Angrisani e la Rassegna Arte e Letteratura a Cava de’ Tirreni

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ANGRISANI:  L’ARTE E LA POESIA NUTRONO IL PENSIERO.

A CAVA DE’ TIRRENI RASSEGNA INTERNAZIONALE DI ARTE E LETTERATURA CONTEMPROANEA “L’EMOZIONE NEL SEGNO, NEL COLORE, NELLA PAROLA” A CAVA DE’ TIRRENI (S.A)

I colori, nel loro caratterizzare ogni angolo di realtà vicina o distante, nel loro incedere accendono la vita, come anche segni di line avvolgenti e spigolose, concave e convesse nel ripercorrere spazi possibili e immaginari, vicini e lontani, per lasciare che la parola si innalzi leggera e decisa a raccontare emozioni di storie che si ripetono e rinnovano nel tempo.

Ad intrecciare l’energia di queste forme espressive legate all’arte tra segno, materia e alla poesia, attraverso cui esplorare i luoghi della memoria e del presente dove abitano stati d’animo che segnano gesti, comportamenti ordinari e straordinari, è la Rassegna Internazionale di Arte e Letteratura Contemporanea “L’EMOZIONE NEL SEGNO, NEL COLORE, NELLA PAROLA tra i più interessanti appuntamenti con la cultura che si svolge a Salerno dal 15 al 31 ottobre 2017. Organizzata e promossa dall’Accademia Internazionale ARTE E CULTURA di Belle Arti, Lettere e Scienze Michelangelo Angrisani, la rassegna che si avvale del Patrocinio del Comune di Cava de’ Tirreni, dell’ Arcidiocesi Amalfi-Cava de’ Tirreni, dell’A.A.S.T. Cava de’ Tirreni, e dell’Accademia Int. Greci Marino, presenta. sulla base di un concorso a tema libero, opere di: pittura, scultura, fotografia e poesia.

All’inaugurazione della Rassegna internazionale, il 14 ottobre 2017, non mancheranno nomi di spicco nel settore della cultura, della storia e della critica d’arte: accanto al Sindaco di Cava de’ Tirreni Vincenzo Servalli, e all’Arcivescovo di Amalfi – Cava de’ Tirreni sua eccellenza Mons. Orazio Soricelli, e all’Arch Carmine Salsano che saluterà i presenti, saranno il Presidente dell’Accademia Art. Michelangelo Angrisani, il Prof. Franco Bruno Vitolo, il Critico Letterario, Prof. Luigi Crescibene Critico d’Arte.

Angrisani Rassegna Internazionale Arte e letteratura a Cava de Tirreni

La rassegna contempla inoltre due sezioni riservate ai giovani talenti tra artisti e poeti di età compresa tra i 12 e i 18 anni. La mostra che sarà allestita nel prestigioso complesso monumentale di Santa Maria del Rifugio in piazza S. Francesco di Cava de’ Tirreni (Salerno) sarà visitabile dal 15 al 31 ottobre prossimo nei giorni lavorativi dalle ore 17,00 alle ore 21,00, giorni festivi dalle ore 9,00 alle 12,00 e dalle ore 17,00 alle 21,00

Lo sguardo delle arti nel contemporaneo offre a ciascun artista, sia esso fotografo, pittore o scultore l’occasione di esplorare le emozioni facendosi guidare dalle nuove possibilità derivanti dai diversi materiali e da stili e tecniche innovativi per catturare un pensiero che in un attimo svanisce , ma che resta entro la dimensione dell’opera stessa. Facendo riaffiorare stati d’animo che possono passare dalla gioia alla malinconia, dallo stupore alla nostalgia e all’abbandono, ciascun artista potrà mettere in moto un circuito in divenire legato alle proprie esperienze per recuperare  stralci di storia passata e presente, ma anche sognata e ipotizzata. L’obiettivo della rassegna come sostiene il Presidente Michelangelo Angrisani è quello di far convivere le diverse espressioni artistiche pittura,  scultura, fotografia e poesia creando un dialogo tra le stesse per portare nuove sinergie dove restituire la bellezza della rappresentazione visiva ed emotiva..

Così se immagini di linee e colori, e modelli di forme nello spazio si legano attraverso simboli al destino dell’uomo, anche le parole scritte per poi essere declamate immettono entro stati d’animo, ricordi, cui si accompagnano interrogativi sul significato dell’esistenza. Al centro di questo viaggio nelle emozioni ritrovate grazie alle arti e al loro essere veicolo privilegiato con cui sentirsi liberi di ritrovare se stessi, trova una nuova dimensione l’individuo sospeso tra certezze e dubbi nel percepire la propria finitezza di fronte all’infinito della natura, nel suo processo di origine, decadenza e rinascita. Quanti tra artisti e poeti vorranno partecipare alla rassegna per essere protagonisti di un dialogo tra le arti, potranno iscriversi entro il prossimo 20 settembre.

Silvana Lazzarino

L’EMOZIONE NEL SEGNO, NEL COLORE, NELLA PAROLA

Rassegna Internazionale di Arte e Letteratura Contemporanea

Cava de’ Tirreni Salerno

Orari mostra. lunedì–venerdì dalle ore 17,00 alle ore 21,00,

giorni festivi dalle ore 9,00 alle 12,00 e dalle ore 17,00 alle 21,00

dal 15 al 31 Ottobre 2017

apertura e inaugurazione 14 ottobre ore 17.00

Scadenza bando 20 settembre 2017

Informazioni: Tel 0039.340.7997995 – +39.3711151746

oppure scrivere al seguente indirizzo e – mail arteecultura@virgilio.it

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Lo squallore del centro TIM

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Lo squallore del centro TIM

Per la serie Esopo news

Ischia 15/08/2017 ore 21:00

Pubblico il post di Gaetano Di Meglio e i relativi commenti
Gaetano N Di Meglio
Lunedì 14 agosto 2017 alle ore 13:18

Lo squallore del centro Tim di Ischia è degno di chi lo gestisce

Commenti

Federica Eletto ??
Ieri alle 13:22

Gaetano N Di Meglio Squallore. Fumato in faccia. Disattenzione. Sciù
Ieri alle 13:25

Federica Eletto
Ieri alle 13:26

Giovanni Galano Quale?
Ieri alle 13:29

Gaetano N Di Meglio Vicino a bottiglieri
Ieri alle 13:33

Caterina Mazzella Passa a Vodafone…
Ieri alle 13:34

Vincenzo Buono
Ieri alle 13:35

Gaetano N Di Meglio No. Mi rivolgo ad un altro centro. Magari trovo #cortesia
Ieri alle 13:36

Sabatino Di Maio credo lo squallore di tutti i centri Tim e non solo
Ieri alle 13:49

Sabatino Di Maio A quello dell’Auchan di Mugnano, l”altro giorno: scusi vorrei passare a Tim si sono 10 euro al mese eccetera (detto in modo velocissimo che a stento ho capito), però ci sono 39 euro per la portabilità. Ah scusi, 39 euro e perchè. Scusi lei entra in un negozio e non vuole pagare niente?
Ieri alle 13:52

Andrea Schiano Allora che lei fosse un decerebrato e un depensante era ben noto a tutti….il suo giornale è il trionfo dello squallore, lo è sempre stato, sempre impegnato a compiacere il potere e mai a servizio della vera informazione. Di clamorosamente squallido c’è lei con quegli occhi ottusi e bovini e quella panza da pensionato. Ora veniamo ai fatti …lei mi ha chiesto se fosse possibile effettuare una sostituzione con tim Next da s7 a s8…io le ho risposto che nn avevo avevo a disposizione il dispositivo e nn potevo quindi procedere alla suddetta sostituzione….poi lei mi ha chiesto quando si sarebbero resi di nuovo disponibili al che ho replicato che probabilmente dopo ferragosto ne avremmo avuti….nn so dove abbia colto la scortesia o un eventuale insofferenza….
Ieri alle 14:19

Gaetano N Di Meglio Più scortese di questo? Cosa vuoi di più dalla via…. Esistono altri centri tim. Per mia fortuna. Altrove
Ieri alle 14:40

Gaetano N Di Meglio Rileggi il post e lo capisci. Ma è tempo perso. Passo ad altro operatore dopo aver inviato questa conversazione alla TIM . Quello che faccio nella vita non importa.
Ieri alle 14:45

Virginia Arcamone ho mamma !!! che educazione e maniere !!!!!!

Andrea Schiano Glielo ripeto lei è la sintesi di tutto ciò che è mediocre…un vile che che utilizza la sua popolarità per orientare consensi a proprio vantaggio….nn ha subito nessuna scortesia ma solo un forzato rifiuto dovuto alla contingenza della situazione….vabbè ma tanto la conoscono tutti e tutti sanno di cosa sto parlando
Ieri alle 14:47

Gaetano N Di Meglio I fatti dicono che la mia lamentela è dovuto al suo comportamento (confermato con la violenza di questo post. Provvedo a quererarla) non alla risposta che comprendo e capisco. La sua maleducazione e la sua supponenza ha dato fastidio ad un cliente della TIM e questo cliente (pago come tutti) si è lamentato ed è stato aggresito. Oltre alla querela invio tutto alla TIM.
Ieri alle 14:51

Andrea Schiano Tento di decifrare il suo italiano zoppicante.…la violenza è stata applicata in primo luogo da lei quando ha parlato di squallore ….io mi sono solo mantenuto sui toni da lei suggeriti nell’incipit del post…..provvedo immediatamente a quererarla a mia volta
Ieri alle 14:55

Gaetano N Di Meglio E lei querela un cliente deluso? Rido. Perché questo è il livello che ci meritiamo.
Ieri alle 15:00

Andrea Schiano No querelo una persona che ha aggredito senza alcuna ragione d essere l immagine della mia attività….deluso? E di cosa? Di nn aver trovato il cellulare bello e pronto in vetrina? Beh può capitare soprattutto a ferragosto
Ieri alle 15:05

Gaetano N Di Meglio No. Del fumo in faccia. Dello sguardo sul pc. Del suo continuo chattare. Del non interesse. Forse aveva qualche remora nei miei confronti e mi ha trattato con squallore. Dovevo andare a Casamicciola o forio.
Ieri alle 15:08

Andrea Schiano Il fumo era di una sigaretta elettronica che si può fumare tranquillamente nei locali pubblici….lo.squardo fisso sul pc era dovuto al fatto che stavo risolvendo un complicato algoritmo di monitoraggio sistemico che richiede attenzione massima….ma le ho comunque risposto dicendole che erano giorni caotici e che dopo ferragosto avremmo probabilmente avuto nuova disponibilità per gli s8…mi aspetto delle immediate e formali scuse per questo post fuori luogo e senza fondamento
Ieri alle 15:15

Gaetano N Di Meglio Signor Schiano, le scuse le deve lei non solo a me, a anche ad altri che – lo può leggere tra i commenti – hanno avuto la stessa mia brutta esperienza.
Non può risolvere “un complicato algoritmo di monitoraggio sistemico che richiede attenzione massima” e svolgere attività di front office allo stesso tempo perché i clienti sono grassi e il grasso va al cervello e ci sentiamo trattati male. Abbiamo gli occhi a palla e la “uallera” appesa e vogliamo essere trattati diversamente. Andrò altrove per il mio cellullare, scriverò alla TIM e anche al mio amico di scuola Pasquale col quale mi lamenterò appena lo vedo.
Da questa conversazione, però, potrà ricevere una lezione. Legga più sotto e si accorgerà senza bisogno di svolgere funzioni “algoritmo di monitoraggio sistemico” che c’è più gente d’accordo con me che con lei. Forse deve rivedere il suo atteggiamento. Il fumo, ancorchè legale della sigaretta elettronica, mi ha dato fastidio. E io sono il cliente. E quel fumo legale, le ha fatto perdere un cliente. Che oggi poteva acquistare un altro telefono, una cover, regalare un telefono alla moglie e al figlio e spendere, chissà, 2000 euro in telefonia. Ma non l’ha fatto.
Ora torno alle mie cose.
Ieri alle 15:30

Andrea Schiano La informo che i miei clienti sono più che soddisfatti del lavoro che svolgiamo io e il suo amico di scuola Pasquale….ritengo che lei sia stato troppo affrettato nel pubblicare questa oscenità che le garantisco avrà un seguito nelle sedi opportune….il lavoro sistemico dev essere necessariamente contestuale a quello di front office proprio perché si tratta di problematiche che si propongono simultaneamente alla gestione del cliente in store…
Ieri alle 15:45

Gaetano N Di Meglio Andrea, sinceramente, mi sono già stancato. Sei scostumato e arrogante. Non mi vedi più e se posso dire qualcuno di non venire da voi lo faccio molto volentieri. Per il resto, fai quello che vuoi.
Di centri TIM ce ne sono in quantità ovunque e altrove. E io andrò ovunque e altrove.
Ieri alle 15:47

Andrea Schiano Tu pubblichi un post del genere e lo scostumato ed arrogante sarei io….???
Ieri alle 15:49

Gaetano N Di Meglio certo! E’ questo il sistema. Il cliente viene da te, si trova male e lo scrive. Va a Forio si trova bene e e lo scrive. Eccone una prova postata poco più giù «Trovo quello di Forio invece gentilissimo e disponibilissimo (oltre che competente e capace di gestire con bravura più clienti)».
Sono venuto circa un mese a fa per effettuare la stessa operazione e ho provato al stessa e brutta sensazione. Pensavo era una miia sensazione. Questa mattina ho avuto la conferma.
Ieri alle 15:51

Andrea Schiano Che tu scriva di aver avuto un esperienza nn piacevole e poco soddisfacente è più che lecito, ma parlare di squallore è inaccettabile…..
Ieri alle 15:54

Gaetano N Di Meglio Andrea, le azioni di ognuno di noi vengono classificate dagli altri. Io ho provato squallore. Forse troppo? Forse ho valutato in maniera eccessiva? La tua reazione social me ne ha dato conferma.
Squallore è “Quanto induce un senso di desolante abbandono e tristezza”.
Ieri alle 15:55

Andrea Schiano La mia reazione social è perfettamente commisurata al tuo incipit te lo ripeto….hai parlato di squallore del centro e di chi lo gestisce e ti ripeto anche questo….tu sei di un inarrivabile squallore…in tutti i sensi umanamente percepibili….
Ieri alle 15:59

Gaetano N Di Meglio Andrea, tu hai perso un cliente. E forse lo ha perso anche la TIM.
Hai già 2 (due) persone che dicono in giro “non ci andate”.
E’ un’ottima strategia. #poveropasquale
Ieri alle 16:00

Andrea Schiano Il fatto di aver perso un cliente mi rattrista….ma nell’ aver perso uno come te ci ho solo guadagnato….sei comunemente additato come una persona notoriamente sgradevole e credo che a parte quella del tuo.ristretto nucleo familiare tu goda della simpatia davvero di pochi
Ieri alle 16:06

Gaetano N Di Meglio Andrea, credo che stai uscendo fuori binari per l’ennesima volta. Ma non mi preoccupo. La tua offesa è canonica, scontata, già letta, conosciuta e proviene da chi, per i suoi errori e i suoi sbagli (come si evince in maniera perfetta da questo caso!) è stato agli onori della cronaca. Non indagherò per conoscerne i motivi o risalire alla storia o capire il perché. Non mi sforzo neanche. Posso solo immaginare. Nel frattempo usa l’algoritmo e pensa a quanti la pensano come me. Magari te ne fai una ragione. Altrove troveremo di meglio. Non alla TIM di Ischia. Lì, solo #squallore!
Ieri alle 16:09

Andrea Schiano Tu sei uscito fin dall’inizio fuori dai binari….il tuo patetico giornale semplicemente raccapricciante, un infuso di maldicenza ed analfabetismo e tu ne sei il più che degno direttore
Ieri alle 16:12

Gaetano N Di Meglio chissà quale sarà il motivo… Cronaca?
Ieri alle 16:13

Agata Brescia Questo tipo è moooolto arrabbiato spero che, come dici tu, ci siano motivi che vadano oltre la lamentela di un cliente qualsiasi….perché se tratta così tutti i clienti insoddisfatti…..povera TIM
Ieri alle 16:17

Agata Brescia E povera me che non ho ricevuto il telefono nuovo oggi
Ieri alle 16:18

Andrea Schiano Signora si tratta di una lite di carattere personale….nn c entra nulla la tim
Ieri alle 16:19

Gaetano N Di Meglio …e come potrei mai avere una “lite di carattere personale” con una persona che non conosco. Che ho conosciuto con nome e cognome solo quando mi è stato detto che ho gli occhi a palla e panza da anziano? Il problema resta della TIM alla quale ho già chiesto lumi in merito.
Ieri alle 16:24

Andrea Schiano Si concordo il problema è di Tim di cui hai leso pubblicamente e arbitrariamente l’immagine
Ieri alle 16:28

Gaetano N Di Meglio Andrò a Forio. E dirò a molti di farlo. Arbitrariamente!
Ieri alle 16:29

Andrea Schiano Beh allora siamo pari….è una vita che esorto le persone a nn leggere il tuo giornale
Ieri alle 16:34

Gaetano N Di Meglio Se ti fa ridere così tanto, ridi.
Ieri alle 16:38

Andrea Schiano Se ho urtato la tua sensibilità nn rido più ok?
Ieri alle 16:38

Gaetano N Di Meglio E’ una questione di algoritmo e di controllo. Chissà se c’è qualche altro cliente trattato come è capitato a me proprio ora. #ridiamo
Ieri alle 16:41

Andrea Schiano Ma caro il mio Gaetano qualsiasi attività è probabile che abbia dei clienti poco soddisfatti o scontenti….è fisiologico….te lo ripeto tu nn hai ricevuto un disservizio….magari un atteggiamento poco affabile , ma questo può succedere…quando qualcuno legge il.tuo giornale può pensare che ci siano degli ottimi articoli o una serie di c…...
Ieri alle 16:50

Gaetano N Di Meglio Ma caro il mio Andrea, sto andando a Forio. Questo conta.
Ma c’è una differenza.
Quando leggi un giornale puoi leggere cose che ti piacciono e cose che non ti piacciano, ottimi articoli o una serie di c…., dipende in quale posizione ti trovi. Magari sei stato arrestato (e non è il caso tuo) e ti arrabbi per quello che leggi.
Magari hai picchiato tua moglie (e non è il tuo caso) o hai fatto bancarotta (e non è il caso tuo) o magari eri ubriaco alla guida (e non è il caso tuo) o tante altre cose e non ti piace che il giornale abbia riportato “ottimi articoli” o “una serie di c…”.
Cosa diversa è quando vai al centro TIM. Li, ti aspetti solo cortesia, simpatia, affabilità. Ora, però, vado a Forio. Saluti e grazie della “compagnia” social di questo pomeriggio
Ieri alle 16:58

Andrea Schiano No ti sbagli ….la.tim è fatta di persone nn di cyborg….e la persona che incroci al centro tim può essere super impegnata, o stanca o in giornata no….e credo sia perfettamente comprensibile…. il tuo attacco invece nn lo è….è stato di pessimo gusto ed eccessivo
Ieri alle 17:14

Gaetano N Di Meglio TI sono sincero, ora hai detto una grande verità!
E ti suggerisco, con modestia, di fare una riflessione semplice.
Se dall’inizio, invece di attaccare come hai fatto, avresti detto “ero in giornata no”, avrei cancellato tutto e rivisto la mia posizione.
Ma sei stato preda di una tua rabbia nei miei confronti che non posso comprendere. Non conosco i motivi e il mio post ti ha permesso di sfogare tutto quello che avevi conservato dentro chissà da quando tempo. Ma non posso e non voglio saperne i motivi.
Oggi eri “super impegnato”, “stanco” e “in giornata no”. Capita a tutti. Può capitare anche chi scrive. Chissà, alla prossima di dirai il perchè. Non qui, però. Evitiamo.
Ieri alle 17:20

Andrea Schiano Assolutamente no….nn avevo nessun motivo di astio nei tuoi confronti….e nn ero in giornata no solo super impegnato….ma ripeto potevi manifestare il tuo disappunto in tanti altri modi….ma l hai fatto nel modo più viscido….
Ieri alle 17:36

Gaetano N Di Meglio viscido? L’ho fatto in maniera frontale e aperto.ùSul mio profilo facebook, mettendoci la faccia, il nome e il cognome e, consentimi, permettendoTI di scrivere tutto quello che vuoi. Ti invio, ancora una volta, alla riflessione.
Mi piace · Rispondi · Ieri alle 17:39

Andrea Schiano Forse nn riesci a comprendere e invito te a riflettere….hai pubblicato delle inesattezze attraverso un linguaggio oltremodo offensivo…..un cliente scontento può capitare ma siccome volevi esibirti l hai reso più che pubblico…..
Ieri alle 17:44

Gaetano N Di Meglio Andrea, chi deve rifelttere non sono io
Ieri alle 17:45

Andrea Schiano Ti garantisco che faresti bene anche tu a farlo….prima di pubblicare certe scempiaggiani
Ieri alle 17:55

Gaetano N Di Meglio Andrea, se mi avessi sorriso e trattato bene, lo avrei fatto.
Ieri alle 17:56

Andrea Schiano Allora diciamo che siamo partiti entrambi col piede sbagliato
Ieri alle 17:59

Gaetano N Di Meglio Diciamo così.
Ma resta in sospeso che mi dovrai spiegare i motivi della tua rabba nei mei confronti.
Ieri alle 18:00

Andrea Schiano No guarda è una tua impressione….nn c’è nessuna rabbia da parte mia…
Ieri alle 18:03

Bruno Mancini Andrea Schiano La grammatica italiana, e lo dico a chi ha scritto “Tento di decifrare il suo italiano zoppicante” rivolto ad un commento di Gaetano N Di Meglio, impone che NON si possa scrivere “Che tu scriva di aver avuto un esperienza” ma che si DEBBA scrivere “Che tu scriva di aver avuto un’esperienza”. Questa precisazione non è SOLO indirizzata a stigmatizzare una carenza grammaticale, ma è proposta per evidenziare il deleterio sintomo di auto considerazione proprio di chi preferisce spostare la discussione sul fumo piuttosto che sull’arrosto.
17 h

Andrea Schiano Parla dell’apostrofo mancato all’ articolo indeterminativo che precede esperienza….un espediente per velocizzare la scrittura nn di certo un errore concettuale….le segnalo invece un suo errore ” impone che nn si possa scrivere”….l’ espressione corretta è” impone che nn si scriva”….ecco prima di tentare maldestre correzioni faccia un restayling delle sue cognizioni sintattiche e lessicali…grazie
17 h

Andrea Schiano Se vuole le posso suggerire Maria D’Acunto un ‘ illustre autrice di testi letterari e grammaticali che potrebbe colmare le sue evidenti lacune
17 h
Maria D’Acunto Bruno Mancini : Un, articolo indeterminativo maschile( (e i suoi composti),, ha subito troncamento: per questo non si apostrofa. L’apostrofo si rende necessario per il femminile, perchè lì c’è elisione. Una amica_ un’amica Non è più chiaro così? Francamente la tendenza, assai diffusa, di sorvolare sull’apostrofo a me non piace. So che Andrea non lo fa per ignoranza, però il sintagma un esperienza (senza l’apostrofo) può far sorgere dei dubbi. Cosa ci vuole in fondo a metterlo? Dai, Andrea!. Anche Matteo trascura l’apostrofo e la punteggiatura. Sempre per velocizzare. Perché tanta fretta?
12 h

Bruno Mancini Per controllare grammaticalmente questo commento di Andrea Schiano al post di Gaetano N Di Meglio chiedo il conforto di Maria D’Acunto che è stata da lui chiamata a colmare le mie lacune (sic!).

<Parla dell’apostrofo mancato all’ articolo indeterminativo che precede esperienza….un espediente per velocizzare la scrittura nn di certo un errore concettuale….le segnalo invece un suo errore ” impone che nn si possa scrivere”….l’ espressione corretta è” impone che nn si scriva”….ecco prima di tentare maldestre correzioni faccia un restayling delle sue cognizioni sintattiche e lessicali…grazie>

1) Non è corretto scrivere <all’ articolo> ma si deve scrivere <all’articolo>.
2-3-4-5) I puntini di sospensione devono essere obbligatoriamente TRE e non quattro o due. Poiché questo errore è stato commesso quattro volte si deve convenire che esso sia frutto d’ignoranza e non di disattenzione o fretta.
6-7-8-9-10) Dopo i puntini di sospensione va sistemato uno spazio vuoto. Poiché questo errore è stato commesso cinque volte si deve convenire che esso sia frutto d’ignoranza e non di disattenzione o fretta.
11) Non è corretto scrivere <errore ” impone> ma si deve scrivere <errore “impone>.
12) Non è corretto scrivere <“….l’ espressione> ma si deve scrivere <“… l’espressione>.
13) Non è corretto scrivere <” impone> ma si deve scrivere <“impone>.
14) Non è corretto terminare una frase così <lessicali…grazie>.
15) In verità nel mio primo commento ho evidenziato UN SOLO errore ed è per lo meno inopportuno l’uso di questo plurale <ecco prima di tentare maldestre correzioni>.
16) Poiché non mi risulta che sia stato cancellato il verbo “potere” dalla lingua italiana, trovo astrusa questa frase <le segnalo invece un suo errore ” impone che nn si possa scrivere”….l’ espressione corretta è” impone che nn si scriva”….>.

Fonte TRECCANI: <Davanti a parole che cominciano per vocale l’articolo una è soggetto a ➔elisione e diventa un’>.
L’apostrofo non ha bisogno di nessuna spaziatura. Il suo utilizzo è infatti essenziale ai fini grammaticali per indicare un’elisione e non va mai separato dalle parole che lo precedono e seguono.

A volte, per evitare di diventare ridicoli, basterebbe ammettere i propri errori.
Vi ringrazio per l’attenzione e ritengo definitivamente concluso il mio intervento in questo post.
4 h

Andrea Schiano Io ti impongo di non fare… ti impongo di non poter fare è assolutamente scorretto oltre che poco elegante ai fini di una musicale articolazione della proposizione. Ecco trovo molto più ridicolo uno che si definisce scrittore ma che si esprime con ti impongo di non poter. Passo e chiudo anch’io
4 h

Bruno Mancini Ahahahaha RIDICOLO! https://books.google.it/books?id=UDVjBAAAQBAJ&pg=PA152… https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web… https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web… https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web… https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web… https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web… https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web… https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web… https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web… eccetera eccetera.

Il nuovo condominio
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BOOKS.GOOGLE.COM.PH
3 h

Andrea Schiano Ahahhah più che ridicolo qui si parla di linguaggio colloquiale che deve avere una connotazione di rapidità ed efficacia non di una stucchevole e noiosa regolamentazione cassazionistica….ma da dove vengon fuori sti personaggi ahahah
3 h

Bruno Mancini evoluzione di un concetto ballerino: la mia frase prima era un errore <..le segnalo invece un suo errore>, poi è diventata scorretta <è assolutamente scorretto> e <poco elegante ai fini di una musicale articolazione della proposizione> e ora diventa improponibile perché non rientrante nel lessico di un <linguaggio colloquiale che deve avere una connotazione di rapidità ed efficacia non di una stucchevole e noiosa regolamentazione cassazionistica>.
Un ginepraio di contraddizioni unico e ridicolo!
Bene, ora mi dedico a pubblicare questo post nei gruppi ai quali sono iscritto.
Saranno circa 4.000.000 gli utenti fb che potranno leggere e ridere!
3 h

Andrea Schiano A proposito ho letto alcune delle tue “poesie “…un tripudio di mediocrità e cliché…continua a dedicarti alla carta straccia che l’arte è cosa seria
1 h

Bruno Mancini Quindi, oltre a NON saper scrivere, lei NON sa neppure leggere! Finalmente un segno di coerenza. Complimenti! Le sarei grato se il “tu” e i “consigli” li riservasse a coloro che apprezzano la sua traballante educazione.
1 h

Lo squallore del centro TIMi

Alessandro Pascarella Era meglio quello di ischia …il peggiore dei peggiori ..certamente gli addetti!
a.p.
Ieri alle 14:32

Angela ScaglioneBimbi Mai… quanto quello precedente....
Ieri alle 14:44

Gaetano N Di Meglio Mai fumato in faccia. Mai con la testa bassa a fare altro col pc. Sempre sorridente.
Ieri alle 14:46

Angela ScaglioneBimbi Gaetano N Di Meglio … Verissimo. I dipendenti .. ed uno in particolare.. era molto cordiale, educato e preparato. Al contrario…. dei titolari…
Ieri alle 14:51

Alessandro Pascarella Se parliamo tim pilato ‘gaetano’ il padre era il complice silenzio..come diceva la buona amina tuo padre..tale’padre tale figli …eri piccolo all’epoca .nn so ne sai qualcosa?
Ieri alle 18:32

Pasquale Arcamone Scusate ma questo centro TIM dove si trova? Non ha chiuso?
Ieri alle 15:06

Raffaele Imbò Se parliamo di quello subito dopo piazza degli Eroi concordo come mai: una vera cafonamma mista a prepotenza ed ipocrisia. Mai, mai, mai andrò più lì, né tantomeno cercherò di far andare i miei amici e conoscenti.
Trovo quello di Forio invece gentilissimo e disponibilissimo (oltre che competente e capace di gestire con bravura più clienti)
Ieri alle 15:10

Pasquale Introna Pensa che quello di Napoli non è da meno
Ieri alle 17:23

Sandro Florenzo Ah, mi è piaciuto questo confronto a viso aperto . È un piacere leggere due persone che dicono quello che pensano, liberamente senza problemi. Mi ricorda quando andavo a scuola spesso litigavamo in classe e la frase era: ce verimm for. All’uscita appoggiavamo le cartelle a terra e ce le davamo di santa ragione, poi spesso il pomeriggio giocavamo nella stessa squadra in piazza o andavamo allo stesso catechismo e ci eravamo già dimenticato delle mazzate e …compagni come prima.
Ieri alle 18:13

Pietro Di Meglio Si certo Sandro aspetta che montiamo pure il Colosseo . Ma dai ….
Ieri alle 18:33

Sandro Florenzo Pietro , Gaetano ha detto quello che pensava e dell’impressione che ha avuto, Andrea ha risposto attaccando, ne è venuto fuori una bella “scazzottata”. Alla fine penso che lasci
il tempo che trova. Non credo che nessuno cambierà la propria opinione su Gaetano o su Andrea o sui loro rispettivi lavori. Il mondo non è fatto solo di cuoricini, i love you, mi manchi e quanto è dolce il mondo. È fatto anche di scontri e l’intelligenza, mi sembra che in ultimo appari, è quella di arricchirsi dal confronto e non serbare rancore.
P.s. Considera che fa pure caldo
Ieri alle 19:34

Maria D’Acunto Gentile Gaetano, penso che lei non si sia comportato correttamente. .Fb non può essere usato per manifestare i propri disappuntii nei confronti di una ditta. In questo caso le critiche vanno mosse in privato, senza far leva sul ruolo che si occupa. Andrea sta cercando il suo posto al sole e a me pare che lo stia facendo coscienziosamente, Non meritava questa aggressione.
Ieri alle 18:23

Gaetano N Di Meglio hai mai sentito parlare di Tripadvisor?
Ieri alle 18:25

Maria D’Acunto Gaetano N Di Meglio No. Non capisco niente di elettronica, se di elettronica si tratta.
Ieri alle 18:26

Gaetano N Di Meglio No, Maria, si tratta di persone che vengono trattate bene o male nei negozi e negli alberghi.
Ieri alle 18:27

Maria D’Acunto Gaetano N Di Meglio A me mi trattano male tante persone. Mica me la prendo. In certi negozi non mi guardano neppure in faccio. Preciso, conosco poco o niente anche questo gergo
Ieri alle 18:29

Maria D’Acunto E mo’ smettetela!
Ieri alle 18:31

Gaetano N Di Meglio Maria, ti ho risposto
Ieri alle 18:31

Maria D’Acunto Buona serata.
Ieri alle 18:32

Gaetano N Di Meglio anche a te
Ieri alle 18:34

Alessandro Pascarella Ricordatevi il padre pilato vittorio x quello che a fatto ad altri e me!
le conseguenze pagano i figli …. meno peggiori del padre ma stesso sangue nn mente
A.p
Ieri alle 18:50

Alessandro Pascarella P.s imbroglioni
Ieri alle 19:10

Alessandro Pascarella X CONOSCENZA..CHI SONO IN RIF.TO .LA RISERVA I N TOSCANA CHE ERA ANCHE SOCIO DOMENICO DI MEGLIO E IO ANCORA
8 h

Bruno Mancini Bene, ora mi dedico a pubblicare questo post nei gruppi ai quali sono iscritto.
Saranno circa 4.000.000 gli utenti fb che potranno leggere e ridere!

La mia vetrina autore

DILA

Il Dispari 2017-08-07 Pagina culturale

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Il Dispari 2017-08-07 Pagina culturale

Il Dispari 2017-08-07

Il Dispari 2017-08-07 Pagina culturale

Editoriale

Il Dispari intervista Francesco Millonzi, regista cinematografico.

FILM PRODOTTI DAL REGISTA FRANCESCO MILLONZI: “GENERAZIONE A CONFRONTO”, “180°, IL CAMMINO DI UN REGISTA, “IL SACRIFICIO DI UN BEATO” FILM SULLA VITA E LA CRONACA DELL’UCCISIONE DEL BEATO GIUSEPPE PUGLISI. “PANE DURO”, TUTTI VINCITORI DI PREMI INTERNAZIONALI.

D – Ciao Francesco, grazie per questa intervista esclusiva rilasciata al nostro giornale “Il Dispari”.
Come realizzi i tuoi film?
R – Grazie a voi per avermi cercato.
I miei film, come anche l’ultimo “PANE DURO”. non sono realizzati con attori professionisti, ma da gente comune e con storie reali.
La mia azione consiste nell’ascoltare e documentare ciò che mi viene raccontato senza intervenire con alcuna considerazione personale.
Documentare le storie di ognuno di loro, ascoltare chi ha veramente bisogno, ammirare con grande amore chi sente forte il dovere di aiutare il prossimo, sono sempre per me esperienze straordinarie.

D – Quale messaggio intendi trasmettere con le tue opere cinematografiche?
R – Io ho imparato che lo spirito di una persona non ha diversità di colore, religione o status sociale e vorrei trasmettere questo messaggio in maniera chiara e realistica.

D – Pensi che l’Arte in generale e la cinematografia in particolare possano svolgere un ruolo sociale e, infine, politico?
R – Sì, se vogliamo che questo nostro mondo continui ancora a dare un senso positivo a questa nostra vita.
Tutto ciò che l’Arte è in grado di generare può costituire il tassello per un mosaico chiamato “Speranza.”
Solo insieme, uniti, mano nella mano, noi Artisti possiamo provare a cambiare questa società che vive nel disagio sociale calpestando la dignità di ognuno di noi.

D – Per quale motivo hai deciso di aderire all’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA”?
R – Da un paio di anni, principalmente per ragioni professionali, seguivo con notevole costanza le notizie riguardanti le attività di DILA, in modo particolare la pagina redazionale pubblicata nel vostro quotidiano “Il Dispari” e le puntate dei video MANCINEIDE.
Tutte attività di chiara matrice artistica, ma tutte anche con decisi messaggi sociali.
Positivi, e civili come lo sono quelli che confido di trasmettere con i miei film.
Così nei giorni scorsi ho preso contatto con il Presidente DILA Bruno Mancini e sono rimasto favorevolmente colpito alla sua capacità di trasmettere entusiasmo verso tutte le direzioni artistiche.
Ho, cioè, visto in Bruno Mancini una persona competente e motivata che crede nell’arte a 360° e, per me, operare in un posto bello come Ischia è ancora più bello, vista l’ispirazione che solo i vostri luoghi magici sono in grado di dare nel comunicare ciò che l’estro comanda.

D – A quando l’inizio di questa tua collaborazione con DILA?
R – Ahahaha, è già iniziata! Infatti con Bruno abbiamo messo in programma la realizzazione di alcuni video che produrrò utilizzando testi, colonne musicali, immagini di arte visiva, recitazioni di Artisti vicini ai progetti DILA.
Il Made in Ischia avrà presto anche me tra i suoi collaboratori!

Ricordandovi che il 20/03, l’8/05 e il 19/06 abbiamo pubblicato 3 serie di 3 poesie finaliste del premio “Otto milioni”, oggi pubblichiamo altre 6 poesie.

Cod. 19 – Giuseppe Capoluongo
Dentro l’angolo

Come spiegare quell’angolo nuovo
dove misuro le vecchie parole
gli umori e le tante ragioni
mentre da solo rivango le zolle
indurite nel secco del tempo
e sogno la pioggia che lavi
quel profilo di vita vissuta
e nasca un’immagine nuova
da curare per riempire il mio vuoto
che ha sete ed ha fame
e raccoglie ora briciole
e pur s’accontenta
perché dentro all’angolo nuovo
matura un pensiero diverso
nel rimpianto di un pasto succulento
che non è dato avere per sempre
perché c’è gente che muore di fame
e soffre di non potere mangiare
alla mensa che offre la vita
e misura soltanto il suo bene
dentro l’angolo delle sue gelosie.

Cod. 20 – Francesca Luzzio
Prego Maria

In chiesa suona malinconico il violino,
ed io muoio:
ogni nota è prova funerea,
è un passo verso la fine.

Socchiusi gli occhi, prego Maria.

Un raggio filtra e s’intravede la via:
verde intenso di colle si staglia
nell’azzurro del cielo
e crea contrasto armonico
di vitalità.

M’inerpico festosa
e tendo una mano:
nutro corpi che hanno fame,
ricamo stoffe bianche e nere…

Rinnovato sentimento di vita
prova propulsioni di utilità.

Cod. 21 – Milena Petrarca
Esplorando il tuo paradiso perduto...

Ecco i miei versi
Dipinti per te
Enigmatica Donna
Che stai li nel
Tuo Paradiso
PERDUTO
Aspetti la gioia
Come un sogno
DIVINO
Esplori con gli occhi
La tua Luce
DELL’ANIMA
E così illumini
Il tuo universo
D’AMORE.

Cod. 22 – Milena Petrarca
Schegge di una vita spezzata…

Sguardo spalancato
Nel vuoto
Sottomessa
E dimessa trafitta
Da saette
Di lame di cielo
Ti lasci cadere
Esanime
Rassegnata
E triste raccogli
Le schegge
Di una vita
Spezzata

 

Adolfo Giuliani: L’Africa

L’Africa è una bella terra e un grande paese, anche la sua gente è brava e volenterosa e vuole migliorare.
È il continente dove nasce la storia dell’umanità, poi col tempo è diventato un piatto a cui tutti hanno attinto e lo fanno ancora.
È il posto più importante e più ricco sulla terra. Per secoli l’uomo l’ha sfruttata e ne ha schiavizzata la gente per appropriarsi delle sue ricchezze.
È un Paese che potrebbe essere autonomo e non avere bisogno di nessuno, ma l’egoismo umano non ha mai permesso che questo avvenisse.
Adesso, per saldare il debito di riconoscenza contratto con il suo popolo, bisognerebbe andare in Africa ad impiantare strutture lavorative per restituirle la gloria, la dignità e il benessere che merita.
Bisognerebbe fare come fecero i nostri nonni e i nostri padri con l’America nell’Ottocento e ad inizio Novecento.
L’Africa potrebbe essere L’America di oggi.
Andiamo a produrre lì, facciamo sacrifici per migliorare quel posto e per godere insieme di un benessere che spetta a tutti, per bonificare una terra che ha tanto dato e tanto dà ancora al mondo intero: è un dovere di tutti noi.
Il mondo dovrebbe smettere di sfruttare e ferire questo popolo e dovrebbe invece adoperarsi per aiutare questa gente a non avere più bisogno degli altri.
Napoli, Maggio 2017
Adolfo Giuliani

Accompagna il testo l’opera molto significativa dell’artista Giuseppe di Franco, aderente al Movimento Esasperatismo logos & Bidone.

Angela Maria Tiveri |The diary of my feelings di Vera di Prima

Vera Di Prima ha ricevuto notevoli premi per la poesia, fa parte dell’Accademia Internazionale Arte e Cultura di Castel San Giorgio e dell’Associazione culturale “Cenacolo della Poesia”.
Le sue opere sono inserite in diverse antologie letterarie.
Si sono interessati a lei critici qualificati e la stampa nazionale.
È una grande donna, piena di valori umani, a cui ho gradito rendere omaggio con la mia modesta recensione del suo libro “The diary of my feelings” .
Nel suo diario ci sono foto dei suoi cari e dei luoghi della sua vita.
Ricordi emozionanti che hanno ispirato alla poetessa ricche e prestigiose poesie.
La poetessa Vera Di Prima ama i suoi lettori, l’antica città di Norma e la bellezza della nostra amata Roma.
Il Sindaco di Norma, Sergio Mancini, ha detto di lei: ”La poesia di Vera si carica di tanti e molteplici significati… e per recuperare un mondo più attento agli eventi della vita terrena…”.
Di Vera di Prima, per i lettori di questa pagina culturale, ho scelto la poesia “La parola”.

La parola

Nel dormiveglia del silenzio arcano
il pensiero si tramuta in sogno.
Una dimenticata fiaba vagando va
nel canto dell’immensità.
È come una carezza
che sa donare affetto,
è come un bacio
che sa esprimere amore
è come la voglia
di un’eco
intessuto di parole.

Vera Di Prima

VERA DI PRIMA DECLAMA LE SUE POESIE AL PREMIO MAGNA GRECIA CON LA PRESIDENTE MILENA PETRARCA

Il Dispari 2017-07-31

Il Dispari intervista Roberta Panizza,

Vicepresidente nonché Direttrice Artistica DILA

D- Sappiamo che è in corso di pubblicazione la nuova antologia “Penne Note Matite” abbinata ai Premi “Otto milioni”. Può darci qualche anticipazione sulla sezione che riguarderà la sua produzione poetica?

R – I versi che ho scelto di inserire nell’antologia “Penne Note Matite” sono nati quasi tutti insieme al mio amore per la poesia.

Alcuni persino prima.

A partire dal 2001, in un periodo non felice della mia vita, per distrarre il dolore interiore che pareva non volermi dare tregua, ho navigato spesso in un sito di poesia ora non più attivo (www.scrivi.com) e, dopo aver estratto e risistemato alcuni scritti in versi che tenevo nel cassetto, stralci di frasi appuntati su fogliacci fin dai tempi del liceo, e averli pubblicati su tale sito ottenendo l’apprezzamento di altri utenti, ho cominciato a scrivere qualcosa di nuovo oltre che a leggere quanto da altri era pubblicato o sullo stesso sito.

Poiché in quello spazio virtuale era possibile anche inserire commenti a quanto letto, è cominciato un proficuo scambio di idee ed impressioni che mi ha portata, oltre che a stringere sinceri legami di amicizia con altri appassionati di poesia, ad affinare la mie idee su questo argomento e a mettere insieme un certo numero di scritti che poi ho proposto ad una casa editrice di Roma.

Ne è scaturita una raccolta che è stata pubblicata nel 2003 con il titolo di

“Le mille porte”

che conteneva molti dei testi che potrete leggere nell’antologia.

Un autore ben difficilmente si esprime in modo uniforme nel corso del tempo, perché egli stesso non si mantiene uguale con il passare degli anni: aumentano il carico di esperienze e di letture, cambia il panorama delle sue emozioni e tanto altro ancora contribuisce al cambiamento dello stile e dei contenuti.

Guardo quindi ora con interesse a questi miei vecchi scritti che oltre a farmi provare sensazioni di rimpianto per un periodo ricco di stimoli e di scambi culturali con quelli che si sono rivelati veri e propri poeti, mostrano anche a me una giovane penna nella quale comunque ancora mi riconosco.

D- Vuole consigliarne una lettura a chi ci legge?
R – Con piacere! Direi che “Notte di deserti” potrebbe essere un buon inizio.

Notte di deserti

Che gelido crepuscolo di sogni
in questa notte d’ombre senza luna!

Scivola il suo canto antico
il vento su dune di pensieri
lasciati bianchi ad aspettare.

Qui c’era il sole!

Ed è un sussurro di silenzi
in lenta ascesa il tepore lieve
su questo inerte fiume d’onde.

La terra calda ancora sorride
se solo ancora durerà il ricordo

Il Dispari 2017-07-31 Pagina culturale

L’INTERVISTA CON LO SCULTORE KĀRLIS ĪLE

La prima scultura di Kārlis Ile che ho ammirato è stata la sua “Studente”.
Questo monumento emozionante è stato inaugurato a Jelgava il 12.09.2013.
Ricordo bene quella giornata di pioggia, così forte che non era facile udire né i discorsi, né la malinconica canzone dello studente vagabondo che pensa se occorra o no fondersi nel fiume scuro mentre cade la pioggia.
Questa canzone ha ispirato Kārlis, quando lui ha cominciato ad inventare, creare e costruire lo “Studente”.

Ho visto lo “Studente” e la sua faccia fragile, ma invecchiata, vivace nel bronzo troppo presto esposto in quel giorno di Settembre, e ho preso lo “Studente” per il gomito, allo scopo di capire meglio il suo Enigma, la sua decisione di lasciare questa vita o combattere contro il suo destino non corrispondente ai suoi sogni più profondi.

Il vento diventa la tempesta che scivola sul suo ombrello tutto bucato.

I suoi libri sono bagnati completamente dalla pioggia crudele.
Le sue scarpe sono grandi e goffe come quelle di Charlie Chaplin, non poggiate in una posizione normale e stabile.
Il 26/07 è stato il compleanno dello “Studente”sempre con l’ombrello bucato, sempre sull’argine del fiume. Abbiamo festeggiato questa data speciale in compagnia di Jēkabs Ceriņš che è spesso solitario nonostante la sua popolarità sia molto cresciuta negli ultimi tempi.

D -Kārlis, quando e dove sei nato, cosa ti è rimasto per sempre della tua infanzia e della tua adolescenza? Che cosa hai creato, che cosa hai ammirato, diventando presto indipendente?

R – Sono nato a Saldus il 27.04.1974.
Mia madre lavorava come artista disegnatrice. Mi piaceva guardarla lavorare e ho cominciato a disegnare, generalmente animali, ed a costruire figure di plastilina.
Sono indipendente da 10 anni, da quando studiavo a Riga, lontano da Saldus.

Sono artista 24 ore al giorno e non so vivere in altro modo.

Laureatomi alla scuola d’arte di Jānis Rozentāls, ho subito cominciato a lavorare con il legno, creando le mie prime sculture di notevole misura: una giovane egiziana con la farfalla sotto la testa.
L’architettura e la scultura egiziana sono testimonianze di eternità e di divinità più di quanto espresso da ogni scuola dell’arte che prova ad antropomorfizzare gli Dei, troppo quotidiani, per esempio, nell’arte ellenica.
L’arte egiziana, come l’arte di Leonardo da Vinci o quella di Michelangelo Buonarroti, non diventa mai volgare.
In seguito mi sono laureato all’Accademia dell’Arte della Lettonia.

D – So che realizzi le tue sculture in diversi materiali. I metalli, specialmente quelli limpidi, dorati e chiari, insieme ai cristalli rappresentano l’aria. Con il fuoco lavori direttamente. Sia le pietre, sia le sabbie rappresentano la terra. L’acqua la usi lavorando il ghiaccio.

R – Ogni materiale vuole essere trattato in un modo diverso.
Il mio stile è post-modernismo.
Non tutto deve essere mostrato completamente per essere capito meglio.
Mi piace costruire figure in pausa, come facevano gli egiziani antichi.
Ogni movimento prende la forza fisica mentre, invece, in ogni pausa la presenza dell’eternità diventa più importante.
Usando il fuoco, non realizzo figure umane, ma le mie fiamme giocano tra loro, formando i fiori e i segni della forza lettone.

Da 9 anni organizzo un festival delle sculture del fuoco.

Il lavoro con il ghiaccio è interessante ma pretende tanta attenzione perche ogni dettaglio e ogni composizione dipendono molto da come la luce si rifletter nella scultura, rompendo e trasformando in altri modi il ghiaccio.

Nonostante l’esistenza di luci artificiali che si possono controllare, preferisco mostrare le mie sculture di ghiaccio e di neve nella luce naturale, sotto il cielo!

Il bronzo è tanto più resistente dei materiali che preferisco ed è necessario per salvare le mie sculture per maggior tempo di quelle di fuoco o di ghiaccio.

Quanto alle sculture della sabbia, per fare quelle più grandi, lavoriamo spesso in due o in gruppo
È sempre un rischio costruire gigantesche sculture di sabbia se non facciamo una base stabile e semplice.
In ogni festival la sabbia è diversa.
Sono vincitore di tanti festival, ma per me è più importante l’opinione di coloro che rispetto.
Sto pensando come incarnare meglio nelle mie sculture l’elemento dell’aria.

Questo è un mio segreto d’artista.

D – Dopo un così intenso lavoro come riposi?
R – Durante i festival, prendo qualche giorno per me stesso, per salire sulle montagne o andare in barca.
Liga Sara Lapinska

DILATWITTERONE

1) Da Francesco Millonzi,

regista del film: “PANE DURO” All’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”: “Ciao, sono il regista Francesco Millonzi, come da intervista in esclusiva fatta a Voi (ndr la pubblicheremo nel prossimo numero di questa rubrica), sarei onorato di fare parte del vostro gruppo, anche perché, dopo aver parlato nell’intervista con il Presidente Bruno Mancini ho visto una persona motivata che crede nell’arte a 360°, e fare tutto ciò in un posto bello come Ischia è ancora più bello, vista l’ispirazione che solo quei luoghi magici sono in grado di dare nel comunicare ciò che l’estro comanda.
Onorato
Francesco Millonzi, regista

2) Da Liga Sarah Lapinska (Lettonia):

“Per conto di DILA ho donato la nostra Antologia 2014 alla Biblioteca Scientifica di Jelgava.”

3) Dopo oltre un lustro, Roberta Panizza,

Vicepresidente nonché Direttrice Artistica DILA, è tornata a Ischia per una breve vacanza in compagnia del marito Giorgio e del figlio Breiner. Auguriamo a tutti loro una piacevole permanenza.
In questa pagina trovate una sua breve intervista esclusiva rilasciata alla nostra Redazione.

4) Angela Maria Tiberi,

Presidente della Sede operativa DILA di Pontina, ci segnala che sono aperte le iscrizioni all’Annuario di Arte e Letteratura Contemporanea in realizzazione da parte dell’Accademia “Arte e Cultura”. Al progetto possono partecipare Artisti, Pittori, Scultori, Poeti, Scrittori, Fotografi, Ceramisti, Mosaicisti, e operatori di forme Artistiche,
Sono ammessi a partecipare Artisti di qualsiasi età, nazionalità e religione.
INFO: Accademia Internazionale “ARTE E CULTURA” M. Angrisani
Via Calvanese 22/bis 84083 Lanzara di Castel San Giorgio “Salerno” ITALIA “

5) Il cantautore Peter Ciani,

molto noto in Australia dove risiede da tantissimi anni, autore di alcune canzoni scritte per la nostra Associazione DILA e dedicate all’isola d’Ischia (Ischia Marrana, Ischia Ischia eccetera), è giunto in Italia per un periodo di vacanza. A Roma si è incontrato con Rita Cuccaro, cantante che ha partecipato a diversi eventi ischitani organizzati da DILA, la quale, oltre ai suoi personali, gli ha porto carissimi saluti da tutti noi.

6) Da Liga Sarah Lapinska:

“Entro il 27 Agosto qui, in Lettonia, iniziando da Jelgava, avrà luogo il primo evento e poi la prima mostra di artisti, con particolare attenzione per quelli iscritti a LENOIS e che partecipano al nostro Premio “Otto milioni”. Presto ulteriori particolari.
.

Il Dispari 2017-07-24


Il Dispari 2017-07-24

Editoriale

Il 5 Maggio 2017, su queste colonne, abbiamo scritto che Angela Maria Tiberi ci aveva informati che: Silvana Arbia (già Capo del Principale Organo Amministrativo della Corte Penale Internazionale dell’Aia) ha accettato di collaborare con DILA.” ed eccoci impegnati a dare voce alle attività umanitarie, sociali, culturali della illustrissima nuova collaboratrice di questa redazione culturale.
Prima di tutto chiariamo bene la prestigiosa statura internazionale di Silvana Arbia delineandone, ovviamente in maniera succinta, le principali mansioni e attività in ambito legislativo e umanitario.

Silvana Arbia – Magistrato

Presidente della Fondazione internazionale Silvana Arbia.

Già alla Corte d’Appello a Milano, poi ad Arusha (Tanzania) col Tribunale penale internazionale per i crimini commessi in Ruanda (nove anni come chief of prosecutions nella Procura generale), adesso alla Corte penale internazionale dell’Aja con un mandato di cinque anni, eletta a capo della Registry, uno dei quattro organi in cui si articola la Corte penale internazionale.

Silvana ARBIA partecipò,

come membro della delegazione italiana, alla conferenza tenutasi nel 1998 a Roma, in cui venne scritto lo statuto di quella che poi sarà la Corte Penale Internazionale.

Il 28 Febbraio 2008 viene eletta Registar (cancelliere) presso il Registry, il principale organo amministrativo della Corte Penale Internazionale.

Il suo compito è fornire supporto amministrativo ed extra-giudiziario nel perseguimento delle strategie della Corte.

La protezione e l’assistenza delle vittime e dei testimoni, la cooperazione giudiziaria, l’amministrazione del centro di detenzione, e della difesa, l’organizzazione e la gestione dei field offices, la gestione finanziaria e la sicurezza della Corte sono funzioni chiavi del Registry.

In questo ruolo è coinvolta nei casi attualmente trattati dalla corte: fra questi, il procedimento contro il presidente sudanese Omar Hasan Ahmad al-Bashir e le indagini sulle violenze occorse nel 2008 in Kenya, quelle in Libia, in Costa d’Avorio.

RICONOSCIMENTI

• Premio “Nicola Sole” 2010
• “Paul Harris” (da Rotary Catania)
• Premio “Carlo Levi” 2012
• Premio “Donne Zonta” 2012
• “Paul Harris” (da Rotary Basilicata) 2012
• “Peace Prize” da Soroptimist International of Europe 2013
• Il 29 Agosto 2015, l’Amministrazione Comunale di Pomarico le conferisce il Premio Lucania
• Oro per la Cultura Giuridica
• Chèvalier de la Legion d’Honneur.

Ultimo libro: Mentre il mondo stava a guardare – Vittime, carnefici e crimini internazionali: le battaglie di una donna magistrato nel nome della giustizia, pubblicato da Strade Blu – Mondadori, nel novembre 2011. Premio Carlo Levi 2012.

Angela Maria Tiberi intervista Silvana Arbia

TIBERI D: Si parla spesso in questi giorni di “Bambini soldato”, “Child soldiers”, “Enfants soldats”, e simili e pare che nonostante i numerosi sforzi per arginare tale pratica, centinaia di migliaia sono i bambini coinvolti in operazioni militari e il mondo rimane cieco e sordo, spesso tollerante.

ARBIA R: La definizione di bambini soldato, come stabilita nel 1997 nei c.d. Principi di Città del Capo comprende non sono quelli armati e che combattono, ma anche quelli che sono utilizzati dagli eserciti e dai gruppi armati come esche, corrieri o guardie, per svolgere azioni logistiche o di supporto, come trasportare le munizioni e le vettovaglie, posizionare mine ed esplosivi, fare ricognizioni.

La situazione più grave è quella delle bambine soldato che oltre a essere adibite alle operazioni militari sono anche usate come schiave sessuali.

Nonostante l’adozione di convenzioni internazionali dirette a tutelare i diritti dei minori (si ricordano la Convenzione di New York sui diritti dei minori entrata in vigore il 2 Settembre 1990; il Patto sui diritti civili e politici; il Patto sui diritti economici, sociali e culturali e la Carta Africana sui diritti e il benessere dei bambini del 1999), risulta che ancora oggi, secondo fonti UNICEF, la pratica di arruolare bambini esiste

in Africa

(in Somalia in cui tra il 1991 e il 2004 sono stati registrati 200.000 minori, Sierra Leone, Repubblica democratica Congo, Uganda, Mozambico, Liberia, in Ruanda durante il genocidio del 1994 i militari hanno coinvolto minori nei combattimenti);

nell’Asia

(In Afganistan i Talebani usano i bambini come suicide bomber: in Burma si contano 70.000 minori che servono nell’esercito), in America latina, in particolare in Bolivia 40% dell’esercito è composto da minori, dei quali 50% sono minori di anni 16.

Occorreva un mezzo

per rendere giustiziabili le violazioni del divieto di usare i minori in operazioni militari e nel 1998 con l’adozione dello Statuto di Roma, atto costitutivo della Corte Penale Internazionale, l’arruolamento di minori di anni 15 è definito crimine di guerra (le prime sentenze su tali crimini sono state emesse dalla Corte speciale per la Sierra Leone che tuttavia ha un mandato limitato nel tempo e riguarda soltanto una determinata area geografica).

Il primo processo della Corte penale internazionale ha riguardato proprio il crimine di guerra dell’arruolamento dei bambini, nel caso Lubanga, un capo dell’UPC, operante nella regione dell’Itturi, nella repubblica democratica del Congo, ricchissima di diamanti, è stato dichiarato responsabile e condannato definitivamente per aver arruolato bambini, i kadogos.

Ho avuto il privilegio

di essere il Registrar della Corte penale internazionale proprio al tempo in cui si è iniziato e si è concluso questo primo processo, con la condanna del capo militare e con ordine di riparazione alle vittime.

Innumerevoli sono state le difficoltà, anche per ottenere la cooperazione degli Stati, al fine di assicurare la protezione dei testimoni e delle vittime, tra cui vi erano ex bambini soldato devastati, con poche speranze di futuro normale.
Numerose sono state anche le questioni sulla riparazione da accordare a quelle vittime.
Si è sottolineato che, tra le misure riparatrici, vi è la non stigmatizzazione degli ex bambini soldato.

I kadogos sono vicino a noi,

non possiamo ignorarli, specialmente nel momento storico attuale, in cui gli standard di tutela di diritti fondamentali che sembravano acquisiti, stanno vacillando, cedendo a esigenze di mercato e di finanza mondiali, specialmente se pensiamo che spesso i minori si fanno arruolare volentieri per riscattarsi dalla povertà estrema, situazione che ci ricorda quella di tanti bambini in Italia, che sono ingaggiati dalla criminalità organizzata, assicurando manovalanza criminale a basso costo e non punibile.

Un compito per le donne si delinea netto e ineludibile: proteggerli.”

Ringraziamo Silvana Arbia

di averci concesso questa sua intervista esclusiva e le auguriamo successi per la pace mondiale tramite la sua Fondazione internazionale, costituita a San Marino per tutelare i diritti dell’infanzia coinvolta nei conflitti armati.
La Fondazione si propone, infatti, di prevenire il fenomeno dei bambini soldato nella regione dei Grandi Laghi Africani, attraverso l’informazione, la sensibilizzazione e il rafforzamento delle capacità degli adulti, vicini ai minori, di proteggerli e di garantirne il diritto all’educazione e allo sviluppo.
INFO: http://www.arbia.foundation.com
Bruno Mancini

The registrar of the International Criminal Court Sylvana Arbia is seen during a news conference in The Hague November 22, 2010. REUTERS/Michael Kooren (NETHERLANDS)

DILATWITTERONE

Da Liga Sarah Lapinska (Lettonia):

  • 1) A nome di DILA ho regalato una nostra Antologia a Edvìns Jansons per il suo compleanno.
    2) Ho regalato per conto di DILA, una nostra Antologia a Elìna Zàlìte per il suo compleanno.
    3) Ho regolato la nostra Antologia “Otto Milioni 2016” a Jànis Camanis Sr., in nome di DILA.
    4) In nome di DILA ho regalato la nostra antologia 2016 alla stilista Daiga Latkovska.
    5) In nome di DILA ho regalato la nostra Antologia ‘Otto milioni 2016’ al Consigliere comunale Vilis Ļevčonoks di Jelgava.

DA MIGUEL PIÑERO (VENEZUELA).

La rivista Eudonna,

edita da Il Sextante di Maria Pia Ciaghi, alla quale collabora l’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA” è acquistabile presso l’edicola della Piazzetta San Girolamo di Ischia porto.

La collana “Da Ischia, arte al femminile”,

edita da Il Sextante di Maria Pia Ciaghi, alla quale collabora l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” valuta opere da pubblicare offrendo un regolare contratto editoriale. INFO: Tel. 3914830355 tutti i giorni dalle 14 alle 24
ilsextante@emmegiischia.com

Angela Maria Tiberi

PASQUALE NESTA

conosciuto nell’AGRO PONTINO tramite il quotidiano quindicinale “Altirpinia”.

Lungo è il percorso di vita del meraviglioso irpino.
Non si dimentica il suo amato paese: “Lioni [AV]”
e ci tramanda gli antichi ricordi di
un meraviglioso nonno, amato dai miei figli.
Con i tuoi meravigliosi racconti,
ci fai vedere tra le righe un’epoca vissuta
e passata tra tante sofferenze indimenticabili.
Quanti ricordi davanti al camino con il nonno
e i miei pargoli.
Le tue parole calde riscaldano il nostro animo acerbo,
come il sole illumina il tempo interminabile
di questa amata Terra agonizzante ma fiduciosa
di una magnifica società mondiale dove la pace senza confine,
è la sovrana eterna di ogni mortale.

Il Dispari 2017-07-17

Il Dispari 2017-07-17

CS | DILA

In data 11 Luglio 2017 l’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA, tramite il suo Presidente Bruno Mancini, ha sottoscritto un accordo con la Professoressa Dalila Boukhalfa per l’apertura di una sede operativa in Algeria al seguente indirizzo: “DILABLIDA Via Benyoucef Benkhedda Bt 13 num 03 AADl ouled yaich Blida Algeria tel. 393472110225 – 213561778895.

Ciò, nella convinzione che tale collaborazione internazionale potrà dare notevole risalto positivo ai progetti Made in Ischia proposti da DILA, e sarà determinate per creare i presupposti affinché si sviluppino incontri, gemellaggi, iniziative artistiche culturali e sociali tali da soddisfare l’obiettivo/slogan di “ottenere, per l’Arte in generale e per la Poesia in particolare il palco di primo piano che compete loro nell’attuale società italiana.”

l’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA,

riconosciuta l’ampia positiva divulgazione dei propri progetti ottenuta grazie alle attività professionali e sociali fino ad ora realizzate dalla Professoressa Dalila Boukhalfa, ha deliberato di nominarla Presidente della sede operativa algerina “DILABLIDA”, augurandole i migliori successi.
Bruno Mancini
Presidente dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Dalila Boukhalfa

Per gli amici Caroline Dali, è nata a Oran in Algeria il 26 Dicembre 1968 e vive a Blida.
Insegnante di francese presso la scuola media e il centro di lingue stranieri dell’università di Soumaa.

Da sempre appassionata di lingue, di libri e di poesia, ha saputo trasmettere con notevole successo questi interessi ai suoi studenti.
Ha partecipato a diverse manifestazione di carattere culturale in Algeria.

Scrive a titolo personale storie per ragazzi e poesie.
Il suo sogno è di organizzare e partecipare ad eventi artistici e culturali in Italia e in Algeria, facendo affidamento sulla cooperazione, sincera e continua, con l’Associazione culturale DILA, in modo tale da creare e riaffermare rapporti, tra artisti italiani e algerini, che abbiano in lei e nella sua volitiva presenza un collante forte e determinante.

STANZE D’ARTISTA: ALLA GALLERIA D’ARTE MODERNA DI ROMA IN MOSTRA I PROTAGONISTI DEL PRIMO NOVECENTO

Tra i più problematici e contraddittori, il Novecento è stato un secolo ricco di drammi, tensioni, ma anche di innovazioni, scoperte e trasformazioni sul piano umano, sociale e scientifico.

Nel campo dell’arte vede l’affermarsi di diverse correnti tutte o quasi, orientate ad uscire dai canoni classici e tradizionali per dare vita ad un nuovo modo di ridefinire la realtà con i suoi cambiamenti e incertezze.

A ripercorrere momenti importanti delle innovazioni artistiche nel corso del primo Novecento è la mostra STANZE D’ARTISTA.
Capolavori del ‘900 italiano allestita a Roma presso la Galleria d’Arte Moderna in Via Crispi aperta fino al 1 Ottobre 2017.

Curata da Maria Catalano e Federica Pirani,

l’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, attraverso le opere di alcuni tra i più noti protagonisti della scena artistica della prima metà del ‘ 900 quali Mario Sironi, Arturo Martini, Ferruccio Ferrazzi, Giorgio De Chirico, Alberto Savinio, Carlo Carrà, Ardengo Soffici, Ottone Rosai, Massimo Campigli, Marino Marini, Fausto Pirandello e Scipione, intende dimostrare l’importanza di certe innovazioni sul piano ideologico e sociale, oltre che espressivo, portate dall’arte italiana dei primi decenni del Novecento.

Le circa sessanta opere di scultura, pittura, grafica a firma di questi dodici artistiche procedono dal divisionismo al futurismo, dalla metafisica al ritorno all’ordine, guidano nella complessità dei loro singoli percorsi, tantoché a ciascun artista è dedicata una “stanza” illusoria.
Nelle sale espositive, accanto ad ogni opera degli artisti, si possono trovare i loro scritti tratti da diari o lettere, testi teorici e critici, così da offre una sorta di commento critico proveniente dalla stessa fonte creativa dei capolavori in mostra.

La scrittura rappresentava per questi protagonisti dell’arte del Novecento un modo per dar voce alle loro impressioni e stati d’animo spesso riferite all’atto del creare.

Le opere in mostra,

appartenenti alle collezioni della Galleria d’Arte Moderna e provenienti da prestigiose raccolte private, mirano, in un rapporto dialogico, a restituire una più approfondita conoscenza del patrimonio artistico del primo Novecento sottolineando le caratteristiche linguistico espressive degli stessi artisti.

Tra le opere presenti citiamo quella di De Chirico che definisce la realtà quale allusione a narrazioni fantastiche con richiami a mondi mitologici o classici con “Combattimento di gladiatori” (1933-1934); quelle di Savinio dove sono presenti aspetti irrazionali, sospesi tra gusto surrealista ed atmosfere con cui tratta il mondo infantile, aspetti legati all’antichità e il conflitto fra razionale e irrazionale: Senza titolo (Foresta tropicale) 1945-1946 e Autunno(1934); quelle di Pirandello presente con Paesaggio romano (1935-1938), Scena campestre (1926), Il Sarto (1929); senza dimenticare Soffici con Campi e colline (1925), Paesaggio (1909) e Marzo burrascoso 1926-1927).

A Giorgio De Chirico

è stata dedicata un’interessante mostra ad Ischia nel 2010 presso il Complesso Museale di Villa Arbusto dove sono stati esposti 28 quadri e 5 sculture provenienti dalla Collezione Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.
Silvana Lazzarino

Il Dispari 2017-07-10

Il Dispari 2017-07-10

Tina Bruno,

opinionista di questa pagina culturale, scrittrice poetessa romana, durante tutto il suo percorso letterario ha curato in modo particolare il mondo infantile, scrivendo, tra l’altro, “Favole Educative”. Un libro dedicato non soltanto ai bambini, ma anche agli adulti che si prendono cura dell’educazione formativa dei piccoli.

Tale libro, è importante ricordarlo, ha partecipato a numerosi concorsi di narrativa, ricevendo sempre ampi consensi fino a che, tra le varie recensioni e giudizi positivi, il volume è stato gratificato dalla Commissione del concorso internazionale “Scriviamo Insieme” come ”Il Migliore Libro Dì Letteratura Per L’infanzia”: senza dubbio una consacrazione a livello nazionale della qualità educativa e delle capacità letterarie di Tina Bruno.

Da “Racconti brevi”

Betty
Tra Antropologia e Cultura

Astolfo e Fidenzio erano due giovani amici.

Il primo figlio di proprietari terrieri, l’altro, del fattore della tenuta, avevano la stessa età.
Fidenzio, diplomato ragioniere, da sempre svolse mansioni di contabilità presso la masseria. Astolfo, il Marchese, dopo il diploma partì per l’America, dove conseguì la Laurea in “Scienze Naturali.”

Il giovane Marchese amava l’esplorazione di posti sconosciuti e selvaggi, la caccia, l’arte, la ricerca e le belle donne.

Spesso, in compagnia di altri ricercatori, partiva per l’Amazzonia: gli piaceva conoscere la gente del posto, sostare qualche giorno e fare ricerca sul campo.
Era il giorno 08/08/88 quando il Marchese partì insieme con altri ricercatori per conoscere la parte settentrionale dell’Amazzonia che appartiene al Brasile ed è bagnata dal Rio Delle Amazzoni.

Lungo il percorso esplorativo, il gruppo dei ricercatori sentì il bisogno di riposare un po’.

Fu proprio in quell’angolo di terra che costeggia il fiume scelto per piantare le tende, che il marchese incontrò la bella Betty.

La ragazza era in compagnia dei figli delle persone che si presero cura di lei dopo la morte dei suoi genitori in quel fiume.

Betty, questo era il suo nome,

cercava di rendersi utile dando lezioni di cultura moderna ai loro figli.
Non avendo libri, impartiva loro importanti insegnamenti attraverso l’esperienza diretta con gli oggetti, la manipolazione, l’osservazione, il gioco.
L’arrivo degli antropologi aumentò in Betty il desiderio di lasciare quel posto per incontrare gente nuova e divulgare la cultura e l’educazione iniziata dai suoi genitori.

Ottenuto il permesso di partire, il 28/08/88 arrivò alla tenuta insieme al Marchese.

Di origini svedesi era alta, bionda, occhi azzurri e portamento elegante, per cui la casa del Marchese, come spesso la gente ripeteva, era proprio quella giusta per un tipo come lei.

Accolta, su invito del Marchese, al castello dalle sue sorelle (due brave insegnanti) con lo scopo d’istruirla nel loro idioma, queste rifiutarono di accettarla come cognata.

Tale rifiuto non era giusto e il giovane Marchese non lo sopportava.

Pensò, quindi, di rivolgersi al suo fedele amico Fidenzio e di fare con lui un accordo dietro compenso, sia per zittire le chiacchiere del paese, sia per calmare la furia delle sorelle.
L’accordo era; “Far finta di partire lontano dalla tenuta e sposare Betty.”
La finzione andò avanti fino alla nascita del piccolo Louis, giorno in cui il Marchese decise di sfidare i membri della famiglia e di sposare la ragazza.

Era una notte di luna piena, del mese d’agosto, quando Betty, mise al mondo un bel maschietto e Fidenzio, presunto padre, appena ne ebbe notizia, sentì il dovere di comunicarlo ai vicini di casa.
Aprì la finestra e ad alta voce, dopo una bevuta di vino, annunciò la nascita.

– È nato, è nato

Fidenzio deve essere impazzito, altrimenti non si spiega quest’euforia; non è figlio suo e lo sappiamo tutti, perciò per quale motivo urla? Lo sa che sono le due del mattino? Commenta con voce impetuosa rivolgendosi alla propria moglie Nardo il nasone, soprannominato così dai paesani a causa di una Malformazione al naso.

Lascialo urlare, soddisfatto lui, felici tutti, a te cosa toglie? Rispose la moglie.
Mi toglie il sonno! Santo cielo! Hai capito? Io alle 5 mi devo alzare per recarmi in campagna a dar da bere agli animali, e fino a quell’ora ho bisogno di dormire!
Va bene, spegni la luce e cerchiamo di dormire, è ancora troppo presto! Esclamò Teresa, una donna sulla quarantina, madre di quattro figli, con un fisico logoro dalla fatica, dalle gravidanze e dal carattere turbolento del marito.

Paziente e rassegnata

a occupare in famiglia, sempre il secondo posto, non osò ribellarsi al volere del compagno.
In paese era nota la bellezza di Betty, però non capisco come mai ha sposato Fidenzio.
– Scusa Nardo, ma dobbiamo per forza continuare a parlare di loro?
A fare i figli, sono tutti bravi, guarda noi.
Ne abbiamo messi al mondo quattro.
La cosa difficile è allevarli e educarli. Affermò Teresa, con un po’ d’invidia e gelosia.
È vero ciò che dici. Buona notte!

Nardo non riusciva a prendere sonno, e ricominciò a spettegolare.
Nardo io ho sonno, spegniamo la luce? Te lo chiedo per favore! Buona notte!
– Che notte ragazzi! Finì Nardo.

All’alba, come tutti i giorni si recò in campagna e lungo la strada, incontrò i suoi colleghi di lavoro e cominciò a spettegolare, fra loro c’èra anche compare Ciccio, suo amico speciale.
Ciccio, soprannominato dai colleghi di lavoro il ”Giornalista” per via di tutte le storie che inventava e raccontava, appena vide Nardo, gli domandò:
Buongiorno compare hai saputo che la moglie di Fidenzio questa notte ha dato alla luce un maschio?
– Perché, secondo te, è figlio suo? Adesso ti ci metti anche tu? Quel poveraccio è solo la controfigura del Marchese, il fortunato con cui va a letto è il padrone. Affermò.

Lungo la strada incontrarono altri amici,

erano felici ed esaltati, avevano ricevuto dal Marchese l’invito di prendere parte alla festa in occasione del battesimo del bimbo.
Si racconta in giro che verrà l’Arcivescovo a celebrare il Battesimo, quindi, ci sarà festa grande. Aggiunse Carmelo, un omino tarchiato, trent’anni d’età, ma che in realtà ne dimostrava almeno dieci di più, a causa della pelle bruciata dalla continua esposizione al sole, cui il lavoro dei campi lo sottoponeva.

Il piazzale dell’aia era pieno di tavoli imbanditi con ogni ben di Dio e Fidenzio era felice di servire le bevande e i dolci: sprizzava gioia da tutte le parti del corpo.
È felice perché pensa che nessuna persona conosca il suo segreto, invece si sbaglia, la gente non parla, per non umiliarlo. Disse Ciccio.

– La gente oggi è felice perché sa d’avere privilegi speciali, grazie alla bontà del Marchese, che a differenza d’altri datori di lavoro, mostra d’essere veramente una persona perbene, sedendo e mangiando allo stesso tavolo dei braccianti! Esclamò compare Nardo.
Fidenzio, a un certo punto, abbandonò l’arte del vivandiere prese in braccio il bambino e annunciò al pubblico la sua nascita:

Questo è mio figlio.

Seguì un forte applauso di buon augurio per il bambino da parte di tutti i presenti e di richiesta, per il Marchese
Signor Marchese, dove ha trovato una donna così bella?

Al posto del Marchese rispose la gente:
Si dice l’abbia trovata in orfanotrofio, nei paesi intorno al nostro.

Compare Ciccio, informato più di tutti, si girò verso il gruppetto di chiacchieroni e disse:
Se proprio ci tenete a saperlo ve lo dico io.
– Compare Ciccio sbrigati a parlare muoio dalla curiosità. Affermò Nardo.
Ricordi compare, quel viaggio in Amazzonia che il Marchese fece qualche anno fa?
– Quello che lo portò a lasciare la fidanzata che aveva in paese, la figlia del Conte, non posso andare oltre, tanto hai capito a chi mi riferisco?
– Ho capito sì, ecco perché andava sempre agli uffici comunali e al Tribunale, adesso si spiega tutto, grazie!

La festa durò fino a tardi

e verso mezzanotte alcuni invitati cominciarono ad abbandonare la tenuta.

Lungo la strada era tutto un dire, un commentare sulla festa.
Il giorno seguente come tutte le domeniche, i cittadini cattolici si recavano in chiesa per assistere alla S. Messa.

Gli uomini aspettavano in piazza le compagne, era usanza del paese entrare insieme in chiesa, nel frattempo, chiacchieravano del più e del meno, scambiavano pareri, consigli e apprezzamenti su quella o quell’altra persona.

Quel giorno il discorso, come tutti i giorni dall’arrivo della giovane donna, era centrato sul Marchese e la sua amante.

Alle 10, l’auto del Marchese, guidata da uno dei suoi braccianti, arrivò in piazza e fu parcheggiata al solito posto: un angolo appartato della piazza, che nessuno osava occupare perché riservato ad Astolfo.

Dall’auto scese per primo il Marchese,

poi le due sorelle e per ultimo la bellissima Betty.
Gli uomini presenti in piazza, salutati amichevolmente dal Marchese, risposero con riverenza e riconoscenza, non solo per la sua amicizia, ma anche perché ancora una volta, potevano ammirare la bellissima Betty.
In chiesa il Parroco invitò tutti i fedeli alla preghiera, al perdono, al ringraziamento e al riconoscimento delle buone opere del Marchese, sempre generoso con tutti.

Fra i fedeli il mormorio era continuo, tanto che al momento dell’Omelia, il prete pregò i presenti di fare silenzio e di ascoltare l’annuncio che stava per fare:
Ieri ho saputo una bella notizia e voglio comunicarla a tutti voi: fra qualche mese il Signor Marchese sposerà la bellissima Signora Betty, siete invitati tutti alla sua tenuta per festeggiare insieme il loro matrimonio.

A quell’annuncio molti dei presenti meravigliati si domandarono: “Come può sposare Betty se lei è già sposata con Fidenzio?

Le donne invidiose della fortuna capitata alla futura sposa, cominciarono a trovarle tanti difetti:
La spilla che porta è proprio brutta!
– Io al suo posto a quel vestito avrei abbinato le scarpe blu.
– Sai che cosa ti dico? Quell’abito non mi piace.

Alla fine della S. Messa

il Marchese pregò i paesani di attendere qualche minuto in piazza perché doveva spiegare come stavano veramente le cose:
Ho il dovere di chiarire il motivo che mi abilita a sposare Betty o Betta, come voi tutti la chiamate:
1) perché il suo matrimonio con Fidenzio è stato solo una recita;
2) perché il bambino è figlio mio e di Betty;
3) perché le mie sorelle dopo tanti chiarimenti hanno accettato che Betty diventi mia moglie.
Vi aspettiamo in tanti.

Il Marchese, a quel punto, salutò tutti e ripartì.
La gente si guardò intorno smarrita e tacque, non una parola di disapprovazione, non una a favore fu pronunciata.
Da quel giorno il pettegolezzo che durava da qualche tempo cessò.

Tina Bruno

  DILA

Il Dispari 2017-07-31 Pagina culturale

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Il Dispari 2017-07-31 Pagina culturale

Il Dispari 2017-07-31

Il Dispari intervista Roberta Panizza,

Vicepresidente nonché Direttrice Artistica DILA

D- Sappiamo che è in corso di pubblicazione la nuova antologia “Penne Note Matite” abbinata ai Premi “Otto milioni”. Può darci qualche anticipazione sulla sezione che riguarderà la sua produzione poetica?

R – I versi che ho scelto di inserire nell’antologia “Penne Note Matite” sono nati quasi tutti insieme al mio amore per la poesia.

Alcuni persino prima.

A partire dal 2001, in un periodo non felice della mia vita, per distrarre il dolore interiore che pareva non volermi dare tregua, ho navigato spesso in un sito di poesia ora non più attivo (www.scrivi.com) e, dopo aver estratto e risistemato alcuni scritti in versi che tenevo nel cassetto, stralci di frasi appuntati su fogliacci fin dai tempi del liceo, e averli pubblicati su tale sito ottenendo l’apprezzamento di altri utenti, ho cominciato a scrivere qualcosa di nuovo oltre che a leggere quanto da altri era pubblicato o sullo stesso sito.

Poiché in quello spazio virtuale era possibile anche inserire commenti a quanto letto, è cominciato un proficuo scambio di idee ed impressioni che mi ha portata, oltre che a stringere sinceri legami di amicizia con altri appassionati di poesia, ad affinare la mie idee su questo argomento e a mettere insieme un certo numero di scritti che poi ho proposto ad una casa editrice di Roma.

Ne è scaturita una raccolta che è stata pubblicata nel 2003 con il titolo di

“Le mille porte”

che conteneva molti dei testi che potrete leggere nell’antologia.

Un autore ben difficilmente si esprime in modo uniforme nel corso del tempo, perché egli stesso non si mantiene uguale con il passare degli anni: aumentano il carico di esperienze e di letture, cambia il panorama delle sue emozioni e tanto altro ancora contribuisce al cambiamento dello stile e dei contenuti.

Guardo quindi ora con interesse a questi miei vecchi scritti che oltre a farmi provare sensazioni di rimpianto per un periodo ricco di stimoli e di scambi culturali con quelli che si sono rivelati veri e propri poeti, mostrano anche a me una giovane penna nella quale comunque ancora mi riconosco.

D- Vuole consigliarne una lettura a chi ci legge?
R – Con piacere! Direi che “Notte di deserti” potrebbe essere un buon inizio.

Notte di deserti

Che gelido crepuscolo di sogni
in questa notte d’ombre senza luna!

Scivola il suo canto antico
il vento su dune di pensieri
lasciati bianchi ad aspettare.

Qui c’era il sole!

Ed è un sussurro di silenzi
in lenta ascesa il tepore lieve
su questo inerte fiume d’onde.

La terra calda ancora sorride
se solo ancora durerà il ricordo

Il Dispari 2017-07-31 Pagina culturale

L’INTERVISTA CON LO SCULTORE KĀRLIS ĪLE

La prima scultura di Kārlis Ile che ho ammirato è stata la sua “Studente”.
Questo monumento emozionante è stato inaugurato a Jelgava il 12.09.2013.
Ricordo bene quella giornata di pioggia, così forte che non era facile udire né i discorsi, né la malinconica canzone dello studente vagabondo che pensa se occorra o no fondersi nel fiume scuro mentre cade la pioggia.
Questa canzone ha ispirato Kārlis, quando lui ha cominciato ad inventare, creare e costruire lo “Studente”.

Ho visto lo “Studente” e la sua faccia fragile, ma invecchiata, vivace nel bronzo troppo presto esposto in quel giorno di Settembre, e ho preso lo “Studente” per il gomito, allo scopo di capire meglio il suo Enigma, la sua decisione di lasciare questa vita o combattere contro il suo destino non corrispondente ai suoi sogni più profondi.

Il vento diventa la tempesta che scivola sul suo ombrello tutto bucato.

I suoi libri sono bagnati completamente dalla pioggia crudele.
Le sue scarpe sono grandi e goffe come quelle di Charlie Chaplin, non poggiate in una posizione normale e stabile.
Il 26/07 è stato il compleanno dello “Studente”sempre con l’ombrello bucato, sempre sull’argine del fiume. Abbiamo festeggiato questa data speciale in compagnia di Jēkabs Ceriņš che è spesso solitario nonostante la sua popolarità sia molto cresciuta negli ultimi tempi.

D -Kārlis, quando e dove sei nato, cosa ti è rimasto per sempre della tua infanzia e della tua adolescenza? Che cosa hai creato, che cosa hai ammirato, diventando presto indipendente?

R – Sono nato a Saldus il 27.04.1974.
Mia madre lavorava come artista disegnatrice. Mi piaceva guardarla lavorare e ho cominciato a disegnare, generalmente animali, ed a costruire figure di plastilina.
Sono indipendente da 10 anni, da quando studiavo a Riga, lontano da Saldus.

Sono artista 24 ore al giorno e non so vivere in altro modo.

Laureatomi alla scuola d’arte di Jānis Rozentāls, ho subito cominciato a lavorare con il legno, creando le mie prime sculture di notevole misura: una giovane egiziana con la farfalla sotto la testa.
L’architettura e la scultura egiziana sono testimonianze di eternità e di divinità più di quanto espresso da ogni scuola dell’arte che prova ad antropomorfizzare gli Dei, troppo quotidiani, per esempio, nell’arte ellenica.
L’arte egiziana, come l’arte di Leonardo da Vinci o quella di Michelangelo Buonarroti, non diventa mai volgare.
In seguito mi sono laureato all’Accademia dell’Arte della Lettonia.

D – So che realizzi le tue sculture in diversi materiali. I metalli, specialmente quelli limpidi, dorati e chiari, insieme ai cristalli rappresentano l’aria. Con il fuoco lavori direttamente. Sia le pietre, sia le sabbie rappresentano la terra. L’acqua la usi lavorando il ghiaccio.

R – Ogni materiale vuole essere trattato in un modo diverso.
Il mio stile è post-modernismo.
Non tutto deve essere mostrato completamente per essere capito meglio.
Mi piace costruire figure in pausa, come facevano gli egiziani antichi.
Ogni movimento prende la forza fisica mentre, invece, in ogni pausa la presenza dell’eternità diventa più importante.
Usando il fuoco, non realizzo figure umane, ma le mie fiamme giocano tra loro, formando i fiori e i segni della forza lettone.

Da 9 anni organizzo un festival delle sculture del fuoco.

Il lavoro con il ghiaccio è interessante ma pretende tanta attenzione perche ogni dettaglio e ogni composizione dipendono molto da come la luce si rifletter nella scultura, rompendo e trasformando in altri modi il ghiaccio.

Nonostante l’esistenza di luci artificiali che si possono controllare, preferisco mostrare le mie sculture di ghiaccio e di neve nella luce naturale, sotto il cielo!

Il bronzo è tanto più resistente dei materiali che preferisco ed è necessario per salvare le mie sculture per maggior tempo di quelle di fuoco o di ghiaccio.

Quanto alle sculture della sabbia, per fare quelle più grandi, lavoriamo spesso in due o in gruppo
È sempre un rischio costruire gigantesche sculture di sabbia se non facciamo una base stabile e semplice.
In ogni festival la sabbia è diversa.
Sono vincitore di tanti festival, ma per me è più importante l’opinione di coloro che rispetto.
Sto pensando come incarnare meglio nelle mie sculture l’elemento dell’aria.

Questo è un mio segreto d’artista.

D – Dopo un così intenso lavoro come riposi?
R – Durante i festival, prendo qualche giorno per me stesso, per salire sulle montagne o andare in barca.
Liga Sara Lapinska

DILATWITTERONE

1) Da Francesco Millonzi,

regista del film: “PANE DURO” All’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”: “Ciao, sono il regista Francesco Millonzi, come da intervista in esclusiva fatta a Voi (ndr la pubblicheremo nel prossimo numero di questa rubrica), sarei onorato di fare parte del vostro gruppo, anche perché, dopo aver parlato nell’intervista con il Presidente Bruno Mancini ho visto una persona motivata che crede nell’arte a 360°, e fare tutto ciò in un posto bello come Ischia è ancora più bello, vista l’ispirazione che solo quei luoghi magici sono in grado di dare nel comunicare ciò che l’estro comanda.
Onorato
Francesco Millonzi, regista

2) Da Liga Sarah Lapinska (Lettonia):

“Per conto di DILA ho donato la nostra Antologia 2014 alla Biblioteca Scientifica di Jelgava.”

3) Dopo oltre un lustro, Roberta Panizza,

Vicepresidente nonché Direttrice Artistica DILA, è tornata a Ischia per una breve vacanza in compagnia del marito Giorgio e del figlio Breiner. Auguriamo a tutti loro una piacevole permanenza.
In questa pagina trovate una sua breve intervista esclusiva rilasciata alla nostra Redazione.

4) Angela Maria Tiberi,

Presidente della Sede operativa DILA di Pontina, ci segnala che sono aperte le iscrizioni all’Annuario di Arte e Letteratura Contemporanea in realizzazione da parte dell’Accademia “Arte e Cultura”. Al progetto possono partecipare Artisti, Pittori, Scultori, Poeti, Scrittori, Fotografi, Ceramisti, Mosaicisti, e operatori di forme Artistiche,
Sono ammessi a partecipare Artisti di qualsiasi età, nazionalità e religione.
INFO: Accademia Internazionale “ARTE E CULTURA” M. Angrisani
Via Calvanese 22/bis 84083 Lanzara di Castel San Giorgio “Salerno” ITALIA “

5) Il cantautore Peter Ciani,

molto noto in Australia dove risiede da tantissimi anni, autore di alcune canzoni scritte per la nostra Associazione DILA e dedicate all’isola d’Ischia (Ischia Marrana, Ischia Ischia eccetera), è giunto in Italia per un periodo di vacanza. A Roma si è incontrato con Rita Cuccaro, cantante che ha partecipato a diversi eventi ischitani organizzati da DILA, la quale, oltre ai suoi personali, gli ha porto carissimi saluti da tutti noi.

6) Da Liga Sarah Lapinska:

“Entro il 27 Agosto qui, in Lettonia, iniziando da Jelgava, avrà luogo il primo evento e poi la prima mostra di artisti, con particolare attenzione per quelli iscritti a LENOIS e che partecipano al nostro Premio “Otto milioni”. Presto ulteriori particolari.
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Il Dispari 2017-07-24


Il Dispari 2017-07-24

Editoriale

Il 5 Maggio 2017, su queste colonne, abbiamo scritto che Angela Maria Tiberi ci aveva informati che: Silvana Arbia (già Capo del Principale Organo Amministrativo della Corte Penale Internazionale dell’Aia) ha accettato di collaborare con DILA.” ed eccoci impegnati a dare voce alle attività umanitarie, sociali, culturali della illustrissima nuova collaboratrice di questa redazione culturale.
Prima di tutto chiariamo bene la prestigiosa statura internazionale di Silvana Arbia delineandone, ovviamente in maniera succinta, le principali mansioni e attività in ambito legislativo e umanitario.

Silvana Arbia – Magistrato

Presidente della Fondazione internazionale Silvana Arbia.

Già alla Corte d’Appello a Milano, poi ad Arusha (Tanzania) col Tribunale penale internazionale per i crimini commessi in Ruanda (nove anni come chief of prosecutions nella Procura generale), adesso alla Corte penale internazionale dell’Aja con un mandato di cinque anni, eletta a capo della Registry, uno dei quattro organi in cui si articola la Corte penale internazionale.

Silvana ARBIA partecipò,

come membro della delegazione italiana, alla conferenza tenutasi nel 1998 a Roma, in cui venne scritto lo statuto di quella che poi sarà la Corte Penale Internazionale.

Il 28 Febbraio 2008 viene eletta Registar (cancelliere) presso il Registry, il principale organo amministrativo della Corte Penale Internazionale.

Il suo compito è fornire supporto amministrativo ed extra-giudiziario nel perseguimento delle strategie della Corte.

La protezione e l’assistenza delle vittime e dei testimoni, la cooperazione giudiziaria, l’amministrazione del centro di detenzione, e della difesa, l’organizzazione e la gestione dei field offices, la gestione finanziaria e la sicurezza della Corte sono funzioni chiavi del Registry.

In questo ruolo è coinvolta nei casi attualmente trattati dalla corte: fra questi, il procedimento contro il presidente sudanese Omar Hasan Ahmad al-Bashir e le indagini sulle violenze occorse nel 2008 in Kenya, quelle in Libia, in Costa d’Avorio.

RICONOSCIMENTI

• Premio “Nicola Sole” 2010
• “Paul Harris” (da Rotary Catania)
• Premio “Carlo Levi” 2012
• Premio “Donne Zonta” 2012
• “Paul Harris” (da Rotary Basilicata) 2012
• “Peace Prize” da Soroptimist International of Europe 2013
• Il 29 Agosto 2015, l’Amministrazione Comunale di Pomarico le conferisce il Premio Lucania
• Oro per la Cultura Giuridica
• Chèvalier de la Legion d’Honneur.

Ultimo libro: Mentre il mondo stava a guardare – Vittime, carnefici e crimini internazionali: le battaglie di una donna magistrato nel nome della giustizia, pubblicato da Strade Blu – Mondadori, nel novembre 2011. Premio Carlo Levi 2012.

Angela Maria Tiberi intervista Silvana Arbia

TIBERI D: Si parla spesso in questi giorni di “Bambini soldato”, “Child soldiers”, “Enfants soldats”, e simili e pare che nonostante i numerosi sforzi per arginare tale pratica, centinaia di migliaia sono i bambini coinvolti in operazioni militari e il mondo rimane cieco e sordo, spesso tollerante.

ARBIA R: La definizione di bambini soldato, come stabilita nel 1997 nei c.d. Principi di Città del Capo comprende non sono quelli armati e che combattono, ma anche quelli che sono utilizzati dagli eserciti e dai gruppi armati come esche, corrieri o guardie, per svolgere azioni logistiche o di supporto, come trasportare le munizioni e le vettovaglie, posizionare mine ed esplosivi, fare ricognizioni.

La situazione più grave è quella delle bambine soldato che oltre a essere adibite alle operazioni militari sono anche usate come schiave sessuali.

Nonostante l’adozione di convenzioni internazionali dirette a tutelare i diritti dei minori (si ricordano la Convenzione di New York sui diritti dei minori entrata in vigore il 2 Settembre 1990; il Patto sui diritti civili e politici; il Patto sui diritti economici, sociali e culturali e la Carta Africana sui diritti e il benessere dei bambini del 1999), risulta che ancora oggi, secondo fonti UNICEF, la pratica di arruolare bambini esiste

in Africa

(in Somalia in cui tra il 1991 e il 2004 sono stati registrati 200.000 minori, Sierra Leone, Repubblica democratica Congo, Uganda, Mozambico, Liberia, in Ruanda durante il genocidio del 1994 i militari hanno coinvolto minori nei combattimenti);

nell’Asia

(In Afganistan i Talebani usano i bambini come suicide bomber: in Burma si contano 70.000 minori che servono nell’esercito), in America latina, in particolare in Bolivia 40% dell’esercito è composto da minori, dei quali 50% sono minori di anni 16.

Occorreva un mezzo

per rendere giustiziabili le violazioni del divieto di usare i minori in operazioni militari e nel 1998 con l’adozione dello Statuto di Roma, atto costitutivo della Corte Penale Internazionale, l’arruolamento di minori di anni 15 è definito crimine di guerra (le prime sentenze su tali crimini sono state emesse dalla Corte speciale per la Sierra Leone che tuttavia ha un mandato limitato nel tempo e riguarda soltanto una determinata area geografica).

Il primo processo della Corte penale internazionale ha riguardato proprio il crimine di guerra dell’arruolamento dei bambini, nel caso Lubanga, un capo dell’UPC, operante nella regione dell’Itturi, nella repubblica democratica del Congo, ricchissima di diamanti, è stato dichiarato responsabile e condannato definitivamente per aver arruolato bambini, i kadogos.

Ho avuto il privilegio

di essere il Registrar della Corte penale internazionale proprio al tempo in cui si è iniziato e si è concluso questo primo processo, con la condanna del capo militare e con ordine di riparazione alle vittime.

Innumerevoli sono state le difficoltà, anche per ottenere la cooperazione degli Stati, al fine di assicurare la protezione dei testimoni e delle vittime, tra cui vi erano ex bambini soldato devastati, con poche speranze di futuro normale.
Numerose sono state anche le questioni sulla riparazione da accordare a quelle vittime.
Si è sottolineato che, tra le misure riparatrici, vi è la non stigmatizzazione degli ex bambini soldato.

I kadogos sono vicino a noi,

non possiamo ignorarli, specialmente nel momento storico attuale, in cui gli standard di tutela di diritti fondamentali che sembravano acquisiti, stanno vacillando, cedendo a esigenze di mercato e di finanza mondiali, specialmente se pensiamo che spesso i minori si fanno arruolare volentieri per riscattarsi dalla povertà estrema, situazione che ci ricorda quella di tanti bambini in Italia, che sono ingaggiati dalla criminalità organizzata, assicurando manovalanza criminale a basso costo e non punibile.

Un compito per le donne si delinea netto e ineludibile: proteggerli.”

Ringraziamo Silvana Arbia

di averci concesso questa sua intervista esclusiva e le auguriamo successi per la pace mondiale tramite la sua Fondazione internazionale, costituita a San Marino per tutelare i diritti dell’infanzia coinvolta nei conflitti armati.
La Fondazione si propone, infatti, di prevenire il fenomeno dei bambini soldato nella regione dei Grandi Laghi Africani, attraverso l’informazione, la sensibilizzazione e il rafforzamento delle capacità degli adulti, vicini ai minori, di proteggerli e di garantirne il diritto all’educazione e allo sviluppo.
INFO: http://www.arbia.foundation.com
Bruno Mancini

The registrar of the International Criminal Court Sylvana Arbia is seen during a news conference in The Hague November 22, 2010. REUTERS/Michael Kooren (NETHERLANDS)

DILATWITTERONE

Da Liga Sarah Lapinska (Lettonia):

  • 1) A nome di DILA ho regalato una nostra Antologia a Edvìns Jansons per il suo compleanno.
    2) Ho regalato per conto di DILA, una nostra Antologia a Elìna Zàlìte per il suo compleanno.
    3) Ho regolato la nostra Antologia “Otto Milioni 2016” a Jànis Camanis Sr., in nome di DILA.
    4) In nome di DILA ho regalato la nostra antologia 2016 alla stilista Daiga Latkovska.
    5) In nome di DILA ho regalato la nostra Antologia ‘Otto milioni 2016’ al Consigliere comunale Vilis Ļevčonoks di Jelgava.

DA MIGUEL PIÑERO (VENEZUELA).

La rivista Eudonna,

edita da Il Sextante di Maria Pia Ciaghi, alla quale collabora l’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA” è acquistabile presso l’edicola della Piazzetta San Girolamo di Ischia porto.

La collana “Da Ischia, arte al femminile”,

edita da Il Sextante di Maria Pia Ciaghi, alla quale collabora l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” valuta opere da pubblicare offrendo un regolare contratto editoriale. INFO: Tel. 3914830355 tutti i giorni dalle 14 alle 24
ilsextante@emmegiischia.com

Angela Maria Tiberi

PASQUALE NESTA

conosciuto nell’AGRO PONTINO tramite il quotidiano quindicinale “Altirpinia”.

Lungo è il percorso di vita del meraviglioso irpino.
Non si dimentica il suo amato paese: “Lioni [AV]”
e ci tramanda gli antichi ricordi di
un meraviglioso nonno, amato dai miei figli.
Con i tuoi meravigliosi racconti,
ci fai vedere tra le righe un’epoca vissuta
e passata tra tante sofferenze indimenticabili.
Quanti ricordi davanti al camino con il nonno
e i miei pargoli.
Le tue parole calde riscaldano il nostro animo acerbo,
come il sole illumina il tempo interminabile
di questa amata Terra agonizzante ma fiduciosa
di una magnifica società mondiale dove la pace senza confine,
è la sovrana eterna di ogni mortale.

Il Dispari 2017-07-17

Il Dispari 2017-07-17

CS | DILA

In data 11 Luglio 2017 l’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA, tramite il suo Presidente Bruno Mancini, ha sottoscritto un accordo con la Professoressa Dalila Boukhalfa per l’apertura di una sede operativa in Algeria al seguente indirizzo: “DILABLIDA Via Benyoucef Benkhedda Bt 13 num 03 AADl ouled yaich Blida Algeria tel. 393472110225 – 213561778895.

Ciò, nella convinzione che tale collaborazione internazionale potrà dare notevole risalto positivo ai progetti Made in Ischia proposti da DILA, e sarà determinate per creare i presupposti affinché si sviluppino incontri, gemellaggi, iniziative artistiche culturali e sociali tali da soddisfare l’obiettivo/slogan di “ottenere, per l’Arte in generale e per la Poesia in particolare il palco di primo piano che compete loro nell’attuale società italiana.”

l’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA,

riconosciuta l’ampia positiva divulgazione dei propri progetti ottenuta grazie alle attività professionali e sociali fino ad ora realizzate dalla Professoressa Dalila Boukhalfa, ha deliberato di nominarla Presidente della sede operativa algerina “DILABLIDA”, augurandole i migliori successi.
Bruno Mancini
Presidente dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Dalila Boukhalfa

Per gli amici Caroline Dali, è nata a Oran in Algeria il 26 Dicembre 1968 e vive a Blida.
Insegnante di francese presso la scuola media e il centro di lingue stranieri dell’università di Soumaa.

Da sempre appassionata di lingue, di libri e di poesia, ha saputo trasmettere con notevole successo questi interessi ai suoi studenti.
Ha partecipato a diverse manifestazione di carattere culturale in Algeria.

Scrive a titolo personale storie per ragazzi e poesie.
Il suo sogno è di organizzare e partecipare ad eventi artistici e culturali in Italia e in Algeria, facendo affidamento sulla cooperazione, sincera e continua, con l’Associazione culturale DILA, in modo tale da creare e riaffermare rapporti, tra artisti italiani e algerini, che abbiano in lei e nella sua volitiva presenza un collante forte e determinante.

STANZE D’ARTISTA: ALLA GALLERIA D’ARTE MODERNA DI ROMA IN MOSTRA I PROTAGONISTI DEL PRIMO NOVECENTO

Tra i più problematici e contraddittori, il Novecento è stato un secolo ricco di drammi, tensioni, ma anche di innovazioni, scoperte e trasformazioni sul piano umano, sociale e scientifico.

Nel campo dell’arte vede l’affermarsi di diverse correnti tutte o quasi, orientate ad uscire dai canoni classici e tradizionali per dare vita ad un nuovo modo di ridefinire la realtà con i suoi cambiamenti e incertezze.

A ripercorrere momenti importanti delle innovazioni artistiche nel corso del primo Novecento è la mostra STANZE D’ARTISTA.
Capolavori del ‘900 italiano allestita a Roma presso la Galleria d’Arte Moderna in Via Crispi aperta fino al 1 Ottobre 2017.

Curata da Maria Catalano e Federica Pirani,

l’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, attraverso le opere di alcuni tra i più noti protagonisti della scena artistica della prima metà del ‘ 900 quali Mario Sironi, Arturo Martini, Ferruccio Ferrazzi, Giorgio De Chirico, Alberto Savinio, Carlo Carrà, Ardengo Soffici, Ottone Rosai, Massimo Campigli, Marino Marini, Fausto Pirandello e Scipione, intende dimostrare l’importanza di certe innovazioni sul piano ideologico e sociale, oltre che espressivo, portate dall’arte italiana dei primi decenni del Novecento.

Le circa sessanta opere di scultura, pittura, grafica a firma di questi dodici artistiche procedono dal divisionismo al futurismo, dalla metafisica al ritorno all’ordine, guidano nella complessità dei loro singoli percorsi, tantoché a ciascun artista è dedicata una “stanza” illusoria.
Nelle sale espositive, accanto ad ogni opera degli artisti, si possono trovare i loro scritti tratti da diari o lettere, testi teorici e critici, così da offre una sorta di commento critico proveniente dalla stessa fonte creativa dei capolavori in mostra.

La scrittura rappresentava per questi protagonisti dell’arte del Novecento un modo per dar voce alle loro impressioni e stati d’animo spesso riferite all’atto del creare.

Le opere in mostra,

appartenenti alle collezioni della Galleria d’Arte Moderna e provenienti da prestigiose raccolte private, mirano, in un rapporto dialogico, a restituire una più approfondita conoscenza del patrimonio artistico del primo Novecento sottolineando le caratteristiche linguistico espressive degli stessi artisti.

Tra le opere presenti citiamo quella di De Chirico che definisce la realtà quale allusione a narrazioni fantastiche con richiami a mondi mitologici o classici con “Combattimento di gladiatori” (1933-1934); quelle di Savinio dove sono presenti aspetti irrazionali, sospesi tra gusto surrealista ed atmosfere con cui tratta il mondo infantile, aspetti legati all’antichità e il conflitto fra razionale e irrazionale: Senza titolo (Foresta tropicale) 1945-1946 e Autunno(1934); quelle di Pirandello presente con Paesaggio romano (1935-1938), Scena campestre (1926), Il Sarto (1929); senza dimenticare Soffici con Campi e colline (1925), Paesaggio (1909) e Marzo burrascoso 1926-1927).

A Giorgio De Chirico

è stata dedicata un’interessante mostra ad Ischia nel 2010 presso il Complesso Museale di Villa Arbusto dove sono stati esposti 28 quadri e 5 sculture provenienti dalla Collezione Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.
Silvana Lazzarino

Il Dispari 2017-07-10

Il Dispari 2017-07-10

Tina Bruno,

opinionista di questa pagina culturale, scrittrice poetessa romana, durante tutto il suo percorso letterario ha curato in modo particolare il mondo infantile, scrivendo, tra l’altro, “Favole Educative”. Un libro dedicato non soltanto ai bambini, ma anche agli adulti che si prendono cura dell’educazione formativa dei piccoli.

Tale libro, è importante ricordarlo, ha partecipato a numerosi concorsi di narrativa, ricevendo sempre ampi consensi fino a che, tra le varie recensioni e giudizi positivi, il volume è stato gratificato dalla Commissione del concorso internazionale “Scriviamo Insieme” come ”Il Migliore Libro Dì Letteratura Per L’infanzia”: senza dubbio una consacrazione a livello nazionale della qualità educativa e delle capacità letterarie di Tina Bruno.

Da “Racconti brevi”

Betty
Tra Antropologia e Cultura

Astolfo e Fidenzio erano due giovani amici.

Il primo figlio di proprietari terrieri, l’altro, del fattore della tenuta, avevano la stessa età.
Fidenzio, diplomato ragioniere, da sempre svolse mansioni di contabilità presso la masseria. Astolfo, il Marchese, dopo il diploma partì per l’America, dove conseguì la Laurea in “Scienze Naturali.”

Il giovane Marchese amava l’esplorazione di posti sconosciuti e selvaggi, la caccia, l’arte, la ricerca e le belle donne.

Spesso, in compagnia di altri ricercatori, partiva per l’Amazzonia: gli piaceva conoscere la gente del posto, sostare qualche giorno e fare ricerca sul campo.
Era il giorno 08/08/88 quando il Marchese partì insieme con altri ricercatori per conoscere la parte settentrionale dell’Amazzonia che appartiene al Brasile ed è bagnata dal Rio Delle Amazzoni.

Lungo il percorso esplorativo, il gruppo dei ricercatori sentì il bisogno di riposare un po’.

Fu proprio in quell’angolo di terra che costeggia il fiume scelto per piantare le tende, che il marchese incontrò la bella Betty.

La ragazza era in compagnia dei figli delle persone che si presero cura di lei dopo la morte dei suoi genitori in quel fiume.

Betty, questo era il suo nome,

cercava di rendersi utile dando lezioni di cultura moderna ai loro figli.
Non avendo libri, impartiva loro importanti insegnamenti attraverso l’esperienza diretta con gli oggetti, la manipolazione, l’osservazione, il gioco.
L’arrivo degli antropologi aumentò in Betty il desiderio di lasciare quel posto per incontrare gente nuova e divulgare la cultura e l’educazione iniziata dai suoi genitori.

Ottenuto il permesso di partire, il 28/08/88 arrivò alla tenuta insieme al Marchese.

Di origini svedesi era alta, bionda, occhi azzurri e portamento elegante, per cui la casa del Marchese, come spesso la gente ripeteva, era proprio quella giusta per un tipo come lei.

Accolta, su invito del Marchese, al castello dalle sue sorelle (due brave insegnanti) con lo scopo d’istruirla nel loro idioma, queste rifiutarono di accettarla come cognata.

Tale rifiuto non era giusto e il giovane Marchese non lo sopportava.

Pensò, quindi, di rivolgersi al suo fedele amico Fidenzio e di fare con lui un accordo dietro compenso, sia per zittire le chiacchiere del paese, sia per calmare la furia delle sorelle.
L’accordo era; “Far finta di partire lontano dalla tenuta e sposare Betty.”
La finzione andò avanti fino alla nascita del piccolo Louis, giorno in cui il Marchese decise di sfidare i membri della famiglia e di sposare la ragazza.

Era una notte di luna piena, del mese d’agosto, quando Betty, mise al mondo un bel maschietto e Fidenzio, presunto padre, appena ne ebbe notizia, sentì il dovere di comunicarlo ai vicini di casa.
Aprì la finestra e ad alta voce, dopo una bevuta di vino, annunciò la nascita.

– È nato, è nato

Fidenzio deve essere impazzito, altrimenti non si spiega quest’euforia; non è figlio suo e lo sappiamo tutti, perciò per quale motivo urla? Lo sa che sono le due del mattino? Commenta con voce impetuosa rivolgendosi alla propria moglie Nardo il nasone, soprannominato così dai paesani a causa di una Malformazione al naso.

Lascialo urlare, soddisfatto lui, felici tutti, a te cosa toglie? Rispose la moglie.
Mi toglie il sonno! Santo cielo! Hai capito? Io alle 5 mi devo alzare per recarmi in campagna a dar da bere agli animali, e fino a quell’ora ho bisogno di dormire!
Va bene, spegni la luce e cerchiamo di dormire, è ancora troppo presto! Esclamò Teresa, una donna sulla quarantina, madre di quattro figli, con un fisico logoro dalla fatica, dalle gravidanze e dal carattere turbolento del marito.

Paziente e rassegnata

a occupare in famiglia, sempre il secondo posto, non osò ribellarsi al volere del compagno.
In paese era nota la bellezza di Betty, però non capisco come mai ha sposato Fidenzio.
– Scusa Nardo, ma dobbiamo per forza continuare a parlare di loro?
A fare i figli, sono tutti bravi, guarda noi.
Ne abbiamo messi al mondo quattro.
La cosa difficile è allevarli e educarli. Affermò Teresa, con un po’ d’invidia e gelosia.
È vero ciò che dici. Buona notte!

Nardo non riusciva a prendere sonno, e ricominciò a spettegolare.
Nardo io ho sonno, spegniamo la luce? Te lo chiedo per favore! Buona notte!
– Che notte ragazzi! Finì Nardo.

All’alba, come tutti i giorni si recò in campagna e lungo la strada, incontrò i suoi colleghi di lavoro e cominciò a spettegolare, fra loro c’èra anche compare Ciccio, suo amico speciale.
Ciccio, soprannominato dai colleghi di lavoro il ”Giornalista” per via di tutte le storie che inventava e raccontava, appena vide Nardo, gli domandò:
Buongiorno compare hai saputo che la moglie di Fidenzio questa notte ha dato alla luce un maschio?
– Perché, secondo te, è figlio suo? Adesso ti ci metti anche tu? Quel poveraccio è solo la controfigura del Marchese, il fortunato con cui va a letto è il padrone. Affermò.

Lungo la strada incontrarono altri amici,

erano felici ed esaltati, avevano ricevuto dal Marchese l’invito di prendere parte alla festa in occasione del battesimo del bimbo.
Si racconta in giro che verrà l’Arcivescovo a celebrare il Battesimo, quindi, ci sarà festa grande. Aggiunse Carmelo, un omino tarchiato, trent’anni d’età, ma che in realtà ne dimostrava almeno dieci di più, a causa della pelle bruciata dalla continua esposizione al sole, cui il lavoro dei campi lo sottoponeva.

Il piazzale dell’aia era pieno di tavoli imbanditi con ogni ben di Dio e Fidenzio era felice di servire le bevande e i dolci: sprizzava gioia da tutte le parti del corpo.
È felice perché pensa che nessuna persona conosca il suo segreto, invece si sbaglia, la gente non parla, per non umiliarlo. Disse Ciccio.

– La gente oggi è felice perché sa d’avere privilegi speciali, grazie alla bontà del Marchese, che a differenza d’altri datori di lavoro, mostra d’essere veramente una persona perbene, sedendo e mangiando allo stesso tavolo dei braccianti! Esclamò compare Nardo.
Fidenzio, a un certo punto, abbandonò l’arte del vivandiere prese in braccio il bambino e annunciò al pubblico la sua nascita:

Questo è mio figlio.

Seguì un forte applauso di buon augurio per il bambino da parte di tutti i presenti e di richiesta, per il Marchese
Signor Marchese, dove ha trovato una donna così bella?

Al posto del Marchese rispose la gente:
Si dice l’abbia trovata in orfanotrofio, nei paesi intorno al nostro.

Compare Ciccio, informato più di tutti, si girò verso il gruppetto di chiacchieroni e disse:
Se proprio ci tenete a saperlo ve lo dico io.
– Compare Ciccio sbrigati a parlare muoio dalla curiosità. Affermò Nardo.
Ricordi compare, quel viaggio in Amazzonia che il Marchese fece qualche anno fa?
– Quello che lo portò a lasciare la fidanzata che aveva in paese, la figlia del Conte, non posso andare oltre, tanto hai capito a chi mi riferisco?
– Ho capito sì, ecco perché andava sempre agli uffici comunali e al Tribunale, adesso si spiega tutto, grazie!

La festa durò fino a tardi

e verso mezzanotte alcuni invitati cominciarono ad abbandonare la tenuta.

Lungo la strada era tutto un dire, un commentare sulla festa.
Il giorno seguente come tutte le domeniche, i cittadini cattolici si recavano in chiesa per assistere alla S. Messa.

Gli uomini aspettavano in piazza le compagne, era usanza del paese entrare insieme in chiesa, nel frattempo, chiacchieravano del più e del meno, scambiavano pareri, consigli e apprezzamenti su quella o quell’altra persona.

Quel giorno il discorso, come tutti i giorni dall’arrivo della giovane donna, era centrato sul Marchese e la sua amante.

Alle 10, l’auto del Marchese, guidata da uno dei suoi braccianti, arrivò in piazza e fu parcheggiata al solito posto: un angolo appartato della piazza, che nessuno osava occupare perché riservato ad Astolfo.

Dall’auto scese per primo il Marchese,

poi le due sorelle e per ultimo la bellissima Betty.
Gli uomini presenti in piazza, salutati amichevolmente dal Marchese, risposero con riverenza e riconoscenza, non solo per la sua amicizia, ma anche perché ancora una volta, potevano ammirare la bellissima Betty.
In chiesa il Parroco invitò tutti i fedeli alla preghiera, al perdono, al ringraziamento e al riconoscimento delle buone opere del Marchese, sempre generoso con tutti.

Fra i fedeli il mormorio era continuo, tanto che al momento dell’Omelia, il prete pregò i presenti di fare silenzio e di ascoltare l’annuncio che stava per fare:
Ieri ho saputo una bella notizia e voglio comunicarla a tutti voi: fra qualche mese il Signor Marchese sposerà la bellissima Signora Betty, siete invitati tutti alla sua tenuta per festeggiare insieme il loro matrimonio.

A quell’annuncio molti dei presenti meravigliati si domandarono: “Come può sposare Betty se lei è già sposata con Fidenzio?

Le donne invidiose della fortuna capitata alla futura sposa, cominciarono a trovarle tanti difetti:
La spilla che porta è proprio brutta!
– Io al suo posto a quel vestito avrei abbinato le scarpe blu.
– Sai che cosa ti dico? Quell’abito non mi piace.

Alla fine della S. Messa

il Marchese pregò i paesani di attendere qualche minuto in piazza perché doveva spiegare come stavano veramente le cose:
Ho il dovere di chiarire il motivo che mi abilita a sposare Betty o Betta, come voi tutti la chiamate:
1) perché il suo matrimonio con Fidenzio è stato solo una recita;
2) perché il bambino è figlio mio e di Betty;
3) perché le mie sorelle dopo tanti chiarimenti hanno accettato che Betty diventi mia moglie.
Vi aspettiamo in tanti.

Il Marchese, a quel punto, salutò tutti e ripartì.
La gente si guardò intorno smarrita e tacque, non una parola di disapprovazione, non una a favore fu pronunciata.
Da quel giorno il pettegolezzo che durava da qualche tempo cessò.

Tina Bruno

 Il Dispari 2017-07-03

Editoriale

Natalia Benedetti e Guido Arbonelli “Duo Namaste”

La parola Namaste è originaria di una zona compresa tra l’India e il Nepal ma è utilizzata anche in molte regioni dell’Asia e nell’Australia meridionale.

Essa, pur essendo letteralmente traducibile con “mi inchino a te” in quanto deriva dal sanscrito “namas” (inchinarsi, salutare con reverenza) e “te” (a te), viene comunemente associata ad una valenza spirituale, per cui può forse essere interpretata in modo più completo come un saluto alle qualità divine che sono in te. Unita al gesto di congiungere le mani e chinare il capo, acquisisce l’ulteriore significato di “le qualità divine che sono in me si inchinano alle qualità divine che sono in te”.

Ciò può definirne quindi il significato ultimo come un saluto tramite il quale si riconosce la sacralità sia di chi porge il benvenuto sia di chi lo riceve.

Natalia Benedetti e Guido Arbonelli

hanno scelto questo nome per il loro duo di clarinetti e canto, quale augurio di grande simbiosi che vogliono stabilire con i loro ascoltatori.

Ad Ischia ne abbiamo avuto un esempio recente durante la loro esibizione del Natale 2016 durante la quale hanno suonato anche il bellissimo inno “Girotondo di emozioni”, scritto da Guido e cantato da Natalia, dedicato a Ischia con il quale hanno vinto il premio internazionale “Otto milioni” edizione 2016.

Natalia

è anche professore di strumento e direttrice dell’Orchestra della scuola media Cocchi-Aosta e Liceo Jacopone di Todi, mentre Guido, oggi docente al Conservatorio “Cherubini” di Firenze, ha fatto parte di numerose orchestre internazionali quali la NIS simphony orchestra (Serbia), Orchestra Sinfonica di Perugia e dell’Umbria, Arturo Toscanini orchestra, Queen’s College orchestra-Usa, Orchestra Sinfonica di Constanta-Romania, nonché delle orchestre della Rai di Torino e Napoli, ed ha tenuto il corso per Professori d’orchestra presso il Teatro lirico Sperimentale di Spoleto nell’anno 2007.

Guido Arbonelli e Natalia Benedetti

hanno svolto attività concertistica a Ischia fin dagli anni ’80, invitati spesso dal compianto M° Vincenzo Sena.
Inoltre, i due musicisti hanno svolto spesso attività di docenza in masterclasses nei vari comuni dell’isola d’Ischia.
Di conseguenza, l’Isola, con il suo sole e calore, mare e amore è da sempre rimasto nel cuore del Duo tanto quando, in internet, trovano la notizia del premio letterario Made in Ischia “Otto milioni” organizzato dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” ne rimangono attratti fino al punto di scrivere la canzone “Girotondo di Emozioni”che ora va n giro per il mondo con i loro concerti.

Bruno Mancini

Il Dispari 2017-07-03

IL DOPPIO E LA COPIA CON CARAVAGGIO NEL PATRIMONIO DEL F. E .C.

Avvolgente e provocatoria, intensa e eloquente nel realismo con cui cattura fatti, atmosfere sacre e profane, e in quei contrasti unici di luci ed ombre che restituiscono allo spazio e alle figure un profondo realismo, l’opera del Caravaggio figura tra le più importanti nello scenario dell’arte del Seicento, apre ad un nuovo modo di percepire e sentire la vita nel suo scorrere con drammi e passioni, misteri e verità.

A parlare sono i suoi personaggi sia legati alla mitologia, sia al sacro o al profano, senza dimenticare le splendide nature morte dove il taglio di luce esalta ogni dettaglio accarezzando un nuovo modo di restituire spazi ordinari che diventano straordinari.
Caravaggio, tanto studiato da storici dell’arte e critici, tra cui Rossella Vodret, maggiore esperta al mondo di questo straordinario artista, è al centro della mostra in corso fino al 16 Luglio presso gli spazi di Palazzo Barberini a Roma.

Giulia Silvia Ghia,

in occasione dei trent’anni del F.E.C. (Fondo edifici di culto) presenta “Il Doppio e la Copia” quattro dipinti, o meglio due coppie di dipinti messi a confronto, due di certa mano caravaggesca e gli altri copie antiche che ritraggono rispettivamente San Francesco in meditazione del 1606 e La Flagellazione di Cristo del 1607.
Due tematiche di forte impatto emotivo e visivo, legate al sacro che Caravaggio restituisce con quegli squarci di luci che si aprono attraverso zone scure a rappresentare da una parte la meditazione sulla morte e dall’altra l’accettazione della flagellazione

I dipinti con San Francesco

in meditazione –l’uno proveniente dalla chiesa di San Pietro a Carpineto Romano e in deposito alle Gallerie Nazionali di Arte Antica e l’altro proveniente dalla chiesa romana di Santa Maria della Concezione (nota come Chiesa dei Cappuccini)– sono stati per anni al centro di una complessa vicenda attributiva conclusasi, dopo operazioni di restauro e ricerche tecniche eseguite – contestuali e parallele – su entrambi i dipinti, con l’attribuzione dell’originale alla tela proveniente dalla chiesa di San Pietro a Carpineto, oggi in deposito presso Palazzo Barberini.

La copia della pala del Caravaggio con la Flagellazione di Cristo, proveniente dal Museo di Capodimonte di Napoli che fu commissionata al Merisi dalla famiglia De Franchis, e collocata nella loro cappella nella chiesa di San Domenico, è stata attribuita al noto copista di Caravaggio, Andrea Vaccaro collocata oggi nella cappella del Rosario di San Domenico.

Nel dipinto di San Francesco

in meditazione (1606)in cui il frate è raffigurato con in mano un teschio e davanti un tronco su cui poggia una croce, la novità iconografica è proprio il teschio qui ad indicare la precarietà della vita di fronte all’ineluttabilità della morte, anticipando il motivo delle vanitas nature morte in cui accanto a fiori, frutta, o strumenti musicali e libri appare anche un teschio.
Nella Flagellazione, il Cristo, legato alla colonna dai tre aguzzini, si prepara a sopportare il dolore senza mostrare gesti strazianti ed è reso nella sua vulnerabilità come qualsiasi essere umano.
Un’opera del Caravaggio “I musici” del 1595 è esposta fino al 16 luglio a Napoli presso Palazzo Zevallosa Stigliano in via Toledo e in essa sono rappresentati quattro giovani suonatori in concerto, una sorta di allegoria di Amore e Musica.

Silvana Lazzarino

Grande successo per la mostra di Milena Petrarca vincitrice del premio “Otto milioni” 2017

Grande successo per la mostra di Milena Petrarca a Pozzuoli, sua terra natia, dedicata ad Artemisia Gentileshi.

Infatti, inaugurata il 15 Giugno ne era prevista la durata fino al 30, ma il notevole interesse suscitato nel pubblico e nella critica ne hanno consigliata la proroga per un altro mese!
Così sarà possibile visitarla tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 23 nella sede del Bistrò-Galleria-Apotecha—Art Port in via Solfatare 131/133.

Organizzata dal Dott. Nicola Fasano art tutor scopritore di Milena quando lei aveva solo 15 anni, tra i dipinti più significativi spicca “Il volto di Artemisia – omaggio di Milena”.
Affiancate a Milena Petrarca espongono anche le pittrici Rosalia Tortorelli e Veronica Longo.

Pietrantonio Di Lucia, noto critico d’arte, ha scritto:

All’orizzonte uno sfumato tra leonardesco e seicentesco.” e poi “Oggi la pittrice Milena Petrarca dipinge nello sfondo un paesaggio fantasioso e un tantino partenopeo a marcare la sua origine in quel di Napoli, città del canto, della musica e dell’Arte. Quel paesaggio è dato relativo e mai realistico oggettivo; è presente e passato; è oggi e storico periodo che vide le peripezie e i capolavori della bella Artemisia… ma è pure il paesaggio evanescente, prospettiva aerea di Leonardo. Quanta storia puoi leggere in quel dipinto di paesaggio!”

Silvana Lazzarino ha scritto di lei:

Scultrice e poetessa di grande sensibilità, stilista e ritrattista che dona emozioni oltre il tempo legate all’uomo e alla sua vita tra gioie e malinconie, passioni e speranze, le opere di Milena Petrarca, presenti nei musei italiani e americani ed in prestigiose collezioni americane, francesi, inglesi e cinesi, incantano gli occhi e la mente per quel loro essere sospese tra realtà e sogno, mistero e poesia, avvolte da una luce che traspare da colori ora caldi e accesi, ora freddi e opachi.”

Nata a Pozzuoli nel 1950, vive e lavora a Latina trasferendosi periodicamente anche a New York.
Ha studiato all’istituto d’Arte Filippo Palizzi di Napoli, dove ha conseguito il titolo di maestra d’Arte.
Allieva del grande Scultore Lelio Gelli, è stata docente di discipline pittoriche presso il liceo Artistico di Latina.
Sue composizioni poetiche e sue opere pittoriche faranno parte della nuova Antologia dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” dal titolo “Penne Note Matite”, di prossima pubblicazione, a cura di Bruno Mancini e di Roberta Panizza e con la collaborazione di Silvana Lazzarino, edita da “Il Sextante” di Maria Pia Ciaghi.

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Forio d’Ischia sequestrate piscine Hotel

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Forio d’Ischia sequestrate piscine

Forio d’Ischia 5 Luglio 2017.

Forio d’Ischia sequestrate piscine Hotel via Castellaccio

In data odierna, ufficiali di PG dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Ischia, in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Napoli, hanno proceduto al sequestro di n. 3 (tre) piscine di una struttura alberghiera sita in Forio d’Ischia alla Via Castellaccio.

Il reato per cui si procede è quello di scarico di acque reflue industriali in fognatura in assenza della prevista autorizzazione, previsto dalla normativa in materia ambientale (art. 137 D.lgs. 152/2006).

Si è accertato che gli scarichi provenienti dal contro lavaggio dei filtri delle piscine, oggetto del sequestro odierno, non subivano idoneo preventivo trattamento prima dell’immissione in fognatura.

Tali reflui, ai sensi del DPR n. 227 del 19/10/2011, se non preventivamente trattati, sono assimilati a reflui industriali e quindi assoggettati alla relativa disciplina.

Il sequestro preventivo si è reso necessario per evitare che la libera disponibilità delle piscine consentisse la protrazione del reato, con conseguente aggravamento delle conseguenze dello stesso in pregiudizio dell’ambiente.

Forio d'Ischia sequestrate

Quanti e quali sono gli Hotel ubicati in Via Castellaccio a Forio d’Ischia?

Basta una ricerca su google per individuarli e decidere se scartarli  o meno dalle proprie mete.

Forio

Forio d'Ischia sequestrate