Terre d’Europa Giornata della Memoria

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Terre d’Europa un progetto di Gimmi Basilotta

al Teatro Villa Torlonia di Roma

Le ferite provocate dalla seconda Guerra Mondiale hanno lasciato una traccia indelebile negli animi e nei corpi di quanti hanno visto, vissuto e raccontato gli orrori di una tragedia senza precedenti che ha visto consumarsi il dramma più grande vissuto dall’umanità: lo sterminio degli ebrei nei lager nazisti Il ricordo di una pagina di storia tanto atroce deve protrarsi nel tempo, in questo tempo dove la memoria di quanto accaduto deve aiutare a migliorare la vita quotidiana in rapporto agli altri sconfiggendo l’intolleranza e il razzismo che creano solo allontanamento e odio.

Esempi di come l’arte possa rappresentare un veicolo per guardare a quanto accaduto e far si che il ricordo di tale dolore possa essere motivo per costruire un futuro migliore sono le “pietre d’inciampo” create dall’artista tedesco Gunter Demnig da cui è nato un percorso dal titolo “Memorie d’inciampo” e l’esposizione “Arte in Memoria, mostra internazionale di arte contemporanea” curati da Adachiara Zevi.

In occasione della Giornata della Memoria, il Progetto “Passodopopasso” ospitato in alcuni spazi per la cultura di Roma Capitale include la mostra TERRE D’EUROPA ideata dal regista teatrale Gimmi Basilotta che attraverso un’installazione artistica ha voluto intrecciare pensieri, parole e sensazioni a partire dall’esperienza del suo viaggio compiuto nel 2011 dal Piemonte alla Polonia. Un viaggio di 2.000 chilometri che il regista e attore ha compiuto a piedi in 76 giorni, per ripercorrere lo stesso itinerario che portò ventisei ebrei cuneesi da Borgo San Dalmazzo ad Auschwitz.

Terre d'Europa opere e installazioni di Gimmi Basilotta

Terre d’Europa opere e installazioni di Gimmi Basilotta

La mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale, inaugurata a Roma a Villa Torlonia il 21 gennaio 2017 alle ore 18.30 si lega ad altre iniziative culturali sempre sullo stesso tema quali lo spettacolo VIAGGIOADAUSCHWITZa /r in programma il 1 febbraio alle 19.30 sempre a Villa Torlonia e la conferenza spettacolo “Parole e passi. Un cammino di memoria” il prossimo 31 gennaio alle 17.00 presso la Casa della Memorai e della Storia. Simboli di questo percorso riproposto da TERRE D’EUROPA sono le betulle portate con sé e piantate lungo il cammino, le terre portate da un punto all’altro e utilizzate per piantare le betulle ed infine gli oggetti che diventano testimoni silenziosi della storia.

Durante il loro cammino verso Auschwitz, i pellegrini di Passodopopasso hanno deciso di segnare le tappe del loro viaggio con tante piccole betulle, affidando agli amici delle comunità che incontravano il compito di accudirle e farle crescere. In cambio di ogni betulla lasciata in custodia ciascun pellegrino riceveva un sacchetto di terra che una volta giunti alla meta, davanti al binario morto su cui i treni dei deportati terminavano il loro viaggio, utilizzava per piantare l’ultima betulla concimata con le tante terre d’Europa raccolte. Parallelamente sono gli oggetti lasciati abbandonati sul ciglio delle strade, nei fossi, nei territori incolti, ai margini di pesi e città. Oggetti e cose usate, consumate e dismesse trovate lungo un cammino che qui diventano testimoni della memoria. Attraverso queste tappe la mostra suggerisce un cammino verso la vita, il cammino per una rinascita dell’uomo attraverso terre da guardare, da annusare, da sentire, da toccare con rispetto, che testimoniano passi, tracce infinite di uniche storie.

Silvana Lazzarino

 TERRE D’EUROPA

opere e installazioni di Gimmi Basilotta

Teatro di Villa Torlonia – Spazio Serra

Via Lazzaro Spallanzani 1/a Orario: tutti i giorni dalle ore 12 alle ore 17 (lunedì 23 e lunedì 30 gennaio chiuso) Per informazioni tel . 06.4404768 / tel. 060608; www.teatrodivillatorlonia.it

dal 22 gennaio al 1 febbraio 2017

Ingresso libero

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Il Codice sul volo degli uccelli di Leonardo

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Il Codice sul volo degli uccelli di Leonardo, esposto per la prima volta a Roma ai Musei Capitolini

Con un’esperienza in 3D

Figura tra le più interessanti dell’arte rinascimentale, Leonardo Da Vinci (Anchiano 15 aprile 1452 – Amboise 2 maggio 1519) è considerato il genio per eccellenza per la sua capacità di riunire genialità, imprevedibilità e quella straordinaria intuizione che lo ha reso non solo un eccellente pittore, ma anche scienziato, ingegnere militare, scenografo, anatomista.immagine LEONARDO IL VOLO

“Dall’Annunciazione” all’”Adorazione dei Magi”, dalla “Dama con l’ermellino” alla “Vergine delle rocce”, da “Sant’Anna, la Madonna, il Bambino e San Giovannino” all’”Annunciazione”, dalla “Gioconda” all’ ”Ultima cena” sono solo alcuni dei titoli più noti dei dipinti del grande artista vinciano che non solo ha introdotto lo sfumato con cui accostava i colori senza creare linee di demarcazione sì da dare morbidezza alle figure perfettamente integrate nel paesaggio di fondo, ma è stato anche il primo ad occuparsi dello studio anatomico del corpo umano, lasciando interessanti documenti e disegni.

Un talento senza eguale quello di Leonardo, espresso anche nella scultura come dimostra “Il cavallo e il cavaliere” unica opera certa a lui attribuita nel 1985 dallo studioso Carlo Pedretti esperto a livello internazionale dell’artista toscano.

Estro artistico e intuizione scientifica lo hanno spinto a realizzare dipinti straordinari e immortali, e anche documenti e disegni preparatori per gli studi sul volo, per i lavori edili e progetti per macchine idrauliche e belliche.

Codice del volo degli uccelli di Leonardo

Codice del volo degli uccelli di Leonardo

 

A proposito del volo, sogno da sempre appartenuto all’uomo e alla storia dell’umanità come ricorda il mito di Dedalo e Icaro, per la prima volta l’originale Codice del volo degli uccelli di Leonardo, in cui sono raccolti i suoi studi e intuizioni a riguardo ,viene esposto al pubblico in una suggestiva mostra a Roma presso i Musei Capitolini dal 21 gennaio al 17 aprile 2017.

Promossa da Roma Capitale Assessorato alla Crescita culturale e curata da Giovanni Saccani e Claudio Giorgione, l’esposizione LEONARDO E IL VOLO Il manoscritto originale del Codice, che si avvale della proiezione del 3D, e nata da un’idea dell’Associazione Culturale MetaMorfosi permette al pubblico di visitatori di ammirare grazie ad un viaggio multimediale l’originale del Codice del volo degli uccelli, custodito nella Biblioteca Reale di Torino sin dal 1893. Si tratta di un quaderno formato da 18 carte e due copertine dove il grande genio toscano scrisse e illustrò i suoi studi sul volo a partire dall’osservazione del volo degli uccelli.

Attraverso studi e analisi del volo degli uccelli condotta in modo meccanico Leonardo elaborò progetti, appunti e disegni sulla fisionomia degli stessi uccelli, sulla resistenza dell’aria e delle correnti. Uno studio che lo portò ad elaborare una vera e propria teoria con cui progettò le sue macchine volanti.TOUCHSCREEN (1)

Figure geometriche, disegni meccanici e architettonici, e disegni di volatili con particolare attenzione al nibbio, e ancora sette disegni in sanguigna con figure vegetali e umane, appunti, progetti e studi, sono visibili nel codice, esposto in un clima box appositamente realizzato che, mantenendo il corretto livello di umidità relativa, consente tuttavia ai visitatori di ammirarlo nella sua completezza. Grazie alle immagini tridimensionali in 3D e alle apparecchiature multimediali touchscreen i visitatori possono “sfogliarlo” virtualmente, “navigarlo” in alta risoluzione e “leggerlo” anche con il supporto della trascrizione in italiano e in inglese. Si viene calati entro una dimensione molto vicino alla realtà di quelli che sono stati i prototipi realizzati da Leonardo. Per qualche immuto si avverte la sensazione di essere avvolti dallo spazio e dal tempo di Leonardo, vivendo quello che lui avrebbe voluto far vivere agli uomini del suo tempo.

Un mistero avvolge le pagine del Codice: alla carta 10v sembra celarsi un autoritratto leonardesco. Ad evidenziare la somiglianza di questo autoritratto (in occasione di un’esposizione delle opere di Leonardo alla Reggia della Venaria Reale di Torino) con quello più famoso esposto ai Musei Capitolini nella mostra del 2015 è stato Piero Angela grazie al supporto delle sofisticate tecnologie della Polizia Scientifica (il RIS di Parma), per l’invecchiamento elettronico del volto intuendo così l’affinità tra i due.

Sono presenti inoltre alcune copie anastatiche del Codice, a partire dalla preziosa edizione francese di fine Ottocento, provenienti anch’esse dalla Biblioteca Reale di Torino. I contenuti multimediali per l’allestimento della mostra e le immagini in 3D sono state messi a disposizione dall’Istituto TeCIP della Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa, partnership nell’organizzazione dell’esposizione.

Arrivando ai nostri giorni non mancano testimonianze delle più significative conquiste del volo umano e robotico attraverso lo spazio, testimoniate da un’installazione dell’Agenzia Spaziale Italiana che rimanda alle missioni di Exomars verso il pianeta rosso, ai lanci dei satelliti con Vega e all’abitabilità umana nella Stazione Spaziale Internazionale.

Silvana Lazzarino

LEONARDO E IL VOLO

Il manoscritto originale del Codice e un’esperienza multimediale e 3D

Musei Capitolini

Piazza del Campidoglio – Roma

Orario: tutti i giorni 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)

Per informazioni: Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00)

www.museicapitolini.org;

dal 21 gennaio al 17 aprile 2017

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VALERIO ADAMI IN MOSTRA IN TRE SEDI A ROMA

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VALERIO ADAMI

LA SUA ARTE TRA REALTA’, SOGNO E IRONIA DI RICHIAMO POP 

Le atmosfere ed i volti dell’esistenza legate all’uomo al suo vissuto quotidiano e ai suoi sogni dove si rincorrono affetti, desideri, nostalgie e dove il presente si circonda di quell’ironia e leggerezza con cui guardare al futuro, sono al centro dell’arte di VALERIO ADAMI, in cui si alternano tendenza all’astrazione e al figurativo dando al colore un ruolo fondamentale nella costruzione emotiva dell’immagine. Tra i più interessanti pittori del Novecento, nato a Bologna il 17 marzo del 1935. molto più conosciuto all’estero che in Italia, Valerio Adami, ha approfondito la sua passione per l’arte e in particolare per la pittura presso l’atelier di Felice Carena, e successivamente a Brera presso l’Accademia dove la figura di Achille Funi completa la sua formazione, lasciandosi poi suggestionare dall’incontro con Oskar Kokoschka a Venezia.

Valerio Adami mostra Accademia d'Ungheria

Valerio Adami
mostra
Accademia d’Ungheria

Tra astrazione e lirismo, tradizione e innovazione, Adami ha fatto della sua arte una chiave di lettura con cui soffermarsi su diverse tematiche: dai paesaggi ai ritratti, dal sociale al quotidiano, compreso l’aspetto legato alla musica, con accenti poetici, talora pervasi da una sottile ironia.

A ripercorrere l’evoluzione stilistica-espressiva della sua arte inizialmente influenzata da certe atmosfere espressioniste molto vicine a Francis Bacon, poi orientata ad un recupero del figurativo entro una dimensione in linea con la Pop Art rivista in un’ottica originale, è la suggestiva mostra VALERIO ADAMI, Metafisiche e Metamorfosi che si inaugura a Roma il 19 gennaio 2017  e che trova spazio nelle tre sedi dell’Accademia d’Ungheria, Galleria André e  Galleria Mucciaccia, dove resterà aperta fino al 26 febbraio 2017.

Curata da Lea Mattarella, l’esposizione, attraverso 50 opere che abbracciano un arco temporale che va dal 1972 ai nostri giorni, vuole essere un omaggio a questo straordinario artista, vissuto per molti anni tra Parigi e Mantecarlo, con soggiorni estivi a Meina sul lago Maggiore;  le cui opere tra l’altro sono presenti nelle collezioni del Musée  d’Art  Moderne  de  la  ville  de  Paris  e  il  Musée  National  d’Art  Moderne,  Centre  Georges  Pompidou  a  Parigi,  il Museo d’Arte Moderna Palazzo Reale, Milano, il Museum of Modern Art, Pittsburg, Mc. Crory Corporation, New York.

Valerio Adami galleria mucciaccia

Valerio Adami
galleria mucciaccia

Attraverso le opere esposte -le più recenti presso la Galleria André e la Galleria Mucciaccia, mentre  i  lavori  storici  presso l’Accademia d’Ungheria- il visitatore può ripercorrere un viaggio suggestivo a cogliere le sfumature e le varianti della ricerca pittorica di Adami, eclettica ed originale nel trattare le diverse tematiche che tengono l’uomo sospeso tra verità e immaginazione, concretezza e bisogno di sognare. Sono esposti dipinti anche di grande formato e i disegni, fondamentali per meglio approfondire la tecnica e la poetica dell’artista. I disegni infatti rappresentano dei punti di partenza per i dipinti di Adami che  nascono  dal rapporto  tra linee nette, definite e chiuse  e colori, ben evidenziati in nette campiture. Disegni e dipinti che evidenziano un’incisiva vitalità, ma anche una sottile inquietudine per quel modo di sintetizzare pensiero e colore entro uno spazio che si fa sempre più segnico, spontaneo e incisivo a scandire i rapporti e i ritmi fra sfondi e zone di colore definite. I disegni, su cui si possono scorgere le cancellature necessarie alla creazione dell’immagine che trova vita nel dipinto, diventano punto di partenza per meglio capire il percorso mentale ed emotivo dell’artista. Sul foglio egli elabora una visione attraverso ricordi, pensieri, emozioni che subito dopo trasferisce sulla tela sotto forma di struttura compositiva, cui poi aggiunge il colore a dare significato emotivo al dipinto stesso.

ritratto di Gioacchino Rossini galleria Andrè

Valerio Adami ritratto di Gioacchino Rossini galleria Andrè

Accanto a Doct. Sigm. Freud (1972), Ritratto di Walter Benjamin, 1973, La notte dello stambecco,  1988, Luciano Berio, 1995 e Paesaggio sul Gange (Banaras) 1996 esposti all’Accademia d’Ungheria, sono le più recenti Paesaggio, Quadro in un tramonto, Ritratto di Gioacchino Rossini e Scena d’amore con cane e due violini alla Galleria Andrè. Mentre gli spazi della Galleria Mucciaccia presentano: Il muro “capriccio turco” (2014), Cercando l’ispirazione (2015), Le ore di sera, il passare del giorno (2015), L’angelo e l’elefante (2016) e R. Wagner (2016).

Diversi aspetti dell’esistenza hanno caratterizzato i dipinti di Valerio Adami per immortalare una realtà sottesa tra rappresentazione e immaginazione in cui il tempo sembra sospeso come parte di una scena di cui si è spettatori e interpreti. Una scena in cui ordine e caos, realtà e sogno si avvicendano nel raccontare un viaggio interiore dove l’energia cosmica del colore cattura e ipnotizza lo sguardo di chi si lascia avvolgere da questa metamorfosi del reale.

Ad accompagnare la mostra è il catalogo bilingue (italiano-inglese), illustrato edito da Cambi che presenta un  testo di Lea Matterella, un’intervista  rilasciata  dall’artista a  Christophe  Penot, e una  selezione  di  scritti  di  filosofi,  intellettuali  e scrittori  tra  cui Italo  Calvino,  Jacques  Derrida, Maurizio  Ferraris,  Carlos  Fuentes,  Michel Onfray,  Octavio  Paz,  Antonio Tabucchi.

Silvana Lazzarino

 

VALERIO ADAMI. METAFISICHE E METAMORFOSI

a cura di Lea Mattarella

Accademia d’Ungheria, via Giulia, 1, Roma, Orari: dal lunedì al venerdì: 8.30 -19.30; sabato e domenica: 10 – 13; 14 –18, Informazioni: tel. 06-6889671

Galleria André, via Giulia 175, Roma, Orari: 11-13; 16-19.30; domenica e lunedì chiuso Informazioni: tel. 06-6861875  – info@andrearte.it; Galleria Mucciaccia, Largo della Fontanella di Borghese 89, Roma, Orari: lunedì 15.30 – 19.30; dal martedì al sabato 10.00 – 19.00; domenica chiuso,  Informazioni: tel. 06 69923801 –fax 06 69200634; segreteria@galleriamucciaccia.it, Ingresso libero

Inaugurazione: giovedì 19 gennaio 2017

ore 18.00 – Accademia d’Ungheria, via Giulia, 1, Roma; Galleria André, via Giulia 175, Roma

ore 19.00 –Galleria Mucciaccia largo della Fontanella di Borghese 89, Roma

dal: 20 gennaio al 26 febbraio 2017

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Faith and Fathom attraverso l’arte

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FAITH & FATHOM alla Galleria Poggiali di Firenze

L’arte racconta le percezioni visive ed emotive tra Fede e Ragione

 Sperimentale, poliedrico nell’uso di un linguaggio dalle diverse sfaccettature in cui si incontrano espressioni che legano fotografia, installazione, pittura, Zhivago Duncan torna dopo circa quattro anni ad esporre alla Galleria Poggiali di Firenze. Nato negli Stati Uniti, figlio di padre danese e madre siriana, Duncan dopo aver raccontato la fragilità della memoria e l’incertezza di un futuro dove si avverte l’ombra dell’apocalisse, con questa mostra, in cui sono stati invitati a partecipare nomi importati del panorama internazionale dell’arte contemporanea, si sofferma sul tema della fede e della ragione affrontato insieme agli stessi artisti nelle cui opere si avverte una costante alternanza tra figurazione e astrazione in riferimento ad un tempo fisico e metafisico, visibile tra ragione e fede.

Faith and Fathom Galleria Poggiali Firenze Zhivago Duncan

 

In linea con la brillante esperienza del progetto tenutosi a Berlino, NGORONGORO, ideato dallo stesso Duncan, cui hanno aderito tra gli altri artisti quali Christian Achenbach, Jonas Burgert, Andreas Golder, John Isaacs e David Nicholson, è stato creato un percorso emotivo e visivo di grande effetto sia per il tema che pone a confronto fede e ragione  campi  di azione del pensiero profondi e inesauribili, sia per la sperimentazione che caratterizza i lavori degli artisti che hanno preso parte al progetto espositivo. Si tratta dell’esposizione collettiva Faith & Fathom  in corso a Firenze alla Galleria Poggiali fino al 19 marzo 2017, dove protagonisti sono 18 artisti tra cui i sopracitati che presentano lavori all’avanguardia il cui discorso pone al centro l’uomo con le sue incertezze e dubbi, aspettative e speranze, in bilico tra credere e ipotizzare, tra l’accettazione di un dogma o il constatare oggettivamente cosa lo aspetti in un prossimo futuro.

Accentro a Christian Achenbach, Tjorg Douglas Beer, Slater Bradley, Jonas Burgert, James Capper, Max Frisinger, sono Andreas Golder, Norman Hyams, John Isaacs, Nick Jeffrey, Marin Majic; e ancora Polly Morgan, David Nicholson, Dorothea Steigemann, Andrea Stappert, Tim Noble e Sue Webster. Autori legati da una comune interpretazione della pratica dell’arte contemporanea di qualità, con esperienze nelle avanguardie sperimentazionali internazionali e presenti nelle maggiori rassegne e nelle più influenti gallerie.

Faith and Fathom Tjorg Douglas Beer Neurosia`s Sister 2016

Ciascun artista si è misurato con il tema Faith & Fathom, cogliendo lo stimolo di Zhivago Duncan a tracciare l’associazione tra questi due mondi: Faith/Fede e Fathom/Ragione. Attraverso i loro lavori originali essi invitano a riflettere sul percorso esistenziale su quanto vissuto e quanto ancora da vivere, sul bisogno di appellarsi a verità già decise e precostituite o se lasciare aperta una speranza alle possibilità legate al non prevedibile.  Si tratta di oltre 50 opere tra dipinti, sculture, fotografie e still da video, molte appositamente realizzate per gli spazi della Galleria Poggiali, che svelano immagini astratte dove svettano colori intensi come in Cypress Hill di Christian Achenbach e Neurosia`s Sister di Tjorg Douglas Beer o raffigurazioni come Tiny But Toug di Tim Noble e Sue Webster in cui il contrasto chiaro scuro mira a suggerire quel confine che sta tra la fede e la ragione, per parlare dell’irrazionale e del razionale, dell’imperscrutabilità e della comprensione, del caos e dell’ordine.

Rappresentazioni avveniristiche dove dominano luci dai forti contrasti come in Six Degrees of Separation di Zhivago Duncan, ma anche rappresentazioni sospese tra visibile e invisibile, non sempre chiare e definite, che appaiono sfuggenti, inafferrabili come fossero proiezioni di sogni tra mistero e finzione. Immagini quasi astratte e avulse da contesti ordinari come se prendessero vita nel momento in cui la ragione si addormenta, o poco prima del risveglio. Immagini dunque in divenire come se si stessero per materializzare ancora non proprio nel buio della Fede e non completamente alla luce del sole della Ragione.

Silvana Lazzarino

 

Faith & Fathom,

collettiva di diciotto artisti

GALLERIA POGGIALI

Via della Scala 35/A e Via Benedetta 3r, Firenze

Fino al 19 marzo 2017

Ingresso libero

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RICORDARE LE VITTIME DELLA SHOAH

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RICORDARE I DEPORTATI AD AUSCHWITZ CON IL PROGETTO

MEMORIE D’INCIAMPO OTTAVA EDIZIONE

Il dramma più grande vissuto dall’umanità: lo sterminio degli ebrei nei lager nazisti durante il secondo conflitto Mondiale ha lasciato una traccia indelebile negli animi e nei corpi di quanti hanno visto, vissuto e raccontato gli orrori di una tragedia senza precedenti.

ricordare le vittime della shoah con Memorie d'inciampo

ricordare le vittime della shoah con Memorie d’inciampo

Documenti, articoli, inchieste, interviste, film, romanzi, a distanza di anni hanno raccontato con intensità e forte spessore comunicativo la tragedia della shoah pagina di storia atroce e agghiacciante che non va dimenticata. A ricordare quanti scomparsi, a seguito delle persecuzioni naziste, tra ebrei, politici, militari, attraverso il simbolo “artistico” di una pietra è stato l’artista tedesco Gunter Demnig che dal 1995 a Colonia iniziò a realizzare incisioni su una sorta di sampietrini –  dette Stolpersteine pietre “d’inciampo” per immortalare i nomi di quanti furono deportati a Auschwitz: una straordinaria mappa della memoria europea che anno dopo anno si è estesa fino a includere oltre 60.000 pietre.

Luogo deputato per queste opere antimonumentali, ma concrete e tangibili a tenere viva la memoria nel presente, è il marciapiede prospiciente la casa in cui hanno vissuto i deportati. Sul marciapiede sono installate le “pietre d’inciampo”, sampietrini del tipo comune e di dimensioni standard (10×10) sulla cui superficie superiore di ottone lucente sono incisi: nome e cognome del/lla deportato/a, età, data e luogo di deportazione e, nel caso si conosca, anche la data di morte.

Gunter Demnig ha portato questa opera in Italia facendo così entrare il nostro paese a far parte di questo grande circuito internazionale della memoria. E’ stato dato così inizio al progetto MEMORIE D’INCIAMPO giunto quest’anno alla sua ottava edizione, che ha visto l’artista tedesco a partire dal 2011 al 2016 posizionare  più di 220 “pietre d’inciampo” che arrivano a 260 in questa 8 edizione nei giorni 11 e 12 gennaio 2017.

ricordare le vittime della Shoah con Memorie d'inciampo

ricordare le vittime della Shoah con Memorie d’inciampo

Il prossimo 11 gennaio 2017 a Roma in Via Omero 14 alle ore 16.00,sarà inaugurata l’ottava edizione di Memorie d’inciampo presso l’Istituto Svedese di studi classici, a ricordare deportati razziali e politici. Patrocinato dall’Unione delle Comunità Ebraiche italiana dalla Comunità Ebraica di Roma, dall’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania di Roma, il progetto a cura di Adachiara Zevi, è posto sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica e promosso tra gli altri dal Museo storico della Liberazione, da ANED (Associazione Nazionale ex Deportati); ANEI (Associazione Nazionale ex Internati), Federazione delle Amicizie Ebraico Cristiane di Italia; Fondazione CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) e dall’IRSIFAR (Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza).

Esso si avvale di un comitato scientifico formato da Anna Maria Casavola, Annabella Gioia, Elisa Guida, Antonio Parisella, Liliana Picciotto, Micaela Procaccia e Michele Sarfatti.

ricordare le vittime della Shoah con Memorie d'inciampo

ricordare le vittime della Shoah con Memorie d’inciampo

Le 24 pietre d’inciampo saranno collocate nei sei Municipi (I, II, V,VIII,XII, XIII) diramate le due giornate dell’11 e 12 gennaio. Si parte l’11 gennaio alle ore 9.00 con il XIII Municipio in Via delle Fornaci, 51 per ricordare Pier Luigi Grassi, per poi passare al I Municipio in Via Via di Santa Bonosa 35 dove abitava Giuseppe Di Castro, e in Via Luciano Manara 10 per ricordare Andrea Di Cori; poi proseguire alle ore 10.45 in Viale Trastevere, 114 nel XII Municipio per ricordare Colomba Di Segni, Leone Fiorentino, Fortunata Fiorentino, Lello Fiorentino, Salvatore Fiorentino. Questi sono alcuni tra i molteplici nomi di vittime di questa tragedia ad essere ricordati in queste due giornate. Come per la precedente edizione anche in questa occasione è stato dato il via ad un progetto didattico curato da Annabella Gioia e Sandra Terracina che prevede da parte di ciascun Municipio coinvolto di scegliere una o più scuole cui affidare una ricerca storica sui perseguitati alla cui memoria sono dedicati i sampietrini.

I risultati delle ricerche verranno, come in precedenza, pubblicati sul sito www.memoriedinciampo.com realizzato da Giovanni D’Ambrosio e Paolo La Farina in cui sono documentate le precedenti edizioni con mappe dei luoghi in cui sono stati installati i sampietrini, fotografie, film e testimonianze. Un lavoro quello di Demnig che vuole essere visivo e mentale per far ricordare a chi si trova a passare in quei luoghi dove sono state collocate le pietre d’inciampo, quanto è accaduto proprio in quel posto in quella specifica data, facendo entrare la memoria e il passato nel presente.

Silvana Lazzarino

 

MEMORIE D’INCIAMPO A ROMA VIII edizione

Mercoledì 11 gennaio 2017 a Roma inaugurazione ore 16.00 in Via Omero, 14

11 e 12 gennaio 2017

 

Presso la Biblioteca della Casa della Memoria e della Storia è attivo uno “sportello” (casadellamemoria@bibliotechediroma.it / tel. 06/45460501) curato da Liliana Biello ed Elisa Guida. A loro possono rivolgersi quanti intendono ricordare familiari o amici deportati attraverso la collocazione di uno Stolpersteine davanti alla sua abitazione.

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