Terzo paradiso

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RITRATTI AL TAVOLO DEL TERZO PARADISO

Michelangelo Pistoletto alla Galleria Mucciaccia di Roma

L’idea di un’arte in divenire, aperta al confronto con chi guarda accostandosi ad essa fino a prenderne possesso mentalmente e poi fisicamente, il pensiero che indaga il senso della vita, a partire dall’arte, sospeso tra principio e fine con lo sguardo volto al futuro, sono gli aspetti più ricorrenti nell’opera di Michelangelo Pistoletto tra i più interessanti e originali protagonisti della scena artistica italiana e internazionale di questi ultimi cinquant’anni, Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale di Venezia del 2003.

Ritratti al tavolo del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto

Ritratti al tavolo del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto

Esponente di spicco dell’Arte Povera che trova la sua massima espressione negli anni Sessanta, coinvolto nei luoghi comuni e innovativi del movimento della Pop Art, Michelangelo Pistoletto (Biella 1933) elaborando diversi stili e tecniche ad incontrare le molteplici possibilità espressive dei diversi materiali dal legno ai metalli, dal plexiglass agli specchi, ricostruisce un nuovo modo di pensare l’opera d’arte quale opportunità per esplorare gli orizzonti emotivi dell’esistenza guardando al lato etico per solcare i significati del finito e dell’infinito, del visibile e dell’invisibile, soffermandosi su quel punto di incontro tra inizio e fine dove fiorisce il senso della vita.

Dopo un’iniziale produzione improntata ad una ricerca sull’autoritratto, Pistoletto tra il 1961-1962  giunge alla realizzazione dei “Quadri specchianti” che rappresentano il fondamento della sua opera da cui derivano le sue riflessioni teoriche e le successive elaborazioni tecniche e formali degli stessi lavori. A caratterizzare i “Quadri specchianti” sono la dimensione del tempo rappresentato e presente, la presenza dello spettatore protagonista dell’opera e l’ambiente circostante. Attraverso di essi le coppie di opposte polarità -come statico/dinamico, superficie/profondità-  si congiungono fino a trovare una sorta di

Galleria Mucciaccia Roma Michelangelo Pistoletto

Galleria Mucciaccia Roma Michelangelo Pistoletto

convivenza grazie alla compenetrazione tra ciò che avviene nello spazio e la superficie specchiante. I quadri specchianti collocati sul pavimento riflettendo l’ambiente e gli oggetti in esso presenti, restituiti in posizioni inverse, compresi chi li osserva, creano un’amplificazione dell’ambiente in cui sono esposti superando quella linea di confine tra arte e vita.

A questo progetto che gli ha permesso in poco tempo di raggiungere un successo a livello internazionale, fanno seguito la serie di lavori intitolati “Oggetti in meno” basilari per la nascita dell’Arte Povera, la serie denominata “Le Stanze” in cui si palesa questa costante che vede l’arte essere atto creativo che racconta la vita restituendone un’immagine in divenire entrando nei suoi contesti umani e sociali. L’arte grazie alle opere di Pistoletto diventa spunto per riflettere sull’esistenza per aprirsi al futuro e guardare oltre, anche a quel senso di infinto che tanto attanaglia il pensiero umano. Ed è il senso dell’infinito cui si guarda con stupore e sgomento il filo conduttore del TERZO PARADISO sorta di Eden naturale e tecnologico che diventa fonte di ispirazione dell’opera più recente dell’artista “RITRATTI AL TAVOLO DEL TERZO PARADISO” in mostra alla Galleria Mucciaccia fino al 7 gennaio 2016. L’opera più recente di Michelangelo Pistoletto si ispira infatti al famoso tema indagato dall’artista negli ultimi anni con l’intento di svelare il passaggio evolutivo nel quale l’intelligenza umana trova i modi per convivere con l’intelligenza della natura. A caratterizzare il Terzo Paradiso è il simbolo del segno matematico dell’infinito formato da una linea che intersecandosi due volte disegna tre cerchi allineati. I due cerchi opposti stanno ad indicare la natura e l’artificio, mentre quello centrale rappresenta la congiunzione tra i due. In questa realtà dove dominano lo smarrimento innanzi ai volti infiniti e indefinibili della natura, l’incapacità a cogliere il significato ultimo della vita, Pistoletto ha sentito l’urgenza di stimolare lo sguardo e le coscienze proponendo un’opera come il Terzo Paradiso vista e condivisa non solo nella sua valenza simbolica, ma anche reale. Egli attraverso questo capolavoro, come già in precedenza, vuole ridare all’arte un ruolo centrale e restituirle un valore non solo estetico, ma anche etico. Attraverso un dialogo e un confronto dialettico si può andare lontano e provare e scandagliare negli orizzonti espressivi dei linguaggi che l’arte invia a partire dal creare un coinvolgimento diretto con lo spettatore che ne è protagonista in quanto parte della stessa opera. Come sottolinea Achille Bonito Oliva:Pistoletto attraverso la sua arte in divenire e sperimentale…..ha costruito una macchina della visione capace di penetrare e bucare la superficie del nostro quotidiano ed approdare ad una produzione poetica e concettuale insieme, capace di coniugare una costante relazione dell’arte con il sociale”.

Ritratti al Tavolo del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto

Ritratti al Tavolo del Terzo Paradiso
di Michelangelo Pistoletto

Per comprendere meglio l’opera esposta bisogna partire da quanto realizzato lo scorso mese di giugno 2015 nelle sale della Galleria da Pistoletto. Egli ha fatto realizzare un grande tavolo rivestito da una tovaglia appositamente creata con il simbolo del Terzo Paradiso, intorno al quale sono state riunite ventiquattro persone tra giovani artisti e collezionisti (tra cui Ottavia e Emiliano Cerasi, Clara e Giovanni Floridi, Giulia e Massimiliano Mucciaccia, Dora e Mario Pieroni, Armando Pasini, Imelda e Reza Safavi) per condividere e discutere su questo tema in cui l’arte incontra la vita e la coinvolge fino a creare un corto circuito. Appoggiati alle pareti erano stati disposti 12 grandi specchi, rivolti verso il muro. Come segno della propria partecipazione i partecipanti al termine dell’incontro hanno scritto un pensiero sul retro dello specchio, supporto dell’opera ancora non realizzata, diventando in tal modo sia il soggetto che il testimone dell’evento.

La mostra vuole essere l’ideale conclusione dell’evento iniziato cinque mesi fa, dodici opere ispirate alla performance di giugno. Lo specchio diventa punto di partenza e di arrivo, mezzo e fine con cui creare questa interazione tra opera e spettatore. Così Achille Bonito Oliva afferma: “Lo specchio di Pistoletto è dunque nelle sue diverse dimensioni un bersaglio attivo che a sua volta diventa freccia da cui parte la dinamica di un’opera incessantemente interattiva. L’interazione dell’opera sviluppa naturalmente un alto tasso di comunicazione. Da tutto questo nasce un evento espositivo”.

Silvana Lazzarino

Michelangelo Pistoletto

RITRATTI AL TAVOLO DEL TERZO PARADISO

Galleria Mucciaccia, Largo della Fontanella di Borghese 89 – Roma

Orari: lunedì 15.30 –19.30; dal martedì al sabato 10.00 –19.00; domenica chiuso

Informazioni: tel. 06 69923801; segreteria@galleriamucciaccia.it

fino al 7 gennaio 2016

Catalogo – Carlo Cambi Editore con testi di Michelangelo Pistoletto e di Achille Bonito Oliva e una ricca documentazione fotografica ad illustrare tutto l’iter del progetto.

Ingresso libero

Vincenzo Petrucci

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VINCENZO PETRUCCI

IN MOSTRA ALLA GALLERIA LA FENICE DI ANZIO

Possibili riferimenti alle emozioni che accompagnano l’uomo nel suo accostarsi ai diversi aspetti della realtà tra storia e mito, presente e passato, si intrecciano nel percorso artistico di Vincenzo Petrucci tra i più interessanti protagonisti della scena artistica contemporanea italiana e internazionale.

Vincenzo Petrucci

Vincenzo Petrucci

Con alle spalle un’intensa attività di scultore e pittore che lo ha visto esporre in diverse città italiane e straniere da Roma ad Amsterdam, da Barcellona a Tokyo, Vincenzo Petrucci accanto alle numerose esposizioni, si è dedicato all’insegnamento come titolare di cattedra di Scultura a Roma e provincia presso licei e accademie.

Forza espressiva, eleganza, creatività si intrecciano nei suoi lavori dove materiali quali cartapesta, legno e tela diventano punti di partenza per dare forma e corpo a rappresentazioni dove si tocca il senso del finito e dell’infinito, della materia e dello spirito, aspetti che tengono sospeso lo sguardo e il pensiero dell’uomo nella sua ricerca di risposte e verità in questa esistenza.

Alle sue opere che dialogano con il pensiero a catturare le infinite espressioni di stati d’animo è dedicata una suggestiva mostra ad Anzio aperta da sabato 19 dicembre 2015 fino alla fine del mese,negli spazi della Galleria LA FENICE diretta da Anna Grazia Pistolesi.

Dalla materia sia essa cartapesta, tela, o legno, Petrucci crea figure oltre il tempo, rappresentazioni di elementi e spazi ricorrenti e appartenenti ad una realtà naturale e allo stesso tempo ad entità tra l’astratto e il simbolico in cui è presente l’aspetto antropomorfico. La sua capacità nel plasmare e rendere duttile la materia gli permettono di infonderle quella flessibilità atta a creare geometrie e armonie che appartengono ad ima nuova entità che è la sua opera in cui vivono l’essenza umana e la presenza della natura, quest’ultima molto vicina al sentire spirituale. Due mondi vicini quello riferito all’uomo e quello legato alla natura, che interagiscono per creare simmetrie di figure coinvolgenti per forza ed energia.

Vincenzo Petrucci

Vincenzo Petrucci

Le figure alte ed eleganti delle sue sculture che animano gli spazi della galleria la Fenice, sviluppate in verticale nel tentativo di salire oltre, guidano lo sguardo di chi osserva verso un nuovo orizzonte dove ritrovare aspetti di sé rimasti nascosti, zone d’ombra di stati d’animo rimasti sopiti per troppo tempo. Figure che si legano ad una dimensione antropomorfica dove ritrovare leggerezza e maestosità, semplicità e purezza.

Riaffiora allora il riferimento al legame tra l’uomo ed il mondo arcaico legato ai totem, tra l’individuo e la natura in quanto madre che rassicura e incanta; ma anche un’occasione per riappropriarsi di quelle perdute origini dove tutto ha inizio. Un nuovo viaggio, liberi di pensare oltre quel limite che supera il razionale

Silvana Lazzarino

 

VINCENZO PETRUCCI

Galleria d’Arte “La Fenice” di Anna Grazia Pistolesi

Via XX Settembre, 7 – Anzio (vicino alla piazza principale)

Inaugurazione 19 dicembre 2015

Per informazioni Dott.ssa Anna Grazia Pistolesi 338/5869537

Ingresso libero

 

 

 

Affinità elettive

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Affinità elettive

DALLE COLLEZIONI MAGNANI ROCCA E GALLERIA D’ARTE MODERNA

DA DE CHIRICO A BURRI

I momenti più significativi delle trasformazioni stilistico espressive dell’arte italiana del Novecento passando dal movimento della Metafisica all’Informale trovano un percorso suggestivo e avvolgente nella mostra che si è inaugurata a Roma ieri pomeriggio 16 dicembre 2015 presso la Galleria di Arte Moderna di Via Crispi.

La mostra, AFFINITÀ ELETTIVE Da de Chirico a Burri. Opere della Galleria d’Arte Moderna e della Fondazione Magnani Rocca, promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, offre ai visitatori una selezione di circa quaranta opere della prestigiosa collezione parmense in dialogo con le opere della Galleria d’Arte Moderna, nello spirito di reciprocità tra le due istituzioni, impegnate nella valorizzazione del patrimonio artistico del Novecento italiano.  Un dialogo che ha permesso un approfondimento diverso, stimolante, sul panorama culturale che dalla prima metà del Novecento arriva fino alle ricerche informali di Alberto Burri.

Straordinaria l’affinità elettiva tra le opere della collezione Magnani e quelle della collezione capitolina messa in luce da questo percorso dove oltre al capolavoro del padre della Metafisica Giorgio de Chirico, L’enigma della partenza (1914) una delle gemme della collezione Magnani dove compaiono i concetti chiave della poetica dechirichiana quali: l’arcano, il mistero e la partenza, sono collocate alcune opere della collezione capitolina che dalla stessa corrente metafisica traggono spunto e richiami formali. Al nucleo

Morandi Natura morta

Morandi
Natura morta

parmense delle nature morte di Giorgio Morandi (con la serie /Natura morta) e di Filippo De Pisis (W Mozart e Interno dello studio) viene giustapposto un vario panorama di opere della raccolta romana che negli stessi anni testimonia la ricerca formale svolta sul tema dell’oggetto sul piano, da parte di molti artisti italiani. I rimandi sono molteplici e riferiti ad diversi artisti di rilievo: da Marino Marini a Giacomo Manzù, da Ettore Colla a Leoncillo, da Mafai a Scialoja, da Gino Severini ad Alberto Savinio, solo per citare alcuni autori delle circa cento opere presenti in mostra. Così accanto a Bambina sulla sedia di Manzù, Taglio rosso di Leoncillo e Composizione di Severini, sono Rovine di Varsavia di Turcato e Autunno di Savinio.

Una sezione di opere grafiche dedicata alle acqueforti di Giorgio Morandi, caratterizzate da raffinatezza e perizia tecnica nell’esecuzione, chiude il percorso della mostra, interamente accompagnata, nelle sale della Galleria, da suggestioni musicali dove si susseguono brani come: “Notturno per piano” di Ottorino

Guttuso Natura morta con pianoforte

Guttuso
Natura morta con pianoforte

Respighi, “Claire de lune” di Debussy e “Danse Sacrale” di Igor Stravinskij. E’ inoltre presente un nucleo di opere provenienti dal Macro di Roma e dalla Casa Museo Alberto Moravia.

Silvana Lazzarino

AFFINITÀ ELETTIVE

da De Chirico a Burri

Opere della Galleria d’Arte Moderna e della Fondazione Magnani Rocca

Roma Galleria d’Arte Moderna

Via Francesco Crispi,24

Orario: da martedì a domenica ore 10.00 – 18.30

24 e 31 dicembre ore 10.00-14.00

L’ingresso è consentito fino a mezz’ora prima dell’orario di chiusura;

lunedì chiuso.

Per informazioni: 060608 (tutti i giorni ore 9.00 –21.00),

www.museiincomune.it; www.galleriaartemodernaroma.it

dal 17 dicembre 2015 al 13 marzo 2016

Generazioni a confronto

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Generazioni a confronto

in mostra a Genzano (Roma)

L’arte con i suoi diversi linguaggi tra visione ed emozione attraverso i secoli ha segnato epoche, culture caratterizzando periodi storici diversi. L’arte contemporanea utilizza diverse forme espressive con cui dare voce ai cambiamenti e alle trasformazioni di questi ultimi tempi. Se il digitale, le videoinstallazioni, l’utilizzo di diversi materiali da quelli d’uso più comune ad altri meno abituali, hanno caratterizzato le opere d’arte di questi ultimi quindici anni, la pittura tra astratto e figurativo e la scultura nel suo richiamo alla classicità e al moderno, trovano una collocazione importante in particolare con artisti affermati che hanno iniziato la loro attività tra gli anni Settanta e inizi Ottanta. Tra questi la scultrice Alba Gonzales che insieme a Roberta Buttini, Antonio Fiore, Rosario Genovese, Renzo Eusebi, come lei affermati a livello internazionale sono stati invitati a partecipare alla rassegna d’arte contemporanea GENERAZIONI A CONFRONTO presso Palazzo Sforza Cesarini a Genzano (Roma) aperta fino al 10 gennaio 2016.

Veduta del Palazzo Sforza Cesarini

Veduta del Palazzo Sforza Cesarini

La mostra, a cura di Giorgio di Genova, con la collaborazione di Paolo Viterbini e Walter Necci, patrocinata dal Comune di Genzano di Roma, in collaborazione con la galleria Vittoria di Roma, accanto a mini personali dedicate ai cinque artisti sopracitati, presenta lavori di altri protagonisti della scena artistica italiana e straniera nati dagli anni Trenta agli anni Ottanta, che si sono distinti e affermati per la capacità di trovare nuove ed originali espressioni attraverso l’arte quale veicolo per trasmettere emozioni e tematiche legate all’uomo e al suo vissuto rapportato alla realtà, e alla sua storia tra passato e presente. I centotrenta partecipanti presentano lavori realizzati tra il 2000 ed il 2015 improntati ad una ricerca il cui fine è quello di individuare le linee di espressione del nuovo secolo. Il confronto tra generazioni diverse, in questo ambito, offre al pubblico l’epifania dei linguaggi dei dipinti, delle sculture e delle installazioni, che provengono da culture e da luoghi differenti.

Ad introdurre il visitatore nel percorso espositivo è la scultura di Alba Gonzales: Il bacio. Paolo Francesca. L’artista romana premiata con diversi e importanti riconoscimenti tra cui il recente Premio alla carriera per i suoi 40 anni di attività, è presente con sei opere di diverse dimensioni, intense e avvolgenti.

Il bacio Paolo e Francesca di Alba Gonzales

Il bacio
Paolo e Francesca
di Alba Gonzales

Opere che raccontano del mito e della storia, delle origini perdute dell’uomo e della sua aspirazione all’infinito e al divino, ma anche delle sue inquietudini e angosce, senza dimenticare l’amore. Tutto questo visto attraverso quella sottile vena ironica che caratterizza l’evolversi delle sue figure spesso antropomorfiche dove prevalgono chimere, sfingi, figure femminili prese dalla mitologia. Sculture in marmo e bronzo eleganti nei loro movimenti e in perfetto equilibrio con gli spazi, sono come proiettate in un tempo sospeso tra passato e presente, mistero e storia dove ritrovare il senso del fisico e del metafisico, dell’immanente e del trascendente. Accanto alla Gonzales va citata Roberta Buttini con il suo lavoro che tra aspetti propri dell’antropologia e della scienza intende indagare la storia del genere umano dalle origini ad oggi a suggerire un possibile incontro tra arte e scienza. Questo a partire dalla scrittura, che l’artista utilizza nelle diverse tipologie proprio attraverso le sue opere giungendo a decodificare un linguaggio che unisce la cultura arcaica ai punti cardinali dei Maya, i principi dell’astrolabio di Galileo agli esagrammi cinesi e ancora le matrici informatiche ai simboli ancestrali.

Un percorso visto non solo quale momento di aggregazione, ma anche quale occasione per un confronto tra generazioni diverse con una prevalenza di artisti nati negli anni Quaranta e Cinquanta.

Silvana Lazzarino

GENERAZIONI A CONFRONTO

Rassegna Internazionale di Arte Contemporanea

a cura di Giorgio Di Genova,

Palazzo Sforza Cesarini –Genzano di Roma

Orario: sabato e domenica: 10.00-13.00 e 15.00-19.00

fino al 10 gennaio 2016

Silvana Lazzarino

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Silvana Lazzarino

Nata a Roma il 14/02/1971, laureata e giornalista ha collaborato come critica cinematografica e critica d’arte con il quotidiano Il Giornale, il bimestrale Il Ragazzo selvaggio, Radio Vaticana. Attualmente prosegue questa attività con periodici on-line come ildispari24.it, ed è impiegata nella pubblica amministrazione. Ha partecipato a diversi concorsi letterari ottenendo prestigiosi riconoscimenti e le sue poesie sono presenti su diverse raccolte antologiche. Ha pubblicato due raccolte poetiche personali

Alba Gonzales e Silvana

Alba Gonzales e Silvana

Cosmogonia (2013) e Oltre le immagini tra visione ed emozione (2014), Fonte della sua ispirazione è il fascino delle bellezze artistiche e paesaggistiche del nostro Paese. Ama praticare anche attività sportiva come corsa e lunghe camminate, spesso nei fine settimana.

Silvana

Silvana

Silvana impiegata di giorno e creativa di sera. E’ catturata dall’ arte e dalla poesia..Arte e poesia interagendo danno vita alle emozioni tra passato e presente, verità e immaginazione diventando l’una fonte di ispirazione dell’altra per guardare oltre le immagini e oltre le parole tra visione ed emozione.

Alba Gonzales, di Roma, attiva tra Roma e Pietrasanta, è scultrice  di fama internazionale che attraverso le sue opere monumentali esplora l’universo dell’uomo attraverso il mito, la storia i totem. Al centro delle sue sculture di richiamo classico che mettono in luce figure femminili eleganti e armoniose in perfetta sintonia con lo spazio sono i motivi dell’amore, del dramma e dell’ironia che appartengono al tessuto esistenziale.

Bruno Molinaro, definito il “Monet del 2000” ,attivo a Torino, esalta le bellezze del paesaggio e dei luoghi più segreti della natura attraverso la magia del colore che diventa protagonista assoluto nei suoi dipinti, Colore che da forma e corpo ai luoghi più poetici e affascinanti della natura al passare delle stagioni tra cieli al tramonto, scorci di spiagge, montagne innevate e poi girasoli e papaveri, iris, e specchi d’acqua che riflettono scenari autunnali dove si intrecciano geometrie di foglie nel vento.

Dipinto di Bruno Molinaro

Dipinto di Bruno Molinaro

Iris nel vento di Bruno Molinaro

Iris nel vento
di Bruno Molinaro

 

 

MASSIMO PENNACCHINI

Definito il “pittore del tango”  Massimo Pennacchini coglie l’eleganza e la passione di questo ballo attraverso l’effetto di una linea avvolgente e l’uso di un colore vivace e deciso dove respirare i riti infiniti della vita. Artista di fama internazionale ha esposto in Italia, Europa, fino a toccare Stati Uniti e Cina.

dipinto di Pennacchini

Le sue opere sono presenti il collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero

Poesia ed eleganza, musicalità e leggerezza si intrecciano nelle sue rappresentazioni dove protagonisti sono coppie di ballerini immersi nel loro luogo ideale dove tutto pul accadere…..

Coppie di ballerini si stringono e si allontanano al ritmo ora lento ora veloce di un tango che li lega in un gioco di sguardi e seduzione senza fine.

FRANCESCO VACCARONE

Attuale, creativo, poliedrico nell’uso delle espressioni visive ed emotive è il linguaggio di Francesco Vaccarone che tra disegno, pittura,  collage e scultura ha saputo recuperare le emozioni dell’uomo nel suo passare lungo i luoghi di una realtà in cosante divenire dove ritrovare il senso del suo esistere. Ho avuto piacere  di recensire la mostra La POESIA VISIVA DI FRANCESCO VACCARONE in corso a Genova presso il Museo di Villa Croce fino al 6 marzo 2016,  dedicata alla sua opera e in particolare alla “poesia visiva” movimento/espressione artistica sorta negli anni Sessanta quale risposta al bombardamento progressivo della civiltà delle immagini, della pubblicità ossessionante. Dopo gli inizi in cui utilizza un

LA POESIA VISIVA di FRANCESCO VACCARONE

LA POESIA VISIVA di FRANCESCO VACCARONE

linguaggio creativo figurativo con rimandi all’espressionismo tedesco, Francesco Vaccarone, nato a La Spezia nel 1940, a metà degli anni Sessanta entrato a far parte del Gruppo Studio di Genova si accosta alla poesia visiva il cui linguaggio sperimentale è proiettato alla ricerca di espressioni visive nuove. Espressioni costruite a partire da diversi contesti della quotidianità compresa la parola parlata e scritta. che prendono le mosse da un’analisi del linguaggio dei mass-media e delle tecnologie stravolgendone il significato per rovesciare i rapporti sociali in una sorta di giocosa rivoluzione. Immagini e oggetti sono assemblati in un ritmo visivo a metà strada tra Pop Art e Nouveau Réalisme.

L'anima il vento

L’anima il vento

Leggerezza e ironia, ma anche senso di inquietudine e sfiducia  sono i modi con cui è percepito il cammino dell’esistenza che prende forma attraverso figure e rappresentazioni in cui si alternano colori ora accesi e avvolgenti, ora più tenui, sempre combinati con originalità e fantasia. E’ entro questi spazi dove si evince quel possibile avvicinamento tra l’uomo e quanto è a lui vicino come anche la natura che le simbologie si fanno strada quali elementi  silenziosi eppure presenti nelle descrizioni di  luoghi a lui cari come le cinque terre, o nel volo verso l’infinito dei gabbiani, o nei volti e gesti desolati dei clochard, sezna dimenticare gli altri aspetti del paesaggio dove si muovono e agiscono anche figure umane. Poesia e leggerezza, malinconia e solitudine sono le cifre con cui rileggere l’uomo nel suo mostrarsi con desideri e attese, paure e nostalgie talora solitario entro quegli spazi liberi e avvolgenti in cui si da voce alle armonie che legano la terra a l cielo, il finito all’infinito verso e oltre il visibile.

Gentilissima .
Silvana Lazzarino

e p.c Roberta Panizza
Socia Sostenitrice DILA Vice presidente DILA

Quale apprezzamento per l’encomiabile attività di comunicazione da te svolta fino ad oggi per le nostre testate giornalistiche e web, in virtù della tua costante attività effettuata nel campo artistico a favore dello sviluppo dei progetti ideati dalla nostra associazione e in considerazione dell’eccellente impegno da te profuso nell’avviare la concordata collaborazione tra DILA e la Casa Editrice “Il Sextante” di Mariapia Ciaghi, sono ben lieto di nominarti

“Direttrice Editoriale per conto dell’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA”,

con ciò autorizzandoti a svolgere tutte le azioni concordate con questa Presidenza utili alla gestione dei rapporti con la Casa Editrice Il Sextante, sempre che tu decida di accettare l’incarico operando in regime di assoluta gratuità così come, ed è giusto che te ne dia atto ringraziandoti, hai sempre agito.

Sicuro che saprai essere determinata e coerente, ti auguro di ottenere, per te personalmente e per la nostra DILA, meritati riconoscimenti pubblici e privati.

Ischia 15 Aprile 2017

Bruno Mancini
Presidente DILA

Silvana Lazzarino premiata dalla OTMA 2 Edizioni

Contributo di Silvana Lazzarino al Catalogo dell’artista  PATRIZIA CANOLA

http://it.blurb.com/bookstore/invited/6285925/c59628cf7a86a531714ddf6ead41fcfe9ca887ac

ARTICOLI pubblicati su emmegiischia.com e ildispari24.it

 i link riferiti agli articoli pubblicati tra novembre 2015 e giugno 2016

http://www.ildispari24.it/it/monlus-onlus/

http://www.ildispari24.it/it/van-gogh-alive/

http://www.ildispari24.it/it/alessandro-valeri/

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http://www.ildispari24.it/it/il-dispari-2016-05-30/

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https://www.emmegiischia.com/wordpress/il-dispari-2016-05-23/

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