Luca Pignatelli “Rome in Icons” Roma alla Sala da Feltre

LUCA PIGNATELLI .”ROME IN ICONS”. OLTRE LA MEMORIA RIELABORANDO IL PRESENTE

Volto a cogliere con uno sguardo al passato quel che resta “vivo” della tradizione, soffermandosi su temi legati alla classicità e alla storia rivisitati nel presente, Luca PIGNATELLI (Milano 1962) tra i più affermati protagonisti della scena artistica contemporanea a livello internazionale, traccia il suo percorso con cui riporta in auge la memoria, il mito che parla di grandezza e bellezza ormai lontane da questa contemporaneità sempre più in declino dove non sono più dati all’uomo punti di riferimento cui appellarsi.

Luca Pignatelli Rome in Icons

A Pignatelli che rielabora i canoni tradizionali dell’arte facendo interagire diversi piani di visualizzazione, è dedicata un’interessante esposizione che si inaugura a Roma il 12 ottobre 2017 alle ore 18.00 nei suggestivi spazi della Sala da Feltre- Open Art in Via Benedetto Musolino, 7.

La mostra, LUCA PIGNATELLI .”ROME IN ICONS”, accanto a suggestive incisioni in cui sono rappresentati i luoghi più significativi di Roma tra monumenti, chiese, vedute, presenta anche busti di richiamo classico. Rappresentazioni dove si intrecciano aspetti legati alla storia e al mito che appartengono alla memoria dell’uomo e che proiettano in un percorso con cui riformulare il presente. La storia con le sue tradizioni riemerge, e in questo contesto protagonista è la città di Roma con le sue vedute, paesaggi, monumenti più caratteristici che regalano visioni indimenticabili senza tempo e oltre il tempo, rese ancor più particolari dalla tecnica dell’incisione. Un iter dove il passato viene riproposto per sottolinearne grandezza e bellezza che entrano in contrasto con questo presente decadente e distante.

Antico e contemporaneo entrano a far parte delle opere di Pignatelli a volte non del tutto completate come a lasciare un qualcosa di sospeso, da ritoccare. Nelle sue tele ad esempio, dove emergono frammenti di passato, si combinano diversi elementi di vari materiali a suggerire che anche questi segni vivono di memoria.

Silvana Lazzarino

 

LUCA PIGNATELLI

”ROME IN ICONS”

nell’ ambito di “ROME ART WEEK”

Sala da Feltre- Open Art

Via Benedetto Musolino, 7 Roma

Inaugurazione mostra giovedì 12ottobre 2017 ore 18.00

12 ottobre- 31 dicembre 2017

Ingresso libero

 

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Mao Jianhua espone a Roma Complesso del Vittoriano

MAO JIANHUA. EMOZIONI NEL TEMPO PRESENTE E DELLA MEMORIA CON I SUOI CAPOLAVORI AL VITTORIANO

 Per riconciliarsi con una realtà dove il tempo sembra non arrestarsi e dove non sempre è facile riconoscersi, l’individuo ha bisogno di guardare ai desideri più remoti ai bisogni più semplici e soffermarsi ad osservare e ascoltare la natura che con i suoi paesaggi regala ad ogni occasione emozioni nuove e dimenticate. Non sempre è facile soffermarsi a pensare a quanto di profondo ci sia nei gesti più semplici come nel lasciarsi cullare con gli occhi e la mente dalla bellezza di un tramonto o di monti silenziosi che estendendosi all’rizzonite ispirano nostalgia e protezione. Troppo spesso la realtà di oggi dai ritmi frenetici distrae l’uomo da quegli attimi e momenti di sospensione in cui ritrovare se stesso. A riportare l’uomo verso i punti di riconciliazione con ciò che da sempre gli appartiene come il ricordo delle proprie origini e gli

Mao Jianhua in mostra al Complesso del Vittoriano di Roma

aspetti più autentici della propria natura primordiale guardando alla bellezza del paesaggio nella sua semplicità e purezza, è la mostra dedicata a MAO JIANHUA artista giapponese di fama internazionale (nato a Changshu, Jiangsu nel 1955) aperta a Roma al Complesso del Vittoriano – Ala Brasini dal 13 al 26 settembre 2017. Patrocinata dalla Regione Lazio e da Roma Capitale, l’esposizione “THE TIMELESS DANCE Beyond the mountains sotto l’egida dell’Istituto per la Storia del Risorgimento, mette in luce i valori portati avanti, nella sua ricerca, dall’artista volto a rivedere il cammino dell’esistenza tra memora di sé del proprio passato e presa di consapevolezza attraverso il tempo dell’ascolto dell’universo intorno- specie quello del paesaggio- che mette in relazione con aspetti più autentici ancorati al mondo dell’infanzia, allontanando quanto vi è di artificiale in questa realtà.

Mao Jianhua che firma le sue opere con gli pseudonimi “Jizushanren” (uomo di Jizu, la montagna dove Mao si reca regolarmente per la meditazione) o “Zhuoweng” (che descrive un uomo che segue la propria natura primordiale e spazza via ogni pretenziosità e decori) prima di dedicarsi all’arte con incisioni e dipinti partendo da una riflessione sui fondamenti culturali e spirituali legati a certa tradizione cinese, è stato un imprenditore impegnato a livello internazionale. Affascinato dal Buddismo e dal Taoismo si è accostato alla meditazione interessandosi all’arte calligrafica cinese e alla pittura a partire dalle montagne Giallo, Daming e Jizu, posti privilegiati dove dare spazio alla contemplazione La mostra, che

sarà presentata alla stampa il 12 settembre 2017 alle ore 11.00, vedrà l’artista, affiancato dalla curatrice Martina Mazzotta, parlare delle proprie opere presenti in questo percorso organizzato in sette tappe che suona come un viaggio tra ricordo e immaginazione, riflessione e poesia. Realizzate con pennello e ad inchiostro su carta di cotone fatta a mano esse si riferiscono alle emozioni vissute dall’artista nell’accostarsi alla natura, per contemplarla e ascoltarla e ascoltarsi. E in questo entrare nei suoni, profumi, armonie diffuse della natura e del paesaggio l’artista è come avvolto da un abbraccio che fa muovere il suo corpo, i suoi occhi compreso il respiro.

Jianhua in mostra al Complesso del Vittoriano

Lo studio del paesaggio viene affrontato in modo sempre nuovo da Mao Jianhua che nel suo percorso formativo ha guardato ai famosi pittori della dinastia Qing a Wang Yuanqi e poi alla dinastia Yuan, e a quella di Ju Ran e Dong Yuan, per arrivare al famoso artista moderno Huang Binhong di cui ha colto l’originalità nella lavorazione dell’inchiostro sulla carta.  Dai paesaggi di Mao Jianhua, come emersi da un sogno in cui ritrovare quel senso di libertà e autenticità, ma anche di stupore e meraviglia, affiora la storia della sua terra, le sue armonie riferite a scenari che conducono lontano eppure vicino a toccare le proprie sensazioni ancora non del tutto sopite. Le rappresentazioni di Mao Jianhua danno vita ad una meravigliosa “cosmogonia” di rimandi, di evasioni visive e mentali. Nei tratti segnici del bianco e nero vi è l’idea del superamento degli opposti come anche di vita e morte visti come una sorta di conseguenza l’una dell’altra perché tutto è come sospeso in attesa che l’uomo recuperi il suo legame autentico con la natura.L’ organizzazione e il coordinamento generale della mostra sono a cura di Roberta Cardinali.

Silvana Lazzarino

 

MAO JIANHUA

THE TIMELESS DANCE

Beyond the mountains

A cura di Martina Mazzotta

Complesso del Vittoriano – Ala Brasini

Orari: dal lunedì al giovedì 9.30 – 19.30; venerdì e sabato 9.30 – 22.00; domenica 9.30 – 20.30.

Via San Pietro in Carcere – ROMA

Ingresso libero

DAL 13 AL 26 SETTEMBRE 2017

Anteprima e inaugurazione martedì 12 settembre 2017

Info:www.ilvittoriano.com

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ALESSANDRO MONTESI ALLA SALA DA FELTRE

ALESSANDRO MONTESI :LE SUE INCISIONI OPERE D’ARTE TRA REALTA’ E FANTASIA

Precisione e cura nella resa di rappresentazioni dove le figure vengono descritte con attenzione ai dettagli in virtù di un percorso di studi dedicati all’incisione presso la Zecca e Poligrafico dello Stato,  ALESSANDRO MONTESI (Roma, 24 settembre 1951), figlio d’arte e nipote di Rossana Montesi vincitrice di una delle edizioni dei Cento pittori di Via Margutta, è protagonista di una suggestiva esposizione presso i nuovi spazi espositivi della Sala da Feltre- Open ART. La mostra personale,  EVOLUZIONE, la prima dell’artista, che inaugura giovedì 23 marzo a partire dalle ore 19.00 presenta circa 20 opere tra dipinti, disegni e studi per incisioni.

Alessandro Montesi mostra personale EVOLUZIONE Sala da Feltre Open Art

Alessandro Montesi mostra personale EVOLUZIONE Sala da Feltre Open Art

I segreti e le tecniche dell’arte incisoria sono da lui appresi grazie all’incontro con Cionini primo incisore della Banca d’Italia conosciuto come il “Maestro delle Banconote”. Frequentando il suo studio per diverso tempo non appena preso il diploma, Alessandro Montesi  dimostrava sempre più capacità nel creare disegni e elaborate composizioni con il bulino dando vita a delle vere e proprie opere d’arte che riprodotte in serie sono diventati dei multipli. Vanno citati gli splendidi clichés delle carte monete dei vari tagli della Lira. Montesi collaborò come incisore per la famosa ditta di medaglisti della famiglia Johnson con sede a Milano che realizzò numerosi modelli di medaglie di Alessandro.  Realtà e fantasia si intrecciano nelle sue opere dove non mancano aspetti visionari. Alchimie caravaggesche e elementi surrealisti propri di Salvator Dalì emergono dalle sue rappresentazioni come anche raffinati elementi simbolici. Precisione e capacità nel cogliere le espressioni dei volti definiscono i ritratti con cui fa emergere l’essenza del personaggio che ha di fronte. Si avvicina in parte a Guttuso per la cura nei dettagli decorativi, i contorni ben definiti e un cromatismo vivace.

Silvana Lazzarino

 

EVOLUZIONE

 Mostra personale di Alessandro Montesi

c/o Sala da Feltre- Open ART

Via Benedetto Musolino, 7 Roma (Orti di Trastevere)

23 marzo – 23 aprile 2017 (ingresso libero)

Orario: dal lunedì al venerdì 9-13/14-17

Inaugurazione Giovedì 23 marzo 2017 ore 19.00

 

Info e Ufficio Stampa:

Sabrina Consolini, Organizzazione eventi Sala da Feltre-Open ART,

e-mail: s.consolini@saleconvegniroma.it; tel. 06/585205251

 

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MIMI’ QUILICI BUZZACCHI

MIMI’ QUILICI BUZZACCHI

ELEGANZA E POESIA DI COLORI E LUCI 

Alla poetica del paesaggio quale spazio entro cui ritrovare le emozioni tra ricordi nostalgie, presenze e assenze è dedicato il percorso della mostra con protagonista Mimì Quilici Buzzacchi ((Mendole Mantova 1903-Roma 1990) tra le più importanti artiste di opere grafiche del XX secolo.

MIMI0 QUILLICI BUZZACCHI Autoritratto al torchio

MIMI’ QUILICI BUZZACCHI
Autoritratto al torchio

Promossa da Roma Capitale- Assessorato alla Cultura e curata da Federica Pirani, Gloria Raimondi e Maria Catalano, la mostra, MIMI’ QUILICI BUZZACCH. TRA SEGNO E COLORE, allestita presso le tre sale della Galleria di Arte Moderna di Roma (Via Francesco Crispi, 24) aperta fino al 27 novembre 2016, presenta circa cinquanta opere di questa straordinaria artista tra dipinti, opere grafiche e documenti provenienti dalla Galleria d’Arte Moderna e dall’Archivio Mimi Quiici Buzzacchi. Un percorso attraverso le fasi più significative della sua attività iniziata a Ferrara negli anni Venti e proseguita a Roma quando vi si trasferì a metà degli anni Quaranta, fino alla morte nel 1990. Un’occasione per conoscere meglio la sua attività incisoria e in particolare la xilografia cui si dedica fin dagli

MIMI' QUILLICI BUZZACCHI Campagna ferrarese

MIMI’ QUILICI BUZZACCHI
Campagna ferrarese

esordi mostrando una grande attitudine e abilità tecnica, apprezzata tra gli altri in modo particolare da De Pisis che la incoraggia ad andare avanti su questa strada dedicandole anche un interessante articolo uscito sulle pagine del “Corriere Padano” a metà anni Venti. Tra le altre figure di artisti e intellettuali a lei vicine negli anni ferraresi accanto a De Pisis, amico del marito Nino Quilici  giornalista, sono Achille Funi e Carlo Socrate.

MIMI' QUILLICI BUZZACCHI Monte Mario e neve

MIMI’ QUILICI BUZZACCHI
Monte Mario e neve

Numerose le esposizioni nazionali e internazionali di prestigio cui Mimì Quilici ha preso parte negli anni Trenta tra cui le Biennali veneziane e le Quadriennali di Roma, senza dimenticare la sua partecipazione, insieme a Funi e agli altri artisti dell’”officina ferrarese” al progetto decorativo che interessò i molti edifici realizzati in Libia durante il governatorato di Italo Balbo. Per l’occasione tra il 1938 e il 1940 creò l’affresco “La glorificazione delle Sante Felicita e Perpetua” nella cappella del Villaggio Corradini uno dei centri agricoli destinati ai coloni italiani. Marine, scorci degli edifici e delle campagne della bella Ferrara, e poi ritratti, le vedute di Roma dove spicca Monte Mario a primavera e con la neve, ed ancora i paesaggi della sua produzione più recente, testimoniano l’evolversi di uno stile personalissimo dove il segno caratterizza l’immagine esaltata da tratti decisi e da un colore forte e vibrante, ma anche con tonalità tenui e calde. La sua costante ricerca

MIMI' QUILLICI BUZZACCHI Gli obelischi

MIMI’ QUILICI BUZZACCHI

nell’esplorare le infinite possibilità espressive del segno sia nella grafica sia nella pittura, in cui un ruolo fondamentale è dato dal dialogo tra luci e ombre, le ha permesso di dare vita ad atmosfere di grande spessore emotivo dove appaiono luoghi a lei famigliari o altri frequentati successivamente passando da Ferrara a Bologna, per poi giungere a Torino, Milano, fino a a Roma. Intensi i paesaggi legati al Tevere e alla collina di  Monte Mario e di Villa Madama, in cui

MIMI' QUILLICI BUZZACCHI

MIMI’ QUILICI BUZZACCHI

si avverte il dialogo diretto con la natura ed i suoi spazi: a riguardo citiamo: Sole su Monte Mario, Monte Mario e neve, e Luci di Roma, E poi intense anche le opere degli anni Venti come Mare e barche a Cesenatico e Campagna ferrarese, senza dimenticare Scogliere ai Maratea del 1971 e il capolavoro Gli obelischi (xilografia su carta).

.A completare la mostra è una selezione di documenti e la proiezione del videoImmagini da sequenze amatoriali tratte dall’archivio privato della famiglia Quilici” (F. Quilici – R. Pastori – M. Grassi, 1998, con musiche di A. Breschi) volti ad illustrare la figura e l’attività dell’artista. Infine sono presenti anche diverse opere di artisti a lei più vicini quali: Tato, Carlo Socrate, Filippo De Pisis e Virgilio Guidi.

Silvana Lazzarino

 

MIMÌ QUILICI BUZZACCHI. TRA SEGNO E COLORE

Galleria d’Arte Moderna

Roma Via Francesco Crispi, 24

Orario: da martedì a domenica 10.00 – 18.30, lunedì chiuso

L’ingresso è consentito fino a mezz’ora prima dell’orario di chiusura.

Fino al 27 novembre 2016

 

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