DILA e Angela Maria Tiberi ospiti dell’Ambasciata egiziana

DILA e Angela Maria Tiberi ospiti dell’Ambasciata egiziana

DILA e Angela Maria Tiberi

ospiti dell’Ambasciata egiziana

Presso l’Ufficio delle Relazioni Culturali e Didattiche dell’Ambasciata della Repubblica Araba d’Egitto numerosi artisti di tutto il mondo sono stati ricevuti dall’Addetto Culturale dell’Ambasciata d’Egitto Dr.ssa Hajar Seifelnasr invitati dall’Ambasciatore d’Egitto S.E. HISHAM BADR a partecipare all’evento “Culture a confronto: l’Italia omaggia l’Egitto”.

L’evento interculturale omaggio all’Egitto e al mondo arabo, con percorsi virtuali e sentieri sonori all’interno di un frame comunicativo, di apprendimento e di confronti interculturali, si è svolto mercoledì 28 Febbraio 2018 ore 17 a cura di Lisa Bernardini e Francesca Guidi in collaborazione con Occhio dell’Arte, il cui Presidente è Lisa Bernardini.

La Presidente della Sede operativa di Pontinia (Latina) dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” ANGELA MARIA TIBERI ha donato all’AMBASCIATORE D’EGITTO S.E. HISHAM BADR e all’Addetto Culturale dell’AMBASCIATA D’EGITTO Dr.ssa HAJAR SEIFELNASR le antologie DILA “Otto milioni” (pubblicate nel 2013) patrocinate dall’ISTITUTO AGOSTINO LAURO e a cura di BRUNO MANCINI E ROBERTA PANIZZA.

ANGELA MARIA TIBERI ha portato anche i saluti della Presidente dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” ROBERTA PANIZZA, del Presidente onorario DILA BRUNO MANCINI, di GAETANO DI MEGLIO, Direttore della testata giornalistica “Il Dispari” e di MARIAPIA CIAGHI titolare della Casa editrice “Il Sextante” e del magazine “Eudonna”.

Angela Maria Tiberi nella sua qualità di Presidente delegata Regione Lazio ha portato sinceri saluti da parte del Presidente MICHELANGELO ANGRISANI ACCADEMIA INTERNAZIONALE ARTE E CULTURA; e poi, in qualità di Presidente delegata Regione Lazio i saluti del Presidente ANGELA DI BUONO ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE LA PULCE LETTERARIA; in qualità di socio speciale i saluti del Presidente GIOVANNA LIVOLTI GUZZARDI dell’ACCADEMIA LETTERARIA ITALO-AUSTRALIANA SCRITTORI MELBOURNE; del Presidente PASQUALE FRANCISCHETTI del CENACOLO ACCADEMICO EUROPEO POETI NELLA SOCIETÀ; come critico letterario della Rivista internazionale Poeti nella Società i saluti del Presidente AUGUSTO VERDEROSA; in qualità di collaboratrice del GIORNALE INTERNAZIONALE ALTIRPINIA i saluti dell’ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE ALTIRPINIA; i saluti del Presidente MARIO FRATTI e del Presidente delegato MILENA PETRARCA dell’ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE MAGNA GRECIA LATINA NEWYORK; come operatrice culturale i saluti della Presidente SONIA TESTA dell’ARCHEO CLUB DI SERMONETA, del GIUDICE SILVANA ARBIA PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE INTERNAZIONALE SILVANA ARBIA, in qualità di Vice Presidente i saluti del Presidente VINCENZO CACCAMO dell’ASSOCIAZIONE NUOVO CENACOLO DELLA POESIA.

Dopo i saluti, l’evento è stato aperto dalla magnifica poesia della poetessa MANAL SERRY in arabo e in italiano e da altri poeti italiani e di altre nazionalità.

Piacevole intrattenimento con la poetessa e mezzosoprano M. Katia Falcone, con lo storico e critico d’arte Antonio Giordano, con la stilista Luisa Lubrano, con Susanna Mdmani della CASA Boliviana, con Francesco della Bottega del peperoncino di Fiumicino, con Amjed Al Rifaie, con Dr. Mustafa Imad Mustafa Third Secretary Embassy of Republic of Iraq, con Cosimo Paraggio del Caseificio La Zizzona di Battipaglia, con Antonia Federici del Gruppo ITL.

Magnifica la meditazione del Prof. ANTONIO ENRICO MARIA GIORDANO: “L’Egitto, in virtù della sua posizione prospiciente sul mar Mediterraneo, ha sempre rappresentato un crocevia tra culture e letterature , correnti filosofiche e artistiche, tradizioni ed etnie, ciascuna caratterizzata da una propria identità.
Le più antiche civiltà, egizia e mesopotamica, hanno dialogato con la civiltà ellenica ed ellenistica nonché con quella romana, poi cristiana ma anche con il mondo mediorientale, indoiranico fino all’Estremo Oriente. Questo dialogo serrato e duraturo ha prodotto influenze estremamente profonde sull’universo greco-romano, fino a contribuire in maniera determinante alla creazione della coscienza europea (moderna), tanto che la civilizzazione, prodotto di commistioni e stratificazioni, che si è sviluppata sulle fertili sponde del Nilo, è ancora capace di suscitare l’interesse e la meraviglia di moltissimi studiosi che si ostinano a volgere lo sguardo a quella antica civiltà, come se in questa terra fossero sepolti non solo reperti archeologici di indubbio valore storico, ma anche brandelli dell’identità dell’uomo moderno di cui possiamo subodorare la provenienza, ma di cui in realtà sappiamo dare ben poca ragione.

Complimenti speciali per la realizzazione dell’evento vanno a: (in ordine casuale) Prof. Giuseppe Catapano (Accademia AUGE), Prof. Luca Filipponi (Spoleto FESTIVAL ART), Gianni Simula (Acqua San MARTINO), Nino Verrengia (Hotel L’Approdo ad ANZIO), Mauro Boccuccia (Ristorante Boccuccia ad ANZIO), Francesco Fittipaldi (La Bottega del Peporoncino a Fiumicino), Cosimo Paraggio (La Zizzona di Battipaglia), Antonia Federici (Gruppo ITL), F.lli Rosati Nazzareno e C. S.N.C., Massimo Meschino (MTM Events), Lucia Aparo (Musa d’Argento),
Per il Service Audio, grazie a Vincenzo La Cava.

Foto Ufficiali di Giovanna Onofri e Marco Bonanni
Servizio Video a cura di Giovanna Onofri.

Ringraziamo vivamente la pittrice e poetessa FLORA RUCCO, segretaria dell’ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE DONNE DEL MEDITERRANEO e MANAL SERRY, per avere invitato la nostra Angela Maria Tiberi, opinionista di Il Dispari nonché Presidente della sede operativa DILA in Sermoneta, a questo incontro importante per la cultura e la pace del MEDITERRANEO che le ha procurato grande commozione per l’atmosfera di pace e serenità con etnie diverse ma unite dal cuore dell’AMORE UNIVERSALE.

Partecipanti
ARTE: EXHIBITION D’ARTE, AHMED BESHR, YHYA KALIK, AMJED RIFAIE, MASSIMILIANO BARTESAGHI, FRANCESCO OGGIANU, MARINA ROSSI, ESTER CAMPESE, DANIELA PRATA, VALERIO CAPOCCIA, GIULIANA MARINIELLO, ITALO PULCINI, GINO DI PROSPERO, MARIA VITTORIA FRANCESCHI, FRANCESCA ORE, GABRIELLA COSTANZI, MIRIAM PASQUALI, SUSANNA GIANNONI, ENZA PALESATI, SVITLANA MARYNI, NAJLA SHAFTARI, ANGELA DI TEODORO, CARINA PIERONI.
LETTERATURA: MANAL SERRY, FLAVIA SCEBBA, AUGUSTA TOMASSINI, BEATRICE MONCERI, MARIA CONCETTA GIORGI, ROSA MANNETTA, LUCIA NARDI, MARIA ANTONIETTA LOCONTE, MIRIAM PASQUALI, GIULIETTA STRACCIA, SARA PALLADINI,
ALESSANDRA SANTY MALIZIA.
MODA: DIMITAR DRADI – Fashion Designer -,LUISA LUBRANO – Stilista, con la partecipazione delle modelle Asia Pennacchiotti, Elisa PepèSciarria, Giulia Autore, Sara Iurato.
MUSICA: Sonorità arabe in filodiffusione, Amedeo Morrone, cantautore.
FOOD: Buffet misto (specialità arabe ed italiane).

DILA e Angela Maria Tiberi ospiti dell’Ambasciata egiziana

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Il Dispari 2017-03-13

Il Dispari 2017-03-13

Il Dispari 2017-03-13

Il Dispari 2017-03-13

Editoriale

Oggi il tema principale di questa pagina verte sul Premio internazionale “Otto milioni” che, giunto alla sesta edizione, comunica in anteprima i nominativi degli Artisti finalisti nelle quattro sezioni in cui esso si dipana.

Consentitemi una breve premessa, che non vuole assolutamente essere polemica, ma intende evitare eventuali illazioni.
Desidero precisare, infatti, che l’internazionalità del premio è facilmente riscontrabile dal nome degli Artisti finalisti (e noi ne siamo fieri ed orgogliosi), mentre la mancanza tra i finalisti di nominativi riconducibili a personaggi della cultura isolana è la diretta conseguenza del fatto che NESSUNA richiesta di partecipazione ci è pervenuta da poeti, musicisti, pittori, giornalisti normalmente attivi nella nostra isola.

Eppure “Otto milioni”

sta operando da oltre 10 anni in questa isola, eppure sono state alcune decine di migliaia le Antologie distribuite qui grazie agli sponsor tra i quali l’Istituto Agostino Lauro che le ha rese disponibili in gratuita lettura su tutto il naviglio della Flotta Lauro, eppure il nostro premio (quasi unico in Italia) non prevede alcuna tassa d’iscrizione, eppure “Otto milioni” ha ricevuto notevoli attenzioni da gran parte dei media locali, tanto che risulta difficile pensare ad una carenza di comunicazione.
Allora la ragione di tale assenza deve essere cercata altrove, e ci piacerebbe che qualcuno riuscisse a darci qualche indicazione.

Gli Autori finalisti della sesta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni” edizione 2017 sono:

Angela Maria Tiberi Amicizia
Liga Sarah Lapinska No, non felici
Vera Roke M’inchino
Jānis Lapinskis Per l’uomo
Giovanni Arbonelli Spacciatore di droga
Modris Andzàns L’arco limitato
Franco Maccioni Nello spiraglio di luce
Antonio Fiore A mia madre
Angela Maria Tiberi Cancellarmi
Eva Strazdiņa Prova a credere
Mairita Dūze I pensieri
Didzis Laidins Il vento dondola
Elīna Zālīte Dedicata al musicista di strada
Ligija Kovaļevska Per la mia Latgalia
Janis Zarins “Jan” il poeta
Eva Martuza Mi accarezzo al buio
Anita Zvaigzne Non importa
Liga Sarah Lapinska Verso
Giuseppe Capoluongo Dentro l’angolo
Francesca Luzzio Prego Maria
Milena Petrarca Esplorando il tuo paradiso perduto
Milena Petrarca Schegge di una vita spezzata
Milena Petrarca Sospesa nel tempo
Antonio Mencarini Per un amico scomparso
Antonio Fiore Vecchio lenzuolo
Nika Kolinz Ma in questo mondo niente non è imparziale
Nika Kolinz Zittisco
Liga Sarah Lapinska Dove mi aspetta
Liga Sarah Lapinska Quando sarò la pietra
Anna Rancàne Ogni giorno qualcuno

Gli Autori finalisti della seconda edizione del premio internazionale di arti grafiche “Otto milioni” edizione 2017 sono:

Antonio Molina Vasconselos 2
Heino Blum
Janis Drozdovs 7
Liga Sarah Lapinska 7
Miguel Piñero
Pēteris Grūbe 4
Liga Sarah Lapinska 10.
Sergey Kyrychenko 1
Vilis Vizulis 3
Liga Sarah Lapinska 14
Sergey Kyrychenko 2
Pēteris Grūbe 5
Vilis Vizulis 5
Vilis Vizulis 7
Liga Sarah Lapinska 5
Ajub Ibragimov 15
Einars Repše 2
Heino Blum 1
Liga Sarah Lapinska scultura 1
Miguel Piñero 1
Nadeem Ansari 3
Sergey Kyrychenko 3
Simone Vela 1
Yuri Serebryakov 5
Yuri Serebryakov 11
Sergey Kyrychenko
Ajub Ibragimov 2
Yuri Serebryakov 10
Yuri Serebryakov 9
Liga Sarah Lapinska panorama 1
Sergey Kyrychenko 1
Einars Repse 11
Liga Sarah Lapinska panorama 8
Liga Sarah Lapinska panorama 3
Simone Vela
Liga Sarah Lapinska panorama 11
Liga Sarah Lapinska panorama 2
Einars Repse 22
Maurizio Pedace
Liga Sarah Lapinska foto 9
Heino Blum 3
Liga Sarah Lapinska panorama 4
Milena Petrarca 1
Milena Petrarca 3

Gli Autori finalisti della seconda edizione del premio internazionale di musica “Otto milioni” edizione 2017 sono:

Alvils Cedrins Inno
Valentina Gavrish Caffè sera
L’amore verrà
Valentina Gavrish Ballata della vita
Eva Strazdiņa Insieme con i fuochi di neve

Gli Autori finalisti della prima edizione del premio internazionale di recensione “Otto milioni” edizione 2017 sono:

Liga Sarah Lapinska Ischia nostalgia
Liga Sarah Lapinska Il pensiero mitologico del popolo lettone

Nelle prossime edizioni, compatibilmente con gli spazi disponibili, e con i complimenti da parte di tutta la Redazione, daremo un’ampia sintesi delle opere finaliste.

Bruno Mancini

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Il Dispari 20170313 1 - Comp

LE CARTE DA GIOCO COME OPERE D’ARTE NEL 900

Il gioco porticato attraverso lo sport o quello di società ha sempre accompagnato il percorso esistenziale dell’umanità: dalla fanciullezza, all’adolescenza, alla maturità, dando all’individuo l’occasione di sperimentare l’entusiasmo del giocare sia come puro svago nel tempo libero, sia quale strumento per migliorare le proprie prestazioni.
Sono molti, tra l’altro, i giochi studiati per migliorare le capacità psicofisiche.

Proprio il gioco e in particolare quello legato alle carte era coltivato da Paola Masino (1908-1989) colta intellettuale e scrittrice anticonformista, compagna di Massimo Bontempelli che ebbe modo di conoscere e frequentare letterati, musicisti, pittori italiani e stranieri nelle residenze a Roma, Milano, Firenze, Venezia, Parigi e d’estate a Castiglioncello e Forte di Marmi.
Oltre ad amare il gioco delle carte che condivideva con Bontempelli e altri protagonisti del panorama letterario del Novecento quali Pirandello, era anche una collezionista di mazzi di carte da gioco, passione questa che la spinse a farsi realizzare dagli amici artisti delle carte dipinti.

Così, nell’arco di quarant’anni, dal 1947 alla fine degli anni Ottanta iniziò a raccogliere diversi generi di carte: napoletane, tarocchi, francesi dipinte dando vita ad una collezione unica al mondo.

Una collezione in cui le carte da gioco,

al di fuori del loro contesto abituale diventano delle vere e proprie opere d’arte e simbolo metafisico.
Questa originale collezione di carte donata da Alvise Memmo, nipote della scrittrice, al Museo di Roma, è protagonista della mostra aperta a Roma nelle sale del piano terra del Museo di Palazzo Braschi fino al prossimo 30 aprile 2017.

Curata da Marinella Mascia Galateria e Patrizia Masini, e promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, l’esposizione I pittori del ’900 e le carte da gioco, La collezione di Paola Masino, accanto alle 352 carte dipinte realizzate dai più famosi protagonisti della scena artistica del Novecento tra cui: Prampolini, Carrà, Consagra, Burri, Accardi, Capogrossi, Campigli, Cagli, Fautrier e Cocteau, e ancora Guttuso, Carlo Levi, Fausto Pirandello, presenta diversi ritratti di Paola Masino tutti degli anni Trenta a firma di noti artisti quali: Bucci, Cagli, De Chirico, De Pisis, Funi, Sironi e fotografi come: Bragaglia, Carell, Sommariva.

Ad Ischia presso il Complesso Museale di Villa Arbusto nel 2010 è stata esposta una mostra dedicata a De Chirico con 28 dipinti e 5 sculture della collezione Fondazione Giorgio e Isa De Chirico.

Silvana Lazzarino

Silvana Lazzarino Mostra carte da gioco IMMAGINE LE CARTE MOSTRA

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Bruno Mancini |Bellezza-Dolcezza nelle opere di Maria Bigazzi

Maria Bigazzi, pittrice, fotografa e poetessa, vive a Firenze.
La sua partecipazione ai progetti Made in Ischia risale alle prime iniziative editoriali che furono da noi avviante con la costruttiva disponibilità divulgativa concessaci da Domenico prima e da Gaetano Di Meglio poi.

In quarta di copertina del suo ultimo “lavoro” POESIE DIPINTE (con testi in italiano ed in inglese) è scritto che: “Partecipa assiduamente a vari eventi e manifestazioni artistiche in tutta Italia.
Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive.
Maria si ispira alle emozioni e meraviglie della natura, cercando di coniugare l’espressione bellezza-dolcezza in un unico dualismo artistico: la bellezza della pittura, la dolcezza della poesia e le meraviglia della fotografia”.
I testi sono in italiano ed in inglese. Il volume contiene un’ampia galleria di immagini a colori dei suoi dipinti, ed ha il grande pregio-difetto di non essere inserito nei circuiti commerciali!
A questo punto avete già capito che cercheremo di convincerla a presentarlo, insieme ad una mostra personale delle sue opere, nel Museo Etnografico del Mare di Ischia diretto da Rino Lauro?

Giardino dell’eternità

Tante barche bianche veloci,
corrono nel cielo azzurro,
trasportano i nostri sogni,
le fatiche, le speranze,
sulla strada dei nostri pensieri.
Chissà se il vento ad una,
ad una le accarezzerà,
per trasformarle in realtà?
Forse le agiterà come schiuma,
per disperdersi in bolle di sapone,
galleggianti nel giardini dell’eternità.

Maria Bigazzi 3

Il Dispari 2017-03-06

Il Dispari 2017-03-06

Editoriale

Liga Sarah Lapinska, poetessa pittrice, Ambasciatrice in Lettonia per conto dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” ha scritto questo toccante ricordo dell’Artista Vilis Vizulis (iscritto al nostro premio “Otto milioni 2017”), morto in povertà nello scorso mese di Febbraio.
Poiché Liga è anche una valente traduttrice e conosce alquanto bene la lingua italiana, abbiamo preferito non intervenire con correzioni sul suo testo per lasciarne intatto il pathos.

Dopo una pausa lunga,

durante la quale noi due realmente non avevamo la possibilità di contattarci, finalmente, invitando i partecipanti per il nostro concorso OTTO MILIONI-2017, ho chiamato Vilis Vizulis, essendo sicura del suo sì.
Gli ho chiesto, se volesse partecipare al nostro concorso con i suoi dipinti.
“Certo sì” mi ha risposto, e mi ha detto, come sempre, di aver piena fiducia in me tanto che potevo scegliere le sue opere come volevo io.
Anche perché lui,proprio come me, non aveva più il computer per riguardare le proprie opere che ormai non erano più nel suo studio.

Si avvicinava il suo compleanno, 29 Gennaio.
Ammetteva di sentirsi malato e scherzava dicendo che certamente io non avrei voluto visitare un uomo vecchio che abita vicino al lago, quindi, in uno dei distretti di Riga-Jugla.
Malato, sì, ma non seriamente.
Stava lavorando per il suo quadro che intendeva finire quasi come un regalo per il suo compleanno, le mani sporche di colori misti, nell’anima un po’ di stanchezza e nuove idee, senza limiti, di risvegli.

Purtroppo per me non era possibile fare visita a Vilis

Talvolta Jelgava, la città dove attualmente abito, quando mancano i soldi per il bus, quando si è malati, quando soffiano i venti gelidi, è tanto distante da Riga, più di quanto indicato in kilometri.
Dopo, ho chiamato ancora Vilis tante volte.
Anche se ho conosciuto Vilis di persona tanti anni fa, solo adesso ho saputo il suo indirizzo, in quanto esso era necessario per compilare i moduli del concorso “Otto milioni”.
Sapevo bene che Vilis ha tanti amici nel campo dell’arte, non solo artisti di arti grafiche, ma anche scrittori e musicisti.

Sapevo che lui scrive sia descrizioni dei suoi numerosi viaggi, sia poesie e novelle, sia recensioni.
Sapevo anche che lui ama profondamente la musica, specialmente quella classica.
“Puoi raccomandarmi qualche musicista da invitare al nostro concorso?” gli ho chiesto.
Ho sentito, con la paura improvvisa, nella sua voce inasprimento ed agitazione prima non sentiti..

Lui sospirò

“Sì, conosco buoni musicisti, per esempio in USA e in Svezia, ma non ho più il computer per cercarli, per scrivere, e poi, mi manca il credito per il cellulare, e quindi non posso più fare telefonate all’estero.
Ho tanti amici nell’arte all’estero, questo sì…”
E infine, “… come mai posso guarire, se non ho i soldi per le medicine!
Vilis era nello stesso tempo un uomo di alta cultura, e, come di solito lo sono quelli di alta cultura, era anche un uomo selvaggio, cacciatore, pescatore e viaggiatore, che comparava se e i suoi antenati con gli antichi vichinghi, ben stabile, curioso, aperto per nuove esperienze ed avventure, appassionato.
Ho sentito nella sua voce l’ansia non voluta che può succedere quello che non deve succedere, solo perché mancano alcuni euro per le farmacie e altre cose necessarie per ogni malato, per ogni non malato.

Aveva tanti amici.

Però, questo lo so, nell’inizio di Febbraio lui era da solo, insieme con il suo amico migliore -un cane non più giovane.
Ho chiamato a Vilis ancora e ancora.
Non potevo aiutarlo con i soldi.
Ho pensato tra coloro che conosco io chi avrebbe potuto aiutarlo.
Sapevo che proprio i soldi e la presenza di altri potevano salvarlo.
Avevo la tentazione di invitare i miei amici di andare immediatamente a Jugla insieme a me per vedere Vilis e capire meglio le sue condizioni, per non lasciarlo da solo con il suo cane sincero.

Avevo la voglia di chiamare tutti coloro che conosco e dire: “Beh, andiamo a Jugla, non possiamo più ritardare!”
Speravo che qualcuno dei suoi amici gli facesse visita in Jugla al lago e l’aiutasse.
Sentivo sempre questo suo allarme.
Poi, dopo una nostra ultima conversazione, sono diventata un po’ più tranquilla.
Lui diceva che si sente,comunque, meglio, invece il suo cane è già invecchiato ed ammalato.
Quindi, sono malati tutti e due gli amici.
Dopo la notizia che lui si sente un po’ meglio, non mi ha risposto più.
Ho chiamato, chiamato, ho lasciato messaggi al suo numero.

Che cosa è successo?

Si trova all’ospedale e il suo cane amico sincero sta morendo di fame a casa?
Il cellulare è rotto?
Davvero Vilis è morto?
Quando l’ho chiamato ancora ho capito che la batteria del suo cellulare era spenta.
A tarda sera ho trovavo una telefonata proveniente dal distretto di polizia di Jugla.
Un Ispettore di Jugla mi ha chiesto se Vilis Vizulis fosse un mio parente.
Certo di no, ma quale differenza c’è tra parente o non parente?
L’Ispettore mi ha capito e mi ha raccontato della morte di Vilis.

Morto il 14 febbraio in strada.

Forse, immagino, malatissimo, costretto ad andare a fare la spese per se e per il suo cane, diventato troppo debole in una sua lotta quasi solitaria contro la sua malattia e la malattia del suo cane, non capace di chiedere con urgenza i soldi ai suoi tanti amici, caduto, perdendo le ultime forze fisiche, e immediatamente morto, sulla strada, sulla sua sempre amata terra, non nella gabbia chiamata “appartamento”.
Era fiume tra fiumi, fuoco tra fuochi, suolo tra suoli, quindi moriva sulla terra.
Meno male, immagino così.

Tanti sapevano che lui era malato e diventato povero.
Sapevano che era un amico onesto e un pittore di grande talento.

Probabilmente noi costruiremo per lui un monumento.

È gradito.
Probabilmente scriveremo di lui monografie, infiocchettare in modo lussuoso, con fogli splendidi, non solo i necrologi.
Perché no, è gradito.
Però le sue creazioni sono ancora vive e avranno sempre maggior valore come la memoria più affettuosa.
L’ispettore di polizia mi raccontava anche che il suo cane, invece, si è salvato e vive da una signora amorevole.
Io so che Vilis adesso è contento sapendo che almeno il suo amico migliore si è salvato.
Come Vilis lo considero io?

Non era uno dagli artisti che pensa che altri artisti siano i suoi concorrenti.

Aveva da tanto tempo interesse per la mia arte, sopratutto quella significativa, piena dei simboli, con il senso filosofico, e anche dei miei incanti.
Assicurava che “…non sono indifferente alle fiabe, ai miti, alle tradizioni.”
Come un vero figlio della natura.
Preferiva dipingere ad olio e con l’acquarello.
Aveva il gusto di immagini e di segni intensamente colorati, talvolta dipingeva nello stile cinese, specialmente nel senso di colori ricchi, comunque dolci con un suo ritmo quasi musicale.
Dava ai suoi quadri titoli significativi e li commentava come un poeta e un filosofa, molto rispettoso sia di Thoreau, sia di Hemingwey, sia dell’India.

Caratterizzava il suo simbolo di donna come una, l’anima duale, dea e demonio, che sale liberamente sopra l’abisso ma cade, all’improvviso, contro un ago piccolissimo di pino.
Metafora profondissima.
Più di tutti, capace di compiere imprese ingenue e forti, flessibili nel senso più positivo e goffe.
Smarrito, sapendo la sua vera strada, non per colpa sua, ma per la sua fiducia.

Credeva al risveglio a Varanasi.

Certo, l’incontrerò a Varanasi e non solo là.
Mai dimenticando la sua voce chiara, ma ansiosa: “Ma come posso guarire senza le medicine, senza i soldi?”
Mi sento colpevole di non essere stata con te all’inizio di Febbraio.
Non potevo?
Potevo invitare tutti coloro che conosco, per salvarti, colpevole insieme con tutti coloro che sapevano, più o meno, della tua malattia e della tua povertà,Vilis.
Ci risveglieremo non solo a Varanasi, con la speranza timida di una società che apprezzerà di più ogni vita come tale, non solo le opere dell‘arte, polverose nei musei.
Perdonaci.
No, so, che l’hai fatto già, Vilis.

Liga Sarah Lapinska

Tutta la Redazione del giornale Il Dispari e l’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” esprimono sentite condoglianze ai familiari e agli amici di Vilis Vizulis

P.S. Le immagini si riferiscono alle tre opere di Vilis Vizulis designate come finaliste nel premio Made in Ischia di arti grafiche “Otto milioni” edizione 2017.

Cod. 09 35 Vilis Vizulis 3

Cod. 14 37 Vilis Vizulis 7

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Il Dispari 20170306 1 - comp

DANIEL BERQUINY

Daniel, l’indiano, fai parte
dei ricordi dell’antico FAR WEST.
Come un’estate calda sei tu,
scaldi il cuore di antiche immagini circensi
quando con le tue braccia forti
stringevi i tuoi compagni atleti come te
capaci di affascinare il pubblico con meravigliose acrobazie.
Ora ami gli animali
che preziosi più dell’oro e dei gioielli
son per te e fanno parte della tua vita.
Il tuo cuore è grande
come il Parco Zoo delle Star di Aprilia,
unico al mondo come sei tu,
indiano della nostra amata America,
lontana ma vicina alla nostra anima
insieme a Little Italy
a cui tutti noi apparteniamo con orgoglio e
con vigore.
Rendiamo omaggio alla sua bellezza
così come al tuo splendore
dai capelli bianchi e lunghi raccolti all’ingiù
da Capo indiano di un’antica tribù.

ANGELA MARIA TIBERI

Angela Maria Tiberi è Presidente delegata Regione Lazio per conto dell’Accademia internazionale arte e cultura di Michelangelo Angrisani ed è Ambasciatrice per la Provincia di Latina e per il Comune di Sermoneta in rappresentanza dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.
In questa lirica rende onore al maestro circense Daniel Berquiny il quale, in virtù della sua passione e della sua grande professionalità in un mondo amato sia dai bambini e sia dagli adulti, ha ricevuto ricchi premi e due medaglie d’oro dal Festival internazionale del circo.
Angela Maria Tiberi ci ha raccontato che “Daniel Berquiny ha saputo farsi amare dal mio caro cane di razza bobtail, Fiore, che gli ha ubbidito diligentemente durante le riprese della pubblicità della carta Foxy senza che avesse mai avuto prima esperienze di recitazione.
Ammirevole ed esemplare è la sua anima sensibile e indimenticabile.”

Daniel Berquiny dirige il Parco Zoo delle Star di Aprilia- Latina che vi consigliamo di visitare.

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Il Dispari 2017-02-27

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Daniel Berquiny dirige il Parco Zoo delle Star di Aprilia

 

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Il Dispari 2017-02-20Il Dispari 20170220 1 - Comp
INTERVISTA A ROBERTO PRANDIN

Compositore italiano che vive a Perugia.
Ha scritto molta musica di taglio classico-moderno, non appartenente al mondo dello sperimentalismo. Ha una propria concezione estetica che porta avanti giorno dopo giorno, scrivendo musica per tanti esecutori italiani ed esteri. Per Ischia ha in serbo delle sorprese.

Con Bruno Mancini ha da poco scritto due pezzi per voce e pianoforte.
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D- Cosa rappresenta per te la composizione?

R- È un mezzo espressivo a cui non riesco e non posso rinunciare.
Il motivo è dato dal fatto che gli studi di composizione si fanno in giovane età.
Nel mio caso tra i 15 ed i 25.
Ovviamente si continua a studiare anche in età avanzata, ma come un po’ in tutte le discipline di tipo formativo, quando si intraprende uno studio sistematico e profondo, poi uno se lo porta appresso sino all’ultimo giorno della propria vita.

D- Si può parlare di specializzazione nel campo della composizione?

R- Direi proprio di sì.
Io per esempio scrivo musica classica contemporanea.
Già questa definizione rimane un poco generica.
Meglio sarebbe dire quale sia lo stile compositivo e quale l’estetica a cui ci si rifà.

D- E qui, nel caso tuo specifico?

R- Non faccio parte dell’avanguardia.
Per certi versi sono un conservatore.
Mi riallaccio molto volentieri all’estetica del primo Novecento fino al 1970.
Anno più anno meno.

D- E il mondo contemporaneo vero e proprio?

R- Difficile dare una risposta esaudiente, specie in poche righe.
La metterei cosi: Tra il 1950 e il 2000, si annovera una produzione d’avanguardia e di ricerca molto, molto interessante, che conosco, anche per averla eseguita prima come flautista e poi come direttore d’orchestra. Voglio però sottolineare che non me la sono sentita di percorrere strade come quella dello sperimentalismo. Come detto sono legato in parte all’impressionismo ed all’espressionismo.

D- Compositori di riferimento?

R- Debussy, Ravel, Puccini, Stravinsky, Prokofiev.

D- Quanta musica hai scritto?

R- Negli ultimi 6-7 anni circa 120 pezzi completi.
In genere quando inizio un brano, lo porto a termine.
L’80% sono brani da camera (3-4 strumenti), il rimanente per orchestra: archi e orchestra classica e cioè quartetto d’archi più quartetto o quintetto a fiati.

D- Mi risulta che hai scritto delle cose per Ischia. Che rapporto hai con questa realtà?

R- Recentemente ho scritto due pezzi per voce e pianoforte: una ballata su testo di Liga Sarah Lapiska liberamente tradotto da Bruno Mancini “La porta, aperta dal vento” Op 35 Nr 1 e una romanza, sempre per voce e pianoforte su poesia di Bruno Mancini: “Tra eutanasia e ghigliottina” Op. 35 Nr2.

D- Esiste un criterio per la scelta del poeta o del genere poetico?

R- Ti dirò che non sono romantico (nel senso estetico) ma realista d’inizio secolo per tanto cerco opere che si distanzino da un’espressività che si rifaccia all’Ottocento romantico e post romantico.
Trovo l’opera di Mancini, almeno in parte sia molto stimolante sul piano dei contenuti e della struttura ritmica che esula dalla tradizione ottocentesca, la sua poetica mi stimola sul piano della fantasia, sa scrivere.

D- Immagino che tale scelta complichi un po’ le cose all’atto della messa in musica del testo.

R- Sì. L’aspetto ritmico ed accentuativo pone delle condizioni e cioè di trovare formule melodiche compiute, e non lo dico a caso, che forzatamente non siano nella tradizione ma che comunque non si inoltrino troppo nel mondo dello sperimentale.

D- È discorso tecnico difficile da comprendere, dacci qualche spiegazione aggiuntiva.

R- Cercherò.
Il problema è che tutta l’estetica contemporanea esce dai binari della tradizione.
Dovendo scrivere nel 2017 io cerco di recuperare parte del Belcanto rivestendolo di armonia spesso moderatamente dissonante che a volta fa uso di armonia tradizionale.
Insomma, è una via di mezzo.
Come detto, l’avanguardia tout-court non fa parte del mio DNA.
In particolare quando scrivo per voce umana, non vado più in là del necessario.

D- Non c’è il rischio di essere considerato un passatista?

R- Si, c’è, ma io sono convinto della scelta fatta, che è stata lungamente ponderata (decenni).
La mia musica ha una struttura ben definita.
Nelle mie composizioni la si individua.
Certo, il rischio di non essere considerato “contemporaneo al 100%” esiste, non lo nego.

D- È possibile parlare allora di differenza di trattamento tra musica vocale e strumentale?

R- Sì, nella musica strumentale si osa di più poiché si sa che gli artisti esecutori sono in grado di eseguire con perizia musiche per niente tonali, anzi ben lontano da tale estetica.
A volte scrivo proprio a tonale, ma tratto le parabole musicali in modo tale che vi sia sempre una logica compositiva intelligibile.

D-Domanda sibillina: ma allora come la mettiamo con l’opera contemporanea?

R- È veramente un problema al momento insuperato.
Il linguaggio che viene usato dai compositori contemporanei di musica teatrale, a mio avviso, non rispecchia il rapporto-testo musica.
Inoltre esiste un grande problema da risolvere ed è l’esecuzione vera e propria, spesso difficilissima e che necessita di grandi specialisti.
È chiaro che dopo il 1950, l’opera lirica si sia fermata.
In proposito, riporto un’interessante osservazione di Pierre Boulez, direttore d’orchestra e compositore in un’intervista rilasciata 3 anni or sono a La Repubblica: a suo dire, ci vorrebbe qualcuno in grado di rinnovare il linguaggio dell’opera lirica, un po’ come fece Richard Wagner.
La riflessione di Boulez è d’attualità e piuttosto stimolante, inoltre pone le basi per un approfondimento più che auspicabile.
Il suo non è un pessimismo totale, come precisato nell’intervista al quotidiano, visto che c’è anche la speranza che la cultura non venga intaccata ulteriormente dalla crisi economica.
La riflessione di Boulez è piuttosto interessante e consente di approfondire un argomento di cui non si parla poi così tanto: l’opera lirica è ancora viva?
E se lo è chi sono i compositori più rappresentativi di cui ci si potrà ricordare in futuro, come si fa oggi con Verdi, Puccini,Bellini e Donizetti?

D– E quindi, cosa ci si aspetta per il futuro lirico-teatrale?

R- Una rivoluzione musicale vera e propria.
Ma ho l’impressione che al momento non ci siano all’orizzonte soluzioni nuove.
Attendiamo.

D- Restando nel tema: non hai mai pensato di scrivere un’opera lirica?

R- Si, tre i problemi di fondo: trovare un libretto contemporaneo veramente interessante sia sul piano dei contenuti, sia sul piano poetico.
E poi l’aspetto “messa in scena”.
Il rischio è che uno scriva per un anno di seguito, in pratica tutti i giorni in stretta collaborazione con il poeta-librettista che non può essere d’estrazione romantica, dopo di che l’opera rimanga nel cassetto poiché nessun direttore artistico di teatro si prende il rischio di un flop di pubblico ed anche economico.
Voglio anche dire che i pezzi che scrivo per voce e pianoforte hanno un taglio teatrale pur rimanendo in ambito cameristico.
Il tutto potrebbe partire da tale ambito.

D-Tornando ad Ischia, un giorno mi hai accennato ad una sinfonia per orchestra espressamente scritta per Ischia. A che punto sono i lavori?

R- Ne ho scritto per 20 minuti, in pratica i primi due tempi.
La formazione è quella dell’orchestra classica.
Ora sto abbozzando i secondi due.
La sinfonia è in forma di Balletto contemporaneo ed è basato su una storia di estrazione popolare avvenuta nel 1300 a Ischia.
Mi riservo di dare ulteriori particolari tra qualche mese.
Comunque, per pura curiosità dirò che è lo storia triste di Polindorfo e Numella vissuti attorno al 1370.
Non fatemi dire di più.

D- Altre novità?

R- Lo scorso 21 gennaio, a Berlino, la flautista italiana Rita D’Arcangelo ha proposto in prima esecuzione assoluta il pezzo “Tizzy” per flauto solo che lei mi ha commissionato. Lo sta registrando in questo mese, sempre a Berlino, e sarà incluso in un CD per flauto solo con tutti brani che vari compositori contemporanei hanno scritto per l’artista italiana residente a Berlino.
Per la cronaca, Rita d’Arcangelo è una solista di livello internazionale: tiene spesso concerti negli Stati Uniti, in Giappone, in Europa e collabora sistematicamente con musicisti della Filarmonica di Berlino e della Deutsche Oper.

D- Ti ringrazio molto anche a nome di Bruno Mancini e di Gaetano Di Meglio Direttore del quotidiano “Il Dispari” nella cui pagina culturale verrà presto pubblicata questa intervista esclusiva ed interessante. Ti aspettiamo a Ischia.

R- Ringrazio voi tutti per l’attenzione verso la mia arte e sono convinto che molto presto potrò avere il piacere di essere a Ischia per la prima esecuzione della mia sinfonia dedicata alla vostra stupenda isola.

Silvana Lazzarino
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Il Dispari 2016-09-12

Il Dispari 2016-09-12

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Editoriale
Dalla raccolta poetica “Io fui mortale” (Ed. LULU eBook 1.99€ ISBN: 978-1-326-78531-4)

Scrivo poesie.
Se un tizio mi dirà che le ha capite,
io sorridendo penserò “È folle”.

Bruno Mancini

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ASSOCIAZIONE “DILA” PERSONE CHE NE FANNO PARTE

Mi chiamo Tina Bruno, e vivo a Roma dall’età di tredici anni, qui ho trascorso i momenti più belli della mia giovinezza.
In quel periodo, parlo del 1962, Roma era l’esempio di un’Italia sempre più globalizzata e multiculturale in continuo e dirompente cambiamento, in ogni dimensione: politico-istituzionale, ideologico-culturale e socio-economico.
Qui poco più che una bambina ho preso parte ai cortei pacifisti, con gente venuta da ogni parte d’Itala: studenti, metalmeccanici, impiegati, insegnanti… sfociati nel 1968 nella “Rivoluzione Culturale”.
Insieme con altre donne ho partecipato alla lotta per i diritti delle donne, da sempre negati e ottenuti intorno agli anni ’70: divorzio, aborto.
In questa città mi sono formata culturalmente, ho formato la mia famiglia e ho svolto la mia professione presso gli asili nido del comune di Roma: educatore.
Una professione con la quale ho dedicato gran parte della mia vita ai bambini.
Ho iniziato a scrivere nel 2006, pubblicando le mie esperienze lavorative con i bambini e con il gruppo educativo del quale facevo parte.
Ho scritto favole, racconti, poesie, operette teatrali, libri di formazione per gli educatori e le insegnanti , ho partecipato a tanti concorsi letterari, vincendo molti premi e riconoscimenti e sono presente in oltre 200 antologie tra le quali alcune MADE in Ischia pubblicate nell’ambito dei progetti culturali proposti da Bruno Mancini con la Direzione Artistica di Roberta Panizza.
Nel 2015 sono stata nominata dal M.I.U.R. a tenere lezione di favolistica presso 5 scuole primarie e dell’Infanzia.
Grazie al concorso “OTTO MILIONI” ho conosciuto il suo ideatore Bruno Mancini scrittore, e fondatore dell’associazione culturale “DILA” con la quale collaboro alla stesura di qualche articolo giornalistico sui problemi sociali che affliggono l’ITALIA in questo periodo di grandi incertezze, articoli che vengono distribuiti in edicola ogni lunedì all’interno della pagina culturale del quotidiano “IL DISPARI”, distribuito in gratuito abbinamento con lo storico ”Mattino” di Napoli!
Bruno Mancini è una persona vulnerabile, ricca di creatività e progettistica, amante della natura, dell’arte e dell’ambiente.
Una persona alla quale facilmente ti affezioni e dalla quale ricevi l’aiuto che cerchi.
In questi giorni ho letto alcuni dei suoi libri, cito LA MIA ISOLA VOL. 1, SOTTOTILO “Racconti e Poesie alla ricerca di belle storie d’amore”, volume nel quale è contenuto il racconto “Il Paradiso non esiste.”
In questo racconto lo scrittore immagina di avere un rapporto con la penna, non solo come strumento di lavoro che gli permettere di mettere su carta il suo mondo interno, ma, anche, come amica e compagna dei suoi viaggi letterari .
Questa penna ogni volta che esaurisca l’inchiostro provoca nello scrittore sgomento, e quindi smarrimento, gli impedisce di scrivere.
Non solo, è capace anche, quando funziona, di tenerlo legato a sé in qualsiasi giorno dell’anno, quasi come una donna, una fidanzata, un’amante.
Questa penna che per prima conosce i suoi segreti, le sue emozioni, i sentimenti, è felice di trasferire sul foglio il suo mondo.
Quanto scritto testimonia la grande voglia di scrivere e comunicare dello scrittore Mancini, e le sue capacità di diffondere e condividere con gli altri attraverso i libri, gli editoriali, i comunicati stampa il suo amore per la scrittura.
L’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” è la sua creatura, nata dopo tanto lavoro e impegno da parte dello scrittore che si è prodigato coinvolgendo altri artisti e scrittori – come la Professoressa Roberta Panizza, direttrice artistica e Vice Presidente DILA-; chiedendo il sostegno a grandi industriali come l’onorevole Salvatore Lauro Presidente dell’Istituto Agostino Lauro per la divulgazione delle opere; stringendo accordi con l’editore Gaetano Di Meglio Direttore del quotidiano “ IL DISPARI” per la divulgazione delle notizie.
Terminando, si può affermare che DILA è figlia dell’impegno, dell’arte, della cultura, dei problemi socio-ambientali, e io sono più che contenta di farne parte.

Tina Bruno

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PATRIZIA CANOLA RACCONTA NEI SUOI DIPINTI IL RESPIRO DI GAIA: LA MADRE TERRA

La natura nelle sue infinite espressioni tra serenità e malinconia, armonia e inquietudine, è protagonista dei dipinti di PATRIZIA CANOLA, artista di fama internazionale che dal 18 al 25 Settembre 2016 espone la sua personale presso i suggestivi spazi dello Store San Benedetto nel centro storico di Gualdo Tadino (PG).
La mostra NEL RESPIRO DI GAIA LA MADRE TERRA, promossa da Porta San Benedetto, in sintonia per la scelta dei soggetti e dei colori con le atmosfere di questa affascinante città ai piedi dell’Appennino dominata da verdi colline, s’inserisce nell’ambito di una delle più suggestive manifestazioni di Gualdo Tadino: il Palio di San Michele Arcangelo attraverso cui sono rievocate le tradizioni del passato tra feste, giochi, competizioni, senza dimenticare l’artigianato e percorsi d’arte.
Entrando negli spazi dello Store San Benedetto dove ogni dettaglio è stato curato con attenzione, si è catturati dalla poesia e dal lirismo dei dipinti di Patrizia Canola, avvolgenti e densi di luce, a cogliere luoghi infiniti della Natura per interrogarsi sul significato dell’esistenza proprio ad iniziare dal senso di appartenenza dell’uomo a questa Terra che ama svelarsi, ma anche nascondersi.
Patrizia Canola, nata a Milano, ma attiva in Brianza, con sensibilità e attenzione, attraverso i diversi volti della nostra Madre Terra, ora rasserenanti e solari, ora nostalgici e inquietanti, ha saputo dare voce alle emozioni della vita che riaffiorano anche dopo tempo, lasciandosi guidare con lo sguardo e il pensiero da quella linea di confine tra la terra e il cielo dove avvertire una possibile interazione tra l’orizzonte fisico e metafisico.
I suoi dipinti svelano ogni dettaglio della stessa natura: accanto al leggero vibrare delle canne accarezzate dal vento in Un momento di tranquillità è la gamma di colori autunnali delle foglie cadute in terra di Luci d’autunno presente qui con un trittico dove gli alberi quasi spogli si lasciano attraversare da una luce diffusa sullo sfondo.
E ancora il silenzioso vento freddo che investe l’avvolgente scenario di Atmosfera sul fiume Adda e Armonia d’inverno, e l’ampia e vigorosa apertura dei rami del Faggio del tè che rappresenta il rifugio e il mistero dove recuperare la capacità di guardare oltre e quella saggezza che purifica. Intense per i colori e la descrizione dei particolari le nature morte come le melagrane, l’uva bianca e poi i fiori di cui spiccano i lilla e la mimosa, che conducono il visitatore a proseguire lungo questo viaggio per recuperare attimi di serenità e riflettere sul mistero della vita.
Mistero che è racchiuso anche nell’albero di Riposo d’inverno solitario nel suo riposo che apre all’attesa.
Rifrazioni di luci, percezioni d’ombra, melodie nascoste nel fruscio delle foglie o nel vibrare delle canne, svelano i ritmi infiniti del respiro della natura con cui ritrovare emozioni che il tempo non cancella.
Alla fine del percorso espositivo dove si inseguono i colori delle stagioni, si ha la sensazione di essere avvolti per magia da un abbraccio caldo e misterioso: l’abbraccio di Gaia Madre Terra per sentire fino in fondo le emozioni che colorano la vita.
Una mostra che parla di gioia e libertà, bellezza e verità, in linea con le atmosfere della tradizione del palio, resa possibile grazie alla professionalità del Signor Nicola Bossi Gonfaloniere delle Porte e Priore Porta San Benedetto e di Catia Monacelli direttore del Polo Museale di Gualdo Tadino.
Patrizia Canola è stata selezionata con l’opera Va pensiero per Il Festival Verdioff che si inaugurerà a Parma il 23 settembre 2016.
Il prossimo 2 Ottobre un suo incaricato sarà ad Ischia per valutare, insieme a Bruno Mancini, la possibilità di realizzare una mostra, seppure necessariamente limitata per numero di opere, nel Museo Etnografico del Mare.

Silvana Lazzarino

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Bruno oggi parliamo di museo

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@ L’editoriale  Dal racconto “Così o come”

… ed ora mi guadagno da campare facendo il “Lettore di giornali in pubblico”.
Non esiste?
Forse non esisteva.
Esiste, esiste.
Mi sono inventato una libera professione con molta dignità e talento, seguendo un ragionamento diciamo “pragmatico”.
Perché, mi chiedevo, i giornali pagano la pubblicità per se stessi su altre forme di comunicazione ed anche su testate a volte acerrime concorrenti?
Risposta: per farsi leggere.
Perché, mi chiedevo, un quotidiano di tiratura nazionale viene distribuito gratis annesso ad un foglio di cronaca locale?
Per farsi leggere, rispondevo.
Per quale ragione, nel mio paese di origine, il notiziario di pettegolezzi comunali, unito ad uno storico giornale filo monarchico  e ad un quotidiano politico nazionale affiliato alle gerarchie di un potente costruttore finanziere editore presidente politicante, perché mi chiedevo, tutti e tre insieme vengono venduti al prezzo di un solo?
Si sa bene che non bada a spese il potente costruttore finanziere editore presidente politicante proprietario del quotidiano politico nazionale, e che neppure sono in cerca di soldi i referenti politici dello storico vessillo monarchico.
Il notiziario locale di pettegolezzi comunali, li regala entrambi ed acquisisce nuovi lettori.
O.K.
Perché?
Risposta: vogliono essere letti.
Ed io mi sono proposto nella specifica mansione di “Lettore di giornali in pubblico”.
Il loro ufficio gestione rapporti col pubblico mi fissa un itinerario, con rotazione mensile, per la cui precisa attuazione i dirigenti addetti alla struttura finanziaria mi pagano viaggi trasferte pernottamenti cene pranzi e colazioni, scarpe nuove ogni mese, venti consumazioni ogni giorno ai tavoli dei bar più prestigiosi, due concerti a settimana, ventuno pacchetti di sigarette marca… (omissis)… a settimana (poi vi spiego perché), un nuovo accendino ed un orologio ogni cambio di stagione, e, considerato il disagio dei continui trasferimenti, l’Azienda mi concede una femmina a piacere ogni quindici giorni, un mese di ferie l’anno, ed il barbiere quotidiano.
La mia giornata lavorativa di solito inizia alle otto di mattina e termina alle sedici.
Al mattino, nella portineria della locanda albergo pensione residence villaggio in cui ho trascorso la notte, trovo un mucchio di giornali: stessa marca stavo per dire, stessa testata è invece corretto.

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Ristampa antologia “Otto milioni”

Ristampa antologia “Otto milioni”

Poiché già da circa un anno erano esaurite le 5.000 copie dell’antologia “Otto milioni” pubblicata nel mese di Settembre 2012 e contenente, tra l’altro, le poesie finaliste della seconda edizione del premio internazionale “Otto milioni”; volendo dare una concreta risposta positiva ai tanti amici e autori che ce ne hanno continuato a richiedere copie, abbiamo provveduto alla ristampa dell’antologia “Otto milioni”.

Questa ristampa (restando intatti i contenuti) ci ha consentito di migliore in modo consistente la qualità del prodotto finale. Infatti, le copertine non sono più in carta opaca, e le immagini, hanno acquisito brillantezza dalla carta lucida, e poi abbiamo migliorato l’inchiostrazione dei testi rendendoli maggiormente leggibili.

Otto milioni lulu copertina

Dettagli di stampa: 5.83″ x 8.26″, rilegatura rilegatura termica, carta interna bianco (peso 60#), inchiostro per l’interno B/N, carta esterna bianco (peso 100#), inchiostro per l’esterno in quadricromia

ISBN: 978-1-291-01396-2

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Il libro è distribuito su Amazon.com, Amazon.co.uk e Amazon EU (Francia, Germania, Italia e Spagna) ed è in corso il suo inserimento nel database del più grande grossista di libri degli Stati Uniti.

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