Il Dispari 20181217 – Redazione culturale

Il Dispari 20181217 – Redazione culturale

Il Dispari 20181217

 

EDITORIALE
Antonio Di Nauta ha vinto il premio di musica “Otto milioni” 2018.

Il 17/11/2018, durante l‘evento DILA “Otto milioni” approvato dal comitato promotore del #BCM18 Bookcity Milano, nell’Aula magna della SIAM, l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, tramite la sua Presidente Roberta Panizza, ha proclamato le vittorie di Antonio Di Nauta e di Miriam Bruni rispettivamente nella sezione musica e nella sezione poesia del Premio “Otto milioni” 2018.
A Miriam Bruni e ad Antonio Di Nauta (che ricordiamo come coinvolgente cantante pianista in numerosi eventi organizzati da DILA nel Coquille e nell’Hotel Parco Verde di Ischia) vanno tutti i più calorosi complimenti da parte della Direzione e della Redazione di Il Dispari.

Questi sono i testi completi con i quali Roberta Panizza e Stefano Degli Abbati hanno comunicate le loro vittorie.

ROBERTA PANIZZA
Antonio Di Nauta, con la canzone “L’abitudine”, ha vinto il Premio di Musica “Otto milioni” 2018.
Chi è Antonio Di Nauta?
Antonio Di Nauta, originario di Lesina in Puglia, ha sempre avuto una grande passione per il canto fin da quando, a partire dai 12 anni, ha cominciato a imparare il mestiere di Falegname e proprio il suo maestro in questa arte pratica gli ha dato l’ispirazione per dedicarsi alla musica e lo ha invogliato a seguire i maggiori esponenti della musica italiana dai quali ha imparato molto.
La sua passione è quindi cresciuta di giorno in giorno.
Dal 1967 si è trasferito in Germania, ma dal 2011 al 2016 è tornato in Italia e in particolare ad Ischia, dove è entrato in contatto con Bruno Mancini seguendo i suoi eventi e lasciandosi coinvolgere dalla sua simpatia.
In questo periodo trascorso sull’isola ha animato numerose serate in diversi Hotel facendo conoscere le sue doti canore.
Poi però ha dovuto fare rientro in Germania dove vivono anche i suoi figli.
Anche in questo paese allieta molte serate con la sua musica e questo gli fa sopportare il fatto di dover stare lontano dalla sua terra natia.

Miriam Bruni ha vinto il premio di poesia “Otto milioni” 2018 con la poesia “Frutto”
Legge Stefano Degli Abbati

Frutto,
polpa del pensiero,
ti vedo
rapido passare
lungo la matita come un siero.
Cadere pulito – ti vedo –
sul foglio delicato: pensiero
in forma di parole
Scrittura mia
corsiva – Nient’altro
oggi so fare.

Miriam Bruni vive a Borgo Panigale in provincia di Bologna.
Laureata in Lingue e Letterature Moderne a Bologna è abilitata all’insegnamento di Lingue e Cultura spagnole.
Ama la scrittura e la poesia sin da bambina. In esse e grazie ad esse dialoga costantemente con se stessa, gli altri, la natura e il trascendente.
Da un po’ di anni si è molto appassionata alla fotografia.
Nel 2011 ha raccolto e fatto pubblicare una prima silloge di sue poesie, che ha intitolato “Cristalli”. Del 2014 è il suo secondo libro, “Coniugata con la vita. Al torchio e in visione”.
Del 2017 la terza raccolta: “Credere nell’attesa”.
Del suo poetare dice: “La mia predilezione poetica va alla concisione e alla intellegibilità.
Con la parola cerco di raccogliere, ordinare ed esprimere l’emozione (piacevole o spiacevole) che mi preme dentro, l’intuizione, l’immagine, lo slancio che vengono ad abitarmi o anche solo attraversarmi facendomi sentire me stessa, e viva!
è scrivendo, perciò, che metto a fuoco le esperienze vissute, che metto a nudo il mio cuore, cerco il bene, l’oltre delle cose, l’essenza profonda e risonante.
Quanto alla forma tendo alla massima concentrazione, alla sintesi, a quella che potrei chiamare cristallizzazione.”

Il Dispari 20181217 – Redazione culturale

TWITTERONE

1) Adriana Iftimie Ceroli, da circa un mese nuova opinionista di questa pagina culturale, mi ha scritto: “Carissimo Bruno, in seguito alla nostra conversazione telefonica, sono lieta di comunicarti che Mario Ceroli ha accettato con entusiasmo l’idea di preparare la copertina della prossima antologia che sarà pubblicata da te, ed è disponibile anche a illustrare alcune pagine della stessa pubblicazione.
Ci aggiorniamo e sono felice di questo nuovo rapporto instaurato nella segno della cultura ischitana e non solo.
Ti mando un caro abbraccio e ti faccio un applauso.
Con amicizia e stima, Adriana Iftimie Ceroli.”
Per chi non conoscesse la storia artistica di Mario Ceroli, e fosse all’oscuro della fama mondiale che gli è riconosciuta, basterà ricordare che egli è il realizzatore del famosissimo Unicorno alato (1990), in legno rivestito di oro, esposto all’ingresso della sede Rai di Saxa Rubra.
Ringraziamo il Maestro Mario Ceroli per il grande privilegio che ci concede, ringraziamo Adriana Iftimie Ceroli per la preziosa collaborazione, e vi diamo appuntamento alle prossime settimane per i particolari relativi a questo nuovo importante successo ottenuto nel nome del Made in Ischia targato “Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA”.

2) IL SEXTANTE & DILA vi invitano ad assistere alla lettura drammatizzata del testo di Andrés Pociña “Resa dei conti”.
La presentazione dell’opera drammatica “Resa dei conti”, edita da Il Sextante di Mariapia Ciaghi, avverrà mercoledì 19 dicembre 2018 alle ore 17:00 presso il Salone monumentale della Bibliotecain via S. Ignazio 52 a Roma.
Interverranno l’autore Andrés Pociña e la direttrice della Casanatese Lucia Marchi
Presenterà: l’editrice de Il Sextante Mariapia Ciaghi
Lettura drammatizzata del testo a cura di Corrado Veneziano
Interpreti: Francesca De Santis, Gennaro Momo, Gabriele Tuccimei, Margherita Vicario.
INFO: www.casanatense.it – Tel. +39 06 6976031 – 0328

Il Dispari 20181217 – Redazione culturale

Questa poesia “Lamento plebeo”

(dedicata al Prof. Edoardo Malagoli) pubblicata nella raccolta “La Sagra del peccato” scritta di Bruno Mancini è stata letta da Stefano Degli Abbati nell’Aula magna della SIAM durante l’evento DILA approvato dal #BCM18 Bookcity (17 novembre 2018).

Lamento plebeo

Ho colto il senso
della tua assenza
dall’acre odore
di carta stampata.
Nel vecchio rodeo
di mitici emblemi
tu, fionda e Golia;
sul collo del vinto
catene preziose di pensieri.
Fasciati da dubbi,
contorti, snodati, strizzati,
salvati
uscimmo.
Era il millenovecentosessantuno.
Ne passa di tempo!
Oggi
il sole d’agosto
non sboccia più
semi nei sassi.
Il mare d’agosto
non gonfia più
vele nel golfo.
Manca l’addio
nella mia mente
non più plebea.
D’agosto
si muore
solo.

Il Dispari 20181210 – Redazione culturale

Il Dispari 20181210

 

EDITORIALE

Caterina Guttadauro La Brasca ha vinto il premio di narrativa “Otto milioni” 2018.

17 /11/2018 #BCM18 Bookcity:

nell’Aula magna della SIAM, l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, tramite la sua Presidente Roberta Panizza, ha proclamato la vittoria di Caterina Guttadauro La Brasca, scrittrice e giornalista nonché opinionista della pagina culturale del quotidiano “Il Dispari“, nella sezione “Narrativa” del Premio “Otto milioni” 2018.

A Caterina vanno tutti i più calorosi complimenti da parte della Direzione e della Redazione di Il Dispari.

Questi sono i testi completi con i quali Roberta Panizza e Stefano Degli Abbati hanno comunicata la sua vittoria.

ROBERTA PANIZZA:

Ha vinto, quindi, Caterina Guttadauro La Brasca con il racconto “La storia siamo noi”, ma chi è Caterina Guttadauro La Brasca?

Caterina Guttadauro La Brasca è nata e vissuta in Sicilia dove ha completato i suoi studi classici. Vive da 40 anni a Bologna, sposata è madre di una figlia, medico-psicoterapeuta.

È da sempre amante dello scrivere.

È stata Relatrice alla Fiera dell’Editoria World book International di Cattolica nel 2014, Presidente di Giuria in ben quattro edizioni del Concorso Letterario Nazionale: “L’Anfora di Calliope”e al World Literary Price, Concorso Letterario Mondiale itinerante, alla riscoperta delle capitali mondiali.

Recensionista, creatrice ed organizzatrice di eventi letterari nazionali ed internazionali.

Scrive per la Rivista parigina “La Voce”, bimensile cartaceo bilingue che diffonde la cultura italiana all’estero e per “Fattitaliani”, quotidiano on line.

Con i suoi libri è stata presente al Salone Internazionale del Libro di Torino e a Roma alla Fiera del Libro ”Più Libri Più Liberi”.

È stata nel direttivo dell’Associazione Culturale “Lo Specchio di Alice”, dove scriveva sulla Rivista Quaderni, ed ha preso parte ad un Romanzo Collettivo, assieme ad altri scrittori.

I libri che ha pubblicato, sono:

“La Barriera Invisibile” nel 2010;
“Silenzi d’Amore” nel 2011;
“La Vita appesa ai muri” nel 2013;
“La voglio gassata” nel 2015. Questo libro è stato adottato dall’A.I.L (Associazione italiana contro le leucemie, mielomi e fibromi) e reca in copertina il Logo Nazionale dell’Associazione per concessione del Presidente Nazionale Prof. Mandelli. Parte del ricavato è stato devoluto all’A.I.L.
Attualmente è al lavoro al suo quinto libro che è un romanzo storico/saggio, ambientato nel 1940.

Caterina ama dire: “I libri sono come i figli, li facciamo ma non ci appartengono, sono di tutti perché ognuno trova in essi la sua verità.

Dal 2017 propone un sua rubrica nella pagina culturale del quotidiano Il Dispari di Gaetano Di Meglio, invitandoci ad entrare nel mondo artistico e letterario che lei ambisce di presentare a tutti coloro che seguono con interesse l’arte, la cultura, e le attività sociali.
Stefano Degli Abbati, vi leggerà il racconto di Caterina Guttadauro La Brasca “La storia siamo noi” primo classificato nel premio “Otto milioni” 2018.

STEFANO DEGLI ABBATI

Caterina Guttadauro: La Storia siamo noi

Era la solita ora, pomeriggio inoltrato e nelle vie assolate di un povero paese della Sicilia si ripeteva lo stesso rituale: tre bambini avevano più o meno finito di fare i compiti ed erano sull’uscio di casa, pronti a fare qualsiasi cosa fosse loro chiesto pur di avere poi il permesso per andare a giocare a pallone, nella piazzetta antistante la chiesa.

Le mamme brontolavano ma, erano maschietti e lo sport li aiutava a scaricare la loro vivacità e a farsi degli amici.

Cosi Erasmo, Giuseppe e Gaetano si riunivano, strada facendo, e giù a rotta di collo, lungo la via acciottolata, con il rischio di percorrerla ruzzolando, se uno dei tre avesse perso il passo.

La verità che raccontavano era tale solo in parte: si recavano sì nella piazzetta ma per andare al “Circolo dei Reduci”.

Era una casa a piano terra, malandata, dove seduti su delle sedie poco stabili c’erano i vecchi del paese, quelli che erano parte della sua storia, che erano andati in guerra ed avevano avuto la fortuna di tornare.

Tre di loro portavano gli stessi nomi di quei ragazzi dei quali erano i nonni.

Un’insegna di cartone, attaccata alla porta con lo spago e che regolarmente cadeva quando c’era vento, spiegava a chi aveva la fortuna di sapere leggere, che coloro che si riunivano in quella casa erano uniti da un passato di eroismo e di battaglie che, tenuti in vita dalle parole, erano diventati ricordi.

Tutti e tre avevano servito la loro Patria, ognuno in modo diverso dall’altro ma con lo stesso patriottismo e lo stesso coraggio.

Quasi tutti avevano un bastone a cui si appoggiavano per alzarsi, le ferite di guerra parlavano ancora e l’intensità del dolore non permetteva loro di dimenticare.

In quella misera stanza, ogni giorno, si consumava la liturgia del racconto ed erano diventati così bravi che se uno si fermava perché, quasi soffocato dal fumo del sigaro, ripetutamente aspirato e spento, l’altro continuava anche per lui.

Le donne non capivano questa necessità di parlare sempre del passato, soprattutto ai ragazzi che potevano rimanere turbati.

Ma i vecchi erano testardi e sapevano che credere in qualcosa significava lottare perché non sia dimenticata.

Così i ragazzi si accovacciavano ai loro piedi e, in religioso silenzio, ascoltavano quello che tre giovani soldati avevano fatto nella prima guerra mondiale per farli nascere in una terra più libera.

Erasmo era stato ben cinque anni in guerra, spesi in parte a combattere e in parte prigioniero degli Austro Ungarici che gli avevano rubato l’infanzia dei suoi figli.

Giuseppe era il più malridotto dei tre: arruolato fresco di laurea, fu mandato in prima linea, al comando di un drappello di uomini coraggiosi.

Era il primo ad andare all’assalto e l’ultimo a rientrare.

Già, perché allora si combatteva così, corpo a corpo ed a fermarti erano solo le bombe o la morte.

Tutte le volte che rientravano da un’operazione, Giuseppe contava i suoi uomini e, se qualcuno mancava all’appello, si tornava indietro a cercarlo, vivo o morto.

Durante una ritirata, ormai sopraffatti dalla superiorità numerica del nemico, fu individuato e, mentre correva, per sfuggire alle bombe che piovevano dall’alto ed al fuoco di una mitragliatrice che si faceva strada tra gli alberi, saltò dentro un pozzo dove riuscì, fortunatamente, a trovare un appiglio: era un arbusto dalle profonde radici che lo sosteneva mentre le sue gambe, ferite, penzolavano inerti dentro l’acqua di un inverno ghiacciato.

Quella notte – Giuseppe pensò – che fosse l’ultima e proprio mentre lasciava andare le mani, ormai ferite per la lunga presa, prima di perdere i sensi sentì una voce che gridava: «Venite, qui c’è il Capitano.»

Lo salvarono ma le sue gambe rimasero per sempre indolenzite.

Gaetano era il più giovane dei tre e il suo amor patrio era pari alla sua voglia di vivere e divertirsi.

Era sbadato e fu grato a Dio quando fu assegnato alla foresteria, lontano dal fronte dove sarebbe andato incontro a morte sicura.

Il minimo rumore di combattimento lo disorientava al punto da fargli mollare qualunque comando stesse eseguendo per rifugiarsi in qualche posto più sicuro.

Quando arrivò alla conclusione che nessuna guerra poteva essere la sua, decise di accorciare i tempi e si cacciò uno spicchio d’aglio dentro un orecchio.

La paura aveva vinto sul coraggio, ma, spese notti intere a scrivere messaggi da recapitare ai fami-liari per quei feriti che non sarebbero più tornati.

Si procurò un’otite purulenta ed il Comando fu costretto a rimpatriarlo perché il timpano si danneggiò a tal punto da rimetterci l’udito.

Le tasche della sua divisa, sopravvissuta anch’essa alla guerra, erano piene di bigliettini e, laddove fu possibile, arrivarono a destinazione.

Tutti e tre erano partiti perché quando la Patria chiama il dovere impone di andare, ma in guerra ti misuri con te stesso oltre che con il nemico e, quando torni, ti accorgi che le macerie non sono solo fuori ma anche dentro di te.

Ilze Zeimule Stepanova


ha ricevuto da Liga Sarah Lapinska, per conto di DILA, una delle antologie del Premio “Otto milioni” insieme alla rivista Eudonna (pubblicata dalla casa editrice Il Sextante di Mariapia Cìaghi) nella quale è stata pubblicata l’intervista da lei rilasciata a Liga Sarah Lapinska opinionista della pagina culturale pubblicata su questo quotidiano Il Dispari.
Ilze e non solo è un’apprezzata giornalista, ma è anche bella attrice e poetessa finalista del premio di Poesia “Otto milioni”.

Nellija Matjučenko,


ha ricevuto con molto piacere da Liga Sarah Lapinska (opinionista della pagina culturale pubblicata su questo quotidiano Il Dispari) per conto di DILA, l’antologia “Mare Monti Mare” dedicata al compianto Comandante Agostino Lauro.
Nellija Matjučenko lavora nella Biblioteca Scientifica di Jelgava nella quale non è la prima volta che sono stati resi disponibili i nostri libri in gratuita lettura.

Il Dispari 20181203 – Redazione culturale

Il Dispari 20181203

Il Dispari 20181203

EDITORIALE

Silvana Lazzarino ha vinto il premio di giornalismo “Otto milioni” 2018.

17 /11/2018 #BCM18 Bookcity: nell’Aula magna della SIAM, l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, tramite la sua Presidente Roberta Panizza, ha  proclamato la vittoria di Silvana Lazzarino, poetessa e giornalista nonché opinionista di questa pagina, nella sezione “Giornalismo” del Premio “Otto milioni” 2018.

A Silvana vanno tutti i più calorosi complimenti da parte della Direzione e della Redazione di Il Dispari.

Questi sono i testi completi con i quali Roberta Panizza e Stefano Degli Abbati hanno comunicata la sua vittoria.

ROBERTA PANIZZA:

Ha vinto Silvana Lazzarino con l’articolo/intervista dedicato alla pittrice Patrizia Canola.

Chi è Silvana Lazzarino? 

Silvana Lazzarino, di Roma, dopo la laurea in Lettere si è dedicata al giornalismo, con particolare attenzione a recensioni di film e mostre d’arte.

Tra le collaborazioni in questo campo, vanno ricordate quelle con Radio Vaticana e con il quotidiano “Il Giornale”.

Attualmente scrive recensioni di mostre di d’arte e di eventi  per alcuni periodici on-line tra i quali  ABOUTART.

Scrive anche sul quotidiano cartaceo “Il Dispari” (che esce a Napoli e ad Ischia) e sulla rivista trimestrale “Eudonna” edita da Il Sextante di Mariapia Ciaghi.

Ha scritto inoltre la prefazione al libro Sexappeal pubblicato nel 2015 dal fotografo delle “Dive” Bruno Oliviero.

Di notevole interesse agiografico sono tutte le interviste (rilasciate a lei in esclusiva) con le quali ha definito caratteri e comportamenti artistici e sociali di numerosi ed importanti personaggi pubblici quali: Vincenzo Savarese giornalista sportivo, Elisa Barone avvocato e scrittrice, Clelia Loppi collezionista di icone, Patrizia Canola pittrice, Milena Petrarca pittrice, Angela Maria Tiberi poetessa, Bruno Mancini scrittore e poeta.

Vasta e qualificata è stata ed è la sua collaborazione nel settore delle Mostre D’Arte italiane.

In questo ambito ha presentato e scritto l’introduzione al catalogo, edito da Il Sextante, della mostra collettiva “Soul in The Art” presso la Ipso Art Gallery di Perugia svoltasi nel dicembre 2017 dedicata ad artisti contemporanei di spicco.

Ha scritto un articolo per il Catalogo edito da Silvana Editoriale riferito alla Mostra di Alba Gonzales “Miti mediterranei” svoltasi a Palermo presso villa Malfitano da maggio a settembre di quest’anno.

Ha pubblicato, inoltre, un articolo sulla Rivista “Art Style”  dedicato alla scultrice Alba Gonzales.

Accanto all’arte e al cinema Silvana Lazzarino, Socia Sostenitrice dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” ha la passione per la poesia.

Pertanto, ha partecipato a diversi concorsi di poesia giungendo in finale e ottenendo importanti riconoscimenti in un gran numero di casi, tra i quali ci piace indicare il secondo posto assoluto ottenuto alla quinta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni” con la poesia: “Il bacio”.

A diffusione della sua attività poetica ha pubblicato tre raccolte di versi: Cosmogonia , Oltre le immagini tra visone ed emozione, La Seduzione dell’Immagine. Dall’Arte ai Versi poetici. Alba Gonzales Patrizia Canola mie muse ispiratrici.

Stefano Degli Abbati vi leggerà il suo articolo primo classificato.

L’articolo è datato 2017 e, quindi, in alcune frasi ci sono riferimenti a fatti riportati come futuri, mentre in realtà essi sono già accaduti.

STEFANO DEGLI ABBATI:

Patrizia Canola a Ischia con la Mostra “Negli orizzonti della vita tra luce e colore”.

 Nel dare forma e vita ai ritmi infiniti della natura con i suoi volti sempre diversi di stagione in stagione, la luce nei suoi molteplici riflessi unitamente al colore, irrompe con equilibrio e armonia nei dipinti lirici e avvolgenti di Patrizia Canola, artista di fama internazionale capace come poche di rappresentare le emozioni della vita tra materia e spirito, desideri e attese.

Pittrice affermata e di successo, Patrizia Canola ha all’attivo numerose mostre in Italia e all’estero.

Tra le più recenti quella a Gualdo Tadino (Pg) “Nel Respiro di Gaia la Madre Terra” Settembre 2016, a Venezia “Art Walk” a Palazzo Zenobio (Febbraio-Marzo 2017) e l’Esposizione “Triennale di Roma” (26/03-22/04 2017) alla Fondazione Crocetti.

La natura protagonista delle sue opere, tra silenziosi paesaggi invernali con neve e ghiacciai, distese di campi di grano e fiori dalla tinte accese, ruscelli, maestosi faggi e ancora cieli a perdita d’occhio di cui colpiscono i notturni dai riflessi argentati simili ad arabeschi, apre ad una sorta di compenetrazione visivo-emotiva riportando in superficie desideri lontani, sogni in cui sperare.

Nata a Milano, ma attiva in Brianza, sito privilegiato dove da forma e vita ad opere avvolgenti che raccontano dei suoni e dei bisbiglii, dei respiri e silenzi della natura, Patrizia Canola, nei suoi dipinti crea scenari dal forte impatto emotivo dove si intrecciano linee e forme avvolgenti che, cadenzate dal ritmo di una luce filtrata, guidano lo sguardo verso sentieri visti e sognati a recuperare sensazioni, lontane eppure vicine, che il tempo non cancella.

Così, Patrizia Canola, artista raffinata e sensibile, rivela le emozioni della vita che riaffiorano anche dopo tempo posando lo sguardo negli spazi tra terra e cielo dove la linea di confine sembra svanire a suggerire una possibile interazione tra l’orizzonte fisico e metafisico.

Gli scenari sono quelli di un paesaggio filtrato nei suoi diversi volti e manifestazioni dalla forza rivelatrice della luce.

Luce che forma e fonde il colore a svelare i dettagli di questa natura solare e rasserenante che rimanda all’eterno ciclo dell’esistenza nel passare delle stagioni.

La luce da lei catturata, sia diurna sia crepuscolare, avvolge ogni singolo particolare del paesaggio o veduta: ecco che un bosco, un campo di grano, un torrente d’acqua cristallina e poi le mimose, le peonie e l’uva bianca, si riempiono di questa essenza che traspare in ogni loro dettaglio creando il senso del movimento.

La luce liberandosi nel cielo sembra irrompere e palpitare fra i rami e le cime degli alberi come in Luci d’Autunno, mentre fermandosi su spazi ghiacciati trasforma gli stessi in specchi per cieli quasi marmorei e custodi di verità come in Incanto d’inverno.

Verità sul senso della vita inafferrabile, ma percepibile attraverso colori intensi e vivaci, delicati e avvolgenti nel loro restituire profumi ed energia ad alberi, fiori, fili d’erba, ninfee che raccontano della continuità, del passare dalla nascita alla morte, per poi rinascere.

È la rinascita del respiro cosmico che abbraccia il finito e l’infinito tra la terra e il cielo parlando all’uomo del mistero della vita.

Accanto alla pittura di paesaggio dove lo studio della luce come si è visto è fondamentale e dove la stessa definisce ogni dettaglio, Patrizia Canola si è dedicata al ritratto, allo studio dei cavalli (in particolare affascinata dal loro movimento), ai singoli alberi e alle nature morte dove campeggiano fiori e frutta.

Ma il suo stile, da qualche tempo, parallelamente si è indirizzato verso un pensiero metafisico dove le figure non sono più definite e dove prevalgono colori molto chiari, tendenti al bianco, per raccontare il suo modo di sentire la vita filtrata attraverso una grande sensibilità dove al centro è il destino dell’uomo, con le domande sul senso della vita.

Quindi prevalgono tematiche legate al sentimento della libertà, al futuro il cui delinearsi dipende dall’uomo: futuro che può apparire incerto e indefinito, ma necessita di una scelta.

Aspetti che Patrizia Canola, con grande eleganza e poesia, riesce a definire sulla tela regalando emozioni senza tempo perché avvolgono la vita dell’uomo fatta di scelte e speranze. In questa scia si possono leggere dipinti come: Va pensiero, Futuro e Incontri.

Per la prima volta i più bei dipinti di questa straordinaria artista arrivano ad Ischia per restarvi in una suggestiva esposizione a lei dedicata negli spazi del Museo Etnografico del Mare. Bruno Mancini, Presidente della DILA ha conosciuto Patrizia Canola in occasione dell’evento del Bookcity dello scorso Novembre 2016 a Milano dove la DILA è stata protagonista con un ricco programma di appuntamenti tra musica, presentazione dell’Antologia “Otto milioni” e letture di testi e poesie.

La mostra “PATIRIZIA CANOLA. NEGLI ORIZZONTI DELLA VITA TRA LUCE E COLORE”, organizzata da Bruno Mancini e curata da Silvana Lazzarino, sarà in esposizione dal 15 Maggio al 15 Settembre 2017 al Museo Etnografico del Mare di Ischia.

In permanenza si possono ammirare sette dipinti dell’artista dove a trionfare è la natura con luci e colori e in particolare il motivo dell’acqua delle coste marine della Sardegna e delle Marche rispettivamente con Colori di Sardegna ed Estate marchigiana dove lo sguardo si lascia catturare da avvolgenti riflessi di colori che uniscono cielo e mare; elemento dell’acqua che culla e accarezza le bianche Ninfee leggere come ballerine. Intense poi le atmosfere lungo l’Adda del dipinto I colori del fiume Adda dove campeggiano i gialli, il verde accompagnati da tonalità blu dell’acqua dove l’ambiente circostante si riflette, come anche di ampio respiro è Campo di lavanda con il viola della lavanda in primo piano che risalta sull’azzurro e le increspature scure del cielo, e poi le colorate Melagrane.

Distante da tonalità così vivici e intense è l’atmosfera ovattata come da sogno che si respira nel dipinto Inverno dove cromie grigio, tendenti all’azzurro sembrano rarefatte come attutite ad indicare un momento di riflessione e sospensione del pensiero, necessario all’uomo per ritrovare se stesso guardando dentro di sé a partire dalla natura che si riposa.

Sette dipinti intensi di cui tre inediti grandi (Estate marchigiana, Ninfee e I colori del fiume Adda), tutti emozionanti dove viene privilegiato il tema dell’acqua e naturalmente dei colori che si richiamano all’isola verde come è denominata la splendida Ischia. Il tema dell’acqua come ritmo delle emozioni e della vita che scorre è la linfa della Terra e della natura cui dona energia e fertilità.

Acqua cristallina come quella delle coste della Sardegna, acqua dai contrasti luminosi verdi e blu come quella dell’Adda, e ancora acqua trasparente dove si specchiano le ninfee espandendo i propri tenuti colori.

Ogni angolo della natura che si rispecchi in “scenari d’acqua” unitamente ai riflessi della luce crea rifrazioni di infinite armonie di colori dove riscoprire le emozioni che arricchiscono pensieri tra attese e speranze. Nel suo lavoro Patrizia Canola rivolge il suo studio e la sua ricerca al colore e alla luce fondamentali per la sua arte.

Queste le sue parole: “I colori sono la musica e il direttore d’orchestra è la luce”.

Il Dispari 20181203 – Redazione culturale

 

DILA

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ANDREA TRISCIUZZI ESPONE A ROMA LA SUA SCULTURA DEDICATA A PAPA FRANCESCO

ANDREA TRISCIUZZI scultore di fama internazionale sarà presente con la Croce Astile dedicata a Papa Bergoglio nella mostra collettiva “BRANI DELLO SPIRITO” a cura del critico d’arte Giorgio Palumbi presso il Museo Venanzo Crocetti.

L’esposizione internazionale Brani dello Spirito – arte liturgica, arte sacra, iconografia classica e contemporanea che contempla opere di pittura, scultura e mosaico esposte presso gli spazi del Museo Crocetti a Roma in via Cassia 492, sarà inaugurata il 6 dicembre 2018 e resterà aperta fino al 22 dello stesso mese ad ingresso libero.

Il Maestro Andrea Trisciuzzi presenta un’opera unica e di pregio sul piano stilistico e contenutistico attraverso la quale ha voluto comunicare i profondo sentimento di fede cui si accompagna la povertà e il motivo della rinascita attraverso le prove della vita.

L’immagine di San Francesco che è presente sulla croce rappresenta l’immagine di Cristo per la sua umiltà e semplicità con cui ha amato il prossimo donando accoglienza e portando parole di speranza e pace. La scultura, realizzata in filoresina bronzata (alta i metro e 5 centimetri) che oltre alla figura del Santo di Assisi presenta quella di Papa Francesco e del Cristo crocifisso e risorto, sta a simboleggiare l’umanità che si salva e vince le tenebre del peccato grazie ala fede.

Alla base della composizione artistica è la figura di Papa Francesco a piedi nudi con lo sguardo rivolto verso l’alto: una mano protesa invoca il perdono dei peccati dell’umanità, ’altra con cui si sorregge alla croce simboleggia la cristianità sulla terra. Al di sopra è San Francesco, simbolo di umiltà e povertà, scelte incoraggiate dal Pontefice per la Chiesa del prossimo futuro. Alla sommità si trova la figura del Cristo crocifisso e risorto che salva l’uomo.

Andrea Trisciuzzi

Oltre al Maestro Trisciuzzi espongono artisti di gande spessore tra cui vanno citati: l’architetto Ruggero Lenci, docente presso la facoltà d’ingegneria di Roma, con un mosaico di pietre dure ad omaggiare S.Maria Gorett,Veronica Piraccini docente di pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma con un’interpretazione contemporanea della Sindone, Rita Delle Noci con un S.Giorgio a china ed a punta d’argento.

Tra i pittori Cecilia Aguello Sanson, Simona Battistelli, Iginia Bianchi, Rosanna Cappello, Giovanna Cataldo, Giacomo Di Corato in arte Jack Tuand,  Claudio Giannitelli, Angelo Friggerio e Elonora Gudenko. Tra gli scultori Giuseppe Bianchi, Ruggero Marino, Riant Chantal La Chauvenier, mentre tra i vetrartisti citiamo  Innocenzio Vigoroso e Federica Frassetto.

Nello spazio del Museo il 13 dicembre alle ore 17.00 vi sarà il concerto della pianista Elizabeth Sombart ed il 15 dicembre la “Giornata letteraria” con importanti scrittori tra cui: Lucia Modugno, Sara Sajeva,Marco castracane e Tonino Scatamacchia.

Silvana Lazzarino

 

Brani dello Spirito

a cura di Giorgio Palumbi

Museo Venanzo Crocetti

Via Csssia 492-  Roma

Orario: da lunedì a venerdì 11.00-13.00 e 15.00- 19,00,

sabato 11.00-19-00

inaugurazione giovedì 6 dicembre 2018 ore 18.00

ingresso libero

 

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Il Grande Ballo delle Debuttanti alla Reggia di Venaria

Il Grande Ballo delle Debuttanti tra eleganza, solidarietà e cultura

Alla Reggia di Venaria Reale, nel magnifico Salone Diana lo scorso 10 novembre si è svolto il Grande Ballo delle Debuttanti tra eleganza, solidarietà e cultura. Giunto alla sua 24esima edizione, il ballo è stata una preziosa occasione per le 30 meravigliose Debuttanti in abito della Maison Carlo Pignatelli che hanno sfilato, accompagnate dai Cadetti dell’Accademia Navale di Livorno in alta uniforme. La Reggia di Venaria Reale è una delle residenze sabaude parte del sito seriale UNESCO iscritto alla Lista del Patrimonio dell’umanità dal 1997, progettata dall’architetto Amedeo di Castellamonte.

Marina Castelnuovo Lisa Bernardini e Natasha Stefanenco

“Come per gli anni passati, anche per questa edizione 2018 nella serata charity sono stati raccolti molti fondi grazie alle donazioni dei partecipanti, realizzando così progetti sociali ed obiettivi umanitari” – ha dichiarato il Presidente del Comitato, nonché Fondatore del Gran Ballo della Venaria Reale, Notaio Claudio Limontini insieme a tutto il Comitato Organizzatore.

Quest’anno beneficiario della raccolta fondi della serata è stato il Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta,  da anni impegnato in prima linea nelle drammatiche emergenze naturali del nostro Paese.

Il prestigioso evento ha focalizzato l’attenzione sulla campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne con l’adesione al progetto “scarpette rosse”, che sono state indossate dalle Debuttanti, così come spiccavano i deliziosi bouquets con nastri rossi.

La conduzione della serata è stata affidata a Natasha Stefanenko ed al marito Luca Sabbioni, che hanno fatto notare la bravura ed il “sincronismo” delle meravigliose coppie di Debuttanti e Cadetti visibilmente emozionate e volteggianti felici a suon di valzer viennesi.

Notevole l’eleganza degli abiti lunghi delle Signore,  tra raffinati smoking e frac per i Signori presenti in sala. Sontuoso e ricercato è stato anche il pranzo di gala,  servito nei diversi Saloni della Reggia,  seguito dalla quadriglia di mezzanotte e dal fatidico taglio della mega torta.

parure in cristalli fondo rosa

Tra gli ospiti che hanno dato grande lustro alla serata “Vienna sul Lago 2018” si sono notati i nomi tra i più aristocratici ed importanti del bel mondo;  in prima linea nel parterre degli illustri personaggi invitati, presente anche nel palco delle autorità, non poteva mancare l’attrice, conduttrice ed imprenditrice Marina Castelnuovo, celebre sosia ufficiale di Liz Taylor, conosciuta a livello internazionale quale esponente del dorato mondo Hollywoodiano e del Gotha mondiale, accompagnata dalla P.R. Lisa Bernardini, Presidente dell’Associazione Culturale Occhio dell’Arte.

Per l’occasione del Grande Ballo delle Debuttanti Marina Castelnuovo, sempre attiva nel sociale e da qualche anno Testimonial di A.N.D.O.S. VARESE (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno), ha donato una parure della sua collezione in Swarovski “Marina Castelnuovo Bijoux”, realizzata dalla Ditta De Liguoro, ispirata agli splendidi gioielli di Liz Taylor, che hanno fatto storia e che hanno avuto copertine e ribalte glamour,  resi famosi dal grande mito che li ha indossati in eventi mondani internazionali. La parure dei preziosi che è stata messa in palio quale 1°Premio della Lotteria del Gran Ballo, è stata vinta dalla madre di una Debuttante italiana presente, emozionata ed eccitata come la figlia, perché ha dichiarato che il suo mito è sempre stato Liz Taylor

Silvana Lazzarino

 

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Il Dispari 20181112 – Redazione culturale

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Il Dispari 20181112

 

Al #BCM18 due eventi MADE IN ISCHIA

L’associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” presenterà i suoi Artisti e le sue proposte artistiche, culturali e sociali al Bookcity Milano: il 17/11/2018 nell’aula magna della “Società d’Incoraggiamento Arti e Mestieri – SIAM” e il 18/11/2018 nella sala polivalente del centro di produzione artistica “Mare Culturale Urbano” con l’organizzazione, la direzione, la conduzione e la presentazione di Bruno Mancini, Roberta Panizza, Gaetano Di Meglio, Mariapia Ciaghi, Roberto Prandin, Domenico Umbro, Stefano Degli Abbati, Adriana Iftimie, Flora Rucco.

Il primo atto dei due eventi consisterà nella comunicazione delle classifiche finali dei cinque premi “Otto milioni” 2018 e nell’informazione della data e del luogo ove verrà celebrata la cerimonia di premiazione degli Artisti vincitori dei cinque premi (giornalismo, narrativa, musica, poesia, arti grafiche).

Tra le tante altre iniziative collegate ai due eventi (mostre pittoriche, letture di testi, presentazioni Artisti, musica, ecc.), ci piace segnalare la proiezione, in anteprima mondiale, di un video realizzato con immagini dell’isola d’Ischia e con la colonna sonora composta dai primi otto minuti della sinfonia “Per Ischia” scritta dal Maestro Roberto Prandin su invito dell’associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Data la notorietà internazionale dell’Artista, e considerando il fatto che tale musica è, fino ad oggi, l’unica SINFONIA scritta sulla base di emozioni suscitate dalla nostra isola, c’è da essere certi che in breve tempo arriveranno proposte serie per la sua esecuzione da parte di prestigiose orchestre.
DILA tenterà di far sì che la prima esecuzione mondiale avvenga a Ischia, ma per ottenere ciò saranno necessarie molte circostanze favorevoli (Patrocini e Sponsor prima di tutto).

Per entrambi gli eventi è previsto l’ingresso gratuito e sono possibili prenotazioni fino ad esaurimento dei posti in sala.

Info: emmegiischia@gmail.com Tel 3914830355 (tutti i giorni dalle 12 alle 23).

 

Bruno Mancini

Roberta Panizza

Gaetano Di Meglio

Mariapia Ciaghi

Roberto Prandin

Flora Rucco

Adriana Iftimie

Domenico Umbro

Stefano Degli Abbati

Il Dispari 20181105 – Redazione culturale

Il Dispari 20181105

Editoriale

L’incipit del mio racconto “La notizia virgola” tratto dalla raccolta “Per Aurora volume secondo

La Notizia virgola – Capitolo 1°

Edoardo: -«La notizia si diffuse così rapidamente da lasciarmi di stucco.»
Edith: -«Perché di stucco?»
Edoardo: -«Vero, non di stucco ma di marmo.»
Tom: -«Che cambia?»
Edoardo: -«Il marmo è duro.»
Edith: -«Anche lo stucco.»
Edoardo: -«Il marmo è bianco.»
Edith: -«Anche lo stucco.»
Edoardo: -«Per te ci sarà una differenza!»
Edith: -«Trovala.»
Edoardo: -«La notizia si diffuse così rapidamente da lasciarmi come un pezzo di stucco marmorizzato.
Però, se ogni volta che inizio a mettere penna su carta mi devi assillare con puntigliose pedanti pignolerie linguistiche, decido di cambiare hobby.
Mi vado a divertire facendo lo scultore, giocando a scacchi, rompendo i coglioni alle signore mentre fanno la fila alla posta, all’ufficio anagrafe, registro, collocamento, inps inail enel
telecom asl sepsa treni banca assicurazione medico della mutua, con discorsi tipo…»
Edith: -«Non se ne può più di questi disservizi.»
Tom: -«Siamo trattati come merda.»
Edith: -«Nessuno si ribella.»
Tom: -«E loro se ne fottono.»
Edith: -«Meglio quando c’era Lui.»
Tom: -«Lui chi?»
Edoardo: -«Non ricordo se aveva i baffoni oppure era pelato.»
Tom: -«Così va bene! I pelati mi sono indigesti, non li ho mai avuti in simpatia, anzi quel pelato lì… crack, lui ed i suoi fanatici.»
Edoardo: -«Gesticola inveisce, impone certezze, consegna domande e risposte, ha fatto la guerra, ha i baffi bianchi e gialli (bianchi per l’età, gialli per le sigarette), si chiama Benito ed al primo figlio ha imposto il nome di Giuseppe, alla seconda Karla, ed il terzo lo ha chiamato Fidel.
Se le birre non finissero così presto!…

Dettagli del prodotto:

126 pagine, 6″ x 9″, rilegatura termica, 60# crema carta per l’interno, B/N inchiostro per l’interno, 100# bianco carta per l’esterno, in quadricromia inchiostro per l’esterno.
Editore Lulu.com.Standard Copyright License. Lingua Italiana. Prezzo 13.00€.
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Antologia “Penne Note Matite

Così come voluto da Gaetano Di Meglio, Direttore di “Il Dispari”, in questa pagina continuiamo la pubblicazione di tutti i testi proposti nell’antologia “Penne Note Matite” edita da Il Sextante di Mariapia Ciaghi.

Oggi possiamo conoscere Natalia Benedetti, Guido Arbonelli e Ilde Consales.

Buona lettura!

Natalia Benedetti e Guido Arbonelli “Duo Namaste”

La parola Namaste è originaria di una zona compresa tra l’India e il Nepal ma è utilizzata anche in molte regioni dell’Asia e nell’Australia meridionale.
Essa, pur essendo letteralmente traducibile con “mi inchino a te” in quanto deriva dal sanscrito “namas” (inchinarsi, salutare con reverenza) e “te” (a te), viene comunemente associata ad una valenza spirituale, per cui può forse essere interpretata in modo più completo come un saluto alle qualità divine che sono in te. Unita al gesto di congiungere le mani e chinare il capo, acquisisce l’ulteriore significato di “le qualità divine che sono in me si inchinano alle qualità divine che sono in te”.

Ciò può definirne quindi il significato ultimo come un saluto tramite il quale si riconosce la sacralità sia di chi porge il benvenuto sia di chi lo riceve.

Natalia Benedetti e Guido Arbonelli hanno scelto questo nome per il loro duo di clarinetti e canto, quale augurio di grande simbiosi che vogliono stabilire con i loro ascoltatori.

Ad Ischia ne abbiamo avuto un esempio recente durante la loro esibizione del Natale 2016 durante la quale hanno suonato anche il bellissimo inno “Girotondo di emozioni”, scritto da Guido e cantato da Natalia, dedicato a Ischia con il quale hanno vinto il premio internazionale “Otto milioni” edizione 2016.

Natalia è anche professore di strumento e direttrice dell’Orchestra della scuola media Cocchi-Aosta e Liceo Jacopone di Todi, mentre Guido, oggi docente al Conservatorio “Cherubini” di Firenze, ha fatto parte di numerose orchestre internazionali quali la NIS simphony orchestra (Serbia), Orchestra Sinfonica di Perugia e dell’Umbria, Arturo Toscanini orchestra, Queen’s College orchestra-Usa, Orchestra Sinfonica di Constanta-Romania, nonché delle orchestre della Rai di Torino e Napoli, ed ha tenuto il corso per Professori d’orchestra presso il Teatro lirico Sperimentale di Spoleto nell’anno 2007.

Ilde Consales

Professoressa universitaria di ruolo di Linguistica italiana presso Roma Tre University.

Precedentemente Ricercatrice di ruolo e Docente universitaria presso Università Roma Tre; Docente di Linguistica italiana e di Didattica della lingua italiana presso l’Università degli Studi di Macerata; Ricercatrice a progetto presso Università per Stranieri di Siena; Ricercatrice al CNR di Firenze presso Accademia della Crusca; Dottorato di Ricerca (PhD) presso Università degli Studi Roma Tre; Relatrice al 2° Convegno Internazionale di Linguistica e Glottologia Italiana (CILGI 2) presso la Uniwersytet Wrocławski patrocinato dall’Accademia della Crusca e dalla Società degli Italianisti Polacchi; Relatrice in qualità di Visiting Professorrssa presso la Slezská Univerzita v Opavě (Rep. Ceca).

Ma Ilde Consales è anche Soprano e cantante del Duo Tamiri con al pianoforte Santina Amici.

Negli ultimi mesi ha effettuato concerti presso l’Orto Botanico di Roma per l’AER (Associazione Ecologica Romana), voci recitanti Lucilla Di Pasquale, Isabella Colucci, musiche di Tiersen, Fauré, Bellini, Händel, Martini, Pergolesi, poesie di Tognolini, Lorca, Dell’Era, Schwarz, Klimer – 11 Maggio 2017; nella Chiesa di S. Maria dei Miracoli a Roma (meglio nota come una delle due “Chiese gemelle” di Piazza del Popolo, ed è quella di destra provenendo da Piazzale Flaminio) con Valentina Licastro (flauto), Carla Martirano (flauto), Santina Amici (organo), per i musicisti Cambristi di Roma con musiche di Bach, Händel, Vivaldi, Gluck, Massenet, Schubert, Marcello, Chaminade, Tulou, Gomez – 11 Giugno, 2017; nella Chiesa di S. Michele Arcangelo, Romari con Santina Amici all’organo (18 Marzo 2017).

L’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” ha raggiunto un accorso con Ilde Consales grazie al quale lei sarà interprete canora per la realizzazione di video di alto spessore artistico, nei quali saranno uniti poesia, canto, musica, arti visive, recitazione, spot commerciali e immagini della splendida isola d’Ischia.

Adriana Iftimie Ceroli‎ nuova penna di questa pagina culturale.

Chi è Adriana Iftimie Ceroli, ve lo diremo nelle prossime settimane, per ora gustatevi questa sua stupenda composizione di poesia intimistica.
Brava Adriana, e grazie per aver scelto DILA e Il Dispari come tuoi amici.

Isolamento

Cacciata via dalla mia stirpe,
ho imboccato veloce
l’anima sbilanciata
che rallentava
come la scrittura,
i miei pensieri
e ho fatto un corpo di parole
senza braccia,
una trappola per gli attimi
potenzialmente brillanti.
Dovevo battezzare tutto
con acqua piovana
perché i santi si rifiutavano di
scendere.
Dormivano nudi.
Io mi svegliai con sonagli,
tamburi,
cacciata via
dalla mia trappola
un tempo di lupi.

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Barboni e la Menzione d’Onore al Premio “LORD BYRON “

Barboni con il suo libro “A spasso con il mago, Merlino ed io” riceve un altro importante riconoscimento con il Premio LORD BYRON Porto Venere Golfo dei Poeti organizzato dall’ Associazione Culturale “PORTUS VENERIS“con il patrocinio della Regione Liguria

Con passione e impegno, sulle orme della sua famiglia che ha segnato tratti importanti del cinema italiano d’Autore, MARCO TULLIO BARBONI, si è accostato con successo alla regia e poi alla sceneggiatura condividendo momenti importanti della lavorazione di film insieme al padre Enzo autore di film western, direttore della fotografia e regista con lo pseudonimo di E.B. Clucher e allo zio Leonida magistrale direttore della fotografia, amatissimo da Anna Magnani.

Barboni Menzione d’Onore Premio Lord Byron

Fu grazie a loro che fin da bambino ha iniziato a frequentare i set ricoprendo ruoli di comparsa come nelle lavorazioni della “Baia di Napoli”, in “Beh Hur”, “Barabba”, “Un treno per Durango” e “Django”. Dopo l’esordio in qualità di aiuto regista in “Lo chiamavano Trinità”, Marco Tullio Barboni, si dedica alla sceneggiatura scoprendo una straordinaria capacità nel cogliere e analizzare contesti e tessuto umano e sociale sottolineando le sfumature delle emozioni. La sua fama è legata a film di grande risalto internazionale interpretati da Bud Spencer e Terence Hill e all’indimenticabile filone degli spaghetti western.

“A SPASSO CON IL MAGO.  MERLINO E IO” (Viola Editrice) è il suo secondo romanzo che ha riscosso un grande successo di critica e pubblico durante il tour di presentazione a livello nazionale iniziato lo scorso anno a partire dalla Capitale.

Lo scorso 4 novembre Marco Tullio Barboni ha ricevuto proprio con questo volume una Menzione d’Onore al Premio Internazionale di Poesia e Narrativa “LORD BYRON PORTO VENERE GOLFO DEI POETI” dove ha partecipato per la sezione Narrativa edita. Il Premio, scaduto lo scorso 30 Settembre, aperto ad autori italiani e stranieri, si articolava in cinque sezioni ed è stato organizzato dall’ Associazione Culturale “PORTUS VENERIS“con il patrocinio della Regione Liguria, in collaborazione con l’ Associazione  “DICKENS FELLOWSHIP” Filiale italiana con Presidente di Giuria Alessandro Quasimodo, noto professionista nonché figlio del Premio Nobel.

Barboni Menzione d’onore Premio Lord Byron

Protagonisti del libro scritto in forma di dialogo, sono l’autore Marco Tullio Barboni e il suo adorato cane passato a miglior vita che dialogano lasciando emergere verità non dette e stati d’animo rimasti silenti nel tempo. Il libro sottolinea come le emozioni vissute con vera partecipazione e affetto tra i due continuino ad essere vissute e percepite grazie ad un legame profondo che permette loro di essere vicini nell’anima anche se uno dei due non è più presente.

Il libro si riaggancia ad un celebre corto (“Il Grande Forse”) diretto da Marco Tullio Barboni di qualche tempo fa, con Philippe Leroy e Roberto Andreucci tra i protagonisti “umani”, mentre protagonista a quattro zampe della pellicola era il medesimo protagonista del libro “A spasso con il mago”: l’amato cane Merlino, oggi scomparso.

Un libro che attraverso l’atmosfera del sogno ripercorre un dialogo tra padrone e cane in cui emergono situazioni impensabili attraverso le quali viene data voce a quelle zone più segrete del pensiero che nella realtà non sempre prendono forma, e dunque un libro -come riportato nella quarta di copertina- ““imperdibile per chiunque abbia amato o sia stato amato da un cane”.

Nella prefazione inoltre  Plinio Perilli, scrittore e critico letterario così scrive: “Del resto, forse che non commuove rileggersi il brano dell’Odissea in cui il vecchio Argo, dopo vent’anni, riconosce Ulisse, tornato a Itaca, nella sua reggia vessata, sotto mentite spoglie: scodinzola, e muore?…Ma qui con Barboni la posta in gioco è in fondo molto più grande, e sottile e intrigante: “… Mi riferisco al disegno celeste per cui attraiamo per risonanza ciò che è sulla nostra stessa frequenza energetica”.

Diversi i premi e riconoscimenti ricevuti dal grande sceneggiatore, scrittore e regista Barboni tra cui il prestigioso Premio Apoxiomeno 2017 a Firenze nella categoria Tv e Cinema e il primo posto ex aequo con il giornalista e saggista italiano Andrea Scanzi al Premio letterario Internazionale Montefiore organizzata dall’Associazione Culturale “PEGASUS CATTOLICA”, con il Patrocinio della Regione Emilia Romagna e del Comune di Montefiore Conca.

 

Silvana Lazzarino

 

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