DISSERTAZIONI

DISSERTAZION­­­­I

Bruno Mancini

Poesie

Segni tutte le poesie

SEGNI

L’ASPRA VICISSITUDINE

I TUOI OCCHI

IO ERO UNA BESTIA RARA

SOCCHIUDIAMO LE PORTE

LA ZINGARA PARLA

TRE QUASI POESIE PER IGNAZIO

TEATRO

DISSERTAZIONI

1

C’era una volta
cera una volta
volta una cera
volta – una – c’era
Ma dove dove c’era
c’ero una volta
ma dove dove c’ero

cero – una volta.

Stacca la un po’
stacco lo più
stacca le tu.
Stò
che
le
più
tu.
Di se azioni.
Si se io ni.

Iss è azioni
iss è az. Io ni.

     1/A
Perché andiamo
dove fogli di cactus
affissi alle porte
chiudono umanità.
Dove orme di zoccoli
richiamano fughe.
Dove né bello, né buono,
né vero,
né noi.
Andiamo a scrivere
quello che resta dei nostri palpiti,
delle nostre “disillusioni”
contro evanescenze prive di sogno.

Ora se vuoi, è l’ora di andare.

     MA.

     2

Contromani folli
con tro mani
con tre mani
con t  romani
con    romani folli
con tre  mani folli
con tre romani folli

coma folli
folli coma
follicolo
folli coma li
follicoli

folli contro
fo             ro
o
mani  mani
ani   ma
    MA.

            2/A
Mi stanca il peso
ieri sottratto a consuetudini
scelte
in lente successioni di giochi ambigui.
Mi aggiro, ti punto,
scarnisco, ti pungo,
mi essicco.
Continuiamo a guardare nei
rivoli di poche certezze
-sbuffi di nuvole inutili-.
Mi stanca il peso
di poche specchiate forme
immobili a semplici fili di luce.

Ora se vuoi è l’ora di andare.

        PIU’

       3

AZIMUT
ZENIT
RITZ
ZIT ZIT

OSCAR
POKER
ANCOR
ART POP
STERN.

COME-CIME-CUMA
DOVE-DIVE-DEVE
STORNARE
TORNARE
ARE
RE
E
TOR      RE
OR        E
NAR
STONARE
STO
STARE.

        3/A

Ed oggi ascoltare
venerdì di piazze
domeniche di folle
e il resto,
tutto rifatto
scotto:
segna nuovo equilibrio
per non staccare stampe
da muri di nuovo imbiancati.

Sedersi su un albero,
presso un’onda chiara, scura,
ai piedi del viale del nostro viaggio,
nella poltrona di fronte al fuoco,
su un angolo del letto
a luci ancora spente,
non oltre,
noto:
lasciamo ad altri
tratteggi di scie di lumache
storie di applausi e di
avventure scolpite… per Uno.

Ora se vuoi è l’ora di andare.

Jeanfilip

SONETTO NOTTURNO

UN’OMBRA

LA NOTTE È FINITA

SCOPRIRONO

EUTANASIA

TEMPO

EQUIVOCO

POVERO AMORE MIO

SPIGOLO

UNA STORIA DI TROPPO

L’INGANNO DI IGNAZIO

TEATRO

TEATRO

Bruno Mancini

Poesie

Segni tutte le poesie

SEGNI

L’ASPRA VICISSITUDINE

I TUOI OCCHI

IO ERO UNA BESTIA RARA

SOCCHIUDIAMO LE PORTE

LA ZINGARA PARLA

TRE QUASI POESIE PER IGNAZIO

TEATRO

M’hanno dato di fare a meno di Cristo
:
(leggere sussurrando “ : = cioè di
– due punti uguale cioè di – ” . )
anatema, dogma, mistero,
misticismo, regno,
olocausto
trascendente, immanente, paradiso.
O anche:
amore,
procreazione,
tradimento,
domani, oggi, sempre.

Non mi serve la terra
?
(come prima “ ? = quale –
punto interrogativo uguale quale – ” .)
vittoria, legge, certezza,
verismo, gente,
teorema,
opportunismo, materialismo, inferno.
O pure:
io,
contento, anche voi qui
scegli, sciogli, sbrogli.

Amare
!
(sempre ancora “ ! = già –
punto esclamativo uguale già – ” .)
ancestrale, perso, tutto,
accettami, servo,
sentimenti,
psicologia, simbologia, limbo.
Così:
vorrei
insieme a te
liberi da tutto
amare non dire solo amore.

Letteratura
Purifica il peccato originale!
Chi era costui?
La terra è: terra.
Cerchiamo di renderla migliore!
Ma cosa vuol dire amare?

Poesia
1 Parliamo domani
2 Se pure così fosse
3 Senza non voglio.

Jeanfilip

DISSERTAZIONI

SONETTO NOTTURNO

UN’OMBRA

LA NOTTE È FINITA

SCOPRIRONO

EUTANASIA

TEMPO

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POVERO AMORE MIO

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UNA STORIA DI TROPPO

L’INGANNO DI IGNAZIO

TRE QUASI POESIE PER IGNAZIO

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I TUOI OCCHI

IO ERO UNA BESTIA RARA

SOCCHIUDIAMO LE PORTE

LA ZINGARA PARLA

TRE QUASI POESIE PER IGNAZIO

1
Ignazio fu forte
Ignazio fu bello
Ignazio fu audace
Ignazio ora è morto
Ignazio alle cinque della sera
Ignazio col toro nell’arena
Ignazio fu bello
Ignazio fu forte
Ignazio fu audace
Ignazio si nascose
dietro una muleta
mentre il toro è nell’arena
alle cinque della sera.

Beffardo
pavoneggiandosi agli occhi di…? mila
Ignazio scansò il toro.
Il toro fu
bello.
Sicuro
voltandogli le spalle
Ignazio salutò la folla.
Il toro fu forte.
Dio
impugnando la spada
Ignazio impugnò la spada
il toro fu audace.

2
Ma Ignazio poteva andare
alle cinque della sera nell’arena
con un busto di ferro sotto i panni.
Semplice
faceva l’imperatore
e non rischiava di morire
tutt’al più veniva fischiato.
Ignazio era furbo.

3
E se Ignazio prende il toro per le corna
come i baldi vaccari del vecchio West?
Se nell’arena senza fronzoli
Ignazio nudo nelle sue forme scultoree
con piedi fermi e braccia avanti,
alle cinque della sera
fisso a guardare il toro tra le narici sbuffanti
nel silenzio di tomba dell’arena
– scacco d’alfiere e matto di cavallo –
Ignazio prende il toro per le corna?
Ignazio è forte
il toro è forte
Ignazio è bello
il toro è bello
Ignazio è audace
il toro è audace
Ignazio è folle.

Jeanfilip

TEATRO

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LA ZINGARA PARLA

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IO ERO UNA BESTIA RARA

SOCCHIUDIAMO LE PORTE

LA ZINGARA PARLA

La zingara parla
guarda e parla
negli occhi e cogli occhi
in confusione assorta
mistica:
ruba ai secoli.
Sarai più forte dei venti
salirai sopra tutti i sogni
stringerai gli azzurri più chiari
scuoterai vampate in vorticose aurore.
Abbi coraggio.
Guarda nelle tombe
e leggerai
di gelo
ossa.
Succhiale.
Profondità rischia supplizio.
E allora, infine,
da sopra ai tuoi capelli
la mano rosa attesa
annullerà tutti i silenzi
per farti voce.

Jeanfilip

TRE QUASI POESIE PER IGNAZIO

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LA NOTTE È FINITA

SCOPRIRONO

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L’INGANNO DI IGNAZIO

SOCCHIUDIAMO LE PORTE

SOCCHIUDIAMO LE PORTE

Bruno Mancini

Poesie

Segni tutte le poesie

SEGNI

L’ASPRA VICISSITUDINE

I TUOI OCCHI

IO ERO UNA BESTIA RARA

SOCCHIUDIAMO LE PORTE

Socchiudiamo le porte, arriva, manciata di becchime
negli occhi, li arrossa e non li nutre; socchiudiamo le palpebre,
amici, dai monotoni lamenti hanno tratto un grimaldello, ci
scassinano i cuori, amici, e ci offrono il sangue; sentite
compagni, amici, sentite? Ci mettono in mano la fiamma, ma ci
brucia, capite fratelli, non ci scalda ci brucia.

1) Socchiudiamo le porte.
2) Hanno ferri di cuore.

Il braccio si pieghi sul braccio.
Sguardi forti sostengano sguardi.
Sia forza per l’uomo altro uomo.
Respiriamo strilliamo mostriamo,
dietro le porte, si lotta,
non un morso di pane, un’ idea, poi, con loro:
tutti sguardi immobili e calmi
tutte forze serene e sicure
tutte braccia incrociate in attesa.

LA ZINGARA PARLA

TRE QUASI POESIE PER IGNAZIO

TEATRO

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SONETTO NOTTURNO

UN’OMBRA

LA NOTTE È FINITA

SCOPRIRONO

EUTANASIA

TEMPO

EQUIVOCO

POVERO AMORE MIO

SPIGOLO

UNA STORIA DI TROPPO

L’INGANNO DI IGNAZIO

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