Fattitaliani.it – Plurisettimanale di Cultura e Leggibilità

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PREMI “OTTO MILIONI”, UN RICONOSCIMENTO ANCHE A FATTITALIANI. GRAZIE ALL’ASSOCIAZIONE CULTURALE “DA ISCHIA L’ARTE – DILA”

Argomenti: Caterina Guttadauro La Brasca, Cultura, Giornalismo, Giovanni Zambito, Premio

Domenica 27 gennaio 2019, alle ore 16.00, a Roma nella sede sociale dell’Associazione culturale Sinergie Solidali (Via Volsini 21) in un pomeriggio di scambi culturali, ha avuto luogo la cerimonia di consegna delle pergamene (impreziosite dall’arte grafica di Milena Petrarca vincitrice del premio “Otto milioni” edizione 2017), a tutti i vincitori dei Premi “Otto milioni” 2018 (poesia, arti grafiche, musica, letteratura, giornalismo) i cui nomi sono stati già comunicati nell’Aula Magna della SIAM di Milano durante l’evento del 17 novembre inserito nel cartellone del #BCM18 Bookcity.

Sono stati premiati Patrice Gasparì e Giovanni Zambito, rispettivamente Direttori di “La Voce e di “Fattitaliani” per la loro fattiva collaborazione e per essere diffusori di sana Cultura, atta a favorire gli scambi tra i vari Paesi. L’anfitrione dell’evento è stata Mariapia Ciaghi, editrice di “Il Sextante” e del magazine Eudonna. E’stata presente una folta delegazione dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Caterina Guttadauro La Brasca è stata portavoce di un’iniziativa atta a coinvolgere positivamente ed a livello internazionale, sia l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” sia anche tutte le altre associazioni che vorranno aderire alla proposta.

È stata altresì premiata essendosi piazzata al primo posto assoluto per la Narrativa ed al terzo per il Giornalismo.

Il grande poeta catalano Joan Josep Barcelò I Bauçà è stato ospite d’onore.

Grazie al Prof. Bruno Mancini, Presidente DILA con Roberta Panizza e Gaetano Di Meglio, le tre menti che hanno la paternità di tutti gli eventi DILA, sia a livello di organizzazione che di diffusione.

Siamo ben lieti di aderire ed offrire la nostra collaborazione ad eventi che accrescono il Patrimonio Culturale Italiano.

Fattitaliani.it

DILA

STAMPA

FATTITALIANI: Caterina Guttadauro La Brasca intervista Bruno Mancini

AGENPARL lancia nel mondo l’evento DILA “Otto milioni”

Il Dispari 20190114 – Redazione culturale

Il Dispari 20190107 – Redazione culturale

Cerimonia premiazione “Otto milioni” 2018

Il Dispari 20181231 – Redazione culturale

Il Dispari 20181224 – Redazione culturale

Opere e loghi inviti – DILA per #BCM18 Bookcity c/o Mare Culturale Urbano 18/10/2018

Il Dispari 20181217 – Redazione culturale

Il Dispari 20181210 – Redazione culturale

Il Dispari 20190211 – Redazione culturale

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Il Dispari 20190211 – Redazione culturale

Il Dispari 20190211

Editoriale

Invito alla lettura “Promo uno” di Bruno Mancini, copertina morbida con rilegatura termica, 50 pagine, prezzo € 6,00 (IVA esclusa), stampa in 3-5 giorni feriali, ISBN 9780244448769, copyright Bruno Mancini (licenza di copyright standard), prima edizione, pubblicato l’8 gennaio 2019, ID 23942055, acquistabile presso l’edicola in piazzetta San Girolamo a Ischia e al link http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/promo-uno/paperback/product-23942055.html, è un florilegio di poesie tratte dalle raccolte: Davanti al tempo; Agli angoli degli occhi; Segni; Sasquatch; La sagra del peccato; Incarto caramelle di uva passita; Non rubate la mia vita; Io fui mortale; La mia vita mai vissuta; Non sono un principe.

Tutte le poesie saranno pubblicate in questa pagina a partire dalla prossima settimana.

Antonio Gerardo D’Errico: “Ischia è la mia estate ideale”

Di Michela Zanarella Antonio Gerardo D’Errico è poeta, scrittore e sceneggiatore. Nato a Monteverde, un meraviglioso borgo in provincia di Avellino, vive da anni a Milano, ma è da sempre affascinato da Ischia. Premio Grinzane Pavese nel 1998 e nel 2000.

Ha scritto numerosi testi di argomento musicale.

Nel 2011 pubblica per Rizzoli la biografia di Eugenio Finardi, Spostare l’orizzonte, scritta insieme al cantautore milanese e, nel 2015, esce presso Mondadori con la biografia di Pino Daniele, Je sto vicino a te, scritta insieme a Nello Daniele, fratello di Pino. Il suo esordio nella letteratura di genere noir gli vede assegnare il terzo posto dalla giuria dei lettori al “Premio Scerbanenco, Courmayeur noir in festival”, con l’opera per ragazzi Il Discepolo, ispirato ai fatti di cronaca legati alla sette sataniche.

Successivamente dà alle stampe l’originale thriller sul mondo della scuola, La governante Tilde.

Con “Morte a Milano” ritorna al noir tematico di genere, dopo aver pubblicato da poco per Controluna edizioni la delicatissima silloge poetica dal titolo Amori trovati per strada.

Michela Zanarella:-

Antonio Gerardo D’Errico, il suo percorso letterario è segnato da tanti riconoscimenti e numerose pubblicazioni: dalla poesia, al noir, dai romanzi alle biografie di personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo. Cosa rappresenta per lei la scrittura?

Antonio Gerardo D’Errico:-

È la vita, che ci rappresenta in ogni sua parte. Nella scrittura c’è la gente con i suoi tormenti, i suoi dolori, i suoi affanni, le sue delusioni in attesa che qualcuno si accorga che tutto questo esiste. In uno sguardo c’è l’essenza della meraviglia incontenibile dell’universo, c’è la gioia e la bellezza. A me è stato sempre chiaro che scrivere e vivere sono la stessa cosa; portano in sé la bellezza e il tormento del tempo che passa, della fatica di rendere verità ai giorni con le azioni e con i pensieri. È sempre un affanno, i sensi in tumulto, la presenza di qualcosa che sfugge che mi inducono a fare luce, a rendere chiarezza. È un esercizio fisico la scrittura, come la vita. È una passione che eleva e che atterra, come la vita. È il ricordo di un amore mai estinto, la perdita di una persona cara, l’idea che qualcosa di nuovo interverrà che ci fanno credere che tutto abbia un’origine e una permanenza. C’è chi scrive per essere qualcuno: questa è la vera sconfitta dell’arte. È la vita che ci rende qualcuno o nessuno: fa male o fa bene, è la vita che decide l’uno o l’altro sacrificio. La scrittura accomuna nel bene o nel male. La scrittura è incontro con gli altri: incontrarsi sempre e solo con se stessi è una noia prima che una follia.

Michela Zanarella:-

Recentemente ha pubblicato una raccolta di poesie “Amori trovati per strada” e un noir “Morte a Milano-Ernest”. Ce ne vuole parlare?

Antonio Gerardo D’Errico:-

La poesia è la ricerca di una verità che rende folli quando le parole mancano per sondare un universo che rimane inconosciuto. È un limite. Ma si fa elevazione non appena le immagini rappresentano un’idea che colpisce al cuore. Amori trovati per strada sono la descrizione di quell’euforia e quella bellezza sorprendenti e spasmodiche che ci toccano l’animo per un incontro imprevisto, rendendoci uomini in mezzo ad altri uomini. La poesia d’amore è una fiammella di speranza che riscalda o lascia atterriti, senza speranze. Io cerco sempre un approdo di bene nelle mie peregrinazioni vissute o solamente descritte. E questa mia ricerca viene spesso ripagata dalla quiete del corpo e della mente che dà pace e fiducia. Una breve poesia della raccolta mi dà il senso stesso dell’essere vivi e limitati in un angolo di universo, mentre il respiro si fa leggero come se un desiderio di eternità fosse arrivato per portare conforto: “Torneremo insieme/ a guardare i tramonti/ tenendoci per mano”. Morte a Milano, invece, è la mia ultima pubblicazione di genere noir. Anche in un genere così inseguo con l’immaginazione la follia, per poterla catturare e vincere, magari dopo aver fatto scorrere sulla carta volumi necessari di sangue malato. E alla fine della narrazione, si arriva, anche in questo in caso, alla quiete che lascia il respiro sereno. Cambiano le immagini, i moventi, i personaggi e gli incontri. Diversa è l’ambientazione. Ma l’esito della parola scritta sull’animo umano non cambia. La sua efficacia supera i generi, perché per chi sa accogliere i suoi suggerimenti si fa necessariamente pensiero oltre che distrazione.

Michela Zanarella:-

Lei è nato e cresciuto a Monteverde, un meraviglioso borgo in provincia di Avellino, Cosa le ricorda Ischia?

Antonio Gerardo D’Errico:-

Ischia per me è l’estate ideale. La consociamo tutti: è mare, sole, terme, spiagge naturali. È cordialità di un popolo tanto accogliente e laborioso. Negli ultimi tempi, spiacevolmente, la sua bellezza viene oltraggiata dai racconti mediatici, in cui si mescolano politica, legalità e quel solito tocco di pregiudizio, confondendo i diversi piani di giudizio. Sono sicuro che la gente dell’Isola, dal cuore grande, non è propensa a chiedere di chiudere un occhio per pura convenienza; ma reclamerà un confronto, perché quanto è anomalo venga normalizzato in maniera razionale. Non vado oltre in un argomento tanto offensivo per chi lo fa e chi lo subisce. Il cuore della gente dell’Isola è aperto alla verità, come hasempre dimostrato di essere. Ischia non ha bisogno di essere difesa, è la sua bellezza a difenderla, la cura e le attenzioni dei residenti che l’hanno preservata nelle sue bellezze naturali. I tramonti sulle scogliere di Casamicciola sono poesia, i suoi colori, i suoi profumi, sono benefici per lo spirito e per la mente. Abbagliano i colori del mare coi suoi flutti spumosi, i rumori del porto, le scogliere a picco sul mare. Il castello Aragonese di Ischia è un monumento di ingegno e di bellezza. Le colonne di roccia calcarea emergenti dall’acqua del mare di Lacco Ameno sono meravigliose, come le case del paese oltre la riva e le colline verdeggianti in alto. A Ischia si arriva e si dimora tra la bellezza e l’accoglienza. Questa è la verità che mi affascina più di ogni altra cosa.

Le poesie di Angela Maria Tiberi

Queste poesie sono dedicate dalla Prof.ssa Angela Maria Tiberi, (Opinionista di questo giornale, Presidente delegata Regione Lazio Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”; Presidente delegata Regione Lazio Accademia “Arte e Cultura” di Michelangelo Angrisani; Presidente delegata Regione Lazio Associazione internazionale “La pulce letteraria”; Ambasciatrice Associazione internazionale “Magna Grecia Latina-New York”; Membro speciale “A.L.I.A.S” Melburne; con profonda stima e ammirazione ai Professori della Clinica Annunziatella di Roma: MASSIMILIANO BRUGNOLO (Specialista in Anestesia Rianimazione e Terapia Intensiva e del Dolore). Bellissimo uomo dagli occhi profondi che toccano l’anima del paziente e donano fiducia all’equipe della sala operatoria. Dolcemente ci addormentiamo con la fede di estirpare il male che affligge il nostro corpo umano. Sa amare chi gli tende la mano donando il suo cuore umano. LUIGI DE SANTIS (Specialista in Chirurgia Generale chirurgia tradizionale e mini-invasiva; laparoscopia e robotica). Meraviglioso chirurgo dalla profonda umanità con dolci mani come ali di farfalla operi con magnificenza e altissima maestria lasciando nell’anima del paziente gioia ed allegria, estirpando la parte ammalata doni ristoro al disperso nel deserto della sofferenza. Ti amiamo e siamo grati al SIGNORE di aver conosciuto un uomo stupendo di rare virtù. Poeticamente ci sentiamo vicini e la distanza del LEI non sentiamo perché profondamente ci sentiamo uniti come le acque del cielo e dell’amorevole Terra a cui noi apparteniamo. GIANCARLO STAZI (Specialista in Cardiologia e Terapia intensiva, Geriatria e Medicina interna). Ammirevole professionista dal cuore di un’immensa umanità come l’Universo a cui noi apparteniamo, ci incoraggi tenendoci per mano con semplicità i tuoi occhi sono dolcissimi come il miele appena raccolto dandoci coraggio e riattivando la nostra vitalità appassita e indebolita dai mali fisici. Uomo di profonda cultura e pioniere di nuove tecniche cardiologiche insegni con umiltà e illuminante genialità. Ti amiamo e dolcemente ci incamminiamo insieme verso i valori profondi della vita che rendono eterni il nostro passaggio in questa società.

Il Dispari 20190204

Il Dispari 20190204 – Redazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”: premiazione vincitori “Otto milioni” costituzione della “Cooperativa uniti si vince – CUSIV” Accolti dalla premurosa e cortese ospitalità di Riccardo Leonini, Presidente dell’Associazione “Sinergie Solidali”, lo scorso 27 gennaio, nella sede sociale dell’Associazione romana, DILA ha effettuata la cerimonia di premiazione dei vincitori delle cinque sezioni (musica, arti grafiche, giornalismo, narrativa, poesia) del premio internazionale “Otto milioni” edizione 2018. L’incontro culturale è stata presentato da Mariapia Ciaghi nella duplice veste di titolare della casa Editrice “Il Sextante” che ha stampata l’antologia “Una pagina, un’emozione” (nella quale sono state pubblicate tutte le opere finaliste del premio), e di Direttrice del magazine “Eudonna” ove è presente una rubrica del made in Ischia la cui redazione è affidata al sottoscritto. Caterina Guttadauro La Brasca, opinionista di questa pagina nonché vincitrice del premio di narrativa “Otto milioni” edizione 2018, insieme a Milena Petrarca, vincitrice del premio di arti grafiche “Otto milioni” edizione 2017 realizzatrice delle splendide decorazioni che hanno impreziosito le pergamene consegnate ai vincitori, hanno condotto l’incontro con tanta ma tanta simpatia e professionalità. Angela Maria Tiberi, presidente della sede operativa DILA del Lazio, purtroppo assente per motivi di salute, non ha fatto mancare la sua vicinanza inviando, tramite la vicepresidente Flora Rucco, un affettuoso messaggio rivolto a tutta l’organizzazione e a tutti i partecipanti all’evento. Silvana Lazzarino, Giuseppe Vultaggio, Dalila Boukhalfa, Josep Barcelò, Milena Petrarca, Mariapia Ciaghi e Felice Maria Corticchia hanno ritirato personalmente le pergamene loro assegnate.

L’elenco di tutti i premiati è già stato precedentemente pubblicato in questa pagina.

Oggi abbiamo il piacere di proporre in anteprima alcune immagini particolarmente evocative dell’incontro che si è dipanato attraverso personaggi provenienti non solo dall’Italia ma anche da altre nazioni bagnate dal mar Mediterraneo. Dalila Boukhalfa dall’Algeria, Manal Serry dall’Egitto, Joan Jos Josep Barcelò I Bauçà dalla Catalogna, più che un semplice saluto hanno scambiato simboli e sentimenti di amicizia e di collaborazione con tutti i premiati, con gli organizzatori e con tutti i delegati delle associazioni che seguono con interesse i progetti made in Ischia realizzati dalla nostra Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Costituzione della “Cooperativa uniti si vince – CUSIV”

L’incontro, iniziato nel primo pomeriggio, è proseguito fino a tarda sera in seguito all’effettuazione di una riunione atta a creare le premesse per la fondazione di una cooperativa di Associazioni legalmente costituite aventi come comune scopo statutario la realizzazione di attività di carattere artistico e/o culturale e/o sociale. Da tutti i delegati delle Associazione qui di seguito in elenco, all’unanimità, è stata messa a verbale l’intenzione comune di giungere all’obiettivo fissato attraverso alcuni passaggi che dovranno favorire la coesione e la collaborazione necessarie affinché CUSIV (questo è il nome che verrà dato alla “Cooperativa Uniti Si Vince”) nasca su basi solide di stima e di rispetto reciproco nel nome della pace, dell’arte, della cultura e della solidarietà sociale. Fermo restando che ogni Associazione sarà autonoma nel decidere se aderire o meno a tutti i futuri sviluppi che si articoleranno fino alla costituzione della Cooperativa, e stabilito che le eventuali richieste di adesione provenienti da altre realtà associative dovranno essere singolarmente valutate, la riunione si è conclusa affidando ad Angela Maria Tiberi e al sottoscritto il compito di creare un gruppo di lavoro che si attivi per concretizzare quanto prima le intese raggiunte. Hanno sottoscritto tale intesa i 31 delegati di: A.L.I.A.S. ACCADEMINA ITALIA AUSTRALIA SCRITTORI PRESIDENTE GIOVANNA GUZZARDI ACCADEMIA ARTE E CULTURA DI MICHELANGELO ANGRISANI ANCI LAZIO PRESIDENTE NICOLA MARINI ARCHEO CLUB DI SERMONETA PRESIDENTE SONIA TESTA ASSOCIAZIONE BEETHOVEN PRESIDENTE LUCA HOTI VICE PRESIDENTE ASSUNTA GNEO ASSOCIAZIONE CULTURALE DA ISCHIA L’ARTE – DILA PRESIDENTE ROBERTA PANIZZA ASSOCIAZIONE CULTURALE LATINA MUSICA CLASSICA DIRETTORE FRANCA POMIPILI ASSOCIAZIONE GABRIELE DE IULIS PRESIDENTE GABRIELE DE JULIS ASSOCIAZIONE IL CONVIVIO PRESIDENTE ANGELO MANITTA ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE ALTIRPINIA PRESIDENTE AUGUSTO VERDEROSA ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE LA PULCE LETTERARIA PRESIDENTE ANGELA DIBUONO ASSOCIAZIONE MAGGIO SERMONETANO PRESIDENTE MASSIMO GENTILE ASSOCIAZIONE MAGNA GRECIA LATINA NEW YORK PRESIDENTE MILENA PETRARCA ASSOCIAZIONE NEDIMEO PRESIDENTE LUIGI COSTANTINI ASSOCIAZIONE NUOVA IMMAGINE PRESIDENTE FRANCO BORRETTI ASSOCIAZIONE PF PRESIDENTE UGO DE ANGELIS BANCA MEDIOLANUM TOP GLOBAL FAMILY BANKER RENATO PALOMBI CASA EDITRICE IL SEXTANTE DI MARIAPIA CIAGHI CENACOLO ACCADEMICO EUROPEO POETI NELLA SOCIETA’ PRESIDENTE PASQUALE FRANCISCHETTI CIRCOLO IPLAC PRESIDENTE MARIA RIZZI CONSULTA DELLE DONNE COMUNE DI NORMA PRESIDENTE LIDANO LUCIANA F.I.D.A.P.A. PRESIDENTE MARIA CICCARELLI FEDERAZIONE ROM PRESIDENTE SANTINO SPINELLI FONDAZIONE FRANCESCO TERRONE PRESIDENTE FRANCESCO TERRONE FONDAZIONE INTERNAZIONALE SILVANA ARBIA PER I BAMBINI SOLDATO DEI GRANDI LAGHI AFRICANI GIORNALE QUOTIDIANO IL DISPARI DI GAETANO DI MEGLIO IBEDART PEACE PACE PRESIDENTE MANAL SERRY MAGAZINE EUDONNA DIRETTO DA MARIAPIA CIAGHI MUSEO DELLA MUSICA DIRETTORE CLAUDIO PARADISO MUSEO DELLA TERRA PONTINA DIRETTORE FRANCESCA FRANCESCONI NUOVO CENACOLO DELLA POESIA PRESIDENTE VINCENZO CACCAMO INFO: emmegiischia@gmail.com – Tel 3914830355 (tutti i giorni dalle ore 12 alle ore 23) Bruno Mancini Il Dispari 20190128 – Redazione culturale

LAMENTO DI UN CRISTIANO

Sig.r Ministro, sono Francesco Terrone, un ingegnere ma prima di tutto un lavoratore come tanta altra gente! Mi alzo la mattina di buon’ora e lavoro per 15 ore tentando di creare condizioni di benefici non solo per me e la mia famiglia, ma anche per i miei collaboratori e dipendenti. Sono un poeta: la poesia mi ribolle nel cuore come un magma fino a considerarla la mia ragione di vita e con i miei versi cerco di accarezzare il cuore della gente, di tutti quelli che sono più affranti dalla vita: bambini, anziani, poveri, donne e uomini abbandonati alla miseria. Sig.r Ministro, non sono un politico di appartenenza; non sono né di destra, né di sinistra, né mi sento piantato al centro! Sono un uomo che ama la politica nel suo senso più originale: arte che riguarda la polis, tecnica che attiene alla città, alla società. Ho delle idee e cerco di condividerle con gli altri. Da anni cerco di riscattare il mio Sud, la gente della mia terra e lo faccio con fatica ma determinazione perché non ho mai permesso e non consentirò mai che i miei conterranei possano essere considerati degli sfaticati o perditempo; la gente del Sud getta il sangue, ma ancora oggi non viene apprezzata! Sig.r Ministro, circa trent’anni fa ho subito una grave discriminazione da parte di un certo tipo di Nord, da parte di alcuni brianzoli senza dignità e rispetto verso il prossimo, fomentatori di odio e rabbia, distruttori di quei valori cristiani di cui la nostra cultura dovrebbe essere intessuta, di cui la nostra pelle dovrebbe essere imbevuta.

E invece no!

Un certo professore Miglio già allora cominciava a far serpeggiare quell’ideologia fatta propria e accentuata da Bossi che ha usato la bandiera italiana come strumento non di rispetto e dignità per la nostra amata Italia, ma come elemento per issare in alto principi e valori che speravo non potessero mai entrare a far parte del bagaglio sociale, culturale, valoriale di noi popolo italiano. E pensai bene di sottolineargli che la bandiera italiana in mani sue non doveva essere considerata un lurido gioco. La bandiera è la nostra identità e le 501 rose verdi, bianche e rosse che gli inviai, vollero essere un fine omaggio per gridargli il mio far parte dell’intera Italia, la mia appartenenza non in maniera chiusa e semplicemente patriottica, ma sempre con una apertura non solo verso tutti i cittadini italiani ma con uno spiraglio anche oltre i confini territoriali; gli volevo comunicare che le differenze, soprattutto all’interno di una nazione, non sono una ricchezza ma una inutile chiusura. Oltretutto già sapere che l’Italia è circondata per la gran parte dal mare, induce a pensare inevitabilmente ad un paese capace di grandi slanci, di importanti incontri, di un continuo approssimarsi di popoli e culture sempre dialoganti. Sig.r Ministro, il verde originale con cui da sempre si è colorato il suo partito, imbavagliato in colletti bianchi stretti da cravatte verdi, vorrebbe dare l’impressione che, negli ultimi tempi, abbia cambiato la sua natura, la sua primitiva originalità.

Niente affatto: la Lega è sempre la stessa!

Sig.r Ministro, non amo ingerenze da parte di prepotenti nazioni che vorrebbero padroneggiare nella nostra amata Italia ma non ho mai temuto la possibilità di aprire dialoghi anche con chi avrebbe la pretesa di voler entrare in Italia e fare i proprio comodi. La pluralità appartiene ad ogni essere dotato di intelligenza e solo dalla capacità di aprirsi al confronto è possibile crescere, capire, arricchirsi. Ed ecco perché, nel mio piccolo, sto lavorando ad un progetto di dialogo interreligioso e lo sto facendo tramite una nobile arte: la poesia. Sono autore di Meditationes De JesuChristi Passione A.D. MMXII-Via Crucis, le mie riflessioni sulla passione di Gesù Cristo la cui lettura sta avvicinando tutti, tutte le diverse religioni per capire quali sono le differenze che ci appartengono e, soprattutto, cosa ci rende uguali. Io sono vicino a tutti: a chi è ricco, a chi è povero, a chi soffre, a chi si dispera per vivere, a chi con la forza si arrampica alla vita; il mio cuore è sempre aperto anche verso chi, disperato, lascia la propria terra e spera di poter navigare in alto mare per giorni, mesi con la speranza sempre viva di poter approdare ad una costa che lo accolga. Soccorrere in mare, ricevere chi viene portato dal mare,è un dovere morale perché l’unica razza che io conosco è quella umana. Siamo un popolo di cristiani che ha dimenticato l’essenza della cristianità; siamo un popolo di cristiani che non ricorda più i valori di cui il Vangelo è impregnato; siamo un popolo di cristiani che in silenzio sta andando verso un baratro irreversibile; neppure alcuni autorevoli uomini di Chiesa sanno più cosa significa aprire il proprio cuore e la propria terra all’altro perdendosi dietro elucubrazioni teologiche. Siamo uomini capaci di coccolare e curare all’ennesima potenza gli animali fino ad umanizzarli, nutrendoli anche con cibi prodotti da chef pluristellati, ma paradossalmente siamo uomini incapaci di porgere la propria mano e donare aiuto all’essere umano che veramente ha bisogno.

Sig. Ministro, non perda un solo istante.

Accanto al tempo impiegato per ideare ed organizzare politiche di assistenza e di sviluppo per l’Italia egli italiani, si crei la possibilità e lo spinga la voglia di andare ad abbracciare quegli uomini anche dalla pelle nera ma col sangue sempre rosso. Potrebbero essere una ricchezza per il nostro paese che, pur possedendo bellezze, capacità creativa, comunicativa, di reazione,di saper usare belle parole di comodo, ha la pecca di non avere alcuna risorsa naturaleche possa creare sviluppo industriale ed economico. L’Africa, al contrario, pur essendo oggi un paese divorato dalle multinazionali e dai grandi padroni (anche paesi europei)che si arricchiscono sulla debolezza degli altri stati, potrebbe avere tutte le potenzialità di espansione perché è il loro territorio ad essere giacimento di risorse naturali (petrolio, oro, diamanti, carbone). Pertanto ritengo che il futuro del mondo, e questo già lo hanno capito i cinesi, sia l’Africa! Sig.r Ministro, lei che è il Ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio dia l’esempio; convinca il presidente Conte ad organizzare politiche di accoglienza, condivise dal resto d’Europa, per riuscire a far sì che questo prezioso dono che giunge dal mare possa diventare un patrimonio che possa fruttare, da cui far nascere possibilità di crescita, di costruire ponti e non barriere per evitare che, domani, gli stessi africani possano chiuderci la porta in faccia nel caso avessimo bisogno.

Sig.r Ministro, il Mediterraneo non ha bisogno di poliziotti, ma di mediatori, di chi sa costruire e non distruggere.

Ci è necessaria non la propaganda politica, ma una politica di tolleranza, collaborazione, di strategie economiche e sociali. Sig.r Ministro, io sono un cittadino, mi presto alla filosofia ma uso i numeri per lavorare mantenendo certa la necessità di far quadrare i conti e sono sicuro che con i giusti calcoli e le adeguate analisi si trovi sempre la migliore soluzione. Sig.r ministro, spero che le mie parole possano raggiungere la sua sensibilità quanto meno per sperare di far nascere in lei la volontà di fermarsi e cominciare a riflettere.

SOFFIO

Nasciamo con un respiro e moriamo con un sospiro. Vento forte, che riempi la mia vita, fa in modo di colmare il mio cuore di Via, Verità e Vita tanto da poter aiutare chi ha fame, chi soffre e chi muore in galere prive di luce 30 gennaio 2019

Francesco Terrone Ordine dei giornalisti della Campania

 

Il Dispari 20190128

Il Dispari 20190128 – Redazione culturale

Editoriale

Due capitoli iniziali del mio racconto “Così fu” tratto dalla raccolta “Per Aurora volume quinto”.

PARTE 1 – Capitolo 1

Ieri. Soltanto ieri. Finalmente, ho carpito dalle grinfie avide dei mercenari acquattati in ogni dove al soldo d’invadenti multinazionali, i tempi ed i modi per una voluta prigionia, ed ho serrato le porte nell’attesa di muovermi verso i luoghi delle mie origini. Metaforicamente, praticamente, completamente. L’assalto continuo, attraverso proposte indicanti modi d’essere adeguati agli inutili prodotti che i padroni universali del commercio e dei servizi inviano a pioggia di grappoli dai contorni impalpabili come foschia estiva di primo mattino, assume virulenze epidemiche una volta giunto a contatto con le blande aspirazioni di tranquillità e di serena assuefazione al ritmo quotidiano proprie di esistenze vissute senza sprechi e prive di inutili orpelli. Semplici, essenziali, autonome. Le menzogne ballerine, create ad immagine di lusinghe dai loro maghi prezzolati, saltellano allegramente ben oltre ogni perdonabile entusiasmo, frattanto che abbattono ostacoli a forma di evanescenti birilli ed ideologie di carta straccia, male, o per niente, supportate da nervose manovre atte a ripristinare condivisibili pretese di libertà individuali. Senza ritrosie, in ragione della forza amorale ricevuta dalle loro strutture interdipendenti, superano, con vigliacca disinvoltura gli specifici spessori delle singole vite incontrate lungo le vie che percorrono. Ne deriva una complessa organizzazione della socialità immemore dei suoi stessi scopi istitutivi. Mentre srotola piacevolezze esistenziali frammiste ad essenziali bisogni cognitivi ed impellenti necessità comunicative, essa, la falsa dignità universale – quella degli uomini invisibili oltre le cortine delle organizzazioni finanziarie, quella degli innominabili padroni del vizio e della schiavitù dei deboli, quella dei tizi in doppio petto sproloquianti in pubblico senza cuori brucianti all’interno del torace per giustizia ed uguaglianza, quella di tutti gli uomini animali da sé stessi assurti a mortificanti auto glorificazioni, quella dei nuovi Dei, meschini e blasfemi – essa la falsa dignità universale accaparra, tutto intero, senza pentimenti, l’indivisibile legame tra le vite ed i singoli uomini. Non ero convinto che fosse sufficiente, ma limitare il raggio di azione dei miei giorni futuri nel perimetro, orto compreso, di una vecchia casa colonica, mi era apparso il sistema più agevole per tentare la metempsicosi spirituale che intendevo costruire tra il mio passato ed il mio futuro.

PARTE 1 – Capitolo 2

Ieri. Soltanto ieri è stato il mio presente. «Va bene, ci sarò». Così risposi all’invito del Notaio Tramontore che si era premurato di notiziarmi del giorno e dell’ora in cui avrebbe dato lettura di un lascito in cui, a suo dire, io ero annoverato tra i beneficiari. Ricordo bene, fu lo scorso venerdì pomeriggio alle undici di mattina e per la ressa delle incombenze del fine settimana non tentai neppure di proseguire il colloquio chiedendogli da parte di chi provenisse il bene o informandomi di quale natura fosse il dono. «Va bene, ci sarò.» Appuntamento per il mercoledì successivo – ieri -, alle 18,30 in via Nuova Cartaromana ad Ischia. Lasciai l’appunto a Geltrude, smisi di pensarci e ripresi a sublimarmi ai confini dei sermoni laici, e ad impegnarmi per rendere ragionevoli gli eccessi comportamentali di frotte di miei assistiti, in parte piagnucolanti, urlanti, irritati per non gradire improvvise o temute truffe economiche provenienti da loro clienti – fornitori – enti – amici e personaggi comunque orbitanti intorno agli affari di cui si occupavano, ed in parte, questa ultima di gran lunga, maggioritaria, composta da storici frequentatori sollazzanti in ragione dei buon esiti previsti per le rivendicazioni che avevano affidato alla professionalità del mio studio legale. Certo idealizzavo, ma senza smettere, con intensità e concretezze molteplici e dissomiglianti, in momenti differenti dei giorni che seguirono, di volere il mio tempo e di dubitare. “E se non fosse questo?” mi chiedevo dapprima, e poi proseguivo traendone valutazioni simili a: “Dovrei scorrere le clessidre ateniesi romane egiziane cretesi micenee etrusche cinesi spartane. Babilonesi. L’America dei guappi dal pugno di ferro. L’Europa dei sudditi del pozzo pieno. Le folle africane prive dei nostri rimedi, ma vittime delle nostre opulenze. Arabi affaticati dal rispetto per gli insegnamenti scritti nei versetti dei loro libri sacri e dalla concomitante caccia agli infedeli.” Oppure continuando amareggiato: “Non è questo il mio mondo. Questo è solo un mondo di pazzi che impone, sottomette ed infine costringe falde enormi dell’umanità a scannarsi – dovrebbe essere incredibile – non solo per la necessaria sopravvivenza proveniente da un tozzo di pane, non solo per il superfluo benessere ottenibile da un litro di petrolio, ma finanche, anzi con maggiore cruenza, nella guerra senza regole battagliata per accumulare patrimoni che nessuno riuscirebbe mai a godere neppure in infinitesima parte (tante ville, tanti soldi, tanto tutto) da vivo o da morto su questa terra. Se non fossimo folli, useremmo i poteri per altri obiettivi. I neri valgono come i bianchi ed i bianchi valgono come i neri è un’affermazione quasi accettata, anche a prezzo di dolorosi stoici sacrifici ed amare sconfitte, da tutti i neri e da tutti i bianchi, ma non si ottiene lo stesso consenso se si afferma che i ricchi e i figli dei ricchi hanno gli stessi diritti dei poveri e dei figli dei poveri.” E quasi sempre concludendo con certezze e domande di arrendevole impotenza: ”Occorreranno nuovi secoli e nuove religioni e nuovi eroi. Se neppure in chimerica lontananza si avvista il freno capace di modificare le penose situazioni di disuguaglianze sociali, economiche e culturali che ci pervadono impregnando di egoismi i nostri atti, e se non è stata ancora assolutamente scalfita da moltitudini ribelli neanche l’apparentemente non eludibile «globalizzazione» – malvagia nelle intenzioni e perversa nei risultati-, fino a quando i Caino continueranno ad uccidere gli Abele?” Bruno Mancini Copertina morbida, 109 Pagine Prezzo € 11,06 (IVA esclusa). Stampa in 3-5 giorni feriali – ISBN 9781409281849 – Copyright Bruno Mancini (Licenza di copyright standard). Editore Bruno Mancini Pubblicato il 25 ottobre 2011 Pagine 109 Rilegatura Copertina morbida con rilegatura termica

http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-quinto/paperback/product-4636773.html

 

Adriana Iftimie Ceroli.

Dalla sua raccolta inedita “Cantico del cigno”, pubblichiamo in anteprima esclusiva la poesia: Amante   Non tocco il pullulare pagano trasudando di sventure tra pensiero e realtà, tra barlumi che vacillano nel vuoto esistenziale. Io sono ai margini dei reati amorosi, esiliata dai sognatori che vorrebbero spiarmi, buffoni! Andate a fare i giullari, questo è il mio indugio, toglietemi di dosso ogni inciucio della comune volgarità!

DILA

Il Dispari 20190128 – Redazione culturale

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Il Dispari 20190128 – Redazione culturale

Il Dispari 20190128

Il Dispari 20190128 – Redazione culturale

Editoriale

Due capitoli iniziali del mio racconto “Così fu” tratto dalla raccolta “Per Aurora volume quinto”.

PARTE 1 – Capitolo 1

Ieri. Soltanto ieri. Finalmente, ho carpito dalle grinfie avide dei mercenari acquattati in ogni dove al soldo d’invadenti multinazionali, i tempi ed i modi per una voluta prigionia, ed ho serrato le porte nell’attesa di muovermi verso i luoghi delle mie origini. Metaforicamente, praticamente, completamente. L’assalto continuo, attraverso proposte indicanti modi d’essere adeguati agli inutili prodotti che i padroni universali del commercio e dei servizi inviano a pioggia di grappoli dai contorni impalpabili come foschia estiva di primo mattino, assume virulenze epidemiche una volta giunto a contatto con le blande aspirazioni di tranquillità e di serena assuefazione al ritmo quotidiano proprie di esistenze vissute senza sprechi e prive di inutili orpelli. Semplici, essenziali, autonome. Le menzogne ballerine, create ad immagine di lusinghe dai loro maghi prezzolati, saltellano allegramente ben oltre ogni perdonabile entusiasmo, frattanto che abbattono ostacoli a forma di evanescenti birilli ed ideologie di carta straccia, male, o per niente, supportate da nervose manovre atte a ripristinare condivisibili pretese di libertà individuali. Senza ritrosie, in ragione della forza amorale ricevuta dalle loro strutture interdipendenti, superano, con vigliacca disinvoltura gli specifici spessori delle singole vite incontrate lungo le vie che percorrono. Ne deriva una complessa organizzazione della socialità immemore dei suoi stessi scopi istitutivi. Mentre srotola piacevolezze esistenziali frammiste ad essenziali bisogni cognitivi ed impellenti necessità comunicative, essa, la falsa dignità universale – quella degli uomini invisibili oltre le cortine delle organizzazioni finanziarie, quella degli innominabili padroni del vizio e della schiavitù dei deboli, quella dei tizi in doppio petto sproloquianti in pubblico senza cuori brucianti all’interno del torace per giustizia ed uguaglianza, quella di tutti gli uomini animali da sé stessi assurti a mortificanti auto glorificazioni, quella dei nuovi Dei, meschini e blasfemi – essa la falsa dignità universale accaparra, tutto intero, senza pentimenti, l’indivisibile legame tra le vite ed i singoli uomini. Non ero convinto che fosse sufficiente, ma limitare il raggio di azione dei miei giorni futuri nel perimetro, orto compreso, di una vecchia casa colonica, mi era apparso il sistema più agevole per tentare la metempsicosi spirituale che intendevo costruire tra il mio passato ed il mio futuro.

PARTE 1 – Capitolo 2

Ieri. Soltanto ieri è stato il mio presente. «Va bene, ci sarò». Così risposi all’invito del Notaio Tramontore che si era premurato di notiziarmi del giorno e dell’ora in cui avrebbe dato lettura di un lascito in cui, a suo dire, io ero annoverato tra i beneficiari. Ricordo bene, fu lo scorso venerdì pomeriggio alle undici di mattina e per la ressa delle incombenze del fine settimana non tentai neppure di proseguire il colloquio chiedendogli da parte di chi provenisse il bene o informandomi di quale natura fosse il dono. «Va bene, ci sarò.» Appuntamento per il mercoledì successivo – ieri -, alle 18,30 in via Nuova Cartaromana ad Ischia. Lasciai l’appunto a Geltrude, smisi di pensarci e ripresi a sublimarmi ai confini dei sermoni laici, e ad impegnarmi per rendere ragionevoli gli eccessi comportamentali di frotte di miei assistiti, in parte piagnucolanti, urlanti, irritati per non gradire improvvise o temute truffe economiche provenienti da loro clienti – fornitori – enti – amici e personaggi comunque orbitanti intorno agli affari di cui si occupavano, ed in parte, questa ultima di gran lunga, maggioritaria, composta da storici frequentatori sollazzanti in ragione dei buon esiti previsti per le rivendicazioni che avevano affidato alla professionalità del mio studio legale. Certo idealizzavo, ma senza smettere, con intensità e concretezze molteplici e dissomiglianti, in momenti differenti dei giorni che seguirono, di volere il mio tempo e di dubitare. “E se non fosse questo?” mi chiedevo dapprima, e poi proseguivo traendone valutazioni simili a: “Dovrei scorrere le clessidre ateniesi romane egiziane cretesi micenee etrusche cinesi spartane. Babilonesi. L’America dei guappi dal pugno di ferro. L’Europa dei sudditi del pozzo pieno. Le folle africane prive dei nostri rimedi, ma vittime delle nostre opulenze. Arabi affaticati dal rispetto per gli insegnamenti scritti nei versetti dei loro libri sacri e dalla concomitante caccia agli infedeli.” Oppure continuando amareggiato: “Non è questo il mio mondo. Questo è solo un mondo di pazzi che impone, sottomette ed infine costringe falde enormi dell’umanità a scannarsi – dovrebbe essere incredibile – non solo per la necessaria sopravvivenza proveniente da un tozzo di pane, non solo per il superfluo benessere ottenibile da un litro di petrolio, ma finanche, anzi con maggiore cruenza, nella guerra senza regole battagliata per accumulare patrimoni che nessuno riuscirebbe mai a godere neppure in infinitesima parte (tante ville, tanti soldi, tanto tutto) da vivo o da morto su questa terra. Se non fossimo folli, useremmo i poteri per altri obiettivi. I neri valgono come i bianchi ed i bianchi valgono come i neri è un’affermazione quasi accettata, anche a prezzo di dolorosi stoici sacrifici ed amare sconfitte, da tutti i neri e da tutti i bianchi, ma non si ottiene lo stesso consenso se si afferma che i ricchi e i figli dei ricchi hanno gli stessi diritti dei poveri e dei figli dei poveri.” E quasi sempre concludendo con certezze e domande di arrendevole impotenza: ”Occorreranno nuovi secoli e nuove religioni e nuovi eroi. Se neppure in chimerica lontananza si avvista il freno capace di modificare le penose situazioni di disuguaglianze sociali, economiche e culturali che ci pervadono impregnando di egoismi i nostri atti, e se non è stata ancora assolutamente scalfita da moltitudini ribelli neanche l’apparentemente non eludibile «globalizzazione» – malvagia nelle intenzioni e perversa nei risultati-, fino a quando i Caino continueranno ad uccidere gli Abele?” Bruno Mancini Copertina morbida, 109 Pagine Prezzo € 11,06 (IVA esclusa). Stampa in 3-5 giorni feriali – ISBN 9781409281849 – Copyright Bruno Mancini (Licenza di copyright standard). Editore Bruno Mancini Pubblicato il 25 ottobre 2011 Pagine 109 Rilegatura Copertina morbida con rilegatura termica

http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-quinto/paperback/product-4636773.html

 

Adriana Iftimie Ceroli.

Dalla sua raccolta inedita “Cantico del cigno”, pubblichiamo in anteprima esclusiva la poesia:

Amante

 

Non tocco il pullulare pagano

trasudando di sventure

tra pensiero e realtà,

tra barlumi che vacillano

nel vuoto esistenziale.

Io sono ai margini

dei reati amorosi,

esiliata dai sognatori

che vorrebbero spiarmi,

buffoni!

Andate a fare i giullari,

questo è il mio indugio,

toglietemi di dosso ogni inciucio

della comune volgarità!

Editoriale

Il Dispari 20190121

DILA – Il Sextante – Il Dispari – Sinergie Solidali – Eudonna insieme a Roma per la cerimonia di consegna dei premi “Otto milioni” 2018 assegnati durante il #BCM18.

Domenica 27 gennaio 2019, alle ore 16.00, a Roma nella sede sociale dell’Associazione culturale Sinergie Solidali (Via Volsini 27) in un pomeriggio di scambi culturali, si terrà la cerimonia di consegna delle pergamene (impreziosite dall’arte grafica di Milena Petrarca vincitrice del premio “Otto milioni” edizione 2017), a tutti i vincitori dei Premi “Otto milioni” 2018 (poesia, arti grafiche, musica, letteratura, giornalismo) i cui nomi sono stati già comunicati nell’Aula Magna della SIAM di Milano durante l’evento del 17 novembre inserito nel cartellone del #BCM18 Bookcity e sono già stati pubblicati in questa pagina nel numero del 19 novembre 2018.

L’anfitrione sarà Mariapia Ciaghi, editrice di “Il Sextante” e del magazine Eudonna.

Sarà presente una folta delegazione dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Diverse Associazioni culturali invieranno loro rappresentanti.

Caterina Guttadauro La Brasca sarà portavoce di un’iniziativa atta a coinvolgere positivamente ed a livello internazionale, sia L’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” sia anche tutte le altre associazioni che vorranno aderire alla proposta.

Il grande poeta catalano Joan Jos Josep Barcelò I Bauçàsarà ospite d’onore.

Il quotidiano “Il Dispari” sarà la testata di riferimento di tutti i servizi giornalistici, mediatici e audiovisivi.

Seguirà un’apericena d’autore alla quale si potrà partecipare previa prenotazione.

INFO: emmegiischia@gmail.com – tel. 3914830355 tutti i giorni dalle 14 alle 23.

TWITTERONE

 

DILA, IL SEXTANTE, Il DISPARI, EUDONNA

in primavera nel Salotto di Carla Pantano a Roma

Nel salotto di Carla Pantano, in via dei Chiavari a Roma, sabato 26 gennaio alle 18 si celebrerà la fine dell’anno rossiniano con le sei opere dedicate al grande compositore, dell’artista Paolo Iantaffi, già esposte nello spazio Wegil l’ottobre scorso in occasione del concerto dell’orchestra mandolinistica romana.

Questa volta, a commemorare l’anniversario sarà la piccola Orchestra Soleado diretta dal Prof. Carotti.

Oltre alle sei opere dedicate a G. Rossini, Paolo Iantaffi esporrà una decina di quadri dove, insieme alla tecnica raffinata, si potranno apprezzare la sapienza anatomica e l’intensa poesia che contraddistingono le opere di questo grande artista.

La location, il cui toponimo deriva dai fabbricanti di chiavi e serrature, i quali, dopo aver abbandonato l’odierna via Agonale (allora denominata via dei Chiavari), si stabilirono in questa zona, ė stata scelta da Il Sextante per girare prossimamente il trailer di un cortometraggio che sarà presentato in Spagna a fine febbraio e di cui vi riveleremo il titolo solo a fine riprese.

In primavera, il salotto di Carla ospiterà alcuni reading di poesia ed eventi artistici di vario genere, organizzati in stretta collaborazione con l’associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA (saranno coinvolte tutte le sedi operative presenti in Italia e all’estero), la Casa editrice “Il Sextante” di Mariapia Ciaghi, la redazione culturale del quotidiano “Il Dispari” diretto da Gaetano Di Meglio, il magazine trimestrale “Eudonna” e tutte le associazioni che vorranno aderire al progetto che verrà illustrato nei prossimi giorni.

Eudonna: Lucia Annicelli – Maria Funiciello – Gaetano Di Meglio – Adriana Iftimie Ceroli

Il magazine trimestrale Eudonna, diretto da Mariapia Ciaghi, è in edicola (a Ischia c/o la rivendita di giornali della Piazzetta San Girolamo).

In questo numero, nella rubrica “Eccellenze femminili ischitane”, la cui redazione è affidata all’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, potrete trovare un interessante articolo scritto da Roberta Panizza (Presidente DILA) che illustra le eccezionali scoperte relative alla storia della Massoneria dovute al ritrovamento di un manoscritto rinvenuto da Lucia Annicelli, eccellente Direttrice della Biblioteca comunale Antoniana della Città di Ischia.

Oltre all’analisi del testo che Lucia Annicelli ha pubblicato nel volume “Il Codice Massonico di Ischia” (prefazione di Elvira Chiosi; postafazione di Ruggiero Ferrara di Castiglione; stamperia del Valentino), Roberta Panizza completa l’articolo con una breve intervista all’autrice. Inoltre, l’articolo di Roberta Panizza pone in bella evidenza, oltre ai meriti di Lucia Annicelli anche quelli di Maria Funiciello (un’altra “eccellenza femminile ischitana”) e il contributo positivo riconosciuto a questa testata giornalistica diretta da Gaetano Di Meglio, in quanto Panizza scrive: “Un’altra donna però è coinvolta in questa importante scoperta perché, se fondamentali sono la professionalità e il tempo di chi effettua ricerche e approfondimenti, è ugualmente molto importante che i frutti di tali lavori vengano presi in considerazione e divulgati dagli organi di informazione perché il maggior numero di persone ne venga a conoscenza.

A questo ci ha pensato Maria Funiciello, donna dai molteplici interessi e attività: informatica, fotografia, giornalismo, scrittura, insegnamento, solo per cintarne alcuni che ha subito compreso l’importanza di quanto emerso dalle ricerche della Annicelli e tramite un’articolo-intervista, pubblicato dal quotidiano “Il Dispari” di Gaetano Di Meglio distribuito sull’isola verde, ci ha fatto conoscere i passaggi che hanno condotto al ritrovamento di un importante manoscritto che ci introduce ai primi passi della massoneria speculativa in Italia.”

A completamento dell’informazione relativa all’attività culturale proposta dalla nostra DILA nella rivista Eudonna attualmente in distribuzione, c’è da dire che vi abbiamo pubblicato anche un articolo a firma di Pietrangelo Buttafuoco relativo alla poetica e alla vita artistica di Adriana Iftimie Ceroli, la quale, per chi non lo sapesse, è stata designata, già da alcuni mesi, come valida collaboratrice di questa pagina culturale ottenendo in affidamento dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” un rubrica dedicata alla sua poesia.

Bruno Mancini

Il Dispari 20190114 – Redazione culturale

Il Dispari 20190114

Il Dispari 20190114 – Redazione culturale

Joan Josep Barcelò I Bauçà: quando la Poesia serve a ridisegnare la Vita.

Il Poeta si racconta a Caterina Guttadauro La Brasca in esclusiva per DILA – Redazione culturale “Il Dispari”

Joan Josep Barceló i Bauçà è nato nel 1953 a Palma di Maiorca. Ha compiuto studi umanistici e scientifici presso le Università di Barcellona, Isole Baleari, Madrid e Londra. È autore di numerosi libri di poesia in lingua catalana. Nella sua carriera letteraria ha ricevuto tantissimi premi Sviluppa uno stile letterario caratterizzato dal surrealismo e dall’astrazione, con riferimenti a un mondo onirico, mitico e filosofico, alla ricerca di un nuovo concetto di poesia nel quadro attuale.

D:- Cos’è per lei la Poesia?

R:- “È il linguaggio che può dire tutto in poche parole. La carne, la pelle, l’acqua, il vento, l’aria, il tempo e lo spazio sono per me una grande metafora. Andando e venendo, sono sempre diversi, sono sempre gli stessi, hanno un movimento misterioso e affascinante, dobbiamo avere gli occhi ben aperti, sempre pronti a sorprenderci. Il poeta osserva questo ciclo inesorabile di nascita-morte-rinascita, noi siamo nel tempo. Siamo più di un’esperienza ordinaria.La poesia deve essere un pugno nello stomaco o un bacio in bocca. Il poeta dà vita a una nuova semantica di ogni termine, e può ricoprire e scatenare un processo di consapevolezza, un desiderio di cambiamento, una reazione alla cecità e quindi influenzare la visione del mondo e degli ideali, aprendo la strada a nuovi stati d’animo, convinzioni, valori e sentimenti.”

D:- La Poesia è espressione dei popoli. In un momento storico difficile come quello che viviamo, la Cultura è contaminata anch’essa o no?

R:- “Forse. Noi viviamo in un mondo cieco, sembra che ogni giorno ci siano più persone cieche, dobbiamo fuggire da questo mondo e da coloro che non lo vedono. La ricerca della libertà deve essere un ideale e deve riempire la vita. Coloro che non li vedono perché indossano una maschera, si limitano a ingannare se stessi.Mentire è sempre sbagliato e gli umani mentono spesso. Molti hanno fatto della menzogna un modo di agire per ottenere quello che vogliono. Mentire non è una buona compagnia, distorce la realtà e alla fine ti rende fittizio e ti relega in un mondo isolato.”

D:- Lei o meglio la sua Poesia è conosciuta molto anche in Italia, dove è stato super premiato. Perché il panorama poetico italiano si incontra felicemente con il suo modo di fare Poesia?

R:- “Nella poesia italiana mi sento molto bene, non dobbiamo dimenticare che questa lingua è stata quella che ha avviato una serie di cambiamenti nella letteratura, che in seguito hanno influenzato le altre letterature europee. L’Italia è stata un luogo idilliaco per i poeti stranieri che sono stati in grado di sviluppare le loro idee in un altro modo, diverso da quello d’origine. Essi sono stati accolti e accettati come parte integrante della loro cultura.Ho sempre avuto la chiarezza, volevo fare delle poesie che parlassero in un senso molto ampio, che fossero l’espressione di ciò che sentiamo nel nostro corpo, ma legato alla parte più profonda dell’essere. Non è una poesia che definisce solo la carnalità, ma anche la spiritualità. La trilogia “carne cruda”, “de sang / di sangue” e “grembo” sono una raccolta di poesie dedicate al corpo nel senso di forza che unisce, per raggiungere una gioia massima, per far sentire vivi. L’amore è tutto. L’Italia è il paese dell’amore eterno.”

D:- Le poesie di “de sang / di sangue” vogliono ferire il cuore, perché?

R:- “È semplicemente una visione poetica della vita, il risultato dell’osservazione e dell’analisi delle persone, delle cose e dell’ambiente. Queste poesie nascono dalla necessità di parlare con l’insondabile, diventando personaggi reali per gli esseri lontani, facendo da tramite per rendere una distanza più tollerabile. Penso che la poesia sia un bisogno di trasferire pensieri, esperienze, emozioni, derivante da un’osservazione continua e da un riflesso, giorno dopo giorno.Penso che l’anima e il corpo siano gli stessi, non possono essere separati. L’anima e il corpo cambiano solo di stato e dimensione, rappresentano il visibile e l’invisibile, qua e là, prima e dopo. Queste variabili, essendo la stessa cosa sono, una dualità unificata.”

D:- Per comunicare la sua interiorità lei fa un percorso controcorrente e innovativo. Da dove nasce questa esigenza?

R:- “È un atto di fede. Devi credere nelle cose e nei sogni. Ma i sogni sono sogni, dobbiamo farli diventare realtà. Abbiamo tutti un passato pieno di sogni che non sono mai stati realizzati. Il tempo determina in che misura possono diventare realtà, è una lotta costante con noi stessi e il tempo. Il modus vivendi di ognuno di noi è fondamentale per vivere o sognare. La mia poesia nasce da un mondo interiore in costante contatto con il mondo esterno, è una ricerca di concetti comunicativi che possono essere poco conosciuti nel campo poetico, ma penso che abbiano molto a fare con un nuovo modo di dire le cose.La fisica quantistica entra in profondità in una dimensione di tempo e spazio; decidiamo il momento, lo strutturiamo in un ricordo che è la nostra identità, l’unicità della nostra vita, così come quella degli altri, è trascendentale. La poesia è stata la lingua del passato ed è anche la lingua del futuro.All’interno del surrealismo, che esiste nelle mie poesie, c’è una battaglia costante tra due mondi, quello dei vincitori e quello dei vinti. La stessa vita è una guerra quotidiana, vinciamo o perdiamo, ma dobbiamo lottare per vincere. Devi scrivere ogni giorno basandoti sulle cose che succedono intorno a te. Le poesie si basano sulla parola come strumento che consente di comunicare con gli altri.”

D:- Lei inizia facendo uso delle forze quali l’acqua, il sangue, il vento che sembrano mezzi che stravolgono la normalità, si vestono però di poesia e portano il lettore ad analizzarsi, ad entrare nelle sensazioni sue più profonde. E’ questo il suo intento?

R:- “I poeti hanno il loro modo di capire la vita, un poeta rende la vita un’eterna poesia. Le parole costruiscono la realtà in cui, nel bene e nel male, viviamo, sono strumenti per combattere, godere, sognare. La poesia è vita ed è un caleidoscopio d’immagini in costante movimento, è una passione, una ricerca di chiarezza e precisione concettuale. La sfida è cercare di costruire il proprio vocabolario, fusione, accuratezza e densità. L’aspetto polisemico del testo poetico si riflette attraverso la poesia, le domande e i problemi del mondo e diventa un punto di riferimento, uno stimolo per imparare.Forse c’è una parte dell’esistenzialismo e una parte della metafisica nella mia poesia, ma mi considero anche surreale e astratto. La mia poesia cerca di suonare più volte e con più spazi contemporaneamente, essa è un doppio concetto di cose. Tutte le cose e concetti come acqua, sangue, vento, aria, sono elementi che vediamo ogni giorno, e il corpo è impregnato di loro. Quando la mia poesia parla di tutto questo, cerco di fare capire che siamo pezzi di un mondo molto vasto da cui non possiamo sfuggire.”

D:- Anche linguisticamente c’è una commistione tra il catalano e l’italiano. Questo va visto come un trait d’union o al contrario voler mantenere la propria identità?

R:- “Le lingue sono il modo di esprimersi, hanno punti in comune e punti che li differenziano, ma i contenuti poetici sono sempre gli stessi, non hanno confini. Sia l’italiano che il catalano sono lingue latine, sono figlie della stessa madre, questo lascia indubbiamente molte somiglianze in entrambe le lingue. Se parliamo d’identità, preferisco essere un poeta senza confini, sono semplicemente interessato più al contenuto che al continente. Certamente la mia lingua madre è il catalano, dove mi trovo molto identificato con la cultura che lo definisce, il catalano è una lingua viva nel popolo, è dinamica e attiva e ha dato un contributo, per mezzo di molti autori, alla cultura europea. L’italiano, d’altra parte, è anche una grande lingua, fondamentale nella cultura di tutti i tempi. Come ho detto prima, non è necessario identificarsi in una lingua specifica, c’è la possibilità di essere dualistici, di essere in grado di mostrare diversi volti, fatto arricchente, poiché collega le culture e amplifica il linguaggio poetico. Quindi, sono un poeta identificato con la cultura catalana, ma sono anche molto impregnato della cultura italiana, e i due insieme danno una poesia più vivace.”

D:- La sua Poesia non è di facile apprensione, ci suggerisca quale approccio deve avere il lettore con essa per non stravolgerne il significato.

R:- “Senza dubbio, tutti comprendono l’amore. Senza amore non c’è vita o felicità. La scelta della vita è l’energia e la forza che muove le persone. Libertà, sincerità e umiltà, amicizia e amore, il futuro. Se dobbiamo prendere i nostri occhi, per vedere nell’oscurità, per trovare il percorso della luce, dobbiamo farlo. Dobbiamo evitare la mediocrità e le bugie. Se la poesia è un linguaggio del futuro, possiamo vedere molte cose che ora sembriamo impossibili, ma i tempi cambieranno, emergeranno nuove idee e progressi, i concetti che ora sono normali scompariranno, entreremo in una nuova era. La poesia non può essere lasciata fuori da questi progressi, deve trovare il modo di continuare a essere un riferimento, come è sempre stato. Penso che sia il ritorno a uno stato iniziale, non una fine, poiché la vita è uno stadio del tempo eterno. Gli eventi che costituiscono la vita non possono mai riempire la richiesta di significato, perché sono molteplici nelle forme e tempi, diversi nella forma e nelle relazioni, irriducibili nella singola unità. Questa mancanza di unità richiede un significato più complesso, forse una risposta nella dimensione di una voce che cerca i limiti di una poesia più quantistica.È molto importante conoscere noi stessi, così puoi sapere cosa siamo capaci di fare o non fare, l’ignoranza rende le persone deboli. Abbiamo tutti una capacità di penetrazione emotiva e persuasione, che presuppone il dare valore alla parola, mostrare la realtà.” Dal disordine, quindi, si arriva all’ordine: dal particolare all’interezza, dall’esterno all’interno, dal rumore, dal frastuono dei sensi alla pace dell’anima, dalla violenza cruda delle parole all’attimo di tenerezza. Un percorso particolare che per chi l’affronta con la curiosità e l’attenzione che merita, spiega come sia possibile arrivare alla pura Poesia anche percorrendo strade apparentemente opposte e lontane ma, invece necessarie alla Poesia per condurre all’unione, come dice Lei, tra le varie sfere che formano l’individuo.

Ringraziamo l’amico Barcelò e concludiamo con una considerazione davvero consolatoria.

In un tempo in cui impera lo scontro, la violenza e l’assenza di rispetto talvolta anche intellettuale, ci piace aver accolto nel nostro mondo letterario un Poeta Catalano, portatore di spunti, riflessi, metodi che possono trovare una fusione culturale che, come dice Jean Rostand:“Noi tutti siamo formati della stessa polvere cromosomica, nessuno di noi ne possiede un solo granello che possa rivendicare come suo. È il nostro insieme che ci appartiene e ci fa nostri: noi siamo un mosaico originale di elementi banali”.Caterina Guttadauro La Brasca

Caterina Guttadauro La Brasca

 

DILA

AGENPARL lancia nel mondo l’evento DILA “Otto milioni”

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AGENPARL lancia nel mondo l’evento DILA cerimonia premiazione “Otto milioni”

AGENPARL 22 Gennaio 2019

https://agenparl.eu/roma-premiazione-concorso-otto-milioni/

(AGENPARL) – mar 22 gennaio 2019 – Domenica 27 gennaio 2019, alle ore 16.00, a Roma nella sede sociale dell’Associazione culturale Sinergie Solidali (Via Volsini 27)

in un pomeriggio di scambi culturali, si terrà la cerimonia di consegna delle pergamene (impreziosite dall’arte grafica di Milena Petrarca

vincitrice del premio “Otto milioni” edizione 2017),

a tutti i vincitori dei Premi “Otto milioni” 2018 (poesia, arti grafiche, musica, letteratura, giornalismo) i cui nomi sono stati già comunicati nell’Aula Magna della SIAM di Milano durante l’evento del 17 novembre inserito nel cartellone del #BCM18 Bookcity

e sono già stati pubblicati in questa pagina nel numero del 19 novembre 2018.

L’anfitrione sarà Mariapia Ciaghi,

editrice di “Il Sextante”

e del magazine Eudonna.

Sarà presente una folta delegazione dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Caterina Guttadauro La Brasca

sarà portavoce di un’iniziativa atta a coinvolgere positivamente ed a livello internazionale, sia L’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” sia anche tutte le altre associazioni che vorranno aderire alla proposta.

Il grande poeta catalano Joan Josep Barcelò I Bauçà

sarà ospite d’onore.

Il quotidiano “Il Dispari”

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sarà la testata di riferimento di tutti i servizi giornalistici, mediatici e audiovisivi.

AGENPARL lancia nel mondo l'evento DILA "Otto milioni"

Bruno Mancini

AgenParl, contrazione di Agenzia parlamentare per l’informazione politica ed economica, è il nome di un’agenzia di stampa parlamentare in Italia, le cui notizie vengono diffuse in tutto il mondo.

L’agenzia ha operato per decenni per enti parlamentari italian anche attraverso una convenzione del 2005 per servizi televisivi di carattere divulgativo inerenti le attività delle Commissioni parlamentari.

Ha erogato inoltre servizi di comunicazione istituzionale a enti regionali.

AGENPARL lancia nel mondo l'evento DILA "Otto milioni"

Cerimonia premiazione “Otto milioni” 2018

Cerimonia premiazione

vincitori, partecipanti e collaboratori
delle cinque sezioni
(arti grafiche, poesia, giornalismo, letteratura, musica)

del Premio internazionale
“Otto milioni” edizione 2018.

Saranno premiati con pergamene “Otto milioni”

Arti grafiche


Quinto posto Ismail Akinc
Quarto posto Ravishankar Roy
Terzo posto Osama Salama
Secondo posto Victor Rocha
Primo posto Liga Sarah Lapinska

Giornalismo


Quinto posto Silvana Lazzarino
Quarto posto Liga Sarah Lapinska
Terzo posto Caterina Guttadauro
Secondo posto Angela Maria Tiberi
Primo posto Silvana Lazzarino

Musica


Quinto posto Ivan Defabiani
Quarto posto
Terzo posto Valentina Gavrish
Secondo posto Franco Ruggiero Pino
Primo posto Antonio Di Nauta

Narrativa


Quinto posto Ksenia Svetlova
Quarto posto Valery Chursanov
Terzo posto Liga Sarah Lapinska
Secondo posto Angela Maria Tiberi
Primo posto Caterina Guttadauro

Poesia

Cerimonia premiazione vincitori, partecipanti e collaboratori delle cinque sezioni (arti grafiche, poesia, giornalismo, letteratura, musica) del Premio internazionale "Otto milioni" edizione 2018. Domenica 27 Gennaio 2019, a
Quinto premio Giuseppe Vultaggio
Quarto premio Anna Rancāne
Terzo premio Liga Sarah Lapinska
Secondo premio Franco Maccioni
Primo premio Miriam Bruni

Saranno premiati con attestati di partecipazione “Otto milioni”

Roberta Panizza
Bruno Mancini
Domenico Umbro
Roberto Prandin
Flora Rucco
Stefano Degli Abbati
Patrizia Canola

Saranno premiati con attestati di collaborazione “Otto milioni”

Gaetano Di Meglio
Mariapia Ciaghi
Dalila Boukhalfa (Presidente Giuria)
Patrice Gaspari (Direttore La Voce)
Enrico Buono (Patron teleischia)
Pierluigi Goggio (Video)
Boutique Maria Grazia (Sponsor)
Milena Petrarca (Collaborazione eventi)
Antonio Fiore (Veterano premio)
Giovanni Zambito (Direttore di Fattitaliani)
Felice Maria Corticchia (Regista, sceneggiatore)
Joan Jos Josep Barcelò I Bauçà (Poeta)

Seguiranno ulteriori informazioni.
Ingresso libero su prenotazione tramite mail da inviare a emmegiischia@gmail.com fino ad esaurimento dei posti disponibili.
INFO: 3914830355 tutti i giorni dalle 12 alle 23.

 

Eudonna Dicembre 2018

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Eudonna Dicembre 2018 – LUCIA ANNICELLI “Il codice massonico di Ischia” – Una scoperta; Adriana Iftimie Ceroli: poesie.

Eudonna Dicembre 2018

LUCIA ANNICELLI “Il codice massonico di Ischia” – Una scoperta

Il dibattito sul rapporto tra donne e massoneria è tuttora in corso, ma se stiamo a quanto afferma N. L. Castiglione, presidente del Collegio dei Maestri Venerabili dell’Umbria, e cioè che uno dei requisiti per far parte della massoneria è quello di aver voglia di approfondimento culturale, direi che Lucia Annicelli, direttrice della biblioteca Antoniana di Ischia, amica di lunga data dell’associazione DILA che ha più volte messo a disposizione i locali della biblioteca per manifestazioni da quest’ultima organizzate, ricercatrice e studiosa, possiede in tutto e per tutto questa caratteristica e ciò le ha permesso di fare un’importante scoperta riguardante la massoneria ad Ischia mentre effettuava alcune ricerche sulla figura di mons. Onofrio Buonocore nel locale Archivio Storico Diocesano.

Un’altra donna però è coinvolta in questa importante scoperta perché, se fondamentali sono la professionalità e il tempo di chi effettua ricerche e approfondimenti, è ugualmente molto importante che i frutti di tali lavori vengano presi in considerazione e divulgati dagli organi di informazione perché il maggior numero di persone ne venga a conoscenza.

A questo ci ha pensato Maria Funiciello, donna dai molteplici interessi e attività: informatica, fotografia, giornalismo, scrittura, insegnamento, solo per cintarne alcuni che ha subito compreso l’importanza di quanto emerso dalle ricerche della Annicelli e tramite un’articolo-intervista, pubblicato dal quotidiano “Il Dispari” di Gaetano Di Meglio distribuito sull’isola verde, ci ha fatto conoscere i passaggi che hanno condotto al ritrovamento di un importante manoscritto che ci introduce ai primi passi della massoneria speculativa in Italia.

Il documento, risalente al 1751, inserito in calce ad una copia scritta a mano del De Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro, abilmente occultato dalla rilegatura, ha per titolo: “Dichiarazione dell’Acquavitaro”.

Tale non meglio definito Acquavitaro e Louis Larnage di Lione furono, nel 1745, i fondatori della prima loggia napoletana.

Lucia Annicelli ha effettuato un accurato studio del documento in questione riportato nel testo “Il codice massonico di Ischia” – Stamperia del Valentino edizioni (2018).

Ho chiesto all’autrice se dal documento sia emerso qualcosa in merito alla presenza e attività delle donne nella massoneria e la sua risposta è stata che dal rituale settecentesco d’iniziazione, dal catechismo dello stesso grado, dal regolamento di loggia e dalla breve cronistoria delle prime logge speculative napoletane contenuti nel documento non emergono riferimenti espliciti sulla presenza di donne nella massoneria né a rituali di iniziazione riguardanti queste ultime.

Dallo studio emergono solamente i nomi di due donne di cui Lucia Annicelli dice: “Nell’introduzione a Il Codice Massonico di Ischia passo in rassegna le possibili vie di accesso del documento sull’isola. Quest’ultima viene posta al centro di quella che è la rete delle connessioni culturali europee agevolata dall’élite intellettuale e massonica che la sceglieva.

In questo quadro Ischia rappresenta uno dei nodi di quel transfert dei saperi che garantì l’humus ideale per la salvaguardia dei documenti relativi ad una delle prime esperienze massoniche di tipo speculativo in Italia.

Il console danese Christian Heigelin fece da guida alla duchessa Anna Amalia di Sassonia-Weimar, tra il luglio e agosto del 1789, durante un’escursione sull’isola, nonché nel 1805, alla discepola di Cagliostro, la baronessa Elisa von der Recke di Mitau.

Proprio lì, il 29 marzo 1779, sorse una loggia mista.”

ROBERTA PANIZZA


DILA & IL Sextante accordo Magazine Eudonna

DILA & IL Sextante accordo Magazine Eudonna 

Telegiornale Teleischia (digitale terrestre canale 89 e web www-teleischia.com/live-tv/)

Mariapia Ciaghi
titolare della Casa Editrice Il Sextante

Bruno Mancini
presidente della’Associazione culturale
“Da Ischia L’Arte – DILA”

e p.c.
Roberta Panizza
Vicepresidente DILA

e p.c.
Silvana Lazzarino
Socia Sostenitrice DILA

Ischia, 18/05/2017
Dando seguito agli accordi commerciali concordati in data 15/04/2017 il cui oggetto generale consiste nel “Volere stabilire una permanente collaborazione operativa avente come scopo principale lo sviluppo dei reciproci progetti artistici, editoriali e sociali” e sottoscrivendo il seguente testo, la Dottoressa Mariapia Ciaghi titolare della Casa Editrice Il Sextante e Bruno Mancini presidente dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” concordano di assegnare a DILA la direzione redazionale di una rubrica all’interno del Magazine “Eudonna”, edito trimestralmente da Il Sextante di Mariapia Ciaghi.

Trattandosi di una collaborazione a titolo assolutamente gratuito, si stabilisce che essa sarà permanente ma potrà essere disdetta in qualsiasi momento da una delle due parti, anche tramite semplice e-mail, senza che ciò comporti alcun obbligo successivo.

Bruno Mancini       Mariapia Ciaghi
Presidente DILA    Il extante

Magazine Eudonna

Tra Mariapia Ciaghi, titolare della casa editrice “Il Sextante” che, fra l’altro, pubblica la rivista trimestrale “Eudonna”, e Bruno Mancini presidente dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” è stato concordato di assegnare a DILA la direzione redazionale di una rubrica all’interno del Magazine Eudonna, edito trimestralmente da Il Sextante di Mariapia Ciaghi.

Magazine Eudonna

Se si pensa che il Magazine Eudonna

è una rivista orientata nel dare lustro e risalto alle attività femminili,

così come essa è impegnata nel porre in evidenza le difficoltà di genere che ancora segnano un solco tra i due sessi, viene attualmente stampata in oltre 10.000 copie (con un programma di sviluppo che tenderà a commercializzarne almeno 40.000 entro il 2018);

e se si valuta nella palese positività

il fatto che essa è distribuita prevalentemente attraverso Imprese, Gallerie d’Arte, Associazioni (Associazione italiana donne medico, Associazione donne fotografe, Associazione donne del vino, ecc. non solo italiane, ma anche spagnole, russe e di diverse altre nazioni) che a loro volta la distribuiscono nelle loro varie sedi e nei loro congressi o eventi;

e se, infine, si tiene conto

che l’Isola d’Ischia offre un panorama di eccellenze femminili operanti sia nel sociale, sia nella cultura e sia nell’imprenditoria (Rosa Iacono, Katia Massaro, Maria Funiciello, Anna Fermo, Luicia Annicelli, Ida Trofa sono solo i primi nomi che vengono in mente),

allora resta facile

tirare le somme e scoprire che l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte –DILA” è venuta in possesso di uno strumento mediatico di enorme prestigio e di grande divulgazione utile (anche, ma non solo) a valorizzare storia, cultura, arte, imprenditorialità e, perché no, onesta amministrazione dei bene pubblici, attribuiti alle specifiche sensibilità femminili delle donne ischitane.

Roberta Panizza, Direttrice Artistica nonché Vicepresidente dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, ne è a capo della Redazione, Silvana Lazzarino è la Direttrice Editoriale nominata dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” per la realizzazione dei progetti concordati con l’Editore “Il Sextante”.

Eudonna Gennaio 2017 

Eudonna Marzo 2017 

Eudonna Giugno 2017

Edicola Piazzetta San Girolamo Ischia

Bruno Mancini  Presidente DILA e Antonio Scarfone Presidente dell’Associazione “Battiti di pesca

Antonio Scarfone, secondo classificato, alla terza edizione del Premio Internazionale di Poesia Otto milioni” – 2014, ha acquistato una copia della rivista Eudonna

L’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” e l’Editore  “Il Sextante” vi offrono QUI tre numeri del nuovo magazine EUDONNA al prezzo di 15 euro (spedizione in Italia compresa).

L’offerta è valida fino ad esaurimento scorte

emmegiischia@gmail.com – Telefono 3914830355

Magazine Eudonna

DILA