Intervista a Patrizia Canola

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PATRIZIA CANOLA

RACCONTA LE EMOZIONI LUNGO IL MOSAICO DELLA VITA TRA NATURA E ANIMA

Attraverso i luoghi fisici e metafisici di una natura in divenire dove il paesaggio cambia il suo volto ora mostrando atmosfere intense e rasserenanti, ora malinconiche e nostalgiche ci guida il percorso visivo ed emotivo di PATRIZIA CANOLA artista di fama internazionale, che con la sua pittura cattura in modo sorprendente i ritmi della luce nel suo riflettere le diverse atmosfere delle stagioni. 2015-07 CAMPO DI GRANO - Olio su tela 80 x 90.JPG

Nata a Milano, ma attiva in Brianza. sito privilegiato dove da forma e vita ad opere avvolgenti che raccontano dei suoni e dei bisbiglii, dei respiri e silenzi della natura, Patrizia Canola, con quarant’anni di carriera ha all’attivo numerose mostre in Italia e all’estero di grande successo. Il fascino della sua arte dove la natura è protagonista tra silenziosi paesaggi invernali con neve e ghiacciai, distese di campi di grano e fiori dalla tinte accese, ruscelli, maestosi faggi e ancora cieli a perdita d’occhio di cui colpiscono i notturni dai riflessi argentati sta nel creare una compenetrazione visivo- emotiva senza eguali riportando in superficie desideri lontani, sogni in cui sperare, invitando a guardare oltre ed interrogarsi sul senso di questa vita di cui si percepiscono i limiti.

In esclusiva per “Il Dispari” Patrizia Canola ha rilasciato un’intervista che meglio illustra il suo percorso creativo.

da sin Silvana Lazzarino e Patrizia Canola

da sin Silvana Lazzarino e Patrizia Canola

 

INTERVISTA A PATRIZIA CANOLA

Quando è nata la tua passione per la pittura?   L’ho sempre avuta fin da bambina. In prima elementare mi ricordo ancora di un disegno dove ho ricreato la piazza di Ferrara con la chiesa, il campanile e in primo piano la mia bambola con le trecce nere e il vestitino a quadretti rossi e di lato le rondini. Quando con la mia famiglia ci siamo trasferiti in Toscana a Montecatini mi è capitato una mattina poco prima del sorgere del sole di restare affascinata dalla vista di una piccola valle le cui colline sfumavano verso il rosa mentre una leggera nebbiolina accarezzava l’orizzonte. Fu in quel momento che espressi il desiderio di diventare una pittrice per poter dipingere un giorno tanta bellezza.caola-fiori-viola

Quali sono stati i tuoi studi e quali gli artisti cui hai fatto riferimento nei tuoi inizi? Dopo le Magistrali ho frequentato la Scuola di Arte Pura Applicata a Merate. Prima degli impressionisti nel mio cuore erano i Macchiaioli come Fattori, Telemaco, Signorini, ma il mio studio è partito dai classici (pittori del Trecento e del Quattrocento) visti in Toscana tra questi Luca Della Robbia.

Come nasce la scelta di riferiti ai luoghi vicini e lontani, solari e più ombreggiati di una natura sempre in divenire con l’alternarsi delle stagioni? Dal fatto di essere rimasta affascinata dai luoghi suggestivi del nostro Paese come Montecatini, Asiago, La Spezia, diversi tra loro per colori e tipologia di paesaggio, luoghi in cui sono vissuta negli anni della mia fanciullezza e adolescenza.

Come procedi nel tuo lavoro e quali le tecniche usate? Lavoro con pennello e spatola, lo schizzo serve come suggerimento per collocare i dettagli della natura come ad esempio quando ho realizzato il bozzetto per Il “Faggio del tè”.serenita-cavallo-2014

La pittura all’aria aperta, un po’ come gli Impressionisti ti ha permesso di cogliere non solo l’attimo di una data situazione, ma anche il movimento della luce nel suo filtrare lungo lo scorrere dell’acqua di un fiume, o nell’ondeggiare delle canne della palude. Quanto è importante la luce nei tuoi dipinti e che valore assume? La luce è fondamentale perché nel dipinto i colori cambiano al variare delle ore del giorno e delle stagioni, luce che definisce ogni dettaglio come per i platani che d’inverno con la neve sembrano surreali. Ho imparato a cogliere la velocità di quell’attimo in cui la luce si poggia su un preciso elemento della natura.

Alcuni critici ti hanno definita pittrice impressionista e macchiaiola. Ti ritrovi in questa definizione? A grosso modo sì. Mi piace la macchia toscana, ma a colpirmi era in particolare la pennellata degli Impressionisti. Prima ero molto ancorata ai dettagli, adesso il mio stile sta cambiando verso una descrizione più essenziale per andare al cuore delle cose.piazza-s-marco-venezia

Diversi sono i soggetti rappresentati nei tuoi dipinti durante i tuoi 40 anni di carriera: dai vari luoghi della natura tra montagne, marine, boschi, alle nature morte, da alcune piazze di città come Portofino e Venezia ai ritratti, per poi passare ai cavalli intensi nei loro movimento e ai singoli alberi con il loro microcosmo silenzioso e nostalgico. Tra questi soggetti quale quello che ti ha dato un’emozione particolare?  La sfida più grande è stata realizzare “Piazza San Marco” con le persone e definire i colori di Venezia dove dominano il verde dei tetti e il rosa delle case e delle calli, Per questo dipinto ho realizzato un disegno molto dettagliato e preciso. Un critico d’arte di fronte a “piazza San Marco” disse “piazza San Marco un dipinto da far tremare le vene e i polsi”.

Da circa sei mesi ti stai orientando verso uno stile più legato ad un pensiero metafisico dove le figure non sono più definite e dove prevalgono colori molto chiari quasi tendenti al bianco. Cosa ti ha spinto a questa scelta? Il senso e le mille domande sulla vita e su quello che accade. Sono pensieri che avverto e in quanto tali ho scelto di utilizzare un colore adatto ad un pensiero astratto come in “Va pensiero” dove ho cercato un colore chiaro.

Va pensiero

Sulla linea di “Va pensiero” è “Futuro”. Qual’ è il loro significato? In “Va Pensiero” si parla di libertà: diritto di tutti spesso da conquistare che contempla anche la libertà di pensiero, idea resa attraverso figure impercettibili allungate verso l’alto. In “Futuro” ho voluto restituire la sensazione che si sta vivendo in questo tempo dominato dai social dove sempre più l’individuo smarrisce la propria personalità. Così ho pensato all’immagine del nostro DNA scomposto ad indicare una realtà virtuale in cui si è tutti omologati nelle azioni e nei pensieri. Le due scale appena accennate indicano le possibilità che ha l’uomo di procedere verso l’alto per ritrovare le vere emozioni, o verso il basso dove è destinato ad inaridirsi. “Futuro” sintetizza il mondo attuale che si sta chiudendolo in se stesso, l’unica cosa che può salvare l’uomo è la croce appena accennata nel dipinto a simboleggiare la resurrezione. Oltre alla croce sono la stella blu simbolo dello spirito e la triade dove è Dio la cui scintilla è in ciascun individuo. E’ un appello ad un risveglio di coscienze simboleggiato dalla triade. Si tratta di dipinti che riflettono lo stato emotivo dell’uomo tra desideri di libertà, speranze, ma anche dubbi legati ad un futuro dove si rischia di perdere la propria identità se si resta chiusi nel proprio egoismo.

Tra le opere più recenti quale quella cui tieni di più e cui sei legata per un motivo particolare? “Va pensiero” dove è accennato il viaggio dell’ umanità verso il desiderio di libertà.

A parte Alba Gonzales, scultrice di fama internazionale con cui hai esposto in diverse occasioni importanti, quale tra gli artisti contemporanei quello con cui vorresti esporre e perché?

Futuro

Andrea Trisciuzzi che stimo come artista e maestro. Come artista è bellezza e sentimento nella forma più alta: le sue opere sono un piacere per gli occhi e lo spirito. Andrea è un compagno di viaggio e un maestro e persona di grande spessore.

La tua arte è poesia delle emozioni perché riesce a restituire quel battito del cuore proprio come una lirica. Tra i grandi poeti di ieri e di oggi quale quello più vicino al tuo sentire?  Pascoli perché dentro di noi è sempre presente un fanciullino. Ma in assoluto il poeta che amo più di tutti è Shakespeare per il suo raccontare la vita e per il suo essere attuale. Queste le sue parole: “….siamo il palcoscenico della vita dove siamo attori, spettatori, perché recitiamo tanti ruoli.”

Quando la tua prossima mostra? La personale a Palazzo Zenobio a Venezia da febbraio a Marzo.2017 e al mio fianco sarà anche la famosa scultrice Alba Gonzales.

Complimenti per la tua carriera luminosa e costellata di successi. Bruno Mancini e la DILA, ma anche tutta l’isola di Ischia non vedono l’ora di incontrarti. Ti aspettiamo al Museo Etnografico del Mare di Ischia con i tuoi dipinti in cui ritrovare il mosaico della vita tra bellezza verità. Bene, ne sono molto felice.

Silvana Lazzarino

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Giuseppe Garibaldi : un volume ripercorre la sua storia

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GIUSEPPE GARIBALDI: LETTERE E DOCUMENTI AUTOGRAFI RACCOLTI IN UN VOLUME PRESENTATO A ROMA

Eroe dei Due Mondi, audace, coraggioso in campo di battaglia, generoso e premuroso con quanti erano al suo fianco e incontrava, Giuseppe Garibaldi (Nizza 1807-Caprera1882) per le sue imprese leggendarie legate a diverse battaglie condotte in Europa e in America Meridionale (tra le quali la più nota l’impresa dei Mille con cui venne formato il Regno d’Italia), per la sua profonda umanità e per il sapersi rapportare sia con personalità di potere, sia con la gente semplice, è stato considerato in vita e anche dopo la morte un vero e proprio eroe. Generale, patriota, condottiero, dalle spiccate doti militari e dotato di intuito politico, Giuseppe Garibaldi, che fu anche scrittore, non soltanto è tra le figure più significative del Risorgimento, ma è considerato uno dei personaggi storici italiani più celebri al mondo. Leader carismatico, capace di sostenere i suoi uomini fino in fondo e spronarli a dare il meglio di sé sul campo di battaglia, si è mostrato generoso e attento nei loro riguardi, sempre presente al loro fianco in imprese e gesta per mare e per terra.

A ripercorrere le fasi più significative dell’eroe ed uomo amico dei suoi compagni, sono documenti e lettre da lui scritte nei suoi spostamenti e raccolti nel volume che sarà presentato il 17 dicembre 2016 presso il Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina a Roma.. Il prezioso volume pubblicato dalla “Garibaldini per l’Italia Edizioni”, attraverso le 152 lettere e documenti autografi, per la maggior parte inediti, pertinenti alla collezione di Leandro Mais descrive, fatta eccezione di qualche anno, tutte le principali stagioni della vita di questo straordinario personaggio, dalla sua prima affermazione in sud-America agli ultimi giorni a Caprera prima della sua morte, avvenuta il 2 giugno del 1882.

Garibaldi volume

Giuseppe Garibaldi
volume con lettere e documenti autugrafi

Emerge un ritratto di un Garibaldi combattivo, idealista, amante della democrazia e della libertà, proiettato in un futuro di progresso civile per tutti i popoli, ma anche di un uomo schietto, onesto e premuroso. Tra i documenti storicamente più rilevanti si segnalano la lettera firmata l’11 novembre 1846 da un Josè Garibaldi Ammiraglio della flotta uruguayana, la missiva del 27 gennaio 1860 inviata subito dopo il matrimonio e l’immediata separazione dalla contessina lombarda Giuseppina Raimondi con accenno alla famosa sottoscrizione del “Milione di Fucili” o l’autografo a matita scritto dal Generale dopo i fatti d’Aspromonte con la sua versione dei fatti mentre il piroscafo “Duca di Genova” lo stava traducendo alla prigionia nel Forte Varignano di La Spezia.  Vi sono poi altri materiali che racchiudono più chiaramente un calore di ambiente familiare, come richieste di notizie, consigli e cure da dedicare ad amici, figli e animali, soprattutto quelli dell’amata Caprera, mentre nella lettera del 20 maggio 1882 dalla grafia visibilmente alterata dell’eroe, si evince la sofferenza causata dal male artrosico negli ultimi giorni di vita. I proclami, le lettere agli amici più cari o le risposte alle missive che gli giungevano sempre copiose dalla schiera dai suoi ammiratori, ricolme di amore per la patria e della difesa della dignità dell’uomo, si combinano con scene di vita quotidiana in cui emergono al contrario l’amore paterno per i figli, le attenzioni materiali per i disoccupati e gli ex-combattenti o l’intima semplicità e umiltà dell’eroe-contadino che cura con amore i prodotti della terra. Lettere intense e commoventi, incisive e semplici, da cui emerge accanto all’indole fiera e battagliera del Generale, la sua profonda umanità. Un libro corredato da utili trascrizioni e arricchito dalla presenza di ben 106 nomi citati, 80 note biografiche, 59 icone fotografiche e 38 illustrazioni, di grande interesse per storici e ricercatori, ma anche per appassionati, insegnanti, studenti e famiglie.

Alla presentazione promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, il cui inizio è fissato per le 16.00, intervengono Mara Minasi, responsabile del Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina, Paolo Macoratti, Presidente dell’Associazione “Garibaldini per l’Italia” e Anna Maria Isastia, professore associato di Storia Contemporanea a La Sapienza, Università di Roma.

Silvana Lazzarino

Presentazione del volume

Giuseppe Garibaldi in 152 lettere e documenti autografi

a cura di Paolo Macoratti e Leandro Mais – Prefazione di Mara Minasi

Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina

Largo di Porta San Pancrazio- Roma

sabato 17 dicembre 2016 ore 16.00

Per Informazioni 060608, www.museodellarepubblicaromana.it

Ingresso libero

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Le carte da gioco dipinte in mostra

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LE CARTE DA GIOCO COME OPERE D’ARTE NEL 900  IN MOSTRA AL MUSEO DI ROMA DI PALAZZO BRASCHI

Il gioco porticato attraverso lo sport o quello di società ha sempre accompagnato il percorso esistenziale dell’umanità: dalla fanciullezza, all’adolescenza, alla maturità, dando all’individuo l’occasione di sperimentare l’entusiasmo del giocare sia come puro svago nel tempo libero, sia quale strumento per migliorare le proprie prestazioni. Sono molti tra l’altro i giochi studiati per migliorare le capacità psicofisiche.

Proprio il gioco e in particolare quello legato alle carte era coltivato da Paola Masino (19081989) colta intellettuale e scrittrice anticonformista, compagna di Massimo Bontempelli che ebbe modo di conoscere e frequentare letterati, musicisti, pittori italiani e stranieri nelle residenze a Roma, Milano, Firenze, Venezia, Parigi e d’estate a Castiglioncello e Forte di Marmi.

le carte da gioco dipinte mostra I PITTORI DEL 900 E LE CARTE DA GIOCO

le carte da gioco dipinte
mostra I PITTORI DEL 900 E LE CARTE DA GIOCO

Oltre ad amare il gioco delle carte che condivideva con Bontempelli e altri protagonisti del panorama letterario del Novecento quali Pirandello, era anche una collezionista di mazzi di carte da gioco, passione questa che la spinse a farsi realizzare dagli amici artisti delle carte dipinti. Così nell’arco di quarant’anni dal 1947 alla fine degli anni Ottanta iniziò a raccogliere diversi generi di carte: napoletane, tarocchi, francesi dipinte dando vita ad una collezione unica al mondo.

Una collezione in cui le carte da gioco, al di fuori del loro contesto abituale diventano delle vere e proprie opere d’arte e simbolo metafisico. Questa originale collezione di carte donata da Alvise Memmo, nipote della scrittrice, al Museo di Roma, è protagonista della mostra aperta dal 15 dicembre 2016 nelle sale del piano terra del Museo di Palazzo Braschi fino al prossimo 30 aprile 2017.

Curata da Marinella Mascia Galateria e Patrizia Masini, e promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, l’esposizione I pittori del ’900 e le carte da gioco, La collezione di Paola Masino, accanto alle 352 carte dipinte realizzate dai più famosi protagonisti della scena artistica del Novecento tra cui: Prampolini,  Carrà, Consagra, Burri, Accardi, Capogrossi,  Campigli, Cagli, Fautrier e Cocteau, e ancora Guttuso, Carlo Levi, Fausto Pirandello, presenta diversi ritratti di Paola Masino tutti degli anni Trenta a firma di noti artisti quali: Bucci, Cagli, De Chirico, De Pisis, Funi, Sironi e fotografi come: Bragaglia, Carell, Sommariva.

Silvana Lazzarino

 

I pittori del ’900 e le carte da gioco

La collezione di Paola Masino

Museo di Roma – Palazzo Braschi

Ingresso da Piazza Navona, 2 e da Piazza San Pantaleo, 10- Roma

15 dicembre 2016 – 30 aprile 2017

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Profumi d’Oriente a Villa Borghese

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PROFUMI D’ORIENTE

UN VIAGGIO NELLE COLLEZIONI DI PIETRO CANONICA IN MOSTRA A VILLA BORGHESE

 

Affermato scultore, nonché poeta e musicista, tra i protagonisti più interessanti della scena artistica tra XIX e XX secolo, Pietro Canonica (Moncalieri 1869 – Roma 1959) ha ottenuto consensi e riscontri positivi non solo nei concorsi ed esposizioni nazionali ed internazionali cui ha preso parte, ma anche presso l’aristocrazia e le corti d’Europa fino a toccare a partire dalla fine degli anni Venti le corti d’Oriente. Da Buckingham Palace alla corte degli Zar, fino ai sultani d’Oriente, è stato chiamato per diverse commissioni realizzando in particolare busti, ritratti, opere celebrative. Con lo scoppio della Prima Guerra mondiale si è dedicato principalmente a realizzare opere monumentali e celebrative in onore e in memoria dei caduti in guerra. Ma la sua passione per i viaggi lo ha spinto alla fine degli anni Venti a scoprire l’oriente islamico dell’Asia centrale passando dalla Turchia, All’Iraq all’Egitto chiamato a realizzare opere su commissione per sovrani e capi di stato. Un’atmosfera nuova quella dell’oriente da cui restò affascinato a tal punto da creare una collezione di vari oggetti tra manufatti preziosi, costumi arabi, caftani, armi islamiche e giapponesi avuti in dono o acquistati durante i suoi viaggi, come anche i quadri a soggetto orientalista.

A scoprire l’incanto di questa collezione i cui pezzi di raro pregio provengono da diverse aree del Medio ed Estremo Oriente a testimoniare il fascino di una civiltà ricca di mistero e poesia, è la mostra PROFUMI D’ORIENTE aperta al Museo Pietro Canonica di Villa Borghese a Roma dal 4 dicembre all’8 gennaio 2017.

profumi d'oriente PIETRO CANONICA

profumi d’oriente
Pietro Canonica

Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, l’esposizione, che rientra nell’iniziativa iniziata nel 2015 volta a valorizzare la collezione conservata nella casa museo dello scultore, ripercorre le  tappe di questo suo viaggio in Medio ed Estremo Oriente attraverso la bellezza di oggetti e manufatti di gran pregio, armature islamiche e giapponesi e dipinti, unitamente a bozzetti, documenti fotografici e modelli in gesso che riproducono monumenti equestri, celebrativi, busti, ritratti di sovrani e uomini di potere.

Lungo il percorso, disposto nelle tre sale del piano terra del Museo, accanto ad antichi piatti persiani, brocche turche, acquamanili e al pugnale d’oro di re Faysal I, si possono ammirare i manufatti provenienti dalla Turchia e dal Nord Africa come il caftano di seta broccata e il gilet femminile di velluto di seta verde decorato con applicazioni d’oro, o la piccola coperta da sella di velluto rosso ricamata con fili d’oro. Tra le committenze a partire dal 1927 citiamo quella relativa alla statua e al monumento equestre per il presidente della nuova Repubblica, Kemal Atatürk per la città di Ankara, il Monumento Repubblica Turca per piazza Taksim ad Istanbul e il Monumento equestre ad Atatürk per la piazza centrale di Smirne. Senza dimenticare il monumento equestre per Faysal I, re d’Iraq, rappresentato come cavaliere del deserto in costume arabo, la statua dedicata al primo Ministro iracheno di Faysal ʻAbd al-Muḥsin Saʻdūn (1879-1929) di cui nel museo è conservato solo il modello della testa e alcune foto. Interessanti anche i bozzetti per il modello raffigurante il busto di re Fuad d’Egitto e quello per il monumento a Khedive Ismail Pascià finanziato dalla Colonia italiana di Alessandria nel 1929, inaugurato poi nel 1938.

Non poteva infine mancare la splendida armatura di samurai giapponese del XVII secolo, unitamente ad alcune lance “yari”.

Silvana Lazzarino

PROFUMI D’ORIENTE

Museo Pietro Canonica a Villa Borghese

Via Pietro Canonica, 2 – Roma

Orario: 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00

Per informazioni: tel 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00), www.museocanonica.it;

dal 4 dicembre 2016 fino all’ 8 gennaio 2017

Ingresso gratuito

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Giosetta Fioroni in mostra a Roma

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GIOSETTA FIORONI. ATTRAVERSO L’EVENTO mostra a cura di Fabrizio D’Amico e Piero Mascitti

Aspetti vicini e lontani, presenti e passati di una società in divenire, in particolare quella degli anni Sessanta – Ottanta del secolo scorso, vengono rielaborati con attenta partecipazione emotiva da Giosetta Fioroni, artista raffinata e originale capace di restituire attraverso immagini intense e avvolgenti, racconti di fatti e pensieri con al centro l’individuo nel suo essere proiettato a guardare al futuro, senza dimenticare il passato.

Giosetta Fioroni, Attraverso l'evento

Giosetta Fioroni, Attraverso l’evento

A Giosetta Fioroni, unica presenza femminile della Scuola di Piazza del Popolo, che nel suo lavoro originale e denso di atmosfere liriche ha sperimentato da oltre cinquant’anni i mezzi espressivi più diversi riferendosi sul piano visivo e rappresentativo al teatro, alla fotografia, al cinema e alla pubblicità, è dedicata un’interessante mostra presso la Galleria Mucciaccia a Roma, aperta fino al 10 gennaio 2017.

Curata da Fabrizio D’Amico e Piero Mascitti, e realizzata in collaborazione con l’Archivio Goffredo Parise e Giosetta Fioroni, l’esposizione, GIOSETTA FIORONI. ATTRAVERSO L’EVENTO, con oltre 40 opere (dal 1964 ad oggi) ripercorre le trasformazioni ideologiche e sociali che hanno caratterizzato la nostra società a cavallo del scolo scorso.

Giosetta Fioroni sia nell’utilizzo dello smalto di alluminio per i dipinti, sia nella sorprendente lavorazione della ceramica, cattura con tecniche innovative ed uno stile originale il bello e il vero, l’onirico e l’immaginario di una realtà spesso in bilico tra apparenza e verità, dando voce al pensiero che si fa immagine tra visione ed emozione. Nel percorso espositivo il cui titolo “Attraverso l’evento” è tratto da un verso di Andrea Zanzotto del Il galateo in bosco (1978), che bene esemplifica la poetica dello scrittore veneto legata ad arditi accostamenti linguistici, accanto ai lavori degli anni Sessanta in cui si evince l’influenza esercitata dal cinema nella costruzione delle immagini ora in sequenza, ora rese in modo simultaneo, sono quelli degli anni Settanta caratterizzati da forme asciutte e linee essenziali.

Giosetta Fioroni, Attraverso l'evento

Giosetta Fioroni,
Attraverso l’evento

Esplosioni di colori caratterizzano invece i lavori per i teatrini, quelli in ceramica e anche su tela degli anni Ottanta. Così a quattro carte dal titolo Immagini del silenzio, bozzetti per la Biennale di Venezia del 1964 e undici tele realizzate con smalto alluminio e ancora Fascino e Liberty viennese dove le immagini appaiono in sequenza o in combinazioni simultanee, seguono La modella inglese e Faccia pubblicità dove vi sono richiami al mondo della fotografia e della moda. E ancora alcune carte con I paesaggi d’argento dalle linee essenziali, alcune teche con piccoli oggetti, elementi e frammenti e poi la serie di Spiriti Silvani dove respirare un senso di evasione. Per arrivare all’esaltazione del colore con La casa di Nietzche, Congiungimento o Autoritratto nel tempo (1996 – 1998) fino alle opere più recenti quali Marilyn Manson (2009) e Il ramo d’oro, il bosco sacro del 2014.

In questo susseguirsi di rappresentazioni dove segmenti di astrazione percorrono la realtà, non mancano metamorfosi stilistico formali atte a recuperare quei tracciati interiori legati a stati d’animo e sensazioni individuali e collettive scaturite dal confronto e dal rapportarsi con quanto accaduto intorno e nei processi esistenziali.

Giosetta Fioroni attraverso l'evento

Giosetta Fioroni
attraverso l’evento

Come a fermare il tempo che diventa assoluto, l’arte di Giosetta Fioroni, tra istinto, ispirazione e apertura al cambiamento, ridisegna l’esistenza nelle sue trasformazioni tra tradizione e innovazione, memoria e attualità, con cui ripensare ad un possibile futuro dove far convergere stati d’animo, desideri e attese. Un discorso denso di lirismo, tra memoria e presente, guardando alla natura e all’individuo colto nel suo essere istinto e riflessione, verità e mistero, teso ad ascoltare quei luoghi fisici e metafisici di una realtà in costante trasformazione.

Lo smalto d’alluminio usato per i dipinti, e l’accurata e sorprendente lavorazione della ceramica delineano semplicità e complessità nella forma e nella composizione per toccare tra verità e mistero quei percorsi mentali e fisici, visti, sognati e desiderati. Attraverso segni e forme definite, ma anche accennate, colori intensi e opachi, Giosetta Fioroni descrive, con nuova energia, stati d’animo ed emozioni dell’individuo nel rapportarsi agli altri, alle convenzioni dettate dal progresso, ma anche  alla natura, cercando proprio nella stessa quegli attimi di sospensione per recuperare angoli della sua memoria.

Silvana Lazzarino

GIOSETTA FIORONI. ATTRAVERSO L’EVENTO

mostra a cura di Fabrizio D’Amico e Piero Mascitti

Galleria Mucciaccia

largo della Fontanella di Borghese 89, Roma

Orari: lunedì 15.30 – 19.30; dal martedì al sabato 10.00 – 19.00;

domenica chiuso

dal 30 novembre 2016 al 10 gennaio 2017

per informazioni: tel. 06 69923801; segreteria@galleriamucciaccia.it

Ingresso libero

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