Il Dispari 20201019 – Redazione culturale DILA

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Il Dispari 20201019 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20201019

Il Dispari 20201019 – Redazione culturale DILA

Il programma del MADE IN ISCHIA dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” nella prossima manifestazione internazionale BOOKCITY 2020

BOOKCITY – 13 novembre 2020 ore 16.00
Teatro Franco Parenti – Milano
Il Dispari 20201019 – Redazione culturale DILA 

L’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”
in collaborazione con

  • Casa editrice IL SEXTANTE di Mariapia Ciaghi
  • Testata giornalistica IL DISPARI di Gaetano Di Meglio
  • Associazione culturale ADA di Dalila Boukhalfa
  • organizza l’evento:

Titolo dell’incontro

  • Premio internazionale di Arti Varie “OTTO MILIONI”

Relatori

  • Jeanfilip (Gianluigi Filippini) – Pittore
  • Mariapia Ciaghi – Editrice
  • Lucilla Trapazzo – Attice

 Staff

  • Domenico Umbro – Musicista
  • Operatore video – TV

 Breve descrizione dell’incontro

  • Proclamazione vincitori delle cinque sezioni (Poesia, Arti grafiche, Musica, Giornalismo, Recitazione) della nona edizione del premio internazionale di Arti Varie “OTTO MILIONI” ideato da Bruno Mancini ed organizzato dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.
  • Presentazione dell’Antologia di Arti Varie “ARTE ALTROVE” edita dalla Casa Editrice IL SEXTANTE di Mariapia Ciaghi contenente, tra l’altro, alcune opere finaliste della nona edizione del suddetto premio internazionale di Arti Varie “OTTO MILIONI”.
  • Presentazione dell’Antologia plurilingue di Arti Varie “Sinfonia con l’Africa volume secondo” edito dalle Associazioni DILA di Bruno Mancini e ADA di Dalila Boukhalfa.
  • Presentazione del volume “Per Aurora – Tutti i racconti” edito dall’Associazione DILA
  • Presentazione della testata giornalistica IL DISPARI di Gaetano Di Meglio
  • Recital musicale di Domenico Umbro.
  • Esposizione dell’opera pittorica “Parnaso” di Gianluigi Filippini, in arte Jeanfilp, che è stata utilizzata come copertina della suddetta antologia “ARTE ALTROVE”.
  • Diretta streaming di tutto l’evento.
  • Ingresso gratuito su prenotazione obbligatoria.

Libri presentati
 
1)         Autore Bruno Mancini

  • Titolo ARTE ALTROVE
  • Opere di Arti varie e di Autori internazionali
  • Editore IL SEXTANTE di Mariapia Ciaghi
  • ISBN 978-88-97708-39-1

2)         Autore Bruno Mancini

  • Titolo Sinfonia con l’Africa volume secondo
  • Antologia plurilingue di Autori internazionali
  • Editore Associazioni DILA di Bruno Mancini e ADA di Dalila Boukhalfa Lulu.com
  • ISBN 978-1-716-53778-3

3)         Autore Bruno Mancini

  • Titolo Per Aurora – Tutti i racconti
  • Editore Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”
  • ISBN 9781445237534

Il Dispari 20201019 – Redazione culturale DILA

BOOKCITY – 14 novembre 2020 ore 10.00
Biblioteca Sormani –  Sala Grechetto – Milano

Il Dispari 20201019 – Redazione culturale DILA

L’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”
in collaborazione con

  • Casa editrice IL SEXTANTE di Mariapia Ciaghi
  • Testata giornalistica IL DISPARI di Gaetano Di Meglio
  • Associazione culturale ADA di Dalila Boukhalfa
  • organizza l’evento:

 Titolo dell’incontro

  • L’ECO PERMANENTE: Autori e libri vari della Casa editrice Il Sextante, della Redazione del quotidiano Il Dispari, e delle Associazioni DILA e ADA.

Relatori

  • Mariapia Ciaghi – Editrice
  • Giuseppe Strazzi – Scrittore
  • Jon Mucogllava – Scrittore

 Staff

  • Jeanfilip (Gianluigi Filippini) – Pittore
  • Domenico Umbro – Musicista
  • Operatore Video – TV

Breve descrizione dell’incontro

  • Presentazione del libro “I poeti italiani ci twettano” di Giuseppe Strazzi
  • Presentazione del libro “Echi da due mondi” di Jon Mucogllava
  • Presentazione del libro “Promo uno” di Bruno Mancini
  • Recital musicale di Domenico Umbro.
  • Esposizione dell’opera pittorica “Parnaso” di Gianluigi Filippini, in arte Jeanfilp.
  • Diretta streaming di tutto l’evento.
  • Ingresso gratuito su prenotazione obbligatoria.

Libri presentati
 
1)    Autore Giuseppe Strazzi

  • Titolo I poeti italiani ci twettano
  • Editore Il Sextante
  • ISBN: 978-88-97708-43-8

       2)    Autore Jon Mucogllava

  • Titolo Echi da due mondi
  • Editore Il Sextante
  • ISBN: 978-88-97708-37-7

3)    Autore Bruno Mancini

  • Titolo Promo uno
  • Editore DILA – ADA
  • ISBN 9780244448769

Il Dispari 20201019 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20201019 – Redazione culturale DILA

EVVIVA I POETI

20 proposte a cura della Vicepresidenza DILA

Inizia oggi un nuovo ciclo di promozioni a favore di scrittori ben degni di una ribalta prestigiosa come lo è questa testata giornalistica IL DISPARI diretta da Gaetano Di Meglio.

Affidata alla supervisione della Vicepresidenza dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA“, la serie di presentazioni prende l’avvio da un sistema di monitoraggio delle proposte poetiche presenti in siti web di grosso interesse pubblico e si svilupperà, nel corso dei prossimi mesi, con articoli e recensioni dei 20 Autori selezionati per ricevere l’ambito privilegio di essere presentati su questa rubrica.

Con l’augurio di favorevoli sviluppi delle iniziative editoriali messe in campo dagli Autori prescelti iniziamo oggi con:

EVVIVA I POETI n.1

Ugo Alessandrone Gambardella | IL LAVORO DEL POETA

In cosa consiste l’attività del poeta?

In sogni che si traducono nel “lavoro” sulla parola, parola che trasforma musicalmente il pensiero. E questo lavoro, io credo, dà un senso (effimero, perché non può essere diversamente) alla vita. Ecco, dare un significato alla mia esistenza, questo è quello che ho cercato di fare dedicandomi per un ventennio a scrivere poesie.

Le poesie sono state il mio vademecum personale che mi ha assistito nelle fasi cruciali della vita, la mia consolazione nelle ferite inflitte dall’amore, il divertissement testimone delle gioie concesse, oltre che una suprema autobiografia.

Ed è in quest’ottica che ho affrontato raccolte come Musiche a fior di pelle (1999), in cui nell’eufonica sensualità dei versi ho cercato una compensazione all’asimmetrico desiderio degli amori giovanili. Oppure, assaporando attraverso una ricerca concettuale e linguistica la condizione esistenziale del rapporto fra i sessi, concepita come tensione violenta e inappagata, inevitabilmente segnata dalla solitudine, ho composto la silloge poetica Blandizie (2012).

L’ultima raccolta, Quel che sorge e non tramonta (2020), di portata più filosofica, gravita invece intorno al contrasto fra una consapevolezza lucida (del vuoto, del nulla che ci circonda e che ci attende) e un istintivo slancio verso il sogno.

Ed eccoci ritornati ai sogni e al senso effimero della poesia, e nel particolare ai miei sogni poetici, che tento di condividere non senza una consapevole umiltà, ricordando, con la lezione del Leopardi, che il più solido piacere di questa vita, è il piacere vano delle illusioni.

Il Dispari 20201012 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20201012

Il furto della foto di Maradona

penultima puntata del racconto di Bruno Mancini.
Le prime dieci puntate sono state pubblicata il 13 e il 27 luglio,  il 3 – 10 – 17 – 24 – 31 agosto, 7 – 14 settembre, 5 ottobre 2020.

PARTE TERZA

I sogni
Capitolo terzo
Il secondo sogno

Tom: -«Nello stesso luogo del primo sogno, questa volta mostrando il viso dagli occhi spaziosi e leggermente arcuati verso il basso, lo sguardo dolce, le mani curate ed ingentilite da dita affusolate con unghie laccate di rosso vivace, avvolta sulle braccia da uno scialle di seta nera che era stato da lei stessa ricamato all’uncinetto, Cristina si stringeva le dita congiunte all’altezza delle ginocchia.
Immerse il suo sguardo negli occhi del nipote come se egli fosse stato il signore dei suoi pensieri, sciolse, dal nodo di dolore, una mano dall’altra, accarezzandogli le guance come ad un bimbo che dorma…
»

Edith: -«Piccirì, la telefonata che ti abbiamo indotto a fare, ora ha già conseguito gli effetti da noi auspicati (la fine della vita terrena del lurido individuo). Posso annunziarti la morte di Ignazio. Suicida.

Edoardo: -«Ignazio? Suicida? Che c’entra mio fratello Ignazio?»

Edith: -«Ignazio, l’autore del furto, non era tuo fratello, non lo era mai stato, né da parte di padre, né tanto meno da parte di tua madre.
Parlo con il loro consenso.
Tua madre tramite me ha inteso regalarti questo squarcio di verità.»

Edoardo: -«Non è…
… ed io…
Nonna che dici!»

Edith: -«Lo so, tu gli avevi creduto in buona fede.»

Bruno: -«Ma se anche Aurora… »

Edith: -«Tu, e non da solo, gli avevi creduto, in buona fede. Non ha ingannato solo te.
Indurre in errore Aurora, la Signora, è stato il suo capolavoro.
Non era mai accaduto che un mortale riuscisse ad ingannare “La Signora”.
Non solo a mia memoria. Anche Petrus è stato di questa opinione.»

Edoardo: -«Cosa posso fare? Sono distrutto.
Non ho perso un fratello indegno, ma ho trovato un inganno devastante per la morale della mia vita

Edith: -«Non devi considerarlo un disonore. È stata solo leggerezza.
Ti sarebbe bastato ricordare l’affetto di tua madre per te, per essere certo che lei non avrebbe vissuto un solo attimo sapendoti lontano.
Un figlio vale l’altro. Per una mamma.
Come avrebbe potuto privarsi di un tuo fratello?»

Edoardo: -«Perdono, perdonami…

Edith: -«Non piangere, sciocco, già fatto.
Da sempre.
Le mamme non “hanno” figli, le mamme “SONO” i loro figli.
E smettila di affliggerti, siamo vivi, come canta per me Vasco ogni volta che gli racconto la tua infanzia.
Ignazio non era tuo fratello, tanto meno gemello.
L’uomo che l’aveva adottato era un gerarca nazista la cui sterilità, dovuta ad una ferita sul campo di battaglia, non costituiva un segreto per i ranghi alti della sua struttura militare.
La moglie, smaniosa ed esuberante, pur rassegnata ad una vita monacale, gli chiedeva con insistenza un figlio:
-“Un figlio? Come si fa? Tu conosci bene la mia limitazione.”
Lei: -“Io lo faccio di nascosto con un altro uomo”
Lui: -“Peggio, tutti al Comando sanno della mia impotenza.”
-“Lo faccio di nascosto e poi…”
-“Che diavoleria hai architettato?”
E lei: -“… e poi fingiamo di adottarlo.
Ci sarà un soldato senza pretese che accetterà di rendermi madre?
Un medico corrotto che assegnerà il frutto della mia maternità ad un’altra donna?
Una spregiudicata poveretta che per una cifra concordata rimarrà segregata in casa durante tutto il tempo della mia gestazione?
Ci saranno.
La donna prezzolata fingerà, infine, di lasciarmi adottare il figlio che non avrà mai generato, ma che io avrò partorito.
Ci saranno!”

Tutto filò liscio fino a pochi giorni prima del momento della finta adozione.

La donna poveretta assoldata per l’inganno, morì improvvisamente.

Il gerarca ormai non poteva rinunziare al suo piano, oltre a tutto per non compromettere l’onore suo e della moglie con uno scandalo.
Disperato, con prepotenza e minacce, impose a tuo padre, avendo saputo che tua madre era pronta a partorire, di fingere la nascita di due gemelli, uno dei quali, il figlio della moglie e del soldato, sarebbe stato immediatamente adottato da loro.
Così sono andate le cose.
Il figlio naturale della moglie e del soldato compiacente, battezzato Ignazio, fu ufficialmente dichiarato figlio di tua madre (quindi tuo fratello gemello), per essere, dopo un breve periodo, adottato da loro.
Tuo padre non poté ribellarsi e non era in grado di opporre rifiuto.
In quel disgraziato periodo noi combattevamo le nostre guerre in opposizione alla fame ed alle bombe, ma non avevamo i mezzi per batterci contro le sopraffazioni delle deportazioni che criminali fascisti e nazisti usavano deliberare verso chiunque non seguisse le loro disposizioni.
Così sono andate le cose.
Così tu, per la gente, sei nato con un gemello che non esiste.
Il bimbo della tedesca è diventato tuo fratello per inganno, corruzione e necessità di sopravvivenza.
Tua madre, una santa, sempre pronta a sacrificarsi per tutti, accettò di far credere che acconsentiva all’adozione di un suo figlio per impedire che tuo padre fosse deportato.
Necessità di sopravvivenza.
Privarsi di un suo figlio!
L’avrebbero dovuto prima torturate, poi squartare, infine uccidere a martellate sulla testa e nell’utero.
Avresti potuto comprenderlo, ma non importa.
Così sono andate le cose.»

Edoardo: -«Nonna, aiutami, dammi una speranza.»

Edith: -«Piccirì, non trasformare una giustizia in un’emozione.
Non fare il Poeta.
Tu, sei la tua speranza, tu ed i tuoi affetti, tu e la tua dignità.
Accontentati, non è poco!
Se proprio lo desideri, la tua purificazione avverrà andando a Capri in compagnia di Gilda.
Lì in tre giorni, per
“LA POESIA DELLA VITA”,
in un particolare ed irripetibile abbandono  fra bellezze e sentimenti scriverai
“TRE POESIE DEI SOGNI”.
Dimenticando Ignazio. Egli non è mai valso un attimo della tua esistenza.
Ah! Senti, prima che te ne vai, mi aggiusteresti il lume sul comodino?
A volte non funziona, si accende e si spegne da solo.
Si accende e dopo poco si spegne e si accende da solo.
Tuo nonno non sta mai fermo. Si gira e si volta nel letto, continuamente.
Muoviti oggi muoviti domani, l’ha rotto.
Ma se non hai tempo non fa niente.»

BOOKCITY 2020

Poiché è sempre vero che quando il gioco si fa duro i DURI continuano a giocare, con grande soddisfazione posso comunicare, a nome non solo dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” ma anche della Casa Editrice  IL SEXTANTE di Mariapia Ciaghi, della testata giornalistica “IL DISPARI” di Gaetano Di Meglio e dell’Associazione algerina ADA di Dalila Boukhalfa che, nonostante i rischi di natura sanitaria impliciti negli spostamenti e nei viaggi, nonostante le restrizioni relative alla organizzazione di eventi -specialmente di carattere culturale-, nonostante l’assoluta mancanza di qualsiasi beneficio di carattere economico, parteciperemo al Bookcity 2020 con DUE eventi:

  • Teatro Franco Parenti – Milano – 13/11/2020 ore 16: Premio internazionale di Arti Varie “OTTO MILIONI” con, tra l’altro, la proclamazione dei vincitori delle cinque sezioni (Poesia, Arti grafiche, Musica, Giornalismo, Recitazione) della nona edizione del premio internazionale di Arti Varie “OTTO MILIONI” ideato da Bruno Mancini ed organizzato dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.
  • Biblioteca Sormani – Milano – 14/11/2020 ore 10: L’ECO PERMANENTE, Autori e libri vari della Casa editrice Il Sextante, della Redazione del quotidiano Il Dispari, e delle Associazioni DILA e ADA

 

 

 

Ovviamente, durante le prossime settimane vi aggiorneremo, continuamente ed in maniera esclusiva, su tutti gli aspetti della prestigiosa manifestazione internazionale BOOKCITY 2020, illustrandovi le caratteristiche dei protagonisti, dei prodotti editoriali e delle realtà organizzative che ne faranno parte nel segno del MADE in Ischia.

 

Il Dispari 20201005 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20201005

Il Dispari 20201005 – Redazione culturale DILA

Il furto della foto di Maradona

decima puntata del racconto di Bruno Mancini.

Le prime nove puntate sono state pubblicata il 13 e il 27 luglio,  il 3 – 10 – 17 – 24 – 31 agosto, 7 – 14 settembre 2020.

PARTE TERZA

I sogni

Il primo sogno

Petrus: -«Questa che ascolterete sarà la fedele ricostruzione del primo sogno./em>
Era la notte tra il venerdì 13 ed il sabato 14 Agosto.
Dalle ore 4.35 alle ore 4.38.
Edoardo descriverà la scena vista dal nostro amico. Edith raffigurerà la nonna Cristina.
Ho operato al meglio per non omettere alcun particolare.
Una precisazione: nella bozza, alla fine, ho indicato con i puntini di sospensione l’interruzione, definitiva, della conversazione con quella frase incompleta. 
Posso bere un Don Alfonso rosso corretto con poche gocce di Bitter?
Grazie

Edoardo:Nel giardino della mia infanzia, tra la straduzza foderata da muri di cinta composti da lastroni lavici grigio-argento e la pineta dalle ombre piene di cicalii e voli di passeri, seduta su una panca di pietra levigata dall’uso e dal tempo, la sagoma era inconfondibile.
Il grosso tupè di lunghissimi capelli né tinti né bianchi, ma di un candore naturale per nulla incupito dagli anni, finiva legato da una antica pettinessa di tartaruga con decori brillanti.
Il busto eretto di chi si mostri in posa pittorica, le spalle dritte nella morbida femminilità di un’altra epoca, la voce calma, le parole semplici, i gesti misurati, mia nonna Cristina non ruotò mai la testa, non girò mai il viso… »

Edith: -«Piccirì, per non lasciar dubbi sulla vera essenza della mia presenza e sulla origine della mia richiesta, e non consentire che tu le confonda con tue immaginazioni o le possa erroneamente valutare alla stregua di tue chimere, come prova della superiore volontà che mi ha eletto tua protettrice, ti predico, per domani, l’incontro con un uomo (per la precisione egli sarà il secondo della giornata), subito dietro l’angolo del fotografo.
Egli, sarà un giovanotto dal pantalone rosso a mezza gamba, ti chiederà una sigaretta.
Tu gliela offrirai titubante e lui ti ringrazierà dicendo “Forza Diego”.
Quando poco dopo udirai lo scampanare delle dodici dalla chiesa di San Petrus, una bimba dagli occhi azzurri e dai capelli d’oro, davanti alla fontana della Mandra, ti regalerà un fiore color del cielo.
Più tardi, il tappo della birra che bevi di solito a colazione porterà stampigliato, sul fondo, il simbolo della vincita al concorso “Stappate e-state con le bollicine”, ed allora ti collegherai ad un qualsiasi sito di scommesse on-line e punterai, vincendo, un solo colpo di cento euro alla roulette (non di più, né di meno), sul numero 33 (successivamente devolverai l’importo in beneficenza alla “Associazione Recupero Sassofoni Orsi”).
Non sempre i sogni sono solitudini romanzate, a volte, ed il nostro caso attuale, in essi orbitano punti di contatto tra dimensioni altrimenti impermeabili.
Se avrai le previste conferme, tu saprai per certo da quale volontà universale ti viene l’ordine, bada bene dico l’ordine, di telefonare al cellulare che ti ho dato nell’ultimo messaggio.
È lui l’infame.
Fallo, poi, immediatamente dopo, chiudi gli occhi e presto, all’alba successiva…»

PARTE TERZA

I sogni

Capitolo secondo

Aurora: -«Furono confermati i presagi?»

Bruno: -«Sì.»

Petrus: -«Confermo… »

Aurora: -«Che confermi tu… non occorre il tuo “confermo”. Non ora.»

Petrus: -«Chiedo scusa, non volevo offendere. Forse è preferibile che mi allontani qualche minuto. Se mi volete sono al bar

Aurora: -«Tutti o in parte?»

Bruno: -«Tutti.»

Aurora: -«Intendi dire che incontrasti un giovanotto con i pantaloni rossi ecc. poi una bimba dagli occhi azzurri e dai capelli d’oro ecc. poi ancora sotto il tappo della birra ecc. ed infine il 33 vincente alla roulette?»

Bruno: -«Così fu.»

Aurora: -«Certo, per l’autorevolezza della immacolata Cristina, l’eccezionalità della tensione fisica e morale a cui eri sottoposto in quel periodo, la rispondenza dei presagi con i fatti, non potevi agire diversamente. La telefonata andava effettuata. In quei termini ed in quel modo.»

Bruno: -«Posso solo precisare che nonna Cristina non si era decisa ad agire né per favorire se stessa, né per gratificare me, suo amato nipote, bensì in difesa della integrità morale dell’intera collettività raggirata ed offesa dalle spudorate falsità con le quali lui, Ignazio di Frigeria e d’Alessandro, negli anni l‘aveva abbindolata.
Ignazio di Frigeria e d’Alessandro, allo scopo di carpire qualche beneficio dalle finte amicizie artatamente create, non si era fermato davanti a nessun limite morale ed all’autorità di nessuna entità.
Neppure una donna angelica di none e di fatto come Cristina era riuscita a contenere la rabbia provocata dalla notizia della nuova sacrilega azione commessa dall’immorale individuo. »

Aurora: -«Sospettando ci fossero elementi sfocati nello schema globale della tua storia, avevo affermato che le assunzioni di responsabilità quasi mai corrispondono a calcoli ignobili o disdicevoli, ecco la prova.
Però.
C’è ancora un però.
Gli affetti perduti per sempre (Ignazio di Frigeria e d’Alessandro, nel bene e nel male, era pur sempre tuo fratello gemello) quasi mai si lasciano obnubilare oscurati da altrui ideali.
Altri però.
Perché non hai partecipato alle onoranze funebri?
Perché non sei rimasto sconvolto alla notizia del suo suicidio?
Perché non hai avuto alcuna reazione di sorpresa?
Perché dimostri nei suoi confronti sentimenti tutt’altro che affettuosi, e ciò ben oltre la legittima delusione per un gesto che del resto già sapevi appartenere alla normalità della sua vita sciagurata?
Molti però.
Cosa intendi con “in difesa della  integrità morale dell’intera collettività”?
E con “non si era fermato davanti a nessun limite morale ed all’autorità di nessuna entità”?
Moltissimi però.
Tutti sapevamo che Ignazio di Frigeria e D’Alessandro, tuo gemello naturale, era un poco di buono, sotto tutti i punti di vista, ma un affetto fraterno come il tuo, che aveva superato pietosamente innumerevoli contrasti, perché in questa circostanza, al solo nuovo risvolto di saperlo ladro della foto di Maradona, ha mostrato una pietà inesistente, se non addirittura una soddisfazione per la tragica fine?
Troppi però.»

Il Dispari 20201005 – Redazione culturale DILA

Bruno: -«Ormai hai deciso di andare fino in fondo, ebbene, ascoltiamo il secondo sogno.»

PARTE TERZA

I sogni

Capitolo terzo

Aurora: -«Chiamate Petrus. Introduca il secondo sogno. Presto.»

Petrus: -« Sono qua. Sono qua.
Devo ripetere. Questa che ascolterete è la fedele ricostruzione del secondo sogno.
Era la notte tra il sabato 14 Agosto la Domenica 15 Agosto.
Dalle ore 3.33 alle ore 3.42.
Sogno quindi successivo alla famosa telefonata.
Nessuno ne era ancora informato, ma Ignazio si era ormai già suicidato.
Tom descriverà la scena.
Edith raffigurerà la nonna Cristina.
Edoardo ripeterà le frasi dette dal nostro amico.
Ho operato al meglio per non omettere alcun particolare.
Una precisazione: se credete opportuno vi mostrerò l’autorizzazione alla divulgazione che Cristina si è premurata di inviarmi con un affettuoso messaggio per e-mail. Esso dice: “La tua insostituibile perspicacia…»

Aurora: -«Petrus, non ora, sii gentile. Dai inizio al secondo sogno.»

Petrus: -«Va bene, va bene, subito… però anch’io sono anima, e se Cristina mi considera “Il paladino dei nostri…»

Aurora: -«Smettila.»

Petrus: -«Ho fatto un buon lavoro!
Posso avere sul tavolo una Falanghina giovane-giovane?
… La Falangina è un vino, cosa avevate pensato, porcelli?
Grazie.»

 

Il Dispari 20201005 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20201005 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20201005 – Redazione culturale DILA

Dalla poetessa Luciana Capece riceviamo e volentieri pubblichiamo.

All’egregio Domenico Di Meglio, Direttore della testata giornalistica IL DISPARI.
Che emozione è stata per me leggere, al dettaglio, tutto l’Articolo riportato nella pagina pubblicata sul quotidiano “IL DISPARI”!
Fa un bell’effetto vedere la ma poesia “IL CIELO INCENERITO” condivisa orgogliosamente nella stessa cornice di pagina con altri ARTISTI.
Per cui sono molto ONORATA.
I miei Complimenti alla SUPER Soprano SABRINA FARDELLO, allo Straordinario Tenore Internazionale FRANCESCO MALAPENA, alla Speciale Scrittrice LUCIA FUSCO e agli altri ARTISTI che hanno partecipato all’evento “LIRICANDO SOTTO LE STELLE“.
La Ringrazio per tutta l’attenzione nei miei confronti e col cuore stracolmo di felicità La Saluto con Stima Eccezionale.

Il Dispari 20201005 – Redazione culturale DILA

DILA

NUSIV

VIRUSISCHIA

EVVIVA I POETI

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EVVIVA I POETI

20 proposte a cura della Vicepresidenza DILA

Ciclo di promozioni a favore di scrittori ben degni di una ribalta prestigiosa come la testata giornalistica IL DISPARI diretta da Gaetano Di Meglio.

Affidata alla supervisione della Vicepresidenza dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA“, la serie di presentazioni prende l’avvio da un sistema di monitoraggio delle proposte poetiche presenti in siti web di grosso interesse pubblico e si svilupperà, nel corso dei prossimi mesi, con articoli e recensioni dei 20 Autori selezionati per ricevere l’ambito privilegio di essere presentati su questa rubrica.

Con l’augurio di favorevoli sviluppi delle iniziative editoriali messe in campo dagli Autori prescelti.

EVVIVA I POETI n.1

Ugo Alessandrone Gambardella

Il Dispari 20201005 – Redazione culturale DILA

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Il Dispari 20201005

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Il furto della foto di Maradona

decima puntata del racconto di Bruno Mancini.

Le prime nove puntate sono state pubblicata il 13 e il 27 luglio,  il 3 – 10 – 17 – 24 – 31 agosto, 7 – 14 settembre 2020.

PARTE TERZA

I sogni

Il primo sogno

Petrus: -«Questa che ascolterete sarà la fedele ricostruzione del primo sogno./em>
Era la notte tra il venerdì 13 ed il sabato 14 Agosto.
Dalle ore 4.35 alle ore 4.38.
Edoardo descriverà la scena vista dal nostro amico. Edith raffigurerà la nonna Cristina.
Ho operato al meglio per non omettere alcun particolare.
Una precisazione: nella bozza, alla fine, ho indicato con i puntini di sospensione l’interruzione, definitiva, della conversazione con quella frase incompleta. 
Posso bere un Don Alfonso rosso corretto con poche gocce di Bitter?
Grazie

Edoardo:Nel giardino della mia infanzia, tra la straduzza foderata da muri di cinta composti da lastroni lavici grigio-argento e la pineta dalle ombre piene di cicalii e voli di passeri, seduta su una panca di pietra levigata dall’uso e dal tempo, la sagoma era inconfondibile.
Il grosso tupè di lunghissimi capelli né tinti né bianchi, ma di un candore naturale per nulla incupito dagli anni, finiva legato da una antica pettinessa di tartaruga con decori brillanti.
Il busto eretto di chi si mostri in posa pittorica, le spalle dritte nella morbida femminilità di un’altra epoca, la voce calma, le parole semplici, i gesti misurati, mia nonna Cristina non ruotò mai la testa, non girò mai il viso… »

Edith: -«Piccirì, per non lasciar dubbi sulla vera essenza della mia presenza e sulla origine della mia richiesta, e non consentire che tu le confonda con tue immaginazioni o le possa erroneamente valutare alla stregua di tue chimere, come prova della superiore volontà che mi ha eletto tua protettrice, ti predico, per domani, l’incontro con un uomo (per la precisione egli sarà il secondo della giornata), subito dietro l’angolo del fotografo.
Egli, sarà un giovanotto dal pantalone rosso a mezza gamba, ti chiederà una sigaretta.
Tu gliela offrirai titubante e lui ti ringrazierà dicendo “Forza Diego”.
Quando poco dopo udirai lo scampanare delle dodici dalla chiesa di San Petrus, una bimba dagli occhi azzurri e dai capelli d’oro, davanti alla fontana della Mandra, ti regalerà un fiore color del cielo.
Più tardi, il tappo della birra che bevi di solito a colazione porterà stampigliato, sul fondo, il simbolo della vincita al concorso “Stappate e-state con le bollicine”, ed allora ti collegherai ad un qualsiasi sito di scommesse on-line e punterai, vincendo, un solo colpo di cento euro alla roulette (non di più, né di meno), sul numero 33 (successivamente devolverai l’importo in beneficenza alla “Associazione Recupero Sassofoni Orsi”).
Non sempre i sogni sono solitudini romanzate, a volte, ed il nostro caso attuale, in essi orbitano punti di contatto tra dimensioni altrimenti impermeabili.
Se avrai le previste conferme, tu saprai per certo da quale volontà universale ti viene l’ordine, bada bene dico l’ordine, di telefonare al cellulare che ti ho dato nell’ultimo messaggio.
È lui l’infame.
Fallo, poi, immediatamente dopo, chiudi gli occhi e presto, all’alba successiva…»

PARTE TERZA

I sogni

Capitolo secondo

Aurora: -«Furono confermati i presagi?»

Bruno: -«Sì.»

Petrus: -«Confermo… »

Aurora: -«Che confermi tu… non occorre il tuo “confermo”. Non ora.»

Petrus: -«Chiedo scusa, non volevo offendere. Forse è preferibile che mi allontani qualche minuto. Se mi volete sono al bar

Aurora: -«Tutti o in parte?»

Bruno: -«Tutti.»

Aurora: -«Intendi dire che incontrasti un giovanotto con i pantaloni rossi ecc. poi una bimba dagli occhi azzurri e dai capelli d’oro ecc. poi ancora sotto il tappo della birra ecc. ed infine il 33 vincente alla roulette?»

Bruno: -«Così fu.»

Aurora: -«Certo, per l’autorevolezza della immacolata Cristina, l’eccezionalità della tensione fisica e morale a cui eri sottoposto in quel periodo, la rispondenza dei presagi con i fatti, non potevi agire diversamente. La telefonata andava effettuata. In quei termini ed in quel modo.»

Bruno: -«Posso solo precisare che nonna Cristina non si era decisa ad agire né per favorire se stessa, né per gratificare me, suo amato nipote, bensì in difesa della integrità morale dell’intera collettività raggirata ed offesa dalle spudorate falsità con le quali lui, Ignazio di Frigeria e d’Alessandro, negli anni l‘aveva abbindolata.
Ignazio di Frigeria e d’Alessandro, allo scopo di carpire qualche beneficio dalle finte amicizie artatamente create, non si era fermato davanti a nessun limite morale ed all’autorità di nessuna entità.
Neppure una donna angelica di none e di fatto come Cristina era riuscita a contenere la rabbia provocata dalla notizia della nuova sacrilega azione commessa dall’immorale individuo. »

Aurora: -«Sospettando ci fossero elementi sfocati nello schema globale della tua storia, avevo affermato che le assunzioni di responsabilità quasi mai corrispondono a calcoli ignobili o disdicevoli, ecco la prova.
Però.
C’è ancora un però.
Gli affetti perduti per sempre (Ignazio di Frigeria e d’Alessandro, nel bene e nel male, era pur sempre tuo fratello gemello) quasi mai si lasciano obnubilare oscurati da altrui ideali.
Altri però.
Perché non hai partecipato alle onoranze funebri?
Perché non sei rimasto sconvolto alla notizia del suo suicidio?
Perché non hai avuto alcuna reazione di sorpresa?
Perché dimostri nei suoi confronti sentimenti tutt’altro che affettuosi, e ciò ben oltre la legittima delusione per un gesto che del resto già sapevi appartenere alla normalità della sua vita sciagurata?
Molti però.
Cosa intendi con “in difesa della  integrità morale dell’intera collettività”?
E con “non si era fermato davanti a nessun limite morale ed all’autorità di nessuna entità”?
Moltissimi però.
Tutti sapevamo che Ignazio di Frigeria e D’Alessandro, tuo gemello naturale, era un poco di buono, sotto tutti i punti di vista, ma un affetto fraterno come il tuo, che aveva superato pietosamente innumerevoli contrasti, perché in questa circostanza, al solo nuovo risvolto di saperlo ladro della foto di Maradona, ha mostrato una pietà inesistente, se non addirittura una soddisfazione per la tragica fine?
Troppi però.»

Il Dispari 20201005 – Redazione culturale DILA

Bruno: -«Ormai hai deciso di andare fino in fondo, ebbene, ascoltiamo il secondo sogno.»

PARTE TERZA

I sogni

Capitolo terzo

Aurora: -«Chiamate Petrus. Introduca il secondo sogno. Presto.»

Petrus: -« Sono qua. Sono qua.
Devo ripetere. Questa che ascolterete è la fedele ricostruzione del secondo sogno.
Era la notte tra il sabato 14 Agosto la Domenica 15 Agosto.
Dalle ore 3.33 alle ore 3.42.
Sogno quindi successivo alla famosa telefonata.
Nessuno ne era ancora informato, ma Ignazio si era ormai già suicidato.
Tom descriverà la scena.
Edith raffigurerà la nonna Cristina.
Edoardo ripeterà le frasi dette dal nostro amico.
Ho operato al meglio per non omettere alcun particolare.
Una precisazione: se credete opportuno vi mostrerò l’autorizzazione alla divulgazione che Cristina si è premurata di inviarmi con un affettuoso messaggio per e-mail. Esso dice: “La tua insostituibile perspicacia…»

Aurora: -«Petrus, non ora, sii gentile. Dai inizio al secondo sogno.»

Petrus: -«Va bene, va bene, subito… però anch’io sono anima, e se Cristina mi considera “Il paladino dei nostri…»

Aurora: -«Smettila.»

Petrus: -«Ho fatto un buon lavoro!
Posso avere sul tavolo una Falanghina giovane-giovane?
… La Falangina è un vino, cosa avevate pensato, porcelli?
Grazie.»

 

Il Dispari 20201005 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20201005 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20201005 – Redazione culturale DILA

Dalla poetessa Luciana Capece riceviamo e volentieri pubblichiamo.

All’egregio Domenico Di Meglio, Direttore della testata giornalistica IL DISPARI.
Che emozione è stata per me leggere, al dettaglio, tutto l’Articolo riportato nella pagina pubblicata sul quotidiano “IL DISPARI”!
Fa un bell’effetto vedere la ma poesia “IL CIELO INCENERITO” condivisa orgogliosamente nella stessa cornice di pagina con altri ARTISTI.
Per cui sono molto ONORATA.
I miei Complimenti alla SUPER Soprano SABRINA FARDELLO, allo Straordinario Tenore Internazionale FRANCESCO MALAPENA, alla Speciale Scrittrice LUCIA FUSCO e agli altri ARTISTI che hanno partecipato all’evento “LIRICANDO SOTTO LE STELLE“.
La Ringrazio per tutta l’attenzione nei miei confronti e col cuore stracolmo di felicità La Saluto con Stima Eccezionale.

Il Dispari 20201005 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200928 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200928

Il Dispari 20200928 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200928 – Redazione culturale DILA

Lucia Fusco | LIRICANDO SOTTO LE STELLE

Nell’Arena del Circolo Cittadino, nel cuore della città, in condizioni di sicurezza, tra mascherine e distanziamento, salutando amici e conoscenti “da lontano” ma sempre con affetto, Latina ha vissuto una serata indimenticabile di lirica, bel canto e applausi promossa dall’Associazione Liricando sotto le stelle.

Avevo già ascoltato il giovane e bel tenore di fama internazionale Francesco Malapena molti anni fa a Ischia, all’hotel Re Ferdinando, in una serata estiva meravigliosa.

Reduce da una tournée internazionale, visibilmente stanco, prima di esibirsi per il pubblico intorno alla piscina dell’albergo, se ne scusò.

Cominciò pian piano, e, in un crescendo, ci condusse alle stelle, invitando i convitati ad accompagnarlo nelle stupende, eterne melodie, a essere protagonisti con lui in un momento alto. Un concerto memorabile, struggente, che dette emozioni indimenticabili ai fortunati in quella ormai lontana sera agostana.

Il tenore ha una potenza e una sensibilità espressiva unica: un grande della lirica.

Malapena è straordinario, avvince e gioca, interagisce con chi lo ascolta.

Conosciuto e amato, dovunque ha vinto prestigiosi premi, portando l’Italia, la bellitudine nelle piazze, nei teatri, nelle televisioni di tutto il mondo.

L’arte è un linguaggio universale che dice Pace, un mosaico di armonia con piccoli tasselli.

Venerdì 4 settembre scorso il magnifico tenore, polistrumentista, ha regalato una serata speciale, suonando il violino in un omaggio a Ennio Morricone, cantando le arie napoletane che tutto il mondo ama e che danno luce e storia alla nostra patria, duettando con la soprano latinense, la brava, talentuosa, elegante Sabrina Fardello bella come il sole, dalla voce limpida, argentina, appassionata e capace di gentili acrobazie melodiche.

La musica napoletana, colta, lirica, eterna, ha incontrato le sonorità espressive blues, pop di Natalia Leopardi che ha interpretato con personale veracità la musica napoletana.

Le poesie di Francesca Ulisse sono state trasformate in performance musicali da Gina Ragazzo. Giovani danzatrici hanno colorato, come fiori, l’arena.

Ha accompagnato al pianoforte il maestro Massimo Nicola Franco.

Vestita in un costume tradizionale messicano, Cecilia Salaices ha reso omaggio all’evento nelle sue qualità di Presidente dell’Associazione Orchidea Latina, di creatrice del Progetto Frida Kahlo nonché di Presidente della sede operativa per la Nazione Messico dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA“.

Il Dispari 20200928 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200928 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200928 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200928 – Redazione culturale DILA

Una poesia di Luciana Capece

IL CIELO INCENERITO

Una coperta d’ombra scura,
imprigiona progetti al sol nascente
nel lontano borgo d’Oriente.

Silenzi nella capsula della paura
cuciti come ferro da recinto,
a strozzare sogni
nel profitto di chi comanda.

È guerra!

Le bombe,
simile ai mortaretti in festa,
a lapidare casa
di comparto familiare.

Il pianto,
punge cuore di  Madre,
tipo ago trafitto,
mentre il tempo
strappa veloce
innocenza bianca di fanciulla.

Eguale a un letto di foglie morte,
e un diario d’inutile importanza,
dorme in fondo alla polvere
nella sacra terra dello stesso fratello.

——————————–

Una poesia di Tina Bruno

Il Dispari 20200928 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200928 – Redazione culturale DILASCRIVERE

Scrivere è dare alla penna
il potere di raccontare
i propri pensieri,
le proprie emozioni, il proprio
Amore.
È riconoscere la penna
strumento di comunicazione
che guida il lettore

nella scelta delle letture.
Scrivere è voglia infinita
di empatia, di gioia,
capacità di trasmettere il sapere
aprendo il sipario dell’anima
a chi ama leggere.

Il Dispari 20200928 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200928 – Redazione culturale DILA

TWITTERONE

Da Liga Sarah Lapinska, scrittrice, traduttrice, pittrice , ambasciatrice dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” per la nazione Lettonia.

1) Per il conto di DILA ho regalato una dalle nostre antologie (il nostro libro “Io fui mortale” contenente poesie mie e del nostro sincero amico Bruno Mancini) e la mia opera d’arte “Childs of Wars” a Viesturs Āboliņš.
Viesturs Āboliņš è un uomo intelligente che sa anche aiutare altre persone che si trovino in difficoltà.
Lui è Autore di fiabe, di opere di narrative, di recensioni e di articoli.
Sul gruppo fb LENOIS abbiamo pubblicato la sua “Fiaba di Vlatia“, dal tema molto attuale, in due lingue, nella sua nativa lettone e nella mia traduzione italiana.
Grazie a te, Viestur

2) Ksenia Svetlova è un lady molto elegante, mamma di due belle figlie, giornalista e deputata del Knesset (Parlamento di Israele ), orgogliosa di presentarci il suo libro più recente “Sui tacchi alti verso il Medio Oriente”.
Lei è una dalle più talentuose scrittrici che fanno parte del nostro concorso “Otto Milioni” organizzato dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” con la collaborazione del quotidiano IL DISPARI di Gaetano Di Meglio, della Casa Editrice IL SEXTANTE di Mariapia Ciaghi, dell’Associazione algerina ADA di Dalila Boukhalfa e di tante altre organizzazioni associative amiche dei progetti Made in Ischia.
Inoltre, un inedito testo di narrativa di Ksenia Svetlova è stato pubblicata nella nostra antologia “Una pagina, un’emozione” presentata nell’aula magna della SIAM e nel Bookstore del Castello Sforzesco di Milano in occasione della prestigiosa rassegna internazionale Bookcity organizzata dall’Assessorato alla cultura del Comune di Milano con partner di primo livello internazionale nell’ambito dell’editoria e della comunicazione.
Secondo la tradizione ebrea, festeggiamo il Capodanno, augurando a Ksenia Svetlova, uno sull’altro la Speranza!

Il Dispari 20200928 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200928 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200921 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200921

Il Dispari 20200921 – Redazione culturale DILA

Ciao a tutti,

purtroppo la vita ci insegna che esistono momenti particolarmente tristi e oggi tocca a me informarvi che il nostro caro amico Antonio Mencarini,  Socio fondatore DILA, VOX di tutti i nostri progetti, non sarà più tra di noi.

Ho espresso  le mie condoglianze alla moglie Elvira e lei si è detta emozionata per la stima e l’amicizia di tutto il gruppo di cui mi sono fatto testimone.

Avvieremo qualche iniziativa per mantenerne il ricordo e, certamente, la prossima edizione di Otto milioni con la relativa antologia sarà dedicata a lui.

Scusatemi la sintesi ma non credo di poter aggiungere altro se non l’invito ad un pensiero in ricordo del Caro Amico Antonio.

Dalla mia raccolta di poesie “Non sono un principe”
(2012 – 2014)

Vox
Antonio Mencarini

Assuefatto,
sbriciola,
nel silenzioso pandemonio acustico
lirismi
taniche di nefandezze oscene,

lanciando,
in orbita,
su mal celato tuttotondo fonico
Ignazio
e suo fratello:

epigoni sbiaditi
del vate siculo.

Antonio Mencarini
legge
“La Sagra del peccato”
chi non ascolta
perde.

Ecco il link ad una delle numerosissime video letture che Antonio ha regalato a tutti gli  scrittori e poeti dei progetti Made in Ischia.

https://youtu.be/OA7M0CZuvBk

Il Dispari 20200921 – Redazione culturale DILA

Pensieri inviati da alcuni amici di Antonio:

 Alberto Liguoro 

Sono assolutamente costernato per questa notizia.

Antonio era la vita fatta persona.

Ma come si fa?

Qualsiasi iniziativa sia in suo ricordo mi vedrà tra i partecipanti.

Dalila Chenah 

Condoglianze per noi tutti mi dispiace. Trasmetti, ti prego, le mie condoglianze alla famiglia.

 

Franco Maccioni 

Una triste notizia volteggia nei nostri cuori. Nel mio animo colori di dolore per la scomparsa del caro amico Antonio. Avrei voluto conoscerlo personalmente nelle varie attività, sempre capace, pronto e sensibile nell’esserci. Lesse una mia poesia che ebbe un premio a “Otto milioni”: mi commosse tanto la sua lettura… bravissimo. Condoglianze alla sua famiglia. R.I.P. caro Antonio nella tua Luce Nuova!

Lucia Fusco 

Mi dispiace molto, condoglianze

 

Alberto Ghirardini 

Spiace leggere : ho di lui ricordi brevi, tutti milanesi, ma piacevoli… quieti e di buon senso, di una persona appassionata, colta, educata e amica.

Estendi, ti prego, queste mie parole alla moglie

 

Antonio Fiore

Mi dispiace moltissimo per la dipartita del carissimo amico Antonio Mencarini, mi associo con tutti voi al dolore e al cordoglio, esprimendo dal profondo del mio cuore sentite condoglianze alla moglie e ai suoi cari.
Resterà per sempre nei nostri pensieri.

Mariapia Ciaghi

Ci uniamo nel doloro e facciamo le nostre sentite condoglianze.

 

Maria Luisa Neri

Mi dispiace molto. Condoglianze a te che lo conoscevi personalmente e alla famiglia da parte mia.

 

Giovanna Li Volti Guzzardi

Una grande tristezza!

Condoglianze alla Famiglia, non lo dimenticheremo mai, era meraviglioso!

Che Dio gli dia il Santo Paradiso!

Va benissimo ciò che farai per il nostro grande Antonio Mencarini, tutti lo porteremo nel cuore e nella mente per sempre!

Lui  si godrà il Santo Paradiso e sarà felice di noi che lo pensiamo sempre, anche dalla lontana Australia!

 

Liga Sarah Lapinska           

Perdere un amico,- e la tragedia senza parole anche se sappiamo che lo perderemo.. Mi dispiace molto.

Silvana Lazzarino

mi spiace apprendere questa notizia… ma come scrivi tu a volte non possiamo decidere noi fino in fondo… perché qualcun altro ha deciso così.

La vita è un dono e Antonio Mencarini ha saputo accogliere questo dono, viverlo a pieno restituendo a quanti conosciuti e incontrati il suo entusiasmo nell’agire in ogni contesto: dalla vita personale e familiare a quella lavorativa e dedicata alla cultura

Il suo amore per la vita che ha espresso nelle sue attitudini di poeta, scrittore e interprete nel dare con la sua eccellente voce maggior emozione alle parole, lo ha trasmesso grazie al suo saper comunicare in modo autentico.

Il suo impegno come Socio Fondatore della vostra Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”  resta vivo anche se fisicamente lui non è più in questa dimensione, perché scintille di luce della sua bellezza continuano a farsi sentire in ogni vostro pensiero, ma anche progetto, iniziativa. Il ricordo di Antonio sempre vivo nella mente di chi lo ha amato e voluto bene è un modo per far brillare questa sua energia di luce che non si spegnerai mai. Il pensiero fa vibrare le emozioni e pensando a lui, la sua luce rispende ancor più.

Gli affetti e amori veri non si perdono mai… continuano ad essere in altra forma di luce, sempre vicino a chi li chiama a sé.

Un abbraccio a te Bruno e un pensiero di vicinanza e affetto per la famiglia di Antonio, in particolare per la moglie Elvira.

 

Alberto Liguoro.

Caro Antonio,

come dimenticare il tuo sorriso coinvolgente? I tuoi modi, sempre pacati, la tua vena ironica; la tua voce, senza acuti e toni stridenti, per cui, a parte la tua corretta conoscenza di diverse lingue, eri chiamato anche “the voice”?

Come dimenticare la lettura delle poesie, e la serata di arte, e di letteratura, col “professore” a Ischia?

E la nostra performance “Che ne facciamo dei libri?”,quel pomeriggio infuocato di sole davanti alla biblioteca “Chiesa Rossa”. Al Parco delle Cascine, a Milano?

E il dopoteatro di Bookcity col “mangiafuoco”, davanti al “Parenti”, dove era anche Pisapia?

Sempre cose belle e giuste; non intrallazzi, non sotterfugi, mai cose da “pelo sullo stomaco”.

L’incontro per un premio letterario in Svizzera, e tante altre cose; ma soprattutto la spontaneità e la sincerità della tua amicizia, che ha fatto di noi, con Bruno, che ci ha presentati, e con altri amici ischitani e internazionali, grazie anche alle moltissime iniziative da lui promosse, una FORZA CORALE, per l’affermazione e la vitalità della CULTURA.

Ciao Antonio

Sono felice di averti conosciuto; mi lasci un grande vuoto; ma sono sicuro che, prima o poi, quando sarà, ci rivedremo da qualche parte, nello SPAZIO/TEMPO, e parleremo di tante altre cose.

 

Silvana Arbia

Mi dispiace. Condoglianze ai famigliari e agli amici. La mia gratitudine e quella della Fondazione per la sua generosa e importante attività.

 

Donatella e Raffaele Brischetto

Mi associo con molto fervore allo sgomento per la dipartita di un amico e di un grande conoscitore dell’animo umano. Ciao Antonio

 

Tina Bruno

Antonio Mencarini, uomo di grande cultura e conoscenza, maestro di recitazione e narrazione, aveva ricevuto dalla vita il dono della voce.
Interpretava la lettura di opere letterarie con passione, creando nell’ascoltatore quelle giuste emozioni capaci di elevare lo spirito.
La sua morte ha colto di sorpresa i suoi ascoltatori che, uniti alla famiglia dal dolore e dal senso di abbandono, esternano sentite condoglianze.

Il Dispari 20200921 – Redazione culturale DILA

E chiudo questa prima pagina di omaggio alla memoria di Antonio Mencarini con tre sue poesie.

 

Mare

‘O mare nun accide
‘o mare è mare
e nun ‘o sape ca te fa paura.

Edoardo De Filippo

 

Un solco continuo scavato da aratri invisibili
la scia bianca immacolata si perde nell’azzurro
il vento scompiglia capelli e arruffa pensieri
gabbiani e delfini danzano intorno alla barca
suonando sinfonie sul pentagramma delle onde
Così la vita che scorre intorno a noi
The sea, la mer, das meer, el mar, pelagos,
il mare.

Si ama e si teme. Calmo sereno benefico
violento cupo, capriccioso e violento.
Ha cullato la vita e ha dato la morte
Così la vita che scorre intorno a noi.
Pace silenzio bolle che salgono argentee
una murena si affaccia e ti guarda
un anemone apre i suoi colori
un rombo assale e mangia un latterino

Il tuo ricordo

Il tuo ricordo
mi trasporta lontano
tra mari in tempesta
e uragani di solitudine

Il tuo ricordo
mi ottenebra la mente
mi riporta nel tempo
tra momenti di felicità
e oscuri sentimenti

Il tuo ricordo
mi perseguita nei sogni
a volte dolcissimi
a volte assurdi incubi

Il tuo ricordo
passato e presente
tiene la mia anima in bilico
tra gioia e disperazione

 

Canto dell’illusione

Troppo vaneggiasti, nel miraggio

che fioriva legittimo dal sangue!

Bella esaltante nell’etereo

ti allucinò la strada del viaggio!

E tu ristavi allora, come affranto

per barbaglio accecante che rilassa…

– non ritrovavi più la nota arcana

che ritmavi – auspicio d’altro canto!

Ti gorgogliava nera nel profondo

la mota del cammino che invischiava

le ali ai tuoi piedi  – che  staccare

anelavi d’un balzo libero e giocondo.

Ti vedevi sulla tua terra strame

infecondo, pugno senza forza;

l’egocentrismo che ti circuiva

era serpente dalle mille brame…

O quanto tu l’odiavi !

Avanti alla pupilla vacillante e sola

era un abisso il mondo – pullulante

d’insetti putrefatti brulicanti.
L’ala tua canora che saliva

nell’iride dei sogni del mattino

si ripiegava, come flora vizza,

 

Ecco il link ad una delle numerosissime video letture che Antonio ha regalato a tutti gli  scrittori e poeti dei progetti Made in Ischia.

Il Dispari 20200921 – Redazione culturale DILAIl Dispari 20200921 – Redazione culturale DILA Il Dispari 20200921 – Redazione culturale DILA Il Dispari 20200921 – Redazione culturale DILA Il Dispari 20200921 – Redazione culturale DILA Il Dispari 20200921 – Redazione culturale DILA Il Dispari 20200921 – Redazione culturale DILA

 

DILA

NUSIV

VIRUSISCHIA

Il Dispari 20200921 – Redazione culturale DILA

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Il Dispari 20200921 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200921

Il Dispari 20200921 – Redazione culturale DILA

Ciao a tutti,

purtroppo la vita ci insegna che esistono momenti particolarmente tristi e oggi tocca a me informarvi che il nostro caro amico Antonio Mencarini,  Socio fondatore DILA, VOX di tutti i nostri progetti, non sarà più tra di noi.

Ho espresso  le mie condoglianze alla moglie Elvira e lei si è detta emozionata per la stima e l’amicizia di tutto il gruppo di cui mi sono fatto testimone.

Avvieremo qualche iniziativa per mantenerne il ricordo e, certamente, la prossima edizione di Otto milioni con la relativa antologia sarà dedicata a lui.

Scusatemi la sintesi ma non credo di poter aggiungere altro se non l’invito ad un pensiero in ricordo del Caro Amico Antonio.

Dalla mia raccolta di poesie “Non sono un principe”
(2012 – 2014)

Vox
Antonio Mencarini

Assuefatto,
sbriciola,
nel silenzioso pandemonio acustico
lirismi
taniche di nefandezze oscene,

lanciando,
in orbita,
su mal celato tuttotondo fonico
Ignazio
e suo fratello:

epigoni sbiaditi
del vate siculo.

Antonio Mencarini
legge
“La Sagra del peccato”
chi non ascolta
perde.

Ecco il link ad una delle numerosissime video letture che Antonio ha regalato a tutti gli  scrittori e poeti dei progetti Made in Ischia.

https://youtu.be/OA7M0CZuvBk

Il Dispari 20200921 – Redazione culturale DILA

Pensieri inviati da alcuni amici di Antonio:

 Alberto Liguoro 

Sono assolutamente costernato per questa notizia.

Antonio era la vita fatta persona.

Ma come si fa?

Qualsiasi iniziativa sia in suo ricordo mi vedrà tra i partecipanti.

Dalila Chenah 

Condoglianze per noi tutti mi dispiace. Trasmetti, ti prego, le mie condoglianze alla famiglia.

 

Franco Maccioni 

Una triste notizia volteggia nei nostri cuori. Nel mio animo colori di dolore per la scomparsa del caro amico Antonio. Avrei voluto conoscerlo personalmente nelle varie attività, sempre capace, pronto e sensibile nell’esserci. Lesse una mia poesia che ebbe un premio a “Otto milioni”: mi commosse tanto la sua lettura… bravissimo. Condoglianze alla sua famiglia. R.I.P. caro Antonio nella tua Luce Nuova!

Lucia Fusco 

Mi dispiace molto, condoglianze

 

Alberto Ghirardini 

Spiace leggere : ho di lui ricordi brevi, tutti milanesi, ma piacevoli… quieti e di buon senso, di una persona appassionata, colta, educata e amica.

Estendi, ti prego, queste mie parole alla moglie

 

Antonio Fiore

Mi dispiace moltissimo per la dipartita del carissimo amico Antonio Mencarini, mi associo con tutti voi al dolore e al cordoglio, esprimendo dal profondo del mio cuore sentite condoglianze alla moglie e ai suoi cari.
Resterà per sempre nei nostri pensieri.

Mariapia Ciaghi

Ci uniamo nel doloro e facciamo le nostre sentite condoglianze.

 

Maria Luisa Neri

Mi dispiace molto. Condoglianze a te che lo conoscevi personalmente e alla famiglia da parte mia.

 

Giovanna Li Volti Guzzardi

Una grande tristezza!

Condoglianze alla Famiglia, non lo dimenticheremo mai, era meraviglioso!

Che Dio gli dia il Santo Paradiso!

Va benissimo ciò che farai per il nostro grande Antonio Mencarini, tutti lo porteremo nel cuore e nella mente per sempre!

Lui  si godrà il Santo Paradiso e sarà felice di noi che lo pensiamo sempre, anche dalla lontana Australia!

 

Liga Sarah Lapinska           

Perdere un amico,- e la tragedia senza parole anche se sappiamo che lo perderemo.. Mi dispiace molto.

Silvana Lazzarino

mi spiace apprendere questa notizia… ma come scrivi tu a volte non possiamo decidere noi fino in fondo… perché qualcun altro ha deciso così.

La vita è un dono e Antonio Mencarini ha saputo accogliere questo dono, viverlo a pieno restituendo a quanti conosciuti e incontrati il suo entusiasmo nell’agire in ogni contesto: dalla vita personale e familiare a quella lavorativa e dedicata alla cultura

Il suo amore per la vita che ha espresso nelle sue attitudini di poeta, scrittore e interprete nel dare con la sua eccellente voce maggior emozione alle parole, lo ha trasmesso grazie al suo saper comunicare in modo autentico.

Il suo impegno come Socio Fondatore della vostra Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”  resta vivo anche se fisicamente lui non è più in questa dimensione, perché scintille di luce della sua bellezza continuano a farsi sentire in ogni vostro pensiero, ma anche progetto, iniziativa. Il ricordo di Antonio sempre vivo nella mente di chi lo ha amato e voluto bene è un modo per far brillare questa sua energia di luce che non si spegnerai mai. Il pensiero fa vibrare le emozioni e pensando a lui, la sua luce rispende ancor più.

Gli affetti e amori veri non si perdono mai… continuano ad essere in altra forma di luce, sempre vicino a chi li chiama a sé.

Un abbraccio a te Bruno e un pensiero di vicinanza e affetto per la famiglia di Antonio, in particolare per la moglie Elvira.

 

Alberto Liguoro.

Caro Antonio,

come dimenticare il tuo sorriso coinvolgente? I tuoi modi, sempre pacati, la tua vena ironica; la tua voce, senza acuti e toni stridenti, per cui, a parte la tua corretta conoscenza di diverse lingue, eri chiamato anche “the voice”?

Come dimenticare la lettura delle poesie, e la serata di arte, e di letteratura, col “professore” a Ischia?

E la nostra performance “Che ne facciamo dei libri?”,quel pomeriggio infuocato di sole davanti alla biblioteca “Chiesa Rossa”. Al Parco delle Cascine, a Milano?

E il dopoteatro di Bookcity col “mangiafuoco”, davanti al “Parenti”, dove era anche Pisapia?

Sempre cose belle e giuste; non intrallazzi, non sotterfugi, mai cose da “pelo sullo stomaco”.

L’incontro per un premio letterario in Svizzera, e tante altre cose; ma soprattutto la spontaneità e la sincerità della tua amicizia, che ha fatto di noi, con Bruno, che ci ha presentati, e con altri amici ischitani e internazionali, grazie anche alle moltissime iniziative da lui promosse, una FORZA CORALE, per l’affermazione e la vitalità della CULTURA.

Ciao Antonio

Sono felice di averti conosciuto; mi lasci un grande vuoto; ma sono sicuro che, prima o poi, quando sarà, ci rivedremo da qualche parte, nello SPAZIO/TEMPO, e parleremo di tante altre cose.

 

Silvana Arbia

Mi dispiace. Condoglianze ai famigliari e agli amici. La mia gratitudine e quella della Fondazione per la sua generosa e importante attività.

 

Donatella e Raffaele Brischetto

Mi associo con molto fervore allo sgomento per la dipartita di un amico e di un grande conoscitore dell’animo umano. Ciao Antonio

 

Tina Bruno

Antonio Mencarini, uomo di grande cultura e conoscenza, maestro di recitazione e narrazione, aveva ricevuto dalla vita il dono della voce.
Interpretava la lettura di opere letterarie con passione, creando nell’ascoltatore quelle giuste emozioni capaci di elevare lo spirito.
La sua morte ha colto di sorpresa i suoi ascoltatori che, uniti alla famiglia dal dolore e dal senso di abbandono, esternano sentite condoglianze.

Il Dispari 20200921 – Redazione culturale DILA

E chiudo questa prima pagina di omaggio alla memoria di Antonio Mencarini con tre sue poesie.

 

Mare

‘O mare nun accide
‘o mare è mare
e nun ‘o sape ca te fa paura.

Edoardo De Filippo

 

Un solco continuo scavato da aratri invisibili
la scia bianca immacolata si perde nell’azzurro
il vento scompiglia capelli e arruffa pensieri
gabbiani e delfini danzano intorno alla barca
suonando sinfonie sul pentagramma delle onde
Così la vita che scorre intorno a noi
The sea, la mer, das meer, el mar, pelagos,
il mare.

Si ama e si teme. Calmo sereno benefico
violento cupo, capriccioso e violento.
Ha cullato la vita e ha dato la morte
Così la vita che scorre intorno a noi.
Pace silenzio bolle che salgono argentee
una murena si affaccia e ti guarda
un anemone apre i suoi colori
un rombo assale e mangia un latterino

Il tuo ricordo

Il tuo ricordo
mi trasporta lontano
tra mari in tempesta
e uragani di solitudine

Il tuo ricordo
mi ottenebra la mente
mi riporta nel tempo
tra momenti di felicità
e oscuri sentimenti

Il tuo ricordo
mi perseguita nei sogni
a volte dolcissimi
a volte assurdi incubi

Il tuo ricordo
passato e presente
tiene la mia anima in bilico
tra gioia e disperazione

 

Canto dell’illusione

Troppo vaneggiasti, nel miraggio

che fioriva legittimo dal sangue!

Bella esaltante nell’etereo

ti allucinò la strada del viaggio!

E tu ristavi allora, come affranto

per barbaglio accecante che rilassa…

– non ritrovavi più la nota arcana

che ritmavi – auspicio d’altro canto!

Ti gorgogliava nera nel profondo

la mota del cammino che invischiava

le ali ai tuoi piedi  – che  staccare

anelavi d’un balzo libero e giocondo.

Ti vedevi sulla tua terra strame

infecondo, pugno senza forza;

l’egocentrismo che ti circuiva

era serpente dalle mille brame…

O quanto tu l’odiavi !

Avanti alla pupilla vacillante e sola

era un abisso il mondo – pullulante

d’insetti putrefatti brulicanti.
L’ala tua canora che saliva

nell’iride dei sogni del mattino

si ripiegava, come flora vizza,

 

Ecco il link ad una delle numerosissime video letture che Antonio ha regalato a tutti gli  scrittori e poeti dei progetti Made in Ischia.

Il Dispari 20200921 – Redazione culturale DILAIl Dispari 20200921 – Redazione culturale DILA Il Dispari 20200921 – Redazione culturale DILA Il Dispari 20200921 – Redazione culturale DILA Il Dispari 20200921 – Redazione culturale DILA Il Dispari 20200921 – Redazione culturale DILA Il Dispari 20200921 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200914

Il furto della foto di Maradona

nona puntata del racconto di Bruno Mancini.

Le prime otto puntate sono state pubblicata il 13 e il 27 luglio,  il 3 – 10 – 17 – 24 – 31 agosto, 7 settembre 2020.

Il furto della foto di Maradona

PARTE TERZA

I sogni

Capitolo primo

Bruno: -«Aurora, nonostante il mio diretto coinvolgimento emotivo, questa che ho voluto raccontare, con il prezioso ausilio dei nostri straordinari compagni, sono persuaso che possa sì essere annoverata tra

“Le belle storie d’amore”,

ma sono anche convinto che essa non appartenga ad una singola persona o ad una sola coppia d’individui, né che sarebbe corretto presentarla come la catarsi del bene sul male.

Ho voluto porgerla alla tua attenzione, e naturalmente alla compiacenza dei tuoi ospiti, sviluppando i miei argomenti nella forma recitativa che è ormai consuetudine dei nostri incontri, affinché tu, Signora, possa decidere se dare o non dare un senso d’eternità all’amore tra il Popolo Napoletano e Diego Armando Maradona.

Tanto grande, così palese ed autentico.

Da un lato un uomo che inventa per se stesso un’identità collettiva, dall’altro, l’atavica civiltà di un popolo baro e ladrone che si lascia sedurre dall’integerrimo difensore della giusta amicizia.

Ne parleremo ancora, dopo, se vorrai, ora mi preme chiarire che l’averti proposto la lettura del mio diario non è stato frutto, come ho già detto durante la presentazione iniziale, di civetteria maschile, piuttosto dell’augurio che dalle sue pagine tu, Donna Guascona, possa essere spinta a valutare benevolmente la mia determinazione a punire. Non certo insita nella indole che mi riconosco.

Eppure, in questa occasione, l‘ho espressa con tanta forza da riuscire a trasferirla finanche nello stesso soggetto da sottoporre al castigo.

La baldanzosa indifferenza, con la quale i delinquenti quotidianamente depredavano (e continuano a depredare) di cose care i loro simili, è stata mortificata dalla lucida voglia di giustizia che avevo attivata con il preciso intento di indurre l’autore del furto a privare, per una volta, anche se stesso della sua unica ricchezza.

Mio nonno diceva che chi mangia cavallo non per questo diventa cavallo.

Ignazio di Frigeria e d’Alessandro aveva sottratto, durante tutta la vita, valori ben più preziosi dei semplici altrui oggetti.

Non aveva lesinato d’impossessarsi, subdolamente, finanche di sentimenti e d’idee non di sua pertinenza, pur quando questi fossero stati gelosamente custoditi dai legittimi detentori.

Mai un rimorso.

Mai un pentimento.

Nello scontro con il popolo del Pibe, detto in termini calcistici, imbambolato da finte e contro finte, pallonetti e pallonate, stop a seguire e passaggi smarcanti, genialità irraggiungibili, lui, il ladro senza coscienza, lui che tu hai già conosciuto in passato come mio fratello gemello dato in adozione dalla nascita, Ignazio di Frigeria e D’Alessandro, è finito per diventare, inconsapevolmente, un bene altrui.

I nonni non sempre hanno avuto ragione.

Aurora: -«Le assunzioni di responsabilità (tu hai affermato di averlo consapevolmente indotto al suicidio), quasi mai corrispondono a calcoli ignobili o disdicevoli.

Gli affetti perduti per sempre (Ignazio di Frigeria e d’Alessandro, nel bene e nel male, pur se vissuto in altra famiglia e differente contesto sociale, era comunque tuo fratello gemello) quasi mai si lasciano obnubilare oscurati da altrui ideali.

Perché hai telefonato ignorando chi fosse il tuo interlocutore?

Perché l’hai fatto pur non essendo certo che la persona alla quale ti rivolgevi avesse una personale responsabilità nel furto?

Come hai fatto a valutare la vita di uno sconosciuto meritevole di così immensa punizione?»

Bruno: -«Sai bene che il mio mestiere non è mentire.

Ed io so altrettanto bene che non sarei in grado di provarci neppure con uno sprovveduto.

È vero, la mia ricostruzione è stata incompleta ed il mio comportamento finale è, di conseguenza, passibile di giuste critiche.

Non mentire e non voler ingannare, non presuppongono l’obbligo confessionale della integrale illustrazione degli eventi e di un eventuale susseguente pentimento.

La ragione della mia apparente superficialità è spiegabile dalla precisa e decisa volontà, che non mi ha consentito deroghe, di stralciare dalle pagine del mio diario unicamente i fatti.

Con il loro carico di certezze e riferimenti oggettivi.

I sogni non lo sono.

I sogni sono forse una proiezione di antecedenti malesseri inespressi?

Oppure future aspettative non palesabili?

Visioni?

Chimere?

Lusinghe?

Banali effetti fisici?

Per me i sogni sono segreti.

Per me i sogni sono i segreti del mio cervello.

Per me i sogni sono i segreti della mia anima.

Nessuno ha il diritto, in nome della verità, di rivelare un altrui segreto.

Nessuno ha il diritto di tradire la propria anima o il proprio cervello.

Venerdì, la sera in cui ho ricevuto da comeicinesi@libero.it il messaggio con il numero telefonico da chiamare, è vero, non mi sono neppure posto la domanda di verificare chi fosse il titolare dell’utenza.

Per una precisa ragione.

Neppure durante tutta la successiva giornata ho cercato di sapere a chi esso appartenesse.

Per una precisa ragione.

Ed ancora, ho fatto squillare “quel” numero di telefono, la notte del 14 Agosto alle ore 23.54 senza neppure immaginare l’identità della persona alla quale mi rivolgevo con tanta sicumera.

Per una precisa ragione.

Per una ragione che non giustifica nulla, nel bene e nel male.

Per un sogno.»

Aurora: -«Se io non conoscessi la dignità dei tuoi ideali, dubiterei fortemente di trovarmi di fronte ad una verità. Sarei indotta a credere che le tue argomentazioni siano tentativi di aggiustamenti per comportamenti imprudenti se non addirittura colpevolmente semplicistici.

Se… »

Petrus: -«Signora, mi permetto di interrompere il vostro colloquio, poiché sono depositario di una confidenza che potrebbe risolvere i vostri dubbi.»

Aurora: -«Tu?»

Petrus: -«Io.»

Aurora: -«Ebbene parla.»

Petrus: -«Se potessi divagare maggiormente, mi piacerebbe raccontare l’origine della stima enorme che nutro per una persona (nonostante ella sia completamente astemia!)… »

Aurora: -«Al solito Petrus, bevi una grappa e limitati all’essenziale.

Saresti capace di narrare il diluvio universale o tutta la fuga dall’Egitto.

Essenziale, solo l’essenziale.»

Petrus: -«Grazie per la grappa, meglio doppia.

Conosco la Cristina del messaggio partito dalla casella comeicinesi@libero.it .

Detto semplicemente, ella è la nonna del nostro amico.

Giochiamo spesso insieme a dama, e pochi giorni fa mi ha tenuto impegnato un intero pomeriggio per parlarmi del suo amato nipote.»

Aurora: -«Tutto qui? Quale è la confidenza chiarificatrice?»

Petrus: -«Signora, sapete bene che le parole non scorrono senza grappa!

Hanno bisogno di liquidi spiritosi per evaporare! Ah! Ah! Ah!»

Aurora: -«Purché ti sbrighi, bevi quello che vuoi.»

Petrus: -«Sarò velocissimo.

Cristina mi ha riferito di due sogni, e del dialogo completo con le frasi precise che -ha detto- si sono scambiati lei ed il nostro amico.

Per me l’incontro con Cristina non è stato un sogno, quindi non è un segreto.

Lei non mi ha chiesto di non parlarne, quindi non espongo un segreto.

Cristina è una persona aperta, schietta, sincera.

Non ha segreti.

Ella in nessun modo mi ha chiesto, o fatto intendere, di non divulgare il contenuto della nostra conversazione.

Le sue parole sono acqua cristallina.

Beve solo quella! Ah! Ah! Ah!»

Aurora: -«Petrus, ora basta. Ridere ti fa male. Ti asciuga la gola! Ah! Ah! Ah!

Saresti in grado di ricostruire i due incontri?

Ripetere puntualmente e dettagliatamente le frasi e le scene?

Sì o no?»

Petrus: -«Nessun problema.

Anzi no, un problema: mi occorre almeno un’ora.

Nessun problema.

Anzi no, due problemi: ho bisogno di due persone che leggano la trascrizione del colloquio. Un uomo (per la parte del nostro amico) ed una donna (per impersonare la nonna Cristina).

Nessun problema.

Anzi no, tre problemi: mi servirà una terza persona per illustrare tutto ciò che non sarà dialogo.

Nessun problema… »

Aurora: -«Hai a disposizione Edith, Edoardo e Tom, due ore, una bottiglia di grappa alla ruta, e quanta birra riesci a bere.

Sbrigati, nessun problema… »

Bruno: -«Noi intanto potremmo andare ad ascoltare un po’ di buona musica napoletana, suonata al pianoforte dal mio amico col fiore di ginestra (ginestra fiore amato dalla mia donna) all’occhiello del bavero?»

Aurora: -«D’accordo. Lo sai che c’è anche la donna dalle mani ambrate… »

Il Dispari 20200907 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200907 Il furto della foto di Maradona

Il Dispari 20200907

Il furto della foto di Maradona

ottava puntata del racconto di Bruno Mancini.

Le prime sette puntate sono state pubblicata il 13 e il 27 luglio,  il 3 – 10 – 17 – 24 – 31 agosto 2020.

Il furto della foto di Maradona

 

PARTE SECONDA

Il diario di Bruno

Undicesimo giorno

 

Edoardo: -«Domenica15 Agosto…

Il telegiornale della sera ha mandato in onda le interviste raccolte subito dopo il fatto.

Alcune di esse hanno rasentato, anzi sono sprofondate nel ridicolo, altre mi sono apparse come residui di comportamenti para mafiosi, tutte, tutte indistintamente sono risultate serve dell’inutilità, della banalità (le quali ormai sono caratteristiche considerate per niente offensive dagli assuefatti cortigiani telespettatori).

 

Il vicino che per primo è giunto nella stanza… »

Edith: -«Come tutte le notti, alle quattro sono salito a chiamarlo per andare a pescare…»

Edoardo: -«L’intervistato, amichevolmente dice pescare, io penso rubare».

Edith: -«… la porta era aperta, ma non rispondeva. Eppure teneva aperti gli occhi, ma lui non parlava. La faccia era una maschera rossa.

Era bravo. Perché l’ha fatto? Perché?»

Edoardo: -«Il giornalista, senza molti preamboli gli ha chiesto…»

Una voce dall’alto: -«Ha visto la foto di Maradona sul tavolo?

Era rubata. Lo sapeva?»

Edoardo: -«L’amico compare ha risposto, con la stessa sfacciataggine e mancanza di pudore… »

Edith: -«Adda murì mamma, mai na cosa e chesta.

è vero, lo sapete, ho qualche precedente, ma non ho mai rubato nelle chiese.

Maradona non si tocca.

Forse sbaglio, ma penso così.»

 

Edoardo: -«Poi è stato intervistato il medico legale, o ufficiale sanitario non ho capito bene… »

Edith: -«Un colpo tra gli occhi. L’arma della offesa gli è rimasta tra le dita, imbrattata di un rosso sangue.

Autolesionista.
Senza dubbio.

Ha fatto tutto da solo.

La foto di Maradona? Un miracolo! Neppure una goccia l’ha sporcata. Eppure era a breve distanza.

La faccia del cadavere, poveretto, era una maschera rossa. Tutto intorno schizzi, ma la foto pulita, senza una goccia!

Un miracolo.

Non credo di sbagliare.

Questo è il mio pensiero.

Un miracolo.»

 

Edoardo: -«A chiarire le modalità dell’atto mortale è stato un personaggio di enorme spessore: il Magg. Sott. Cap. del Nuc. Invest. Insud. Inest.  Ossequiato nel suo Ufficio presso l’Alto Comando Terrestre Navale Aeronautico Satellitare Sottomarino Supervulcanico Antiterremoti Competente per Territorio… »

Edith: -«Constatata la fine avvenuta mediante colpo da se stesso inferto nella parte centrale della parete frontale.

Sopralluogato il locale di cui l’azione suddetta.

Dato ascolto ad eventuali testimoni.

Ricevuta conferma negativa a quanto prima, e prima di quanto.

Abbiamo,

Io abbiamo al giudice ed al Piemme notiziato la negatività criminosa dell’attività prodotta da improbabile seconda terza quarta e quinta soggettività di individui sottoposti a verifiche investigative aventi per oggetto il suddetto fatto inoppugnabile e di certa natura lesivatoria.

La foto di Maradona?

Dettaglio inqualificabile.

Era rubata?

Sarà la superiore giustizia suprema a deciderlo sopra tutto.

Noi, io abbiamo il compito di investigatore.

I giusti giudicano, cioè giudiziano, cioè giustiziano, cioè giudificano, i militari indagano.

Noi, io non siamo i giusti.

Ho detto qualcosa di sbagliato?

Io penso così.

Per noi, io, questa è la legge.»

Edoardo: -«L’ultimo intervento è stato realizzato tra la gente comune… »

Una voce dall’alto: -«Salve, lei è l’edicolante di Piazza Delle Vittime?

Lo conosceva il suicida?»

Edith: -«E chi non lo conosce.

Ogni mattina compra… »

La voce dall’alto: -«Comprava!»

Edith: -«…il corriere dello sport e mi parla… »

La voce: -«Parlava!»

Edith: -«… dei programmi televisivi a pagamento che ha visto la notte.

Lo conosco, lo conosco.

Solo TV ed a spasso per i bar.

Mai altro.

Brava persona.

Un poco…

Ma è vero?

La fotografia, il maleficio, il castigo universale…

Non so più cosa pensare, è tutto sbagliato.»

Edoardo: -«In una comunità microscopica come la nostra, il morso di una cagnetta rappresenta la notizia dell’anno per Sasà, l’intrepido temerario super stalinista baffuto gigante, proprietario direttore redattore telefonista autista delle sei pagine “IL RIONALE” di cronaca sport politica falce martello  costume moralismo arte previdenza assistenza sanità viabilità abusivismo clientelismo bla-bla-bla-ismi.

Così come fa pagare tariffe astronomiche per pubblicizzare qualsiasi schifezza… -tutto-, nonostante la tiratura non stratosferica, egli sarebbe capace nella stessa maniera di pagare compensi irrisori… -nulla- al promotore di un simile evento!

L’edizione straordinaria uscita nella tarda mattinata mostra in prima pagina il corpo.

Si vede poco e di lato, benché la foto sia molto ravvicinata.

Ciò che si nota è una folta capigliatura, una maglietta striminzita a larghe strisce verticali, la mancanza di scarpe, ed il pantalone estivo a mezza coscia -scuro con una tasca dalla fodera rivoltata anche essa a larghe strisce verticali-.

Il titolo ad otto colonne con caratteri cubitali dice…»

Edith: -«Ancora una vittima innocente».

Edoardo: -«Più sotto l’occhiello…»

Edith: -«La nostra società crea solo emarginati».

Edoardo: -«Io avrei scritto: “Eliminato un altro colpevole”.

“La nostra società non ammette emarginati”.

Il testo (firmato Biagino) tanto piagnucolante quanto pregno di populistiche ribellioni sociali, svolazza tra luoghi comuni ed incoerenza…»

Edith: -«La nostra attuale amministrazione, demo… pluto… comunist… social… dittatoral… anarch… globalist… padana minimalist… con a capo la Sindachessa, di poche pretese ma oggetto di molte caricature, democristiana, ex democristiana, felice sorridente, convinta assertrice dei principi fondamentali ed inalienabili del matrimonio, del divorzio, della natura, della caccia e della pesca, delle zanzare e delle zoccole (topi, ratti, pantegane) gigantesche e ben nutrite, delle razze marocchine e padane, della civiltà napoletana e padana, dell’Italia e della padania, della patria unita, della patria in pezzi regionali, della patria in pezzettini provinciali, della sua minuscola patria comunale, essa, eletta dal popolo pecorone vigliacco, non è stata in grado di creare un parcheggio in Via Delle Ginestre, per dare una speranza di vita civile ai poveri emarginati.

Così nascono i ladri, e così si muore uccisi dal rimorso.»

Edoardo: -«Io avrei scritto “Anche chi è nato ladro sa che Maradona non si tocca.”

Essere mariuolo è una professione non adatta ai fessi.

Dalle pagine con foto che tutta la stampa locale ha dedicato questo pomeriggio al suicidio, desumo i particolari della scena del tragico evento.»

Edith: -«Su un foglio di carta, strappato da un quaderno a quadretti, l’addio alla vita del parcheggiatore abusivo di Via Delle Ginestre abbracciava la foto del grande Diego.»

Edoardo: -«L’immagine del Pibe, in una posa da austero condottiero con indosso la maglia azzurra, era poggiata sul tavolo della stanza cucina soggiorno pranzo antibagno lavanderia e stireria, proprio accanto al corpo abbandonato nella stagnante aria pregna d’odori di sughi bruciacchiati, di saponi marsigliesi, di panni sporchi e di piatti da lavare.

Il manoscritto dalla grafia di difficile comprensione è stato riprodotto in fotocopia e, di lato, integrato da questa più semplice trascrizione a caratteri di stampa… »

Tom: -«Dal giorno in cui ho rubato la foto di Maradona non ho più avuto pace, e non ne avrò di certo in seguito, né distruggendola né restituendola.

Il mio peccato di non averlo amato e neppure rispettato è stato enorme, finanche maggiore della mia sfrontata e baldanzosa azione.

Non chiedo scusa e non mi pento, poiché capisco che ogni tentativo in tal senso sarebbe inutile.

Chi troppo ama non sa perdonare.

Abbiate cura dei miei figli.

Loro non c’entrano.

Ignazio.»

Edoardo: -«Ignazio, il mio fratello gemello!»

Il Dispari 20200907 Il furto della foto di Maradona

Il Dispari 20200907 Il furto della foto di Maradona

 

Il Dispari 20200831 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200831 – Redazione culturale DILA

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Il Dispari 20200831 – Redazione culturale DILA

DILA

NUSIV

VIRUSISCHIA

 

Il Dispari 20200914 – Redazione culturale DILA

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Il Dispari 20200914 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200914

Il furto della foto di Maradona

nona puntata del racconto di Bruno Mancini.

Le prime otto puntate sono state pubblicata il 13 e il 27 luglio,  il 3 – 10 – 17 – 24 – 31 agosto, 7 settembre 2020.

Il furto della foto di Maradona

PARTE TERZA

I sogni

Capitolo primo

Bruno: -«Aurora, nonostante il mio diretto coinvolgimento emotivo, questa che ho voluto raccontare, con il prezioso ausilio dei nostri straordinari compagni, sono persuaso che possa sì essere annoverata tra

“Le belle storie d’amore”,

ma sono anche convinto che essa non appartenga ad una singola persona o ad una sola coppia d’individui, né che sarebbe corretto presentarla come la catarsi del bene sul male.

Ho voluto porgerla alla tua attenzione, e naturalmente alla compiacenza dei tuoi ospiti, sviluppando i miei argomenti nella forma recitativa che è ormai consuetudine dei nostri incontri, affinché tu, Signora, possa decidere se dare o non dare un senso d’eternità all’amore tra il Popolo Napoletano e Diego Armando Maradona.

Tanto grande, così palese ed autentico.

Da un lato un uomo che inventa per se stesso un’identità collettiva, dall’altro, l’atavica civiltà di un popolo baro e ladrone che si lascia sedurre dall’integerrimo difensore della giusta amicizia.

Ne parleremo ancora, dopo, se vorrai, ora mi preme chiarire che l’averti proposto la lettura del mio diario non è stato frutto, come ho già detto durante la presentazione iniziale, di civetteria maschile, piuttosto dell’augurio che dalle sue pagine tu, Donna Guascona, possa essere spinta a valutare benevolmente la mia determinazione a punire. Non certo insita nella indole che mi riconosco.

Eppure, in questa occasione, l‘ho espressa con tanta forza da riuscire a trasferirla finanche nello stesso soggetto da sottoporre al castigo.

La baldanzosa indifferenza, con la quale i delinquenti quotidianamente depredavano (e continuano a depredare) di cose care i loro simili, è stata mortificata dalla lucida voglia di giustizia che avevo attivata con il preciso intento di indurre l’autore del furto a privare, per una volta, anche se stesso della sua unica ricchezza.

Mio nonno diceva che chi mangia cavallo non per questo diventa cavallo.

Ignazio di Frigeria e d’Alessandro aveva sottratto, durante tutta la vita, valori ben più preziosi dei semplici altrui oggetti.

Non aveva lesinato d’impossessarsi, subdolamente, finanche di sentimenti e d’idee non di sua pertinenza, pur quando questi fossero stati gelosamente custoditi dai legittimi detentori.

Mai un rimorso.

Mai un pentimento.

Nello scontro con il popolo del Pibe, detto in termini calcistici, imbambolato da finte e contro finte, pallonetti e pallonate, stop a seguire e passaggi smarcanti, genialità irraggiungibili, lui, il ladro senza coscienza, lui che tu hai già conosciuto in passato come mio fratello gemello dato in adozione dalla nascita, Ignazio di Frigeria e D’Alessandro, è finito per diventare, inconsapevolmente, un bene altrui.

I nonni non sempre hanno avuto ragione.

Aurora: -«Le assunzioni di responsabilità (tu hai affermato di averlo consapevolmente indotto al suicidio), quasi mai corrispondono a calcoli ignobili o disdicevoli.

Gli affetti perduti per sempre (Ignazio di Frigeria e d’Alessandro, nel bene e nel male, pur se vissuto in altra famiglia e differente contesto sociale, era comunque tuo fratello gemello) quasi mai si lasciano obnubilare oscurati da altrui ideali.

Perché hai telefonato ignorando chi fosse il tuo interlocutore?

Perché l’hai fatto pur non essendo certo che la persona alla quale ti rivolgevi avesse una personale responsabilità nel furto?

Come hai fatto a valutare la vita di uno sconosciuto meritevole di così immensa punizione?»

Bruno: -«Sai bene che il mio mestiere non è mentire.

Ed io so altrettanto bene che non sarei in grado di provarci neppure con uno sprovveduto.

È vero, la mia ricostruzione è stata incompleta ed il mio comportamento finale è, di conseguenza, passibile di giuste critiche.

Non mentire e non voler ingannare, non presuppongono l’obbligo confessionale della integrale illustrazione degli eventi e di un eventuale susseguente pentimento.

La ragione della mia apparente superficialità è spiegabile dalla precisa e decisa volontà, che non mi ha consentito deroghe, di stralciare dalle pagine del mio diario unicamente i fatti.

Con il loro carico di certezze e riferimenti oggettivi.

I sogni non lo sono.

I sogni sono forse una proiezione di antecedenti malesseri inespressi?

Oppure future aspettative non palesabili?

Visioni?

Chimere?

Lusinghe?

Banali effetti fisici?

Per me i sogni sono segreti.

Per me i sogni sono i segreti del mio cervello.

Per me i sogni sono i segreti della mia anima.

Nessuno ha il diritto, in nome della verità, di rivelare un altrui segreto.

Nessuno ha il diritto di tradire la propria anima o il proprio cervello.

Venerdì, la sera in cui ho ricevuto da comeicinesi@libero.it il messaggio con il numero telefonico da chiamare, è vero, non mi sono neppure posto la domanda di verificare chi fosse il titolare dell’utenza.

Per una precisa ragione.

Neppure durante tutta la successiva giornata ho cercato di sapere a chi esso appartenesse.

Per una precisa ragione.

Ed ancora, ho fatto squillare “quel” numero di telefono, la notte del 14 Agosto alle ore 23.54 senza neppure immaginare l’identità della persona alla quale mi rivolgevo con tanta sicumera.

Per una precisa ragione.

Per una ragione che non giustifica nulla, nel bene e nel male.

Per un sogno.»

Aurora: -«Se io non conoscessi la dignità dei tuoi ideali, dubiterei fortemente di trovarmi di fronte ad una verità. Sarei indotta a credere che le tue argomentazioni siano tentativi di aggiustamenti per comportamenti imprudenti se non addirittura colpevolmente semplicistici.

Se… »

Petrus: -«Signora, mi permetto di interrompere il vostro colloquio, poiché sono depositario di una confidenza che potrebbe risolvere i vostri dubbi.»

Aurora: -«Tu?»

Petrus: -«Io.»

Aurora: -«Ebbene parla.»

Petrus: -«Se potessi divagare maggiormente, mi piacerebbe raccontare l’origine della stima enorme che nutro per una persona (nonostante ella sia completamente astemia!)… »

Aurora: -«Al solito Petrus, bevi una grappa e limitati all’essenziale.

Saresti capace di narrare il diluvio universale o tutta la fuga dall’Egitto.

Essenziale, solo l’essenziale.»

Petrus: -«Grazie per la grappa, meglio doppia.

Conosco la Cristina del messaggio partito dalla casella comeicinesi@libero.it .

Detto semplicemente, ella è la nonna del nostro amico.

Giochiamo spesso insieme a dama, e pochi giorni fa mi ha tenuto impegnato un intero pomeriggio per parlarmi del suo amato nipote.»

Aurora: -«Tutto qui? Quale è la confidenza chiarificatrice?»

Petrus: -«Signora, sapete bene che le parole non scorrono senza grappa!

Hanno bisogno di liquidi spiritosi per evaporare! Ah! Ah! Ah!»

Aurora: -«Purché ti sbrighi, bevi quello che vuoi.»

Petrus: -«Sarò velocissimo.

Cristina mi ha riferito di due sogni, e del dialogo completo con le frasi precise che -ha detto- si sono scambiati lei ed il nostro amico.

Per me l’incontro con Cristina non è stato un sogno, quindi non è un segreto.

Lei non mi ha chiesto di non parlarne, quindi non espongo un segreto.

Cristina è una persona aperta, schietta, sincera.

Non ha segreti.

Ella in nessun modo mi ha chiesto, o fatto intendere, di non divulgare il contenuto della nostra conversazione.

Le sue parole sono acqua cristallina.

Beve solo quella! Ah! Ah! Ah!»

Aurora: -«Petrus, ora basta. Ridere ti fa male. Ti asciuga la gola! Ah! Ah! Ah!

Saresti in grado di ricostruire i due incontri?

Ripetere puntualmente e dettagliatamente le frasi e le scene?

Sì o no?»

Petrus: -«Nessun problema.

Anzi no, un problema: mi occorre almeno un’ora.

Nessun problema.

Anzi no, due problemi: ho bisogno di due persone che leggano la trascrizione del colloquio. Un uomo (per la parte del nostro amico) ed una donna (per impersonare la nonna Cristina).

Nessun problema.

Anzi no, tre problemi: mi servirà una terza persona per illustrare tutto ciò che non sarà dialogo.

Nessun problema… »

Aurora: -«Hai a disposizione Edith, Edoardo e Tom, due ore, una bottiglia di grappa alla ruta, e quanta birra riesci a bere.

Sbrigati, nessun problema… »

Bruno: -«Noi intanto potremmo andare ad ascoltare un po’ di buona musica napoletana, suonata al pianoforte dal mio amico col fiore di ginestra (ginestra fiore amato dalla mia donna) all’occhiello del bavero?»

Aurora: -«D’accordo. Lo sai che c’è anche la donna dalle mani ambrate… »

Il Dispari 20200907 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200907 Il furto della foto di Maradona

Il Dispari 20200907

Il furto della foto di Maradona

ottava puntata del racconto di Bruno Mancini.

Le prime sette puntate sono state pubblicata il 13 e il 27 luglio,  il 3 – 10 – 17 – 24 – 31 agosto 2020.

Il furto della foto di Maradona

 

PARTE SECONDA

Il diario di Bruno

Undicesimo giorno

 

Edoardo: -«Domenica15 Agosto…

Il telegiornale della sera ha mandato in onda le interviste raccolte subito dopo il fatto.

Alcune di esse hanno rasentato, anzi sono sprofondate nel ridicolo, altre mi sono apparse come residui di comportamenti para mafiosi, tutte, tutte indistintamente sono risultate serve dell’inutilità, della banalità (le quali ormai sono caratteristiche considerate per niente offensive dagli assuefatti cortigiani telespettatori).

 

Il vicino che per primo è giunto nella stanza… »

Edith: -«Come tutte le notti, alle quattro sono salito a chiamarlo per andare a pescare…»

Edoardo: -«L’intervistato, amichevolmente dice pescare, io penso rubare».

Edith: -«… la porta era aperta, ma non rispondeva. Eppure teneva aperti gli occhi, ma lui non parlava. La faccia era una maschera rossa.

Era bravo. Perché l’ha fatto? Perché?»

Edoardo: -«Il giornalista, senza molti preamboli gli ha chiesto…»

Una voce dall’alto: -«Ha visto la foto di Maradona sul tavolo?

Era rubata. Lo sapeva?»

Edoardo: -«L’amico compare ha risposto, con la stessa sfacciataggine e mancanza di pudore… »

Edith: -«Adda murì mamma, mai na cosa e chesta.

è vero, lo sapete, ho qualche precedente, ma non ho mai rubato nelle chiese.

Maradona non si tocca.

Forse sbaglio, ma penso così.»

 

Edoardo: -«Poi è stato intervistato il medico legale, o ufficiale sanitario non ho capito bene… »

Edith: -«Un colpo tra gli occhi. L’arma della offesa gli è rimasta tra le dita, imbrattata di un rosso sangue.

Autolesionista.
Senza dubbio.

Ha fatto tutto da solo.

La foto di Maradona? Un miracolo! Neppure una goccia l’ha sporcata. Eppure era a breve distanza.

La faccia del cadavere, poveretto, era una maschera rossa. Tutto intorno schizzi, ma la foto pulita, senza una goccia!

Un miracolo.

Non credo di sbagliare.

Questo è il mio pensiero.

Un miracolo.»

 

Edoardo: -«A chiarire le modalità dell’atto mortale è stato un personaggio di enorme spessore: il Magg. Sott. Cap. del Nuc. Invest. Insud. Inest.  Ossequiato nel suo Ufficio presso l’Alto Comando Terrestre Navale Aeronautico Satellitare Sottomarino Supervulcanico Antiterremoti Competente per Territorio… »

Edith: -«Constatata la fine avvenuta mediante colpo da se stesso inferto nella parte centrale della parete frontale.

Sopralluogato il locale di cui l’azione suddetta.

Dato ascolto ad eventuali testimoni.

Ricevuta conferma negativa a quanto prima, e prima di quanto.

Abbiamo,

Io abbiamo al giudice ed al Piemme notiziato la negatività criminosa dell’attività prodotta da improbabile seconda terza quarta e quinta soggettività di individui sottoposti a verifiche investigative aventi per oggetto il suddetto fatto inoppugnabile e di certa natura lesivatoria.

La foto di Maradona?

Dettaglio inqualificabile.

Era rubata?

Sarà la superiore giustizia suprema a deciderlo sopra tutto.

Noi, io abbiamo il compito di investigatore.

I giusti giudicano, cioè giudiziano, cioè giustiziano, cioè giudificano, i militari indagano.

Noi, io non siamo i giusti.

Ho detto qualcosa di sbagliato?

Io penso così.

Per noi, io, questa è la legge.»

Edoardo: -«L’ultimo intervento è stato realizzato tra la gente comune… »

Una voce dall’alto: -«Salve, lei è l’edicolante di Piazza Delle Vittime?

Lo conosceva il suicida?»

Edith: -«E chi non lo conosce.

Ogni mattina compra… »

La voce dall’alto: -«Comprava!»

Edith: -«…il corriere dello sport e mi parla… »

La voce: -«Parlava!»

Edith: -«… dei programmi televisivi a pagamento che ha visto la notte.

Lo conosco, lo conosco.

Solo TV ed a spasso per i bar.

Mai altro.

Brava persona.

Un poco…

Ma è vero?

La fotografia, il maleficio, il castigo universale…

Non so più cosa pensare, è tutto sbagliato.»

Edoardo: -«In una comunità microscopica come la nostra, il morso di una cagnetta rappresenta la notizia dell’anno per Sasà, l’intrepido temerario super stalinista baffuto gigante, proprietario direttore redattore telefonista autista delle sei pagine “IL RIONALE” di cronaca sport politica falce martello  costume moralismo arte previdenza assistenza sanità viabilità abusivismo clientelismo bla-bla-bla-ismi.

Così come fa pagare tariffe astronomiche per pubblicizzare qualsiasi schifezza… -tutto-, nonostante la tiratura non stratosferica, egli sarebbe capace nella stessa maniera di pagare compensi irrisori… -nulla- al promotore di un simile evento!

L’edizione straordinaria uscita nella tarda mattinata mostra in prima pagina il corpo.

Si vede poco e di lato, benché la foto sia molto ravvicinata.

Ciò che si nota è una folta capigliatura, una maglietta striminzita a larghe strisce verticali, la mancanza di scarpe, ed il pantalone estivo a mezza coscia -scuro con una tasca dalla fodera rivoltata anche essa a larghe strisce verticali-.

Il titolo ad otto colonne con caratteri cubitali dice…»

Edith: -«Ancora una vittima innocente».

Edoardo: -«Più sotto l’occhiello…»

Edith: -«La nostra società crea solo emarginati».

Edoardo: -«Io avrei scritto: “Eliminato un altro colpevole”.

“La nostra società non ammette emarginati”.

Il testo (firmato Biagino) tanto piagnucolante quanto pregno di populistiche ribellioni sociali, svolazza tra luoghi comuni ed incoerenza…»

Edith: -«La nostra attuale amministrazione, demo… pluto… comunist… social… dittatoral… anarch… globalist… padana minimalist… con a capo la Sindachessa, di poche pretese ma oggetto di molte caricature, democristiana, ex democristiana, felice sorridente, convinta assertrice dei principi fondamentali ed inalienabili del matrimonio, del divorzio, della natura, della caccia e della pesca, delle zanzare e delle zoccole (topi, ratti, pantegane) gigantesche e ben nutrite, delle razze marocchine e padane, della civiltà napoletana e padana, dell’Italia e della padania, della patria unita, della patria in pezzi regionali, della patria in pezzettini provinciali, della sua minuscola patria comunale, essa, eletta dal popolo pecorone vigliacco, non è stata in grado di creare un parcheggio in Via Delle Ginestre, per dare una speranza di vita civile ai poveri emarginati.

Così nascono i ladri, e così si muore uccisi dal rimorso.»

Edoardo: -«Io avrei scritto “Anche chi è nato ladro sa che Maradona non si tocca.”

Essere mariuolo è una professione non adatta ai fessi.

Dalle pagine con foto che tutta la stampa locale ha dedicato questo pomeriggio al suicidio, desumo i particolari della scena del tragico evento.»

Edith: -«Su un foglio di carta, strappato da un quaderno a quadretti, l’addio alla vita del parcheggiatore abusivo di Via Delle Ginestre abbracciava la foto del grande Diego.»

Edoardo: -«L’immagine del Pibe, in una posa da austero condottiero con indosso la maglia azzurra, era poggiata sul tavolo della stanza cucina soggiorno pranzo antibagno lavanderia e stireria, proprio accanto al corpo abbandonato nella stagnante aria pregna d’odori di sughi bruciacchiati, di saponi marsigliesi, di panni sporchi e di piatti da lavare.

Il manoscritto dalla grafia di difficile comprensione è stato riprodotto in fotocopia e, di lato, integrato da questa più semplice trascrizione a caratteri di stampa… »

Tom: -«Dal giorno in cui ho rubato la foto di Maradona non ho più avuto pace, e non ne avrò di certo in seguito, né distruggendola né restituendola.

Il mio peccato di non averlo amato e neppure rispettato è stato enorme, finanche maggiore della mia sfrontata e baldanzosa azione.

Non chiedo scusa e non mi pento, poiché capisco che ogni tentativo in tal senso sarebbe inutile.

Chi troppo ama non sa perdonare.

Abbiate cura dei miei figli.

Loro non c’entrano.

Ignazio.»

Edoardo: -«Ignazio, il mio fratello gemello!»

Il Dispari 20200907 Il furto della foto di Maradona

Il Dispari 20200907 Il furto della foto di Maradona

Il Dispari 20200831 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20200831

Il Dispari 20200831 – Redazione culturale DILA

Il furto della foto di Maradona

settima puntata del racconto di Bruno Mancini.

Le prime sei puntate sono state pubblicata il 13 e il 27 luglio,  il 3 il 10 il 17 e il 24 agosto 2020.

PARTE SECONDA

Il diario di Bruno

Ottavo giorno

Edoardo: -«Giovedì 12 Agosto…

Ogni parete delle vie principali è tappezzata da manifesti murali di scherno.

Lo scempio ambientale è stato feroce, catastrofico.

Trenta anni di un abusivismo edilizio da record mondiale, il primo posto nella hit parade cosmica delle costruzioni abusive, l’illegalità diffusa su ognuna delle particelle catastali relative a tutti i comuni dell’isola, le scarpate rese carrabili (!) dai Tizio per accessi a manufatti privi di qualsivoglia autorizzazione, i sottoboschi di felci e mirtilli promossi (!) dai Caio in prati verdi rasati e piscine artificiali (richiamo ipocrita alle bellezze della natura) per contorno e complemento di aberranti edificazioni prive di qualsiasi licenza, gli androni cinti da pietre scalpellate e picchettate a mano ristrutturati (!) dai Sempronio in mini appartamenti con aria condizionata, l’albergo costruito sul Canneto del Lido, l’altro albergo nella Pineta dell’Arso, l’altro albergo sugli Scogli di Punta Molino, l’altro albergo sulla Vecchia Bocca del Porto, l’altro albergo sugli indifesi cespugli di ginestre (ginestra, fiore amato dalla mia donna), l’altro alberg… l’altra strada… l’altro campo di calcio… l’altra villa (!) villetta (!), palazzo (!) palazzina (!), appartamento (!) quartino (!), ammezzato (!), terrazzino (!), tettoia (!) tettoietta (!), supermercato (!) negozietto(!), garage (!) parcheggino (!), capannone (!) capannuccia (!)… l’altro album fotografico di un territorio devastato da trenta anni di sequestri sigilli sentenze assoluzioni condoni connivenze… tutto ciò ed altro ancora, è stato niente a confronto della sfrenata apocalisse schiaffeggiata sui muri, sugli alberi, sugli asfalti delle strade e dei terrazzi, su tutto… dalla ribellione del popolo di Maradona.

Ho visto la torre campanaria di Piazza Crocetta sovrastata da una enorme bandiera con l’effige di Diego nelle sembianze di Ernesto “Che” Guevara.

Una gigantografia di Diego sui merli della cosiddetta Torre di Michelangelo.

Ho contato quattrocento cinquantasette “DIEGO” scritti con spray azzurro sulla parete della Galleria  “I Nostri Ambasciatori”.

Nessun manifesto di qualsiasi altra natura ha resistito all’invasione, tutti sono stati ricoperti da Diego & C.

Non abbiamo più avuto notizie di detersivi, telefoni, morti, mutande, reggi zizze, dentifrici, computer, sagre, fiere, spettacoli, onoranze, proteste: sono state come cancellate da un uragano tifone tornado.

Nessun manifesto nemmeno politico (!) ha resistito alla furia incollante della protesta spontanea e totalizzante zampillata dai cuori napoletani… ».

Una voce: -«Diego è grande»

Un’altra voce: -«Diego è grande per tutti»

Una terza voce: -«Diego è grande per tutti i napoletani»

Edoardo: -«Diego in ogni angolo.

Il mariuolo è isolato.

Povero stronzo.»

Edith: -«Stronzo sicuro, povero vedremo.»

Edoardo: -«Ieri non ho avuto voglia di leggere la posta, stanotte l’ho aperta, solo per controllare l’eventuale arrivo di un altro messaggio spedito da comeicinesi@libero.it.

C’è.

In effetti, sono solo tre parole… »

Edith: -«Piccirì, aspetta domani.»

Il Dispari 20200831 – Redazione culturale DILA

PARTE SECONDA

Il diario di Bruno

Nono giorno

Edoardo: -«Venerdi13 Agosto…

Venerdì tredici per alcuni è considerato un giorno sfortunato!

Non esistono precise statistiche che analizzino quante volte “alcuni” abbiano ragione, e quante volte viceversa “tutti gli altri” siano nel giusto.

Dalle mie parti le superstizioni, i simbolismi, le scaramanzie, riceverebbero certamente, in un ipotetico palio cittadino, un numero di decorazioni superiori ad ogni altra aggregazione di “modus vivendi”.

Il raro gentiluomo che si appresta a lasciare il posto a sedere, nel bus stracolmo -ad una donna incinta con un bambino in braccio-, si blocca, irrimediabilmente, annullando il suo slancio umanitario se quella signora ha un colore viola nell’abbigliamento.

Va peggio se un lieve difetto fisico deturpa la linea delle spalle della donna in evidente difficoltà.

Viola è il colore delle onoranze funebri, i gobbi portano sfortuna.

Oggi è venerdì tredici e per l’abusivo di Via Delle Ginestre è stato un giorno particolarmente sfigato.

Avrebbe fatto meglio a non uscire da casa.

Si vede che non è superstizioso, o non ha fatto caso alla concomitanza di tredici e venerdì.

Stamattina l’abusivo di Via Ginestre, mentre era intento ad una semplice manovra di parcheggio, è stato distratto da due suoi compari che chiacchieravano ad alta voce della vicenda del furto ed il più anziano diceva, sputando con sfregio per terra… »

Edith: -«Chi ha arrubbato ‘a foto fa schifo ai mariuoli.»

Edoardo: -«L’altro, capelli biondi, sigarette americane, occhiali scuri linea e marchio Ferrari, incalzava…»

Una voce dal fondo: -«Ai mariuoli? Colui fa schifo all’umanità.»

Edoardo: -«Altri due sputi per terra.

Il nostro, per guardare la scena, si è distratto dalla guida, ha perso il controllo dell’auto e in un colpo solo ne ha sfasciate altre tre.

Fanalini, parafanghi, lunotti, cofani, marmitte, non si capiva niente, una serie di botti e crac e crrr e shchhh…

Edith: -«Gesù ma comm ha fatt…»

Una voce roca: -«Colui forse ha avuto un colpo di sonno.»

Una seconda voce, bisbigliando: -«Suonno? Ma chill ha nguaiat pure o Porsce do ricuttaro de biliardi.»

Una terza voce dall’alto: -«Il ricottaro? Vuoi dire lo spacciatore.»

Edith: -«Chehhe e chelle.

E mo sient a mugliera Margherita!»

La terza voce: -«Certo sono cazzi acidi per colui.»

La prima voce: -«Essa già ‘o vatte quando iss porta e sord, figurammece mo che non bastarrà ‘n anno e fatica.”

Edith: -«Certo. Il biliardiere quando deve dare è stronzo, e tu lo sai bene come me, ma quando deve avere è proprio fetente, il più fetente di tutta l’Isola.»

La seconda voce: -«Fnnesce c’abbusca da i figl drocati do’ biliardiere e dalla stoppola della moglie.»

La prima voce: -«Per un colpo di sonno.»

La terza voce: -«Suonn, chill avrà visto ‘o riavulo»

Edith: -«Andiamo Sasà, se no finisce che ci chiamano a testimone.

Comunque chi ha toccato a Maradona fa schifo all’umanità, è un figlio di puttana, pù pù, gli sputerei in faccia.»

Le tre voci insieme: -«’N faccia, ‘n culo.»

Edoardo: -«Poco fa, prima di concedermi qualche ora di sonno notturno, la curiosità di verificare i nuovi contatti, ed in special modo l’eventuale prosieguo della corrispondenza proveniente da comeicinesi@libero.it, mi ha indotto ad aprire la casella di posta elettronica.

Vi ho trovato l’e-mail promessa da comeicinesi@libero.it con: il numero di un cellulare, la pagina odierna del Corriere riportante il nuovo articolo del furto e la foto della maglia in bacheca, e poi poche righe… »

Edith: -«Questo è il numero di cellulare della persona che cerchi.

Non chiedermi come l’ho ottenuto.

Fidati.

So tante altre cose su di lui.

Se vuoi, puoi, con immaginazione, contattarmi.

Non farti scrupoli, è un bastardo.

Forza Napoli.

Forza Diego.

Forza noi.

Cristina.”

Mia nonna si chiamava Cristina.

La mamma di mia madre.

Ho chiuso gli occhi ed ho aspettato.»

Il Dispari 20200831 – Redazione culturale DILA

PARTE SECONDA

Il diario di Bruno

Decimo giorno

Edoardo: -«Sabato 14 Agosto … ore 23.54.

Ho telefonato al cellulare ricevuto da Cristina ed alla sua risposta… “Pronto”, senza presentarmi né chiedere chi fosse, non dandogli il tempo di interloquire, con molta calma, evitando qualsiasi interruzioni, suadente, deciso, gli ho detto…

Edith: -«Quando avevi venti anni potevi ancora fuggire alla tua coscienza.

Da giovani tutti ci siamo lusingati di essere simili a Dio.

Indistruttibili mortali.

Ora è tardi.

Non hai fiato per continuare la corsa.

Cessala, e sarai finalmente un distruttibile immortale.

Sei braccato, emarginato, confinato finanche dai veri ladroni. Puoi solo scegliere tra volare dalla finestra per dodici metri fino alla strada, pendolare al gancio di un lampadario, bere sette litri di acido muriatico, oppure, e basta, esploderti una cartuccia sulla fronte.

Fossi in te scegliere quest’ultima ipotesi, ma non intendo influenzarti.

Pensa che bello, non sei stato nessuno neppure rubando la foto di Maradona, invece diventi prima pagina liberandoci dai tuoi blasfemi inganni.

I giornali, i rotocalchi, le televisioni direbbero di te: “Con gli occhi vitrei su una maschera rossa.

Distruttibile mortale, diviene indistruttibile immortale!”

Prova.

Un colpo solo.

Bum.

Non chiudere il telefono.

Bum.

Voglio sentire il colpo.

Attento alla foto.

Che non si macchi.

Dai, stronzo dai.

Bum.»

Il Dispari 20200831 – Redazione culturale DILA

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DILA

NUSIV

VIRUSISCHIA