Il Dispari 20200406 – Redazione culturale DILA

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Il Dispari 20200406 – Redazione culturale DILA

Questa è la mia preghiera laica, epitaffio per coloro che sono morti e continuano a morire nella solitudine imposta dalla pandemia di coronavirus COVID-19.

Il Dispari 20200406

Il Dispari 20200406 – Redazione culturale DILA

Editoriale 

Dedicato a tutti coloro che sono morti senza un abbraccio

Dalla raccolta di poesie

“Non rubate la mia vita”

(2005 – 2007) di

Bruno Mancini

Quando sarò pensiero

Quando sarò pensiero
su cigli di visioni
dagli orizzonti nitidi
verso stele di mie antiche iscrizioni,
oppure anche
il tempo in cui sarò passione
nel buio ottuso
per lunghi sguardi amorosi
lasciati illanguidire dalle mie tristezze,
di certo o forse
il giorno che sarò ricordo
tra vociare arruffato
di vecchi amici alticci
sulle note matte delle mie sortite,
non posso, voglio,
quando sarò pensiero,
quando sarò pensiero
la docile coerenza
strappata a mani unite
dai cesti di delizie
per gli epigrammi delle tue certezze,
non posso, voglio,
il tempo in cui sarò passione,
il tempo in cui sarò passione
la mascherata tenerezza
oltre effimere apparenze
di abbracci mafiosi
interrata sotto il magna del tuo vulcano,
non posso, voglio,
il giorno che sarò ricordo,
il giorno che sarò ricordo
il giorno voglio
il nostro giorno voglio
intero
dal primo all’ultimo minuto
dal primo all’ultimo sorriso
dal primo all’ultimo tuo bacio.

Il Dispari 20200406 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200330 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200330

Il Dispari 20200330 – Redazione culturale DILA

Editoriale

Dalla raccolta di poesie
di Bruno Mancini
“Davanti al tempo” (1960 – 1963)

Vivi e morti

La morte su quel colle
stette in agguato un’ora.

“La morte è su quel colle.”
“La morte è tra quei vivi.”

La morte fu sul colle
la morte fu tra i vivi;
ma morti son quei vivi
che temono la morte.

————————-

Dalla raccolta di poesie
di Bruno Mancini
“La mia vita mai vissuta”
(1990 – 2014)

Verticalizza il vertice

La mezzanotte
inizio e fine d’astrusi pudori
(quando pareva fosse l’ora dei vampiri,
l’ultimo rintocco per Cenerentola in fuga,
il bang di un nuovo giorno),
verticalizza il vertice
dei suoi sgomenti inutili,
magari, forse, perché no,
spugnati
nelle paludi dell’indifferenza.

Contorno, cornice,
dove siete?

——————————-

Dalla raccolta di poesie
di Bruno Mancini
“La mia vita mai vissuta”
(1990 – 2014)

Volteggio

Volteggio
arrotolato in un tutù che non mi dona
– il rosa pallido del tulle e le scarpette bianche –
seguendo
melliflua sdolcinata
sviolinata
“Oh, com’è bello il ballo del mio cigno!”.
Intanto
il vento di ponente
ha sbrindellato stoppini e maschere
– sconvolge e ricompone –
superbo
nel moto andante-maestoso
sipari-nuvole
di stelle e di galassie.

Ho smesso d’essere clessidra,
ma non sarò batacchio in dondolo
per indicare l’ora di un cucù.

Liliana Manetti | Intervista Antonio Spagnuolo in esclusiva per il Dispari

Antonio Spagnuolo, nato a Napoli, poeta e saggista, si è dedicato sin dal 1953 alla ricerca poetica con riscontri critici di notevole interesse.
Già dal 2010 ha partecipato attivamente ai progetti culturali Made in Ischia di Bruno Mancini e di Roberta Panizza pubblicando alcune sue poesie nell’antologia “Ischia, mare e poesia”
http://www.lulu.com/product/a-copertina-morbida/ischia-unisola-di/11280350?showPreview

È autore di numerosi volumi di poesia, quasi tutti premiati.
Redattore negli anni 1957-1959 della rivista “Realtà” (diretta da Lionello Fiumi e Aldo Capasso), ha fondato e diretto negli anni 1959-1961 il mensile di lettere e arti “Prospettive letterarie”.
Condirettore della rivista Iride negli anni 1975, fondatore e condirettore della rassegna “Prospettive Culturali” negli anni 1976-1980, ha fatto parte della redazione del periodico “Oltranza” negli anni 1993-1994.
Nel 2007 ha realizzato la Antologia di poeti contemporanei “Da Napoli/verso” (Editore Kairòs), presentando giovani autori al fianco di una scelta schiera di storicizzati.
Collabora con riviste di varia cultura.
L’amicizia ed il sodalizio con Giovanni Raboni negli anni ottanta sono determinanti per alcune sue scelte stilistiche.
È presente nella “Letteratura italiana” curata da A. Asor Rosa per le edizioni Einaudi.

D:- Come vive la sua passione per la poesia ora, e come la viveva all’inizio della sua carriera?

R:- La passione per la poesia è come una malattia, un morbo che si insinua nelle circonvoluzioni cerebrali e determina un continuo stato di ricerca.
La poesia nasce dall’inconscio e di conseguenza l’inconscio è il luogo della poesia.
Ogni momento sembra essere coinvolto nel ritmo e nella musicalità del verso, per cui qualsiasi sensazione riporta alla ricerca della parola.
Anche all’inizio, ricordo, la passione per la poesia mi stordiva quotidianamente, pur lasciando spazio alla elaborazione del mio bagaglio culturale.

D:- Nella sua poesia attuale c’è molto del ricordo di sua moglie e del vostro grande amore.
Quali opere attuali questo amore ha ispirato?

R:- Purtroppo mia moglie è morta improvvisamente otto anni fa, in pieno benessere.
Ella era una donna deliziosamente innamorata di me e la nostra unione ha avuto momenti sublimi sia sul piano sentimentale che nel rapporto carnale.
I tre ultimi volumi “Canzoniere dell’assenza”, “Istanti o frenesie”, “Polveri nell’ombra” sono un continuo poema in memoria di questa passione, che mi ha letteralmente coinvolto negli anni passati con Elena.
A giudizio dei critici la mia scrittura ha subito un notevole input creativo in tutti e tre i libri.

D:- Lei ha una produzione letteraria molto vasta: poesie, cofanetti per il teatro, antologie, romanzi.
A quale opera si sente più legato?

R:- La produzione che ho realizzato nella mia lunga carriera di scrittore è quasi tutta premiata e non posso dire con precisione a quale opera mi senta più legato.
Gli ultimi volumi sono per ogni autore sempre i “figli” preferiti, vuoi perché esprimono le più vicine espressioni, vuoi perché si cerca sempre l’avallo di nuovi e più preparati lettori

D:- Quale delle sue opere è stato il successo più riuscito?

R:- Il volume di poesia “Candida”, con prefazione del sempre compianto Mario Pomilio, pubblicato nel 1985, è il volume di svolta.
Con “Candida” la mia ricerca sperimentale aprì le porte per il mio “ingresso” nella Storia delle letteratura Italiana.

D:- Molte sue poesie sono state tradotte in francese, inglese, greco moderno, iugoslavo, spagnolo, rumeno, ungherese.
Ce ne vuole parlare?

R:- Con mia sorpresa in questi ultimi anni ho avuto richieste di traduzioni da varie parti, e naturalmente il mio orgoglio si impenna, ma io rimango un uomo modesto, umile, sempre alla ricerca della semplicità emotiva.

D:- Hanno parlato di lei grandi nomi della letteratura italiana: in particolare come si sono espressi nei suoi confronti Plinio Perilli, e Dante Maffia?

R:- Da più parti ho avuto il consenso di firme autorevoli.
A partire da Alberto Asor Rosa, che mi ospita nei suoi volumi Einaudi, molti hanno avuto parole di elogio che conservo con interesse e preziosità.
Dante Maffia nel volume “La poesia italiana verso il nuovo millennio” del 2001 scrisse fra l’altro “Anche quel che c’è di surreale in Spagnuolo assume una prospettiva reale e drammatica e riesce a darci la sensazione di trovarci costantemente dentro stanze ermeticamente serrate dove ciò che conta è l’impercettibile sussurro che ha voci neutre e sconcertanti.”
Plinio Perilli ha dedicato un volume saggio : “Come l’ombra di una nuvola sull’acqua” nel 2007, Carlangelo Mauro ha stilato un ampio saggio nel volume “Liberi di dire” nel 2017.

D:- Ci vuole accennare qualcosa sulla sua attuale collaborazione con la collana di poesia Le parole della Sybilla per Kairos editore?

R:- Con molto impegno cerco di scegliere qualche buon testo per le edizioni Kairòs, anche se purtroppo ormai siamo assaliti da pseudo poeti, vanagloriosi e poco preparati.
Molto interessante è anche il Blog “Poetrydream” che dirigo in rete, con il quale concedo ampio spazio alle novità editoriali in poesia.

D:- Quali sono i suoi progetti futuri?

R.- Alla mia età il futuro è un’incognita da buco nero.
Vorticosamente ingoia il tempo residuo e lascia il dubbio del compimento.
Non nascondo che addirittura mi sembra ridicolo parlare di futuro, ma la “poesia” ancora una volta mi provoca vertigini nel suo ritmo.
Un mio tentativo in questi mesi è la realizzazione del premio “L’assedio della poesia 2020”, per una poesia inedita in lingua italiana.
Senza tassa di lettura.
Ho avuto la partecipazione di una giuria eccezionale: Carlo De Cesare, Mauro Giancaspro, Maria Alessandra Masucci, Giorgio Moio, Ugo Piscopo, Pier Antonio Toma, Maurizio Vitiello, e presidente il sottoscritto.
Questa idea nasce sempre dal desiderio di contrastare alcune consorterie che qui in città ed in provincia gestiscono premiucci con tassa di lettura, scambiano segnalazioni e diplomi tra i membri delle stesse congreghe, e avviliscono la vera alta cultura.

Il Dispari 20200330 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200330 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200330 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200316 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200316

Il Dispari 20200316 – Redazione culturale DILA

BOOKCITY MILANO 2020

La grande festa partecipata dei libri, degli autori, dei lettori e dell’editoria.
Appello agli Artisti ischitani

Per il quinto anno consecutivo, l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” proporrà alcuni suoi eventi nel palinsesto di questa che è, nel suo genere, senza alcun dubbio la più prestigiosa manifestazione nazionale e una delle più rinomate in campo internazionale.

Prima di continuare questo articolo illustrando le più salienti caratteristiche organizzative e divulgative di #BCM2020, desidero rivolgere un appello/invito a tutti gli Artisti ischitani (scrittori, musicisti, poeti, attori, pittori ecc.) affinché colgano l’occasione che offriamo loro di far parte dei cast che andremo a presentare nelle importanti sedi milanesi messe a nostra disposizione dalla struttura organizzativa della manifestazione.

Affiancare Artisti ischitani al folto numero dei personaggi di livello internazionale che collaborano con DILA nella realizzazione degli eventi in programma rappresenterebbe, per gli Artisti, una apprezzabile passerella su un palcoscenico rilevante come è quello della città di Milano, e sarebbe un ottimo motivo di riflessione sulla vitalità e sulla bontà del Made in Ischia culturale affidato alla larga parte dei media che seguono con dovizia di informazioni e con costanza tutto ciò che fa parte e che ruota intorno alla manifestazione voluta dall’Assessorato alla cultura del Comune di Milano.

Il quotidiano Il Dispari di Gaetano Di Meglio, la Casa Editrice Il Sextante e il Magazine Eudonna di Mariapia Ciaghi, l’Associazione algerina ADA presieduta da Dalila Boukhalfa e numerosissime altre Associazioni culturali hanno già data la loro disponibilità alla realizzazione degli eventi DILA in programma quest’anno.

Pertanto, la Redazione di questo giornale sarà lieta di ricevere le vostre proposte di adesione.
Potrete anche contattarmi alla e-mail dila@emmegiischia.com oppure telefonare al numero 3914830355 (tutti i giorni dalle 13 alle 23).

Ufficio stampa BOOKCITY MILANO 2020

Dall’11 al 15 novembre 2020 si terrà la nona edizione di BOOKCITY MILANO, manifestazione dedicata al libro, alla lettura e dislocata in diversi spazi della città metropolitana, che fin dalla prima edizione ha registrato una straordinaria partecipazione di pubblico.

È promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e dall’Associazione BOOKCITY MILANO, costituita da Fondazione Corriere della Sera, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri e Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori.

L’Associazione BOOKCITY MILANO è presieduta da Piergaetano Marchetti e diretta da un Consiglio di indirizzo di cui fanno parte Carlo Feltrinelli, Luca Formenton, Piergaetano Marchetti e Achille Mauri.

La presidenza per l’edizione 2020 è stata affidata a Luca Formenton (Fondazione Mondadori).

Ai lavori dell’Associazione partecipa, in rappresentanza del Comune di Milano, l’Assessore alla Cultura Filippo Del Corno.

Il successo dell’originalissima formula di BookCity Milano ha contribuito all’assegnazione nel 2017 a Milano della importante qualifica di Città Creativa UNESCO per la Letteratura.

BOOKCITY MILANO conferma il suo carattere di manifestazione aperta, diffusa, inclusiva, presente in tutto il territorio urbano e metropolitano, largamente partecipata.

Durante BookCity teatri, musei, scuole, università, palazzi storici, librerie, circoli e associazioni culturali, spazi pubblici ma anche case private e negozi testimoniano il loro amore per il libro e la lettura ospitando incontri, dialoghi, spettacoli, mostre, eventi le cui caratteristiche sono affidate alle scelte di chi ospita ed è ospitato.

BOOKCITY MILANO

coinvolge l’intera filiera del libro: editori grandi e piccoli, librai, bibliotecari, autori, traduttori, grafici, illustratori, blogger, studenti, professori, lettori occasionali o forti, di ogni età, così come chi alla lettura è stato sinora estraneo.
BookCity è ogni anno aperta a nuove adesioni e manifestazioni di interesse e si pone come momento di offerta di sapere, di informazione e come occasione di partecipazione critica.

BOOKCITY MILANO 2020

si articolerà dall’11 al 15 novembre in cinque giornate, di cui la prima ospiterà l’evento inaugurale e la seconda i progetti per le scuole, e avrà un centro, che resta il Castello Sforzesco, al quale si affiancheranno come di consueto numerosi Poli Tematici.

Non mancheranno gli appuntamenti di BookCity comincia in libreria, gli incontri di BookCity per il sociale, BookCity in Università, quelli nelle sedi periferiche e le letture di BookCity nelle case. Inoltre, dopo Dublino e Barcellona, continuano i gemellaggi con la rete delle città creative UNESCO: quest’anno sarà il turno della tedesca Heidelberg.

Nell’Anno Internazionale della Salute delle Piante, tema di questa edizione sarà l’ambiente, con #TerraNostra, un focus che vuole affrontare una tematica urgente e importante, centrale per la città di Milano e non solo.

Sospesi tra emergenze e speranze, abbiamo la responsabilità di scrivere un futuro bello e possibile per ciascuno di noi, per le future generazioni e per l’intero pianeta.
Questo racconto collettivo avrà nel rispetto per l’ambiente, per gli altri e per noi stessi i suoi capitoli più importanti.

Per il mondo del libro si preannuncia dunque una riflessione comune, partecipata e diffusa, proprio come nell’anima di BookCity, per leggere e scrivere insieme un nuovo rapporto con la #TerraNostra.

BOOKCITY MILANO,

oltre alla manifestazione che si terrà dall’11 al 15 novembre 2020, prevede attività di promozione della lettura durante tutto l’arco dell’anno, come il progetto per le scuole, realizzato in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia e che dà continuità alle strategie culturali dell’Associazione.

Inoltre, nel corso del 2020 BookCity dà appuntamento al proprio pubblico in occasioni speciali, come il progetto “Milano Racconta Milano”, che vuole far vivere la città attraverso il racconto pubblico di grandi autori a cui sono dedicate le vie del Municipio 2 (maggio e giugno 2020).

Sospesi tra emergenze e speranze, abbiamo la responsabilità di scrivere un futuro bello e possibile per ciascuno di noi, per le future generazioni e per l’intero pianeta.
Questo racconto collettivo avrà nel rispetto per l’ambiente, per gli altri e per noi stessi i suoi capitoli più importanti.

Per il mondo del libro si preannuncia dunque una riflessione comune, partecipata e diffusa, proprio come nell’anima di BookCity, per leggere e scrivere insieme un nuovo rapporto con la #TerraNostra.

Il Dispari 20200316 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200316 – Redazione culturale DILA

Una poesia di Bruno Mancini

tratta dalla raccolta
La sagra del peccato 1957 – 2003

http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/la-sagra-del-peccato/paperback/product-22996729.html

L’amore per essere

Cantate, cantate
ragazzi del Borgo
sui cordoli
sui giunti
– Fratelli dell’ultima speranza –
sugli alti tralicci
sulle creste dei vulcani
cantate

un nuovo pallore
mi comprime il viso
eietto
fili bianchi
vene varicose
passioni represse
al miele dei suoi peluzzi.

Suonate, suonate
ragazzi dell’Arso
quasi fosse domenica
senza fine e senza sonno
– Fratelli di madri diverse –
nelle serre
che mutano fiori
suonate

un nuovo tremito
mi sconquassa le braccia
distillo liquidi salati
occhi annebbiati
il mio
senso di colpa
contro l’audacia dei suoi capezzoli.

Ballate, ballate
ragazzi del Porto
sulle spolette
di bombe Afgane
– Fratelli di anni di provette –
come serpenti
nei boschi inceneriti
ballate

un nuovo affanno
mi smaneggia il petto
azzanno
lingua profonda
freddezza immensa
il mio orgasmo invadente
tra le sue dita attorcigliate al fungo.

Fuggite, fuggite
dal Borgo, dall’Arso, dal Porto
mosche insaccate
nei carburi
– Fratelli di Ignazio –
dal carnevale
antico, falso e bigotto
fuggite

un nuovo grido
mi scatena l’anima
senza prudenza
“Andiamo”

come rinato nudo e puro
nella sagra del peccato
al fuoco del tuo sguardo
“Andiamo”

oltre i velluti
verso un diario della follia
spingendo insieme gli anni
“Andiamo”

acconcio in gabbia
il polline che resta
d’illimitate perversioni
“Andiamo”

sfiorandoti, per essere
l’uomo che scaglia
la prima pietra
“Andiamo”

stringendoti, per essere
l’uomo che punta
senza paure il dito
“Andiamo”

amandoti, per essere
infine
uomo
“Andiamo”

e punto il dito.

Il Dispari 20200309 – Redazione culturale DILA

 

Sinfonia con l’Africa

Il Dispari

Antonio D’Amore ASL NA 2 Nord

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Esopo news:

Qualcosa non quadra (per noi) ma è ok (per altri)

A maggio del 2019, in piena stagione turistica di grande boom per l’isola d’Ischia, l’hotel Antares di Lacco Ameno cercava disparatamente clienti ai quali affittare le sue camere al prezzo di 5,99 euro a notte (cinque euro e 99 centesimi) così come risulta da un articolo pubblicato sul quotidiano IL DISPARI di Gaetano Di Meglio

Ischia e le offerte shock: 6,00 euro a notte in un hotel 3stelle

Ora, in un articolo di IDA TROFA

leggo che l’ASL NA 2 Nord di Antonio D’Amore

Antonio D'Amore

si vanta di aver stipulato un accordo che prevede il pagamento di 20 euro al giorno a persona e mi chiedo:

  • 1) Sono io che sono scemo e non so leggere?
    2) Si tratta di un’omonimia e sono due alberghi differenti?
    3) A Ischia il mese di marzo di un’annata di crisi profondissima (2020) è, per gli alberghi, più remunerativo del mese di maggio di un’annata boom (2019)?
    4) I soldi spesi dall’l’ASL NA 2 Nord di Antonio D’Amore non sono dei cittadini italiani ma sono ereditati con la clausola che debbano essere SPRECATI?
    5) Ida Trofa racconta panzane?
    6) Detto con un eufemismo: qualcosa non quadra (per noi) ma è ok (per altri)?

Esopo scommette un euro bucato che il politichese girerà la frittata e tutti continueranno a mangiare polpette.

Don Carlo Candido una brutta persona

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Don Carlo Candido una brutta persona
Esopo news

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GiBì Castagna: “Contagio a Ischia? La messa “zero” a San Giovan Giuseppe”

Il Dispari Mar 24, 2020

Giovan Battista Castagna

Giovan Battista Castagna

Ida Trofa | Ci siamo svegliati con i riflettori puntati sui focolai di contagio. I dati ufficiali parlano al 23 marzo 2020 di 22 contagi e 381 cittadini residenti sull’Isola d’Ischia in isolamento domestico. La tempesta perfetta! Ecco quel che si aspettava potesse accadere dopo l’escalation di positivi sulla nostra isola. Per qualcuno esito un caso. Ne abbiamo parlato con il sindaco Giovan Battista Castagna ieri, all’indomani della ufficializzazione dei tamponi COVID.19 positivi per i residenti sull’isola d’Ischia.

«Io non accantonerei l’ipotesi di un avviso sulla possibilità che in occasione delle celebrazioni del 5 marzo in quel di San Giovan Giuseppe della Croce possa esserci stato un momento di contagio. Che quella sede sia stata luogo di contagio. Le persone devono tutte essere censite e aiutate subito» spiega Castagna nonostante siano abbinatamente trascorsi i famosi 14 giorni.
«Ci sono casi, persone che – continua il primo cittadino di Casamicciola Terme -, come il caso del giovane ischitano ricoverato al Rizzoli che, mi dicono i medici esperti nel trattamento del caso, se aiutato giorni fa, probabilmente, non sarebbe giunto alle condizioni in cui sta. E’ importante che si avverta chi potrebbe essere stato esposto e presenta sintomi o magari non sa di essere asintomatico. Devono sapere se sono stati in contatto con tizio che, a sua volta, è stato a quella messa. Solo così potremo stare tranquilli di aver assistito tutti al meglio e poi fare tamponi a tutti questi soggetti tra virgolette a rischio».

Una confusione in termini che calpesta tutte le indicazioni fornite dagli scienziati fino ad oggi. Ma il sindaco di Casamicciola indugia nel dettaglio «Se vado al supermercato e sono asintomatico diventa davvero dura in termini di contagio. Una catastrofe in termini di trasmissione. Se sono un asintomatico che ha avuto contatto con qualcuno colpito dalla malattia che è andato il 5 marzo a quella celebrazione, affollatissima e non lo so, diventa un disastro. Dobbiamo tentare di bloccare il provarsi del fenomeno di trasmissione. Ma dobbiamo anche sapere. Perché poco prima che mi notiziassero dei fatti ho ascoltato un medico che ha spiegato che se si interviene per tempo possiamo, con fortuna, scongiurare intervento in camera preintensiva».
Tutto ciò nonostante ieri sia andata un po’ meglio. Sono ancora in calo, infatti, i nuovi contagi e morti di Coronavirus in Italia. Il bollettino della protezione civile del 23 marzo 2020 confermerebbe il trend iniziato ieri, anche se è ancora presto per parlare di picco superato, con i decessi ancora in calo diminuisce, invece, il numero dei guariti nelle ultime 24 ore: sono 408; ieri erano stati 952. In tutto sono 7.432.
Così, dati alla mano, Castagna, il sindaco delle mille emergenze, teme che Ischia non riesca a proteggersi a dovere nonostante sia schermata da quella barriera naturale costituita dal mare.

“Dai report, l’isola sembra ferma, i collegamenti con la terraferma e i viaggi sono al minimo indispensabile, praticamente non ci sono. Abbiamo i focolai interni al territorio che bene o male, monitorando con cautela e stando attenti, si possono contenere e tenore di affrontare» conclude l’ingegnere Giovan Battista Castagna.
«Bloccare il contagio si può. Avvertendo tutti – chiosa – della necessità e dei rischi sia per chi ha frequento luoghi dove è acclarato ci siano stati problemi di trasmissione e per questo mi permetto di suggerire una santificazione di questi luoghi, le chiese, i luoghi di culto come quelli della famigerata messa del 5 marzo. Se oggi fermi il contagio possiamo guardare con cauto ottimismo a domani. Sono giorni clou. Se i dati ultimi ci daranno conforto nei numeri, se però bassi o pari azero, allora tra quattro o cinque giorni, rispettano le regole anticontagio sapremo grosso modo se e quando potremo uscircene! Il mare, inteso come isolamento, poi, con le disposizioni vigenti potrà dare un ordine naturale alle cose»

Niente “passeggiate” da Ischia alla terraferma insomma . Nessun movimento che non sia legato a motivi di lavoro o sanitari è permesso. Mentre la serrata del Paese annunciata da Conte nella tarda serata di sabato, di fatto non ci sarà. Le aziende che possono continuare a lavorare – tra oggi e il 3 aprile – sono moltissime. E quindi non è proprio del tutto scontato che ogni isolano poss a restare a casa ed evitare il contagio, oltre i casi e i collegamenti alla sopraddetta “messa del 5 marzo a San Giovan Giuseppe della Croce “.
L’alba sembra non arrivare mai. Storie di contagi, di ricoveri, di funerali e cremazioni fatte in fretta e furia, di ospedali che si attrezzano e tremano per i giovani ed i meno giovani sperando negli antireumatici, nelle sperimentazioni e negli antinfiammatori.

Commenti

Giovanni 

Meno male che abbiamo questo epidemiologo…

Bronx 

Stiamo andando verso uno stato di polizia e voi dormite con la zizza in bocca..
I vostri figli ve ne chiederanno conto.

Il Dispari

Il Dispari 24 Marzo 2020

Don Carlo Candido replica: “Non esiste una “messa zero”, ma un certa politica zero e una certa stampa zero»

Don Carlo Candido

Don Carlo Candido

Le parole: Se quella Messa fosse stata causa di contagio, i contagi ad oggi, trascorsi da essa 20 giorni circa dovrebbero essere stati numerosissimi, tra clero, sindaci, autorità tutte lì presenti: una tal cosa non mi pare sia avvenuta e lo ripeto neanche il possibile “untore” come ormai volete descriverlo, a tale Celebrazione non era presente.

Mar 24, 2020

di don Carlo Candido
Parroco di S. Maria Assunta nel Santuario di S. Giovan Giuseppe della croce
Direttore Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali

Dopo aver letto con attenzione due articoli apparsi su diversi quotidiani locali di oggi, martedì 24 marzo 2020 (articolo del direttore de “Il Golfo” e intervista al sindaco di Casamicciola Terme apparso sul quotidiano “Il Dispari”), in qualità di Parroco e di Presidente del Comitato per i Festeggiamenti in onore di San Giovan Giuseppe della Croce mi risulta doveroso fare luce sulle accuse anche pesanti rivolte a chi, come il sottoscritto, avrebbe continuato regolarmente le Celebrazioni in onore del Santo Patrono in barba ai divieti governativi.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri annunciava nella tarda serata di mercoledì 4 marzo un nuovo decreto riguardante l’emergenza Coronavirus (pubblicato poi l’indomani) in cui venivano sospese “le manifestazioni e gli eventi di qualsiasi natura che comportavano assembramento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”.

Prima di proseguire vorrei sottolineare come le Celebrazioni Eucaristiche in forma pubblica siano poi state del tutto sospese a partire dalla sera di Domenica 8 marzo e non prima.

Sta di fatto che anche la sera del 4 marzo eravamo pronti ad obbedire a qualsiasi disposizione che avesse annullato qualsiasi tipo di Celebrazioni anche nel giorno della Solennità di San Giovan Giuseppe della Croce. In piena comunione con il Vescovo, quindi insieme a lui, ci siamo messi in contatto con tutte le autorità competenti (Commissariato di Polizia, Sindaco e Prefettura) che hanno dato parere positivo alla prosecuzione delle Celebrazioni religiose in Chiesa (dove già da un paio di settimane erano attive le restrizioni emanate dal nostro Vescovo sulla Comunione da dare sul palmo delle mani, eliminazione dell’acqua santa all’ingresso delle chiese e sull’omettere il segno della pace) mentre veniva dato parere negativo sulla processione con l’urna del Santo Patrono dalla Chiesa Parrocchiale al convento di S. Antonio che si è infatti svolta in forma privata.

Ribadisco che è fondamentale innanzitutto capire e comprendere la nostra totale disponibilità ad eseguire le indicazioni che ci sarebbero giunte dalle autorità competenti e nessun tipo di ostinazione c’è stato nello svolgere Celebrazioni che fino a quel momento e come già detto fino alla Domenica pomeriggio successiva, non erano in ogni caso proibite. Il parere positivo della prefettura e delle autorità locali è stato per noi fondamentale per continuare a poter svolgere le Celebrazioni in Chiesa.

Premesso che in quei giorni tutte le attività quali bar, ristoranti, tribunali, discoteche, negozi, svolgevano tranquillamente la loro attività ignari di possibili contagi e premesso ancora che pochi giorni prima si sono tenute feste pubbliche e private per il carnevale (altre sedi ignare di possibili contagi), a differenza di quanto leggo in particolar modo sul quotidiano “il Golfo” di oggi 24 marzo, tengo a precisare che il paziente 70enne ricoverato al Rizzoli in condizioni complesse e risultato poi positivo al Coronavirus non era affatto presente alla cosiddetta “Messa zero” (pontificale del Vescovo) che avrebbe dato il via al contagio sull’isola d’Ischia (a detta di uno dei nostri Sindaci), il video di quella Messa ancora presente online ne dà chiara testimonianza. Lo stesso 70enne poi ha avuto probabilmente i suoi contatti, forse anche numerosi, in ben altri luoghi oltre gli edifici di culto tra cui studi notarili, uffici di avvocati, istituti bancari…

Inoltre tengo a precisare che non esiste una “Messa zero”. Purtroppo esiste una certa “politica zero” incapace di gestire le emergenze facendo scelte incomprensibili e sciocche; esiste una “sanità zero”, a scapito di malati, medici e infermieri, che ha dovuto subire continui tagli di fondi, da decenni, da parte di una politica ladra; esiste una “stampa zero” che si trasforma in “fumetti di fantascienza”, confondendo la libertà di parola con la presunzione di parlare a vanvera: “c’è differenza tra libertà di parola e parole in libertà: occorre riconoscere ed evitare le seconde per gustare con frutto la prima” (Antonio Spadaro).

Sembra essere davvero tornati a tempi oscuri della storia umana, sembra che oggi la caccia all’untore sia la chiave di volta per vivere questo tempo e soprattutto la Chiesa torna ad essere presa di mira come addirittura causa del contagio.

Il Tribunale di Sanità cerca tardivamente di arginare il contagio ordinando di bruciare vestiti e suppellettili di persone infette e mandando intere famiglie al lazzaretto, cosa che inasprisce la popolazione milanese ed eccita un odio generale verso i magistrati”. Questo spezzone tratto dal capitolo XXXII de “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni, che in questi giorni viene spesso menzionato per mettere in evidenza il parallelismo tra la peste del 1630 e il corona virus, rispecchia a distanza di oltre 400 anni quello che è il sentire popolare. Mandare intere famiglie in modo indiscriminato al “lazzaretto” inasprendo la popolazione, esaltare chi va a caccia di presunte streghe. Tutto come oggi, quasi come fossimo tornati indietro di quasi 400 anni. La cosa preoccupante è che troviamo la stessa ignoranza. Aveva ragione lo scienziato E. Einstein: “È più facile scindere un atomo che abolire un pregiudizio.

La Chiesa, sia chiaro, deve sottostare alle leggi dello stato e chi oggi è un cristiano cattolico della Chiesa di Ischia è prima di tutto un cittadino italiano, ma indicare con una così estrema lucidità le colpe nella Chiesa e in una specifica Celebrazione Eucaristica è davvero un modo per fomentare sospetti, odio e per cimentarsi in quell’arte che sulla nostra isola largheggia con abbondanza che è quella della calunnia, un’arte che in termini legali si chiama diffamazione e che qualcuno probabilmente ha volutamente cancellato dal proprio universo conoscitivo. Ma verrà il momento in cui questo termine sarà loro ricordato!

Se quella Messa fosse stata causa di contagio, i contagi ad oggi, trascorsi da essa 20 giorni circa dovrebbero essere stati numerosissimi, tra clero, sindaci, autorità tutte lì presenti: una tal cosa non mi pare sia avvenuta e lo ripeto neanche il possibile “untore” come ormai volete descriverlo, a tale Celebrazione non era presente.

Come al solito, in questi giorni, abbiamo assistito alla diffusione su tutti i nostri social i “Veleni”: cioè le “fake news”, notizie false ma verosimili!

Si tratta, come ricordava Papa Francesco, il 24 gennaio 2018, nel Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni, di un vero e proprio veleno, visto che “l’efficacia delle fake news è dovuta in primo luogo alla loro natura mimetica, cioè alla capacità di apparire plausibili. In secondo luogo, queste notizie, false ma verosimili, sono capziose, nel senso che sono abili a catturare l’attenzione dei destinatari, facendo leva su stereotipi e pregiudizi diffusi all’interno di un tessuto sociale, sfruttando emozioni facili e immediate da suscitare, quali l’ansia, il disprezzo, la rabbia e la frustrazione“. La disinformazione segue dunque la “logica del serpente”, capace ovunque di camuffarsi e di mordere. Il “serpente astuto”, di cui parla il Libro della Genesi, ai primordi dell’umanità, si rese artefice della prima “fake news della storia. Chi si presta a questo gioco, si fa servo di una cultura e informazione luciferina.

Inoltre, quando la scienza si mostra muta, balbuziente, impotente, emerge prepotente questo istinto. Come se per esorcizzare il silenzio della scienza e l’assenza di una cura al male, l’uomo abbia bisogno di un capro espiatorio cui addossare le colpe. Sotto sotto, probabilmente, agisce anche il processo psicologico del transfert, ovvero la necessità inconscia di riversare sentimenti ed emozioni (panico, paura, stress, ansia,…) da qualcosa di indefinibile (o pregresso) a qualcosa (qualcuno) di concreto, individuabile, molestabile. Purtroppo le nostre nevrosi si stanno trasformando in vere psicosi… ne avevo parlato in un articolo sul Settimanale Diocesano “Kaire” del gennaio 2019: Un’isola sempre più fobica”.

È quanto sta accadendo oggi di fronte alla nuova epidemia, dove la caccia al colpevole e all’untore assume spesso toni razzisti e si fa carico di rancori pregressi.

Aveva ragione Salvatore Quasimodo, quando diceva: “Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo”. E fa tristezza vedere come le dicerie e la ricerca di un colpevole abbiano da sempre il sopravvento sulle sole cose vere: ovvero che la colpa (di fronte a un male che viene, sempre che sia appurato, da fuori delle nostre responsabilità) non c’è o è in ognuno di noi; che i virus (come altre malattie) sono parte della vita, molti ci fanno vivere, altri ci logorano; che la scienza, per quanto sia evoluta nell’individuare le cure, è sempre in ritardo rispetto a malattie che insorgono o mutano di volta in volta (potendo solo anticipare, e a volte per sbaglio anche creare e diffondere, quelle che sperimenta in laboratorio).

Concludo sottolineando come l’essere malati fisicamente, essere stati contagiati dal Coronavirus non sia mai una colpa e anche trasmetterlo, data la particolare natura di questo virus, è purtroppo facile sicuramente ma non voluto, anche se ognuno di noi, Chiesa compresa, è chiamata a fare la propria parte perché ciò non avvenga.

Se il Coronavirus non è una colpa l’ignoranza che continua a far breccia nei nostri cuori lo è molto di più e dopo questi giorni scopriremo che le vittime fisiche di questo virus non saranno state più numerose delle “vittime morali” che abbiamo contribuito ad uccidere con la nostra stessa lingua. Peccato che questa “ignoranza colpevole” venga da “certi” politici e organi di stampa!

Se le Sacre scritture ci insegnano che “la bocca parla dalla pienezza del cuore” (Mt 12,34) e che “la spada uccide tante persone ma ne uccide di più la lingua: fortunato chi è al riparo dei suoi colpi e chi non ha provato il suo furore” (Sir 28), allora comprendiamo meglio il perché di tante parole che uccidono e uccideranno ancora, uscite con ancora più veemenza dalla pienezza di troppi cuori. Il coronavirus, quindi, non ci ha reso persone peggiori, ma solo quelle che realmente siamo.

Commenti

Giuseppe Conte 

“Roma locuta causa finita” È sempre lo stesso gioco da secoli, finché la gente non si emancipa. RAZIONALITÀ – COGNIZIONE- RAGIONE

Antonio 

Quanta ignoranza. Tra Don Carlo e il vescovo Lagnese sembra di essere ripiombati nel medioevo

Gaetano 

Ora ci sono tante famiglie in difficoltà, voi che avete fatto il voto di povertà, incominciate a cacciare soldi dalle vostre tasche e dare ospitalità nei vostri palazzi sontuosi. Meno comunicati è più fatti. Al seminario tra i marmi di lusso c’è tanto spazio per accogliere.

Lello 

Grande Don Carlo, avere i peli sulla lingua in questo paese serve solo a favorire la mala gestio dell’informazione ed il qualunquismo alla Cetto di cinematografica memoria di politici da quattro soldi che straparlano solo per nascondere le proprie incapacità. Bene hai fatto, in tuto il tuo lungo articolo, a stigmatizzare le enormi cazzate che si dicono in giro per riempire pagine su pagine di giornali che il più delle volte dalla verità grande un dito tirano fuori quella di un braccio inesistente. Viva la verità!

Alessandro Ruopoli 

Ascoltare oppure leggere le parole di Don Carlo fanno riflettere perché mai fuori luogo e sempre lucide nell’ analisi socio culturale. Grande guida spirituale e non solo .

stefano 

Complimenti don Carlo: una analisi lucida, precisa e, a mio parere, corretta. Come le tue omelie.
Come diceva quel Fiorentino qualche tempo fa? Non ragioniam di lor, ma guarda e passa …
Ecco.

antonio 

La chiesa, di epidemie, malattie e dellla morte, ne ha fatto sempre la sua principale ragione di esistere, e non ha mai sottostato alle leggi dello stato e della scienza.

Bruno Mancini 

Esopo news

Don Carlo Candido una brutta persona

Bruno Mancini 

Bruno Mancini

Non ho voglia (e non me la farà venire qualsiasi eventuale risposta a questo mio commento) di ribattere

• agli sproloqui (È quanto sta accadendo oggi di fronte alla nuova epidemia, dove la caccia al colpevole e all’untore assume spesso toni razzisti e si fa carico di rancori pregressi);
• alle velate minacce (Ma verrà il momento in cui questo termine sarà loro ricordato!);
• alle banalità (allora comprendiamo meglio il perché di tante parole che uccidono e uccideranno ancora, uscite con ancora più veemenza dalla pienezza di troppi cuori);
• alle patetiche paternali (l’essere malati fisicamente, essere stati contagiati dal Coronavirus non sia mai una colpa e anche trasmetterlo);
• alle improprie interpretazioni dei richiami letterari proposti confondendo gli aggressori con i soccombenti (Aveva ragione Salvatore Quasimodo, quando diceva: “Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo”);
• alle amnesie storiche della santa inquisizione (le vittime fisiche di questo virus non saranno state più numerose delle “vittime morali);
• alla strumentalizzazione di azzardi cervellotici (che la scienza, per quanto sia evoluta nell’individuare le cure, è sempre in ritardo);
• alle miscellanee di sacro e profano (Se le Sacre scritture ci insegnano che);
• agli indebiti attacchi politici (esiste una certa “politica zero”);
• alla mancanza assoluta di senso civico (mercoledì 4 marzo un nuovo decreto riguardante l’emergenza Coronavirus -pubblicato poi l’indomani- in cui venivano sospese “le manifestazioni e gli eventi di qualsiasi natura che comportavano assembramento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”.);
• alla sfacciata presunzione di essere un giudice assoluto (Peccato che questa “ignoranza colpevole” venga da “certi” politici e organi di stampa!);
• alla egoistica pretesa del privilegio della saggezza (confondendo la libertà di parola con la presunzione di parlare a vanvera);
• all’anacronistico richiamo a frasi scritte in libri di saggezza antica (Il “serpente astuto”, di cui parla il Libro della Genesi, ai primordi dell’umanità, si rese artefice della prima “fake news“ della storia.);
• alla morbosa vanità (Il coronavirus, quindi, non ci ha reso persone peggiori, ma solo quelle che realmente siamo);
• alla dichiarata conoscenza di notizie riservate (tengo a precisare che il paziente 70enne ricoverato al Rizzoli in condizioni complesse e risultato poi positivo al Coronavirus non era affatto presente alla cosiddetta “Messa zero”);
• alla incredibile verginità di non aver fatto parte del sistema (che ha dovuto subire continui tagli di fondi, da decenni, da parte di una politica ladra);
• al subdolo limite della localizzazione (il video di quella Messa ancora presente online ne dà chiara testimonianza);
• e potrei continuare per almeno altre due pagine,

perché, sottolineando una delle sue poche affermazioni condivisibili (… ognuno di noi, Chiesa compresa, è chiamata a fare la propria parte perché ciò non avvenga.), desidero invitare il Presidente del Comitato per i Festeggiamenti in onore di San Giovan Giuseppe della Croce, ovvero don Carlo Candido Parroco di S. Maria Assunta nel Santuario di S. Giovan Giuseppe della croce nonché Direttore Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali, a farsi portavoce presso i suoi diretti superiori affinché provvedano ad imporre con la massima autorità possibile tale suo auspicio-impegno affinché non si abbia più la doglianza di vedere disattese regole fondamentali per la sopravvivenza umana da parte di chi ha imparato a predicare “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei. Giovanni 8:1-11 – La Bibbia» oppure anche ” Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Luca 6,41″, frasi che, nel contesto di questa pandemia, mettono in mostra una realtà che evidenzia quanto sia piena di pecore nere la società civile, incivile, laica e religiosa

https://www.lastampa.it/cronaca/2020/03/22/news/la-messa-diventa-clandestina-scattano-le-denunce-nel-napoletano-1.38624512

https://www.leggo.it/italia/roma/coronavirus_messa_segreta_rocca_priora_denunciati_ultime_notizie_oggi_24_marzo_2020-5128934.html

Infine, voglio manifestare tutta la mia angoscia nel vedere che anche un importante paladino della pace, della bontà, della fratellanza, del perdono, in definitiva della fede cristiana, si sia abbandonato al più trucido dei duelli rusticani, contro tutti e con tutte le armi di possibili offese, e voglio manifestare la speranza che i veri pastori di anime si ribelleranno a questi suoi comportamenti tanto che, come me, gli consiglieranno di cercare un buon sacerdote a cui confessarsi per tentare di evitare il fuoco eterno, perché Lei, Presidente del Comitato per i Festeggiamenti in onore di San Giovan Giuseppe della Croce, ovvero don Carlo Candido Parroco di S. Maria Assunta nel Santuario di S. Giovan Giuseppe della croce nonché Direttore Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali, è davvero una brutta persona.

ewa 

Condivido l’analisi attenta e precisa , corroborata da una sottile e fragorosa vis polemica nei confronti di certa politica improvvida e di certa stampa impulsiva,proposta dal nostro Don Carlo.Ma allo stesso tempo confido in una immediata” reazione”sul campo della carita’cristiana in favore dei tanti concittadini bisognosi di un aiuto concreto volto a lenire le sofferenze fisiche e morali che la situazione contingente ci riserva…In questa direzione Don Carlo ,la stampa,la politica e TUTTI NOI dobbiamo avviarci…

Maria 

Non ce la faccio a sentire tutte queste cazzate, messa zero, politica zero, diacono positivo che appare e scompare dalle celebrazioni…premesso che spero vivamente che il diacono stia meglio e riesca a superare questo drammatico momento vorrei dire che trovo assurdo, deprorevole il comportamento del clero…se la messa si doveva fare o meno è libera opinione di ognuno, le leggi ancora lo permettevano…ma quello che mi fa schifo è il cercare di nascondere, di sotterrare, di forviare un possibile pericolo per la propria comunità…mi sarei aspettata vedere Don Carlo(apprezzato da alcuni in questi commenti per non avere peli sulla lingua)andare in giro col megafono a dire”cari fratelli potrebbe esserci stato un possibile contagio durante le celebrazioni in onore del Santo, chiunque avesse partecipato stia attento”…invece si cerca di nascondere manco ci fosse un giro di prostituzione…non è colpa di nessuno contrarre il virus, ma è una gran colpa fare finta che non possa accadere… così non ci aiutiamo e non ne usciremo presto…

Il Dispari 20200323 – Redazione culturale DILA

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Il Dispari 20200323 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200323– Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200323 – Redazione culturale DILA

Liliana Manetti | Intervista a Katia Massaro per il Dispari.

Chi è Katia Massaro?

Sicuramente una donna davvero fuori dal comune.

Una donna forte, che ha deciso di mettere la sua forza a disposizione dei più deboli e degli animali. In questa intervista che gentilmente ha rilasciato per il quotidiano Il Dispari di Gaetano Di Meglio si racconta liberamente spiegando come fin da bambina la sua attitudine al soccorso di chi ha bisogno e degli animali l’abbia da sempre contraddistinta.

Spiega inoltre il suo grande amore per i viaggi che l’hanno portata a scoprire tanti e differenti posti del mondo, luoghi anche di inestimabile bellezza ma anche luoghi che l’hanno fatta riflettere come l’India dove la situazione dei bambini è davvero difficile.

Ci parla di come ha deciso di aprire un orfanatrofio in India appunto, e di come è diventata fondatrice e presidentessa dell’Associazione Delphis ed inoltre attivista di altre associazioni umanitarie.

Insomma una vita intera spesa ad inseguire i suoi ideali che le hanno dato la motivazione necessaria per continuare imperterrita in tutti questi anni e che la fanno proseguire ancora.

Con grande amore ci parla dell’associazione Oceanomare-Delphis Onlus e della sua stupenda missione: “Oceanomare-Delphis Onlus promuove la conoscenza e le pratiche di conservazione dei cetacei e della biodiversità marina, implementando studi non invasivi, promuovendo programmi di educazione e conservazione, sensibilizzando l’opinione pubblica sui cetacei e l’ambiente marino.”

D- Da quanti anni è impegnata nel sociale?

R- Da sempre soprattutto nei confronti degli animali.
Fin da bambina mi sono sempre dedicata a cani e gatti.
Li raccoglievo e li portavo a casa.
Anche mia madre li amava e non diceva nulla e me li faceva tenere: sono arrivata a tenere fino 10 gatti e 4 cani!
Tuttora ho 10 gatti più un cane e due tartarughe giganti.
La mia vita è stata dedicata da sempre agli animali e alle persone più deboli, quelle che hanno bisogno anche di un sorriso e di una parola di conforto.
Poi ho avuto questa onorificenza che non credo di aver meritato, ossia quella di Donna dell’anno VII edizione 2011 dall’University Of Peace della Svizzera.

D- Ha viaggiato molto nella sua vita?

R- Ho viaggiato molto nella mia vita sì.
Sono stata in India 4 volte, nell’Ashram di Sai Baba, poi ho visitato tutte e tre le isole Mascarene.
In India mi sono resa conto della situazione deplorevole dei bambini che vivono per strada e dormono nell’immondizia ed ho fatto diverse fotografie che sono state gentilmente pubblicate da su importanti organi si stampa non solo ischitani.
Delle isole mascarene ho visitato maggiormente le Mauritius, e lì ho adottato un istituto di bambini orfani ed ogni anno cerco di mandare dei fondi per sostenere le sue spese.
Poi sono stata in Australia cinque volte.
Ho visto anche le Seychelles, e anche l’Africa, i Paesi Arabi.
Sono una viaggiatrice che non si ferma mai.
Sono anche fotografa subacquea in apnea

D- Sappiamo che lei è la fondatrice di molte associazioni.
Quali sono e quale ruolo svolge oggi all’interno di esse?

R- Ho fondato l’Associazione OceanoMareDelphis vent’anni fa: con grandissimo successo oggi siamo un’Associazione Internazionale e collaboriamo con il National Geographic e con Green Peace ed io sono molto orgogliosa di questo mio lavoro.
Abbiamo una barca di ricerca antica che abbiamo restaurato e con questa barca andiamo in giro con studenti di ogni parte del mondo ed è bellissimo vedere a bordo come tutti vanno d’accordo. Inoltre faccio parte dell’associazione Catena Alimentare di Nunzia Mattera, una mia carissima amica morta di cancro, che ricevette la telefonata del Papa prima di morire.
La nostra associazione fornisce generi alimentari ai bisognosi e abbiamo inaugurato da poco la seconda sede: cerchiamo di continuare quello che Nunzia Mattera ha creato.

D- Da quanti anni conosce l’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” del presidente Bruno Mancini?

R- Con Bruno è un’amicizia che è iniziata da tantissimo, sin dalle scuole medie.
Abbiamo anche fondato da ragazzi un gruppo musicale di cui io ero la cantante solista.
Poi ho fatto teatro ed ho avuto l’onore di conoscere Alberto Moravia che mi dedicò il libro Agostino.

D- Lei ha recitato diverse poesie di Bruno Mancini, tra cui “Stop and go!” e “In un carcere ammazzano un uomo” (che pubblichiamo a margine di questo articolo) con la cui recitazione ha vinto un premio all’evento “Otto milioni” presentato da DILA al BookCity di Milano 2019 (organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano in sinergia con Fondazioni internazionali del calibro di La Repubblica, Corriere della Sera, Mondadori, Feltrinelli, Mauro ecc…)

R- Sì è vero e posso aggiungere che ho sempre recitato con entusiasmo le poesie di Bruno Mancini in tutte le occasioni che mi sono capitate.

D- Lei ci ha raccontato della sua amicizia con l’affermato scrittore sudamericano Sergio Bambaren.
Quali iniziative relative ai libri dello scrittore avete potuto condividere?

R- Ho avuto l’onore di conoscere ed entrare in amicizia con lo scrittore Sergio Bambaren autore del best Seller Il Delfino, e l’ho invitato ad Ischia diverse volte ad esempio per la manifestazione di Ipomea al Negombo.
Ormai siamo diventati molto amici: lui è una persona davvero speciale.
https://www.emmegiischia.com/wordpress/katia-massaro-e-sergio-bambaren/

Dalla raccolta di poesie

“Sasquatch” (1968 – 2009)

di Bruno Mancini
STOP AND GO
O
PIT STOP
DEVO DECIDERE
https://youtu.be/p6NCYTajBUs

La vidi dondolare,
era da sola,
treccine infiocchettate
l’età della malizia,
STOP AND GO:
ci unimmo cinti con un laccio.

Frenare sul ciglio del burrone.
Sgommare in volo orizzontale
se un pachiderma mi barrisce accanto.
Ma chi l’impone?
La manna non cade giù dal cielo.
All’universo non devo un obolo
nemmeno lacrime.
Tra l’enfasi e la sintesi
il mio sistema non consente sconti.

La vedo a zonzo,
collare rosso la cagnolina,
temeraria attenta
il quid e il vanto delle mie passioni,
PIT STOP:
e poi torno alle curve e alle sbandate.

Dalla raccolta di poesie

“Agli angoli degli occhi” (1962 – 1964)

di Bruno Mancini
IN UN CARCERE AMMAZZANO UN UOMO
https://youtu.be/joKmihyO8W4

L’arco s’apre rotondo
lampade a coppe aeree
sbadigli:
avanza un uomo dal fondo.

Colonne reggono l’arco
passa guardiano
sbadigli:
prende il suo posto di un’ora.

Colonne reggono travi
s’alza e cammina.
Silenzio.

Conta le lampade
passando
pesta le colonne
con forza
misura l’arco
uscendo.

In un carcere ammazzano un uomo.

Il Dispari 20200323 – Redazione culturale DILA
Il Dispari 20200323 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200323 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200323 – Redazione culturale DILAIl Dispari 20200323 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200323 – Redazione culturale DILA

 

Twitterone

1) Da Liga Sarah Lapinska
Ho regalato a Tomas Fernandez, pittore spagnolo della città Jaen (finalista dei nostri premi di Arti Varie pubblicato nella nostra antologia “Una pagina, un emozione”), una delle mie opere d’arte – un disegno intenso “The Spirit of Meadow”-, secondo la mia tradizione di dedicare le mie opere ai miei amici e a tutti coloro le cui attività artistiche mi sono particolarmente gradite e loro sono interessanti come artisti e come personalità umana.
Lui è un Artista talentuoso con un suo stile originale.
Per il conto di DILA e da me stessa ti auguriamo tanto successo Tomas!

2) Da Liga Sarah Lapinska
Per conto di DILA, una dalle Artiste finaliste del nostro premio di Arti varie “Otto milioni”, Ilze Zeimule- Stepanova, ha ricevuto la nostra rivista “Eudonna” edita da Mariapia Ciaghi, l’antologia “Da Ischia, sempre poesia” e la nostra antologia più recente “Magari un emozione!” nella quale è stata pubblicata una sua poesia insieme con narrative, recensioni e opere di Arti grafiche provenienti da tutto il mondo.
Inoltre, Ilze ha dimostrato di essere anche una saggia giornalista.
Grazie dell’intervista, cara Ilze!
Questa giovane e bella lady ed attrice ha due figlie alle quali auguriamo tutto il bene!

Il Dispari 20200302 – Redazione culturale DILA

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Il Dispari 20200302 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200302 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200302

Editoriale | UN’ALTRA GILDA” al Bookcity 2019

Lo scorso 16 novembre, nell’Aula magna della SIAM (Società d’Incoraggiamento Arti e Mestieri) di Milano, l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” ha presentato l’evento “Otto milioni” il cui focus è stato l’antologia di Arti varie “Magari un’emozione!” contenente, tra l’altro, alcuni brani tratti da miei racconti.
Con cadenza settimanale li stiamo pubblicando tutti in questa pagina, augurandovi una buona lettura.

DAL LIBRO
Per Aurora volume settimo

IL RACCONTO
Un’altra Gilda

Un busto simile, le stesse tette, la prigioniera dei suoi inganni apparve all’imbrunire lì dove meno la cercavo.

Sguazzava nel mare al tramonto a pochi metri dalla riva.
Testa rotonda, capelli piuttosto corti.
Movenze prive di sussulti.
Leggevo di Altafini nuovo leone nella fossa del San Paolo.
Di tanto in tanto un fluido mi spingeva verso la tizia molto vicina allo scoglio sul quale ero stravaccato con gambe pendule e piedi al filo delle schiume delle onde.
Con due bracciate sarei giunto da lei.
Non era bella, eppure attirava la mia attenzione distogliendomi dalla lettura dell’ultima azione di José.
La distanza era tanto breve che avrebbe potuto accorgersi che la guardavo, ma io usavo la massima prudenza poiché non volevo che ciò accadesse.

Non era bella non vuol dire che fosse brutta, ma rotondetta e faccia da brava ragazza per cui non valutavo positivamente interessante il tentativo di conquistarla.
Intanto, la sera era giunta in quella fase senza sole, con il cielo tra l’indaco ed il grigio, ed era tanto chiara ancora da consentire la lettura del giornale, forse per qualche altro minuto.

Decise di uscire dal mare; prima restando per qualche secondo inginocchiata sul fondale sabbioso, intanto che, con entrambe le mani, rimuoveva l’acqua marina dagli occhi e dalla faccia; poi, lentamente, andando, in equilibrio instabile a causa della forte risacca provocata dalla marea in atto, verso la piccola insenatura tra due scogli che si apriva proprio accanto alla posizione in cui io mi trovavo.
Non mi ero accorto che in quella conca, alle mie spalle, qualcuno aveva precedentemente posizionato un telo, la borsa e gli indumenti.
Mi trovai seduto praticamente al di sopra di lei.
La guardavo dall’alto.
Dall’alto, le poppe, a mala pena contenute nel bikini leggermente più scuro della sua carnagione, parevano esaltarsi per la libertà del momento.
Gonfie verso l’alto, verso di me!
Eravamo soli nel raggio di molte centinaia di metri.

Le rivolsi la parola chiedendole qualche sciocchezza che ora non ricordo.
Non si sottrasse all’esplicito invito alla conversazione, anzi più volte, inserendo nuovi argomenti, fece in modo che il dialogo non si estinguesse.
Poi, non ricordo come accadde, ci trovammo seduti uno di fronte all’altra, quasi toccandoci.
Da quando era uscita dal mare aveva un grosso telo che le cingeva il busto, dalle spalle alle ginocchia.
Sotto il telo aveva ancora il bikini bagnato.
Sopraggiunta l’oscurità della notte -tante stelle ed una mezza luna con gobba ad occidente-, un lampione, posto ai margini del parco pubblico adiacente l’arenile, consentiva che potessimo vedere anche i particolari dei nostri corpi.
Il suo modo di seguire la conversazione e di vivacizzarla era avvincente.
Vi trovavo profonde analogie con le forti sensazioni positive che avevo percepite durante i primi incontri con  Gilda.
Gilda, fuggita prigioniera di un suo inganno.
Mentre ripensavo a quella storia finita senza che fosse venuto meno nessuno dei valori che l’avevano idealizzata, la donna venuta dal mare, quasi avesse letto nel mio pensiero, parve decisa a sostituirsi alla mia Gilda.
Con fare naturale alzò le braccia nell’atto lento e continuo e seducente di legarsi i capelli ancora gocciolanti.
Le ascelle apparvero nude come quelle che Gilda mostrava quando alzava le braccia per dire “prendimi”.
Il telo, continuamente smosso, lasciava intravedere la parte dei seni prosperosi pronti a schizzare come panna montata al di fuori della piccola striscia di stoffa che li conteneva di poco oltre l’orlo dei capezzoli.

Il segno tangibile della sua partecipazione erotica mi giungeva spavaldo intanto che esso stesso mi distoglieva dalle sue lusinghe creandomi il ricordo delle perdute piacevolezze.
Sempre parlandomi, sempre con movenze naturali prive di azioni dichiaratamente mirate a mettersi in mostra, la sconosciuta tolse del tutto il telo che l’avvolgeva dal petto alle ginocchia.
Era ad un soffio da me.
In un bikini tanto ridotto da apparire inesistente, mi parlava della sua vita…
Non mi rendevo conto se mi piacesse maggiormente ascoltarla, oppure guardarla, e nella sudditanza di tanta attraente incertezza non osavo toccarla né chiederle se avesse voglia di un momento erotico.
Lei si fermò a guardare le mie labbra che si muovevano senza pronunciare parole.
Capì che, osando, temevo di perderla.
Sapeva che il lasciare sfuggire quell’attimo avrebbe banalizzato il nostro incontro.
“Sulla spiaggia di notte, oggi, con uno sconosciuto, te, potrei avere un orgasmo da ricordare tutta la vita” mi disse.

Bruno Mancini

Il Dispari 20200302 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200302 – Redazione culturale DILA

Lucia Fusco | A PONTINIA:“CULTURA ED ARTE UNISCONO PER LA PACE”

La poetessa Angela Maria Tiberi, Presidente per l’Italia DILA – Da Ischia L’Arte, collaboratrice della pagina culturale del quotidiano IL DISPARI di Gaetano Di Meglio, opera nel territorio pontino con evidente passione.
Come sua recente iniziativa ha organizzato un convegno tra diverse associazioni che operano anche a livello internazionale attraverso la poesia, la pittura, il bel canto.
Per tale occasione, la Biblioteca di Pontinia è stata illuminata dai colori accesi e suggestivi dei quadri della valente Flora Rucco, artista pontina.
Insieme agli assessori Beatrice Milani e Patrizia Sperlonga, laTiberi ha accolto varie testimonianze di arte di cultura e di pace.
Si è parlato del dramma dei bambini-soldato in Africa, ma anche della violenza a cui sono costretti molti minori in Europa, attraverso il mercato della prostituzione, della malvivenza e della droga. L’Arch. Alfonso Curreri ha raccontato la prima esperienza dell’Associazione Ibedart Peace alla Fiera di Assuan dove, per la prima volta, è stata possibile la partecipazione delle artiste donne, annunciando che durante l’estate 2020 si ripeterà l’esperienza egiziana per dare voce ai valori di concordia, uguaglianza e bellezza.
Milena Petrarca, estrosa e forte pittrice vincitrice del premio Made in Ischia “Otto milioni”, ha parlato del suo lavoro che porta a New York le emozioni e la bellezza del territorio pontino attraverso le sue pitture.
Adriana Veronese, Manuel Ferry, Antonella Rizzo, Angelo Malandruccolo, la stessa Tiberi hanno declamato le loro poesie d’amore universale.
Franca Cassandra per l’Unesco ha ribadito l’importanza della donna in tutte le società e nella storia.
Marina e Franca Cappelli dell’Associazione Latina Musica hanno auspicato una sempre maggiore conoscenza dell’opera lirica in Italia e nel mondo.
Anche il tenore Eusebio Consoli e Cecilia Salaces dell’Associazione Orchidea Latina hanno esposto il loro impegno per l’America Latina e la passione per Frida Khalo, pittrice della maternità e della forza femminile.
Roberta Cappuccilli e Marzia Antelmi hanno comunicato che, dopo il gemellaggio in Lituania a Utema e nella Repubblica Ceca a Praga, la Corale Polifonica di Pontinia è stata invitata in Portogallo per diversi concerti tra fede, musica, amicizia e cultura.
Il 7 marzo p.v. Angela Maria Tiberi, nell’ambito dell’evento“Donne dell’Agro Pontino” inviterà a Pontinia, sempre  a nome dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, alcune eccellenze femminili del nostro territorio per parlare della passione e dell’impegno che le rende modelli preziosi e d’ispirazione per tutte le donne.

Il Dispari 20200302 – Redazione culturale DILA

Twitterone

Liga Sarah Lapinska:

1) Per conto di DILA ho regalato la mia opera “The Spirit of Meadows” a Tomas Fernandez, un pittore spagnolo, uno dei finalisti del nostro premio Made in Ischia “Otto milioni”.
Ha un suo stile speciale, e gli auguriamo molti successi.
Finalmente Tomas fa parte anche di una nostra antologia.

2) Per conto di DILA ho regalato a Boriss Cilevičs, amico di LENOIS da gran tempo, la mia opera d’arte “Nearby to Eternity”.
Speriamo che lui abbia già ricevuto la mia opera al suo indirizzo ufficiale, cioè, l’indirizzo del Parlamento (Saeima) di Lettonia.
Boriss è un personaggio pubblico di cui abbiamo parlato con Bruno Mancini e che sarà sempre benvenuto tra di noi.

3) Per conto di DILA ho regalato a Vjacheslav la mia opera d’arte “I Recall the Fire”.
Lui non è un artista, ma io e il mio gatto Rudolfs vogliamo dirgli “grazie” per altri motivi.

Il Dispari 20200302 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200224

Il Dispari 20200224– Redazione culturale DILA

Editoriale | Il racconto “La siringa abbandonata” al Bookcity 2019

Lo scorso 16 novembre, nell’Aula magna della SIAM (Società d’Incoraggiamento Arti e Mestieri) di Milano, l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” ha presentato l’evento “Otto milioni” il cui focus è stato l’antologia di Arti varie “Magari un’emozione!” contenente, tra l’altro, alcuni brani tratti da miei racconti.

Con cadenza settimanale li stiamo pubblicando tutti in questa pagina, augurandovi una buona lettura.

DAL LIBRO
Alla ricerca dei percome

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IL RACCONTO

LA SIRINGA ABBANDONATA

Ormai ci conosciamo e ci riconosciamo da molti metri di distanza.

La siringa abbandonata aspetta ogni giorno il mio passaggio: un po’ speranzosa che io possa organizzare qualcosa per consentirle di uscire dallo stato improprio nel quale giace già da oltre un mese, e un po’ deliziata dalle foto che le scatto con amorevole vicinanza.

Se ne vanta con le amiche affermando che nessuna di loro è mai stata onorata da tanta attenzione da un umano per bene.

Va dicendo che i filmati nei quali la ritraggo da ogni angolazione sono il segno evidente della sua prosperosa fisicità.

Pur essendo grassoccia è dotata di una sola gamba, finemente lavorata tanto che alla sua estremità inferiore possiede un canaletto utile a spruzzare benedetti liquidi molto più ambiti dell’acqua disponibile in tante acquasantiere.

Una siringa, chiara di sembianze come le odalische dipinte nell’ottocento, che porta un copricapo composto a somiglianza di un cappellino di memoria regale; una siringa sobria e resistente alle furiose scorribande delle scopazze usate dagli spazzini… oplà dagli operatori ecologici e dalle loro macchine trita-erbacce; una siringa flagellata da temporali che hanno buttato giù alberi di ogni tipo e procurato frane in ogni dove; una siringa piantata in un’aiuola, e situata in bella mostra proprio all’ingresso di uno dei parcheggi più trafficati di una delle Città gioiello della Campania (Ischia, vanto nazionale e meta di milioni di turisti internazionali!); essa, una siringa, sta raggiungendo un record difficilmente uguagliabile nella società civile: restare per oltre un mese nello stesso posto senza muoversi di un solo centimetro.

“Evviva le siringhe!” urlano con forza gli amministratori dei beni pubblici traslando il loro osanna ut sic augurio per i loro culi incollati (culseggiati come la siringa all’aiuola) alle seggiole comode e profumate dai din din che i sudditi deficienti continuano ad elargire per le loro inettitudini.

Fino a qui si è espressa la mia, forse, poco valente velleità di scrittore, ma essa non è la sola che mi costringe a tartassare i tasti di questo pc, poiché un’altra, ben più possente e più assecondata, m’induce a esprimere non più fantastiche ricostruzioni e fantasie sornione, bensì domande semplici lineari e concrete.

Parlo della mia velleità (vizio) di non sentirmi mai suddito e di non assegnarmi un ruolo da colluso o reticente.

Potrò diventare schiavo se è vero che dove c’è forza la ragione non vale, ma la sudditanza è un ruolo che prevede una massiccia dose di abulia che non possiedo.

Quindi le domande sono:

  1. Negli “ordini di servizio” dell’ultimo mese chi sono stati gli operatori ecologici ai quali è stata assegnata la pulizia del parcheggio di Via Mirabella ad Ischia?
  2. Nell’ultimo mese chi sono stati gli addetti al controllo del rispetto delle direttive aziendali da parte degli operatori ecologici?
  3. Quanto spreca ogni giorno la nostra comunità per pagare simili incurie e disservizi?
  4. Si può credere che dopo la mole enorme di segnalazioni, giornalistiche e televisive, durata quasi un mese, i dirigenti aziendali non fossero informati del pericolo per la salute pubblica e del danno d’immagine per l’intero comune dovuti alla permanenza della siringa in quella piazza?
  5. Ora, in seguito a questo articolo pubblicato sui principali organi d’informazione locale (e non solo), quali saranno i provvedimenti che verranno adottati affinché non si verifichino in futuro casi tanto eclatanti di mal servizio in danno della collettività?
  6. Ovviamente i lettori potranno aggiungere ulteriori domande e le loro considerazioni!

P.S. Aggiornamento del 22 Aprile 2015.

Dopo oltre 3 mesi dalla prima segnalazione, oggi, 22 Aprile 2015 la siringa è ANCORA nello stesso posto… e sono ANCORA allo stesso “posto”, ANCORA retribuiti con i nostri soldi, anche i responsabili (sic!) della pulizia dei luoghi pubblici della città d’Ischia.

Bruno Mancini

Mariapia Ciaghi | “Partenope in Restauro” di Dalisca a Napoli

La Galleria Marciano Arte annuncia l’inaugurazione della nuova stagione espositiva con una mostra personale, “Partenope in Restauro”, di Dalisca (Elisa Piezzo), a Napoli dal 07 al 21 Marzo 2020 c/o le Sale delle Terrazze di Castel dell’Ovo.

La mostra in oggetto vuole essere un omaggio alla città di Napoli; particolarmente cara all’artista sia per appartenenza generazionale, sia perché città eternamente “neapolis”, aperta dunque ad ogni accoglienza estranea, ad ogni linguaggio, pertanto moderna e attuale.

In esposizione ci sarà un gruppo di sculture in terracotta policroma, patinate secondo classiche tecniche di colorazione.

In particolare, tre busti di donna rappresentanti le tre fasi del metaforico restauro di un ritratto scultoreo della sirena Partenope.

Ad arricchire l’esposizione un video girato sul mare e sotto il mare, viaggio ipotetico fatto dalle statue esposte, partendo dalle sponde della Grecia fino a giungere alle spiagge napoletane ove la prima delle tre statue rivolgerà il suo discorso ad Ulisse in doveroso napoletano.

Ricordando che la mostra si terrà in concomitanza della Festa della Donna, il Vernissage, la cui madrina sarà la modella Chiara Stile, porrà il proprio accento su temi relativi ai protagonisti al femminile del nostro secolo: arte, moda, salute e bellezza.

Gli interventi del prof. Silvio Smeraglia, delle imprenditrici baronessa Giovanna Incarnato e Lara Barzan, della stilista e disegnatrice di gioielli  Fina Scigliano,  del dott. Giuseppe Maffi, saranno moderati da Barbara Castellani.

Ospiti speciali il tenore Giuseppe Gambi e il mezzo soprano Paola Roncolato.

Il critico Grazia Spampinato ha scritto: “Con questa importante mostra napoletana Dalisca approda al porto naturale della sua lunga esplorazione artistica, da cui è destinata a salpare ricca di nuovi semi di conoscenza. Per Dalisca la conoscenza non è (come non è mai stata) ascesi e abbandono del mondo fisico. La sua conoscenza artistica non può infatti eludere la materia pesante di cui siamo composti, che è nostro sangue, che è il libro vivente del nostro DNA. Al contrario, Dalisca è una rabdomante, è un’antica sibilla che dissotterra e dà alla luce creature vive dormienti sotto una coltre polverosa di tempo e di oblio.”

Twitterone

A Roma, il prossimo 28 febbraio alle ore 18.30 presso la storica galleria d’arte “Il mondo dell’arte” in via dei Castani 193, Liliana Manetti, Ambasciatrice dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” per la regione Lazio, scrittrice poetessa nonché giornalista e collaboratrice della pagina culturale del quotidiano IL DISPARI diretto da Gaetano Di Meglio, proporrà la seconda presentazione del tour della sua nuova silloge “Colore di donna. La forza di una nuova rinascita.”

Letizia Baldoni, presidente dell’associazione onlus “Dalla parte del torto”. modererà l’evento.

Sarà presente la pittrice Anna Novak che ha preparato alcuni acquerelli simili a quelli contenuti nella silloge e, in estemporanea, creerà un body painting sul corpo dell’attrice modella e ballerina Chiara Pavoni.

La quale, a sua volta, si esibirà in una performance con testo di Liliana Manetti appositamente preparata per l’evento.

Interverrà la TV CIADD NEWS, con la direzione artistica di Emanuela Petroni per il programma “Quarta Dimensione SHOCK” che raccoglierà interviste tra i protagonisti e tra il pubblico presente all’evento.

Un ricco buffet offerto dalla famiglia dell’autrice concluderà l’incontro.

Il Dispari 20200217– Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200217

Editoriale | Il racconto “così fu” al Bookcity 2019

Lo scorso 16 novembre, nell’Aula magna della SIAM (Società d’Incoraggiamento Arti e Mestieri) di Milano, l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” ha presentato l’evento “Otto milioni” il cui focus è stato l’antologia di Arti varie “Magari un’emozione!” contenente, tra l’altro, alcuni brani tratti da miei racconti.

Con cadenza settimanale li stiamo pubblicando tutti in questa pagina, augurandovi una buona lettura.

DAL LIBRO
Per Aurora volume quinto

http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-quinto/paperback/product-4636773.html
IL RACCONTO

Così fu – Capitolo 8°

Mercoledì ore 9: “Oggi le figlie e i figli di puttane che vanno in chiesa, non a supplicare perdono, ma per sentirsi importanti nel rapporti con l’eterno (come dire voler corrompere la forza del destino, sottomettere il dio al loro interesse), loro, i santarelli amici di merende, le femmine tradite e traditrici, i miserabili che smerciano cocaina eroina sballina mortina e sigarette dinanzi alle questure, ai palazzi dei tribunali, agli ingressi dei giardini pubblici, ai portoni dei vigili comunali, del fuoco, del mare, della merda, oltre che tra i banchi delle scuole delle metropoli meridionali, delle scuole di ogni grado di tutti i rioni di tutte le rimbecillite metropoli meridionali di tutte le nazioni, oggi le figlie e i figli di puttane che impazziscono se non possono mostrare le chiappe adipose, le zizze gualdrappate, le zampe microbiche, le cosce microscopiche, le vene varicose, le voci stridule e sguaiate, i coltelli a molla, girando in bella mostra tra le boutique ed i pub schiamazzanti lungo tutta la viuzza Riviez ed il largo Maroz del quartiere top secondo Novella 300, oggi, uno o alcuni figli di puttane in attività nella zona in cui vivo ha, o hanno, rubato la mia sgangherata bicicletta parcheggiata in via Coppi 27.

Aiuti non ne voglio.

Mi basterebbe saperli spiaccicati contro un muro.

Darei in cambio 100 rupie”.

Bruno Mancini

JEANFILIP con “IL PARNASO 2020” nell’antologia ARTE ALTROVE

dell’associazione “Da Ischia L’Arte – DILA”

In arte Jeanfilip, vive e lavora in provincia di Milano dove, per alcuni anni 1985/1991, ha frequentato la scuola d’arte “Accademia Nania”.

Dopo una profonda maturazione artistica, abbandonò il Figurativo, studiò il colore per approcciarsi alla pittura Impressionista – poi Cubista-, scomponendo le forme per giungere, in ultimo, alla forte matrice Astratto-Informale di composizioni ed equilibrio tra colore e forme.

Nelle sue opere, la linea e il colore sono gli assoluti protagonisti: la linea è alternata e dinamica, il colore viene espresso nei cromatismi più vari.

Usa un substrato materico per creare zone dense e, soprattutto, una materia tattile.

Il colore è la sua gioia di vivere che cerca di esprimere attraverso un’arte scevra da ogni condizionamento.

Alle classiche tele, predilige supporti diversi, come plexiglas, legno e vecchie porte.

Ha esposto in numerose Gallerie, non soltanto in Italia, ma in varie nazioni del mondo.

La realtà, mi offre sensazioni forti, la natura attraverso i suoi colori e la sua sinuosità armonica, mi offrono un grande spunto per riuscire a rielaborare il mondo che mi circonda” è una delle frasi con cui Jeanfilip, nel corso di un’intervista esclusiva che ha rilasciato per questa pagina culturale e che pubblicheremo in una delle prossime settimane, ha motivato la sua attività pittorica.

Quest’anno, in occasione del 500° anno dalla morte del grande Raffaello Sanzio, ne ha voluto omaggiare l’immensa maestria scegliendo, come tema per una sua opera, la parte centrale del famoso affresco “Il Parnaso“.

L’affresco è custodito nelle sale del Vaticano, precisamente nella stanza della segnatura ove, poiché vi è una finestra rivolta verso il giardino, Raffaello, con grande genialità, superò il problema architettonico dipingendo l’affresco ad arco.

La scena è una rappresentazione del monte Parnaso, che secondo la mitologia greca è la dimora delle Muse.

Al centro della scena, Apollo coronato di alloro, Dio del Sole, custode della luce e della ragione, protettore di tutte le arti, suona una Lira per condurre l’uomo alla totalità dello spirito e alla ebbrezza dei sensi.

Apollo è circondato dalle sue Muse, protagoniste dell’armonia del cosmo e della bellezza, e la musica si fonda sulle leggi ritmiche e armoniche dell’universo.

Nella società di oggi, in questo secolo di rumore e di caos, Apollo si traveste da incantatore e muta i linguaggi, così che le parole e i concetti si riducono a semplici Twitt i cui algoritmi sono subdoli trascinatori di masse verso la più anonima mercificazione.

Considerando questo nostro come il secolo del caos, il mondo contemporaneo risulta non specchiarsi in nessuna mitologia, ignorandone e disattendendone gli ideali tramite i quali, esse tutte, miravano solo e comunque ad un’armonia cosmica dello spirito e della materia.

Fortunatamente Artisti e Poeti come Jeanfilp custodiscono le nostre Muse con le loro opere e con le memorie che esse tramandano.

Se essere liberi vuol dire conoscere la nostra storia per capire il presente e immaginare il futuro, allora essere liberi vuol dire Amare e comprendere la vera essenza del bello.

Solo attivando le nostre coscienze a farsi stendardi di libertà riusciremo ad uscire dalla falsa musica del Dio Apollo moderno, e saremo abili a smettere di essere solo vittime indotte a trasformarsi in nuova linfa per nuovi e vecchi mercanti.

Ammirando la forza impulsiva dei messaggi lanciati dalle opere di Jeanfilip, potevamo noi dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” tralasciare l’ipotesi di chiedergli la benevolenza di consentirci di utilizzare una sua opera per comporre la copertina della nostra prossima antologia “ARTE ALTROVE”?

Non potevamo!

E quando il Presidente Bruno Mancini ha avuto l’opportunità e il piacere di contattarlo, Jeanfilip non solo ha accettato con palese entusiasmo, ma ha anche acconsentito alla realizzazione di una sua mostra da realizzare nella nostra isola durante la prossima stagione estiva.

Ringraziamo Jeanfilip e ringraziamo Mariapia Ciaghi che ci ha messi in contatto, potendo già annunciare che lei sarà la curatrice sia dell’antologia e sia della mostra, entrambe in fase di organizzazione a cura dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” in sintonia con la Casa Editrice “Il Sextante“, con il magazine “Eudonna“, con la testata giornalistica “Il Dispari” di Gaetano Di Meglio e con alcune decine di Associazioni che collaborano ai progetti culturali Made in Ischia ideati da Bruno Mancini.

Per ammirare in tutte le loro componenti i colori e le forme del dipinto potrete accedere a  https://www.emmegiischia.com/wordpress/wp-content/uploads/2020/02/Parnaso-2020-comp.jpeg

 

Sinfonia con l’Africa

Il Dispari