DILA & IL DISPARI 2019 Redazione culturale

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DILA-IL DISPARI tutte le pubblicazioni della Redazione culturale 

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DILA & IL DISPARI 2016-2015 Redazione culturale

Gaetano Di Meglio

Miramare Gaetano .jpg

Direttore del quotidiano Il Dispari

DILA & IL DISPARI 2017 Redazione culturale

distribuito in edicola insieme al quotidiano “Il Mattino” di Napoli

Il mattino logo

ha scritto:

Al Presidente Bruno Mancini e a tutti i Soci Fondatori dell’Associazione Culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”

  • Cari amici, come da accordi verbali con Bruno Mancini ed in considerazione della valenza culturale e sociale dei progetti proposti dalla “nostra” Associazione DILA, ho piacere di rendere disponibile una pagina settimanale del quotidiano Il Dispari, da me diretto, per offrire una costante informazione dei programmi DILA ed una qualificata presentazione delle Opere e degli Artisti che vorrete mettere in mostra.
    Tutto ciò tenendo in massima evidenza possibile il rapporto con la realtà geografica, isola d’Ischia in primis, nella quale viene distribuita la testata Il Dispari che, vi ricordo, è venduta in abbinamento con il quotidiano Il Mattino di Napoli.
    La pagina sarà inserita, salvo imprevisti, nell’edizione del lunedì.
    Il format suggerito è quello di 2-3 articoli della lunghezza totale di circa 6.000 battute spazi compresi con l’aggiunta di 1-2 foto.
    Augurando a DILA e al Il Dispari una felice e lunga collaborazione

————|————

Gaetano Di Meglio
Il Dispari Quotidiano | Il direttore

m. +39 346.6226480
u. +39 081.18909067
www.google.com/+gaetanodimeglio
dir@ildispari.com
www.ildispari.it

Alla attenzione di tutti gli Amministratori dei gruppi ai quali sono iscritto.

Nella pagina

IL Dispari 20150525 testata -comp

che il quotidiano Il Dispari (distribuito in edicola insieme al quotidianoIl Mattino di Napoli) ha recentemente assegnata all’attività redazionale dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” (della quale sono Presidente), sarò lieto di pubblicare notizie di carattere artistico culturale indicate dagli Amministratori dei gruppi ai quali sono iscritto.

Ciò vuole rappresentare il naturale proseguimento del programma di collaborazione con le varie forze operanti sul territorio che è parte integrante dei progetti culturali da me proposti con la Direzione Artistica di Roberta Panizza.

Compatibilmente con lo spazio di volta in volta disponibile, e con l’avvertenza che i contenuti dovranno essere interessanti specialmente per la comunità ischitana, invito chi di voi vorrà partecipare a questa iniziativa ad inviarmi un cenno di adesione e gli opportuni recapiti telefonici/e-mail a

emmegiischia@gmail.com.

Per ulteriori informazioni rispondo dal 3914830355 tutti i giorni dalle 14 alle 24 con avvertenza che NON rispondo a numeri segnalati come anonimi.
Bruno Mancini

Il Dispari 20181224 – Redazione culturale

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Il Dispari 20181224 – Redazione culturale

Il Dispari 20181224

Il Dispari 20181224 – Redazione culturale

Editoriale

Un capitolo del mio racconto “La notizia virgola. La condanna punto” tratto dalla raccolta “Per Aurora volume secondo”.

La condanna punto – Capitolo 1°

Non avevo ancora completamente realizzato cosa fare, se accettare da Aurora il nuovo attestato di amicizia, salutare ed abbandonare il suo regno pur essendo a conoscenza degli eventi pronti ad investirla con nuova e più grande pericolosità, oppure, rimettendo in moto la narrazione (con Edoardo, Tom ed Edith sul palco), lasciare che i miei timori balenassero nella sua psiche se non come certezza, almeno come sospetto.

Così agendo, ne ero consapevole, poteva tuttavia accadere che lei, Aurora, interpretasse in maniera non assolutamente conforme ai miei intenti i risvolti delle azioni e dei convincimenti insiti nella narrazione della parte del racconto che avrei dovuto proporre.
Non muovevo, né in un senso, né nell’altro la mia determinazione, quasi imbambolato, sognante, ad occhi aperti immobili, con a fianco la mia Anima e il mio Cervello tutti magicamente adagiati nelle oblianti attenzioni della nostra amica.

Nessuna altra idea.

L’uomo vestito di bianco riprese il suo posto al pianoforte suonando in nostro onore le più belle melodie napoletane del suo immenso repertorio.

Un’indubbia corrente di pensieri gli consentiva di percepire i miei desideri, tramutandoli in musicalità prima che io li esprimessi.
Indifferentemente” ritornava ad ogni mio impulso, sempre con maggiore intensità.

Una volta intonata da trombe parlanti, ed era lui vestito di bianco a farlo, la successiva, come se cime di palme e di eucalipti, ondeggiando, rumoreggiassero più simili a violoncelli e contrabbassi che ad alberi tra venti tropicali in foreste dense di pioggia.
E nuie pe’ recità l’urtima scena…

La donna dalle mani ambrate e con un ventaglio di seta giapponese a colori sgargianti e stecche di bambù, non smetteva di coccolarlo.

La calma giornata di primavera copriva, con un silenzio innaturale di tutto quanto intorno a noi era realtà fisica dell’esistenza, la nostra stessa voglia di agire, ammantandoci di soddisfatta pigrizia.

L’uomo della ginestra (ginestra, fiore amato dalla mia donna) all’occhiello del bavero, l’indimenticabile protagonista del mio primo incontro con Aurora, era stato da lei invitato ad allietare il nostro gruppo suonando il pianoforte.

Fuggita dal mondo per incontrarlo nel loro ultimo appuntamento, la sua anima gli teneva una mano poggiata sulla spalla.

Edoardo sfogliava e leggeva in silenzio il mio racconto dal punto in cui era stato interrotto, Edith, vorrei dire, usignuoleggiava (ma non credo che l’insensibile correttore delle bozze mi consentirà questa astrusità) antiche canzoni in un inconfondibile accompagnamento.
Aurora, Aurora non lo dimostrava, ma era commossa, intensamente felice e turbata dalla prima sensazione umana della sua esistenza:
-«Petrus, beviamo con il nostro amico che da ora in poi chiameremo Ignazio.
Consigliaci.
Stappa quanto di meglio abbiamo
Davvero?
Davvero anche per Voi, Signora?»
È al loro onore che spetta questo mio brindisi.
Meritano che io beva con loro.
Avanti, Petrus.»
Valpolicella e gassosa?»
Non chiedere, mesci.»
La Signora adesso è veramente Aurora.»

Fu una frase a scuotere il mio torpore e ad impormi la decisione che rifiutavo di assumere.

Aurora aveva detto: “È al loro onore che spetta questo mio brindisi”. Il mio onore decise che non poteva assistere senza partecipare.
Cercai il raggiungimento dello scopo evitando di intaccare il sacrale concetto dell’individualità che ho sempre coltivato.
Lei avrebbe dovuto comprendere attraverso i fatti.

I figli di puttana insinuano.
La Vita no, la Vita mostra. Dissi:

Vuoi e puoi chiamarmi come preferisci.
I nomi sono convenzioni ed è il padrone di casa che stabilisce le regole.
Puoi offrirmi l’eccelsa sapienza di Petrus nello scegliere il vino del migliore vitigno nell’annata di eccezionale qualità, puoi concedermi le mille serenate ballate canzoni delle mie terre, sublimate dall’uomo con l’anello di rubino al dito, ma perché non chiedi cosa io gradisco?
Un urlo?
Aceto?
Oppure forse altro?»

Lei: -«Se tu non fossi Ignazio ti crederei un meschino accattone, ma tu hai altro in mente che non la tua convenienza, parla, che vuoi?»

Io: -«Detto così, il concetto è gratificante, ma non sono sicuro che sia esatto. Corro comunque il rischio e chiedo che tu ascolti almeno un’altra parte del mio racconto.
Non sarà certo un capolavoro, però da quando mi hai chiamato, ricordi “Vieni e fai leggere per me il tuo nuovo racconto a chi più lo merita”, da allora la mia ambizione ha ruotato intorno al piacere di ascoltare le espressioni dei tuoi sensi durante lo svolgersi della narrazione.
Mentre analizzavi segni sospetti della mia partecipazione alle azioni suicide degli infami maledetti, io assaporavo la repressa dicotomia tra l’abbandono innocente e puerile della tua anima e l’attento distacco del tuo cervello. Naturalmente mi riferisco al loro rapporto con il racconto che Edoardo e Edith e Tom stavano rappresentando.
Ora che in te il dubbio è stato chiarito, sarebbe magico, per la ricerca di sensazioni da sempre padrona del mio intimo più segreto, ascoltare in tua compagnia, se non tutto il seguito di “La Notizia”, almeno una parte che credo significativa.»

Lei: -«Adesso so che avevo ragione dicendo che hai altro in mente.
Proviamo, e se non fosse così, non sarebbe il tuo piacere un premio immeritato.
Petrus, alza il sipario.
Vuoi bere una metaxa?»

Petrus: -«Signora, e me lo chiedete?
Sono almeno venti anni che non la schiocco tra lingua e palato.
In un bicchiere caldo grande e pieno.
Grazie.
Signore e Signori, a gentile richiesta, Edoardo, Edith e non so chi altro, leggeranno non so quale capitolo di non ricordo quale libro.
Ancora metaxa, prego.
Grazie.
Noi ascolteremo come vuole la nostra Signora, compiti e composti.
Musica, silenzio.
Carò se arriva qualcuno chiama me.
Questa metaxa sarebbe eccezionale se non finisse così presto. Un’altra.
Grazie.
Posso dare inizio alla lettura?
Sì?
Capitolo?
…Quattordicesimo? Nono, in quanto per ultimo è stato letto l’ottavo! Quattordicesimo?… Perché quattordicesimo?… Va bene, va bene, quattordicesimo… quattordicesimo .
Libro?
La Notizia.
OK.
Via.
No, non toccate il mio bicchiere, lo porto con me.»

INFO: ISBN 9781409282372

Prodotto ID 4637203
Edizione Terza
Editore Bruno Mancini
Pubblicato 18 novembre 2009
Pagine 126
Rilegatura Copertina morbida con rilegatura termica
Inchiostro contenuto Bianco e nero
Peso 0,24 kg
Dimensioni (centimetri) Larghezza: 15,24, altezza: 22,86
Prezzo € 13,91 (IVA esclusa)
Stampa in 3-5 giorni feriali

http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-secondo/paperback/product-4637203.html

TWITTERONE

1) Nella prestigiosa rassegna stampa di Bookcity
https://www.bookcitymilano.it/rassegna-stampa
vengono inserite numerose pagine di questo quotidiano Il Dispari pubblicate dalla Redazione culturale DILA:

Il Dispari 20181210 – 10 Dicembre 2018
https://www.bookcitymilano.it/storage/app/uploads/public/5c1/0d0/25b/5c10d025bfbc6716738796.pdf

Il Dispari 20181203 – 3 Dicembre 2018
https://www.bookcitymilano.it/storage/app/uploads/public/5c0/f85/7da/5c0f857da12cc270956686.pdf

Il Dispari 20181126 – 26 Novembre 2018
https://www.bookcitymilano.it/storage/app/uploads/public/5c0/f85/9cd/5c0f859cd9aba159586020.pdf

Il Dispari 20181119 – 19 Novembre 2018
https://www.bookcitymilano.it/storage/app/uploads/public/5c0/f85/d8f/5c0f85d8f03f8174678784.pdf

Il Dispari 20181112 – 12 Novembre 2018
https://www.bookcitymilano.it/storage/app/uploads/public/5c0/f85/c44/5c0f85c44a7c0110202693.pdf

2) La pittrice Milena Petrarca e la scrittrice Raffaella Lanzetta si sono fatte fotografare all’ingresso del Museo della Terra Pontina mostrando il volume antologico “Penne Note Matite” edito da Il Sextante di Mariapia Ciaghi per conto dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.
In particolare Milena Petrarca è stata proclamata vincitrice del premio di Arti grafiche “Otto milioni” 2017 durante l’evento DILA approvato dal comitato organizzatore del Bookcity e svoltosi a Novembre 2017 nel MUDEC di Milano.

3) Nellija Matjučenko, ha ricevuto con molto piacere da Liga Sarah Lapinska (opinionista della pagina culturale pubblicata su questo quotidiano Il Dispari) per conto di DILA, l’antologia “Mare Monti Mare” dedicata al compianto Comandante Agostino Lauro.
Nellija Matjučenko lavora nella Biblioteca Scientifica di Jelgava nella quale non è la prima volta che sono stati resi disponibili i nostri libri in gratuita lettura.

Una poesia tratta dalla raccolta “Cantico del cigno” di Adriana Iftime Ceroli.

Alibi

Chissà com’era la Terra
prima dell’amore?
Probabilmente colma di anime fluttuanti,
uso e getta,
con la paura del tempo
che sotterrava piano i silenzi
ghiacciati della luna.
Una volta l’ho messa nella tasca dei jeans.
Si è sporcata dei miei demoni
ed è andata via scivolando
verso Washington,
come una bambina
con un kalashnikov in mano
per sparare,
per sparare i sentimenti sprecati.

Il Dispari 20181217 – Redazione culturale

Il Dispari 20181217

 

EDITORIALE
Antonio Di Nauta ha vinto il premio di musica “Otto milioni” 2018.

Il 17/11/2018, durante l‘evento DILA “Otto milioni” approvato dal comitato promotore del #BCM18 Bookcity Milano, nell’Aula magna della SIAM, l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, tramite la sua Presidente Roberta Panizza, ha proclamato le vittorie di Antonio Di Nauta e di Miriam Bruni rispettivamente nella sezione musica e nella sezione poesia del Premio “Otto milioni” 2018.
A Miriam Bruni e ad Antonio Di Nauta (che ricordiamo come coinvolgente cantante pianista in numerosi eventi organizzati da DILA nel Coquille e nell’Hotel Parco Verde di Ischia) vanno tutti i più calorosi complimenti da parte della Direzione e della Redazione di Il Dispari.

Questi sono i testi completi con i quali Roberta Panizza e Stefano Degli Abbati hanno comunicate le loro vittorie.

ROBERTA PANIZZA
Antonio Di Nauta, con la canzone “L’abitudine”, ha vinto il Premio di Musica “Otto milioni” 2018.
Chi è Antonio Di Nauta?
Antonio Di Nauta, originario di Lesina in Puglia, ha sempre avuto una grande passione per il canto fin da quando, a partire dai 12 anni, ha cominciato a imparare il mestiere di Falegname e proprio il suo maestro in questa arte pratica gli ha dato l’ispirazione per dedicarsi alla musica e lo ha invogliato a seguire i maggiori esponenti della musica italiana dai quali ha imparato molto.
La sua passione è quindi cresciuta di giorno in giorno.
Dal 1967 si è trasferito in Germania, ma dal 2011 al 2016 è tornato in Italia e in particolare ad Ischia, dove è entrato in contatto con Bruno Mancini seguendo i suoi eventi e lasciandosi coinvolgere dalla sua simpatia.
In questo periodo trascorso sull’isola ha animato numerose serate in diversi Hotel facendo conoscere le sue doti canore.
Poi però ha dovuto fare rientro in Germania dove vivono anche i suoi figli.
Anche in questo paese allieta molte serate con la sua musica e questo gli fa sopportare il fatto di dover stare lontano dalla sua terra natia.

Miriam Bruni ha vinto il premio di poesia “Otto milioni” 2018 con la poesia “Frutto”
Legge Stefano Degli Abbati

Frutto,
polpa del pensiero,
ti vedo
rapido passare
lungo la matita come un siero.
Cadere pulito – ti vedo –
sul foglio delicato: pensiero
in forma di parole
Scrittura mia
corsiva – Nient’altro
oggi so fare.

Miriam Bruni vive a Borgo Panigale in provincia di Bologna.
Laureata in Lingue e Letterature Moderne a Bologna è abilitata all’insegnamento di Lingue e Cultura spagnole.
Ama la scrittura e la poesia sin da bambina. In esse e grazie ad esse dialoga costantemente con se stessa, gli altri, la natura e il trascendente.
Da un po’ di anni si è molto appassionata alla fotografia.
Nel 2011 ha raccolto e fatto pubblicare una prima silloge di sue poesie, che ha intitolato “Cristalli”. Del 2014 è il suo secondo libro, “Coniugata con la vita. Al torchio e in visione”.
Del 2017 la terza raccolta: “Credere nell’attesa”.
Del suo poetare dice: “La mia predilezione poetica va alla concisione e alla intellegibilità.
Con la parola cerco di raccogliere, ordinare ed esprimere l’emozione (piacevole o spiacevole) che mi preme dentro, l’intuizione, l’immagine, lo slancio che vengono ad abitarmi o anche solo attraversarmi facendomi sentire me stessa, e viva!
è scrivendo, perciò, che metto a fuoco le esperienze vissute, che metto a nudo il mio cuore, cerco il bene, l’oltre delle cose, l’essenza profonda e risonante.
Quanto alla forma tendo alla massima concentrazione, alla sintesi, a quella che potrei chiamare cristallizzazione.”

TWITTERONE

1) Adriana Iftimie Ceroli, da circa un mese nuova opinionista di questa pagina culturale, mi ha scritto: “Carissimo Bruno, in seguito alla nostra conversazione telefonica, sono lieta di comunicarti che Mario Ceroli ha accettato con entusiasmo l’idea di preparare la copertina della prossima antologia che sarà pubblicata da te, ed è disponibile anche a illustrare alcune pagine della stessa pubblicazione.
Ci aggiorniamo e sono felice di questo nuovo rapporto instaurato nella segno della cultura ischitana e non solo.
Ti mando un caro abbraccio e ti faccio un applauso.
Con amicizia e stima, Adriana Iftimie Ceroli.”
Per chi non conoscesse la storia artistica di Mario Ceroli, e fosse all’oscuro della fama mondiale che gli è riconosciuta, basterà ricordare che egli è il realizzatore del famosissimo Unicorno alato (1990), in legno rivestito di oro, esposto all’ingresso della sede Rai di Saxa Rubra.
Ringraziamo il Maestro Mario Ceroli per il grande privilegio che ci concede, ringraziamo Adriana Iftimie Ceroli per la preziosa collaborazione, e vi diamo appuntamento alle prossime settimane per i particolari relativi a questo nuovo importante successo ottenuto nel nome del Made in Ischia targato “Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA”.

2) IL SEXTANTE & DILA vi invitano ad assistere alla lettura drammatizzata del testo di Andrés Pociña “Resa dei conti”.
La presentazione dell’opera drammatica “Resa dei conti”, edita da Il Sextante di Mariapia Ciaghi, avverrà mercoledì 19 dicembre 2018 alle ore 17:00 presso il Salone monumentale della Bibliotecain via S. Ignazio 52 a Roma.
Interverranno l’autore Andrés Pociña e la direttrice della Casanatese Lucia Marchi
Presenterà: l’editrice de Il Sextante Mariapia Ciaghi
Lettura drammatizzata del testo a cura di Corrado Veneziano
Interpreti: Francesca De Santis, Gennaro Momo, Gabriele Tuccimei, Margherita Vicario.
INFO: www.casanatense.it – Tel. +39 06 6976031 – 0328

Questa poesia “Lamento plebeo”

(dedicata al Prof. Edoardo Malagoli) pubblicata nella raccolta “La Sagra del peccato” scritta di Bruno Mancini è stata letta da Stefano Degli Abbati nell’Aula magna della SIAM durante l’evento DILA approvato dal #BCM18 Bookcity (17 novembre 2018).

Lamento plebeo

Ho colto il senso
della tua assenza
dall’acre odore
di carta stampata.
Nel vecchio rodeo
di mitici emblemi
tu, fionda e Golia;
sul collo del vinto
catene preziose di pensieri.
Fasciati da dubbi,
contorti, snodati, strizzati,
salvati
uscimmo.
Era il millenovecentosessantuno.
Ne passa di tempo!
Oggi
il sole d’agosto
non sboccia più
semi nei sassi.
Il mare d’agosto
non gonfia più
vele nel golfo.
Manca l’addio
nella mia mente
non più plebea.
D’agosto
si muore
solo.

Il Dispari 20181210 – Redazione culturale

Il Dispari 20181210

 

EDITORIALE

Caterina Guttadauro La Brasca ha vinto il premio di narrativa “Otto milioni” 2018.

17 /11/2018 #BCM18 Bookcity:

nell’Aula magna della SIAM, l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, tramite la sua Presidente Roberta Panizza, ha proclamato la vittoria di Caterina Guttadauro La Brasca, scrittrice e giornalista nonché opinionista della pagina culturale del quotidiano “Il Dispari“, nella sezione “Narrativa” del Premio “Otto milioni” 2018.

A Caterina vanno tutti i più calorosi complimenti da parte della Direzione e della Redazione di Il Dispari.

Questi sono i testi completi con i quali Roberta Panizza e Stefano Degli Abbati hanno comunicata la sua vittoria.

ROBERTA PANIZZA:

Ha vinto, quindi, Caterina Guttadauro La Brasca con il racconto “La storia siamo noi”, ma chi è Caterina Guttadauro La Brasca?

Caterina Guttadauro La Brasca è nata e vissuta in Sicilia dove ha completato i suoi studi classici. Vive da 40 anni a Bologna, sposata è madre di una figlia, medico-psicoterapeuta.

È da sempre amante dello scrivere.

È stata Relatrice alla Fiera dell’Editoria World book International di Cattolica nel 2014, Presidente di Giuria in ben quattro edizioni del Concorso Letterario Nazionale: “L’Anfora di Calliope”e al World Literary Price, Concorso Letterario Mondiale itinerante, alla riscoperta delle capitali mondiali.

Recensionista, creatrice ed organizzatrice di eventi letterari nazionali ed internazionali.

Scrive per la Rivista parigina “La Voce”, bimensile cartaceo bilingue che diffonde la cultura italiana all’estero e per “Fattitaliani”, quotidiano on line.

Con i suoi libri è stata presente al Salone Internazionale del Libro di Torino e a Roma alla Fiera del Libro ”Più Libri Più Liberi”.

È stata nel direttivo dell’Associazione Culturale “Lo Specchio di Alice”, dove scriveva sulla Rivista Quaderni, ed ha preso parte ad un Romanzo Collettivo, assieme ad altri scrittori.

I libri che ha pubblicato, sono:

“La Barriera Invisibile” nel 2010;
“Silenzi d’Amore” nel 2011;
“La Vita appesa ai muri” nel 2013;
“La voglio gassata” nel 2015. Questo libro è stato adottato dall’A.I.L (Associazione italiana contro le leucemie, mielomi e fibromi) e reca in copertina il Logo Nazionale dell’Associazione per concessione del Presidente Nazionale Prof. Mandelli. Parte del ricavato è stato devoluto all’A.I.L.
Attualmente è al lavoro al suo quinto libro che è un romanzo storico/saggio, ambientato nel 1940.

Caterina ama dire: “I libri sono come i figli, li facciamo ma non ci appartengono, sono di tutti perché ognuno trova in essi la sua verità.

Dal 2017 propone un sua rubrica nella pagina culturale del quotidiano Il Dispari di Gaetano Di Meglio, invitandoci ad entrare nel mondo artistico e letterario che lei ambisce di presentare a tutti coloro che seguono con interesse l’arte, la cultura, e le attività sociali.
Stefano Degli Abbati, vi leggerà il racconto di Caterina Guttadauro La Brasca “La storia siamo noi” primo classificato nel premio “Otto milioni” 2018.

STEFANO DEGLI ABBATI

Caterina Guttadauro: La Storia siamo noi

Era la solita ora, pomeriggio inoltrato e nelle vie assolate di un povero paese della Sicilia si ripeteva lo stesso rituale: tre bambini avevano più o meno finito di fare i compiti ed erano sull’uscio di casa, pronti a fare qualsiasi cosa fosse loro chiesto pur di avere poi il permesso per andare a giocare a pallone, nella piazzetta antistante la chiesa.

Le mamme brontolavano ma, erano maschietti e lo sport li aiutava a scaricare la loro vivacità e a farsi degli amici.

Cosi Erasmo, Giuseppe e Gaetano si riunivano, strada facendo, e giù a rotta di collo, lungo la via acciottolata, con il rischio di percorrerla ruzzolando, se uno dei tre avesse perso il passo.

La verità che raccontavano era tale solo in parte: si recavano sì nella piazzetta ma per andare al “Circolo dei Reduci”.

Era una casa a piano terra, malandata, dove seduti su delle sedie poco stabili c’erano i vecchi del paese, quelli che erano parte della sua storia, che erano andati in guerra ed avevano avuto la fortuna di tornare.

Tre di loro portavano gli stessi nomi di quei ragazzi dei quali erano i nonni.

Un’insegna di cartone, attaccata alla porta con lo spago e che regolarmente cadeva quando c’era vento, spiegava a chi aveva la fortuna di sapere leggere, che coloro che si riunivano in quella casa erano uniti da un passato di eroismo e di battaglie che, tenuti in vita dalle parole, erano diventati ricordi.

Tutti e tre avevano servito la loro Patria, ognuno in modo diverso dall’altro ma con lo stesso patriottismo e lo stesso coraggio.

Quasi tutti avevano un bastone a cui si appoggiavano per alzarsi, le ferite di guerra parlavano ancora e l’intensità del dolore non permetteva loro di dimenticare.

In quella misera stanza, ogni giorno, si consumava la liturgia del racconto ed erano diventati così bravi che se uno si fermava perché, quasi soffocato dal fumo del sigaro, ripetutamente aspirato e spento, l’altro continuava anche per lui.

Le donne non capivano questa necessità di parlare sempre del passato, soprattutto ai ragazzi che potevano rimanere turbati.

Ma i vecchi erano testardi e sapevano che credere in qualcosa significava lottare perché non sia dimenticata.

Così i ragazzi si accovacciavano ai loro piedi e, in religioso silenzio, ascoltavano quello che tre giovani soldati avevano fatto nella prima guerra mondiale per farli nascere in una terra più libera.

Erasmo era stato ben cinque anni in guerra, spesi in parte a combattere e in parte prigioniero degli Austro Ungarici che gli avevano rubato l’infanzia dei suoi figli.

Giuseppe era il più malridotto dei tre: arruolato fresco di laurea, fu mandato in prima linea, al comando di un drappello di uomini coraggiosi.

Era il primo ad andare all’assalto e l’ultimo a rientrare.

Già, perché allora si combatteva così, corpo a corpo ed a fermarti erano solo le bombe o la morte.

Tutte le volte che rientravano da un’operazione, Giuseppe contava i suoi uomini e, se qualcuno mancava all’appello, si tornava indietro a cercarlo, vivo o morto.

Durante una ritirata, ormai sopraffatti dalla superiorità numerica del nemico, fu individuato e, mentre correva, per sfuggire alle bombe che piovevano dall’alto ed al fuoco di una mitragliatrice che si faceva strada tra gli alberi, saltò dentro un pozzo dove riuscì, fortunatamente, a trovare un appiglio: era un arbusto dalle profonde radici che lo sosteneva mentre le sue gambe, ferite, penzolavano inerti dentro l’acqua di un inverno ghiacciato.

Quella notte – Giuseppe pensò – che fosse l’ultima e proprio mentre lasciava andare le mani, ormai ferite per la lunga presa, prima di perdere i sensi sentì una voce che gridava: «Venite, qui c’è il Capitano.»

Lo salvarono ma le sue gambe rimasero per sempre indolenzite.

Gaetano era il più giovane dei tre e il suo amor patrio era pari alla sua voglia di vivere e divertirsi.

Era sbadato e fu grato a Dio quando fu assegnato alla foresteria, lontano dal fronte dove sarebbe andato incontro a morte sicura.

Il minimo rumore di combattimento lo disorientava al punto da fargli mollare qualunque comando stesse eseguendo per rifugiarsi in qualche posto più sicuro.

Quando arrivò alla conclusione che nessuna guerra poteva essere la sua, decise di accorciare i tempi e si cacciò uno spicchio d’aglio dentro un orecchio.

La paura aveva vinto sul coraggio, ma, spese notti intere a scrivere messaggi da recapitare ai fami-liari per quei feriti che non sarebbero più tornati.

Si procurò un’otite purulenta ed il Comando fu costretto a rimpatriarlo perché il timpano si danneggiò a tal punto da rimetterci l’udito.

Le tasche della sua divisa, sopravvissuta anch’essa alla guerra, erano piene di bigliettini e, laddove fu possibile, arrivarono a destinazione.

Tutti e tre erano partiti perché quando la Patria chiama il dovere impone di andare, ma in guerra ti misuri con te stesso oltre che con il nemico e, quando torni, ti accorgi che le macerie non sono solo fuori ma anche dentro di te.

Ilze Zeimule Stepanova


ha ricevuto da Liga Sarah Lapinska, per conto di DILA, una delle antologie del Premio “Otto milioni” insieme alla rivista Eudonna (pubblicata dalla casa editrice Il Sextante di Mariapia Cìaghi) nella quale è stata pubblicata l’intervista da lei rilasciata a Liga Sarah Lapinska opinionista della pagina culturale pubblicata su questo quotidiano Il Dispari.
Ilze e non solo è un’apprezzata giornalista, ma è anche bella attrice e poetessa finalista del premio di Poesia “Otto milioni”.

Nellija Matjučenko,


ha ricevuto con molto piacere da Liga Sarah Lapinska (opinionista della pagina culturale pubblicata su questo quotidiano Il Dispari) per conto di DILA, l’antologia “Mare Monti Mare” dedicata al compianto Comandante Agostino Lauro.
Nellija Matjučenko lavora nella Biblioteca Scientifica di Jelgava nella quale non è la prima volta che sono stati resi disponibili i nostri libri in gratuita lettura.

 

DILA

Il Dispari 20181210 – Redazione culturale

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Il Dispari 20181210 – Redazione culturale

Il Dispari 20181210

 

EDITORIALE

Caterina Guttadauro La Brasca ha vinto il premio di narrativa “Otto milioni” 2018.

17 /11/2018 #BCM18 Bookcity:

nell’Aula magna della SIAM, l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, tramite la sua Presidente Roberta Panizza, ha proclamato la vittoria di Caterina Guttadauro La Brasca, scrittrice e giornalista nonché opinionista della pagina culturale del quotidiano “Il Dispari“, nella sezione “Narrativa” del Premio “Otto milioni” 2018.

A Caterina vanno tutti i più calorosi complimenti da parte della Direzione e della Redazione di Il Dispari.

Questi sono i testi completi con i quali Roberta Panizza e Stefano Degli Abbati hanno comunicata la sua vittoria.

ROBERTA PANIZZA:

Ha vinto, quindi, Caterina Guttadauro La Brasca con il racconto “La storia siamo noi”, ma chi è Caterina Guttadauro La Brasca?

Caterina Guttadauro La Brasca è nata e vissuta in Sicilia dove ha completato i suoi studi classici. Vive da 40 anni a Bologna, sposata è madre di una figlia, medico-psicoterapeuta.

È da sempre amante dello scrivere.

È stata Relatrice alla Fiera dell’Editoria World book International di Cattolica nel 2014, Presidente di Giuria in ben quattro edizioni del Concorso Letterario Nazionale: “L’Anfora di Calliope”e al World Literary Price, Concorso Letterario Mondiale itinerante, alla riscoperta delle capitali mondiali.

Recensionista, creatrice ed organizzatrice di eventi letterari nazionali ed internazionali.

Scrive per la Rivista parigina “La Voce”, bimensile cartaceo bilingue che diffonde la cultura italiana all’estero e per “Fattitaliani”, quotidiano on line.

Con i suoi libri è stata presente al Salone Internazionale del Libro di Torino e a Roma alla Fiera del Libro ”Più Libri Più Liberi”.

È stata nel direttivo dell’Associazione Culturale “Lo Specchio di Alice”, dove scriveva sulla Rivista Quaderni, ed ha preso parte ad un Romanzo Collettivo, assieme ad altri scrittori.

I libri che ha pubblicato, sono:

“La Barriera Invisibile” nel 2010;
“Silenzi d’Amore” nel 2011;
“La Vita appesa ai muri” nel 2013;
“La voglio gassata” nel 2015. Questo libro è stato adottato dall’A.I.L (Associazione italiana contro le leucemie, mielomi e fibromi) e reca in copertina il Logo Nazionale dell’Associazione per concessione del Presidente Nazionale Prof. Mandelli. Parte del ricavato è stato devoluto all’A.I.L.
Attualmente è al lavoro al suo quinto libro che è un romanzo storico/saggio, ambientato nel 1940.

Caterina ama dire: “I libri sono come i figli, li facciamo ma non ci appartengono, sono di tutti perché ognuno trova in essi la sua verità.

Dal 2017 propone un sua rubrica nella pagina culturale del quotidiano Il Dispari di Gaetano Di Meglio, invitandoci ad entrare nel mondo artistico e letterario che lei ambisce di presentare a tutti coloro che seguono con interesse l’arte, la cultura, e le attività sociali.
Stefano Degli Abbati, vi leggerà il racconto di Caterina Guttadauro La Brasca “La storia siamo noi” primo classificato nel premio “Otto milioni” 2018.

STEFANO DEGLI ABBATI

Caterina Guttadauro: La Storia siamo noi

Era la solita ora, pomeriggio inoltrato e nelle vie assolate di un povero paese della Sicilia si ripeteva lo stesso rituale: tre bambini avevano più o meno finito di fare i compiti ed erano sull’uscio di casa, pronti a fare qualsiasi cosa fosse loro chiesto pur di avere poi il permesso per andare a giocare a pallone, nella piazzetta antistante la chiesa.

Le mamme brontolavano ma, erano maschietti e lo sport li aiutava a scaricare la loro vivacità e a farsi degli amici.

Cosi Erasmo, Giuseppe e Gaetano si riunivano, strada facendo, e giù a rotta di collo, lungo la via acciottolata, con il rischio di percorrerla ruzzolando, se uno dei tre avesse perso il passo.

La verità che raccontavano era tale solo in parte: si recavano sì nella piazzetta ma per andare al “Circolo dei Reduci”.

Era una casa a piano terra, malandata, dove seduti su delle sedie poco stabili c’erano i vecchi del paese, quelli che erano parte della sua storia, che erano andati in guerra ed avevano avuto la fortuna di tornare.

Tre di loro portavano gli stessi nomi di quei ragazzi dei quali erano i nonni.

Un’insegna di cartone, attaccata alla porta con lo spago e che regolarmente cadeva quando c’era vento, spiegava a chi aveva la fortuna di sapere leggere, che coloro che si riunivano in quella casa erano uniti da un passato di eroismo e di battaglie che, tenuti in vita dalle parole, erano diventati ricordi.

Tutti e tre avevano servito la loro Patria, ognuno in modo diverso dall’altro ma con lo stesso patriottismo e lo stesso coraggio.

Quasi tutti avevano un bastone a cui si appoggiavano per alzarsi, le ferite di guerra parlavano ancora e l’intensità del dolore non permetteva loro di dimenticare.

In quella misera stanza, ogni giorno, si consumava la liturgia del racconto ed erano diventati così bravi che se uno si fermava perché, quasi soffocato dal fumo del sigaro, ripetutamente aspirato e spento, l’altro continuava anche per lui.

Le donne non capivano questa necessità di parlare sempre del passato, soprattutto ai ragazzi che potevano rimanere turbati.

Ma i vecchi erano testardi e sapevano che credere in qualcosa significava lottare perché non sia dimenticata.

Così i ragazzi si accovacciavano ai loro piedi e, in religioso silenzio, ascoltavano quello che tre giovani soldati avevano fatto nella prima guerra mondiale per farli nascere in una terra più libera.

Erasmo era stato ben cinque anni in guerra, spesi in parte a combattere e in parte prigioniero degli Austro Ungarici che gli avevano rubato l’infanzia dei suoi figli.

Giuseppe era il più malridotto dei tre: arruolato fresco di laurea, fu mandato in prima linea, al comando di un drappello di uomini coraggiosi.

Era il primo ad andare all’assalto e l’ultimo a rientrare.

Già, perché allora si combatteva così, corpo a corpo ed a fermarti erano solo le bombe o la morte.

Tutte le volte che rientravano da un’operazione, Giuseppe contava i suoi uomini e, se qualcuno mancava all’appello, si tornava indietro a cercarlo, vivo o morto.

Durante una ritirata, ormai sopraffatti dalla superiorità numerica del nemico, fu individuato e, mentre correva, per sfuggire alle bombe che piovevano dall’alto ed al fuoco di una mitragliatrice che si faceva strada tra gli alberi, saltò dentro un pozzo dove riuscì, fortunatamente, a trovare un appiglio: era un arbusto dalle profonde radici che lo sosteneva mentre le sue gambe, ferite, penzolavano inerti dentro l’acqua di un inverno ghiacciato.

Quella notte – Giuseppe pensò – che fosse l’ultima e proprio mentre lasciava andare le mani, ormai ferite per la lunga presa, prima di perdere i sensi sentì una voce che gridava: «Venite, qui c’è il Capitano.»

Lo salvarono ma le sue gambe rimasero per sempre indolenzite.

Gaetano era il più giovane dei tre e il suo amor patrio era pari alla sua voglia di vivere e divertirsi.

Era sbadato e fu grato a Dio quando fu assegnato alla foresteria, lontano dal fronte dove sarebbe andato incontro a morte sicura.

Il minimo rumore di combattimento lo disorientava al punto da fargli mollare qualunque comando stesse eseguendo per rifugiarsi in qualche posto più sicuro.

Quando arrivò alla conclusione che nessuna guerra poteva essere la sua, decise di accorciare i tempi e si cacciò uno spicchio d’aglio dentro un orecchio.

La paura aveva vinto sul coraggio, ma, spese notti intere a scrivere messaggi da recapitare ai fami-liari per quei feriti che non sarebbero più tornati.

Si procurò un’otite purulenta ed il Comando fu costretto a rimpatriarlo perché il timpano si danneggiò a tal punto da rimetterci l’udito.

Le tasche della sua divisa, sopravvissuta anch’essa alla guerra, erano piene di bigliettini e, laddove fu possibile, arrivarono a destinazione.

Tutti e tre erano partiti perché quando la Patria chiama il dovere impone di andare, ma in guerra ti misuri con te stesso oltre che con il nemico e, quando torni, ti accorgi che le macerie non sono solo fuori ma anche dentro di te.

Ilze Zeimule Stepanova


ha ricevuto da Liga Sarah Lapinska, per conto di DILA, una delle antologie del Premio “Otto milioni” insieme alla rivista Eudonna (pubblicata dalla casa editrice Il Sextante di Mariapia Cìaghi) nella quale è stata pubblicata l’intervista da lei rilasciata a Liga Sarah Lapinska opinionista della pagina culturale pubblicata su questo quotidiano Il Dispari.
Ilze e non solo è un’apprezzata giornalista, ma è anche bella attrice e poetessa finalista del premio di Poesia “Otto milioni”.

Nellija Matjučenko,


ha ricevuto con molto piacere da Liga Sarah Lapinska (opinionista della pagina culturale pubblicata su questo quotidiano Il Dispari) per conto di DILA, l’antologia “Mare Monti Mare” dedicata al compianto Comandante Agostino Lauro.
Nellija Matjučenko lavora nella Biblioteca Scientifica di Jelgava nella quale non è la prima volta che sono stati resi disponibili i nostri libri in gratuita lettura.

Il Dispari 20181203 – Redazione culturale

Il Dispari 20181203

Il Dispari 20181203

EDITORIALE

Silvana Lazzarino ha vinto il premio di giornalismo “Otto milioni” 2018.

17 /11/2018 #BCM18 Bookcity: nell’Aula magna della SIAM, l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, tramite la sua Presidente Roberta Panizza, ha  proclamato la vittoria di Silvana Lazzarino, poetessa e giornalista nonché opinionista di questa pagina, nella sezione “Giornalismo” del Premio “Otto milioni” 2018.

A Silvana vanno tutti i più calorosi complimenti da parte della Direzione e della Redazione di Il Dispari.

Questi sono i testi completi con i quali Roberta Panizza e Stefano Degli Abbati hanno comunicata la sua vittoria.

ROBERTA PANIZZA:

Ha vinto Silvana Lazzarino con l’articolo/intervista dedicato alla pittrice Patrizia Canola.

Chi è Silvana Lazzarino? 

Silvana Lazzarino, di Roma, dopo la laurea in Lettere si è dedicata al giornalismo, con particolare attenzione a recensioni di film e mostre d’arte.

Tra le collaborazioni in questo campo, vanno ricordate quelle con Radio Vaticana e con il quotidiano “Il Giornale”.

Attualmente scrive recensioni di mostre di d’arte e di eventi  per alcuni periodici on-line tra i quali  ABOUTART.

Scrive anche sul quotidiano cartaceo “Il Dispari” (che esce a Napoli e ad Ischia) e sulla rivista trimestrale “Eudonna” edita da Il Sextante di Mariapia Ciaghi.

Ha scritto inoltre la prefazione al libro Sexappeal pubblicato nel 2015 dal fotografo delle “Dive” Bruno Oliviero.

Di notevole interesse agiografico sono tutte le interviste (rilasciate a lei in esclusiva) con le quali ha definito caratteri e comportamenti artistici e sociali di numerosi ed importanti personaggi pubblici quali: Vincenzo Savarese giornalista sportivo, Elisa Barone avvocato e scrittrice, Clelia Loppi collezionista di icone, Patrizia Canola pittrice, Milena Petrarca pittrice, Angela Maria Tiberi poetessa, Bruno Mancini scrittore e poeta.

Vasta e qualificata è stata ed è la sua collaborazione nel settore delle Mostre D’Arte italiane.

In questo ambito ha presentato e scritto l’introduzione al catalogo, edito da Il Sextante, della mostra collettiva “Soul in The Art” presso la Ipso Art Gallery di Perugia svoltasi nel dicembre 2017 dedicata ad artisti contemporanei di spicco.

Ha scritto un articolo per il Catalogo edito da Silvana Editoriale riferito alla Mostra di Alba Gonzales “Miti mediterranei” svoltasi a Palermo presso villa Malfitano da maggio a settembre di quest’anno.

Ha pubblicato, inoltre, un articolo sulla Rivista “Art Style”  dedicato alla scultrice Alba Gonzales.

Accanto all’arte e al cinema Silvana Lazzarino, Socia Sostenitrice dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” ha la passione per la poesia.

Pertanto, ha partecipato a diversi concorsi di poesia giungendo in finale e ottenendo importanti riconoscimenti in un gran numero di casi, tra i quali ci piace indicare il secondo posto assoluto ottenuto alla quinta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni” con la poesia: “Il bacio”.

A diffusione della sua attività poetica ha pubblicato tre raccolte di versi: Cosmogonia , Oltre le immagini tra visone ed emozione, La Seduzione dell’Immagine. Dall’Arte ai Versi poetici. Alba Gonzales Patrizia Canola mie muse ispiratrici.

Stefano Degli Abbati vi leggerà il suo articolo primo classificato.

L’articolo è datato 2017 e, quindi, in alcune frasi ci sono riferimenti a fatti riportati come futuri, mentre in realtà essi sono già accaduti.

STEFANO DEGLI ABBATI:

Patrizia Canola a Ischia con la Mostra “Negli orizzonti della vita tra luce e colore”.

 Nel dare forma e vita ai ritmi infiniti della natura con i suoi volti sempre diversi di stagione in stagione, la luce nei suoi molteplici riflessi unitamente al colore, irrompe con equilibrio e armonia nei dipinti lirici e avvolgenti di Patrizia Canola, artista di fama internazionale capace come poche di rappresentare le emozioni della vita tra materia e spirito, desideri e attese.

Pittrice affermata e di successo, Patrizia Canola ha all’attivo numerose mostre in Italia e all’estero.

Tra le più recenti quella a Gualdo Tadino (Pg) “Nel Respiro di Gaia la Madre Terra” Settembre 2016, a Venezia “Art Walk” a Palazzo Zenobio (Febbraio-Marzo 2017) e l’Esposizione “Triennale di Roma” (26/03-22/04 2017) alla Fondazione Crocetti.

La natura protagonista delle sue opere, tra silenziosi paesaggi invernali con neve e ghiacciai, distese di campi di grano e fiori dalla tinte accese, ruscelli, maestosi faggi e ancora cieli a perdita d’occhio di cui colpiscono i notturni dai riflessi argentati simili ad arabeschi, apre ad una sorta di compenetrazione visivo-emotiva riportando in superficie desideri lontani, sogni in cui sperare.

Nata a Milano, ma attiva in Brianza, sito privilegiato dove da forma e vita ad opere avvolgenti che raccontano dei suoni e dei bisbiglii, dei respiri e silenzi della natura, Patrizia Canola, nei suoi dipinti crea scenari dal forte impatto emotivo dove si intrecciano linee e forme avvolgenti che, cadenzate dal ritmo di una luce filtrata, guidano lo sguardo verso sentieri visti e sognati a recuperare sensazioni, lontane eppure vicine, che il tempo non cancella.

Così, Patrizia Canola, artista raffinata e sensibile, rivela le emozioni della vita che riaffiorano anche dopo tempo posando lo sguardo negli spazi tra terra e cielo dove la linea di confine sembra svanire a suggerire una possibile interazione tra l’orizzonte fisico e metafisico.

Gli scenari sono quelli di un paesaggio filtrato nei suoi diversi volti e manifestazioni dalla forza rivelatrice della luce.

Luce che forma e fonde il colore a svelare i dettagli di questa natura solare e rasserenante che rimanda all’eterno ciclo dell’esistenza nel passare delle stagioni.

La luce da lei catturata, sia diurna sia crepuscolare, avvolge ogni singolo particolare del paesaggio o veduta: ecco che un bosco, un campo di grano, un torrente d’acqua cristallina e poi le mimose, le peonie e l’uva bianca, si riempiono di questa essenza che traspare in ogni loro dettaglio creando il senso del movimento.

La luce liberandosi nel cielo sembra irrompere e palpitare fra i rami e le cime degli alberi come in Luci d’Autunno, mentre fermandosi su spazi ghiacciati trasforma gli stessi in specchi per cieli quasi marmorei e custodi di verità come in Incanto d’inverno.

Verità sul senso della vita inafferrabile, ma percepibile attraverso colori intensi e vivaci, delicati e avvolgenti nel loro restituire profumi ed energia ad alberi, fiori, fili d’erba, ninfee che raccontano della continuità, del passare dalla nascita alla morte, per poi rinascere.

È la rinascita del respiro cosmico che abbraccia il finito e l’infinito tra la terra e il cielo parlando all’uomo del mistero della vita.

Accanto alla pittura di paesaggio dove lo studio della luce come si è visto è fondamentale e dove la stessa definisce ogni dettaglio, Patrizia Canola si è dedicata al ritratto, allo studio dei cavalli (in particolare affascinata dal loro movimento), ai singoli alberi e alle nature morte dove campeggiano fiori e frutta.

Ma il suo stile, da qualche tempo, parallelamente si è indirizzato verso un pensiero metafisico dove le figure non sono più definite e dove prevalgono colori molto chiari, tendenti al bianco, per raccontare il suo modo di sentire la vita filtrata attraverso una grande sensibilità dove al centro è il destino dell’uomo, con le domande sul senso della vita.

Quindi prevalgono tematiche legate al sentimento della libertà, al futuro il cui delinearsi dipende dall’uomo: futuro che può apparire incerto e indefinito, ma necessita di una scelta.

Aspetti che Patrizia Canola, con grande eleganza e poesia, riesce a definire sulla tela regalando emozioni senza tempo perché avvolgono la vita dell’uomo fatta di scelte e speranze. In questa scia si possono leggere dipinti come: Va pensiero, Futuro e Incontri.

Per la prima volta i più bei dipinti di questa straordinaria artista arrivano ad Ischia per restarvi in una suggestiva esposizione a lei dedicata negli spazi del Museo Etnografico del Mare. Bruno Mancini, Presidente della DILA ha conosciuto Patrizia Canola in occasione dell’evento del Bookcity dello scorso Novembre 2016 a Milano dove la DILA è stata protagonista con un ricco programma di appuntamenti tra musica, presentazione dell’Antologia “Otto milioni” e letture di testi e poesie.

La mostra “PATIRIZIA CANOLA. NEGLI ORIZZONTI DELLA VITA TRA LUCE E COLORE”, organizzata da Bruno Mancini e curata da Silvana Lazzarino, sarà in esposizione dal 15 Maggio al 15 Settembre 2017 al Museo Etnografico del Mare di Ischia.

In permanenza si possono ammirare sette dipinti dell’artista dove a trionfare è la natura con luci e colori e in particolare il motivo dell’acqua delle coste marine della Sardegna e delle Marche rispettivamente con Colori di Sardegna ed Estate marchigiana dove lo sguardo si lascia catturare da avvolgenti riflessi di colori che uniscono cielo e mare; elemento dell’acqua che culla e accarezza le bianche Ninfee leggere come ballerine. Intense poi le atmosfere lungo l’Adda del dipinto I colori del fiume Adda dove campeggiano i gialli, il verde accompagnati da tonalità blu dell’acqua dove l’ambiente circostante si riflette, come anche di ampio respiro è Campo di lavanda con il viola della lavanda in primo piano che risalta sull’azzurro e le increspature scure del cielo, e poi le colorate Melagrane.

Distante da tonalità così vivici e intense è l’atmosfera ovattata come da sogno che si respira nel dipinto Inverno dove cromie grigio, tendenti all’azzurro sembrano rarefatte come attutite ad indicare un momento di riflessione e sospensione del pensiero, necessario all’uomo per ritrovare se stesso guardando dentro di sé a partire dalla natura che si riposa.

Sette dipinti intensi di cui tre inediti grandi (Estate marchigiana, Ninfee e I colori del fiume Adda), tutti emozionanti dove viene privilegiato il tema dell’acqua e naturalmente dei colori che si richiamano all’isola verde come è denominata la splendida Ischia. Il tema dell’acqua come ritmo delle emozioni e della vita che scorre è la linfa della Terra e della natura cui dona energia e fertilità.

Acqua cristallina come quella delle coste della Sardegna, acqua dai contrasti luminosi verdi e blu come quella dell’Adda, e ancora acqua trasparente dove si specchiano le ninfee espandendo i propri tenuti colori.

Ogni angolo della natura che si rispecchi in “scenari d’acqua” unitamente ai riflessi della luce crea rifrazioni di infinite armonie di colori dove riscoprire le emozioni che arricchiscono pensieri tra attese e speranze. Nel suo lavoro Patrizia Canola rivolge il suo studio e la sua ricerca al colore e alla luce fondamentali per la sua arte.

Queste le sue parole: “I colori sono la musica e il direttore d’orchestra è la luce”.

Il Dispari 20181203 – Redazione culturale

Il Dispari 20181126 – Redazione culturale

Il Dispari 20181126

#BCM18 Bookcity Milano 2018 Foto Video

Da questo momento in poi ci saranno decine e decine di foto e di video atte ad illustrare i risultati del lungo e faticoso impegno promosso e portato avanti dal sottoscritto con la determinante collaborazione di Roberta Panizza, così che tutti voi potrete farvi un’idea di quali Artisti, di quali opere, di quali progetti, di quali sponsor, di quali amici ecc. ecc. abbiamo proposto le attività e le qualità artistiche, culturali e sociali, nel segno del Made in Ischia, durante il #BCM18 che è certamente la più importante e qualificata rassegna editoriale e culturale italiana.

Dico subito che, a mio avviso, è un onore inestimabile poter esporre quadri nella galleria degli uomini illustri della storica Società d’incoraggiamento Arti e Mestieri SIAM (e l’abbiamo fatto con opere di Līga Lapinska di Flora Rucco e di Patrizia Canola); così come lo è il proiettare in anteprima mondiale lo stralcio di una Sinfonia (e l’abbiamo fatto con la Sinfonia “Ischia” musicata dal Maestro Roberto Prandin in seguito ad un accordo con DILA); ed è anche un privilegio ineguagliabile il poter leggere nell’Aula Magna della SIAM poesie, racconti, articoli giornalistici (e l’abbiamo fatto leggendo testi di Silvana Lazzarino, Caterina Guttadauro La Brasca , Miriam Bruni Roberta Panizza, Angela Maria Tiberi, Stefano Degli Abbati, Giuseppe Vultaggio, Anna Rancāne, Liga Sarah Lapinska, Franco Maccioni e Bruno Mancini); senza sottacere la soddisfazione di proiettare in quella stessa Aula Magna video composti con musiche inedite e con riproduzioni di opere di arti grafiche (e l’abbiamo fatto con musiche di Roberto Prandin e di Antonio Di Nauta, e opere di Liga Sarah Lapinska e di Milena Petrarca); ed eseguire live un repertorio inedito di musiche elaborate per clarino (e l’abbiamo fatto con Domenico Umbro).

A TUTTO ciò si è aggiunta una serata Speciale nel centro artistico Mare Culturale Urbano alla quale chi non ha partecipato ha perso una grossa occasione per un “tuffo” nelle emozioni dell’arte (musica, poesia, pittura).

Però, nonostante le suddette importanti soddisfazioni, in questa nostra partecipazione al #BCM18 è accaduto un qualcosa che rimarrà fissato in maniera indelebile nei miei ricordi.

Il premio per gli oltre 10 anni di serio e costruttivo impegno.

La ciliegina sulla torta che stavamo aspettando da ben quattro anni.

Il riconoscimento ufficiale della bontà delle nostre proposte letterarie.

L’ingresso nell’Eden della letteratura non solo italiana ma di respiro internazionale.

L’inclusione dei nostri testi tra quelli blasonati delle maggiori case editrici nazionali (Feltrinelli, Mondadori, Einaudi ecc.)

Tutto ciò ve lo propongo con le foto che seguono, nelle quali vedrete le Antologie Otto milioni – Da Ischia L’Arte – Le mille porte – Da Ischia sempre poesia – Otto milioni 2016 – Una pagina un’emozione – Giochi d’amore a Sermoneta – La sagra del peccato – Erotismo, sì! (pubblicate dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” con la Casa editrice “Il Sextante” di Mariapia Ciaghi) proposte nel BOOK STORE allestito da #BCM18 Bookcity 2018 nel celeberrimo CASTELLO SFORZESCO di Milano gremito di gente.

W L’ARTE
W DILA
Grazie #BCM18.

Silavana Lazzarino al Bookcity 2016

Da sinistra Patrizia Canola Silvana Lazzarino e Alba Gonzales

 

sdr

 

Roberto Prandin, Domenico Umbro, Stefano Degli Abbati, Flora Rucco, con Roberta Panizza e Bruno Mancini al #BCM18 nell’aula magna della SIAM.

L’edizione di quest’anno del Bookcity di Milano ha visto coinvolta la nostra associazione DILA – Da Ischia l’arte con ben due eventi: il primo “OTTO MILIONI” presso la SIAM – Società d’incoraggiamento d’arti e mestieri il giorno 17 novembre e il secondo TRA MUSICA E POESIA”, presso il centro di produzione artistica “Mare Culturale Urbano” il giorno 18 novembre.

Il primo evento aveva come momento clou la proclamazione dei vincitori del Premio Otto milioni bandito anche quest’anno dall’associazione DILA per le sezioni nelle quali si articolava: narrativa, giornalismo, arti grafiche e poesia, musica.

Su queste pagine sono state pubblicate lunedì scorso le relative classifiche di questo Premio che ha contato numerosissimi partecipanti dall’Italia ma anche dall’estero.

In tantissimi, infatti, hanno inviato le loro opere dimostrando una notevole attenzione alla proposta Made in Ischia effettuata dall’associazione DILA.

La mattinata del 17 novembre alla SIAM non è stata però solo questo: i presenti hanno potuto godere anche della musica del Maestro Domenico Umbro che ha suonato alcuni pezzi con clarinetto e flauto.

Altro momento musicale importante è stato quello in cui si è avuta l’anteprima mondiale della sinfonia composta per Ischia dal Maestro Roberto Prandin.

Alcuni pezzi di quest’ultimo sono stati suonati anche da Domenico Umbro.

Sono quindi stati presentati altri amici e collaboratori dell’associazione quali Angela Maria Tiberi, Caterina Guttadauro La Brasca e la casa editrice Il Sextante di Mariapia Ciaghi.

Hanno concluso la mattinata due momenti poetici con la lettura di versi di Bruno Mancini e Roberta Panizza accompagnati dalla chitarra di Domenico Umbro.
Il lettore di tutti i pezzi di poesia e narrativa dell’evento è stato Stefano degli Abbati.

A fare da cornice all’evento e a suo completamento, nella sala adiacente a quella dell’evento, la galleria degli uomini illustri, è stata allestita una mostra di quadri di Patrizia Canola, Liga Sarah Lapinska e Flora Rucco.

Le loro opere hanno dato lustro alla manifestazione e hanno deliziato gli occhi e l’animo dei presenti.

I promotori di questa iniziativa culturale accolta e promossa dal Bookcity di Milano, Bruno Mancini e la sottoscritta Roberta Panizza, rispettivamente Presidente Onorario e Presidente dell’associazione DILA, si dicono onorati di aver visto inserita la loro idea nel programma del Bookcity e ringraziano tutti i collaboratori che ne hanno favorito la realizzazione oltre che i tantissimi partecipanti al Premio.
Diamo l’appuntamento ai lettori per la prossima settimana, sempre su queste pagine,
per leggere dell’evento del 18 novembre presso il Mare Culturale Urbano, un’altra bella esperienza con DILA al Bookcity di Milano.

 

Adriana Iftimie

Inauguriamo oggi la nuova rubrica di Adriana Iftimie, raffinata e moderna scrittrice poetessa, della quale vi presenteremo quanto prima un’intervista esclusiva per questa pagina culturale del quotidiano Il Dispari scritta da Silvana Lazzarino che è la vincitrice dell’edizione 2018 del premio di giornalismo “Otto milioni”.
La rubrica si attiverà su base mensile pubblicando, in esclusiva su questa pagina, una poesia di Adrina Iftimie assolutamente inedita scelta dalla redazione.
Benvenuta Adriana e buona lettura a tutti voi!

9 settimane e mezzo

Distendi sulle omissioni
il tempo farraginoso,
anfora di giorni scaduti,
spogliati di dignità,
tra disordini che conti
come i vizi capitali
a ritroso di una speranza
sbranata dal dolore
e sciupate parole urlate.

 

 

 

DILA

Un’emozione – Tutte le pagine dell’antologia “Una pagina, un’emozione”

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Un’emozione – Tutte le pagine dell’antologia “Una pagina, un’emozione”

Un’emozione

Una pagina, un’emozione tutto – pdf

Un'emozione - Tutte le pagine dell'antologia "Una pagina, un'emozione"

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Il Dispari 20181112 – Redazione culturale

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Il Dispari 20181112 – Redazione culturale

Il Dispari 20181112

 

Al #BCM18 due eventi MADE IN ISCHIA

L’associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” presenterà i suoi Artisti e le sue proposte artistiche, culturali e sociali al Bookcity Milano: il 17/11/2018 nell’aula magna della “Società d’Incoraggiamento Arti e Mestieri – SIAM” e il 18/11/2018 nella sala polivalente del centro di produzione artistica “Mare Culturale Urbano” con l’organizzazione, la direzione, la conduzione e la presentazione di Bruno Mancini, Roberta Panizza, Gaetano Di Meglio, Mariapia Ciaghi, Roberto Prandin, Domenico Umbro, Stefano Degli Abbati, Adriana Iftimie, Flora Rucco.

Il primo atto dei due eventi consisterà nella comunicazione delle classifiche finali dei cinque premi “Otto milioni” 2018 e nell’informazione della data e del luogo ove verrà celebrata la cerimonia di premiazione degli Artisti vincitori dei cinque premi (giornalismo, narrativa, musica, poesia, arti grafiche).

Tra le tante altre iniziative collegate ai due eventi (mostre pittoriche, letture di testi, presentazioni Artisti, musica, ecc.), ci piace segnalare la proiezione, in anteprima mondiale, di un video realizzato con immagini dell’isola d’Ischia e con la colonna sonora composta dai primi otto minuti della sinfonia “Per Ischia” scritta dal Maestro Roberto Prandin su invito dell’associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Data la notorietà internazionale dell’Artista, e considerando il fatto che tale musica è, fino ad oggi, l’unica SINFONIA scritta sulla base di emozioni suscitate dalla nostra isola, c’è da essere certi che in breve tempo arriveranno proposte serie per la sua esecuzione da parte di prestigiose orchestre.
DILA tenterà di far sì che la prima esecuzione mondiale avvenga a Ischia, ma per ottenere ciò saranno necessarie molte circostanze favorevoli (Patrocini e Sponsor prima di tutto).

Per entrambi gli eventi è previsto l’ingresso gratuito e sono possibili prenotazioni fino ad esaurimento dei posti in sala.

Info: emmegiischia@gmail.com Tel 3914830355 (tutti i giorni dalle 12 alle 23).

 

Bruno Mancini

Roberta Panizza

Gaetano Di Meglio

Mariapia Ciaghi

Roberto Prandin

Flora Rucco

Adriana Iftimie

Domenico Umbro

Stefano Degli Abbati

Il Dispari 20181105 – Redazione culturale

Il Dispari 20181105

Editoriale

L’incipit del mio racconto “La notizia virgola” tratto dalla raccolta “Per Aurora volume secondo

La Notizia virgola – Capitolo 1°

Edoardo: -«La notizia si diffuse così rapidamente da lasciarmi di stucco.»
Edith: -«Perché di stucco?»
Edoardo: -«Vero, non di stucco ma di marmo.»
Tom: -«Che cambia?»
Edoardo: -«Il marmo è duro.»
Edith: -«Anche lo stucco.»
Edoardo: -«Il marmo è bianco.»
Edith: -«Anche lo stucco.»
Edoardo: -«Per te ci sarà una differenza!»
Edith: -«Trovala.»
Edoardo: -«La notizia si diffuse così rapidamente da lasciarmi come un pezzo di stucco marmorizzato.
Però, se ogni volta che inizio a mettere penna su carta mi devi assillare con puntigliose pedanti pignolerie linguistiche, decido di cambiare hobby.
Mi vado a divertire facendo lo scultore, giocando a scacchi, rompendo i coglioni alle signore mentre fanno la fila alla posta, all’ufficio anagrafe, registro, collocamento, inps inail enel
telecom asl sepsa treni banca assicurazione medico della mutua, con discorsi tipo…»
Edith: -«Non se ne può più di questi disservizi.»
Tom: -«Siamo trattati come merda.»
Edith: -«Nessuno si ribella.»
Tom: -«E loro se ne fottono.»
Edith: -«Meglio quando c’era Lui.»
Tom: -«Lui chi?»
Edoardo: -«Non ricordo se aveva i baffoni oppure era pelato.»
Tom: -«Così va bene! I pelati mi sono indigesti, non li ho mai avuti in simpatia, anzi quel pelato lì… crack, lui ed i suoi fanatici.»
Edoardo: -«Gesticola inveisce, impone certezze, consegna domande e risposte, ha fatto la guerra, ha i baffi bianchi e gialli (bianchi per l’età, gialli per le sigarette), si chiama Benito ed al primo figlio ha imposto il nome di Giuseppe, alla seconda Karla, ed il terzo lo ha chiamato Fidel.
Se le birre non finissero così presto!…

Dettagli del prodotto:

126 pagine, 6″ x 9″, rilegatura termica, 60# crema carta per l’interno, B/N inchiostro per l’interno, 100# bianco carta per l’esterno, in quadricromia inchiostro per l’esterno.
Editore Lulu.com.Standard Copyright License. Lingua Italiana. Prezzo 13.00€.
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Antologia “Penne Note Matite

Così come voluto da Gaetano Di Meglio, Direttore di “Il Dispari”, in questa pagina continuiamo la pubblicazione di tutti i testi proposti nell’antologia “Penne Note Matite” edita da Il Sextante di Mariapia Ciaghi.

Oggi possiamo conoscere Natalia Benedetti, Guido Arbonelli e Ilde Consales.

Buona lettura!

Natalia Benedetti e Guido Arbonelli “Duo Namaste”

La parola Namaste è originaria di una zona compresa tra l’India e il Nepal ma è utilizzata anche in molte regioni dell’Asia e nell’Australia meridionale.
Essa, pur essendo letteralmente traducibile con “mi inchino a te” in quanto deriva dal sanscrito “namas” (inchinarsi, salutare con reverenza) e “te” (a te), viene comunemente associata ad una valenza spirituale, per cui può forse essere interpretata in modo più completo come un saluto alle qualità divine che sono in te. Unita al gesto di congiungere le mani e chinare il capo, acquisisce l’ulteriore significato di “le qualità divine che sono in me si inchinano alle qualità divine che sono in te”.

Ciò può definirne quindi il significato ultimo come un saluto tramite il quale si riconosce la sacralità sia di chi porge il benvenuto sia di chi lo riceve.

Natalia Benedetti e Guido Arbonelli hanno scelto questo nome per il loro duo di clarinetti e canto, quale augurio di grande simbiosi che vogliono stabilire con i loro ascoltatori.

Ad Ischia ne abbiamo avuto un esempio recente durante la loro esibizione del Natale 2016 durante la quale hanno suonato anche il bellissimo inno “Girotondo di emozioni”, scritto da Guido e cantato da Natalia, dedicato a Ischia con il quale hanno vinto il premio internazionale “Otto milioni” edizione 2016.

Natalia è anche professore di strumento e direttrice dell’Orchestra della scuola media Cocchi-Aosta e Liceo Jacopone di Todi, mentre Guido, oggi docente al Conservatorio “Cherubini” di Firenze, ha fatto parte di numerose orchestre internazionali quali la NIS simphony orchestra (Serbia), Orchestra Sinfonica di Perugia e dell’Umbria, Arturo Toscanini orchestra, Queen’s College orchestra-Usa, Orchestra Sinfonica di Constanta-Romania, nonché delle orchestre della Rai di Torino e Napoli, ed ha tenuto il corso per Professori d’orchestra presso il Teatro lirico Sperimentale di Spoleto nell’anno 2007.

Ilde Consales

Professoressa universitaria di ruolo di Linguistica italiana presso Roma Tre University.

Precedentemente Ricercatrice di ruolo e Docente universitaria presso Università Roma Tre; Docente di Linguistica italiana e di Didattica della lingua italiana presso l’Università degli Studi di Macerata; Ricercatrice a progetto presso Università per Stranieri di Siena; Ricercatrice al CNR di Firenze presso Accademia della Crusca; Dottorato di Ricerca (PhD) presso Università degli Studi Roma Tre; Relatrice al 2° Convegno Internazionale di Linguistica e Glottologia Italiana (CILGI 2) presso la Uniwersytet Wrocławski patrocinato dall’Accademia della Crusca e dalla Società degli Italianisti Polacchi; Relatrice in qualità di Visiting Professorrssa presso la Slezská Univerzita v Opavě (Rep. Ceca).

Ma Ilde Consales è anche Soprano e cantante del Duo Tamiri con al pianoforte Santina Amici.

Negli ultimi mesi ha effettuato concerti presso l’Orto Botanico di Roma per l’AER (Associazione Ecologica Romana), voci recitanti Lucilla Di Pasquale, Isabella Colucci, musiche di Tiersen, Fauré, Bellini, Händel, Martini, Pergolesi, poesie di Tognolini, Lorca, Dell’Era, Schwarz, Klimer – 11 Maggio 2017; nella Chiesa di S. Maria dei Miracoli a Roma (meglio nota come una delle due “Chiese gemelle” di Piazza del Popolo, ed è quella di destra provenendo da Piazzale Flaminio) con Valentina Licastro (flauto), Carla Martirano (flauto), Santina Amici (organo), per i musicisti Cambristi di Roma con musiche di Bach, Händel, Vivaldi, Gluck, Massenet, Schubert, Marcello, Chaminade, Tulou, Gomez – 11 Giugno, 2017; nella Chiesa di S. Michele Arcangelo, Romari con Santina Amici all’organo (18 Marzo 2017).

L’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” ha raggiunto un accorso con Ilde Consales grazie al quale lei sarà interprete canora per la realizzazione di video di alto spessore artistico, nei quali saranno uniti poesia, canto, musica, arti visive, recitazione, spot commerciali e immagini della splendida isola d’Ischia.

Adriana Iftimie Ceroli‎ nuova penna di questa pagina culturale.

Chi è Adriana Iftimie Ceroli, ve lo diremo nelle prossime settimane, per ora gustatevi questa sua stupenda composizione di poesia intimistica.
Brava Adriana, e grazie per aver scelto DILA e Il Dispari come tuoi amici.

Isolamento

Cacciata via dalla mia stirpe,
ho imboccato veloce
l’anima sbilanciata
che rallentava
come la scrittura,
i miei pensieri
e ho fatto un corpo di parole
senza braccia,
una trappola per gli attimi
potenzialmente brillanti.
Dovevo battezzare tutto
con acqua piovana
perché i santi si rifiutavano di
scendere.
Dormivano nudi.
Io mi svegliai con sonagli,
tamburi,
cacciata via
dalla mia trappola
un tempo di lupi.