A Mario Sisana (2)

A Mario Sisana (2)

La mia vita mai vissuta

Ignazio-L’incendio

Fantasia-Chi sa se tornerò

Il lusso-Io non mi allineo

Ignazia-La tempesta

La voce-Silenzio

Poesia-L’inganno

Il rifugio-Dimora

Orrido-L’attesa

Paura-Dogma (1)

Paura-Dogma (2)

Paura-Dogma (3)

La Frana-E Noi

Un saldo-Un rogo

Velina-Ma che vuoi?

Attingo

Come faremo

Discorso senza poesia

Cicala-Formica

Parte seconda

Verticalizza il vertice

Logico

A Vasco

A Medea

A Vasco e Medea

A Mario Sisana (1)

A Mario Sisana (2)

Oscillava, l’amata,
in delicate armonie
di tristezze e tenerezze,
invasa,
oltre capienza del suo pensiero,
da lontananze tenebrose,
resa
sbilenca, sghemba, sbieca
nel quotidiano
frammentare brandellare frantumare
filanti attese di ritorni…
e sempre Mario sapeva sprigionare i suoi sorrisi.

Che vale essere angeli cent’anni
se un tocco di follia
mi uccide il corpo
e lascia anime deserte?

12/13/Dicembre 2009

Pericolo

Ai comodi abbandoni (1)

Ai comodi abbandoni (2)

Languida menopausa

Maronti Muore

New York

Il bluf

Le guardie notturne

Ti benedica la Musa

Non fosti pioggia

Volteggio

Parte terza

Fessure archibugiere

Ibrido immacolato

Il duplo del mio Ignazio

Indaco

Forse riascolto un’eco

L’ovvio

Non ci sia data di silenziosa eutanasia

La Musa

La sirena delle diciassette

Sbambagiate

Mia merula,

Un’isola diversa

Prosieguo di parentesi

Paradiso apocrifo

Omeopatico tripudio

Loquace

Mantello a ruota

A chi lo dico

 

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A Mario Sisana (1)

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A Vasco

A Medea

A Vasco e Medea

A Mario Sisana (1)

Si salvi chi può.
È andato via con un segreto
– mio –
che non conosco,
– suo –
che mi riguarda.

In nessun luogo
oggi domani sempre,
sarà possibile un nostro incontro.
È morto.

Per Lui suicida
io resto “… …”,
a me mortale, nessuno,
Lui per ultimo,
potrà ridare il fiero orgoglio
ucciso da una ingiusta accusa
infranto da immeritata accusa.

I morti hanno ragione
anche se sbagliano.

04/05 Novembre 2009

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Il duplo del mio Ignazio

Indaco

Forse riascolto un’eco

L’ovvio

Non ci sia data di silenziosa eutanasia

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La sirena delle diciassette

Sbambagiate

Mia merula,

Un’isola diversa

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A chi lo dico

 

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A Vasco

A Medea

A Vasco e Medea

Ancora non si placa
l’eco
maledetta
del suo urlo
tra le braccia
rosse
bastardo.

Ancora non è fermo
il disco
uhh uhh uhh
la notte non è più
sicura
bambina.

Ancora non è sopita
l’eco
indecente volteggio
sul letto acciottolato
di Medea.

Scorrono nelle case
i volti
falsate riprese
sul palco rosso
del tiranno.

Dal racconto “Vasco e Medea”

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A Vasco

A Medea
1
Il piccolo bagliore nel
cesto
di lumache
vinceva avvinghiato da
bolle
vischiose
profondi mongoli sonni.

2
Così Medea scoprì il suo
sesso
innaturale
fendendo sfregiando fra
panche
d’intimoriti
silenzi maciullati in urla.

3
Se invece fosti femmina
anima
aliena
the stardust melody show
inno
pacchiano
al mio ottuso incarnato destino.

Dal Racconto “Vasco e Medea”

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A Vasco

1
A cavallo dell’orso
scimmiotta
la folla disseminata
nel prato di uno stadio
– Ah Vasco! –
tra fumo stellare
il verso del lupo nella steppa
Uhh Uhh Uhh.

2
Ritorna assassino
nell’ombra ballerina dei vincenti
il fallo abbandonato
nella doccia
– Ah Vasco! –
per uomini incerti
in teneri sguardi alla luna
Uhh Uhh Uhh.

3
Quando
un giorno avrai uno specchio
avrai due occhi
per ascoltare una canzone
in solitudine
– Ah Vasco –
dimmi quel posto.
Io vengo.
Uhh Uhh Uhh

Dal racconto “Vasco e Medea”

A Medea

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