Deportati ad Auschwitz

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Deportati ad Auschwitz

MEMORIE D’INCIAMPO PER NON DIMENTICARE I DEPORTATI AD AUSCHWITZ

Il dramma più grande vissuto dall’umanità: lo sterminio degli ebrei nei lager nazisti durante il secondo conflitto Mondiale ha lasciato una traccia indelebile negli animi e nei corpi di quanti hanno visto, vissuto e raccontato gli orrori di una tragedia senza precedenti.

Articoli, inchieste, interviste, documentari, film, romanzi, a distanza di anni hanno raccontato con intensità e forte spessore comunicativo la tragedia della shoah che ha lasciato attonito il mondo intero. Una pagina di storia atroce e agghiacciante che non va dimenticata.Gunter Demnig

A ricordare quanti scomparsi, a seguito delle persecuzioni naziste, tra ebrei, politici, militari, attraverso il simbolo “artistico” di una pietra è stato l’artista tedesco Gunter Demnig che a partire dal 1995 a Colonia iniziò a realizzare incisioni su una sorta di sampietrini – dette Stolpersteine pietre “d’inciampo” per immortalare i nomi di quanti furono deportati a Auschwitz: una straordinaria mappa della memoria europea che anno dopo anno si è estesa fino a includere oltre 45.000 pietre.

Luogo deputato per queste opere antimonumentali, ma concrete e tangibili a tenere viva la memoria nel presente, è il marciapiede prospiciente la casa in cui hanno vissuto i deportati. Sul marciapiede sono installate le “pietre d’inciampo”, sampietrini del tipo comune e di dimensioni standard (10×10) sulla cui superficie superiore di ottone lucente sono incisi: nome e cognome del/lla deportato/a, età, data e luogo di deportazione e, nel caso si conosca, anche la data di morte.

Gunter Demnig ha portato questa opera in Italia facendo così entrare il nostro paese a far parte di questo grande circuito internazionale della memoria. E’ stato dato così inizio al progetto MEMORIE D’INCIAMPO giunto quest’anno alla sua settima edizione, che ha visto l’artista tedesco a partire dal 2011 al 2015 posizionare 226 “pietre d’inciampo”.

Il prossimo 11 gennaio 2016 Gunter Demnig sarà a Roma per installare 11 Stolpersteine (pietre d’inciampo) in memoria di deportati razziali e politici.Stolpersteiner

Il progetto di questa settima edizione Memorie d’inciampo a Roma, patrocinato dal Municipio di Roma I Centro, Municipio II, Municipio VII è sostenuto dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania. Promosso tra gli altri da ANED (Associazione Nazionale ex Deportati); ANEI (Associazione Nazionale ex Internati); Federazione delle Amicizie Ebraico Cristiane di Italia; Fondazione CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), IRSIFAR (Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza), sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, il progetto è curato da Adachiara Zevi e si avvale di un comitato scientifico formato da Anna Maria Casavola, Annabella Gioia, Elisa Guida, Antonio Parisella, Liliana Picciotto, Micaela Procaccia e Michele Sarfatti.

Questa settima edizione di “Memorie d’inciampo a Roma” sarà inaugurata lunedì 11 gennaio 2016 alle ore 12.00 in Via Po, 42 alla presenza del Presidente del Municipio di Roma II Giuseppe Gerace. Ad affiancare questa edizione sarà il progetto didattico curato da Annabella Gioia e Sandra Terracina: ogni Municipio coinvolto sceglierà una o più scuole cui affidare una ricerca storica sui perseguitati alla cui memoria sono dedicati i sampietrini.

Silvana Lazzarino

MEMORIE D’INCIAMPO A ROMA

VII edizione

Lunedì’ 11 gennaio 2016 a Roma (ore 12.00 in Via Po, 42)

Presso la Biblioteca della Casa della Memoria e della Storia è attivo uno “sportello” (casadellamemoria@bibliotechediroma.it / tel. 06/45460501) curato da Liliana Biello ed Elisa Guida. A loro possono rivolgersi quanti intendono ricordare familiari o amici deportati attraverso la collocazione di uno Stolpersteine davanti alla sua abitazione.

Il sito web www.memoriedinciampo.com, curato da Giovanni D’Ambrosio e Paolo La Farina, documenta interamente le precedenti edizioni: la mappa dei luoghi dove sono stati installati i sampietrini, fotografie, film e testimonianze, il lavoro svolto dagli studenti che hanno aderito al progetto didattico, testi storici e critici relativi alla deportazione di ebrei, politici e militari, un profilo biografico dell’artista e una vastissima rassegna stampa.

 

 

 

 

Cavalcata dei Magi

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CORTEO DI FIGURANTI PER EVOCARE L’ANTICA TRADIZIONE FIORENTINA DELLA CAVALCATA DEI MAGI

Un percorso solenne tra storia e religione è quello che si potrà ammirare il prossimo 6 gennaio 2016 a Firenze, quando per celebrare il giorno dell’Epifania, l’Opera di Santa Maria del Fiore darà vita alla cavalcata dei Magi, antica tradizione fiorentina che vede sfilare ogni anno a partire dal 1997 un solenne corteo di figuranti lungo le strade del centro della città.

PRESSPHOTO Firenze Epifania, Cavalcata dei Magi. Marco Mori/New Press Photo

PRESSPHOTO Firenze Epifania, Cavalcata dei Magi. Marco Mori/New Press Photo

Giunta alla sua XX edizione dell’epoca moderna, la manifestazione si rifà a un’antica tradizione fiorentina del XV secolo, quando a Firenze una compagnia di laici intitolata ai Santi Re Magi, che seguiva determinate regole di carattere religioso, organizzava un fastoso corteo detto “Festa de’ Magi”. Inizialmente realizzata con cadenza triennale e dal 1447 ogni cinque anni, la Cavalcata dei Magi era formata da tre diversi cortei che si riunivano davanti al Battistero per proseguire fino alla Basilica di San Marco, dove con canti e preghiere adoravano Gesù Bambino. Anche i maggiori componenti della famiglia dei Medici fecero parte della Compagnia dei Santi Re Magi, detta anche “La Stella”, che fu soppressa nel 1494 in seguito alla loro cacciata da Firenze. Da quel momento la Cavalcata dei Magi subì trasformazioni che nel tempo le sottrassero quel carattere religioso fino a estinguersi.

PRESSPHOTO Firenze cavalcata dei Magi e corteo storico in centro: Marco Mori/New Press Photo

PRESSPHOTO Firenze cavalcata dei Magi e corteo storico in centro: Marco Mori/New Press Photo

L’’Opera di Santa Maria del Fiore ha voluto riprendere quest’antica tradizione organizzando, ogni anno, un solenne corteo di figuranti con in testa i Re Magi a cavallo, in sontuosi abiti di seta ispirati a quelli dell’affresco di Benozzo Gozzoli, che attraversa il centro di Firenze. La manifestazione con il sostegno dell’Arcidiocesi e del Capitolo del Duomo, il patrocinio del Comune di Firenze e la partecipazione dei comuni della provincia, avrà inizio mercoledì 6 gennaio 2016 con partenza del corteo da Piazza Pitti alle 14.00, per arrivare, percorrendo le strade del centro, in piazza Duomo alle ore 15.00. Qui, dopo il saluto dei figuranti e lo scoppio della colubrina, i Re Magi deporranno i loro doni ai piedi del Presepe vivente. Dopo l’intervento di Franco Lucchesi, Presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore, seguiranno la lettura del brano del Santo Vangelo dei Magi e il saluto del Cardinale Giuseppe Betori che parlerà del significato dell’Epifania e accoglierà i bambini delle parrocchie della Diocesi fiorentina.

Silvana Lazzarino

 

CAVALCATA DEI MAGI

Firenze mercoledì 6 gennaio 2016

Il programma dettagliato della CAVALCATA DEI MAGI

Ore 11.00, Sagrato del Duomo “Presepe vivente”

Ore 14.00, Piazza Pitti, balletto rinascimentale a cura dell’Associazione Culturale Contrada Alfiere

Ore 14.00, Piazza Pitti, partenza del corteo della Cavalcata dei Magi

Percorso: Piazza Pitti, Via Guicciardini, Ponte Vecchio, Via Por Santa Maria, Via Lambertesca, Loggiato degli Uffizi, Piazza della Signoria, Via Calzaiuoli, Piazza Duomo

Ore 14.30, Piazza Duomo, nel frattempo che il corteo attraversa la città, intrattenimento con canti natalizi eseguito dal “Piccolo Coro Melograno”

Ore 14.30, Piazza della Signoria, il Corteo storico della Repubblica fiorentina si unisce alla sfilata

Ore 15.00 Arrivo del corteo in Piazza del Duomo

Saluto dei figuranti e scoppio della Colubrina

Presentazione dell’offerta dei Magi a Gesù Bambino

Intervento di Franco Lucchesi, Presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore

Lettura del brano del Santo Vangelo dei Magi

Saluto del S. E. Cardinale Giuseppe Betori

Incontro con una rappresentanza di bambini della Diocesi di Firenze

Lancio dei palloncini

Evgeny Antufiev

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Fusion and Absorption Evgeny Antufiev

Un richiamo a quanto appartiene all’uomo, al suo vissuto, al suo passato dove rientrare a partire dal presente che ad esso guarda e trae spunto, è il punto di partenza con cui l’arte di Evgeny Antufiev mette in relazione culture diverse e allo stesso tempo l’antico con il moderno. Il linguaggio dell’arte diventa riflesso per cogliere questa relazione tra il presente e il passato, e quel legame sottile e impercettibile tra l’uomo e la natura, l’uomo e la sua storia.EVGENY IMMAGINE

Verso un percorso dove recuperare il passato dell’uomo tra appartenenza e origini conduce la mostra Fusion and Absorption Evgeny Antufiev in corso a Roma presso la Galleria Sara Zanin (Via della Vetrina 21,) fino al 6 febbraio 2016.

Nato a Tuva nel 1986 Evgeny Antufiev seppur distante dalla nostra cultura ha dimostrato attraverso l’arte le infinite, possibili rispondenze tra culture diverse che, attraverso lo sguardo di un potenziale interlocutore, possono vivere entro una riconoscibilità extratemporale e extra geografica.

Attraverso sculture che ritraggono pugnali, utensili, oggetti appuntiti, figure semplici con rimandi alla natura, ma anche maschere e elementi simbolici a richiamare tradizioni e culture distanti, lo spettatore è portato a fare un salto nel passato e in luoghi distanti, per recuperare pensieri legati a popolazioni lontane percepite come parte della storia. Rappresentazioni di oggetti di vario uso che richiamando ad abitudini lontane, rimettono in gioco il concetto di esistenza aprendo a sensazioni nuove che fanno ripensare al ritorno ad un legame più diretto con la realtà naturale e l’ambiente circostante.immagine 5

Rappresentazioni che nella loro essenzialità svelano il bisogno di guardare per un attimo indietro e ripensare che, per meglio comprendere la complessità di questa esistenza, forse sia necessario entrare nell’ottica di un ritorno alla semplicità, Da qui la considerazione che siamo parte di un tutto già accaduto e che dovrà accadere. Il passato prima o poi riemerge anche attraverso un oggetto che in sé racchiude la forza e la fragilità di un pensiero.immagine 2

In questa esistenza sempre più tecnologica e digitale, dove tutto corre veloce, dove la comunicazione viaggia in tempo reale bruciando le distanze spazio–temporali, l’arte tra istinto, immediatezza, ispirazione e innovazione ridisegna la vita nei suoi chiaroscuri, nelle sue trasformazioni tra tradizione e innovazione, memoria e attualità con cui ripensare ad un possibile futuro dove far convergere stati d’animo, desideri e aspirazioni, rendendo possibile una riconoscibilità extratemporale ed extargeografica per culture diverse e distanti geograficamente.

Silvana Lazzarino

Evgeny Antufiev

Fusion and Absorption

z2o Sara Zanin Gallery

Via della Vetrina 21, 00186 Roma

Orario: da martedì a sabato 12:00 – 19:00 (o su appuntamento),

fino al 6 febbraio 2016

ingresso libero

per informazioni: tel.06 704 522 61;info@z2ogalleria.it; www.z2ogalleria.it

 

Notizie su Evgeny Antufiev

EvgenyAntufiev, nato a Tuva nel 1986, vive e lavora a Mosca. Dopo gli studi all’Institute of Contemporary Art (ICA) di Mosca, nel 2009 vince il KandinskyPrize nella categoria “The youngartist. Project of the Year.” I suoi ultimi progetti sono stati presentati al MM OMA e a Regina Gallery di Mosca (settembre –novembre 2015). Inoltre ha esposto al Multimedia Art Museum di Mosca, 2014, alla Collezione Maramotti, Reggio Emilia 2013, e ha partecipato a numerose mostre collettive in luoghi prestigiosi, tra cui il Palais de Tokyo, Parigi 2012 e il New Museum, New York 2011.

Renzo Arbore

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 RENZO ARBORE

Cinquant’anni di carriera in una mostra a Roma

Protagonista della storia musicale italiana Renzo Arbore lungo cinquant’anni di carriera con il suo carisma e la sua originalità ha dato un nuovo impulso alla canzone e alla storia della televisione e del costume del nostro Paese. I suoi programmi radiofonici, le indimenticabili trasmissioni televisive, i concerti con la sua Orchestra Italiana, hanno dato spazio al suo talento, di musicista, compositore e interprete di canzoni, I clarinetticonduttore e  regista, cui non è mai mancata quella vena ironica espressa sia nell’ambito dello spettacolo sia nella vita privata.

Il suo entusiasmo e la sua capacità nel conquistare un pubblico sempre più variegato tra giovani e adulti, hanno reso speciale ogni suo spettacolo, come ogni suo concerto, per non parlare dei suoi due film, commedie divertenti e stravaganti, divenuti in Italia dei veri cult movie: “Il Pap’Occhio” del 1980 e “FFSS” del 1983 rispettivamente dedicati al Papa Giovanni Paolo II e a Federico Fellini.

Ai 50 anni della sua straordinaria carriera legati alla Rai Radiotelevisione Italiana è dedicata una mostra davvero suggestiva e imperdibile in corso a Roma presso il Macro Testaccio negli spazi della Pelanda aperta fino al prossimo 3 aprile 2016.

Il percorso espositivo RENZO ARBORE. La mostra Videos, radios, cianfrusaglies che si apre con un Renzo Arboreinvito a liberare la mente da ogni pensiero o preoccupazione, espresso nella frase “lasciate ogni tristezza voi ch’entrate”, attraverso dieci sezioni, traccia il suo iter artistico tra spettacoli, tour internazionali, film, libri, cui si accompagna il suo attento e costante impegno umanitario a fianco della Lega del Filo d’Oro di cui è testimonial da anni. Il percorso allestito dai suoi storici collaboratori per le scenografie dei suoi spettacoli, Alida Cappellini e Giovanni Licheri, guida i visitatori nel suo suggestivo mondo di uomo di spettacolo, appassionato di musica, radio, cinema, collezionismo. Si procede da spettacoli televisivi come “Quelli della Notte” e “Indietro Tutta” a quelli radiofonici “Bandiera Gialla” e “Alto Gradimento”, dalle prime esperienze musicali con la Barilla Boogie Band, agli Swing Maniacs, fino ai concerti dell’Orchestra italiana, per arrivare ai suoi film, compresi gli sketch pubblicitari e poi documenti audio e video di sue performance, poster, album e fotografie. Con la sua Orchestra Italiana fondata nel 1991, Arbore ha fatto di un sogno una vera e propria “mission”: far rivivere il nuovo/antico suono di Napoli attraverso una rinnovata emozione conquistando i grandi teatri d’Italia e del mondo così da promuovere la musica italiana più internazionalmente conosciuta e rappresentare al meglio l’immagine dell’Italia.Renzo Arbore

Le stazioni del percorso, che rappresentano le sue passioni: l’America, il Collezionismo e la Plastica, il Cinema, i Viaggi, la Televisione, le Città e gli Amici, la Moda e il Design, la Radio e infine la Lega del Filo d’Oro attraverso suoni, colori, immagini ed oggetti svelano curiosità e momenti importanti della vita di Renzo Arbore, raccontando anche un pezzo della storia d’Italia e degli Italiani.

Accanto alle “cianfrusaglies” di ogni tipo comprendenti oggetti di plastica collezionati in modo quasi maniacale, sono i suoi strumenti musicali tra cui i clarinetti, le radio d’epoca, le cravatte sgargianti, i gilet dai vari colori, e poi i cappelli di diverse fogge e le borsette da donna, divenuti col tempo suoi tratti distintivi.

Arbore con la sua disinvoltura e capacità nell’essere artista raffinato e poliedrico ha saputo fin dai suoi primi interventi in radio conquistare il pubblico che da subito si è affezionato a lui.libro Arbore

Questa mostra allegra e solare, dove a dominare è la musica, rivela alcuni lati della personalità di uno dei protagonisti più interessanti dello spettacolo italiano, che ha conquistato pubblico e critica, mettendo in luce le sue qualità artistiche e umane. Amato da tutti per simpatia e semplicità, da anni è testimonial della Lega del Filo d’Oro, associazione che con cinque sedi residenziali in Italia si dedica all’assistenza, alla riabilitazione ed al reinserimento nella famiglia e nella società delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali.

All’interno della mostra è presente un bookshop con una serie di oggetti ispirati al suo colorato e allegro universo iconografico, tra cui cravatte e calze. Il ricavato delle vendita di questi oggetti andrà per una raccolta fondi in favore della Lega del Filo d’Oro.

La mostra è accompagnata dal volume di Renzo Arbore “E se la vita fosse una jam session? Fatti e misfatti di quello della notte“, a cura di Lorenza Foschini, edito da Rizzoli.

Silvana Lazzarino

 

RENZO ARBORE

La mostra.

Videos, radios, cianfrusaglies

“Lasciate ogni tristezza voi ch’entrate”

Roma- MACRO Testaccio, La Pelanda – Centro di produzione culturale

Piazza Giustiniani, 4

Orario: da martedì a venerdì ore 14.00-20.00,

Sabato e domenica ore 10.00-20.00.

Chiuso lunedì, e 31 dicembre, 1 gennaio.

Aperto 4 e 6 gennaio, 28 marzo ore 10.00-20.00

La biglietteria chiude un’ora prima

Fino al 3 aprile 2016

Informazioni e prenotazioni: tel. 199.15.11.21

 

Le marionette di Podrecca

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Le marionette di Podrecca

OMAGGIO A VITTORIO PODRECCA:

TORNANO A ROMA ALL’ARGENTINA  LE SUE  LEGGENDARIE MARIONETTE

Omaggio a Vittorio Podrecca e al suo teatro di marionette che nel 2014 ha festeggiato cento anni di storia. Vittorio Podrecca, avvocato e figlio di avvocati lascia presto la carriera giuridica per dedicarsi al teatro tantoché’ agli inizi del Novecento, nel 1914, fonda il “Teatro dei Piccoli” con cui ha attraversato tutto il

Podrecca Teatro

Podrecca Teatro

Novecento testimoniando le inquietudini e le aspirazioni, le incertezze e le trasformazioni in ambito culturale e scoiale.

Guardando all’antica tradizione delle marionette con un’ottica innovativa egli regala a questi attori di legno un’espressione universale grazie al potere della musica. Con Podrecca nasce una nuova idea di teatro: non solo introduce la figura di impresario e regista, ma ha voluto dare alle marionette una nuova particolarità rendendole musicali. Le sue marionette sono infatti  “marionette musicali” nel senso che seguono il ritmo della musica e attraverso esso si esprimono senza l’uso della voce e della parola prestata loro dai burattinai. Podrecca diceva: “Le marionette son fatte della stessa stoffa della musica, anche per il fatto di essere guidate da fili, le marionette sono quasi strumenti musicali, sono intessute di musica…..”. Esse diventano così universali comprensibili a tutti proprio perché il loro gesti ed espressioni si coordinano ed entrano in sintonia con i ritmi della musica, espressione universlae per comunicare emozioni.

Le marionette di Podrecca, i suoi piccoli attori di legno, nel corso del Novecento fino ad oggi hanno fatto storia con spettacoli di successo in tutto il mondo incantando ed entusiasmando diverse generazioni tra adulti e bambini.

Il teatro Argentina di Roma diventa nelle giornate del 5 e 6 gennaio 2016 il palcoscenico di queste leggendarie marionette che daranno vita allo spettacolo DAI 3 AI 93. UNA MERAVIGLIOSA INVENZIONE. Ideato da Barbara della Polla ed Ennio Guerrato, lo spettacolo descrive cinquant’anni della storia di queste divertenti ed affascinanti marionette finalmente tornate in scena nella Capitale a distanza di circa vent’anni, dopo impegnativi interventi di restauro iniziati nei primi mesi del 2015.

Sulla scena si assiste ai numeri più celebri del repertorio classico ripercorrendo l’epopea di questa

spettacolo Podrecca

spettacolo Podrecca

compagnia di artisti forse la più longeva tra le compagnie teatrali italiane del Novecento. Due giornate all’insegna del divertimento per rendere omaggio a questo artista quale è stato Pedrecca  e al suo mondo di marionette, piccoli “divi di legno” con il supporto di immagini e video mapping attraverso cui sono svelati i trucchi del mestiere.

Sulla scena si esibiscono una narratrice, i marionettisti e i grandi protagonisti del varietà di Podrecca: il pianista Piccolowski e la cantante Silforosa, i Divisionisti, Bill Boll Bull, gli Struzzi, la Rumba a ripercorrere la storia e la struttura stessa del teatro di Podrecca. Viene presentato in scena il lavoro degli artigiani, delle sarte, dei musicisti e soprattutto, quel castello magico che è il ponte di legno che sostiene le strabilianti evoluzioni dei piccoli pdrecca 1attori con i fili.

Un omaggio alla più longeva e celebre compagnia teatrale italiana del Novecento che nel suo lungo iter caratterizzato da clamorosi successi e avventurose tournée internazionali, .ha toccato una perfezione artigianale e artistica come poche, lasciando un patrimonio artistico di inestimabile valore. Patrimonio che racchiude accanto a innumerevoli marionette e centinaia di numeri musicali,  anche registrazioni audio, fondali, oggetti di scena, elementi tecnici di palcoscenico. A proseguire l’attività del Teatro dei Piccoli evitando la dispersione del suo patrimonio artistico così raro e prezioso, in seguito alla morte di Podrecca e ai successivi problemi economici, fu il Teatro Stabile del Friuli Venezia e Giulia. Una curiosità: tra i tanti ammiratori del Teatro della Compagnia dei Piccoli con protagoniste le marionette vanno citati: Charlie Chaplin che li definì “incantevoli”, Fortunato Depero che in esse vedeva “l’incarnazione della poetica futurista” e il Maestro Arturo Toscanini che le considerava “un fenomeno unico nella storia dell’arte teatrale: piacciono a me, alla mia famiglia, al mio autista, alla mia cuoca, ai bambini del mio autista e della mia cuoca”, per non dimenticare anche l’entusiasmo e apprezzamenti tra i tanti di Gabriele D’Annunzio, Eleonora Duse, Greta Garbo, Maurice Ravel, Paul Valery, Jacques Copeau.

Silvana Lazzarino

DAI 3 AI 93. UNA MERAVIGLIOSA INVENZIONE

uno spettacolo di e con Barbara Della Polla ed Ennio Guerrato

e con Carlo Furlan, Lorenza Muran, Tiziana de Guarrini

interventi di Fausta Braga, Antonio Cipolla, Eugenio Monti Colla, Giuseppina Volpicelli

visual design Antonio Giacomin

Teatro Argentina – Roma

Orari: 5 gennaio alle 19.00; il 6 gennaio alle 17.00

5 e 6 gennaio 2016

Per informazioni: community@teatrodiroma.net