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20240503 DILA ASP IL DISPARI professionisti: Liga Sarah Lapinska

Professionisti DILA APS 20240526 - Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

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Liga Sarah Lapinska intervista Sadulla Davletov del Turkmenistan: terza parte

Liga Sarah Lapinska: A conclusione di questa interessante intervista che stai rilasciando in esclusiva per il quotidiano Il Dispari diretto da Gaetano Di Meglio, ci parli in breve della tua arte?
Sadulla Davletov: Sono nato il 22 agosto 1960 in Turkmenistan, sono di nazionalità uzbeko.
Non giudico le persone per nazionalità o religione, tuttavia è piacevole constatare che tra i popoli di gruppo turchi (turkmeni, uzbeki e turchi sono popoli di gruppo turchi) gli anziani vengono tutti rispettati, così come tutte le madri sono molto onorate. 
Ce l’abbiamo nel sangue, noi turchi.
Realizzo principalmente nature morte, paesaggi, animali, ritratti, composizioni storiche, composizioni attuali, ossia un genere in cui ora raramente qualcuno lavora perché richiede molto tempo e grande abilità nel disegno.
Tengo in grande stima Rembrandt come ritrattista, in particolare la sua serie di ritratti delle madri.
Come lui, amo ritrarre le madri.
E, ovviamente, dipingo i nostri eroi nazionali. 
Questo è per me il tema principale dei dipinti di grande formato.
Da circa 10 anni sognavo dipingere un nuovo quadro su un tema storico, perché il nostro passato è ricchissimo di scene realistiche che ricordano le fiabe nella loro intensità.
La grande dinastia Seltzchuk, il colonello Timurleng o Timur, l’eroe popolarmente noto come “Il Guerriero”, Gelal ad-Din Manguberdi, figlio di Khorezm – Shah Muhammed, che riuscì a proteggere la sua tribù dal mongolo Gengis Khan e dalla significativa superiorità numerica delle sue orde mongole–tatare.
Adesso sto dipingendo la sua impresa, con grande soddisfazione e con calma.
Nelle nature morte, nei paesaggi, nei ritratti con i tratti tipici del viso del Sud e dell’Est, nei colori solari: ovunque trovo molte somiglianze tra l’arte turkmena e quella italiana: ornamenti flessibili e arte degli arazzi, artigianato, ceramica.

Liga Sarah Lapinska: Ma che buon idea, di tradurre di più la letteratura Turkmena, Persiana e Uzbeca in Italiano!
Lo faccio, ma non abbastanza.
Voglio ripetere ancora un po’ dello stile e della tecnica di Sadulla Davletov, nonché delle sue tradizioni.
Lui non solo è un animalista bravo per gli enormi cani detti Alabai (un pericolo per i lupi e per i cammelli) ma è anche un tradizionalista bravo nel dipingere strumenti nazionali musicali, tutti colorati, dorati, e magari sempre luminosi, insieme con gli arazzi di seta blu, di rosa, decorati con o senza stelle.
Un esteta che dipinge fiori di giardini e di prati, tulipani, rose, girasoli, lavanda, tutti così simili alle stelle nel cielo.
La tecnica eccellente e tradizionale, gli schizzi dettagliati e la tavolozza sempre solare.
Tappeti e arazzi sono caratterizzati da una gamma di colori e da passaggi graduali e musicali da un tono all’altro, come in natura.
È meraviglioso che questo tipo di tradizione, artigianale, allevamento di cavalli, musica e poesie tradizionali, non sono stati dimenticate e che i giovani continuino a coltivare le competenze dei loro genitori e parenti.
Perché la parte futura è solo quella che siamo felici di portare avanti con gioia e fiducia.

Liga Sarah Lapinska

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Professionisti DILA APS 20240112 – Il Dispari: Liga Sarah Lapinska

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Una domanda a Viesturs Āboliņš

La Russia vista da un Lettone

 Liga Sarah Lapinska: Sappiamo che scrivi pubblicazioni sulla situazione economica, opportunità di solidarietà, storia e verità nascoste. Qual è il loro argomento principale?

Viesturs Āboliņš: La mia idea sullo sviluppo scientifico della società è spinto dalle considerazioni di sicurezza delle persone a me vicine. 

Sono nato e vivo in Lettonia, un piccolo paese europeo devastato dai fronti di due guerre mondiali nel XX secolo. 

Siamo entrati nella Prima Guerra mondiale come parte dell’Impero Russo, ma ne siamo usciti come un piccolo paese europeo. 

Nel 1939, mentre si preparava per la imminente guerra mondiale contro la Germania, la Russia Sovietica ha annesso il nostro paese, quindi siamo usciti dalle conseguenze della guerra solo dopo 52 anni, quando il regime sovietico è crollato nel 1991. 

I ricordi della mia famiglia, le mie esperienze di vita e i materiali storici degli archivi sovietici sono in evidente contrasto con la rappresentazione del mondo insegnata nelle scuole sovietiche. 

L’attuale attacco all’Ucraina e la minaccia della Russia al mondo con una catastrofe atomica non mi sorprendono, perché quelle minacce sono radicate nella percezione del mondo che è stata insegnata alla mia generazione nella scuola sovietica. 

La vittoria nella Seconda Guerra Mondiale sul regime di Adolph Hitler è stata presentata nelle scuole sovietiche come una prova del successo organizzativo, economico e spirituale sovietico. 

Quando la specifica idea economica comunista dimostrò in pratica senza dubbio la sua incapacità di produrre semplici prodotti quotidiani, l’Unione Sovietica crollò. 

Il passaggio al modello economico mondiale è avvenuto rapidamente, ma la visione del mondo circostante insegnata per generazioni nelle scuole sovietiche ha svolto un ruolo malvagio. 

Nelle scuole della Russia sovietica nel XX secolo hanno insegnato che tutti i ricchi sono criminali che si arricchiscono solo attraverso il crimine. 

Questa visione è stata profondamente e a lungo coltivata nella società sovietica. 

Nella Russia post-sovietica, poche persone hanno approfittato di opportunità inaspettate e spesso di qualsiasi mezzo per diventare rapidamente milionari e miliardari. 

Queste persone non vogliono più tornare al loro stato precedente, ma desiderano mantenere il potere per generazioni al fine di preservare le proprietà acquisite. 

Per deviare in sicurezza il malcontento pubblico dalle loro azioni impopolari e illegali, create dalle circostanze, su un altro argomento, gli ideologi del regime di Vladimir Putin hanno annesso in modo dimostrativo la Crimea, sono entrati in guerra in Siria e alla fine hanno attaccato apertamente l’Ucraina. 

Gli ideologi del regime di Vladimir Putin negano pubblicamente che l’Ucraina sia una Nazione, definiscono l’Ucraina come uno Stato fascista, accusano l’Occidente di sostenere il fascismo e di preparare l’attacco contro la Russia. 

Intervista e traduzione di Liga Sarah Lapinska

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Professionisti DILA APS 20240118 – Israele 1

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Professionisti DILA APS 20240118 – Israele 1

Genocidio in corso: io ho già firmato.

La pazienza è finita!

È stato creato un link automatico su Instagram per inviare una lettera alle seguenti cariche istituzionali per invocare la Convenzione ONU sul genocidio a Gaza.

https://tinyurl.com/invocaConvenzioneGenocidioGaza

presidente@pec.governo.itmeloni_g@camera.itcarlo.calenda@senato.itinfo@antoniotajani.it

info.italyun@esteri.itsa.menichelli@governo.itconte_giuseppe@camera.itsegrcd@governo.it

uscm@palazzochigi.itucm@governo.itgabinetto.vicepresidentesalvini@governo.it

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Ecco il testo.

Nel corso degli ultimi due mesi e mezzo, le forze israeliane hanno ucciso più di 29.000 civili in Palestina, tra cui oltre 11.000 bambini.

Scrivo per esprimere la mia profonda preoccupazione riguardo al genocidio in corso e per chiedere urgentemente il vostro aiuto nell’incoraggiare una cessazione immediata delle ostilità e l’invocazione della Convenzione sul Genocidio senza ulteriori indugi.

La Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1948, rappresenta uno strumento legale indispensabile per prevenire e sanzionare atti di genocidio.

La Convenzione sul Genocidio, sancita dal diritto internazionale e vincolante per tutti gli Stati firmatari, esige risposte immediate e inequivocabili alle situazioni di genocidio, sia per imperativi morali che per mandato legale.

Gli sforzi diplomatici per far rispettare il diritto internazionale e porre fine al genocidio del popolo palestinese sono risultati infruttuosi.

La mancata copertura completa da parte dei media occidentali delle atrocità, unita alla diffusione di disinformazione, è profondamente allarmante.

La manipolazione intenzionale da parte dei leader politici, pericolosamente vicina all’incitamento al genocidio, richiede una condanna urgente e inequivocabile. Questa urgenza è ulteriormente sottolineata dal triste bilancio di oltre 100 giornalisti uccisi mentre cercavano coraggiosamente di rivelare la verità. L’obbligo di responsabilità immediata è essenziale per affrontare questa crisi e garantire giustizia per le voci e le vittime silenziate.

Attualmente, le forze israeliane stanno commettendo attivamente molteplici crimini di guerra, come definito dall’articolo 8 dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale. Ciò include tattiche come l’impiego di un blocco totale, attacchi diretti intenzionali alla popolazione civile, mirate aggressioni contro ospedali, scuole dell’ONU e ambulanze. È documentato l’uso di fosforo bianco come arma chimica su infrastrutture civili, così come l’uso di fame e sete come strumenti di guerra. Stiamo assistendo alla punizione collettiva di due milioni di persone, come definito dall’Articolo 33 comune della Quarta Convenzione di Ginevra e dall’Articolo 4 del Protocollo Aggiuntivo II.

La continua mancanza di responsabilità di Israele per la sua occupazione illegale, l’espansione illegale degli insediamenti e il crimine di apartheid ha portato a una preoccupante escalation della violenza che costituisce crimini internazionali legalmente definiti, tra cui genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Date le gravi circostanze, sollecito urgentemente l’invocazione della Convenzione sul Genocidio e azioni immediate per affrontare la crisi. La responsabilità di proteggere le popolazioni vulnerabili incombe sulla comunità internazionale, e credo fermamente che i principi delineati nella Convenzione debbano guidare la nostra risposta collettiva.

Negli ultimi mesi, un notevole numero di esperti di conflitti e genocidi ha lanciato l’allarme sul genocidio in corso a Gaza.

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Professionisti DILA APS 20240111 – Il Dispari: Giuni Tuosto

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Storia dell’emancipazione femminile dalle Suffragette ai giorni nostri

Prima puntata: Come tutto è iniziato…

Se nasci donna, c’è un prezzo da pagare a questo mondo.

Dalla mela avvelenata di Eva all’acido muriatico sulle guance.

È il pedaggio necessario per uscire dall’anonimato ed entrare nella storia.

Nessuna donna è mai entrata nella storia in punta di piedi o coi tacchi rosa di Barbie.

Di solito le donne si conquistano un posto nel mondo tra urla, sofferenze, battaglie e resistenze. Talvolta, con la morte.

Come un soldato, che combatte in prima linea una guerra non sua, senza la protezione di un generale stellato, ogni donna avanza nel mondo nel sottofondo della guerriglia.

È così che è iniziata la lotta femminista, una lotta di donne per le donne, durata oltre un secolo e mai terminata.

Le femministe nascono in Inghilterra, nella Gran Bretagna del 1900, quando l’industrializzazione è avviata e la Prima Guerra Mondiale è alle porte.

Le Suffragette(nome dato dai giornali per schernire le prime contestatrici) erano attiviste, operaie, politiche, che volevano il voto.

Un voto a suffragio universale femminile.

Come soldati, le Suffragette hanno portato avanti la loro battaglia contro il governo inglese con volantini e polvere da sparo.

Erano pericolose.

Armate di ideali più forti delle loro bombe.

Utilizzavano slogan, petardi e dinamite.

Ma esiste una preistoria del femminismo: femministe insospettabili, ante-litteram, dimenticate, come Olympe De Gouges signora della Rivoluzione Francese, Mary Wollstonecraft, filosofa inglese, e Madame de Stael, intellettuale europeista.

Le antesignane delle Suffragette.

Volevano donne istruite, lavoratrici e stipendiate.

Scrissero saggi e opere, alla fine del 1800,per diffondere il verbo dell’uguaglianza tra Francia e Inghilterra.

Furono proprio le Suffragette a raccogliere la loro eredità intellettuale, ma capirono che il pensiero di Olympe de Gouges e di Mary Wollstonecraft non bastava a liberare le donne.

Ci voleva la forza.

Dovevano fare rumore per essere ascoltate.

Dovevano protestare davanti Buckingham Palace, pena l’arresto.

Ed avevano ragione: ci voleva un braccio armato per avere il voto.

Le Suffragette, nonostante gli arresti che subirono, le bombe che sparsero qua e là per l’Inghilterra e gli incatenamenti alle pubblicheringhiere, riuscirono ad ottenere il diritto di voto dal Parlamento Inglese nel 1918, ben 28 anni prima dell’Italia.

La prima ondata di quote rosa.

Ma fu una vittoria parziale, in quanto il voto fu concesso solo alle mogli dei capifamiglia con più di 30 anni.

Ci vollero altri dieci anni per estendere il voto a tutte le donne inglesi senza distinzioni di età o di genere.

Era il 1928.

 Giuni Tuosto

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10 maggio 2024 Teoria della penombra

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10 maggio 2024 Teoria della penombra

10 maggio 2024 Teoria della penombra

Presentazione del libro di Ivano Petrucci

Domenica 10 maggio 2024 ore 20:00 INTERNO 4 Via della Lungara, 44 Roma

Interverranno:

Ivano Petrucci, scrittore, pittore

Silvia Filippi, curatrice e storica d’arte

Presenta:

Chiara Pavoni, attrice

Ivano Petrucci autore anche del libro: Romanticus Dei

Aperitivo

Si richiede cortesemente di confermare la presenza con un messaggio whatsapp a 3476781074

Interno 4 – Eventi 2024

DILA

Premi Otto milioni

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