreso il budget peer le analisi in convenzione che si esaurisce ben prima del termine dell’anno solare.

Se qualcuno nutrisse ancora dubbi, ecco cosa è accaduto proprio in questi giorni: una semplice visita pneumologica resa disponibile ad oltre quattro mesi di distanza dalla prenotazione. La visita prenotata l’11 ottobre 2021, è stata fissata per il 14 febbraio 2022, ossia dopo126 giorni!

Se questo non è modo per dire a cittadini che senza i soldi necessari per accedere alla medicina privata (tanti soldi!) possono anche morire, certamente è un sistema infame di discriminazione assolutamente contrario ad ogni norma di civiltà ed alla stessa Costituzione italiana.

Perché così il diritto alla salute, tanto sbandierato in tempi di pandemia, viene calpestato. E non ci si trinceri sempre dietro la comoda scusa del Covid che ha allungato i tempi per giustificare disfunzioni che registravamo anche prima dell’emergenza sanitaria, Siamo sempre stati in emergenza…

E poi dobbiamo anche sopportare il vergognoso spettacolo di presidenti, sceriffi, (governatori), e direttori più o meno generali che si pavoneggiano in TV per i risultati ottenuti con, a loro dire, enormi sforzi ed impegni personali.

Se questi sono i risultati dovrebbero andarsene tutti a casa oggi stesso.

Il Dispari 20211013 – Redazione culturale DILA - ASL Vergogna  

Il Dispari 20211013 – Redazione culturale DILA – ASL Vergogna

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Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20211011

Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

Chiara Pavoni intervista Claudio Benenati

nuovo amico dei progetti DILA Made in Ischia

Chiara Pavoni, artista e regista, nonché Presidente delle Sedi operative DILA per la Nazione Francia e per la Regione Calabria, intervista il fotografo Claudio Benenati in esclusiva per IL DISPARI.

D:- «Come sei venuto in contatto con l’Associazione DILA e cosa rappresenta Ischia per te?”

R:- «Sono venuto a conoscenza Dell’Associazione DILA il giorno in cui, nello scorso mese di agosto, sono stato contattato per realizzare un servizio fotografico da utilizzare come copertina per il quotidiano IL DISPARI.
Di Ischia ho un caro ricordo fin da ragazzo, ossia da quando la visitai per la prima volta con la famiglia. Paesaggi magnifici immersi nella storia millenaria di un’isola incantevole.»

D:- «Perché hai iniziato a scattare?»

R:- «La passione per la fotografia l’ho sempre avuta fin da piccolo.
Fotografavo qualsiasi cosa: architetture, paesaggi, animali e dettagli.
Paradossalmente non scattavo alle persone, un po’ per timidezza, un po’ per evitare di far brutti incontri.
Tutto è cambiato quando alla fine di una mostra fotografica fatta insieme all’associazione di fotografia Atlante di Pinerolo (TO), di cui faccio parte, un membro si complimentò per gli scatti realizzati con un’amica che in quell’occasione si prestò come modella, spingendomi a continuare a scattare con le persone. Seguii il consiglio e da 2 anni e mezzo scatto con modelle professioniste o semplicemente persone che hanno il piacere di realizzare un servizio fotografico.»

D:- «Come programmi un shooting?»

R:- «Solitamente con la modella ragioniamo sul genere da trattare.
Di conseguenza chiedo alla persona almeno 3 abiti più o meno attinenti al servizio che realizzeremo e i possibili accessori che arricchiranno lo scatto.
Non chiedo mai roba troppo vistosa, preferisco scatti che puntino sulla semplicità ed eleganza.
In base al genere scelgo una o più location vicine in cui realizzare gli scatti.
In alcune occasioni, partecipano anche make-up artist che possono aiutare a rendere la modella più adatta allo scatto.
Qualche giorno dopo lo shooting, la modella ha tutte le foto che sono state realizzate.»

D:- «In che senso l’arte aiuta a pensare ed a mettere in comunicazione le persone?»

R:- L’arte ci sprona a essere creativi e tale pensiero, se condiviso con altri, ci aiuta a intrecciare rapporti sia professionali che di amicizia.
L’idea di far qualcosa di diverso dal solito nudo o intimo (dove per carità, una bella ragazza in queste circostanze non fa mai male agli occhi!) è uno stimolo a cercare di pensare a come potersi cimentare per raggiungere tale obiettivo.
Per esempio, l’anno in cui seguii il consiglio a iniziare a scattare con modelle, il tema scelto dall’associazione era: “Ama l’arte”.
La sera stessa già ci stavo pensando su e a un certo punto mi venne da dire: “Perché non rappresentare con una persona alcune forme d’arte come la recitazione, la pittura, la musica, la danza e l’arte circense?”. Tempo un mese, avevo già gli scatti che mi sarebbero stati utili per la mostra.»

D:- «Luoghi abbandonati e poesia: perché sono così evocativi?»

R:- «Penso che ogni luogo abbandonato, che sia un castello, resort, discoteca o altro ancora, abbia una sua storia e un proprio fascino.
A volte si cerca di creare una continuità con la storia del posto, tramite i propri scatti che possono essere, quindi, un segno del nostro passaggio e forse un contributo per i futuri fotografi.»

D:- «Arte e bellezza: raccontaci il tuo punto di vista.»

R:- “Credo che l’una non possa esistere senza l’altra.
Da che mondo è mondo, si è sempre cercati di giungere alla bellezza attraverso le varie forme dell’arte.
Per me l’eleganza dello scatto, la posa della modella e la sua espressione, che può evidenziare tutti i possibili stati d’animo, sono piccoli aspetti per il raggiungimento della bellezza, chiaramente soggettiva, quindi ci sarà sempre qualcuno che, secondo altri canoni di bellezza, criticherà il tuo scatto.»

D:- «Come immagini il tuo futuro d’artista?»

R:- «Possibilmente apprezzato finché sono ancora in vita!
A parte gli scherzi, spero in una maggiore partecipazione nel mondo dell’arte/spettacolo e di essere notato, perché no, da qualche VIP che voglia essere immortalato da me, tipo Pierfrancesco Favino o Alberto Angela, di quest’ultimo seguace fin da ragazzino.»

D:- «Ti ringraziamo per la cortese disponibilità di questa intervista e ti invitiamo, fin da ora, a partecipare con la tua arte fotografica ad un prossimo evento di moda, di poesia, di musica, di recitazione e di arti visive che, con la mia Direzione Artistica, l’Associazione “Da Ischia L’Arte DILA” ha intenzione di realizzare beneficiando del patrocinio di questo quotidiano IL DISPARI di Gaetano Di Meglio e con la collaborazione della Casa Editrice IL SEXTANTE di Mariapia Ciaghi e dell’Associazione algerina ADA di Dalila Boukhalfa.»

R:- «Certamente potrete contare sulla mia partecipazione. Grazie.»

Chiara Pavoni

Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

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Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

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Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

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Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

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Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

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DA ISCHIA L’ARTE – DILA (con Angela Maria Tiberi e Flora Rucco)

nella organizzazione della Mostra di Intercultura “L’eternità dell’Arte”

L’Assessore alla Cultura del Comune di Benevento, Rossella Del Prete, e la “Compagnia Balletto di Benevento” di Carmen Castiello hanno inaugurata, lunedì 9 agosto presso la “Sala delle Volte di Santa Caterina” di Palazzo Paolo V a Benevento, la Mostra di Intercultura “L’eternità dell’Arte”.

L’evento espositivo è stato organizzato dalla Compagnia Balletto di Benevento con l’Associazione “IBDART PEACE (Creatività in Arte e Pace) – Arts for Peace in the Mediterranean”, Antonella Rizzo, Angela Maria Tiberi (Presidente nazione Italia per conto dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA“), Flora Rucco (Vice Presidente DILA Regione Lazio), Ghada Soliman, Roberto Ricci e Aya Soliman, con la compartecipazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Benevento e il patrocinio morale della Provincia di Benevento, di OEAEC Belgique TV, dell’OEAEC-Belgique (Organisation Euro-arab pour l’échange culturel) da Bruxelles, degli Ambassadors Network Of Quality and Excellance, dell’Associazione B.R.I.O e dell’APS Amici dei Musei e Dei Beni Culturali del Sannio.

Nel corso dell’inaugurazione, sono intervenuti l’Assessore alla Cultura e Istruzione del Comune di Benevento, Rossella Del Prete, e la Direttrice della “Compagnia Balletto di Benevento”, Carmen Castiello.

La Mostra “L’Eternità’ Dell’ARTE”, ad ingresso gratuito, è stata inserita nel tabloid della Compagnia “Balletto di Benevento” che il 9 agosto ha presentato al Teatro Romano l’evento “ETERNITÀ Dante e il Visibile danzare”, due giornate di esilarante spettacolo sulla Divina Commedia a Benevento, inserite nel Cartellone della rassegna “Benevento con Dante”.

Vi hanno partecipato i pittori Yaqeen Alshadhan, Halla AL Moussui, Liugi Ballarin, Melina Cesarano,Emanuela De Franceschi, Rossella De Stefano, Giusy Giustino, Brindusha Murariu, Patrizia Pansi, Angela Rucco, Flora Rucco (Vice Presidente DILA Regione Lazio), Giovenale Tresca, Paola Iotti, Kayo Sato, Olivera Jonovic; il fotografo Galal ElMissary; i poeti Nino Nemo, Flora Rucco, Marco Fattibene, Assem Megahed.

Al lusinghiero successo di critica e di pubblico, Il DISPARI aggiunge i vivi complimenti di questa Redazione.

Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20211011 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20211004 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20211004

Il Dispari 20211004 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20211004 – Redazione culturale DILA

Intervista rilasciata a Michela Zanarella da Bruno Mancini nel 2011

Parte seconda – La prima parte è stata pubblicata il 20 settembre in questa stessa pagina

D- Il progetto “LENOIS” vede la partecipazione attiva di tanti autori, ci spieghi come è nata questa iniziativa e in che modo i “Pionieri” si impegnano a sostegno delle tue attività?
R- I progetti sono nati dal desiderio di costruire una TRIBU’ di Artisti (Poeti, Narratori, Pittori ecc) che non si accontenti di rimanere segregata tra le quattro mura dei propri “siti”, ma decida di dare battaglia con le stesse armi e sullo stesso campo ove spadroneggiano banalità edulcorate omologate e massificate, e voglia farlo accettando di utilizzare a tale scopo alcune forme pubblicitarie come veicolo promozionale.

Prima o poi qualcuno doveva accorgersi che i tempi sono cambiati (i mecenati non vivono più nei palazzi ducali), che la pubblicità governa i nostri piaceri edonistici ed epicurei così come semina le spore di ideologie e di spiritualità, e che essa è la vera padrona delle nostre scelte e dei nostri portafogli.

Essere Scrittori – modestamente dilettanti come molti di noi -, anche se apprezzati da critici e da altri scrittori, anche se vincitori di premi e di attestati, non basta a dare respiro a quella che, infine, abbiamo compreso essere la vera ambizione di tutti noi “Artisti”: liberarci dei sogni e dei dubbi che sono stati le prepotenti matrici delle nostre ispirazioni aprendoli alla conoscenza collettiva.

Leggere, vogliamo essere letti! È questa la catarsi ambita, molto spesso incoscientemente, dalla maggioranza di coloro che si dedicano alle arti letterarie.

Nasce certo una controversia tra la spiritualità delle forme poetiche ed il materialismo proprio delle imprese produttive, ma oggi più che mai appare irrinunciabile annullare la dicotomia e procedere verso una stessa meta pur con interessi diversi.

Oggi sono alcune centinaia gli Artisti che seguono con interesse e partecipazione le nostre iniziative, oggi gli Artisti che collaborano con noi hanno residenze in paesi come la Lettonia, gli USA, la Svizzere, l’Argentina, l’Inghilterra, la Bulgaria, l’Ucraina ecc., oggi nel nostro curriculum è scritto che: una nostra candidata è stata insignita del premio di Donna dell’Anno 2011 dalla Università della Pace Svizzera italiana; Roberta Panizza co-fondatrice di LENOIS è stata cooptata nella commissione cultura del Comune di Vermiglio; due nostri volumi sono stati consegnati da Katia Massaro nella sua qualifica di Presidentessa DELPHIS Mediterranean Dolphin Conservation uno al Professore Roberto Di Lauro (Presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli) quale vincitore del premio A. DOHRN, e un altro al Prof. Giovanni Fulvio RUSSO (Presidente del Corso di Laurea in Scienze Ambientali) quale vincitore del premio DARWIN; il Mito Arnoldo Foà ha prima letto, poi ha apprezzato ed infine ha firmato due nostre antologie; sono alcune decine i siti culturali che si dichiarano “amici” del nostro progetto LENOIS; sono numerosi gli organi d’informazione sia cartacei, sia televisivi e sia dell’universo web che seguono con estrema attenzione le nostre iniziative affidandoci in alcuni casi la responsabilità redazionale di intere pagine; le nostre quattro pubblicazioni antologiche hanno beneficiato di numerose edizioni; le ricerche sul web per i binomi “Ischia antologia” “Ischia poesia” e simili rimandano esclusivamente alle pagine che parlano di noi se non addirittura ai nostri siti personali; un albergo con tante stelle che ci ha ospitato nel lontano 2009 compare sul web in prima pagina attraverso i siti che hanno pubblicato quel nostro evento; la famiglia Scotti, titolare del rinomato Hotel Ulisse di Ischia, ha messo a nostra disposizione quale “Casa della cultura” la sala riunioni dell’albergo; nella Biblioteca Comunale Antoniana di Ischia abbiamo avuto non solo il privilegio di proporre una lunga serie di incontri culturali, ma anche il grande onore di essere i protagonisti durante la celebrazione della giornata della Shoah indetta dall’Unesco; i Lions hanno invitato un nostro rappresentate alla loro festa dell’Amicizia; Oceanomare Delphis ha inserito i nostri interventi durante la festa del Delfino; per due anni di seguito siamo stati presenti alla fiera internazionale Ipomea del Negombo; le nostre antologie sono state citate a Monza durante la giornata mondiale della Poesia, a Vermiglio durante Cantautorando e poi in decine di altri meeting e riunioni in varie località italiane tra le quali mi piace ricordare Lugano e Messina come i due antipodi dei nostri spostamenti.

L’incontro determinante per lo sviluppo del progetto, tanto incisivo quanto casuale, è stato quello con Roberta Panizza (Socia co-fondatrice di tutti i progetti) titolare del sito di scrittura www.poesiaedintorni.it

Ciò in ragione sia del suo grande amore per la Poesia che l’ha spinta a non ritirarsi dopo le prime avversità, e sia della lucida coerenza scientifica che le ha consentito di affrontare discussioni senza fine pur di trovare il bandolo di una matassa.

Tanto arruffone io, quanto schematica lei, abbiamo trovato il giusto mix per mettere il primo essenziale sigillo di qualità sulla nostra antologia “Ischia, un’isola di poesia”.

Il Dispari 20211004 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20211004 – Redazione culturale DILA

D- Ischia è l’isola dove vivi e dove cerchi di diffondere con passione e coraggio la cultura. Come viene visto il tuo impegno dalle figure politiche che amministrano il territorio?
R- Sono ormai numerosissimi gli articoli con i quali ho denunciato all’opinione pubblica l’assoluta mancanza di partecipazione da parte dell’imprenditoria e da parte di TUTTI gli amministratori locali.

Non riesco a capire come sia possibile che grandi imprenditori del settore alberghiero come sono, per fare solo qualche nome, i nostri Leonessa o Basentini o Bazzoli o Di Meglio o Di Costanzo, tanto attenti da sempre a muoversi nelle direzioni trainanti tipo termalismo o turismo di terza età, non abbiano avviato seri e continui programmi di recupero dei flussi turistici che la cultura in generale, e l’arte della scrittura in particolare muovono in giro per il mondo.

Non sarà un caso se hanno scritto di Ischia Giovanni Boccaccio, Vittoria Colonna, George Berkeley, Donatien Alphonse de Sade, Jean Paul, Stendhal, Percy Bysshe Shelley, Felix Mendelssohn-Bartholdy, James Fenimore Cooper, Alphonse de Lamartine, Hendrik Christian Andersen, Charles Augustin de Sainte-Beuve, Edward Lear, Alfred de Musset, Henrik Ibsen, Hyppolite Taine, Mark Twain, Carlo Poerio, Nicola Nisco, Luigi Settembrini, Ernest Renan, Giovanni Verga, Guy de Maupassant, Friedrich Nietzsche, Benedetto Croce, Norman Douglas, Bruno Barilli, John Steinbeck, Wystan Hugh Auden, Truman Capote, Bernard Berenson, Francesco Cangiullo, Ingeborg Bachmann, Stephen Spender, John Fante, Allen Ginsberg, Giovanni Comisso, Carlo Bernari, Elsa Morante, Pierpaolo Pasolini, Andrea Giovene, Eugenio Montale, Pablo Neruda, Ennio Flaiano, Maria Kuncewiczowa, Charles Wright, Josif Aleksandrovič Brodskij, Pascal Quignard… e questi sono solo gli Autori di cui io sono a conoscenza e sono solo Autori di opere letterarie!

Provando ad aggiungervi i Pittori, gli Scultori, i Musicisti gli Architetti ecc ecc, e successivamente comparando questo elenco di uomini illustri con quello delle manifestazioni culturali che l’Isola d’Ischia ha proposto e ha in programma per ricordare le loro valentie, si otterrà un rapporto quasi nullo. Tranne Vittoria Colonna, e qualche anno fa Ibsen, per il resto silenzio assoluto.

Michela Zanarella

Il Dispari 20211004 – Redazione culturale DILA

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Michela Zanarella è nata a Cittadella nel 1980. Vive e lavora a Roma.
Ha conseguito il diploma di perito aziendale e corrispondenza in lingue estere.
Inizia a scrivere poesie nel 2004 e scopre un talento naturale nella espressione della vita in versi. Ottiene parecchi premi a livello nazionale.
Suoi articoli sono presenti su quotidiani quali il Mattino di Padova, Il Dispari, il Gazzettino di Padova, il Padova, la voce dei Berici.
Presidente dell’Associazione di Promozione Sociale “Le Ragunanze” di Roma che annualmente bandisce l’omonimo premio letterario.
Presidente di Giuria in vari concorsi letterari nazionali.
Giornalista, scrittrice, Presidente della Rete Italiana per il Dialogo Euro-mediterraneo, relazioni esterne Istituto Gino Germani di scienze sociali e studi strategici.

Il Dispari 20211004 Michela Zanarella

Il Dispari 20211004 Michela Zanarella

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8281 Bruno intervista di Michela Zanarella parte seconda

Il Dispari 20211004 Michela Zanarella

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Il Dispari 20211004 Michela Zanarella

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Il Dispari 20211004 Michela Zanarella

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Il Dispari 20210927 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210927

Il Dispari 20210927 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210927 – Redazione culturale DILA

La soprano Rezarta Dyrmyshi, nuova amica dei progetti culturali Made in Ischia

Alla fine dello scorso mese di maggio, nella splendida location romana “Interno 4”, è stato realizzato (come vi abbiamo informati a partire da lunedì 21 giugno in questa stessa pagina) un concerto speciale organizzato dall’Attrice e Regista Chiara Pavoni, nella sua funzione di Presidente di Sede operativa dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA“, che è stato caratterizzato dalla registrazione video della prima esecuzione mondiale di tre musiche composte dal maestro Roberto Prandin su testi di Bruno Mancini.

Tale evento, da considerarsi come ringraziamento al M° Prandin per la sua collaborazione con i progetti culturali Made in Ischia dell’Associazione DILA, ha visto la partecipazione di tre brave e belle cantanti di musica classica accompagnate dalla pianista Giovanna Santoro.

Di Giovanna Santoro abbiamo già scritto in una puntata precedente, così oggi richiamiamo la vostra attenzione verso la soprano Rezarta Dyrmyshi che nel concerto ha cantato, in prima esecuzione mondiale, il brano musicale “Tra eutanasia e ghigliottina” che Roberto Prandin ha scritto su testo di Bruno Mancini.

Dell’intero concerto è stato realizzato un video disponibile sul Youtube al link

https://youtu.be/yWUWh1rUpRY

Rezarta Dyrmyshi ha conseguito il diploma superiore di canto presso il liceo artistico “Onufri  Elbasan” (Albania).

Ha proseguito gli studi nella “Accademia delle belle Arti” di Tirana e successivamente presso il Conservatorio di musica “Santa Cecilia” di Roma.

Durante la permanenza a Tirana ha svolto diverse attività artistiche tra cui la partecipazione al “Pax Day”, uno tra i cori più importanti dell’Albania.

Presso l’Accademia delle Belle Arti di Tirana ha vinto, con il massimo dei voti, una borsa di studio indirizzata ai giovani talenti.

Sulle pagine di cronaca musicale si legge che la sua voce è stata subito apprezzata per la sua purezza, per il suo colore limpido e caldo, tanto che è stata nominata “La voce di cristallo”.

Ha partecipato a diverse master class, tra cui quella con il soprano Daniela Dessi.

La sua grande passione per la musica, e l’arte in generale, l’ha spinta a coltivare un interesse particolare per la musica leggera, pop, e altri generi musicali.

Spinta da questo interesse, in collaborazione con la “Mediterraneos Productions”, ha inciso un CD composto da cover, dove ha registrato alcuni brani famosi in veste lirica presentato al “Premio Eudonna”.

Successivamente ha vinto il primo premio del concorso “Il Cantagiro”,  per la sezione lirico pop internazionale.

Rezarta Dyrmyshi ha partecipato al musical “Salvo D’Acquisto” di Antonio Pappalardo svolto nella Cattedrale metropolitana di “Santa Maria Assunta” di Napoli.

Le varie esperienze di Rezarta Dyrmyshi nel campo operistico sono state caratterizzate dalle interpretazioni dei ruoli di “Serpina” in “La Serva Padrona” di G. B. Pergolesi, “Carolina” in “Il matrimonio segreto” di D. Cimarosa, “Susanna” in “Le nozze di Figaro” di W. A. Mozart,  “Gilda” nel “Rigoletto” di G. Verdi,  “Lucia” nella “Lucia di Lammermoor” di G. Donizetti, “Mimmi” e “Musetta” in “La Bohème” di G. Puccini, “Liu” nella “Turandot” di G. Puccini, e “Violetta” in “La Traviata” di G. Verdi.

Ha fondato, insieme all’oboista Enio Marfoli e alla pianista Federica Simonelli, il “Trio Mission” con un vasto repertorio che spazia dal genere classico, alle colonne sonore, e alla musica pop.

Attualmente svolge un’intensa attività concertistica anche in formazione da camera.

Oltre alla attività concertistica, si dedica all’insegnamento con specifici riferimenti alla tecnica vocale.

Chiara Pavoni ci dice di essere impegnata a realizzare le condizioni per concretizzare un evento ad Ischia durante il quale potremo assistere ad un concerto di Rezarta Dyrmyshi.

Al termine del concerto di maggio, Rezarta Dyrmyshi ha rilasciato questa breve intervista a Chiara Pavoni.

D: -“Ti era mai capitato di cantare dei testi poetici su musica contemporanea?”

R: -“Allora, mi è capitato di fare dei concerti su testi scritti da poeti e da scrittori, ma di musica contemporanea, no. Non di questo genere diciamo”.

D: -“Quindi…”

R: -” Musica contemporanea, sì, ho cantato, ma non di questo genere, non con una precisa impronta poetica.”

D: -“Progetti per il tuo futuro?”

R: -“Ultimamente abbiano deciso di fare un gruppetto. Siamo noi tre…. e quindi ci piacerebbe fare un bel progetto insieme con una bellissima musica che spazi dall’opera classica al musicol al pop lirico”

D-“Bene, allora chiudiamo il concerto dandoci un ambizioso appuntamento: andremo tutte a Ischia!”

R:-“Magnifica idea alla quale io aderisco con entusiasmo!”

Questo è il testo scritto da Bruno Mancini per la musica di Roberto Prandin cantata da Rezarta Dyrmyshi

TRA EUTANASIA E GHIGLIOTTINA

Tra eutanasia e ghigliottina,
le mie sbizzarrite molecole,
tra sortilegi
avvenenti attese
improbe rincorse nella nebbia
oppure disincanti
monotone certezze
tranquille soste sulle spiagge,
le mie sfavillanti molecole,
hanno fermato il tempo all’improvviso.

E così sia.

Il Dispari 20210927 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210927 – Redazione culturale DILA

La soprano Rezarta Dyrmyshi, nuova amica dei progetti culturali Made in Ischia

La soprano Rezarta Dyrmyshi, nuova amica dei progetti culturali Made in Ischia

La soprano Rezarta Dyrmyshi, nuova amica dei progetti culturali Made in Ischia

La soprano Rezarta Dyrmyshi, nuova amica dei progetti culturali Made in Ischia

La soprano Rezarta Dyrmyshi, nuova amica dei progetti culturali Made in Ischia

La soprano Rezarta Dyrmyshi, nuova amica dei progetti culturali Made in Ischia

Il Dispari 20210927 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210927 – Redazione culturale DILA

Il Vecchio Ovile

Durante l’ìndimenticabile serata, a Pontinia l’8 agosto 2021 con tre veri “eroi” del popolo italiano ossia il dott. Mariano Amici, l’avv. Edoardo Polacco, e la scrittrice Ornella Mariani Forni, ricordi indimenticabili toccano il mio cuore vedendo i prati in fiore e l’accoglienza di amore della civiltà contadina, della folla che geme per i soprrusi dell’elite miliardaria che vuole ridurre l’umanità da otto miliardi a meno di un miliardo entro il 2030.

Rispolvero nel mio cuore i ricordi della mia infanzia, figlia di contadini dell’Agro Pontino, e i miei studi sulla storia dell’agricoltura.

L’agricoltura nasce circa diecimila anni fa, insieme all’uomo della preistoria che, da nomade e cacciatore, diventa stabile coltivatore di semi e di addomesticamento di animali selvatici come cani, ovini, suini, buoi e mucche, pollame.

Consuma latte come bevanda e lo trasforma in formaggi, latticini e burro.

Conserva carne, pesce, frutta e legumi in inverno sotto la neve, oppure e affumicandoli, e utilizza il sale e l’essicazione durante i mesi caldi.

L’uomo utilizza strumenti di lavoro ricavati dal legno, dalle ossa degli animali, dalla sabbia levigata.

Costruisce zappe, falci, asce, macine.

Durante l’invasione barbarica e con la caduta dell’impero romano le ville romane vengono distrutte e i sopravvissuti sviluppano l’ortocultura.

Nell’anno mille gli arabi sviluppano l’agricoltura con la sostituzione dei cavalli ai buoi, coltivazione di riso, agrumi, canna da zucchero, pistacchio, spinacio.

Uso della rotazione triennale cioè anno di coltivazione e due anni di pascolo.

Nel secolo XVIII si sviluppa la rivoluzione agraria e si utilizza il vaccino del vaiolo.

Cambiamenti al posto del maggese, si semina il foraggio (erba medica) intensificando l’allevamento domestico di ovini, suini, bovini, e si utilizza come fertilizzante il letame.
La rivoluzione industriale nasce nella seconda metà del’700 con l’introduzione della spoletta volante e delle macchine a vapore, utilizzando i combustibili fossili.

La seconda rivoluzione industriale a partire del 1870 con l’introduzione dell’elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio.

terza rivoluzione industriale inizia a partire dal 1970 con l’introduzione dell’informatica, dell’elettronica e delle telecomunicazione e con il cambiamento totale culturale e sociale.

Ora, energia atomica, serre agricole, produzione OGM, diserbanti che inquinano le falde acquifere e riducono la fertilità dei terreni.

Problemi ambientali e catastrofi ambientali con l’eliminazione graduale dei polmoni terrestri come l’eliminazione della Foresta Amazzonica, con l’allevamento intensivo e con lo sviluppo delle zoonosi.

Le zoonosi sono infezioni o malattie che possono essere trasmesse direttamente o indirettamente tra gli animali e l’uomo, ad esempio attraverso il consumo di alimenti contaminati o il contatto con animali infetti.

Sviluppo sempre più prepotente e dispotico delle imprese multinazionali farmaceutiche, informatiche, elettroniche, eliminazione della privacy e dei diritti umani.
Chi vuole rimanere inerte senza lottare per contrastare tali violenze contro la natura, e contro l’Umanità?

Angela Maria Tiberi

Angela Maria Tiberi, poetessa, è Presidente sede operativa Nazione Italia per conto dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

DILA

NUSIV

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Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210913

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

Maria Letizia De Berardinis, nuova amica dei progetti culturali Made in Ischia

Il concerto organizzato dall’Attrice e Regista Chiara Pavoni, nella sua funzione di Presidente di Sede operativa dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, che si è volto, alla fine del mese di maggio nella splendida location romana “Interno 4”, per rendere omaggio alle musiche composte dal maestro Roberto Prandin su testi di Bruno Mancini, ha visto la partecipazione di tre brave e belle cantanti di musica classica accompagnate dalla pianista Giovanna Santoro.
Dell’intero concerto è stato realizzato un video disponibile sul Youtube al link
https://youtu.be/-FPmZf59hjM

Abbiamo avuto modo nelle scorse settimane di presentarvi la soprano Lorena Sarra, mentre oggi richiamiamo la vostra attenzione verso la soprano Maria Letizia De Berardinis che nel concerto ha cantato, in prima esecuzione mondiale, il brano musicale “Quanno” che Roberto Prandin ha scritto su testo di Bruno Mancini tradotto in napoletano da Luciano Somma.

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

Maria Letizia De Berardinis, nata a Roma nel 1961, giovanissima, inizia a studiare privatamente il violino con il maestro Antonio Testoni, per poi proseguire con gli eccellenti insegnanti Mina Raimondi, Monserrat Serveras, Domini Marco, arrivando fino all’VIII° corso.

Parallelamente inizia lo studio del canto lirico completando il corso inferiore presso il Conservatorio “Licinio Refice“ di Frosinone, proseguendo lo studio con gli eccellenti maestri Silvano Muratore e Oto Noriko tramite i cui insegnamenti, approfondirà l’aspetto tecnico vocale con un metodo completamente nuovo, straordinario e molto distante da quello convenzionale.

Ciò la porterà, con convincimento, ad allontanarsi definitivamente dal mondo scolastico musicale accademico.

Nel 1998 inizia a svolgere un’intensa attività concertistica come cantante solista (soprano), dedicandosi al repertorio operistico e in particolare a quello di musica da camera, sia in ambito sacro sia in quello profano, a partire dal Seicento fino al Novecento.

A Roma, ha cantato in molte importanti sale (Baldini), chiese (Santa Maria in Montesanto o “Chiesa degli Artisti“), Associazioni (Istituzione Musicale Abruzzese e Associazione degli Umbri), teatri (Agorà), musei (Delle Arti e Tradizioni Popolari e Museo Barracco), istituti e scuole (Lezioni – Concerto) e in occasione di varie manifestazioni musicali (16° Novembre Musicale anno 2002 “Itinerario Verdiano“ – Sala Convegni di Ciampino in occasione della Festa di Santa Cecilia, Theleton).

Come solista e nel Duo Convocalis, con il baritono Roberto Bisconti, nel 2009 ha aperto la stagione di Musica da Camera di Ronciglione.

Nel 2011 ha cantato nel concerto operistico “Cantare il Settecento” nella sala Nardini di Capranica, e ha cantato nel concerto “Cuore Napoletano” (interamente dedicato alla storia della canzone napoletana) nella sala Regia del Palazzo dei Priori del Comune di Viterbo.

Nel 2012 ha cantato come solista (voce e chitarra) per l’Associazione artistico letteraria “Il leggio sul mare” di Roma.

2014 ha partecipato, a Roma, al III° Concorso internazionale di musica da camera “Note sul Mare” organizzato dall’Associazione Culturale “Arte del Suonare” di Maria Luisa Neri, ottenendo il primo premio con votazione 100/100.

Fa anche parte, in qualità di voce solista, della formazione musicale rinascimentale e barocca Ensemble Convocalis con la quale ha partecipato, il 26 marzo 2017, nella Chiesa della Visitazione a Bracciano con il patrocinio del Comune, al concerto di Musica Barocca. Concerto poi replicato nella Chiesa di S. Francesco del Comune di Sutri.

Nel 2017 ha partecipato, sempre come voce solista, al concerto di musica da camera e operistica del XVII del Totti Vocal Ensemble “Affetti Perfetti“ nella Chiesa di S. Rosa da Viterbo di Roma.

Ancora nel 2017, per “I Concerti della Città di Scandicci“, ha cantato, nella sala Consiliare “Orazio Barbieri“ del Comune di Scandicci, sei arie operistiche: dalla Boheme, dalla Tosca, dalla Butterfly, dalla Rondine, dal Gianni Schicchi e dalla Turandot di Giacomo Puccini.

Nel 2018 partecipa come voce solista, con il Coro Jubilate Deo di Roma, diretto dal M° Alfredo Totti, al concerto di Natale Rorate Coeli tenutosi a Roma nella Chiesa di S. Maria in portico Campitelli.

Nel 2019 esegue lo Stabat Mater di G.B. Pergolesi come soprano solista insieme al controtenore Mario Bassani e all’orchestra da camera “Gli Arcadi“ diretta dal M° Massimo Munari.

Attualmente fa parte del coro Cima e Massenzio di Ronciglione, sia come corista sia come voce solista.

Con la suddetta corale svolge anche attività concertistica con il proprio Duo Convocalis.

Chiara Pavoni ci dice di essere impegnata a realizzare le condizioni per concretizzare un evento ad Ischia durante il quale potremo assistere ad un concerto di Maria Letizia De Berardinis.

Al termine del concerto di maggio, Maria Letizia De Berardinis ha rilasciato questa breve intervista a Chiara Pavoni.

D: -“Cos’è per te la musica e perché hai deciso di diventare cantante?”
R: -“Io, in realtà, è una cosa che non ho deciso. Io sono nata cantante…”

D: -“Quindi invece di fare il primo vagito ha fatto ohoh…”
R: -“Sì, praticamente avevo tre anni, mia madre aveva una sartoria, io trovavo gli straccetti per terra, li mettevo addosso, andavo fuori e cantavo.
Quindi io sono nata per il canto e dico sempre che ho cantato anche nella mia precedente vita.
E il discorso della poesia… io leggo una poesia al giorno perché credo che la poesia sia qualcosa di molto formativo, anche se oggi la poesia non trova spazio, così come del resto tutta l’arte in generale.
Amo molto la pittura. Mi diletto. Però io amo un po’ tutta l’arte.
Il canto è qualcosa che, in particolare, io sento molto, lo sento fisicamente. Quando sto male, quando ho momenti brutti canto.”

D-“Bene, allora chiudiamo il concerto dandoci un ambizioso appuntamento: andremo tutte a Ischia!”
R:-“Magnifica idea alla quale io aderisco con entusiasmo!”

Questo è il testo scritto da Bruno Mancini (tradotto in napoletano da Luciano Somma) per la musica di Roberto Prandin cantata da Maria Letizia De Berardinis

QUANNO

Quanno chest’ora
‘e primma matina griggia
appicciarrà
spèrcianno all’uocchie tuoje
quanno ‘e palumme
farranno ‘ammore
int’’o nivo deserto
e tu trapassarraje
int’’o ggelo ‘e chesta vita scura
quanno ‘e mmane meje, ‘e ddete
nun mangiarranno cchiù ll’aria
inutilmente suppliccanno
ammore ammore…

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

 

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

Gianluigi Filippini, in arte Janfilip, è a Ischia

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

L’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA e la Redazione di questa pagina sono lieti di dare un cordiale benvenuto all’artista Gianluigi Filippini in arte Janfilip, pittore di valenza internazionale che ha reso disponibile la sua opere “Parnaso” per la copertina dell’Antologia “Arte Altrove” (edita da IL SEXTANTE di Mariapia Ciaghi – ISBN 978024456782) associata al premio internazionale Otto milioni, Made in Ischia, nato dieci anni fa dalla collaborazione di Bruno Mancini con l’Istituto Agostino Lauro.

Jeanfilip, infatti è a Forio per una lunga vacanza con la famiglie e con una coppia di amici, attratto dal desiderio di conoscere i luoghi e le atmosfere che sono state determinanti nella ideazione dell’antologia “Arte Altrove” secondo il racconto che gli è stato illustrato dagli autori incontrati a Milano in occasione dell’evento DILA inserito nel palinsesto della rassegna internazionale del libro e del lettore “BookCity 2018”.

Una sua opera inedita è entrata a far parte della antologia di prossima pubblicazione “Decima Edizione” edita da DILA.

Gianluigi Filippini,

in arte Jeanfilip, vive e lavora in provincia di Milano dove, negli anni 1985-1991, ha frequentato la scuola d’arte “Accademia Nania”.

Nelle sue opere, la linea e il colore sono gli assoluti protagonisti: la linea è alternata e dinamica, il colore viene espresso nei cromatismi più vari.

Alle classiche tele, predilige supporti diversi, come plexiglas, legno e vecchie porte.
Ha esposto in numerose Gallerie, non soltanto in Italia, ma in varie nazioni del mondo.

Secondo Jeanfilip, le parole e i concetti si riducono a semplici twitt i cui algoritmi, sono “subdoli trascinatori di masse verso la più anonima mercificazione.
Solo attivando le nostre coscienze a farsi stendardi di libertà riusciremo ad uscire dalla falsa musica del Dio Apollo moderno, e saremo abili a smettere di essere solo vittime indotte a trasformarsi in nuova linfa per nuovi e vecchi mercanti.

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210913 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210906

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Giuseppe Punzi visto da Angela Maria Tiberi

Giuseppe Punzi: giornalista e paparazzo delle città italiane.
A te mi rivolgo per svegliare il popolo ubbidiente e drogato dall’informazione unica del Nuovo Mondo Globale.
Amo la tua personalità chiara come acqua di sorgente a cui mi disseto per rinforzare la mia anima e fare rispettare la Costituzione italiana.
Immortala con il tuo flash questo momento storico e il popolo italiano lobizzato dal pensiero unico.
Ritroviamo la nostra anima, la gioia di vivere, uniamoci e combattiamo insieme agli avvocati, medici, inegnanti che il Deep State vuole la decimazione umana.
Abiuriamo il transumanesimo, la nanatologia, il microchip e uniamoci perchè siamo perennemente umani.
“Io sono con voi” disse il Grande Maestro.
Noi ci amiamo e come tali le nostre anime sono libere ed unite.
Nessuno ci incatenerà perché siamo orgogliosi di essere umani.
Anche nei campi di concentramento esistevano i sogni della libertà e si giocava con i carnefici
come il mio zio bambino che fu spedito dalla stazione di Terracina a Mauthausen.
Visse tre anni di sperimentazione umana, non si dormiva e si viveva di orrori umani.
Lui sognava e sopravisse dandomi l’incarico di fare scrivere a te che ami la libertà come me.
L’umanità ha vinto la battaglia e tu scrivi queste emozioni eterne.
Continua a filmare, a scrivere la storia del momento e la vittoria dello spirito umano guidato dal Grande Condottiero il Re dei Re, Cristo Risorto.

Angela Maria Tiberi

Angela Maria Tiberi, poetessa, è Presidente sede operativa Nazione Italia per conto dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Lorena Sarra, nuova amica dei progetti culturali Made in Ischia

Il concerto organizzato dall’Attrice e Regista Chiara Pavoni, nella sua funzione di Presidente di Sede operativa dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA“, che si è volto, alla fine del mese di maggio nella splendida location romana “Interno 4”, per rendere omaggio alle musiche composte dal maestro Roberto Prandin su testi di Bruno Mancini, ha visto la partecipazione di tre brave e belle cantanti di musica classica accompagnate dalla pianista Giovanna Santoro.

Dell’intero concerto è stato realizzato un video disponibile sul Youtube al link

Abbiamo avuto modo nelle scorse settimane di presentarvi la soprano Rezarta Dyrmyshi, mentre oggi richiamiamo la vostra attenzione verso la soprano Lorena Sarra che nel concerto ha cantato, in prima esecuzione mondiale, il brano musicale “E sento jastemmà ‘o cielo” che Roberto Prandin ha scritto su testo di Bruno Mancini tradotto in napoletano da Luciano Somma, e vi diamo appuntamento alla prossima settimana quando vi presenteremo la soprano Maria Letizia De Bernardinis.

Lorena Sarra

si è diplomata in pianoforte e in canto lirico presso il conservatorio di musica “L.Refice” di Frosinone, sotto la guida dei Maestri Vittoria Forgià ed Emanuela De Santis Salucci. Ha studiato canto jazz con Carla Marcotulli.

Ha vestito i panni di Zerlina nel “Don Giovanni” e del pastorello in “Tosca”, presso il teatro Italia di Roma.

Fa parte di molte formazioni musicali e cori, come quello pucciniano (Coro Lirico Toscano) di Torre del Lago.

Ha frequentato corsi internazionali di perfezionamento tenuti a Norcia e a Norma, il seminario di canto jazz con Cinzia Spata a Fara Sabina, e quello di”Scat vocale”con Bob Stoloff.

Si è esibita in prestigiose sedi musicali quali: Teatro Flavio Vespasiano di Rieti, Teatro Maria Caniglia di Sulmona, Teatro Olimpico di Roma, Tetro comunale di Fiuggi, Teatro Ghione di Roma e a Clisson in Francia.

Ha vinto premi e concorsi nazionali.

A soli sette anni, vince le selezioni regionali del concorso canoro”Lo Zecchino d’Oro”.

A soli otto anni è vincitrice del concorso “La Corrida” svoltosi ad Alatri e-viene ospitata in diversi programmi della televisione locale.

Vincitrice delle selezioni regionali per la partecipazione all’accademia di Sanremo, dove partecipa con il suo brano inedito “è solo un volo”.

Ha la fortuna di duettare con il grande Nino Manfredi nella canzone “Tanto pe’ cantà” e finalista del concorso Nazionale “Gian Burrasca” tenuto da Rita Pavone e Teddy Reno ad Ariccia.

Impartisce lezioni private di canto e pianoforte.

Ha insegnato in diverse scuole di musica di Alatri, Veroli, Frosinone.

Nel 2014 entra a far parte del “Coro Lirico Toscano” con il quale lavora presso la fondazione pucciniana per il 60° Festival di Puccini tenutosi a Torre del Lago.

Nel 2013 effettua un concerto da solista presso la “Sala Inferiore di Santa Maria del Gonfalone”. Corista nel concerto di “Atom Herat Mother” tenutosi al Teatro Olimpico in Roma.

Nel 2012 dirige un Coro di voci bianche presso la scuola statale Luigi Ceciâ di Alatri;    

Nel 2011 prende parte nel ruolo di “Zerlina”(Don Giovanni, di Mozart) presso il Teatro Italia di Roma, con la collaborazione, nel ruolo del Don Giovanni, del noto baritono Franco Giovine.

Sempre nel 2011 effettua un concerto in qualità di Pianista presso il Policlinico Gemelli di Roma.

Nel 2009 prende parte nello spettacolo “Donne di mare”(testo Porrino) e in “Ninna Nanna della Bambola” al Teatro Ghione di Roma.

Nel 2008 è corista nel concerto “Petite Messe Solennelle” di Rossini diretta dal M° Antonio D’Antò, e poi tiene un concerto presso Clisson, in Francia per voce e pianoforte.

Nel 2003 è vincitrice del concorso canoro “Ciociaria Tour” tenuto da Tony De Bonis presso il Teatro Delle Fonti di Fiuggi.

Chiara Pavoni ci dice di essere impegnata a realizzare le condizioni per concretizzare un evento ad Ischia durante il quale potremo assistere ad un concerto di Lorena Sarra.

Al termine del concerto di maggio, Lorena Sarra ha rilasciato questa breve intervista a Chiara Pavoni.

D: -“Che rapporti hai con la poesia?”

R: -“Allora, io bello. Ho un bel rapporto con la poesia che mi sono scelta come compagno. Lui non lo fa per lavoro, ma scrive. La poesia va a braccetto con il canto, con la musica sicuramente.

Non avevo mai cantato prima di ora musica contemporanea, però mi è capitato di cantare brani con un sottofondo poetico.

D: -“Nel tuo futuro magari conterai qualcosa del tuo compagno…”

R: -“Mah!”

D:- “Chi può dirlo.”

R: -“Nel lavoro è meglio mantenere ruoli separati!”

D-“Bene, allora chiudiamo il concerto dandoci un ambizioso appuntamento: andremo tutte a Ischia!”

R:-“Magnifica idea alla quale io aderisco con entusiasmo!”

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

                                 

Questo è il testo -tradotto in napoletano da Luciano Somma- del testo scritto da Bruno Mancini per la musica di Roberto Prandin cantata da Lorena Sarra

E SENTO JASTEMMÀ ‘O CIELO

 

E sento jastemmà ‘o cielo
e sento l’aria che pogne sta carne
e sento ‘o gallo ‘nfame
vicino ‘a morte ‘e Cristo
ca me ricorda ‘o tradimento.

Sona ancora ‘a campana mia
sona ‘ncopp’’a sta pelle
‘a sinfonia ‘e nu silenzio d’alba,
ma me riporta mo cu’’o primmo sole
l’angoscia ‘e me sentì sultanto n’uosso.

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin - Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin – Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin - Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin – Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin - Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin – Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin - Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin – Mancini

Chiara Pavoni fotografata da Claudio Benenati

l Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210830

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

EDITORIALE |Chiara Pavoni vuole sceneggiare il racconto “La menopausa di mia sorella”

A dimostrazione dell’interesse suscitato dalla pubblicazione avvenuta a puntate in questa pagina del racconto “La menopausa di mia sorella” (inserito nel quinto volume della serie “Per Aurora” scritto da Bruno Mancini e acquistabile tramite ISBN 9781409281849  al prezzo di USD 13.36 più spese di spedizione

https://www.lulu.com/en/en/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-quinto/paperback/product-1zmn68dj.html?page=1&pageSize=4

oppure facendone richiesta all’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” dila@emmegiischia.com al prezzo di € 14.00 comprese spese di spedizione), segnaliamo il fatto che l’attrice e regista Chiara Pavoni (vedi foto in copertina) ha manifestato l’intenzione di sceneggiarlo durante uno dei prossimi eventi che organizzerà nella ben nota location romana “Interno 4“.

Certamente saremo ben lieti di dare il nostro sostegno all’evento, in attesa di avere Chiara Pavoni ad Ischia, così come ci ha promesso, impegnata in alcune delle sue performance.

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Chiara Pavoni foto di Umile Leonetti – freedom gallery

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Chiara Pavoni fotografata da Claudio Benenati

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Chiara Pavoni fotografata da Claudio Benenati

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Chiara Pavoni fotografata da Claudio Benenati

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Corrado Coccia: “L’amore per Ischia è immenso”

 Il suo debutto artistico è avvenuto proprio in Campania sulla costiera Amalfitana.

Ha sempre nutrito un grande amore per l’isola di Ischia e spera di poter tornare quanto prima ad esibirsi dove tutto è iniziato.

Corrado Coccia è nato a Milano, cantautore, pianista, scrittore, speaker radiofonico.

Lui ama definirsi cantautore surreale.

Ha pubblicato diversi dischi, l’ultimo “3/4 d’amor” è un inno all’amore universale.

Lo incontriamo per una breve intervista esclusiva per la pagina culturale che l’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” pubblica settimanalmente nel quotidiano IL DISPARI di Gaetano Di Meglio.

 -D: Corrado Coccia, Lei ha da poco pubblicato un nuovo album “3/4 d’amor”, com’è nato il progetto e cosa raccontano le sue canzoni?

-R: Il progetto è nato in piena emergenza sanitaria.

Questo è il dato che vorrei subito mettere in risalto, perché come potete ben capire, non è facile registrare a distanza.

Detto ciò, è un progetto assolutamente minimalista.

Gli strumenti che sono stati impiegati per questa produzione, sono stati solamente 3.

La voce, il pianoforte, ed il violoncello.

Sono 11 tracce inedite con un tempo ternario (3/4), e sono tutte storie d’amore non per forza rivolte ad una “lei “.

Il fatto che abbia scelto per tutti gli 11 brani un tempo ternario, è perché sin da quando cominciai a studiare pianoforte, ho amato i valzer.

Potrei tranquillamente definire questo disco un concept album.

L’altra curiosità, è che sono stato coadiuvato da sole figure femminili.

Questo perché volli (in fase di concepimento del disco stesso) avere un occhio di riguardo verso l’universo femminile.

In quel periodo, come ben ricorderete, si impennarono i casi di femminicidi e violenze domestiche.

Ecco il mio desiderio (da uomo), di chiedere “scusa”alle donne in questo modo.

Le artiste che mi hanno affiancato, vorrei ricordarle: CLAUDIA GAETANI (poetessa), ANNA REDAELLI (pittrice e scultrice), ELIANA SANNA (cantate lirica), ORNELLA D’URBANO (pianista, arrangiatrice e produttrice), GIOVANNA FAMULARI (violoncellista).

Claudia, ha pubblicato una silloge poetica che porta il titolo del mio disco, Anna è colei che ha disegnato la copertina del disco, Eliana ha cantato il brano “Lei fu per me “, Ornella è stata ed è la mia produttrice e preziosa musicista, ed infine Giovanna, ha portato la sua esperienza di violoncellista all’interno di questo lavoro.

A dire il vero, c’è stata anche una figura maschile ad arricchire questo progetto.

Sto parlando del Voice Over Paolo Balestri.

Paolo ha letto dei fari narrativi da me scritti, prima di ogni canzone.

 

-D: Lei collabora anche con una radio, ci parla della trasmissione che conduce?

-R: Da qualche mese a questa parte sono entrato nella famiglia di Radiò.

Una realtà anch’essa nata in momenti di pandemia.

Una web radio dedita a trasmettere e propinare cultura nella rete.

Per quanto mi riguarda mi è stata affidata una rubrica a cadenza settimanale dal titolo “COCCIA CIRCUS“.

Ogni venerdì, invito poeti, poetesse e scrittori (ma non solo), affinché possano interagire con me e le mie liriche.

Una trasmissione piuttosto seguita.

Non sono un conduttore eccellente, ma a quanto pare funziona.

Se mi è permesso, vorrei ringraziare colei che mi ha dato questa opportunità: Meggy Ardovini.

-D: Qual è il suo legame con l’isola di Ischia?

-R: Il mio legame con l’isola è dettato dall’amore per l’isola stessa, ma di tutta la zona circostante.

Amo Napoli, la Campania e la gente che ci abita.

Pensate che il mio debutto, avvenne proprio dalle vostre parti.

Mi trovavo sulla costiera amalfitana e precisamente in un ristorante di Maiori.

Dopo aver consumato un numero infinito di pizze (penso d’aver mangiato una quindicina di tranci), vidi un pianoforte contro una parete inutilizzato.

Chiesi al titolare se potevo provarlo, e mi fu concessa questa opportunità.

Suonai un brano di John Lennon accompagnato da un sassofonista.

Credetemi, fu un trionfo!

Non sono certo io a dovervelo dire, ma il vostro calore, è immenso.

Tornai a casa felice come una Pasqua.

Spero davvero possa ripresentarsi una buona occasione per suonare da Voi a Ischia.

Un desiderio che ho da sempre… vorrei ringraziarvi per avermi aperto la strada ed avermi fatto dimenticare la vergogna e l’imbarazzo.

Prima o poi vorrei davvero tornare sulla  vostra isola d’Ischia.

 Michela Zanarella

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

 

Il Dispari 20210607 – Redazione culturale DILA

DILA

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Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210906

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Giuseppe Punzi visto da Angela Maria Tiberi

Giuseppe Punzi: giornalista e paparazzo delle città italiane.
A te mi rivolgo per svegliare il popolo ubbidiente e drogato dall’informazione unica del Nuovo Mondo Globale.
Amo la tua personalità chiara come acqua di sorgente a cui mi disseto per rinforzare la mia anima e fare rispettare la Costituzione italiana.
Immortala con il tuo flash questo momento storico e il popolo italiano lobizzato dal pensiero unico.
Ritroviamo la nostra anima, la gioia di vivere, uniamoci e combattiamo insieme agli avvocati, medici, inegnanti che il Deep State vuole la decimazione umana.
Abiuriamo il transumanesimo, la nanatologia, il microchip e uniamoci perchè siamo perennemente umani.
“Io sono con voi” disse il Grande Maestro.
Noi ci amiamo e come tali le nostre anime sono libere ed unite.
Nessuno ci incatenerà perché siamo orgogliosi di essere umani.
Anche nei campi di concentramento esistevano i sogni della libertà e si giocava con i carnefici
come il mio zio bambino che fu spedito dalla stazione di Terracina a Mauthausen.
Visse tre anni di sperimentazione umana, non si dormiva e si viveva di orrori umani.
Lui sognava e sopravisse dandomi l’incarico di fare scrivere a te che ami la libertà come me.
L’umanità ha vinto la battaglia e tu scrivi queste emozioni eterne.
Continua a filmare, a scrivere la storia del momento e la vittoria dello spirito umano guidato dal Grande Condottiero il Re dei Re, Cristo Risorto.

Angela Maria Tiberi

Angela Maria Tiberi, poetessa, è Presidente sede operativa Nazione Italia per conto dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Lorena Sarra, nuova amica dei progetti culturali Made in Ischia

Il concerto organizzato dall’Attrice e Regista Chiara Pavoni, nella sua funzione di Presidente di Sede operativa dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA“, che si è volto, alla fine del mese di maggio nella splendida location romana “Interno 4”, per rendere omaggio alle musiche composte dal maestro Roberto Prandin su testi di Bruno Mancini, ha visto la partecipazione di tre brave e belle cantanti di musica classica accompagnate dalla pianista Giovanna Santoro.

Dell’intero concerto è stato realizzato un video disponibile sul Youtube al link

Abbiamo avuto modo nelle scorse settimane di presentarvi la soprano Rezarta Dyrmyshi, mentre oggi richiamiamo la vostra attenzione verso la soprano Lorena Sarra che nel concerto ha cantato, in prima esecuzione mondiale, il brano musicale “E sento jastemmà ‘o cielo” che Roberto Prandin ha scritto su testo di Bruno Mancini tradotto in napoletano da Luciano Somma, e vi diamo appuntamento alla prossima settimana quando vi presenteremo la soprano Maria Letizia De Bernardinis.

Lorena Sarra

si è diplomata in pianoforte e in canto lirico presso il conservatorio di musica “L.Refice” di Frosinone, sotto la guida dei Maestri Vittoria Forgià ed Emanuela De Santis Salucci. Ha studiato canto jazz con Carla Marcotulli.

Ha vestito i panni di Zerlina nel “Don Giovanni” e del pastorello in “Tosca”, presso il teatro Italia di Roma.

Fa parte di molte formazioni musicali e cori, come quello pucciniano (Coro Lirico Toscano) di Torre del Lago.

Ha frequentato corsi internazionali di perfezionamento tenuti a Norcia e a Norma, il seminario di canto jazz con Cinzia Spata a Fara Sabina, e quello di”Scat vocale”con Bob Stoloff.

Si è esibita in prestigiose sedi musicali quali: Teatro Flavio Vespasiano di Rieti, Teatro Maria Caniglia di Sulmona, Teatro Olimpico di Roma, Tetro comunale di Fiuggi, Teatro Ghione di Roma e a Clisson in Francia.

Ha vinto premi e concorsi nazionali.

A soli sette anni, vince le selezioni regionali del concorso canoro”Lo Zecchino d’Oro”.

A soli otto anni è vincitrice del concorso “La Corrida” svoltosi ad Alatri e-viene ospitata in diversi programmi della televisione locale.

Vincitrice delle selezioni regionali per la partecipazione all’accademia di Sanremo, dove partecipa con il suo brano inedito “è solo un volo”.

Ha la fortuna di duettare con il grande Nino Manfredi nella canzone “Tanto pe’ cantà” e finalista del concorso Nazionale “Gian Burrasca” tenuto da Rita Pavone e Teddy Reno ad Ariccia.

Impartisce lezioni private di canto e pianoforte.

Ha insegnato in diverse scuole di musica di Alatri, Veroli, Frosinone.

Nel 2014 entra a far parte del “Coro Lirico Toscano” con il quale lavora presso la fondazione pucciniana per il 60° Festival di Puccini tenutosi a Torre del Lago.

Nel 2013 effettua un concerto da solista presso la “Sala Inferiore di Santa Maria del Gonfalone”. Corista nel concerto di “Atom Herat Mother” tenutosi al Teatro Olimpico in Roma.

Nel 2012 dirige un Coro di voci bianche presso la scuola statale Luigi Ceciâ di Alatri;    

Nel 2011 prende parte nel ruolo di “Zerlina”(Don Giovanni, di Mozart) presso il Teatro Italia di Roma, con la collaborazione, nel ruolo del Don Giovanni, del noto baritono Franco Giovine.

Sempre nel 2011 effettua un concerto in qualità di Pianista presso il Policlinico Gemelli di Roma.

Nel 2009 prende parte nello spettacolo “Donne di mare”(testo Porrino) e in “Ninna Nanna della Bambola” al Teatro Ghione di Roma.

Nel 2008 è corista nel concerto “Petite Messe Solennelle” di Rossini diretta dal M° Antonio D’Antò, e poi tiene un concerto presso Clisson, in Francia per voce e pianoforte.

Nel 2003 è vincitrice del concorso canoro “Ciociaria Tour” tenuto da Tony De Bonis presso il Teatro Delle Fonti di Fiuggi.

Chiara Pavoni ci dice di essere impegnata a realizzare le condizioni per concretizzare un evento ad Ischia durante il quale potremo assistere ad un concerto di Lorena Sarra.

Al termine del concerto di maggio, Lorena Sarra ha rilasciato questa breve intervista a Chiara Pavoni.

D: -“Che rapporti hai con la poesia?”

R: -“Allora, io bello. Ho un bel rapporto con la poesia che mi sono scelta come compagno. Lui non lo fa per lavoro, ma scrive. La poesia va a braccetto con il canto, con la musica sicuramente.

Non avevo mai cantato prima di ora musica contemporanea, però mi è capitato di cantare brani con un sottofondo poetico.

D: -“Nel tuo futuro magari conterai qualcosa del tuo compagno…”

R: -“Mah!”

D:- “Chi può dirlo.”

R: -“Nel lavoro è meglio mantenere ruoli separati!”

D-“Bene, allora chiudiamo il concerto dandoci un ambizioso appuntamento: andremo tutte a Ischia!”

R:-“Magnifica idea alla quale io aderisco con entusiasmo!”

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

                                 

Questo è il testo -tradotto in napoletano da Luciano Somma- del testo scritto da Bruno Mancini per la musica di Roberto Prandin cantata da Lorena Sarra

E SENTO JASTEMMÀ ‘O CIELO

 

E sento jastemmà ‘o cielo
e sento l’aria che pogne sta carne
e sento ‘o gallo ‘nfame
vicino ‘a morte ‘e Cristo
ca me ricorda ‘o tradimento.

Sona ancora ‘a campana mia
sona ‘ncopp’’a sta pelle
‘a sinfonia ‘e nu silenzio d’alba,
ma me riporta mo cu’’o primmo sole
l’angoscia ‘e me sentì sultanto n’uosso.

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin - Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin – Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin - Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin – Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin - Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin – Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin - Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin – Mancini

Chiara Pavoni fotografata da Claudio Benenati

l Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210830

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

EDITORIALE |Chiara Pavoni vuole sceneggiare il racconto “La menopausa di mia sorella”

A dimostrazione dell’interesse suscitato dalla pubblicazione avvenuta a puntate in questa pagina del racconto “La menopausa di mia sorella” (inserito nel quinto volume della serie “Per Aurora” scritto da Bruno Mancini e acquistabile tramite ISBN 9781409281849  al prezzo di USD 13.36 più spese di spedizione

https://www.lulu.com/en/en/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-quinto/paperback/product-1zmn68dj.html?page=1&pageSize=4

oppure facendone richiesta all’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” dila@emmegiischia.com al prezzo di € 14.00 comprese spese di spedizione), segnaliamo il fatto che l’attrice e regista Chiara Pavoni (vedi foto in copertina) ha manifestato l’intenzione di sceneggiarlo durante uno dei prossimi eventi che organizzerà nella ben nota location romana “Interno 4“.

Certamente saremo ben lieti di dare il nostro sostegno all’evento, in attesa di avere Chiara Pavoni ad Ischia, così come ci ha promesso, impegnata in alcune delle sue performance.

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Chiara Pavoni foto di Umile Leonetti – freedom gallery

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Chiara Pavoni fotografata da Claudio Benenati

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Chiara Pavoni fotografata da Claudio Benenati

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Chiara Pavoni fotografata da Claudio Benenati

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Corrado Coccia: “L’amore per Ischia è immenso”

 Il suo debutto artistico è avvenuto proprio in Campania sulla costiera Amalfitana.

Ha sempre nutrito un grande amore per l’isola di Ischia e spera di poter tornare quanto prima ad esibirsi dove tutto è iniziato.

Corrado Coccia è nato a Milano, cantautore, pianista, scrittore, speaker radiofonico.

Lui ama definirsi cantautore surreale.

Ha pubblicato diversi dischi, l’ultimo “3/4 d’amor” è un inno all’amore universale.

Lo incontriamo per una breve intervista esclusiva per la pagina culturale che l’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” pubblica settimanalmente nel quotidiano IL DISPARI di Gaetano Di Meglio.

 -D: Corrado Coccia, Lei ha da poco pubblicato un nuovo album “3/4 d’amor”, com’è nato il progetto e cosa raccontano le sue canzoni?

-R: Il progetto è nato in piena emergenza sanitaria.

Questo è il dato che vorrei subito mettere in risalto, perché come potete ben capire, non è facile registrare a distanza.

Detto ciò, è un progetto assolutamente minimalista.

Gli strumenti che sono stati impiegati per questa produzione, sono stati solamente 3.

La voce, il pianoforte, ed il violoncello.

Sono 11 tracce inedite con un tempo ternario (3/4), e sono tutte storie d’amore non per forza rivolte ad una “lei “.

Il fatto che abbia scelto per tutti gli 11 brani un tempo ternario, è perché sin da quando cominciai a studiare pianoforte, ho amato i valzer.

Potrei tranquillamente definire questo disco un concept album.

L’altra curiosità, è che sono stato coadiuvato da sole figure femminili.

Questo perché volli (in fase di concepimento del disco stesso) avere un occhio di riguardo verso l’universo femminile.

In quel periodo, come ben ricorderete, si impennarono i casi di femminicidi e violenze domestiche.

Ecco il mio desiderio (da uomo), di chiedere “scusa”alle donne in questo modo.

Le artiste che mi hanno affiancato, vorrei ricordarle: CLAUDIA GAETANI (poetessa), ANNA REDAELLI (pittrice e scultrice), ELIANA SANNA (cantate lirica), ORNELLA D’URBANO (pianista, arrangiatrice e produttrice), GIOVANNA FAMULARI (violoncellista).

Claudia, ha pubblicato una silloge poetica che porta il titolo del mio disco, Anna è colei che ha disegnato la copertina del disco, Eliana ha cantato il brano “Lei fu per me “, Ornella è stata ed è la mia produttrice e preziosa musicista, ed infine Giovanna, ha portato la sua esperienza di violoncellista all’interno di questo lavoro.

A dire il vero, c’è stata anche una figura maschile ad arricchire questo progetto.

Sto parlando del Voice Over Paolo Balestri.

Paolo ha letto dei fari narrativi da me scritti, prima di ogni canzone.

 

-D: Lei collabora anche con una radio, ci parla della trasmissione che conduce?

-R: Da qualche mese a questa parte sono entrato nella famiglia di Radiò.

Una realtà anch’essa nata in momenti di pandemia.

Una web radio dedita a trasmettere e propinare cultura nella rete.

Per quanto mi riguarda mi è stata affidata una rubrica a cadenza settimanale dal titolo “COCCIA CIRCUS“.

Ogni venerdì, invito poeti, poetesse e scrittori (ma non solo), affinché possano interagire con me e le mie liriche.

Una trasmissione piuttosto seguita.

Non sono un conduttore eccellente, ma a quanto pare funziona.

Se mi è permesso, vorrei ringraziare colei che mi ha dato questa opportunità: Meggy Ardovini.

-D: Qual è il suo legame con l’isola di Ischia?

-R: Il mio legame con l’isola è dettato dall’amore per l’isola stessa, ma di tutta la zona circostante.

Amo Napoli, la Campania e la gente che ci abita.

Pensate che il mio debutto, avvenne proprio dalle vostre parti.

Mi trovavo sulla costiera amalfitana e precisamente in un ristorante di Maiori.

Dopo aver consumato un numero infinito di pizze (penso d’aver mangiato una quindicina di tranci), vidi un pianoforte contro una parete inutilizzato.

Chiesi al titolare se potevo provarlo, e mi fu concessa questa opportunità.

Suonai un brano di John Lennon accompagnato da un sassofonista.

Credetemi, fu un trionfo!

Non sono certo io a dovervelo dire, ma il vostro calore, è immenso.

Tornai a casa felice come una Pasqua.

Spero davvero possa ripresentarsi una buona occasione per suonare da Voi a Ischia.

Un desiderio che ho da sempre… vorrei ringraziarvi per avermi aperto la strada ed avermi fatto dimenticare la vergogna e l’imbarazzo.

Prima o poi vorrei davvero tornare sulla  vostra isola d’Ischia.

 Michela Zanarella

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210823 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210823

Il Dispari 20210823 – Redazione culturale DILA

La menopausa di mia sorella
Racconto a puntate – settima ed ultima parte

Se vi piace leggere racconti a puntate, questa pagina fa al caso vostro, poiché da alcune settimane abbiamo iniziato a pubblicare (ogni lunedì) una parte del racconto “La Menopausa di mia sorella” inserito nel quinto volume della serie “Per Aurora” scritto dal sottoscritto e acquistabile tramite ISBN 9781409281849 al prezzo di USD 13.36 più spese di spedizione

https://www.lulu.com/en/en/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-quinto/paperback/product-1zmn68dj.html?page=1&pageSize=4,

oppure facendone richiesta all’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA dila@emmegiischia.com al prezzo di € 14.00 comprese spese di spedizione.

Il Dispari 20210823 – Redazione culturale DILA

La menopausa di mia sorella
Racconto a puntate – settima ed ultima parte


Vedi, ho intrecciato un cirro con la sagola del pallone boa.
Di solito la corda non è tanto vicina al pescatore.
Non è a portata di tentacolo.
Questo è un sistema diverso.
Mah!
Nessuna cima di tutte quelle che ho incontrato nei miei innumerevoli confronti con gli umani era allestita con questo sistema. Guarda, guarda, c’è un piombo che la spinge nel basso agevolando involontariamente la mia presa.
Nella composizione classica noi non riusciamo ad agganciarla perché è stesa alle spalle del sub, verso l’alto in direzione della superficie del mare.
Sì, ora che ci penso, una volta… sì una volta ho notato un altro umano utilizzare questo sistema con il piombo a scorrere sulla corda… ma lui fu fortunato… non mi vide… o se mi vide… fuggì a gambe levate.
Forse è stato lui a consigliare di costruire questa stronzata.
Guarda, guarda come questo qui sbatte piedi e braccia.
Sbatte piedi e braccia, sbatte ma non si sposta di un’acciuga.
Scommetto che questo sub sta ricordando quando la sorella, a quaranta tempi dalla nascita, entrò in menopausa, e la rivide gioiosa come chi s’immetta nell’androne della stazione ferroviaria dalla quale inizierà il viaggio più suggestivo di tutta la vita: per lei il viaggio verso la sessualità libera e disinibita.
Lei non aveva capito, lui non gliene aveva mai parlato, ed io sciupo il mio tempo prezioso di poeta assoluto nell’insulso tentativo di fare intendere a te, lercia pantegana, indiscusso simbolo di libera cortigianeria, che le beltà dei giorni in cui ciascuno di noi fummo per la prima ed unica volta innamorati, cioè felici, quasi mai si accrescono insieme al diametro dei nostri muscoli od alla forza dei tentacoli che sviluppiamo.
Quasi sempre il vero danno irrimediabile scaturisce dal non aver avuto la preveggenza di conservarle, quelle irripetibili emozioni, nella teca dell’ottimismo, affinché, in seguito, le si possano aprire e riaprire, e godere o rigodere, e amare e riamare, ogni volta che inutili silenzi non si materializzino per aggiungere schizzi scuri al mare profondo di sopraggiunte insidiose solitudini.
Purtroppo, le beltà dei giorni in cui ciascuno di noi fummo per la prima ed unica volta innamorati, cioè felici, con il passare del tempo, considerate ormai inutili, come il mare profondo, finiscono irrimediabilmente rigettate nel mare profondo del superfluo.
Ed allora, io dico beata te, cara pantegana!
Beata te, malcelato incubo notturno per adolescenziali peregrinazioni nei bassifondi innominabili d’invereconde sensazioni, beata te, finché continui a tacere, mentre io mi affatico a nutrirti con le distillate essenze dei miei tormenti.
Beata te che poco sai, poco pensi, e poco sei.
Beata te zoccola puttana!
Evviva.
Ed ora basta convenevoli, fatti toccare il culo e baciami il cervello.»

Languida menopausa
del mio furente
ingarbugliato orgoglio,
inflaccida frange pendule
sconnesse
di una tardiva certezza.
Dal cavallo alato di Bellorofonte
spodesti il tardo
maculato arrivo,
senza condanna
con dolce eutanasia.
Assegno la coda di rospo,
ricotta pregna di canditi,
al tonfo dell’io bambino,
un botto, spiaccicato sulla torta.

Pegaso.
Si fa derivare il suo nome P h g h, ossia “sorgente”, perché era nato alle fonti dell’Oceano, cioè all’estremo Occidente, dove Perseo aveva ucciso la Gorgone Medusa.
Altre versioni lo fanno nascere dallo stesso collo reciso alla Medusa, oppure dalla Terra, fecondata dal sangue del mostro.
Compare in numerose leggende.
Perseo lo cavalcava quando andò a liberare Andromeda dallo scoglio su cui era stata esposta in sacrificio ad un mostro marino.
In seguito fu trovato da Bellorofonte, l’eroe nazionale di Corinto, che lo domò e con lui partecipò a gloriose imprese.
Questi era figlio di Poseidone e di una figlia del re di Megera, sul cui nome le versioni sono diverse.
Avendo ucciso accidentalmente un uomo, dovette lasciare la sua città e andare dal re Preto perché lo purificasse.
La moglie di questi si innamorò di lui e, essendo stata rifiutata, raccontò al marito di essere stata insidiata.
Re Preto, non volendo vendicarsi personalmente, perché non era permesso uccidere il proprio ospite lo mandò dal suocero Lobate con un messaggio, nel quale gli si chiedeva di uccidere il latore della missiva.
Letta la lettera, Lobate chiese a Bellorofonte di uccidere la Chimera, un mostro metà leone, metà drago, che sputava fiamme, convinto che ne sarebbe uscito sconfitto.
Ma Bellorofonte montò il cavallo alato Pegaso, piombò dall’alto sulla Chimera e la uccise in un sol colpo.
Lobate gli affidò allora una successione di altre imprese “impossibili”, dalle quali l’eroe uscì vittorioso.
Lobate si convinse quindi dell’innocenza dell’eroe e ne ammirò le qualità al punto da dargli in moglie la propria figlia.
Inorgoglito, Bellorofonte volle salire all’Olimpo sul suo cavallo alato, ma fu precipitato sulla terra da Zeus, come castigo del suo peccato d’orgoglio.

Il Dispari 20210823 – Redazione culturale DILA

Capitolo 6

Il racconto è finito, ma voi, per favorire la mia sorte, potreste anche immaginare che il totano poeta, avvinghiata – come ho detto – mediante numerosi intrecci del suo robusto tentacolo la cima per mezzo della quale rimanevo legato al pallone, si fosse attardato nel porre in atto ulteriori azioni di agganci, distratto, sia dalla vanità di rendere partecipe la pantegana al compiacimento procuratogli dal vedermi dibattere nel tentativo di sfuggirgli, e sia, a maggior ragione, dall’intento, a questo punto certamente palese, di ottenere le grazie della ormai affascinata compagna d’avventura e, con esse, una più che tangibile e materiale gratificazione per l’astratta e cerebrale magnificenza della sua cultura.
Potreste, e mi fareste cosa grata, aggiungere anche che io, approfittando del suo sublime peccato d’orgoglio, come Zeus nei confronti di Bellorofonte, gli avessi ficcato, finalmente, il tridente tra gli occhi ed il cervello, utilizzando tutta l’energia che avevo ancora disponibile e, quindi, sganciata con un rapido movimento la cintura ad apertura automatica – per mezzo della quale ero trattenuto in suo possesso attraverso la sagola legata alla boa -, mi fossi sottratto, con un deciso colpo di pinne, alla presa mortale di quella mimetica ipnotica bestia partorita dalla mia fantasia, tornando in tal modo… a rivedere il sole e Gilda che mi attendeva in lacrime sulla riva, scrutando l’orizzonte (il nostro?), preoccupata per il biglietto trovato al risveglio accanto al cofanetto del trucco, ed in pena per la lunga attesa determinata dalla mia estrema immersione nel profondo abisso della Solitudine e della Poesia.
Grazie.

FINE

Il Dispari 20210823 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210809 – Redazione culturale DILA

 

Il Dispari 20210607 – Redazione culturale DILA

DILA

NUSIV

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Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

l Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210830

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

EDITORIALE |Chiara Pavoni vuole sceneggiare il racconto “La menopausa di mia sorella”

A dimostrazione dell’interesse suscitato dalla pubblicazione avvenuta a puntate in questa pagina del racconto “La menopausa di mia sorella” (inserito nel quinto volume della serie “Per Aurora” scritto da Bruno Mancini e acquistabile tramite ISBN 9781409281849  al prezzo di USD 13.36 più spese di spedizione

https://www.lulu.com/en/en/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-quinto/paperback/product-1zmn68dj.html?page=1&pageSize=4

oppure facendone richiesta all’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” dila@emmegiischia.com al prezzo di € 14.00 comprese spese di spedizione), segnaliamo il fatto che l’attrice e regista Chiara Pavoni (vedi foto in copertina) ha manifestato l’intenzione di sceneggiarlo durante uno dei prossimi eventi che organizzerà nella ben nota location romana “Interno 4“.

Certamente saremo ben lieti di dare il nostro sostegno all’evento, in attesa di avere Chiara Pavoni ad Ischia, così come ci ha promesso, impegnata in alcune delle sue performance.

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Chiara Pavoni foto di Umile Leonetti – freedom gallery

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Chiara Pavoni fotografata da Claudio Benenati

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Chiara Pavoni fotografata da Claudio Benenati

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Chiara Pavoni fotografata da Claudio Benenati

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Corrado Coccia: “L’amore per Ischia è immenso”

 Il suo debutto artistico è avvenuto proprio in Campania sulla costiera Amalfitana.

Ha sempre nutrito un grande amore per l’isola di Ischia e spera di poter tornare quanto prima ad esibirsi dove tutto è iniziato.

Corrado Coccia è nato a Milano, cantautore, pianista, scrittore, speaker radiofonico.

Lui ama definirsi cantautore surreale.

Ha pubblicato diversi dischi, l’ultimo “3/4 d’amor” è un inno all’amore universale.

Lo incontriamo per una breve intervista esclusiva per la pagina culturale che l’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” pubblica settimanalmente nel quotidiano IL DISPARI di Gaetano Di Meglio.

 -D: Corrado Coccia, Lei ha da poco pubblicato un nuovo album “3/4 d’amor”, com’è nato il progetto e cosa raccontano le sue canzoni?

-R: Il progetto è nato in piena emergenza sanitaria.

Questo è il dato che vorrei subito mettere in risalto, perché come potete ben capire, non è facile registrare a distanza.

Detto ciò, è un progetto assolutamente minimalista.

Gli strumenti che sono stati impiegati per questa produzione, sono stati solamente 3.

La voce, il pianoforte, ed il violoncello.

Sono 11 tracce inedite con un tempo ternario (3/4), e sono tutte storie d’amore non per forza rivolte ad una “lei “.

Il fatto che abbia scelto per tutti gli 11 brani un tempo ternario, è perché sin da quando cominciai a studiare pianoforte, ho amato i valzer.

Potrei tranquillamente definire questo disco un concept album.

L’altra curiosità, è che sono stato coadiuvato da sole figure femminili.

Questo perché volli (in fase di concepimento del disco stesso) avere un occhio di riguardo verso l’universo femminile.

In quel periodo, come ben ricorderete, si impennarono i casi di femminicidi e violenze domestiche.

Ecco il mio desiderio (da uomo), di chiedere “scusa”alle donne in questo modo.

Le artiste che mi hanno affiancato, vorrei ricordarle: CLAUDIA GAETANI (poetessa), ANNA REDAELLI (pittrice e scultrice), ELIANA SANNA (cantate lirica), ORNELLA D’URBANO (pianista, arrangiatrice e produttrice), GIOVANNA FAMULARI (violoncellista).

Claudia, ha pubblicato una silloge poetica che porta il titolo del mio disco, Anna è colei che ha disegnato la copertina del disco, Eliana ha cantato il brano “Lei fu per me “, Ornella è stata ed è la mia produttrice e preziosa musicista, ed infine Giovanna, ha portato la sua esperienza di violoncellista all’interno di questo lavoro.

A dire il vero, c’è stata anche una figura maschile ad arricchire questo progetto.

Sto parlando del Voice Over Paolo Balestri.

Paolo ha letto dei fari narrativi da me scritti, prima di ogni canzone.

 

-D: Lei collabora anche con una radio, ci parla della trasmissione che conduce?

-R: Da qualche mese a questa parte sono entrato nella famiglia di Radiò.

Una realtà anch’essa nata in momenti di pandemia.

Una web radio dedita a trasmettere e propinare cultura nella rete.

Per quanto mi riguarda mi è stata affidata una rubrica a cadenza settimanale dal titolo “COCCIA CIRCUS“.

Ogni venerdì, invito poeti, poetesse e scrittori (ma non solo), affinché possano interagire con me e le mie liriche.

Una trasmissione piuttosto seguita.

Non sono un conduttore eccellente, ma a quanto pare funziona.

Se mi è permesso, vorrei ringraziare colei che mi ha dato questa opportunità: Meggy Ardovini.

-D: Qual è il suo legame con l’isola di Ischia?

-R: Il mio legame con l’isola è dettato dall’amore per l’isola stessa, ma di tutta la zona circostante.

Amo Napoli, la Campania e la gente che ci abita.

Pensate che il mio debutto, avvenne proprio dalle vostre parti.

Mi trovavo sulla costiera amalfitana e precisamente in un ristorante di Maiori.

Dopo aver consumato un numero infinito di pizze (penso d’aver mangiato una quindicina di tranci), vidi un pianoforte contro una parete inutilizzato.

Chiesi al titolare se potevo provarlo, e mi fu concessa questa opportunità.

Suonai un brano di John Lennon accompagnato da un sassofonista.

Credetemi, fu un trionfo!

Non sono certo io a dovervelo dire, ma il vostro calore, è immenso.

Tornai a casa felice come una Pasqua.

Spero davvero possa ripresentarsi una buona occasione per suonare da Voi a Ischia.

Un desiderio che ho da sempre… vorrei ringraziarvi per avermi aperto la strada ed avermi fatto dimenticare la vergogna e l’imbarazzo.

Prima o poi vorrei davvero tornare sulla  vostra isola d’Ischia.

 Michela Zanarella

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210823 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210823

Il Dispari 20210823 – Redazione culturale DILA

La menopausa di mia sorella
Racconto a puntate – settima ed ultima parte

Se vi piace leggere racconti a puntate, questa pagina fa al caso vostro, poiché da alcune settimane abbiamo iniziato a pubblicare (ogni lunedì) una parte del racconto “La Menopausa di mia sorella” inserito nel quinto volume della serie “Per Aurora” scritto dal sottoscritto e acquistabile tramite ISBN 9781409281849 al prezzo di USD 13.36 più spese di spedizione

https://www.lulu.com/en/en/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-quinto/paperback/product-1zmn68dj.html?page=1&pageSize=4,

oppure facendone richiesta all’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA dila@emmegiischia.com al prezzo di € 14.00 comprese spese di spedizione.

Il Dispari 20210823 – Redazione culturale DILA

La menopausa di mia sorella
Racconto a puntate – settima ed ultima parte


Vedi, ho intrecciato un cirro con la sagola del pallone boa.
Di solito la corda non è tanto vicina al pescatore.
Non è a portata di tentacolo.
Questo è un sistema diverso.
Mah!
Nessuna cima di tutte quelle che ho incontrato nei miei innumerevoli confronti con gli umani era allestita con questo sistema. Guarda, guarda, c’è un piombo che la spinge nel basso agevolando involontariamente la mia presa.
Nella composizione classica noi non riusciamo ad agganciarla perché è stesa alle spalle del sub, verso l’alto in direzione della superficie del mare.
Sì, ora che ci penso, una volta… sì una volta ho notato un altro umano utilizzare questo sistema con il piombo a scorrere sulla corda… ma lui fu fortunato… non mi vide… o se mi vide… fuggì a gambe levate.
Forse è stato lui a consigliare di costruire questa stronzata.
Guarda, guarda come questo qui sbatte piedi e braccia.
Sbatte piedi e braccia, sbatte ma non si sposta di un’acciuga.
Scommetto che questo sub sta ricordando quando la sorella, a quaranta tempi dalla nascita, entrò in menopausa, e la rivide gioiosa come chi s’immetta nell’androne della stazione ferroviaria dalla quale inizierà il viaggio più suggestivo di tutta la vita: per lei il viaggio verso la sessualità libera e disinibita.
Lei non aveva capito, lui non gliene aveva mai parlato, ed io sciupo il mio tempo prezioso di poeta assoluto nell’insulso tentativo di fare intendere a te, lercia pantegana, indiscusso simbolo di libera cortigianeria, che le beltà dei giorni in cui ciascuno di noi fummo per la prima ed unica volta innamorati, cioè felici, quasi mai si accrescono insieme al diametro dei nostri muscoli od alla forza dei tentacoli che sviluppiamo.
Quasi sempre il vero danno irrimediabile scaturisce dal non aver avuto la preveggenza di conservarle, quelle irripetibili emozioni, nella teca dell’ottimismo, affinché, in seguito, le si possano aprire e riaprire, e godere o rigodere, e amare e riamare, ogni volta che inutili silenzi non si materializzino per aggiungere schizzi scuri al mare profondo di sopraggiunte insidiose solitudini.
Purtroppo, le beltà dei giorni in cui ciascuno di noi fummo per la prima ed unica volta innamorati, cioè felici, con il passare del tempo, considerate ormai inutili, come il mare profondo, finiscono irrimediabilmente rigettate nel mare profondo del superfluo.
Ed allora, io dico beata te, cara pantegana!
Beata te, malcelato incubo notturno per adolescenziali peregrinazioni nei bassifondi innominabili d’invereconde sensazioni, beata te, finché continui a tacere, mentre io mi affatico a nutrirti con le distillate essenze dei miei tormenti.
Beata te che poco sai, poco pensi, e poco sei.
Beata te zoccola puttana!
Evviva.
Ed ora basta convenevoli, fatti toccare il culo e baciami il cervello.»

Languida menopausa
del mio furente
ingarbugliato orgoglio,
inflaccida frange pendule
sconnesse
di una tardiva certezza.
Dal cavallo alato di Bellorofonte
spodesti il tardo
maculato arrivo,
senza condanna
con dolce eutanasia.
Assegno la coda di rospo,
ricotta pregna di canditi,
al tonfo dell’io bambino,
un botto, spiaccicato sulla torta.

Pegaso.
Si fa derivare il suo nome P h g h, ossia “sorgente”, perché era nato alle fonti dell’Oceano, cioè all’estremo Occidente, dove Perseo aveva ucciso la Gorgone Medusa.
Altre versioni lo fanno nascere dallo stesso collo reciso alla Medusa, oppure dalla Terra, fecondata dal sangue del mostro.
Compare in numerose leggende.
Perseo lo cavalcava quando andò a liberare Andromeda dallo scoglio su cui era stata esposta in sacrificio ad un mostro marino.
In seguito fu trovato da Bellorofonte, l’eroe nazionale di Corinto, che lo domò e con lui partecipò a gloriose imprese.
Questi era figlio di Poseidone e di una figlia del re di Megera, sul cui nome le versioni sono diverse.
Avendo ucciso accidentalmente un uomo, dovette lasciare la sua città e andare dal re Preto perché lo purificasse.
La moglie di questi si innamorò di lui e, essendo stata rifiutata, raccontò al marito di essere stata insidiata.
Re Preto, non volendo vendicarsi personalmente, perché non era permesso uccidere il proprio ospite lo mandò dal suocero Lobate con un messaggio, nel quale gli si chiedeva di uccidere il latore della missiva.
Letta la lettera, Lobate chiese a Bellorofonte di uccidere la Chimera, un mostro metà leone, metà drago, che sputava fiamme, convinto che ne sarebbe uscito sconfitto.
Ma Bellorofonte montò il cavallo alato Pegaso, piombò dall’alto sulla Chimera e la uccise in un sol colpo.
Lobate gli affidò allora una successione di altre imprese “impossibili”, dalle quali l’eroe uscì vittorioso.
Lobate si convinse quindi dell’innocenza dell’eroe e ne ammirò le qualità al punto da dargli in moglie la propria figlia.
Inorgoglito, Bellorofonte volle salire all’Olimpo sul suo cavallo alato, ma fu precipitato sulla terra da Zeus, come castigo del suo peccato d’orgoglio.

Il Dispari 20210823 – Redazione culturale DILA

Capitolo 6

Il racconto è finito, ma voi, per favorire la mia sorte, potreste anche immaginare che il totano poeta, avvinghiata – come ho detto – mediante numerosi intrecci del suo robusto tentacolo la cima per mezzo della quale rimanevo legato al pallone, si fosse attardato nel porre in atto ulteriori azioni di agganci, distratto, sia dalla vanità di rendere partecipe la pantegana al compiacimento procuratogli dal vedermi dibattere nel tentativo di sfuggirgli, e sia, a maggior ragione, dall’intento, a questo punto certamente palese, di ottenere le grazie della ormai affascinata compagna d’avventura e, con esse, una più che tangibile e materiale gratificazione per l’astratta e cerebrale magnificenza della sua cultura.
Potreste, e mi fareste cosa grata, aggiungere anche che io, approfittando del suo sublime peccato d’orgoglio, come Zeus nei confronti di Bellorofonte, gli avessi ficcato, finalmente, il tridente tra gli occhi ed il cervello, utilizzando tutta l’energia che avevo ancora disponibile e, quindi, sganciata con un rapido movimento la cintura ad apertura automatica – per mezzo della quale ero trattenuto in suo possesso attraverso la sagola legata alla boa -, mi fossi sottratto, con un deciso colpo di pinne, alla presa mortale di quella mimetica ipnotica bestia partorita dalla mia fantasia, tornando in tal modo… a rivedere il sole e Gilda che mi attendeva in lacrime sulla riva, scrutando l’orizzonte (il nostro?), preoccupata per il biglietto trovato al risveglio accanto al cofanetto del trucco, ed in pena per la lunga attesa determinata dalla mia estrema immersione nel profondo abisso della Solitudine e della Poesia.
Grazie.

FINE

Il Dispari 20210823 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210809 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210809

Il Dispari 20210809 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210809 – Redazione culturale DILA

La menopausa di mia sorella

Racconto a puntate – sesta parte

Se vi piace leggere racconti a puntate, questa pagina fa al caso vostro, poiché da alcune settimane abbiamo iniziato a pubblicare (ogni lunedì) una parte del racconto “La Menopausa di mia sorella” inserito nel quinto volume della serie “Per Aurora” scritto dal sottoscritto e acquistabile tramite ISBN 9781409281849 al prezzo di USD 13.36 più spese di spedizione

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oppure facendone richiesta all’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA dila@emmegiischia.com al prezzo di € 14.00 comprese spese di spedizione.

Il Dispari 20210809 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210809 – Redazione culturale DILA

La menopausa di mia sorella

Racconto a puntate – sesta parte

Capitolo 4

Gli ero ormai talmente vicino che la mia maschera faticava a rendere completamente visibile l’estensione dei suoi tentacoli.
Comunque indirizzassi lo sguardo, una parte della sua mole usciva dai bordi della mia pinguino nera.

Sapevo bene che in situazioni di estrema tensione, nelle rischiose apnee, gli attimi valgono tutto, eppure, almeno per una frazione di tempo mi abbandonai all’impressione d’essere spettatore di una partita di tennis, seduto in linea con la rete, intento a seguire con continui spostamenti della testa il percorso della palla.
Di reale c’era il suo immobilismo, d’irreale la sua immobile attesa.

Tra la forza della sua indole, forgiata dalla lunga esperienza, che imponeva alle sue caratteristiche naturali di trattenere finanche lo scorrere dell’acqua negli opercoli per sfuggire nascondendosi, e la potenza della sua smisurata, prorompente, devastante stazza che le chiedeva di occultarsi scappando, la preda continuava a privilegiare la prima congettura, anche se, per tale scelta, il vetro plastificato della mia maschera nera, durante il progressivo avvicinamento, doveva apparirle come la bocca spalancata del Terrore e del Male.

Io, la mia faccia, il Terrore!

Quale percorso aveva condotto la mia vita verso e fino alla mortale sfida con quella icona bestiale? Scompaginare il certo e rumoroso declino di quel tragitto in cui mi riconoscevo felice tuffandomi nei silenzi profondi?
Offuscare un prosieguo del mio viaggio esistenziale temuto troppo simile al decadente simbolismo dell’immagine di mia sorella, seduta con un gatto sulle ginocchia, nell’atto di tagliarsi le unghie, dopo la menopausa, per meglio palpeggiare la creta, proponendosi, pulsandosi in un nuovo mondo fatto di terracotta e di ceramiche?

Gilda?
Che c’entra Gilda?

Gilda?
Che c’entra Gilda?

Gilda si crogiola sulla spiaggia con le tette al sole, voluminose, le tette, tanto da costringere a sbirciarle anche sfigati esistenzialisti un po’ gay e un po’ narcisisti durante andirivieni senza senso che lei, anima candida, neppure nota.

Non è così?
Che cosa non è così?

Crogiola, spiaggia, sole, tette, voluminose, sbirciare, sfigati, esistenzialisti, gay, narcisisti, andirivieni?

Non è questo?
Che altro allora?

Bum… la macchia nera che prima era ondeggiante tra i tentacoli del mostruoso colosso posato sul fondo marino gli schizzò, con lo scatto breve e goffo di una pantegana, verso il testone immobile nella concentrazione mimetica.
C’è tutto un modo a noi sconosciuto di comunicare tra animali non solo della stessa specie, ma anche di razze profondamente dissimili, finanche, credo, tra uccelli e pesci o tra rettili e pesci o tra molluschi e mammiferi.
Il totano è un mollusco.

Simile al polpo.

La pantegana è un mammifero.
Anch’essa nel suo ambito, spesso, sfugge dai pericoli restando ferma acquattata in un angolo, il più buio possibile, il più profondo possibile, dalle pareti il più possibile di colore scuro come la sua pelle, la sua coda, la sua testa.

Una maniera efficace almeno quanto lo è lo sfrontato mimetismo dei cefalopodi, ma che essa spesso, d’improvviso abbandona sfruttando, con la sorpresa della fuga in una direzione imprevista, l’attimo in cui il suo nemico si blocca per elaborare e decidere la modalità dell’attacco. Se esce indenne dal primo scatto, è salva.
La pantegana, abbandonato l’insicuro riparo, fuggendo, balzò sul capo di quell’immenso totem e forse gli disse….

Gilda?
Che c’entra Gilda?
Perché penso a Gilda?

Gilda?
Che c’entra Gilda?
Perché penso a Gilda?

Gilda si crogiola sulla spiaggia con le tette al sole, voluminose, le tette, tanto da costringere a sbirciarle anche sfigati esistenzialisti un po’ gay ed un po’ narcisisti durante andirivieni senza senso che lei, anima candida, neppure nota.

È vero.
Ne sono sicuro.
Sono… si… nooo…
Salgo a vedere.
Tanto bastò.

Il totano ne aveva già approfittato per mettere in moto un tentacolo nella mia direzione.

Salgo a vedere.
È troppo tardi?
Meglio, così…

Il Dispari 20210809 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210809 – Redazione culturale DILA

Capitolo 5

Il Dispari 20210809 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210809 – Redazione culturale DILA

Il totano: «Il nome mio tutti lo sanno: “Ignazio”.
Ignazio di Frigeria e d’Alessandro.
Ignazio di Frigeria e d’Alessandro con cuore di poeta.
Mi hanno sprofondato in questo abisso per aver mancato di rispetto ad una deità artificiale soprannominata El Tibe o El Cibe o qualcosa di simile.
Avevo cantato i pastori dell’Ellade in guerra, i fieri naviganti fuggiti dalle troiane mura, l’inferno e il paradiso (il purgatorio mi venne meno bene), Lucia la santarella, il cinque maggio, il piccolo Lord, Cappuccetto rosso e Biancaneve.
Tutto bene.
Applausi, complimenti, auguri, riconoscimenti, recensioni, premi ecc. ecc.
Fino a quando… se ci penso mi ficco il terzo tentacolo da destra nel… Fino a “Il furto della foto”. Chi poteva pensare che sarei diventato una specie di mignotta solo per aver deriso in quel racconto un tappetto umano in brache bianche e maglietta azzurra!
Infamie e vituperi, offese e minacce, e tutti i contatti professionali cassati, distrutti, annullati. Amici, spariti.
Conoscenti, neanche più un saluto.
La condanna universale.
Nessuna gratitudine sconfigge mai il danno di un’ultima minima offesa.
Il mio apporto alla gioia, non effimera, per una emozione continuamente dettata finanche a distanza di secoli attraverso solo parole (a volte tradotte in un altro idioma), e poi i casti baci che ho ricevuto dalla cultura, e poi l’essere o l’essere stato pensieri, sentimenti, amori per tutti e di nessuno, cioè tutta la linfa di me poeta, io poeta, travagliato pazzo visionario maledetto stramaledetto stramaledettissimo poeta, tutto ciò non ha retto lo scontro neppure con un bonario scherno verso la fotografia di un Pulcinella in mutande soprannominato El Sibe o El Bibe o qualcosa di simile.
Detto in un plurale maiestatis che a me si conviene, parafrasando un poeta di terra, potrei dire che per noi scrittori non sempre il tempo la beltà conserva.
Tanti anni sono trascorsi da quando gli opercoli dei miei nuovi tentacoli a mala pena raggiungevano il diametro di una capocchia di spillo.
Giocherellavo ad inserirvi prima un granello di sabbia, poi, con il trascorrere di nuove lune e nuovi soli, col tempo, una briciola della conchiglia che avevo mangiato a colazione, ed oggi, impegnandomi riesco a riempirli con bestioni della tua taglia.
E che dire della capacità di trazione di questi super tentacoli che io chiamo sagole viventi! Altro che idee, queste nerborute propaggini sì hanno valore!
È nella forza il valore dell’essere:
Non esiste l’anima.
Se anche così non fosse, l’anima non basterebbe comunque, e certo non sarebbe in alcun modo determinante nello stupido inconcludente processo di evoluzione che condiziona, con una spirale infinita, le ambizioni di tutta la città umana.
Come i sentimenti, le ideologie, le filosofie, gli amori astratti.
Tocca, tocca, tutta una corda vigorosa, come una liana.
Mi hanno parlato delle liane sugli alberi, me ne hanno raccontate di storie.
Vi si appendevano per la coda, come la tua, animali considerati progenitori degli umani (i quali sono gli animali per eccellenza, le vere bestie).
Tocca palpeggia.
Se vuoi azzanna.
C’era una barca, l’estate scorsa, una barca lunga tre ciuffi di posidonie.
Ne ho bloccato l’ancora con un solo tentacolo e l’elica, quell’aggeggio che gira rumoroso sotto il culo della poppa, ruotava e strideva, ma il natante lungo un’aiuola di posidonie non si spostava di un’onda.
Proprio come sto facendo con questo umano rompicoglioni…

 

Il Dispari 20210802 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210802 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210802 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210802

La menopausa di mia sorella
Racconto a puntate – quinta parte

Se vi piace leggere racconti a puntate, questa pagina fa al caso vostro, poiché da alcune settimane abbiamo iniziato a pubblicare (ogni lunedì) una parte del racconto “La Menopausa di mia sorella” inserito nel quinto volume della serie “Per Aurora” scritto dal sottoscritto e acquistabile tramite ISBN 9781409281849 al prezzo di USD 13.36 più spese di spedizione

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La menopausa di mia sorella

Racconto a puntate – quinta parte

Capitolo 3


Se ipotetici contenitori potessero recuperare tutti i suoni (i quali come ogni accadimento non attraversano spazi senza lasciare traccia), ed il loro utilizzo avvenisse in special modo accanto al lume dal braccio verde e dalla calotta gialla che illumina le mie letture mentre Gilda appassisce davanti all’ultimo film giallo trasmesso dalla televisione di stato, essi risulterebbero certamente traboccanti di una monotona ripetizione, in falsetto, urlata, malinconica, sottovoce, ad occhi bassi, sferzante, delusa, un groppo in gola, una stanchezza di confronti, un presagio di distacchi… “Il tuo presuntuoso orgoglio”.

Non ero stato sempre da sempre ai bordi di quel promontorio, ed ugualmente non era restata sempre da sempre nella mia mente l’emozione del primo incontro con Gilda.
Paradossalmente, invece, continuavo a ricordare il temine linguistico con cui in principio esaltavo le mie individualistiche esultanze per l’avvenuta conquista del suo primo semplice gesto di affetto.
In una trasformazione compiuta a seguito d’impercettibili cambiamenti, negli ultimi tempi, certo anche come corollario di continui diverbi, essa, la parola magica scaccia problemi, era ormai diventata il tormento di una goccia che rimbombi nelle orecchie, la nebbia che abbrutisca le linee orlate degli alberi, il mio compagno indesiderato, monotono, piagnone.
Ormai in me fomentavo finanche lo scherno, per uno spiacevole senso di banalità e balordaggine che mi ero convinto l’accompagnasse.
Fosse stato il contrario avrei avuta una labile speranza di attendere al confronto con il nostro passato, per tentare così di avviare tra noi una nuova forma di vicinanza più adatta ai tempi, alla società ed ai nostri anni.
Avessi continuato a sentire vivo il dolore del groppo che mi risalì dallo stomaco alla gola, lasciandomi senza fiato senza parole senza… senza tutto allorché Gilda mi gettò la prima volta le braccia al collo; fossi stato memore del graffiante percorso che una lacrima aveva solcato tra i miei occhi al contatto con la sua guancia; avessi saputo ripetere la sublime levità in cui il mio corpo depose la mia anima affinché divenisse libera di fuggire verso un bacio, un bacio e basta, allora sì, allora sì, allora sì tre volte, ora potrei affermare che il mio amore fosse diverso da tutti gli altri.
Ma forse gli amori sono veramente tutti uguali, come i cinesi.
Non voglio a questo punto proseguire con i flash di Antonella che espose le labbra (o forse era Clara?) (o forse era Gilda?) (a chi?), perché ho il netto ricordo di quando mi accorsi che avevo trovato un mio equilibrio, senza averlo cercato, e quindi scrissi che esso imponeva…

“La rinunzia a continuare nel tentativo di costruire un senso per l’amore

E smettila di essere bufera
su questo cielo
di primo meriggio
tracciato dal volo dei passeri
-di tanto è capace settembre.

allo scopo di salvare la speranza, o se non altro almeno l’illusione, di credere che, forse, le storie d’amore sono tutte uguali, come i cinesi.
Miliardi d’individui dai tratti identici: stessi occhi, stessa statura, stesso modo di porgere, stesso incedere.
Eppure gestiscono, con comportamenti del tutto analoghi ai nostri, i rapporti e le individualità. Si riconoscono.
Le storie d’amore sono tutte uguali. Io non sono né Gino né Lelio, e Gilda non è Clara e neppure Antonella.
Da Elena a Giulietta, dal Principe Azzurro a Dante, le vicende degli innamorati s’identificano, nel tema comune dell’irrinunciabile, perfino con la infinita determinazione «Per me non conta altro» della gente comune.
Ed allora io sono Gino, divento Lelio sono… tu sei…
La passione universale ed eterna del mito Medea è identica all’irrinunciabile ostinazione che in ogni attimo rende moltitudini di persone anonime protagoniste di trombe d’aria tanto brevi, impercettibili e disattese da smuovere a stento l’atmosfera sopita delle loro famiglie, delle piccole comunità nelle quali articolano l’intimità della loro vita, ed eccezionalmente, nei casi brutali più eclatanti, divengono elementi di curiose pruderie e pettegolezzi per le cronache da fondo pagina di giornali locali.
Le storie d’amore sono tutte fotocopie nel linguaggio e nella gestualità – come i cinesi -, eppure ciascuno di noi ripete e riconosce le proprie.
Io sono Clara sono te sono Antonella tu sei me e Gino e Lelio.

Così nel suo destino
così
senza battiti di ciglia
ad un velo dal suo respiro,
fra le sue dita,
così
nella solitudine delle nostre ansie,
io sono la viola
cercata in un bosco
io sono corda di viola
in un suono d’orchestra
io sono viola pensiero
che scuote passioni
io sono di mammole viola
la macchia, l’inchiostro,
di semi di viola appassita
profumi e magie,
io sono poeta
io sono

silenzio.

Il Dispari 20210802 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210802 – Redazione culturale DILA

Ho detto: -«Voglio che tu sia la mia donna»
Ha detto: -«Voglio che tu sia la mia amante.»
Ho detto: -«Ti amo.»
Ha detto: -«Non chiedermi amore».
Ognuno riconosce la sua. Per sfumature in teneri acquarelli, per contrasti di toni in opere corpose, per forme di linee in immagini astratte e cerebrali.
Storie tenere, corpose, cerebrali, come tutta la vita mia”.

… Con Gilda.
Quella mattina di inizio settembre, prima d’immergermi nella nuova solitudine, nella desolata ricerca della mia murena, il rimbombo ossessivo dell’aggettivo che mi aveva dato sempre da sempre il senso del mio amore, mi donò un’ultima briciola di poesia:

Scriverò di te innocente – giovane Apache –
dalla lunga chioma di grappoli,
di grappoli d’uva rossigna,
tra le fiamme dei tronchi,
dei tronchi ardenti sfavillanti
una notte di cielo deserto,
deserto, nel cuore del deserto.

Penserò alla tua malinconia – giovane Apache –
d’attesa e di passioni
con occhi memorie,
memorie affastellate,
sopra i fumi dei tronchi,
dei tronchi assopiti
nelle notti di cielo deserto,
deserto, come il cuore del deserto.

Amerò gli sguardi squillanti – giovane Apache –
per la felice follia di silenziosi sorrisi,
sorrisi all’ombra di tante chimere,
dentro ai profumi dei tronchi,
dei tronchi spenti dalla mia ombra
ogni notte di cielo deserto,
deserto, più del cuore del deserto.

Prima di uscire verso il mare, con in cielo il sole ancora rosato e velato come Gilda nel letto, con due stelle basse sull’orizzonte come gli occhi di Gilda dopo una notte di baldorie, lasciai il foglietto dei versi accanto al cofanetto del trucco – Gilda lo usava ogni mattina -, presi una penna di colore diverso, rossa, detti ascolto, per una volta, alla voce della ragione che m’imponeva di fare chiarezza.
Affinché Gilda sapesse.
Non solo per giustificare la mia decisione.
Andare in cerca della predatrice immobile.
Sollevare un velo sul presente.
L’ossessione della murena.
Ciò nonostante la sola libertà che seppi concedermi fu un messaggio criptico, risultato infine appannato, celato tra parole poco più che banali, scritto con penna rossa in poche righe a margine della poesia Apache:

”La colpa sono io.
Un bacio a nostro figlio.
Vado ad incontrare la mia bestia.
Addio.”

Certo, ho sempre da sempre avuto memoria della parola che mi riempiva la testa e la vita, la testa e la vita: “Incredibile”.
Un amore incredibile, un amore incredibile.
Incredibile.

Il Dispari 20210802 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210726 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210726

La menopausa di mia sorella

Racconto a puntate – quarta parte

 Se vi piace leggere racconti a puntate, questa pagina fa al caso vostro, poiché da alcune settimane abbiamo iniziato a pubblicare (ogni lunedì) una parte del racconto “La Menopausa di mia sorella” inserito nel quinto volume della serie “Per Aurora” scritto dal sottoscritto e acquistabile tramite ISBN 9781409281849  al prezzo di USD 13.36 più spese di spedizione
 
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La menopausa di mia sorella

Racconto a puntate – quarta parte

Capitolo 3
Il Dispari 20210726 – Redazione culturale DILA


Ma io non ho mai dato questi attestati!
Né ho chiesto aiuto per propagandare il nome mio!
Neppure ho offerto difese ai cialtroni ed agli imbonitori di povere anime ingenue!
Io non impongo preghiere! Io non ho lamenti per la mia solitudine, né patisco l’ignoranza di chi sfugge a se stesso, e poi, e poi, e poi, e poi.
è però certo senza poi e senza ma che io schifo profondamente l’ignavia dei vostri comportamenti incoerenti, finanche con la truffa sfacciata che vi rende sovrani
Gilda non poteva non udire, dovunque fosse, e non voleva tacere nei confronti di qualunque provocazione io producessi, quindi, lasciò che terminassi il proclama, e punse l’evidente allitterazione verso cui non ponevo remore:
Ciascuno è re dei sudditi che riesce a conquistare.
Ciascuno è dio dei fedeli che riesce a creare.
Vuoi ricrearti re, dio, suddito o fedele?
Non credo che tu lo sappia, e non lo scoprirai urlando
Ma io aspettavo da lei lozioni odorose, dolci linimenti, melasse e dolcezze, infusi inebrianti, vibrazioni sottocutanee, suadenti passionali serenità, il volo silenzioso di abbracci mai privi di… mai privi di tutto intero il nostro passato!
Ciò non avvenne neppure quando iniziai a scrivere un capitolo nel quale riportavo di aver fermato la mia attenzione su un profilattico usato e lasciato per terra, in una calda giornata autunnale, accanto al muro di cinta di un parcheggio confinante con un terreno incolto.
“… qualcuno al mio posto l’avrebbe fatto segno di considerazioni dai vaghi risvolti cannibaleschi?
Dal mio totalizzatore la risposta positiva non è data vincente.
Eppure di un così fetente gesto d’inciviltà – parcheggio Cava dell’isola 14 ottobre 2006 ore 13 – per me sarebbe stato divertente parlarne con lo strafottente autore.
Egli, senza dubbio sfacciato e prepotente, incolto e superficiale, maschio ma per niente uomo, forse sarebbe rimasto disorientato se fosse stato condotto a vedere le migliaia di formiche nere freneticamente impegnate a distruggere annientare e trasportare nei loro depositi alimentari i poveri resti dei suoi spermatozoi.
Eppure, quasi certamente, egli fa sua la fede che assegna a quella schifezza – da lui lasciata in balia dei fieri predatori – i diritti inalienabili riconosciuti a beneficio delle forme vitali preposte alla riproduzione della specie umana, negli stessi termini nei quali, questa ultima, riceve gloria per essere stata plasmata personalmente dal creatore in cui lui, lurido zozzone, finge di credere.
I massimi requisiti della fertile potenza di quel porco eiaculatore, i codici del suo patrimonio genetico, assaliti da legioni di formiche nere, devastanti distruttrici dell’unico elemento di civiltà che gli era dato di possedere! Lo sperma è spesso migliore dell’uomo”.
Maniacale ricerca dell’orrido”, fu il commento che Gilda lasciò a margine della pagina.
Ed allora iniziai, solo iniziai, per mia fortuna iniziai soltanto, a cercare di ricavare un nesso dal fatto che a mia sorella dopo la menopausa crebbero le unghie.

Una spuma d’onda sgocciolò nel tubo della maschera richiamandomi a riprendere il cotrollo della situazione in cui mi trovavo.
Quasi a fuggire da questi nuovi e vecchi invadenti ed inopportuni pensieri, effettuai di botto un profondo respiro, spinsi la testa sottacqua, ruotai il capo verso il basso, e, dando un deciso colpo di pinne, mi lasciai cadere nella profonda fenditura tra due masse rocciose.
Nel chiarore indeciso delle strisce di sole che, penetrando i circa otto metri di profondità, in una prospettiva parevano sciamare entro gruppi aghiformi tra i filari delle posidonie, mentre invece, in un angolo opposto, squarciavano il fondale trafiggendo l’incastro della falda sulla scogliera, come un fantasma di pura luce, seguendo la corrente sottomarina con un docile movimento a pendolo che non ne spostava granché la posizione, un fantastico enorme agglomerato, perfettamente mimetizzato tra le rare pietre, le variegate alghe, e gli spigoli di sabbia, giaceva come un polpo.

Un polpo?
Una piovra!

Il Dispari 20210726 – Redazione culturale DILA

Otto metri circa sotto di me, un polpo di dimensioni mai prima affrontate sbatacchiava fra i suoi enormi tentacoli una macchia nerastra simile ad una delle rotondeggianti rocce laviche stracciate dai bordi del magma solidificato.
A meno che non si fosse trattato di un riccio gigante o di un grappolo di cozze, la macchia non mi sembrava giustificata in quel luogo.
Non ebbi in mente altre ipotesi.
Neppure che potesse trattarsi di un totano.
Le pulsazioni m’incalzavano risucchiando quanto più ossigeno possibile dai polmoni, l’adrenalina mi eccitò rendendo secchi e decisi i movimenti con i quali proseguii la discesa, gli occhi sbarrati dietro il vetro perlato della maschera molto compressa sulla faccia puntarono il centro dell’ammasso spiaccicato indifeso sul fondo, la mano destra strinse l’asta d’acciaio del tridente fino a procurarmi dolore per l’improvvida compressione, il braccio sinistro si mosse a cavare il pugnale dalla guaina legata al polpaccio.

Non ebbi un pensiero.
Che fosse un totano.

Agii come un plotone di armigeri. In una azione simultanea, un unico sincronismo, un insieme fatto di singoli particolari, in un unico tutto, il mio corpo non mi appartenne, ma si comportò, nelle sue diverse strutture, come un gruppo formato da numerose entità, ciascuna decisamente separata da tutto il resto, ma che attuava un canovaccio a lungo studiato e provato e riprovato.
Il sincrono meccanismo di una squadra d’incursori movimentò ogni singolo muscolo di ogni azione della mia persona, anche sensoriale, tattile, visiva, preposta al controllo della fulminea immersione d’attacco che andavo attuando.

Era lì.
La bestia più grande e fascinosa che avessi mai affrontato nella vita.
Con tutti i pericoli.
Era lì.
Con tutte le insidie.

Certo, non tradussi in un ragionamento logico l’immagine del cefalopode mentre si dibatteva, trafitto dall’arpione, brandendo i tentacoli alla ricerca di un aggancio con l’assalitore per trattenerlo sul fondo fino alla morte per esaurimento delle sue risorse d’aria.
Nemmeno mi dettai la prudenza di non avvicinarmi tanto da consentirgli di ferrarsi ad una qualsiasi sporgenza voluminosa, sfilacciando un tentacolo sulla mia mano che impugnava l’arma. Neppure, neanche, nemmeno ricordai per un attimo la nube nero inchiostro che avrebbe potuto spargermi intorno, impedendo, così, che vedessi i pericoli portati dai suoi contrattacchi.
Era lì.
Con tutte le insidie.
Era lì.
Con tutta la potenza del suo mostrarsi padrone in un regno che non concedeva superflui respiri, forze e movimenti.
Un mondo senza poesia.
Un mondo che non accoglieva benevolo l’infido luccichio del mio sguardo, né il barlume del mio pugnale.
Con me veloci, le punte del tridente, meticolosamente affilate, fenderono l’acqua alternando bagliori nella discesa.
Tutte le forze del braccio teso e del corpo trascinato nell’apnea dai pesi che portavo agganciati alla cintura, furono guidati dall’incosciente volontà di una conquista che di conquista non aveva nulla. Per la cattura più esaltante da mostrare che da possedere gelosamente, fosse anche solo nei ricordi.
Per una morte che se fosse giunta sarebbe stata solo una morte.

Era lì.
Anche io.

Non ero stato sempre da sempre ai bordi di quel promontorio, non mi ero di abitudine tuffato con tanta foga, repentinamente, verso una situazione imprevista, non avevo mai subito l’ansia per la scoperta di una chimera, né ero mai stato succube di una simile crudeltà immotivata.
Gilda diceva “Il tuo malvezzo è un presuntuoso orgoglio”.
In tante occasioni sarei stato tentato di spingerla a ridimensionare, utilizzando esempi concreti, un giudizio che non avendo nulla di concettuale, alla fine di ogni discussione, lei m’appiccicava sul muso come un’aringa affumicata.

Il Dispari 20210726 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210719 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210719 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210607 – Redazione culturale DILA

DILA

NUSIV

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