Péter Korniss al Museo di Roma in Trastevere

 I suoi scatti in mostra fino al 2 giugno raccontano la scomparsa della cultura contadina ungherese

Ha saputo come pochi catturare la realtà riferita alla cultura contadina ungherese in via di estinzione  di cui ha restituito usi, costumi di una popolazione legata a tradizioni che si perdono nel tempo. Al suo sguardo attento non è sfuggita la dura vita dei pendolari con particolare riferimento a András Skarbit che ha seguito per oltre un decennio. Questo è parte del lavoro svolto da Péter Korniss (Kolozsvár, Románia, 1937) tra le figure più significativi della fotografia contemporanea ungherese, cui è dedicata un’interessante esposizione  negli spazi del Museo di Roma in Trastevere dal 10 aprile al 2 giugno 2019.

Peter Korniss_Madre e bimba_Mother and Babe-in-Arms_1973

Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata dall’Ambasciata di Ungheria, Accademia d’Ungheria in Roma e Galleria Vàrfok di Budapest, la mostra dal titolo “Transiszione” arriva a due anni di distanza dall’ottantesimo compleanno del fotografo e dalla retrospettiva monumentale a lui dedicata dalla Galleria Nazionale Ungherese. L’esposizione a cura di Krisztina Kovács, direttore della Galleria Várfok di Budapest, attraverso un percorso cronologico diviso in quattro sezioni dove è dato risalto agli scatti più emblematici  dell’autore, restituisce la progressiva scomparsa della tradizionale cultura contadina nell’Europa orientale in seguito alla globalizzazione .

Con occhio attento e snsibile, Péter Korniss ha rappresentato i cambiamenti e i segni irreversibili che proprio la globalizzazione ha lasciato sulla cultura e sulla vita familiare delle comunità dei villaggi rurali. Il percorso espositivo segue cronologicamente l’attività del fotografo e reporter dalla fine degli anni Cinquanta al 2017: dai primi scatti del villaggio ungherese della Transilvania Szék (in romeno Sic), realizzate nel 1967, alla più recente e concettuale serie Guest Worker Women a Budapest (2014-17).

Ad aprire il percorso “Il passato 1967 – 1978” cui segue “Transizione 1989 – 2016”; alla vita dei pendolari tra la Transilvania e l’Ungheria è dedicata la terza sezione “The Guest Worker” la più nota, e il primo progetto fotografico a lungo termine realizzato nello scenario fotografico ungherese. Si tratta di opere realizzate tra il 1979 e il 1988, diventate ormai pietre miliari della fotografia – come la celebre immagine degli Armadietti per alimenti degli operai – la cui potenza espressiva offre ancora oggi spunti validi per gli artisti contemporanei ungheresi.

Peter Korniss_ Di fronte alla stazione ferroviaria occidentale di Budapest_In Front of the Western Railway Station_1984

A chiudere il percorso la quarta e ultima parte “Guest Worker Women a Budapest 2012 – 2015”, con le fotografie più recenti dell’artista dedicate alle donne transilvane provenienti dal comune Szék (in romeno Sic), che lavorano a Budapest indossando ancora oggi i loro abiti tradizionali rossi. Una forte sensibilità artistica quella di Péter Korniss:che si è rinnovata nel tempo.

La serie The Guest Worker (1988) è stata il primo progetto fotografico a lungo termine nella scena artistica ungherese ed è stata esposta in tutto il mondo, tra cui Monaco di Baviera, Stati Uniti, Praga, Bratislava, e una selezione è stata anche in mostra alla Royal Academy of Art di Londra.

Come fotoreporter per la stampa ungherese Péter Korniss. come per altre riviste internazionali, tra cui il National Geographic, GEO Magazine, Airone, Fortune e Forbes. Dal 1977, è stato membro della giuria del World Press Photo per tre anni.

Diversi e importanti sono i libri pubblicati sui suoi progetti tra cui: “Heaven’s Bridegroom” (1975), “Passing Times” (1979), “The Guest Worker” (1988), “Inventory” (1998), “Attachment” (2008) e “Continuing Memories” (2017).

Le sue fotografie sono presenti in diverse collezioni di gallerie e musei di sedici paesi tra cui il: Museo Ungherese della Fotografia (Kecskemét, Ungheria), Musée Nicephore Niépce (Chalon-sur-Saône, Francia), National Science and Media Museum (Bradford, Regno Unito), Museo Déri (Debrecen, Ungheria), Museo Laczkó Dezső (Veszprém, Ungheria), Galleria Nazionale Ungherese (Budapest, Ungheria), Getty Research Center (Los Angeles, Stati Uniti), The Archive of Modern Conflict (Toronto, Canada).

Silvana Lazzarino

Péter Korniss: Transizione

Luogo   Museo di Roma in Trastevere,

Piazza S. Egidio,1/b 00153 Roma

Orario: da martedì a domenica ore 10.00 – 20.00

La biglietteria chiude alle ore 19.00

Chiuso lunedì (ad eccezione di lunedì 22 aprile 2019, giorno di Pasquetta in cui il museo darà aperto al pubblico), 1 maggio.

Per informazioni: 060606 (tutti i giorni 9.00-19.00)

dal 10 aprile al 2 giugno 2019

 

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Fieramilanocity MiArt, partecipa la Galleria Sara Zanin e Evgeny Antufiev

Fieramilanocity,  la 2o Sara Zanin Gallery di Roma presente nel Padiglione 3, Stand B22 con l’opera dell’artista Antufiev dal 5 al 7 aprile 2019

Fieramilanocity,  Arte contemporanea, moderna e design sono protagoniste alla Fiera MiART di Milano, in cui è dato spazio ad un possibile dialogo tra le diverse sfumature espressive, esplorando le relazioni tra il passato e il presente legato alla creatività. Un’occasione in cui al pubblico viene presentata la più ampia offerta cronologica, dall’arte dell’inizio del secolo scorso fino alle opere delle generazioni più recenti. La fiera che apre al pubblico dal 5 al 7 aprile 2019 in Viale Scarampo, 9 a Milano, presenta diverse sezioni tra cui: “Established Masters” dedicata alle gallerie che presentano opere d’arte realizzate entro l’anno 1999, in una selezione che spazia dai maestri dell’arte moderna fino agli artisti oggetto di una riscoperta attuale, “Established Contemporary” dedicata alle gallerie di primo mercato che presentano i linguaggi

Evgeny Antufiev
alla MiART con la Galleria Sara Zanin

maggiormente legati alla contemporaneità, dai classici odierni alle produzioni nuove e recenti e “Generations” sezione ad invito in cui due gallerie sono chiamate a creare un dialogo tra due artisti appartenenti a generazioni diverse collaborando ad uno stesso progetto espositivo.

A MiART partecipa anche la Galleria Sara Zanin di Roma (Roma, Via della Vetrina 21) presente nel Padiglione 3, Stand B22 con l’opera dell’artista EVGENY ANTUFIEV che entro una diversa ottica restituisce una uova percezione del rapporto tra presente e passato, tra l’uomo e la natura, l’uomo e la sua storia.

Le sue opere tra oggetti che rimandano ad utensili, o statuine con richiami al culto e ai simboli, proiettano entro un percorso in cui recuperare il passato dell’uomo tra appartenenza e origini attraverso una ricerca che guarda a iconografie simboliche di culture arcaiche lontane di cui rimane traccia. Sono sculture in legno intagliato, fusioni, terracotte tutte connesse a iconografie simboliche, rinvenibili nei riti religiosi e pagani delle culture arcaiche. Da ricordare il significato legato all’iconografia funeraria che Antufiev esplora e ri-anima con il suo peculiare sguardo, declinando una “invocata immortalità” elemento basilare in tutta la sua ricerca artistica.

Le opere di Antufiev riflettono identità ibride, capaci di generare assonanze tra mondi e culture differenti, filtrate dalla cultura visiva del suo paese di provenienza (la Siberia) e dalla tradizione artigianale russa nel trattamento dei materiali.

Si tratta di figure arcaiche e simboliche a richiamare tradizioni e culture distanti, e in questo lo spettatore è portato a fare un salto nel passato e in luoghi distanti, per recuperare pensieri legati a popolazioni lontane percepite come parte della storia. Rappresentazioni di figure, oggetti che richiamando ad abitudini e tradizioni distanti nei secoli, rimettono in gioco il concetto di esistenza aprendo a sensazioni nuove che fanno ripensare al ritorno ad un legame più diretto con la realtà naturale e l’ambiente circostante.

Silvana Lazzarino

 2o Sara Zanin Gallery

@Miart 2019

EVGENY ANTUFIEV

Padiglione 3, Stand B22

Fieramilanocity – Viale Scarampo – 20149 Milano

5 – 7 aprile 2019

venerdì e sabato ore 12.00 – 20.00

domenica ore 11.00 – 19.00

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Kenro Izu allo Spazio Damiani a Bologna con la mostra “Seduction”

L’artista giapponese è in mostra  dal 22 marzo 2019 nello Spazio Damiani con i suoi scatti che vanno oltre la realtà per restituire Immagini in cui l’ombra crea espansioni di corpi e oggetti

Dall’interesse per i luoghi sacri delle grandi antiche civiltà  a quello per le persone ai margini della società in particolare quella indiana, fino al richiamo per PompeiKENRO IZU attraverso la fotografia ha restituito aspetti della storia dell’uomo con sguardo attento e partecipe cogliendo quel senso di rinascita e smarrimento e quelle luci e ombre che attraversano l’esistenza. Allo stesso tempo anche lo studio della natura morta lo porta ad una interpretazione nuova del soggetto di cui cattura l’essenza spirituale insita nei corpi e negli stessi oggetti.

Nato ad Osaka in Giappone nel 1949, KENRO IZU si è formato a Tokyo alla Art at Nippon University, scegliendo poi di trasferirsi a New York nel 1974 dove attualmente vive e lavora.

Kenro Izul esposizione “Seduction”, Spazio Damiani, Bologna

A questo protagonista della fotografia contemporanea, le cui opere sono state esposte in diverse gallerie dall’Asia all’ Europa agli Stati Uniti tra cui: il Rubin Museum of Art di New York, l’Arthur M. Sackler Gallery di Washington, il Kiyosato Photographic Art Museum in Giappone, la Serindia Gallery di Bangkok e la Galleria Forma a Milano, è dedicata l’esposizione “SEDUCTION” presso lo Spazio Damiani a Bologna. La personale del fotografo giapponese, che inaugura il 22 marzo 2019 alle 18.30, aperta fino al 31 luglio, presenta 15 scatti della serie “Still Life” realizzati da Kenro Izu tra il 1991 e il 2017, in cui il concetto di ombra viene valorizzato in quanto fenomeno che restituisce un nuovo modo di osservare l’oggetto, i corpi e lo spazio dove essi si collocano ed inseriscono.

Si tratta di fotografie dai soggetti eleganti e raffinati prese dalle quattro sezioni in cui si articola la serie: Flora, Body, Blue e Orchard. Si procede da soggetti quali fiori, frutta e corpi umani cui viene restituita una nuova visione, a composizioni di oggetti dal sapore metafisico, per poi passare all’omaggio a Picasso del periodo blu con due cianotipie tratte dalla sezione Blue. Le forme astratte del corpo femminile, grazie a questa tecnica della cianotipia su platino sviluppata dal fotografo, emergono dal colore blu e dalle ombre profonde del platino.

Il suo lento processo creativo nello svelare l’essenza spirituale di corpi e oggetti, lo porta a rendere palese un atto di seduzione tra l’artista stesso e il soggetto osservato, Dalla cultura tradizionale giapponese egli riprende il fenomeno delle ombre che al pari della luce, definiscono i corpi, gli oggetti e gli spazi assumendo un valore positivo rispetto a quanto ritenuto nella cultura occidentale.

Viene utilizzata per tredici fotografie la tecnica di stampa al palladio, la più raffinata delle tecniche di stampa in bianco e nero attraverso cui le immagini presentano una vasta ampiezza nelle sfumature, dando valore alla resa del gioco di luci e ombre.

Il suo primo accostamento alla fotografia digitale avviene con la serie “ Requiem”  che fa riferimento alla vicenda della città di Pompei quasi duemila anni fa distrutta dall’eruzione del Vesuvio.

A seguito del viaggio in Cambogia nel 1993 in cui constata le condizioni di estrema povertà della popolazione con molte carenze nel sistema sanitario, si decide a fondare un’associazione no-profit, Friends Without A Border (Friends). per dare vita in Cambogia a Siem Reap, all’ospedale pediatrico Angkor Hospital for Children (AHC), che da allora ha curato oltre un milione e seicentomila bambini. Inoltre nel 2015 ha fondato un secondo ospedale pediatrico a Luang Prabang, in Laos, il Lao Friends Hospital for Children (LFHC).

Diversi i volumi da lui pubblicati tra cui “Sacred Places” (Arena Editions), “Bhutan sacred within” (Nazraeli), “Teritories of Spirits” (Skira Books), “Eternal Light (Steidle)”, “Seduction” (Damiani).

Numerosi anche i premi e riconoscimenti ricevuti tra cui: il National Endowment for Arts, il New York Foundation for Arts e la Guggenheim Fellowship.

Silvana Lazzarino

 

KENRO IZU

“Seduction”

Spazio Damiani,

Via dello Scalo 3/2 abc, Bologna

Orario: dal lunedì al giovedì dalle 9.00 alle 18.00, il venerdì dalle 9.00 alle 16.30,

Inaugurazione venerdì 22 marzo 2019 ore 18.30

Dal 22 marzo al 31 luglio 2019

 

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Il Dispari 20181210 – Redazione culturale

Il Dispari 20181210 – Redazione culturale

Il Dispari 20181210

 

EDITORIALE

Caterina Guttadauro La Brasca ha vinto il premio di narrativa “Otto milioni” 2018.

17 /11/2018 #BCM18 Bookcity:

nell’Aula magna della SIAM, l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, tramite la sua Presidente Roberta Panizza, ha proclamato la vittoria di Caterina Guttadauro La Brasca, scrittrice e giornalista nonché opinionista della pagina culturale del quotidiano “Il Dispari“, nella sezione “Narrativa” del Premio “Otto milioni” 2018.

A Caterina vanno tutti i più calorosi complimenti da parte della Direzione e della Redazione di Il Dispari.

Questi sono i testi completi con i quali Roberta Panizza e Stefano Degli Abbati hanno comunicata la sua vittoria.

ROBERTA PANIZZA:

Ha vinto, quindi, Caterina Guttadauro La Brasca con il racconto “La storia siamo noi”, ma chi è Caterina Guttadauro La Brasca?

Caterina Guttadauro La Brasca è nata e vissuta in Sicilia dove ha completato i suoi studi classici. Vive da 40 anni a Bologna, sposata è madre di una figlia, medico-psicoterapeuta.

È da sempre amante dello scrivere.

È stata Relatrice alla Fiera dell’Editoria World book International di Cattolica nel 2014, Presidente di Giuria in ben quattro edizioni del Concorso Letterario Nazionale: “L’Anfora di Calliope”e al World Literary Price, Concorso Letterario Mondiale itinerante, alla riscoperta delle capitali mondiali.

Recensionista, creatrice ed organizzatrice di eventi letterari nazionali ed internazionali.

Scrive per la Rivista parigina “La Voce”, bimensile cartaceo bilingue che diffonde la cultura italiana all’estero e per “Fattitaliani”, quotidiano on line.

Con i suoi libri è stata presente al Salone Internazionale del Libro di Torino e a Roma alla Fiera del Libro ”Più Libri Più Liberi”.

È stata nel direttivo dell’Associazione Culturale “Lo Specchio di Alice”, dove scriveva sulla Rivista Quaderni, ed ha preso parte ad un Romanzo Collettivo, assieme ad altri scrittori.

I libri che ha pubblicato, sono:

“La Barriera Invisibile” nel 2010;
“Silenzi d’Amore” nel 2011;
“La Vita appesa ai muri” nel 2013;
“La voglio gassata” nel 2015. Questo libro è stato adottato dall’A.I.L (Associazione italiana contro le leucemie, mielomi e fibromi) e reca in copertina il Logo Nazionale dell’Associazione per concessione del Presidente Nazionale Prof. Mandelli. Parte del ricavato è stato devoluto all’A.I.L.
Attualmente è al lavoro al suo quinto libro che è un romanzo storico/saggio, ambientato nel 1940.

Caterina ama dire: “I libri sono come i figli, li facciamo ma non ci appartengono, sono di tutti perché ognuno trova in essi la sua verità.

Dal 2017 propone un sua rubrica nella pagina culturale del quotidiano Il Dispari di Gaetano Di Meglio, invitandoci ad entrare nel mondo artistico e letterario che lei ambisce di presentare a tutti coloro che seguono con interesse l’arte, la cultura, e le attività sociali.
Stefano Degli Abbati, vi leggerà il racconto di Caterina Guttadauro La Brasca “La storia siamo noi” primo classificato nel premio “Otto milioni” 2018.

STEFANO DEGLI ABBATI

Caterina Guttadauro: La Storia siamo noi

Era la solita ora, pomeriggio inoltrato e nelle vie assolate di un povero paese della Sicilia si ripeteva lo stesso rituale: tre bambini avevano più o meno finito di fare i compiti ed erano sull’uscio di casa, pronti a fare qualsiasi cosa fosse loro chiesto pur di avere poi il permesso per andare a giocare a pallone, nella piazzetta antistante la chiesa.

Le mamme brontolavano ma, erano maschietti e lo sport li aiutava a scaricare la loro vivacità e a farsi degli amici.

Cosi Erasmo, Giuseppe e Gaetano si riunivano, strada facendo, e giù a rotta di collo, lungo la via acciottolata, con il rischio di percorrerla ruzzolando, se uno dei tre avesse perso il passo.

La verità che raccontavano era tale solo in parte: si recavano sì nella piazzetta ma per andare al “Circolo dei Reduci”.

Era una casa a piano terra, malandata, dove seduti su delle sedie poco stabili c’erano i vecchi del paese, quelli che erano parte della sua storia, che erano andati in guerra ed avevano avuto la fortuna di tornare.

Tre di loro portavano gli stessi nomi di quei ragazzi dei quali erano i nonni.

Un’insegna di cartone, attaccata alla porta con lo spago e che regolarmente cadeva quando c’era vento, spiegava a chi aveva la fortuna di sapere leggere, che coloro che si riunivano in quella casa erano uniti da un passato di eroismo e di battaglie che, tenuti in vita dalle parole, erano diventati ricordi.

Tutti e tre avevano servito la loro Patria, ognuno in modo diverso dall’altro ma con lo stesso patriottismo e lo stesso coraggio.

Quasi tutti avevano un bastone a cui si appoggiavano per alzarsi, le ferite di guerra parlavano ancora e l’intensità del dolore non permetteva loro di dimenticare.

In quella misera stanza, ogni giorno, si consumava la liturgia del racconto ed erano diventati così bravi che se uno si fermava perché, quasi soffocato dal fumo del sigaro, ripetutamente aspirato e spento, l’altro continuava anche per lui.

Le donne non capivano questa necessità di parlare sempre del passato, soprattutto ai ragazzi che potevano rimanere turbati.

Ma i vecchi erano testardi e sapevano che credere in qualcosa significava lottare perché non sia dimenticata.

Così i ragazzi si accovacciavano ai loro piedi e, in religioso silenzio, ascoltavano quello che tre giovani soldati avevano fatto nella prima guerra mondiale per farli nascere in una terra più libera.

Erasmo era stato ben cinque anni in guerra, spesi in parte a combattere e in parte prigioniero degli Austro Ungarici che gli avevano rubato l’infanzia dei suoi figli.

Giuseppe era il più malridotto dei tre: arruolato fresco di laurea, fu mandato in prima linea, al comando di un drappello di uomini coraggiosi.

Era il primo ad andare all’assalto e l’ultimo a rientrare.

Già, perché allora si combatteva così, corpo a corpo ed a fermarti erano solo le bombe o la morte.

Tutte le volte che rientravano da un’operazione, Giuseppe contava i suoi uomini e, se qualcuno mancava all’appello, si tornava indietro a cercarlo, vivo o morto.

Durante una ritirata, ormai sopraffatti dalla superiorità numerica del nemico, fu individuato e, mentre correva, per sfuggire alle bombe che piovevano dall’alto ed al fuoco di una mitragliatrice che si faceva strada tra gli alberi, saltò dentro un pozzo dove riuscì, fortunatamente, a trovare un appiglio: era un arbusto dalle profonde radici che lo sosteneva mentre le sue gambe, ferite, penzolavano inerti dentro l’acqua di un inverno ghiacciato.

Quella notte – Giuseppe pensò – che fosse l’ultima e proprio mentre lasciava andare le mani, ormai ferite per la lunga presa, prima di perdere i sensi sentì una voce che gridava: «Venite, qui c’è il Capitano.»

Lo salvarono ma le sue gambe rimasero per sempre indolenzite.

Gaetano era il più giovane dei tre e il suo amor patrio era pari alla sua voglia di vivere e divertirsi.

Era sbadato e fu grato a Dio quando fu assegnato alla foresteria, lontano dal fronte dove sarebbe andato incontro a morte sicura.

Il minimo rumore di combattimento lo disorientava al punto da fargli mollare qualunque comando stesse eseguendo per rifugiarsi in qualche posto più sicuro.

Quando arrivò alla conclusione che nessuna guerra poteva essere la sua, decise di accorciare i tempi e si cacciò uno spicchio d’aglio dentro un orecchio.

La paura aveva vinto sul coraggio, ma, spese notti intere a scrivere messaggi da recapitare ai fami-liari per quei feriti che non sarebbero più tornati.

Si procurò un’otite purulenta ed il Comando fu costretto a rimpatriarlo perché il timpano si danneggiò a tal punto da rimetterci l’udito.

Le tasche della sua divisa, sopravvissuta anch’essa alla guerra, erano piene di bigliettini e, laddove fu possibile, arrivarono a destinazione.

Tutti e tre erano partiti perché quando la Patria chiama il dovere impone di andare, ma in guerra ti misuri con te stesso oltre che con il nemico e, quando torni, ti accorgi che le macerie non sono solo fuori ma anche dentro di te.

Ilze Zeimule Stepanova


ha ricevuto da Liga Sarah Lapinska, per conto di DILA, una delle antologie del Premio “Otto milioni” insieme alla rivista Eudonna (pubblicata dalla casa editrice Il Sextante di Mariapia Cìaghi) nella quale è stata pubblicata l’intervista da lei rilasciata a Liga Sarah Lapinska opinionista della pagina culturale pubblicata su questo quotidiano Il Dispari.
Ilze e non solo è un’apprezzata giornalista, ma è anche bella attrice e poetessa finalista del premio di Poesia “Otto milioni”.

Nellija Matjučenko,


ha ricevuto con molto piacere da Liga Sarah Lapinska (opinionista della pagina culturale pubblicata su questo quotidiano Il Dispari) per conto di DILA, l’antologia “Mare Monti Mare” dedicata al compianto Comandante Agostino Lauro.
Nellija Matjučenko lavora nella Biblioteca Scientifica di Jelgava nella quale non è la prima volta che sono stati resi disponibili i nostri libri in gratuita lettura.

Il Dispari 20181203 – Redazione culturale

Il Dispari 20181203

Il Dispari 20181203

EDITORIALE

Silvana Lazzarino ha vinto il premio di giornalismo “Otto milioni” 2018.

17 /11/2018 #BCM18 Bookcity: nell’Aula magna della SIAM, l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, tramite la sua Presidente Roberta Panizza, ha  proclamato la vittoria di Silvana Lazzarino, poetessa e giornalista nonché opinionista di questa pagina, nella sezione “Giornalismo” del Premio “Otto milioni” 2018.

A Silvana vanno tutti i più calorosi complimenti da parte della Direzione e della Redazione di Il Dispari.

Questi sono i testi completi con i quali Roberta Panizza e Stefano Degli Abbati hanno comunicata la sua vittoria.

ROBERTA PANIZZA:

Ha vinto Silvana Lazzarino con l’articolo/intervista dedicato alla pittrice Patrizia Canola.

Chi è Silvana Lazzarino? 

Silvana Lazzarino, di Roma, dopo la laurea in Lettere si è dedicata al giornalismo, con particolare attenzione a recensioni di film e mostre d’arte.

Tra le collaborazioni in questo campo, vanno ricordate quelle con Radio Vaticana e con il quotidiano “Il Giornale”.

Attualmente scrive recensioni di mostre di d’arte e di eventi  per alcuni periodici on-line tra i quali  ABOUTART.

Scrive anche sul quotidiano cartaceo “Il Dispari” (che esce a Napoli e ad Ischia) e sulla rivista trimestrale “Eudonna” edita da Il Sextante di Mariapia Ciaghi.

Ha scritto inoltre la prefazione al libro Sexappeal pubblicato nel 2015 dal fotografo delle “Dive” Bruno Oliviero.

Di notevole interesse agiografico sono tutte le interviste (rilasciate a lei in esclusiva) con le quali ha definito caratteri e comportamenti artistici e sociali di numerosi ed importanti personaggi pubblici quali: Vincenzo Savarese giornalista sportivo, Elisa Barone avvocato e scrittrice, Clelia Loppi collezionista di icone, Patrizia Canola pittrice, Milena Petrarca pittrice, Angela Maria Tiberi poetessa, Bruno Mancini scrittore e poeta.

Vasta e qualificata è stata ed è la sua collaborazione nel settore delle Mostre D’Arte italiane.

In questo ambito ha presentato e scritto l’introduzione al catalogo, edito da Il Sextante, della mostra collettiva “Soul in The Art” presso la Ipso Art Gallery di Perugia svoltasi nel dicembre 2017 dedicata ad artisti contemporanei di spicco.

Ha scritto un articolo per il Catalogo edito da Silvana Editoriale riferito alla Mostra di Alba Gonzales “Miti mediterranei” svoltasi a Palermo presso villa Malfitano da maggio a settembre di quest’anno.

Ha pubblicato, inoltre, un articolo sulla Rivista “Art Style”  dedicato alla scultrice Alba Gonzales.

Accanto all’arte e al cinema Silvana Lazzarino, Socia Sostenitrice dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” ha la passione per la poesia.

Pertanto, ha partecipato a diversi concorsi di poesia giungendo in finale e ottenendo importanti riconoscimenti in un gran numero di casi, tra i quali ci piace indicare il secondo posto assoluto ottenuto alla quinta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni” con la poesia: “Il bacio”.

A diffusione della sua attività poetica ha pubblicato tre raccolte di versi: Cosmogonia , Oltre le immagini tra visone ed emozione, La Seduzione dell’Immagine. Dall’Arte ai Versi poetici. Alba Gonzales Patrizia Canola mie muse ispiratrici.

Stefano Degli Abbati vi leggerà il suo articolo primo classificato.

L’articolo è datato 2017 e, quindi, in alcune frasi ci sono riferimenti a fatti riportati come futuri, mentre in realtà essi sono già accaduti.

STEFANO DEGLI ABBATI:

Patrizia Canola a Ischia con la Mostra “Negli orizzonti della vita tra luce e colore”.

 Nel dare forma e vita ai ritmi infiniti della natura con i suoi volti sempre diversi di stagione in stagione, la luce nei suoi molteplici riflessi unitamente al colore, irrompe con equilibrio e armonia nei dipinti lirici e avvolgenti di Patrizia Canola, artista di fama internazionale capace come poche di rappresentare le emozioni della vita tra materia e spirito, desideri e attese.

Pittrice affermata e di successo, Patrizia Canola ha all’attivo numerose mostre in Italia e all’estero.

Tra le più recenti quella a Gualdo Tadino (Pg) “Nel Respiro di Gaia la Madre Terra” Settembre 2016, a Venezia “Art Walk” a Palazzo Zenobio (Febbraio-Marzo 2017) e l’Esposizione “Triennale di Roma” (26/03-22/04 2017) alla Fondazione Crocetti.

La natura protagonista delle sue opere, tra silenziosi paesaggi invernali con neve e ghiacciai, distese di campi di grano e fiori dalla tinte accese, ruscelli, maestosi faggi e ancora cieli a perdita d’occhio di cui colpiscono i notturni dai riflessi argentati simili ad arabeschi, apre ad una sorta di compenetrazione visivo-emotiva riportando in superficie desideri lontani, sogni in cui sperare.

Nata a Milano, ma attiva in Brianza, sito privilegiato dove da forma e vita ad opere avvolgenti che raccontano dei suoni e dei bisbiglii, dei respiri e silenzi della natura, Patrizia Canola, nei suoi dipinti crea scenari dal forte impatto emotivo dove si intrecciano linee e forme avvolgenti che, cadenzate dal ritmo di una luce filtrata, guidano lo sguardo verso sentieri visti e sognati a recuperare sensazioni, lontane eppure vicine, che il tempo non cancella.

Così, Patrizia Canola, artista raffinata e sensibile, rivela le emozioni della vita che riaffiorano anche dopo tempo posando lo sguardo negli spazi tra terra e cielo dove la linea di confine sembra svanire a suggerire una possibile interazione tra l’orizzonte fisico e metafisico.

Gli scenari sono quelli di un paesaggio filtrato nei suoi diversi volti e manifestazioni dalla forza rivelatrice della luce.

Luce che forma e fonde il colore a svelare i dettagli di questa natura solare e rasserenante che rimanda all’eterno ciclo dell’esistenza nel passare delle stagioni.

La luce da lei catturata, sia diurna sia crepuscolare, avvolge ogni singolo particolare del paesaggio o veduta: ecco che un bosco, un campo di grano, un torrente d’acqua cristallina e poi le mimose, le peonie e l’uva bianca, si riempiono di questa essenza che traspare in ogni loro dettaglio creando il senso del movimento.

La luce liberandosi nel cielo sembra irrompere e palpitare fra i rami e le cime degli alberi come in Luci d’Autunno, mentre fermandosi su spazi ghiacciati trasforma gli stessi in specchi per cieli quasi marmorei e custodi di verità come in Incanto d’inverno.

Verità sul senso della vita inafferrabile, ma percepibile attraverso colori intensi e vivaci, delicati e avvolgenti nel loro restituire profumi ed energia ad alberi, fiori, fili d’erba, ninfee che raccontano della continuità, del passare dalla nascita alla morte, per poi rinascere.

È la rinascita del respiro cosmico che abbraccia il finito e l’infinito tra la terra e il cielo parlando all’uomo del mistero della vita.

Accanto alla pittura di paesaggio dove lo studio della luce come si è visto è fondamentale e dove la stessa definisce ogni dettaglio, Patrizia Canola si è dedicata al ritratto, allo studio dei cavalli (in particolare affascinata dal loro movimento), ai singoli alberi e alle nature morte dove campeggiano fiori e frutta.

Ma il suo stile, da qualche tempo, parallelamente si è indirizzato verso un pensiero metafisico dove le figure non sono più definite e dove prevalgono colori molto chiari, tendenti al bianco, per raccontare il suo modo di sentire la vita filtrata attraverso una grande sensibilità dove al centro è il destino dell’uomo, con le domande sul senso della vita.

Quindi prevalgono tematiche legate al sentimento della libertà, al futuro il cui delinearsi dipende dall’uomo: futuro che può apparire incerto e indefinito, ma necessita di una scelta.

Aspetti che Patrizia Canola, con grande eleganza e poesia, riesce a definire sulla tela regalando emozioni senza tempo perché avvolgono la vita dell’uomo fatta di scelte e speranze. In questa scia si possono leggere dipinti come: Va pensiero, Futuro e Incontri.

Per la prima volta i più bei dipinti di questa straordinaria artista arrivano ad Ischia per restarvi in una suggestiva esposizione a lei dedicata negli spazi del Museo Etnografico del Mare. Bruno Mancini, Presidente della DILA ha conosciuto Patrizia Canola in occasione dell’evento del Bookcity dello scorso Novembre 2016 a Milano dove la DILA è stata protagonista con un ricco programma di appuntamenti tra musica, presentazione dell’Antologia “Otto milioni” e letture di testi e poesie.

La mostra “PATIRIZIA CANOLA. NEGLI ORIZZONTI DELLA VITA TRA LUCE E COLORE”, organizzata da Bruno Mancini e curata da Silvana Lazzarino, sarà in esposizione dal 15 Maggio al 15 Settembre 2017 al Museo Etnografico del Mare di Ischia.

In permanenza si possono ammirare sette dipinti dell’artista dove a trionfare è la natura con luci e colori e in particolare il motivo dell’acqua delle coste marine della Sardegna e delle Marche rispettivamente con Colori di Sardegna ed Estate marchigiana dove lo sguardo si lascia catturare da avvolgenti riflessi di colori che uniscono cielo e mare; elemento dell’acqua che culla e accarezza le bianche Ninfee leggere come ballerine. Intense poi le atmosfere lungo l’Adda del dipinto I colori del fiume Adda dove campeggiano i gialli, il verde accompagnati da tonalità blu dell’acqua dove l’ambiente circostante si riflette, come anche di ampio respiro è Campo di lavanda con il viola della lavanda in primo piano che risalta sull’azzurro e le increspature scure del cielo, e poi le colorate Melagrane.

Distante da tonalità così vivici e intense è l’atmosfera ovattata come da sogno che si respira nel dipinto Inverno dove cromie grigio, tendenti all’azzurro sembrano rarefatte come attutite ad indicare un momento di riflessione e sospensione del pensiero, necessario all’uomo per ritrovare se stesso guardando dentro di sé a partire dalla natura che si riposa.

Sette dipinti intensi di cui tre inediti grandi (Estate marchigiana, Ninfee e I colori del fiume Adda), tutti emozionanti dove viene privilegiato il tema dell’acqua e naturalmente dei colori che si richiamano all’isola verde come è denominata la splendida Ischia. Il tema dell’acqua come ritmo delle emozioni e della vita che scorre è la linfa della Terra e della natura cui dona energia e fertilità.

Acqua cristallina come quella delle coste della Sardegna, acqua dai contrasti luminosi verdi e blu come quella dell’Adda, e ancora acqua trasparente dove si specchiano le ninfee espandendo i propri tenuti colori.

Ogni angolo della natura che si rispecchi in “scenari d’acqua” unitamente ai riflessi della luce crea rifrazioni di infinite armonie di colori dove riscoprire le emozioni che arricchiscono pensieri tra attese e speranze. Nel suo lavoro Patrizia Canola rivolge il suo studio e la sua ricerca al colore e alla luce fondamentali per la sua arte.

Queste le sue parole: “I colori sono la musica e il direttore d’orchestra è la luce”.

Il Dispari 20181203 – Redazione culturale

Il Dispari 20181126 – Redazione culturale

Il Dispari 20181126

#BCM18 Bookcity Milano 2018 Foto Video

Da questo momento in poi ci saranno decine e decine di foto e di video atte ad illustrare i risultati del lungo e faticoso impegno promosso e portato avanti dal sottoscritto con la determinante collaborazione di Roberta Panizza, così che tutti voi potrete farvi un’idea di quali Artisti, di quali opere, di quali progetti, di quali sponsor, di quali amici ecc. ecc. abbiamo proposto le attività e le qualità artistiche, culturali e sociali, nel segno del Made in Ischia, durante il #BCM18 che è certamente la più importante e qualificata rassegna editoriale e culturale italiana.

Dico subito che, a mio avviso, è un onore inestimabile poter esporre quadri nella galleria degli uomini illustri della storica Società d’incoraggiamento Arti e Mestieri SIAM (e l’abbiamo fatto con opere di Līga Lapinska di Flora Rucco e di Patrizia Canola); così come lo è il proiettare in anteprima mondiale lo stralcio di una Sinfonia (e l’abbiamo fatto con la Sinfonia “Ischia” musicata dal Maestro Roberto Prandin in seguito ad un accordo con DILA); ed è anche un privilegio ineguagliabile il poter leggere nell’Aula Magna della SIAM poesie, racconti, articoli giornalistici (e l’abbiamo fatto leggendo testi di Silvana Lazzarino, Caterina Guttadauro La Brasca , Miriam Bruni Roberta Panizza, Angela Maria Tiberi, Stefano Degli Abbati, Giuseppe Vultaggio, Anna Rancāne, Liga Sarah Lapinska, Franco Maccioni e Bruno Mancini); senza sottacere la soddisfazione di proiettare in quella stessa Aula Magna video composti con musiche inedite e con riproduzioni di opere di arti grafiche (e l’abbiamo fatto con musiche di Roberto Prandin e di Antonio Di Nauta, e opere di Liga Sarah Lapinska e di Milena Petrarca); ed eseguire live un repertorio inedito di musiche elaborate per clarino (e l’abbiamo fatto con Domenico Umbro).

A TUTTO ciò si è aggiunta una serata Speciale nel centro artistico Mare Culturale Urbano alla quale chi non ha partecipato ha perso una grossa occasione per un “tuffo” nelle emozioni dell’arte (musica, poesia, pittura).

Però, nonostante le suddette importanti soddisfazioni, in questa nostra partecipazione al #BCM18 è accaduto un qualcosa che rimarrà fissato in maniera indelebile nei miei ricordi.

Il premio per gli oltre 10 anni di serio e costruttivo impegno.

La ciliegina sulla torta che stavamo aspettando da ben quattro anni.

Il riconoscimento ufficiale della bontà delle nostre proposte letterarie.

L’ingresso nell’Eden della letteratura non solo italiana ma di respiro internazionale.

L’inclusione dei nostri testi tra quelli blasonati delle maggiori case editrici nazionali (Feltrinelli, Mondadori, Einaudi ecc.)

Tutto ciò ve lo propongo con le foto che seguono, nelle quali vedrete le Antologie Otto milioni – Da Ischia L’Arte – Le mille porte – Da Ischia sempre poesia – Otto milioni 2016 – Una pagina un’emozione – Giochi d’amore a Sermoneta – La sagra del peccato – Erotismo, sì! (pubblicate dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” con la Casa editrice “Il Sextante” di Mariapia Ciaghi) proposte nel BOOK STORE allestito da #BCM18 Bookcity 2018 nel celeberrimo CASTELLO SFORZESCO di Milano gremito di gente.

W L’ARTE
W DILA
Grazie #BCM18.

Silavana Lazzarino al Bookcity 2016

Da sinistra Patrizia Canola Silvana Lazzarino e Alba Gonzales

 

sdr

 

Roberto Prandin, Domenico Umbro, Stefano Degli Abbati, Flora Rucco, con Roberta Panizza e Bruno Mancini al #BCM18 nell’aula magna della SIAM.

L’edizione di quest’anno del Bookcity di Milano ha visto coinvolta la nostra associazione DILA – Da Ischia l’arte con ben due eventi: il primo “OTTO MILIONI” presso la SIAM – Società d’incoraggiamento d’arti e mestieri il giorno 17 novembre e il secondo TRA MUSICA E POESIA”, presso il centro di produzione artistica “Mare Culturale Urbano” il giorno 18 novembre.

Il primo evento aveva come momento clou la proclamazione dei vincitori del Premio Otto milioni bandito anche quest’anno dall’associazione DILA per le sezioni nelle quali si articolava: narrativa, giornalismo, arti grafiche e poesia, musica.

Su queste pagine sono state pubblicate lunedì scorso le relative classifiche di questo Premio che ha contato numerosissimi partecipanti dall’Italia ma anche dall’estero.

In tantissimi, infatti, hanno inviato le loro opere dimostrando una notevole attenzione alla proposta Made in Ischia effettuata dall’associazione DILA.

La mattinata del 17 novembre alla SIAM non è stata però solo questo: i presenti hanno potuto godere anche della musica del Maestro Domenico Umbro che ha suonato alcuni pezzi con clarinetto e flauto.

Altro momento musicale importante è stato quello in cui si è avuta l’anteprima mondiale della sinfonia composta per Ischia dal Maestro Roberto Prandin.

Alcuni pezzi di quest’ultimo sono stati suonati anche da Domenico Umbro.

Sono quindi stati presentati altri amici e collaboratori dell’associazione quali Angela Maria Tiberi, Caterina Guttadauro La Brasca e la casa editrice Il Sextante di Mariapia Ciaghi.

Hanno concluso la mattinata due momenti poetici con la lettura di versi di Bruno Mancini e Roberta Panizza accompagnati dalla chitarra di Domenico Umbro.
Il lettore di tutti i pezzi di poesia e narrativa dell’evento è stato Stefano degli Abbati.

A fare da cornice all’evento e a suo completamento, nella sala adiacente a quella dell’evento, la galleria degli uomini illustri, è stata allestita una mostra di quadri di Patrizia Canola, Liga Sarah Lapinska e Flora Rucco.

Le loro opere hanno dato lustro alla manifestazione e hanno deliziato gli occhi e l’animo dei presenti.

I promotori di questa iniziativa culturale accolta e promossa dal Bookcity di Milano, Bruno Mancini e la sottoscritta Roberta Panizza, rispettivamente Presidente Onorario e Presidente dell’associazione DILA, si dicono onorati di aver visto inserita la loro idea nel programma del Bookcity e ringraziano tutti i collaboratori che ne hanno favorito la realizzazione oltre che i tantissimi partecipanti al Premio.
Diamo l’appuntamento ai lettori per la prossima settimana, sempre su queste pagine,
per leggere dell’evento del 18 novembre presso il Mare Culturale Urbano, un’altra bella esperienza con DILA al Bookcity di Milano.

 

Adriana Iftimie

Inauguriamo oggi la nuova rubrica di Adriana Iftimie, raffinata e moderna scrittrice poetessa, della quale vi presenteremo quanto prima un’intervista esclusiva per questa pagina culturale del quotidiano Il Dispari scritta da Silvana Lazzarino che è la vincitrice dell’edizione 2018 del premio di giornalismo “Otto milioni”.
La rubrica si attiverà su base mensile pubblicando, in esclusiva su questa pagina, una poesia di Adrina Iftimie assolutamente inedita scelta dalla redazione.
Benvenuta Adriana e buona lettura a tutti voi!

9 settimane e mezzo

Distendi sulle omissioni
il tempo farraginoso,
anfora di giorni scaduti,
spogliati di dignità,
tra disordini che conti
come i vizi capitali
a ritroso di una speranza
sbranata dal dolore
e sciupate parole urlate.

 

 

 

DILA

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Il Dispari 20181029 – Redazione culturale

Il Dispari 20181029 – Redazione culturale

Il Dispari 20181029

Editoriale

L’incipit del mio racconto “Anche questa volta” tratto dalla raccolta “Per Aurora volume primo”

Anche questa volta – Capitolo 1°

No.
Il paradiso non esiste.
Mi hanno regalato una penna nuova, di quelle stile antico con pennino ed inchiostro, che non so più utilizzare; forse volendo con ciò convincere me a scrivere in maniera più comprensibile, pianificata, e liberare se stessi dall’angoscia di dover tradurre, anche questa volta da soli, i sali e scendi, contorti, rotaie volanti delle mie rappresentazioni.
La penna traccia segni troppo veloci; non lascia respiro all’ultima parola che già ne sovrappone un’altra.
Il fiume diviene immediatamente rigagnoli.
Voglio raccontare “Anche questa volta”, ma devo cambiare penna.
26/12/03

Lo dico subito così elimino in partenza le diffidenze di chi, conoscendomi come scrittore, mi considera indisponente, malvagiamente annodato tra lirismo e costruzioni ermetiche, lo dico subito, e lo scrivo tra virgolette in modo tale da non lasciare spazi ad interpretazioni carbonare, preciso, scandito, sillabato:

“QUESTA STORIA FINIRÀ QUANDO SARÀ ESAURITO L’INCHIOSTRO NELLA PENNA CHE HO DECISO DI UTILIZZARE. NÉ PRIMA NÉ DOPO.”

Già sento le critiche:
«Te l’avevo detto, non ha mai capo né coda»
«Lo sapevo che…»

Ma io voglio applicare un concetto basilare per il “mio” modo di concepire l’opera narrativa, e questo, sì, purtroppo, ho deciso di accennarlo semplicemente in questa occasione, proponendomi di illustrarlo con compiutezza forse in altra parte della storia, o persino di posporne l’esplicazione durante un altro racconto.

Ciascun romanzo ecc. non può mai essere considerato come un fatto a se stante, completo, definitivo, ma va piuttosto inserito in un processo complesso, modellato, generato dalla “vita” dell’autore…

 

Il Dispari 20181029

Gioachino Rossini

Musica e pittura per rendere omaggio a Gioachino Rossini

Tutte le istituzioni musicali stanno rendendo omaggio ai 150 anni dalla scomparsa di Gioachino Rossini.
Anche l’Orchestra mandolinistica romana diretta dal Maestro Teresa Fantasia l’ha fatto a Roma il 28 ottobre presso lo spazio WEGIL nel cuore di Trastevere.

In occasione del concerto, sono state esposte sei opere dell’artista Paolo Iantaffi eseguite sempre per l’Anniversario rossiniano.

Al Teatro Argentina di Roma nel 1816, Rossini presentò Il barbiere di Siviglia, composto in appena tre settimane, che fu accolto quasi con ostilità la sera della prima, anche se bastarono pochi giorni perché il pubblico si accorgesse di aver assistito a un capolavoro.

L’anno successivo, al Teatro Valle, a pochi passi da Largo Argentina, Rossini stupì ancora una volta con una delle sue opere oggi più rappresentate, Cenerentola.

Anche a queste opere l’artista Iantaffi si è ispirato per realizzare i suoi quadri a olio alcuni dei quali sono in predicato per essere esposti a Ischia durante uno dei prossimi eventi organizzati dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Per l’occasione è stato realizzato un catalogo delle opere con critiche di esperte d’arte, tradotte anche in inglese per una divulgazione internazionale, ed edito da Mariapia Ciaghi opinionista
della pagina culturale pubblicata in questo quotidiano “Il Dispari” diretto da Gaetano Di Meglio.

Bruno Mancini |La poetessa di “Fuori e dentro di me

Forse non è ancora una poetessa, ma certamente presto lo diventerà perché lei, questa nuova amica dei progetti culturali proposti dall’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” ha la qualità essenziale per diventarla: una carica emozionale senza limiti e senza tabù, senza totem e senza certezze, tutta immacolata nella sfera lucente della libertà.

Per ora non vi annunciamo il suo nome ma, per sollecitare la vostra curiosità, vi diciamo che è una donna, è ischitana doc, è impegnata da sempre in battaglie di avanguardia, non ha il pudore della falsità, è fiera ed è umana.

Inizia oggi la sua collaborazione in questa pagina e ci piace proporvela invitandovi a leggere, quasi sussurrando, questa sua poesia intensa e cruda con la forza di un pathos quasi bucolico.

Fuori e dentro di me

I miei pensieri sono congelati
le mie emozioni ferme
il treno passa ogni giorno:
lo lascio passare.

La mia testa è vuota
sento l’energia
ma non trovo la strada giusta:
che mi dia la forza di reagire.

Volare in alto
toccare le nuvole
e fare spazio:
fuori e dentro di me.

 

Il Made in Ischia (quinta puntata)

in giro per il mondo grazie alle Antologie pubblicate e divulgate
dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA

TWITTERONE

Foto 1) La poetessa lettone Ligija Kovalevskala con l’antologia “Penne, note, matite” edita da Il Sextante di Mariapia Ciagh e presentata dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” nell’auditorium del MUDEC (Museo Delle Culture – Milano) in occasione del Bookcity 2017

Foto 2) Līga Lonerte (Head of Development Department) ha ricevuto da Liga Sarah Lapinska, ambasciatrice in Lettonia per conto dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA”, l’antologia “Penne Note Matite” che mostra in copertina l’opera di Milena Petrarca vincitrice del premio di arti grafiche “Otto milioni” 2017, la cui cerimonia di premiazione è avvenuta nel Museo Delle Culture di Milano durante la manifestazione internazionale Bookcity organizzata dall’Assessorato al Comune di Milano in collaborazione con importanti Fondazioni di spessore europeo.

Bruno Mancini

Il Dispari 20181022

Il Dispari 20181022

Editoriale:

Inviti al #BCM18

L’antologia “Una Pagina, un’emozione”, insieme a tutte le altre sei che l’hanno preceduta, sarà al centro dei DUE eventi Made in Ischia, organizzati dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, partecipanti al #BCM18.

Si terrà Dal 15 al 18 novembre 2018 la settima edizione di BOOKCITY MILANO, manifestazione dedicata al libro, alla lettura e dislocata in diversi spazi della città metropolitana, che fin dalla prima edizione ha registrato una straordinaria partecipazione di pubblico.

È promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e dall’Associazione BOOKCITY MILANO, fondata da Fondazione Corriere della Sera, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri, a cui si è affiancata l’AIE (Associazione Italiana Editori), in collaborazione con l’AIB (Associazione Italiana Biblioteche) e l’ALI (Associazione Librai Italiani).

Il successo dell’originalissima formula di BookCity Milano

ha contribuito all’assegnazione a Milano della importante qualifica di Città Creativa UNESCO per la Letteratura.

L’iniziativa, che si inserisce negli eventi promossi dalla città di Milano per rinnovare la propria immagine e offerta culturale, si articola in una manifestazione di tre giorni (più uno dedicato alle scuole) durante i quali vengono promossi incontri, presentazioni, dialoghi, letture ad alta voce, mostre, spettacoli, seminari sulle nuove pratiche di lettura, a partire da libri antichi, nuovi e nuovissimi, dalle raccolte e biblioteche storiche pubbliche e private, dalle pratiche della lettura come evento individuale, ma anche collettivo.

Nei giorni di BOOKCITY MILANO, in varie sedi pubbliche e private, note o da scoprire, collocate su tutto il territorio urbano, vengono organizzati, quest’anno, circa 1300 eventi, due dei quali sono quelli proposti dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, unica voce espressa da tutta l’isola d’Ischia.

Il Dispari e Gaetano Di Meglio saranno lieti di una vostra partecipazione e comunque saranno disponibili a riservarvi un posto in sala.

Ingressi gratuiti.

PRENOTAZIONI & INFO:

emmegiischia@gmail.com – Tel 3914830355
Foto n.1: LOCANDINA Aula Magna SIAM Milano, sabato 17 Novembre

2018 ore 10.30
Foto n.2 LOCANDINA Centro artistico Mare Culturale Urbano Milano, domenica 18 Novembre 2018 ore 20.00


Il Made in Ischia: quarta puntata

in giro per il mondo grazie alle Antologie pubblicate e divulgate
dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA

TWITTERONE

1) Da Mariapia Ciaghi:

“Martedì 23 Ottobre 2018 si terrà in Roma, presso Sinergie Solidali Via Volsino 21 dalle ore 16.30 alle ore 21.00, un incontro denominato “La serenità dell’anima e il benessere del corpo”. Un laboratorio di cucina per apprendere le ricette di Hildegar Von Bingen, che saranno preparate dalla fantasiosa cuoca Cristina Guzzo, insieme ad un gruppo di bambini, A seguire ci sarà la conferenza dal titolo “La medicina di Ildegard per le donne” lllustrata dalla Dott.ssa Rosa Brancatella, i per poi finire tutti a tavola con una cena vegetariana ispirata alle antiche ricette di Ildegard.”

2) Dalla sede DILA di Pontinia;

Fin da bambina allo specchio” è il titolo di un convegno, moderato da Mariapia Ciaghi (giornalista opinionista della pagina culturale del quotidiano Il Dispari diretto da Gaetano Di Meglio) e Laura Caradonna, che vedrà impegnati, il 24 Ottobre 2018 nella Sala del Carroccio del Campidoglio di Roma, numerosi rappresentanti delle Istituzioni insieme a personalità del mondo medico ed associativo. “Confrontarci, fare rete, cercare insieme soluzioni concrete e realizzabili è doveroso e proteggere, rispettare ed educare FIN DA BAMBINA la donna di domani è il nostro compito di oggi”, così si legge nella locandina dell’invito rivolto a tutti noi da parte della Consulta Femminile Interassociativa di Milano presieduta da Laura Caradonna.
Gli atti del convegno saranno pubblicati nel trimestrale Eudonna magazine di dicembre 2018 edito da Il Sextante diretto da Mariapia Ciaghi.

3) Da Enzio Strada:

Un doppio GRAZIE s Bruno Mancini e al quotidiano Il Dispari perché mi hanno lasciato senza ..fiato!
Sono particolarmente contento che abbiate dato tanto spazio al Brisighellino.
Chissà: può darsi che qualche lettore de Il Dispari avesse avuto occasione di ascoltare la puntata che RAI RADIO 3 (Wikiradio) il 20 agosto ha dedicato proprio a Giovanni Pianori.
Due giorni prima, poi, il 18 agosto, la figura del Brisighellino è stata al centro di una serata /concerto in uno scenario incredibilmente originale e alla presenza di circa 350 persone.

4) Foto 4 – Einars Repse,

importante attivista nella lotta contro le malattie oncologiche,
ha ricevuto l‘antologia “Penne Note Matite” da Liga Sarah Lapinska per conto della nostra Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA.

5) Da Liga Sarah Lapinska:

Margarita Lielienfelde e Dagnija Kalva, che lavorano insieme nel campo di medicina, hanno ricevuto in dono da me, per conto di DILA, la nostra antologia “Da Ischia sempre poesia

6) Foto 6 – Da Liga Sarah Lapinska:

Sarmíte Kokina ha ricevuto in dono da me, per conto di DILA, la nostra antologia “Da Ischia sempre poesia“, con tanto piacere per l’attenzione con la quale segue le nostre attività.”

7) Foto 7 – Da Liga Sarah Lapinska:

Anastasija Lide é una signora,che conosco da tanti anni, sempre gentile e pronta di aiutare agli altri. Dopo la Seconda Guerra mondiale é stata una dei giovani più attivi nel ricostruire la città di Jelgava (Lettonia), con tante sofferenze.
Dopo lunghe ore di lavoro sotto il cielo di stagioni diverse, partecipava ai festeggiamenti organizzati, si può dire, sulla strada e ballava insieme con gli altri attivisti.
Mi ha aiutata molto, insieme con la signora Helena Komarova, quando abbiamo sostenuto Jekaterina Majore, una donna anziana che soffriva di problemi di memoria sviluppatisi gradualmente perche alcuni suoi conviventi sono stati con lei molto violenti.
Nastya non voleva che io lasciassi il mio partito, proprio come me.
La vita é bella, dice Nastya.
Grazie della tua sincerità, mia cara amica Nastya!
Grazie della tua amicizia, Nastya!
Per conto di DILA le ho consegnato in dono la nostra antologia Da Ischia, L’Arte”.

Il Dispari 20181015

Il Dispari 20181015 – Redazione culturale
Editoriale

Uno stralcio del mio racconto “Vasco e Medea” tratto dalla raccolta “Per Aurora volume primo

Vasco e Medea Capitolo 1

Non so da dove cominciare.

Capitolo 2

Non è vero!

Capitolo 3

Qual’è la verità?
D’onde (da onde = da dove) ha inizio lo sberleffo a quanto intenzionalmente si intende insabbiare affinché possa, scheggiando la patina di cinica manipolazione lessicale,

Voglio ronzare intorno a «finzione e realtà»: Vasco e Medea sono accumulabili se, guardando al di là delle azioni che ne hanno caratterizzato i rispettivi percorsi, si dà rilievo alla forza il cui condizionamento ermetico ed invasivo ha estremizzate aspirazioni, desideri, e contrasti iniziali.

LA VOGLIA DI STUPIRE (determinante nel seguito del racconto).

Molti, i normali, tendono a piacere, ad essere considerati, ad agire in modo da ricevere favorevole accettazione.
Hanno ambizione di essere riconosciuti abili, se non onesti, spiritosi, affidabili, oppure intraprendenti, finanche cinici e prudenti, nella maniera più normale (semplice) possibile.
Sanno che pochi risparmiano una buona azione nei confronti di persone tranquille o bisognose, e che ancora meno sono coloro i quali prendono le distanze da furbi travestiti da umili.
Vasco no.
Medea no.
Loro vogliono catturare la preda viva di fronte alla sfida.
Loro come Ignazio.
Un toro accecato dallo stupore..

Bruno Mancini

Dettagli del prodotto.

Alla ricerca di belle storie d’amore. Racconti e poesie ambientati nella splendida Isola d’Ischia.
Titolo libro “Per Aurora volume primo”; 112 pagine, 6″ x 9″; copertina morbida con rilegatura termica; inchiostro per l’interno b/n; inchiostro per l’esterno quadricromia; editore Bruno Mancini; copyright: © 2006 standard copyright license; lingua italiana; prezzo di copertina € 15.00;
http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-primo/paperback/product-18665923.html

 


Il Made in Ischia (terza puntata)

in giro per il mondo grazie alle Antologie pubblicate e divulgate dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA

TWITTERONE


Tania Urizar in Guatemala

(Istituto italiano di cultura) con alcune antologie pubblicate dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” che sono entrate a far parte, grazie ad Angela Maria Tiberi Presidente della sede operativa DILA in Pontina, della biblioteca dell’Istituto.


Vincenzo De Patta

Sottocapo 1a cl. np. della CCP del Porto di Sapri con l’antologia “Mare Monti Mare” pubblicata a cura di Bruno Mancini e di Roberta Panizza e dedicata all’ischitano Comm. Agostino Lauro, pioniere della libera navigazione nel Golfo di Napoli.


Vilis Levcenoks,

responsabile della Città di Jelgava (Lettonia) mostra l’antologia “Penne Note Matite” pubblicata dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, edita da Il Sextante di Mariapia Ciaghi, che gli è stata consegnata da Liga Sarah Lapinska Ambasciatrice DILA in Lettonia

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