“Paranza” di Antonio Ievolella è esposta a Venezia nell’antico Arsenale dal 25 marzo 2022

Antonio Ievolella (Benevento 1952) scultore di richiamo internazionale presenta” Paranza”: opera in cui viene sintetizzata la sua poetica dove la tradizione resta nel tempo recuperando memorie e ideologie che rappresentavano punti fermi cui riferissi. L’installazione a cura di Virginia Baradel. viene ospitata nell’antico Arsenale di Venezia lambito dalla laguna presso lo Spaio Thetis, hub dell’arte contemporanea dal 25 marzo al 27 novembre 2022.

All’inaugurazione dell’esposizione che si svolge il 25 marzo alle ore 12.00 a Venezia presso lo Spazio Thetis Castello, Arsenale Nord oltre alla curatrice Virginia Baradel, Storica dell’arte del Novecento e curatrice, sarà presente l’artista.

Paranza di Antonio Ievolella

Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, Antonio Ievolella partecipa agli incontri della Galleria di Lucio Amelio grazie ai quali entra in contatto con i protagonisti delle principali tendenze artistiche internazionali. Se Milano è determinante per mettere in campo nuove esperienze e stringere amicizie importanti tra cui in particolare quella con Mimmo Paladino, Padova diventa il luogo per stabilirsi ed aprire il proprio studio. E’ a Padova verso la metà degli anni Novanta che ha luogo l’esposizione dell’Antologica ”Il Grande Carro”, impostata con l’installazione di sette sculture di grandi dimensioni lungo i principali snodi della città.

“Paranza”  realizzata per l’Antico Arsenale di Venezia, che evoca la struttura di una barca da pesca costiera, è vista come relitto e memoir di lavori popolari antichi. Come afferma la curatrice Virginia Baradel“ : Paranza’ è un rottame di barca che era poca cosa in sé anche quando andava per mare, niente più di un mezzo usato infinite volte. Ma era pane e vita per le famiglie dei pescatori, ed ecco che lo scultore ne fa materia d’arte, ne rigenera la forma. Evocandone la struttura, eleva quel rottame a monumento, carico di memorie, suggestioni e moniti. In ‘Paranza’ domina la tensione serrata di curve nello spazio, scheletri di imbarcazioni, materiali restituiti dall’usura – forgiati dal’usura -dovuta al tempo trascorso in mare; reliquia propiziatoria alle divinità marine ma anche tribuna votiva al travaglio dell’uomo, alla strenua destrezza di un mestiere antico fatto di sacrificio e di lotta, filtrato nel ricordo, nella pietas e nella nostalgia. Il movente espressivo deriva da una dimensione antropologica dissotterrata e magnificata nella mutazione formale, nella dilatazione spaziale e comunicativa di un oggetto che appartiene ad archeologie popolari e a umori mediterranei.”.

Tra le mostre personali e collettive che hanno segnato il successo di Antonio Ievolella, portandolo ad un’attenzione sempre maggiore di critica e pubblico, accanto alla “XLIII Biennale di Venezia” del 1988 su invito di Giovanni Carandente dove presenta l’opera “Trittico” nella sezione Scultori ai Giardini curata da Andrea del Guercio e alla personale alla Galleria Oddi Baglioni a Roma sempre nell’1988 organizzata da Andrea Del Guercio, vanno citate l’antologica “Il Grande Carro” a Padova articolata in sette sculture di grandi dimensioni installate lungo i principali snodi della città di metà anni Novanta, la personale a Castel dell’Ovo a Napoli “Materia Forma Luogo”, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli e curata da Tommaso Ferrillo del 2006 e le grandi Fontane per una villa privata di Battaglia Terme (PD) e per la piazza di Voltabarozzo nei pressi di Padova (2008-2009). Va anche menzionata l’imponente opera “Ghirba” presentata a a Napoli nella Chiesa Santa Maria Incoronata nel 2014 e riproposta a Padova sempre nello stesso anno in occasione di una sua antologica. La scultura dal carattere simbolico e concettuale, formata da due otri ciclopici realizzati su una struttura in acciaio cor-ten ricoperta da riquadri di lamiera trattati con differenti patinature, invita a riflettere sulla sopravvivenza della vita in relazione all’acqua al cui trasporto sono addette le ghirbe.

Silvana Lazzarino

 

“Paranza” di Antonio Ievolella

Antico Arsenale di Venezia

Spaio Thetis, hub dell’arte contemporanea

Inaugurazione venerdì 25 marzo 2022 ore 12,00

Come arrivare: LINEA ACTV 4.1 , 4.2 / 5.1,  5.2 (Fermata Bacini )

(Arsenale Nord)

 

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Pignatelli e il suo sguardo attraverso la memoria

PIGNATELLI in mostra a Carrara a Palazzo Cucchiari – Fondazione Giorgio Conti

Con uno sguardo volto a cogliere quel che resta “vivo” del passato, soffermandosi su temi legati alla tradizione rivisitata nel presente attraverso nuove possibili forme comunicative, Luca PIGNATELLI (Milano 1962) tra i più affermati protagonisti della scena artistica contemporanea a livello internazionale, traccia il suo percorso  con cui riporta in auge la memoria, il mito che parla di grandezza e bellezza ormai lontane da questa contemporaneità sempre più in declino dove non sono più dati all’uomo punti di riferimento cui appellarsi.

Pignatelli mostra Palazzo Cucchiari Fondazione Giorgio Conti a Carrara

Ad altri modi e prospettive con cui Pignatelli rielabora i canoni tradizionali dell’arte facendo interagire diversi piani di visualizzazione, è dedicata un’interessante esposizione che si inaugura a Carrara il 22 aprile 2017 presso Palazzo Cucchiari- Fondazione Giorgio Conti.

La mostra, Luca Pignatelli, a cura di Antonio Natali e Massimo Bertozzi, e organizzata dalla Fondazione Giorgio Conti, presenta accanto a grandi tele, una serie di inediti realizzati su lastre di ferro zincato rimaneggiate con inserti di catrame lavorati a fiamma viva a ripercorrere le fasi di trasformazione della materia che rivisitata rispetto al suo stato originario viene restituita sotto nuova luce. Sulle grandi superfici Pignatelli sovrappone il repertorio delle sue immagini costituito da mezzi meccanici, navi, aeroplani, paesaggi metropolitani, ma anche reminiscenze dell’antico rappresentate dai resti di statue, oggetti e città in rovina. Il tempo e la storia entrano in una dimensione nuova dove attraverso cortocircuiti iconografici antico e moderno dialogano in una prospettiva “atemporale” di grande contemporaneità.

Pignatelli mostra a Carrara Palazzo Cucchiari Fondazione Giorgio Conti

Si è proiettati attraverso queste rappresentazioni, in un percorso con cui riformulare il presente a partire da punti essenziali della memoria, dal passato .Ed in questa direzione si orientano diverse sue opere come le grandi tele dove si intrecciano aspetti legati alla storia e al mito con contesti attuali ordinari e straordinari, che appartengono al vissuto dell’uomo, al suo cammino spesso incerto. Un iter dove il passato viene riproposto con nuove formulazioni visive per offrire allo spettatore l’occasione di essere proiettato entro un contesto insolito, come accade ad esempio per le note immagini di Pompei dove Pignatelli vuole stupire estraniando chi osserva dal suo vissuto attuale per metterlo di fronte ad un passato che ha segnato la storia, un passato di cui si deve riconoscere la grandezza. Passato simbolo di grandezza e bellezza che entra in contrasto con questo presente decadente e distante: presente sempre più in declino; e la decadenza di Pompei sta ad indicare la decadenza della società di oggi.

Pignatelli mostra Palazzo Cucchiari Fondazione Giorgio Conti a Carrara

Questa mostra, come sostiene Franca Conti, presidente della Fondazione Giorgio Conti: “sarà occasione per stupirsi e meravigliarsi dei risultati di un percorso artistico che da anni dialoga con la tradizione, riportando la memoria e il divenire della storia a confronto con i sentimenti del presente, soprattutto per rimettere a posto le lancette dell’espressione figurativa del nostro tempo”.

Antico e contemporaneo entrano a far parte delle opere di Pignatelli spesso non del tutto completate come a lasciare un qualcosa di sospeso come da ritoccare. Nelle sue tele dove emergono frammenti di passato si combinano diversi elementi di vari materiali come a suggerire che anche questi segni vivono di memoria. Il passato e il presente vivono nelle sue opere tra sculture e dipinti, o meglio convivono a cercare un’interazione di segni e simboli per riformulare un nuovo concetto di vissuto dove tutto si forma e trasforma attraverso lo scorrere del tempo che passa e lascia tracce. Il catalogo è a cura della Maschetto Editore Firenze e contiene testi di Massimo Bertozzi e Antonio Natali.

Silvana Lazzarino

 

Luca Pignatelli

Mostra a cura di Antonio Natali e Massimo Bertozzi

Palazzo Cucchiari- Fondazione Giorgio Conti

Via Cucchiari,1 54033- CARRARA (Ms)

Orario: martedì, mercoledì, giovedì e domenica ore 15-19; venerdì e sabato 15.00 – 22.00

Vernissage 21 aprile ore 18.00

dal 22 aprile al 18 giugno 2017

per informazioni: tel. 058572355, sito web: www.palazzocucchiari.it.

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VISITE IN CAMPIDOGLIO

VISITE IN CAMPIDOGLIO

VISITE TATTILI  E VISITE PER NON UDENTI

 NEGLI SPAZI DELLA MOSTRA “CAMPIDOGLIO TRA MITO, MEMORIA, ARCHEOLOGIA”

Oltre la barriera del buio si possono far percepire le emozioni che un’opera d’arte trasmette, così come oltre il muro del silenzio le opere d’arte possono raccontare storie senza tempo.

Per quanti non vedono la percezione della realtà avviene attraverso gli altri sensi udito, tatto, gusto e olfatto, e attraverso quella capacità di orientamento che consente loro di gestire al meglio il rapporto con lo spazio entro cui essi si muovono e agiscono. Analogamente per chi non sente il mondo circostantelocandina mostra musei capitolini

trasmette emozioni attraverso immagini, scritte, colori e profumi e la comunicazione avviene grazie al linguaggio dei segni.

L’arte in particolare la pittura e la video art, proprio per il fatto di creare un rapporto diretto tra visione ed emozione, risultano forse meno fruibili per chi non vede, rispetto alla scultura da tempo resa accessibile attraverso una diretta fruizione tattile. Diversi sono infatti i musei in Italia che con guide esperte

VISITE TATTILI E VISITE PER NON UDENTI mostra iCampidoglio

VISITE TATTILI E VISITE PER NON UDENTI mostra iCampidoglio

accompagnano visitatori con disabilità visiva alla scoperta di alcune opere loro accessibili, in particolare legate alla scultura.

Dal prossimo 28 aprile fino al 19 giugno 2016 anche per i non vedenti e i non udenti sarà possibile andare alla scoperta di quanto proposto dalla mostra in corso a Roma ai Musei Capitolini CAMPIDOGLIO, MITO, MEMORIA, ARCHEOLOGIA dove sono raccontate le trasformazioni del tessuto urbano del Colle a partire dall’opera Modern Rome. Campo vaccino di J. M. W. Turner (1839) in cui Roma è rappresentata immersa in un velo di memoria, tra chiese barocche e antiche rovine che si dissolvono in una luce crescente generata dal tramonto.

Promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione e i servizi museali di Zètema Progetto Cultura, curata da Alberto Danti e Claudio Parisi Presicce, la mostra presenta documenti d’archivio, incisioni, sculture, inediti reperti archeologici e dipinti tra cui il sopracitato dipinse di Turner. E poi plastici del Campidoglio, recentemente recuperati e poco noti al grande pubblico, un ricco apparato scientifico-documentario e diverse opere che raccontano la suggestione poetica suscitata dal

mostra Campidoglio Mito, memoria archeologia

mostra Campidoglio
Mito, memoria archeologia

Campidoglio, fino all’inizio del XIX secolo: come ad esempio le vedute di Giovan Battista Piranesi e Filippo Juvarra. Suddiviso in sei sezioni il percorso a partire da una visione mitica e romantica con il dipinto di Turner guida il visitatore verso una rappresentazione legata alla storia e alla trasformazione urbanistica del Campidoglio dalla fine del XVIII ai nostri giorni che lo vede sede dell’amministrazione capitolina.

Documenti d’archivio e opere conservate presso le collezioni capitoline permettono di analizzare accanto al periodo legato alla famiglia Caffarelli che verso la metà del XVI occupò la sommità del colle, quello che vide i Prussiani stabilirsi in Campidoglio ampliando le loro proprietà con nuovi edifici come l’Istituto Archeologico e l’Ospedale Teutonico. Sono illustrati inoltre i cambiamenti successivi alla proclamazione di Roma Capitale d’Italia nel 1870 e l’epoca del Governatorato, caratterizzata dalle demolizioni attuate per riportare alla luce la mitica Rupe Tarpea. Da sottolineare la sezione dedicata alla più recente storia degli scavi del tempio di Giove Capitolino avviati con regolarità dal 1865 e alle opere scultoree emerse durante gli sventramenti lungo il margine di Via della Consolazione. A chiudere sono gli inediti risultati emersi dalle indagini che hanno rimesso in luce il numeroso materiale

dipinto di Turner mostra Campidoglio. Mito, memoria, archeologia

dipinto di Turner
mostra Campidoglio.
Mito, memoria, archeologia

(terrecotte architettoniche e frammenti di scultura fittile) attribuibile alla fase arcaica e medio repubblicana dell’antico Capitolium.

In questo percorso dove la storia sembra fermarsi per svelare i suoi segreti, da sottolineare diversi APPUNTAMENTI DIDATTICI a cura della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale. Accanto alle VISITE TATTILI per il pubblico con disabilità visive a cura dell’Associazione Museum onlus (11 e 25 maggio, 8 giugno ore 16.30 – 18.30) sono LE VISITE PER NON UDENTI con interprete della lingua LIS italiana (7, 21 maggio e 11 giugno ore 16.30 – 18.30). Di grande interesse dal punto di vista educativo sono i LABORATORI CREATIVI frutto della collaborazione tra Musei Capitolini e Accademia di Belle Arti di Roma che prevedono la creazione di alcuni piccoli oggetti in argilla policroma (28 aprile e 12 maggio ore 17.00 – 19.00) e la LEZIONE SPETTACOLO “C’erano un italiano, un tedesco e… una capra!” ovvero: piccola storia del Campidoglio con la partecipazione della giovane e affermata attrice Antonietta Bello e il coinvolgimento attivo degli spettatori (30 aprile e 14 maggio ore 17.00 -19.00; 5 giugno ore 10.30 – 12.30). Riguardo le VISITE PER NON UDENTI un interprete della lingua LIS italiana accompagnerà i visitatori con questa disabilità a scoprirei i temi della mostra tra la visione mitica dei viaggiatori europei, i Caffarelli e le loro proprietà, i Prussiani in Campidoglio, l’avvento di Roma Capitale, e poi gli anni delle demolizioni ed i ritrovamenti archeologici, il Tempio di Giove fra studi e recenti scavi, il deposito di terrecotte rinvenuto a Monte Tarpeo.

Le VISITE GUIDATE TATTILI a cura dell’Associazione Museum onlus, danno la possibilità al pubblico con disabilità visive di accostarsi all’arte attraverso esplorazioni tattili di plastici, rilievi, planimetrie e sculture presenti in mostra, facendo uso di guanti e sussidi didattici appositamente realizzati.

Silvana Lazzarino

VISITE E LABORATORI PER TUTTI

ALLA SCOPERTA DELLA MOSTRA

Campidoglio. Mito, memoria, archeologia

Roma- Musei Capitolini

laboratori creativi in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Roma,

Visite tattili, Visite per non udenti e lezioni spettacolo

dal 28 aprile al 19 giugno 2016

Le attività e gli appuntamenti didattici sono gratuiti

Orario: tutti i giorni 9.30 – 19.30. (La biglietteria chiude un’ora prima)

Per tutte le attività prenotazione obbligatoria al numero 060608.

Per informazioni telefono 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00)

www.museicapitolini.org; www.museiincomune.it

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Deportati ad Auschwitz

Deportati ad Auschwitz

MEMORIE D’INCIAMPO PER NON DIMENTICARE I DEPORTATI AD AUSCHWITZ

Il dramma più grande vissuto dall’umanità: lo sterminio degli ebrei nei lager nazisti durante il secondo conflitto Mondiale ha lasciato una traccia indelebile negli animi e nei corpi di quanti hanno visto, vissuto e raccontato gli orrori di una tragedia senza precedenti.

Articoli, inchieste, interviste, documentari, film, romanzi, a distanza di anni hanno raccontato con intensità e forte spessore comunicativo la tragedia della shoah che ha lasciato attonito il mondo intero. Una pagina di storia atroce e agghiacciante che non va dimenticata.Gunter Demnig

A ricordare quanti scomparsi, a seguito delle persecuzioni naziste, tra ebrei, politici, militari, attraverso il simbolo “artistico” di una pietra è stato l’artista tedesco Gunter Demnig che a partire dal 1995 a Colonia iniziò a realizzare incisioni su una sorta di sampietrini – dette Stolpersteine pietre “d’inciampo” per immortalare i nomi di quanti furono deportati a Auschwitz: una straordinaria mappa della memoria europea che anno dopo anno si è estesa fino a includere oltre 45.000 pietre.

Luogo deputato per queste opere antimonumentali, ma concrete e tangibili a tenere viva la memoria nel presente, è il marciapiede prospiciente la casa in cui hanno vissuto i deportati. Sul marciapiede sono installate le “pietre d’inciampo”, sampietrini del tipo comune e di dimensioni standard (10×10) sulla cui superficie superiore di ottone lucente sono incisi: nome e cognome del/lla deportato/a, età, data e luogo di deportazione e, nel caso si conosca, anche la data di morte.

Gunter Demnig ha portato questa opera in Italia facendo così entrare il nostro paese a far parte di questo grande circuito internazionale della memoria. E’ stato dato così inizio al progetto MEMORIE D’INCIAMPO giunto quest’anno alla sua settima edizione, che ha visto l’artista tedesco a partire dal 2011 al 2015 posizionare 226 “pietre d’inciampo”.

Il prossimo 11 gennaio 2016 Gunter Demnig sarà a Roma per installare 11 Stolpersteine (pietre d’inciampo) in memoria di deportati razziali e politici.Stolpersteiner

Il progetto di questa settima edizione Memorie d’inciampo a Roma, patrocinato dal Municipio di Roma I Centro, Municipio II, Municipio VII è sostenuto dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania. Promosso tra gli altri da ANED (Associazione Nazionale ex Deportati); ANEI (Associazione Nazionale ex Internati); Federazione delle Amicizie Ebraico Cristiane di Italia; Fondazione CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), IRSIFAR (Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza), sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, il progetto è curato da Adachiara Zevi e si avvale di un comitato scientifico formato da Anna Maria Casavola, Annabella Gioia, Elisa Guida, Antonio Parisella, Liliana Picciotto, Micaela Procaccia e Michele Sarfatti.

Questa settima edizione di “Memorie d’inciampo a Roma” sarà inaugurata lunedì 11 gennaio 2016 alle ore 12.00 in Via Po, 42 alla presenza del Presidente del Municipio di Roma II Giuseppe Gerace. Ad affiancare questa edizione sarà il progetto didattico curato da Annabella Gioia e Sandra Terracina: ogni Municipio coinvolto sceglierà una o più scuole cui affidare una ricerca storica sui perseguitati alla cui memoria sono dedicati i sampietrini.

Silvana Lazzarino

MEMORIE D’INCIAMPO A ROMA

VII edizione

Lunedì’ 11 gennaio 2016 a Roma (ore 12.00 in Via Po, 42)

Presso la Biblioteca della Casa della Memoria e della Storia è attivo uno “sportello” (casadellamemoria@bibliotechediroma.it / tel. 06/45460501) curato da Liliana Biello ed Elisa Guida. A loro possono rivolgersi quanti intendono ricordare familiari o amici deportati attraverso la collocazione di uno Stolpersteine davanti alla sua abitazione.

Il sito web www.memoriedinciampo.com, curato da Giovanni D’Ambrosio e Paolo La Farina, documenta interamente le precedenti edizioni: la mappa dei luoghi dove sono stati installati i sampietrini, fotografie, film e testimonianze, il lavoro svolto dagli studenti che hanno aderito al progetto didattico, testi storici e critici relativi alla deportazione di ebrei, politici e militari, un profilo biografico dell’artista e una vastissima rassegna stampa.

 

 

 

 

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