Fieramilanocity MiArt, partecipa la Galleria Sara Zanin e Evgeny Antufiev

Fieramilanocity,  la 2o Sara Zanin Gallery di Roma presente nel Padiglione 3, Stand B22 con l’opera dell’artista Antufiev dal 5 al 7 aprile 2019

Fieramilanocity,  Arte contemporanea, moderna e design sono protagoniste alla Fiera MiART di Milano, in cui è dato spazio ad un possibile dialogo tra le diverse sfumature espressive, esplorando le relazioni tra il passato e il presente legato alla creatività. Un’occasione in cui al pubblico viene presentata la più ampia offerta cronologica, dall’arte dell’inizio del secolo scorso fino alle opere delle generazioni più recenti. La fiera che apre al pubblico dal 5 al 7 aprile 2019 in Viale Scarampo, 9 a Milano, presenta diverse sezioni tra cui: “Established Masters” dedicata alle gallerie che presentano opere d’arte realizzate entro l’anno 1999, in una selezione che spazia dai maestri dell’arte moderna fino agli artisti oggetto di una riscoperta attuale, “Established Contemporary” dedicata alle gallerie di primo mercato che presentano i linguaggi

Evgeny Antufiev
alla MiART con la Galleria Sara Zanin

maggiormente legati alla contemporaneità, dai classici odierni alle produzioni nuove e recenti e “Generations” sezione ad invito in cui due gallerie sono chiamate a creare un dialogo tra due artisti appartenenti a generazioni diverse collaborando ad uno stesso progetto espositivo.

A MiART partecipa anche la Galleria Sara Zanin di Roma (Roma, Via della Vetrina 21) presente nel Padiglione 3, Stand B22 con l’opera dell’artista EVGENY ANTUFIEV che entro una diversa ottica restituisce una uova percezione del rapporto tra presente e passato, tra l’uomo e la natura, l’uomo e la sua storia.

Le sue opere tra oggetti che rimandano ad utensili, o statuine con richiami al culto e ai simboli, proiettano entro un percorso in cui recuperare il passato dell’uomo tra appartenenza e origini attraverso una ricerca che guarda a iconografie simboliche di culture arcaiche lontane di cui rimane traccia. Sono sculture in legno intagliato, fusioni, terracotte tutte connesse a iconografie simboliche, rinvenibili nei riti religiosi e pagani delle culture arcaiche. Da ricordare il significato legato all’iconografia funeraria che Antufiev esplora e ri-anima con il suo peculiare sguardo, declinando una “invocata immortalità” elemento basilare in tutta la sua ricerca artistica.

Le opere di Antufiev riflettono identità ibride, capaci di generare assonanze tra mondi e culture differenti, filtrate dalla cultura visiva del suo paese di provenienza (la Siberia) e dalla tradizione artigianale russa nel trattamento dei materiali.

Si tratta di figure arcaiche e simboliche a richiamare tradizioni e culture distanti, e in questo lo spettatore è portato a fare un salto nel passato e in luoghi distanti, per recuperare pensieri legati a popolazioni lontane percepite come parte della storia. Rappresentazioni di figure, oggetti che richiamando ad abitudini e tradizioni distanti nei secoli, rimettono in gioco il concetto di esistenza aprendo a sensazioni nuove che fanno ripensare al ritorno ad un legame più diretto con la realtà naturale e l’ambiente circostante.

Silvana Lazzarino

 2o Sara Zanin Gallery

@Miart 2019

EVGENY ANTUFIEV

Padiglione 3, Stand B22

Fieramilanocity – Viale Scarampo – 20149 Milano

5 – 7 aprile 2019

venerdì e sabato ore 12.00 – 20.00

domenica ore 11.00 – 19.00

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Kenro Izu allo Spazio Damiani a Bologna con la mostra “Seduction”

L’artista giapponese è in mostra  dal 22 marzo 2019 nello Spazio Damiani con i suoi scatti che vanno oltre la realtà per restituire Immagini in cui l’ombra crea espansioni di corpi e oggetti

Dall’interesse per i luoghi sacri delle grandi antiche civiltà  a quello per le persone ai margini della società in particolare quella indiana, fino al richiamo per PompeiKENRO IZU attraverso la fotografia ha restituito aspetti della storia dell’uomo con sguardo attento e partecipe cogliendo quel senso di rinascita e smarrimento e quelle luci e ombre che attraversano l’esistenza. Allo stesso tempo anche lo studio della natura morta lo porta ad una interpretazione nuova del soggetto di cui cattura l’essenza spirituale insita nei corpi e negli stessi oggetti.

Nato ad Osaka in Giappone nel 1949, KENRO IZU si è formato a Tokyo alla Art at Nippon University, scegliendo poi di trasferirsi a New York nel 1974 dove attualmente vive e lavora.

Kenro Izul esposizione “Seduction”, Spazio Damiani, Bologna

A questo protagonista della fotografia contemporanea, le cui opere sono state esposte in diverse gallerie dall’Asia all’ Europa agli Stati Uniti tra cui: il Rubin Museum of Art di New York, l’Arthur M. Sackler Gallery di Washington, il Kiyosato Photographic Art Museum in Giappone, la Serindia Gallery di Bangkok e la Galleria Forma a Milano, è dedicata l’esposizione “SEDUCTION” presso lo Spazio Damiani a Bologna. La personale del fotografo giapponese, che inaugura il 22 marzo 2019 alle 18.30, aperta fino al 31 luglio, presenta 15 scatti della serie “Still Life” realizzati da Kenro Izu tra il 1991 e il 2017, in cui il concetto di ombra viene valorizzato in quanto fenomeno che restituisce un nuovo modo di osservare l’oggetto, i corpi e lo spazio dove essi si collocano ed inseriscono.

Si tratta di fotografie dai soggetti eleganti e raffinati prese dalle quattro sezioni in cui si articola la serie: Flora, Body, Blue e Orchard. Si procede da soggetti quali fiori, frutta e corpi umani cui viene restituita una nuova visione, a composizioni di oggetti dal sapore metafisico, per poi passare all’omaggio a Picasso del periodo blu con due cianotipie tratte dalla sezione Blue. Le forme astratte del corpo femminile, grazie a questa tecnica della cianotipia su platino sviluppata dal fotografo, emergono dal colore blu e dalle ombre profonde del platino.

Il suo lento processo creativo nello svelare l’essenza spirituale di corpi e oggetti, lo porta a rendere palese un atto di seduzione tra l’artista stesso e il soggetto osservato, Dalla cultura tradizionale giapponese egli riprende il fenomeno delle ombre che al pari della luce, definiscono i corpi, gli oggetti e gli spazi assumendo un valore positivo rispetto a quanto ritenuto nella cultura occidentale.

Viene utilizzata per tredici fotografie la tecnica di stampa al palladio, la più raffinata delle tecniche di stampa in bianco e nero attraverso cui le immagini presentano una vasta ampiezza nelle sfumature, dando valore alla resa del gioco di luci e ombre.

Il suo primo accostamento alla fotografia digitale avviene con la serie “ Requiem”  che fa riferimento alla vicenda della città di Pompei quasi duemila anni fa distrutta dall’eruzione del Vesuvio.

A seguito del viaggio in Cambogia nel 1993 in cui constata le condizioni di estrema povertà della popolazione con molte carenze nel sistema sanitario, si decide a fondare un’associazione no-profit, Friends Without A Border (Friends). per dare vita in Cambogia a Siem Reap, all’ospedale pediatrico Angkor Hospital for Children (AHC), che da allora ha curato oltre un milione e seicentomila bambini. Inoltre nel 2015 ha fondato un secondo ospedale pediatrico a Luang Prabang, in Laos, il Lao Friends Hospital for Children (LFHC).

Diversi i volumi da lui pubblicati tra cui “Sacred Places” (Arena Editions), “Bhutan sacred within” (Nazraeli), “Teritories of Spirits” (Skira Books), “Eternal Light (Steidle)”, “Seduction” (Damiani).

Numerosi anche i premi e riconoscimenti ricevuti tra cui: il National Endowment for Arts, il New York Foundation for Arts e la Guggenheim Fellowship.

Silvana Lazzarino

 

KENRO IZU

“Seduction”

Spazio Damiani,

Via dello Scalo 3/2 abc, Bologna

Orario: dal lunedì al giovedì dalle 9.00 alle 18.00, il venerdì dalle 9.00 alle 16.30,

Inaugurazione venerdì 22 marzo 2019 ore 18.30

Dal 22 marzo al 31 luglio 2019

 

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Il Dispari 20190318 – Redazione culturale

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Il Dispari 20190318

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“Promo uno” di Bruno Mancini – Terza puntata

Dando seguito a quanto è già stato pubblicato il 15 febbraio e l’11 marzo sulle colonne di questa pagina, continuo oggi a pubblicare, in anteprima, tutte le poesie inserite nel mio volume “Promo uno”.

Poiché in “Promo uno” propongo in ordine alfabetico un florilegio di 52 poemi tratti da tutte le raccolte pubblicate (Davanti al tempo – Iª edizione 1964; Agli angoli degli occhi – Iª edizione 1966; Segni -Iª edizione 1988; Sasquatch – Iª edizione 2000 ISBN 9781445220161; La sagra del peccato – Iª edizione 2006 ISBN 9781446187777; Incarto caramelle di uva passita – Iª edizione 2007 ISBN 9781326738006; Non rubate la mia vita – Iª edizione 2008 ISBN 9781409233848; Io fui mortale – Iª edizione 2010 ISBN 9781326785390; La mia vita mai vissuta – Iª edizione 2013 ISBN 9781291629972; Non sono un principe – Iª edizione 2014 ISBN 9781291664447;) userò lo stesso criterio alfabetico nella determinazione dei testi da pubblicare di volta in volta su questa pagina.
Buona lettura
Bruno Mancini

Dalla raccolta “Agli angoli degli occhi”
Agli angoli degli occhi

Agli angoli degli occhi
sotto pigrizie amiche
prepara a morte
nostalgia.
Passa più parti
lampo di tempo indietro
indietro secoli
e sempre come sempre.
Cambia
se non adesso
a morte.
Alla viola nasce il pensiero
e posso ancora muovermi
venirti accanto
e senti la corteccia
vecchia e inutile

Dalla raccolta “Agli angoli degli occhi”
Bagna la pioggia di un’ora tarda

Bagna la pioggia di un’ora tarda
i giorni dell’estate.
Tardo a venirti incontro
e non mi scuote
l’odore più bello della polvere
la mia polvere bagnata.
Attendo il sonno
più lungo di luce
che mi conquisto sperando motivi,
tante parole,
vissute molto in fretta
alla luce dei neon
e delle immagini riflesse.
Se giunge un canto
se giunge una goccia.
Se cerco un nome
almeno quello dammi
come io ti do.

Dalla raccolta “Sasquatch”
Berenice e i suoi dilemmi
Uno spunto dalla tragedia “Berenice” di J. B. Racine

M’attende
stanotte il mio domani,
mantice di fisarmonica regina
nella balera dove m’invito,
ostico astante.
a dare una misura alla mia sete.

M’appare
irriguardoso senso di memoria
di lei, l’altra bugiarda,
che andava in altalena,
morbosa perversione,
sui miei perdoni inammissibili.

M’accosta
d’ingannatrice residuo lembo
vagheggiato teorema di improbi sigilli
mortificante effimera dolcezza
divaricata sintesi
risucchio d’anime.

M’oltraggia
ludibrio inaccettabile,
Polinice in pasto ai cani
ed io sarò d’Antigone la sabbia.
Modello la visione onirica
e lascio Berenice ai suoi dilemmi.

Non canto e non sorrido.

Aspetto l’alba sveglio.

Dalla raccolta “Agli angoli degli occhi”
Brulichio

Brulichio di tante palline
buttate a caso insieme per terra.
Come fai a parlarmi?
Quel fiore che vive una notte
per ogni
cent’anni.
Come fai a parlarmi?
Ricordarmi qualcosa.
A quest’ora. A quest’ora.
La pelle ubbriacata
come s’ io stessi ancora
ad ungerla di gin
nell’ombelico vuoto piccola coppa,
e a grande mano
stendessi al seno,
al collo.
Girati.
Tutta la schiena
e natiche.
Piuma.
Sulle montagne
un forte vento di neve
ha ricoperto gli alberi.
Come fai a parlarmi?
Quella tua lunga verginità
presa in due ore
su un letto di tovaglie.
Brulichio di tante palline
buttate a caso insieme per terra…

CREATOR: gd-jpeg v1.0 (using IJG JPEG v62), quality = 90

Simbolicamente l’isola: Ischia.

È un eccellente simbolo del centro spirituale primordiale.
Ci si arriva soltanto volando o sull’acqua.

Omero parlava della Siria primitiva la cui radice è la stessa di Surya, il nome ascritto del sole, ed era un’isola centrale o polare del mondo.

Può essere identificata con Tula iperborea o la Thula greca, etimologicamente ritrovata dagli aborigeni dell’Atlantide.
Thula si scopre anche nei miti indiani, cambogiani: è l’isola bianca dei felici.

Secondo i musulmani, il paradiso terrestre si trova in un’isola di nome Ceilon, e Zeus è originario dall’isola sacra Minas, la patria dei misteri.

Un’isola centrale dal punto di vista religioso è citata nella Ricerca del Santo Graal.

Lì sarebbe situato un tempio nel bacino quadrato del lago Anavalapta.

Si dice che questo posto faccia guarire le malattie del corpo e della mente.

I celti hanno sempre rappresentato l’altro mondo e le meravigliose rive al di là delle navi irlandesi sotto forma di isole situate al ovest o al nord del mondo.

Le divinità irlandesi delle tribù della dea Diana sono arrivate sulla terra portando alcuni talismani magici e le quattro isole del Nord del mondo, mentre l’Irlanda, con la sua provincia centrale, Meath (colei di mezzo) è anch’essa un’isola divina.

Sembra che la Gran Bretagna fosse l’isola per eccellenza, secondo i racconti di Cesare e i testi irlandesi.

Pare che li vi andassero i druidi per cesellare e completare le conoscenze sulla sacra scienza e per rafforzare la dottrina ortodossa.

La psicanalisi moderna ha sottolineato, specialmente, un lato essenziale dell’isola: il fatto che essa evoca un rifugio.
La ricerca dell’isola da scoprire, o sconosciuta, o ricca di sorprese, è una delle tematiche fondamentali della letteratura, dei sogni e desideri.

Gigi Sabani soffriva della psicosi dell’isola.
Non vi andava mai perché non si sentiva al sicuro.
Gli mancava la terra ferma.
Gli dava il senso della claustrofobia.

Adriana Iftimie Ceroli

 

Una vera amazzone della cultura italiana: Assunta Gneo, nuova amica del quotidiano “IL Dispari”.

Assunta Gneo è una donna capace di trascinare con le sue opere, tanto da cambiare la rotta del lettore, perché lo invita a lottare senza tregua e senza paura di raggiungere i suoi obiettivi, come fanno le protagoniste dei suoi libri “Tira fuori l’anima” e “Si chiama Vittoria” che riescono a vincere le loro difficoltà grazie anche alla presenza delle loro nonne sapienti e caparbie.

Nella vita, Assunta Gneo ha saputo cambiare il suo stile di vita e in varie interviste ha raccontata la sua storia.
Alla discussione della sua prima laurea in ostetricia – Assunta ha ben quattro lauree! – giovanissima, venne apprezzata da un professore medico che immediatamente le diede un incarico professionale.

Da quel 110 e lode ha fatto nascere oltre mille bambini con gioia.

Ha avuto essa stessa due figli.

Sono passati diversi anni durante i quali ha coltivato sempre la passione per lo studio e diverse attività di volontariato.
Lei dice: “Dobbiamo volare alto, lontano dalle invidie, dalla cattiveria, dalle gelosie, dalla distruttività che schiaccia a livello emozionale e anche fisicamente. nel fare, nel partecipare, nell’esserci.
La protagonista del suo libro “Tira fuori l’anima”, Luce, è un inno alla resistenza attiva che muove la forza interiore, quella che ti permette di reagire e vivere serenamente nonostante le ferite, gli ostacoli terribili della vita.

Chiedo all’autrice:

D- Questa storia sincopata, forte, dolorosa ma colma di positività e speranza, è autobiografica?.
R- “Ho scritto la storia di Luce perché ho voluto dare valore al mio quotidiano.
Pur mantenendo il mio matrimonio, i miei figli, il mio impegno professionale e personale come servizio per gli altri, ho desiderato arricchire la mia vita di una nuova soddisfazione, di cose belle.
Per questo m’impegno ogni giorno, senza mollare niente.
Le batoste che insegnano l’arte del vivere a Luce vogliono dire alle donne che non dobbiamo sopportare un’esistenza al limite ma dobbiamo lottare, cambiare strada e affrontare il buio, se necessario.
Questa storia è per me, per tutte le donne, alcuni episodi sono autobiografici, altri di fantasia, altri ancora sono capitati a persone conosciute.
Vedo persone andare in terapia, senza trovare pace, perché non ce la fanno ad affrontare la realtà, a spezzare le catene emotive che le costringono a vivere ogni giorno eventi passati dolorosi che le inchiodano ad un’esistenza difficile.
Luce ci insegna a fare punto e a capo.

D- Quest’esperienza di scrittura ti ha portato tante amicizie?
R- “Sì, decisamente. La passione per le cose belle e per la cultura mi hanno spinto, insieme all’amico poeta Giovanni Rotunno, a creare un gruppo che viene ospitato, grazie alla generosità della direttrice, dott. Manuela Francesconi, ogni prima domenica del mese, al Museo Terra Pontina, in un crescendo di musica, poesia, letteratura, politica, giornalismo, arte pittorica, passato e partecipazione di pubblico. Sono momenti di gioia, di soddisfazione, di co-ricerca del bello. Nella mia vita è a 360 gradi. Intorno a me, e trovo molta gioia nei momenti di consenso ai quali non mi sentivo preparata. Ricevere attenzioni e affetto è bello.”!

Angela Maria Tiberi
Il Dispari 20190311 – Redazione culturale

Il Dispari 20190311

Il Dispari 20190311 – Redazione culturale

Editoriale

Alberto Manguel, Guido Angeletti, Andres Pociña, Lucia Marchi, Caterina Dominici, Marco Benedetti, DILA, Il Dispari, Adriana Iftimie Ceroli, Mario Ceroli… tutti insieme con Mariapia Ciaghi a Granada.

Si è svolto a Granada nei giorni 25, 26, 27 febbraio 2019, il ”Congresso Internazionale El Libro“, evento che ha riunito tanti insigni studiosi di storia del libro.

Ad aprirlo, Alberto Manguel, scrittore, traduttore ed editore di fama internazionale; vincitore di molti premi letterari.
Erede di J.L. Borges nella direzione della Biblioteca Nazionale Argentina di Buenos Aires, Manguel, classe ’48, è di origini argentine ma cittadino del mondo.

A chiuderlo Mariapia Ciaghi, editrice, giornalista, opinionista di questa pagina culturale, traduttrice e regista cinematografica, italiana di origini trentina ma cittadina del mondo.

Ha rivolto il più caloroso saluto agli illustri relatori e agli ospiti convenuti per celebrare tutti insieme questi incontri che sicuramente hanno aggiunto un tassello significativo alla sollecitazione di studi sul pianeta-libro e allo stimolo di future auspicabili indagini sull’evoluzione delle logiche e delle procedure produttive, distributive e di fruizione dell’editoria.

Invitata in qualità di editrice indipendente italiana per la qualità delle sue pubblicazioni, sia periodiche sia di testi, ha sintetizzato i cambiamenti che nell’arco degli ultimi anni hanno investito la piccola e media editoria in Italia.

Ecco uno stralcio del suo intervento:

Le difficoltà che incontrano la piccola e media editoria e le librerie indipendenti costituiscono un problema culturale di ampio respiro che riguarda l’intera comunità civile.

Infatti, a essere in pericolo non è esclusivamente un settore merceologico, che soccombe sotto la feroce espansione di monopoli, ma è la stessa possibilità di diffusione del patrimonio culturale. (…) La pluralità delle idee e dei contenuti editoriali può essere garantita esclusivamente dalla pluralità degli editori e degli attori che operano nel settore.

Allo stato attuale, il panorama editoriale italiano, essendo controllato per oltre il 60% da cinque grandi gruppi editoriali, sembra non poter garantire quel concetto fondamentale di biodiversità che, applicato al mondo del libro, indica la diversità dei libri presenti in un determinato contesto, ovvero la biblio diversità.

L’articolo 41 della Costituzione dice che l’iniziativa economica è libera ma anche che non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale, o in modo da recare danno alla libertà, alla dignità umana. Mi sembra che la perdita della biblio diversità rientri pienamente in queste categorie“.

La propensione di Mariapia Ciaghi, titolare della casa editrice Il Sextante e del magazine Eudonna, ad avere a che fare con la creatività, declinata nei più svariati campi (arte, teatro, cinema) è alla base di ogni sua scelta editoriale.

A dimostrazione di queste “estensioni del libro” come le ha definite la Ciaghi, è stata esposta la scultura “Hipatia” di Guido Angeletti ed è stato proiettato il trailer (diretto appunto, da Mariapia Ciaghi) tratto dalla pubblicazione dell’opera drammatica dell’autore spagnolo Andres Pociña “Resa dei conti” tradotta ed editata ugualmente da Mariapia Ciaghi.

L’intervento di Mariapia Ciaghi si è avviato alla conclusione con il ringraziamento per i supporti ottenuti dalla direttrice della Biblioteca Casanatense Lucia Marchi, dalla studiosa trentina Caterina Dominici, dalla produzione di Marco Benedetti e dalla Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” artefice di importanti collaborazioni sfociate, tra l’altro, nell’accesso alla villa residenza e laboratorio creativo messa a disposizione da Adriana Iftime Ceroli e dal Maestro di fama internazionale Mario Ceroli, per registrare le scene del trailer.

Senza enfasi, è comunque realistico dire che l’intervento ha riscosso un autorevole apprezzamento dal mondo spagnolo affascinato anche dalle “estensioni” del libro (nonché dalla estetica della creatività italiana) e, per completezza d’informazione, vale la pena annunciare l’affermata disponibilità di Mariapia Ciagh a partecipare ad un prossimo evento in preparazione nella Biblioteca comunale Antoniana di Ischia.

Bruno Mancini

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Simbolicamente il delfino

La figura del delfino è correlata a quella delle acque e delle metamorfosi.
Una legenda narra che alcuni pirati ubriachi, dopo aver legato Dioniso all’albero della nave, caddero in mare e furono trasformati in delfini.

Un delfino è raffigurato accanto al tripode di Apollo, a Delfi.

Era anche il simbolo della chiaroveggenza, della saggezza e della prudenza.

Queste qualità, assieme alla velocità del suo nuoto, l’hanno fatto idealizzare come un maestro della navigazione, perciò viene rappresentato, come Poseidone, con un tridente o un’ancora.
Nell’arte greca, l’uomo era raffigurato spesso sopra un delfino.

Quest’animale sacro aveva un ruolo principale nei riti funebri in Creta, dove la gente pensava che i morti si ritirassero alla fine del mondo, nell’isola dei superfelici, e che i delfini li trasportassero sulla loro schiena fino alle nuove dimore al di là della tomba.

Plutarco descrive il viaggio di Ariòn, trasportato e accompagnato dai delfini che lo aiutano a difendersi dalla furia dei marinai che volevano ucciderlo.

Ariòn si gettò in mare e fu salvato dai delfini che gli ridettero la speranza nella vita, e ricevette anche gloria dagli Dei (Il banchetto dei sette saggi).

Questa storia è ricca di simbologie, di trasparente interpretazione: Arion alla fine passa alla vita misericordiosa e spirituale grazie ai delfini.

La narrazione su Dioniso conferma l’interpretazione del delfino come simbolo di conversione.

Infatti, Dioniso prese la nave per andare a Naxos, ma si accorse che in realtà la direzione era l’Asia, dove i pirati volevano venderlo come schiavo.

Allora lui trasformò le vele in serpenti, riempì la barca di vitigni e fece sentire il suono di flauti invisibili.

Così i pirati impazzirono e si gettarono in acqua, diventando delfini.
Il fatto poi che questi animali aiutino gli umani deriva dalla leggenda che vuole i pirati pentiti delle loro azioni.

Adriana Iftimie Ceroli

“Promo uno” di Bruno Mancini – Seconda puntata

Dando seguito a quanto è già stato pubblicato lo scorso 15 febbraio sulle colonne di questa pagina, continuo oggi a pubblicare, in anteprima, tutte le poesie inserite nel mio volume “Promo uno”.

Poiché in “Promo uno” propongo in ordine alfabetico un florilegio di 52 poemi tratti da tutte le raccolte pubblicate (Davanti al tempo – Iª edizione 1964; Agli angoli degli occhi – Iª edizione 1966; Segni -Iª edizione 1988; Sasquatch – Iª edizione 2000 ISBN 9781445220161; La sagra del peccato – Iª edizione 2006 ISBN 9781446187777; Incarto caramelle di uva passita – Iª edizione 2007 ISBN 9781326738006; Non rubate la mia vita – Iª edizione 2008 ISBN 9781409233848; Io fui mortale – Iª edizione 2010 ISBN 9781326785390; La mia vita mai vissuta – Iª edizione 2013 ISBN 9781291629972; Non sono un principe – Iª edizione 2014 ISBN 9781291664447;) userò lo stesso criterio alfabetico nella determinazione dei testi da pubblicare di volta in volta su questa pagina.

Dalla raccolta “Agli angoli degli occhi”

Agli angoli degli occhi

Agli angoli degli occhi
sotto pigrizie amiche
prepara a morte
nostalgia.
Passa più parti
lampo di tempo indietro
indietro secoli
e sempre come sempre.
Cambia
se non adesso
a morte.
Alla viola nasce il pensiero
e posso ancora muovermi
venirti accanto
e senti la corteccia
vecchia e inutile

Dalla raccolta “Davanti al tempo”

Alla carezza gelida

Rive odorose d’alghe;
sabbia,
costrutta forma di castello
dalla fantasia fanciulla,
pregna di sole
e di sapore di pesce;
vento compagno
di lunghe solitudini;
soffio della mia vela
quand’era suo dominio il mare,
quando sognavo nella tua ebbrezza regni;
acque
da assiduo moto
risospinte a riva
sui miei piedi
docili
alla carezza gelida;
acque,
insensate,
indomite,
voraci,
gracili giganti deformati
dalla fantasia del tempo:

necessità di sonno
al ritorno.

Dalla raccolta “La sagra del peccato”

Amico

Ho poco tempo
per essere
la copia antica
di me stesso,
o come bianca leggenda
attesa
da voce di grotta
sommersa
tra chele ed aragosta
insinuante
e danze d’alga
incerta
e flussi di onda
nebulosa.

Mi punge una figura
di uomo nudo
col volto incastonato
da denti spezzati,
e un cuore in mano.

C’è ancora,
se voglio
un goccio di pazienza.

Buona lettura

Bruno Mancini

Il Dispari 20190304

Rino Rosario Sortino, un giornalista dalle ampie vedute

Angela Maria Tiberi ci presenta Rino Sortino, nuovo amico dei progetti culturali Made in Ischia proposti dall’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA”, e prossimo collaboratore di questa redazione.

Rino Rosario Sortino è un giornalista iscritto nell’albo dei Free Lance, nato a Tripoli (Libia).
Dopo aver lavorato per diversi anni quale impiegato civile al Ministero della Difesa, si è laureato in Scienze Politiche presso l’Università “La Sapienza” di Roma.

Le sue prime esperienze nel campo del giornalismo le fece come inviato allo Stadio Francioni di Latina, per descrivere le cronache della locale squadra di calcio che allora militava in Serie C.

Dopo anni di esperienza, nel settore riservato dello stadio, ebbe la grande opportunità di partecipare come opinionista sportivo negli anni 2006-7-8 alla trasmissione “Passione Sport” condotta da Pierluigi Grande in onda su Lazio TV e su Gold TV.

In quella settimanale trasmissione televisiva, che aveva raggiunto una certa popolarità nel settore, gli era assegnato il grande onore di raccontare le gesta di campioni del passato che avevano lasciato un’impronta indelebile nel mondo dello sport.

In seguito, dopo aver scritto su diversi giornali on line, tra i quali è doveroso ricordare Latina Biz, ha preso parte a diverse giurie nel campo della moda e dello spettacolo in varie località italiane.

Rino, in seguito, ha inteso dedicarsi ad altri panorami oltre lo sport.

Ha, quindi, allargato i propri orizzonti ed ha scritto riguardo differenti argomentazioni su Latina Flash, una rivista del capoluogo laziale che indirizza i suoi interessi all’arte, alla cultura e allo spettacolo.

Latina Flash è una rivista, on line, oltre che cartacea, i cui lettori la seguono con grande partecipazione, in Italia e all’estero, e lo dimostra il fatto che da quando ha un sito operativo su internet, è stata visualizzata da circa sessanta milioni di persone.

Rino Sortino partecipa, inoltre, settimanalmente alla trasmissione Monitor in onda il giovedì sera su Lazio TV condotta dal bravissimo Direttore Egidio Fia, ed esprime di volta in volta i suoi pareri su molte problematiche sociali.

Già dalle prossime settimane potremo leggere i suoi articoli su questa pagina.

Benvenuto Rino!

Angela Maria Tiberi

Simbolicamente la scrittura

La storia della scrittura risale a circa 6000 anni fa.
I grandi maestri spirituali, Socrate, Buddha, Gesù Cristo non hanno lasciato come testimonianza nulla di scritto.
Un antico documento, rappresenta Toth, divinità egiziana anche della scrittura, che estrae alcuni caratteri dai ritratti degli dei.
Perciò essa ha un’origine sacra e si identifica con l’essere umano.
È il segno visivo dell’attività divina, della manifestazione della parola.

Qualche esoterico musulmano sosteneva che le parole sono il corpo di Dio.

In India, Saraswati era la dea le cui parti del corpo erano le lettere dell’alfabeto.
La pronuncia del nome della divinità suprema degli ebraici, Yahveh, è composta da quattro lettere, come quello di Allah, e ciò rappresenta la determinazione quaternaria dell’unità.
Il simbolismo cosmologico delle lettere è sopravvissuto nel rituale praticato nei tempi in cui la chiesa cattolica evocava la propria dominazione sul tempo e sullo spazio, parlando degli alfabeti latini e greci.

È facile intendere che le lettere conferivano alla Santa Scrittura un pluralismo di sensi gerarchizzati, che secondo Dante erano quattro di numero, mentre per il Corano, sette.

Seguirono gl’ideogrammi ed i geroglifici.

La scrittura cinese è essenzialmente simbolica, perché non usa alcun segno al quale si possa attribuire un altro tipo di significato.
Così possiamo affermare che scrivere o parlare in cinese comporti più la preoccupazione di diventare efficace che non quella di ubbidire ad un bisogno strettamente intellettivo.

Anche i celti usavano la scrittura.

Essa sorgeva dal dio incatenato, Ogmios, e aveva valore magico.
Il fondatore della linguistica moderna, Ferdinand de Saussure, ha fatto una distinzione pertinente: il linguaggio e la scrittura sono due sistemi ben distinti.
La scrittura materializza la rivelazione tagliando il legame umano per sostituirlo con delle lettere o dei segni.
Per fare reagire la rivelazione c’è bisogno del parlare.
Nelle anime non si scrive con l’inchiostro”, diceva Josepf de Maistre.

Adriana Iftimie Ceroli

Dissonanze: linguaggi e prospettive nella fotografia contemporanea.

Inaugurazione 14 Marzo 2019.

Progetto a più voci attraverso i nuovi linguaggi video e della fotografia di cinque fotografi, selezionati tra grandi maestri e giovano emergenti con opere di Claudio De Micheli, Sergio Silvestrini, Carlo Maria Crespi Perellino, Gianni Boattini e Alessandro Pizzo.

L’esposizione è curata da Paola Valori per le iniziative di Micro, in partnership con la casa editrice Il Sextante di Mariapia Ciaghi, che ne edita il catalogo, come punto di partenza comune, approfondimento e riflessione sul contemporaneo.

Il finissage della rassegna, che ha aderito al Mese della fotografia, accoglierà un doppio evento per celebrare il giorno internazionale della poesia con la partecipazione di voci internazionali quali il poeta e scrittore spagnolo Joan Barcelò, il poeta e scrittore inglese David Wilkinson, il poeta ischitano Bruno Mancini, la poetessa bulgara Anna Maria Perrova Ghiuselev, la poetessa romena Adriana Iftimie Ceroli e la saggista e critica Caterina Dominici.

A seguire performance su “Baudelaire, e la madre Caroline” di e con Federica Bassetti.

Roma, 14-21 Marzo 2019 c/o Micro Arti Visive

Le iscrizioni alle sei sezioni (poesia, letteratura, arti grafiche, 
musica, giornalismo, recitazione) del Premio “Otto milioni” 2019 
saranno aperte fino al prossimo 12 marzo.
Potrete consultare e scaricare i regolamenti al link:
https://www.emmegiischia.com/wordpress/bandi-completi/

Il Dispari 20190225

Editoriale

Poesia, narrativa, musica, arti grafiche, giornalismo e recitazione sono le sei sezioni dell’ottava edizione del premio “Otto milioni” 2019 ad iscrizione completamente GRATUITA

Con la pubblicazione odierna dei bandi relativi ai premi “Otto milioni” 2019, iniziano sia le nuove avventure annuali delle competizioni artistiche ad essi collegate; sia la composizione dell’antologia “Magari un brivido… “ che conterrà, tra l’altro, le opere finaliste di tutte le sezioni del premio i cui autori avranno manifestata l’intenzione di aderire alla proposta promozionale abbinata al suo inserimento nel catalogo della Casa editrice “Il Sextante” di Mariapia Ciaghi. Forse non tutti sapete che una mia forma mentale mi spinge sempre a volere rottamare le cose che non funzionano (recuperando pezzi di ricambio) e a modificare quelle che funzionano, perché credo che lo studio dei miglioramenti sia opportuno dedicarlo a ciò che abbia già dimostrato di valere qualcosa. Indubbiamente il premio “Otto milioni”, giunto alla ottava edizione, ha già dato prova di valere molto nel panorama artistico italiano se è vero che la proclamazione dei vincitori è diventato un appuntamento costante del Bookcity di Milano organizzato, vi ricordo per inciso, dall’Assessorato alla cultura del Comune di Milano con la collaborazione di varie Fondazioni d‘importanza internazionale tra le quali cito solo le Fondazione Feltrinelli, Corriere della Sera e la Repubblica. Quindi, secondo il suddetto principio, il Premio va cambiato… in meglio ovviamente, ed ecco che alle cinque sezioni del 2018 (poesia, narrativa, musica, arti grafiche, giornalismo) quest’anno se ne aggiungerà una sesta relativa alla “recitazione”. Le opere iscritte alle sei sezioni del premio continueranno ad essere giudicate con il consolidato sistema di votazione che desidero confermare anche per questa edizione. In sintesi si tratta di un sistema a quattro strati di votazioni per ciascuna sezione così riepilogabili: 1) selezione delle opere qualificabili escludendo quelle non corrispondenti alle norme dei regolamenti 2) selezione delle opere da mandare in finale attraverso il parere congiunto di Roberta Panizza e mio 3) votazioni opere finaliste a mezzo i siti web aderenti all’iniziativa, tramite coupon pubblicati sulla pagina culturale di questo quotidiano “Il Dispari”, e nelle antologie “Magari un brivido…” di prossima divulgazione 4) votazione opere finaliste tramite quattro Giurie completamente indipendenti una dall’altra. Per ognuna delle sei sezioni è stato preparato un bando con tutte le istruzioni utili alla iscrizione ed alla partecipazione al corrispondente premio.

In questa stessa pagina trovate il bando relativo alla sezione “Poesia”.

Per consultare tutti gli altri, che evitiamo di trascrivere per limiti di spazio, vi basterà accedere al link: https://www.emmegiischia.com/wordpress/otto-milioni-2019/Nella convinzione che anche dalla nostra isola d’Ischia sarete in tanti a voler partecipare, auguro a tutti un caloroso in bocca al lupo Bruno Mancini

Premio internazionale di poesia “Otto milioni”

REGOLAMENTO ottava edizione 2019 – TEMA LIBERO

1. L’iscrizione al Premio è completamente gratuita per TUTTI. 2. Una commissione nominata da Bruno Mancini provvederà a selezionare in maniera insindacabile le poesie che parteciperanno alla fase finale del Premio. 3. I Soci dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” avranno diritto ad iscrivere UNA loro poesia direttamente nel gruppo delle finaliste, purché rispettino quanto prescritto negli articoli successivi di questo regolamento. Sono esclusi da questa opportunità i Soci DILA che saranno, eventualmente, inseriti in una Giuria della sezione poesia del Premio. 4. Gli Autori che hanno già partecipato ad una qualsiasi delle Antologie pubblicate da Bruno Mancini sono equiparati agli Associati DILA. 5. Autori italiani e stranieri potranno iscrivere al Premio non più di 4 poesie ciascuno. 6. Le poesie iscritte al Premio: a) non dovranno avere ricevuto precedenti premi; b) dovranno essere inviate in formato word a emmegiischia@gmail.com; c) dovranno essere scritte in lingua italiana d) dovranno essere composte da un massimo di 30 righe (compreso il titolo ed eventuali spazi bianchi tra i versi e/o tra le strofe). e) potranno essere scritte in una delle seguenti lingue <arabo, francese, inglese, lettone, russo, spagnolo> purché, SOLO in questo caso, siano accompagnate dal versamento di 10.00€ ciascuna come contributo per la traduzione in italiano che verrà effettuata da poeti collaboratori dell’Ass. DILA. Tali versamenti andranno effettuati sull’IBAN che verrà indicato in maniera privata. 7. A richiesta degli Autori, TUTTE le poesie finaliste potranno essere pubblicate nell’antologia “Magari un brivido… ”. Tale loro pubblicazione sarà subordinata all’ordine di acquisto di almeno due copie dell’antologia. L’antologia sarà regolarmente provvista di un codice ISBN. Il prezzo di copertina del volume in bianco e nero sarà di 22.00 € e la stampa avverrà entro settembre 2019. 8. L’Autore, per partecipare al Premio, dovrà compilare in tutte le sue parti la dichiarazione annessa a questo regolamento e dovrà inviarla a emmegiischia@gmail.com debitamente firmata, insieme al file della poesia proposta. 9. La votazione conclusiva che designerà la poesia vincitrice, avverrà sommando i punti ricevuti mediante: a) link ai siti web che aderiranno all’iniziativa (1 voto = 1 punto); b) coupon inseriti nelle testate giornalistiche che aderiranno all’iniziativa (1 voto = 10 punti); c) schede allegate all’antologia “Magari un brivido…” (1 voto = 30 punti), d) voti espressi da giurie nominate da DILA e dagli sponsor del premio -i punti totali assegnati a ciascuna Giuria saranno pari al totale dei punti espressi al capo a. 10. Le poesie per partecipare al Premio dovranno pervenire, nella loro stesura finale, a emmegiischia@gmail.com entro e non oltre il 10 MARZO 2019. 11. I nomi dei finalisti saranno annunciati entro il 30 marzo 2019. 12. La classifica finale sarà resa nota in una data compresa tra il 10 ottobre e il 31 dicembre 2019. 13. La cerimonia di premiazione dei vincitori avverrà in una data compresa tra il 20 ottobre e il 31 dicembre 2019. La data e la località della premiazione saranno rese note ai finalisti con un preavviso di almeno 10 giorni. 14. Trattandosi di un premio ad iscrizione COMPLETAMENTE GRATUITA, Bruno Mancini si riserva il diritto di effettuare qualsiasi variazione a questo regolamento, e gli Autori, inviando i propri testi, ne prendono atto in maniera definitiva.

 

Due mie poesie dedicate.

Dalla raccolta di poesie “La sagra del peccato” (1957 – 2003): Nella foresta

Nella foresta di alghe marine boccaglio e maschera, furtivo, smuovo la tana della murena; è già matura la mia fobia. La piccola occhi celesti gote di rosso furente inquieta, sotto un monte di gocce salate, nella tana della murena; è già deciso il mio ritiro. Ma quando andremo a caccia di meduse? Dove? In cerca di tartufi, a cogliere ciliegie? E poi? In giro in bicicletta, al cinema all’aperto? La mia passione è pazza. Se fosse figlia la chiamerei Viviana.

Dalla raccolta di poesie “Non rubate la mia vita” (2005 – 2007): Sembri

Oggi. Oggi dai trespoli selvagge cocorite oggi da Chio sovrana tralci di vitigni oggi etiopi zefiri ambrati giallo deserto di sabbie egiziache oggi sui prati delle tue lusinghe affascinanti. Così o come nel fertile appanno la goccia sul vetro. —°°°—°°°— Domani. Domani ti pongo addosso trina d’Alsazia domani raggiante ritorno d’incenso e di eucalipto domani che dipana i nostri intrighi le foto con sorrisi le lettere d’amore domani incise negli angoli dei mondi dal picco della mia follia. Discesa o risalita con docile affanno la mano alla roccia. —°°°—°°°— Oggi o domani. Oggi o domani forse ingorde speranze sonnamboliche ipnosi nella veglia incredula della nostra vita. Atlante affaticato io resto piolo. Calliope appartata tu sembri una sposa. Bruno Mancini

DILA

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APP’S AMORE – Presentazione del libro

APP’S AMORE – Presentazione del libro

APP’S AMORE

Angela Maria Tiberi ha ricevuto da
Maria Rizzi <maria.rizzi@fastwebnet.it>
e volentieri pubblica:-

“Miei cari,
vi aspettiamo numerosi sabato 23 febbraio alle ore 18.00, presso la libreria Horafelix , via Reggio Emilia, 89, per la presentazione del libro rivoluzionario, sociologico e attuale di Paloma, uno pseudonimo, che cela una persona a noi molto cara.

Si tratta di un testo di grande originalità, in quanto tratta la tematica delle relazioni “ semi – reali in un mondo quasi virtuale”, per dirla con parole sue.

Uno spaccato autentico del tempo che viviamo, che ha profondi risvolti sociologici, ironici e umani.

Dopo l’evento, per coloro che lo desiderassero, sarà possibile fermarsi alla cena – buffet – presso la Libreria: antipasti, primo, secondo e dolce per 12 euro.

Occorre prenotarsi TEMPESTIVAMENTE!

Vi ringrazio in anticipo, vi attendiamo numerosissimi e, come sempre, vi abbraccio!

Maria Rizzi 

Angela Maria Tiberi

Presidente Sede operativa Pontinia Dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA”

VIA GIUSEPPE VERDI 39 04014 PONTINIA, Cel. 3205584216

DILA sede operativa Pontinia

“Da Ischia L’Arte”  – Associazione culturale

Bruno-ManciniI6

Presidente

Bruno Mancini

 

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Il Dispari 20190211 – Redazione culturale

Il Dispari 20190211 – Redazione culturale

Il Dispari 20190211

Editoriale

Invito alla lettura “Promo uno” di Bruno Mancini, copertina morbida con rilegatura termica, 50 pagine, prezzo € 6,00 (IVA esclusa), stampa in 3-5 giorni feriali, ISBN 9780244448769, copyright Bruno Mancini (licenza di copyright standard), prima edizione, pubblicato l’8 gennaio 2019, ID 23942055, acquistabile presso l’edicola in piazzetta San Girolamo a Ischia e al link http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/promo-uno/paperback/product-23942055.html, è un florilegio di poesie tratte dalle raccolte: Davanti al tempo; Agli angoli degli occhi; Segni; Sasquatch; La sagra del peccato; Incarto caramelle di uva passita; Non rubate la mia vita; Io fui mortale; La mia vita mai vissuta; Non sono un principe.

Tutte le poesie saranno pubblicate in questa pagina a partire dalla prossima settimana.

Antonio Gerardo D’Errico: “Ischia è la mia estate ideale”

Di Michela Zanarella Antonio Gerardo D’Errico è poeta, scrittore e sceneggiatore. Nato a Monteverde, un meraviglioso borgo in provincia di Avellino, vive da anni a Milano, ma è da sempre affascinato da Ischia. Premio Grinzane Pavese nel 1998 e nel 2000.

Ha scritto numerosi testi di argomento musicale.

Nel 2011 pubblica per Rizzoli la biografia di Eugenio Finardi, Spostare l’orizzonte, scritta insieme al cantautore milanese e, nel 2015, esce presso Mondadori con la biografia di Pino Daniele, Je sto vicino a te, scritta insieme a Nello Daniele, fratello di Pino. Il suo esordio nella letteratura di genere noir gli vede assegnare il terzo posto dalla giuria dei lettori al “Premio Scerbanenco, Courmayeur noir in festival”, con l’opera per ragazzi Il Discepolo, ispirato ai fatti di cronaca legati alla sette sataniche.

Successivamente dà alle stampe l’originale thriller sul mondo della scuola, La governante Tilde.

Con “Morte a Milano” ritorna al noir tematico di genere, dopo aver pubblicato da poco per Controluna edizioni la delicatissima silloge poetica dal titolo Amori trovati per strada.

Michela Zanarella:-

Antonio Gerardo D’Errico, il suo percorso letterario è segnato da tanti riconoscimenti e numerose pubblicazioni: dalla poesia, al noir, dai romanzi alle biografie di personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo. Cosa rappresenta per lei la scrittura?

Antonio Gerardo D’Errico:-

È la vita, che ci rappresenta in ogni sua parte. Nella scrittura c’è la gente con i suoi tormenti, i suoi dolori, i suoi affanni, le sue delusioni in attesa che qualcuno si accorga che tutto questo esiste. In uno sguardo c’è l’essenza della meraviglia incontenibile dell’universo, c’è la gioia e la bellezza. A me è stato sempre chiaro che scrivere e vivere sono la stessa cosa; portano in sé la bellezza e il tormento del tempo che passa, della fatica di rendere verità ai giorni con le azioni e con i pensieri. È sempre un affanno, i sensi in tumulto, la presenza di qualcosa che sfugge che mi inducono a fare luce, a rendere chiarezza. È un esercizio fisico la scrittura, come la vita. È una passione che eleva e che atterra, come la vita. È il ricordo di un amore mai estinto, la perdita di una persona cara, l’idea che qualcosa di nuovo interverrà che ci fanno credere che tutto abbia un’origine e una permanenza. C’è chi scrive per essere qualcuno: questa è la vera sconfitta dell’arte. È la vita che ci rende qualcuno o nessuno: fa male o fa bene, è la vita che decide l’uno o l’altro sacrificio. La scrittura accomuna nel bene o nel male. La scrittura è incontro con gli altri: incontrarsi sempre e solo con se stessi è una noia prima che una follia.

Michela Zanarella:-

Recentemente ha pubblicato una raccolta di poesie “Amori trovati per strada” e un noir “Morte a Milano-Ernest”. Ce ne vuole parlare?

Antonio Gerardo D’Errico:-

La poesia è la ricerca di una verità che rende folli quando le parole mancano per sondare un universo che rimane inconosciuto. È un limite. Ma si fa elevazione non appena le immagini rappresentano un’idea che colpisce al cuore. Amori trovati per strada sono la descrizione di quell’euforia e quella bellezza sorprendenti e spasmodiche che ci toccano l’animo per un incontro imprevisto, rendendoci uomini in mezzo ad altri uomini. La poesia d’amore è una fiammella di speranza che riscalda o lascia atterriti, senza speranze. Io cerco sempre un approdo di bene nelle mie peregrinazioni vissute o solamente descritte. E questa mia ricerca viene spesso ripagata dalla quiete del corpo e della mente che dà pace e fiducia. Una breve poesia della raccolta mi dà il senso stesso dell’essere vivi e limitati in un angolo di universo, mentre il respiro si fa leggero come se un desiderio di eternità fosse arrivato per portare conforto: “Torneremo insieme/ a guardare i tramonti/ tenendoci per mano”. Morte a Milano, invece, è la mia ultima pubblicazione di genere noir. Anche in un genere così inseguo con l’immaginazione la follia, per poterla catturare e vincere, magari dopo aver fatto scorrere sulla carta volumi necessari di sangue malato. E alla fine della narrazione, si arriva, anche in questo in caso, alla quiete che lascia il respiro sereno. Cambiano le immagini, i moventi, i personaggi e gli incontri. Diversa è l’ambientazione. Ma l’esito della parola scritta sull’animo umano non cambia. La sua efficacia supera i generi, perché per chi sa accogliere i suoi suggerimenti si fa necessariamente pensiero oltre che distrazione.

Michela Zanarella:-

Lei è nato e cresciuto a Monteverde, un meraviglioso borgo in provincia di Avellino, Cosa le ricorda Ischia?

Antonio Gerardo D’Errico:-

Ischia per me è l’estate ideale. La consociamo tutti: è mare, sole, terme, spiagge naturali. È cordialità di un popolo tanto accogliente e laborioso. Negli ultimi tempi, spiacevolmente, la sua bellezza viene oltraggiata dai racconti mediatici, in cui si mescolano politica, legalità e quel solito tocco di pregiudizio, confondendo i diversi piani di giudizio. Sono sicuro che la gente dell’Isola, dal cuore grande, non è propensa a chiedere di chiudere un occhio per pura convenienza; ma reclamerà un confronto, perché quanto è anomalo venga normalizzato in maniera razionale. Non vado oltre in un argomento tanto offensivo per chi lo fa e chi lo subisce. Il cuore della gente dell’Isola è aperto alla verità, come hasempre dimostrato di essere. Ischia non ha bisogno di essere difesa, è la sua bellezza a difenderla, la cura e le attenzioni dei residenti che l’hanno preservata nelle sue bellezze naturali. I tramonti sulle scogliere di Casamicciola sono poesia, i suoi colori, i suoi profumi, sono benefici per lo spirito e per la mente. Abbagliano i colori del mare coi suoi flutti spumosi, i rumori del porto, le scogliere a picco sul mare. Il castello Aragonese di Ischia è un monumento di ingegno e di bellezza. Le colonne di roccia calcarea emergenti dall’acqua del mare di Lacco Ameno sono meravigliose, come le case del paese oltre la riva e le colline verdeggianti in alto. A Ischia si arriva e si dimora tra la bellezza e l’accoglienza. Questa è la verità che mi affascina più di ogni altra cosa.

Le poesie di Angela Maria Tiberi

Queste poesie sono dedicate dalla Prof.ssa Angela Maria Tiberi, (Opinionista di questo giornale, Presidente delegata Regione Lazio Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”; Presidente delegata Regione Lazio Accademia “Arte e Cultura” di Michelangelo Angrisani; Presidente delegata Regione Lazio Associazione internazionale “La pulce letteraria”; Ambasciatrice Associazione internazionale “Magna Grecia Latina-New York”; Membro speciale “A.L.I.A.S” Melburne; con profonda stima e ammirazione ai Professori della Clinica Annunziatella di Roma: MASSIMILIANO BRUGNOLO (Specialista in Anestesia Rianimazione e Terapia Intensiva e del Dolore). Bellissimo uomo dagli occhi profondi che toccano l’anima del paziente e donano fiducia all’equipe della sala operatoria. Dolcemente ci addormentiamo con la fede di estirpare il male che affligge il nostro corpo umano. Sa amare chi gli tende la mano donando il suo cuore umano. LUIGI DE SANTIS (Specialista in Chirurgia Generale chirurgia tradizionale e mini-invasiva; laparoscopia e robotica). Meraviglioso chirurgo dalla profonda umanità con dolci mani come ali di farfalla operi con magnificenza e altissima maestria lasciando nell’anima del paziente gioia ed allegria, estirpando la parte ammalata doni ristoro al disperso nel deserto della sofferenza. Ti amiamo e siamo grati al SIGNORE di aver conosciuto un uomo stupendo di rare virtù. Poeticamente ci sentiamo vicini e la distanza del LEI non sentiamo perché profondamente ci sentiamo uniti come le acque del cielo e dell’amorevole Terra a cui noi apparteniamo. GIANCARLO STAZI (Specialista in Cardiologia e Terapia intensiva, Geriatria e Medicina interna). Ammirevole professionista dal cuore di un’immensa umanità come l’Universo a cui noi apparteniamo, ci incoraggi tenendoci per mano con semplicità i tuoi occhi sono dolcissimi come il miele appena raccolto dandoci coraggio e riattivando la nostra vitalità appassita e indebolita dai mali fisici. Uomo di profonda cultura e pioniere di nuove tecniche cardiologiche insegni con umiltà e illuminante genialità. Ti amiamo e dolcemente ci incamminiamo insieme verso i valori profondi della vita che rendono eterni il nostro passaggio in questa società.

Il Dispari 20190204

Il Dispari 20190204 – Redazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”: premiazione vincitori “Otto milioni” costituzione della “Cooperativa uniti si vince – CUSIV” Accolti dalla premurosa e cortese ospitalità di Riccardo Leonini, Presidente dell’Associazione “Sinergie Solidali”, lo scorso 27 gennaio, nella sede sociale dell’Associazione romana, DILA ha effettuata la cerimonia di premiazione dei vincitori delle cinque sezioni (musica, arti grafiche, giornalismo, narrativa, poesia) del premio internazionale “Otto milioni” edizione 2018. L’incontro culturale è stata presentato da Mariapia Ciaghi nella duplice veste di titolare della casa Editrice “Il Sextante” che ha stampata l’antologia “Una pagina, un’emozione” (nella quale sono state pubblicate tutte le opere finaliste del premio), e di Direttrice del magazine “Eudonna” ove è presente una rubrica del made in Ischia la cui redazione è affidata al sottoscritto. Caterina Guttadauro La Brasca, opinionista di questa pagina nonché vincitrice del premio di narrativa “Otto milioni” edizione 2018, insieme a Milena Petrarca, vincitrice del premio di arti grafiche “Otto milioni” edizione 2017 realizzatrice delle splendide decorazioni che hanno impreziosito le pergamene consegnate ai vincitori, hanno condotto l’incontro con tanta ma tanta simpatia e professionalità. Angela Maria Tiberi, presidente della sede operativa DILA del Lazio, purtroppo assente per motivi di salute, non ha fatto mancare la sua vicinanza inviando, tramite la vicepresidente Flora Rucco, un affettuoso messaggio rivolto a tutta l’organizzazione e a tutti i partecipanti all’evento. Silvana Lazzarino, Giuseppe Vultaggio, Dalila Boukhalfa, Josep Barcelò, Milena Petrarca, Mariapia Ciaghi e Felice Maria Corticchia hanno ritirato personalmente le pergamene loro assegnate.

L’elenco di tutti i premiati è già stato precedentemente pubblicato in questa pagina.

Oggi abbiamo il piacere di proporre in anteprima alcune immagini particolarmente evocative dell’incontro che si è dipanato attraverso personaggi provenienti non solo dall’Italia ma anche da altre nazioni bagnate dal mar Mediterraneo. Dalila Boukhalfa dall’Algeria, Manal Serry dall’Egitto, Joan Jos Josep Barcelò I Bauçà dalla Catalogna, più che un semplice saluto hanno scambiato simboli e sentimenti di amicizia e di collaborazione con tutti i premiati, con gli organizzatori e con tutti i delegati delle associazioni che seguono con interesse i progetti made in Ischia realizzati dalla nostra Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Costituzione della “Cooperativa uniti si vince – CUSIV”

L’incontro, iniziato nel primo pomeriggio, è proseguito fino a tarda sera in seguito all’effettuazione di una riunione atta a creare le premesse per la fondazione di una cooperativa di Associazioni legalmente costituite aventi come comune scopo statutario la realizzazione di attività di carattere artistico e/o culturale e/o sociale. Da tutti i delegati delle Associazione qui di seguito in elenco, all’unanimità, è stata messa a verbale l’intenzione comune di giungere all’obiettivo fissato attraverso alcuni passaggi che dovranno favorire la coesione e la collaborazione necessarie affinché CUSIV (questo è il nome che verrà dato alla “Cooperativa Uniti Si Vince”) nasca su basi solide di stima e di rispetto reciproco nel nome della pace, dell’arte, della cultura e della solidarietà sociale. Fermo restando che ogni Associazione sarà autonoma nel decidere se aderire o meno a tutti i futuri sviluppi che si articoleranno fino alla costituzione della Cooperativa, e stabilito che le eventuali richieste di adesione provenienti da altre realtà associative dovranno essere singolarmente valutate, la riunione si è conclusa affidando ad Angela Maria Tiberi e al sottoscritto il compito di creare un gruppo di lavoro che si attivi per concretizzare quanto prima le intese raggiunte. Hanno sottoscritto tale intesa i 31 delegati di: A.L.I.A.S. ACCADEMINA ITALIA AUSTRALIA SCRITTORI PRESIDENTE GIOVANNA GUZZARDI ACCADEMIA ARTE E CULTURA DI MICHELANGELO ANGRISANI ANCI LAZIO PRESIDENTE NICOLA MARINI ARCHEO CLUB DI SERMONETA PRESIDENTE SONIA TESTA ASSOCIAZIONE BEETHOVEN PRESIDENTE LUCA HOTI VICE PRESIDENTE ASSUNTA GNEO ASSOCIAZIONE CULTURALE DA ISCHIA L’ARTE – DILA PRESIDENTE ROBERTA PANIZZA ASSOCIAZIONE CULTURALE LATINA MUSICA CLASSICA DIRETTORE FRANCA POMIPILI ASSOCIAZIONE GABRIELE DE IULIS PRESIDENTE GABRIELE DE JULIS ASSOCIAZIONE IL CONVIVIO PRESIDENTE ANGELO MANITTA ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE ALTIRPINIA PRESIDENTE AUGUSTO VERDEROSA ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE LA PULCE LETTERARIA PRESIDENTE ANGELA DIBUONO ASSOCIAZIONE MAGGIO SERMONETANO PRESIDENTE MASSIMO GENTILE ASSOCIAZIONE MAGNA GRECIA LATINA NEW YORK PRESIDENTE MILENA PETRARCA ASSOCIAZIONE NEDIMEO PRESIDENTE LUIGI COSTANTINI ASSOCIAZIONE NUOVA IMMAGINE PRESIDENTE FRANCO BORRETTI ASSOCIAZIONE PF PRESIDENTE UGO DE ANGELIS BANCA MEDIOLANUM TOP GLOBAL FAMILY BANKER RENATO PALOMBI CASA EDITRICE IL SEXTANTE DI MARIAPIA CIAGHI CENACOLO ACCADEMICO EUROPEO POETI NELLA SOCIETA’ PRESIDENTE PASQUALE FRANCISCHETTI CIRCOLO IPLAC PRESIDENTE MARIA RIZZI CONSULTA DELLE DONNE COMUNE DI NORMA PRESIDENTE LIDANO LUCIANA F.I.D.A.P.A. PRESIDENTE MARIA CICCARELLI FEDERAZIONE ROM PRESIDENTE SANTINO SPINELLI FONDAZIONE FRANCESCO TERRONE PRESIDENTE FRANCESCO TERRONE FONDAZIONE INTERNAZIONALE SILVANA ARBIA PER I BAMBINI SOLDATO DEI GRANDI LAGHI AFRICANI GIORNALE QUOTIDIANO IL DISPARI DI GAETANO DI MEGLIO IBEDART PEACE PACE PRESIDENTE MANAL SERRY MAGAZINE EUDONNA DIRETTO DA MARIAPIA CIAGHI MUSEO DELLA MUSICA DIRETTORE CLAUDIO PARADISO MUSEO DELLA TERRA PONTINA DIRETTORE FRANCESCA FRANCESCONI NUOVO CENACOLO DELLA POESIA PRESIDENTE VINCENZO CACCAMO INFO: emmegiischia@gmail.com – Tel 3914830355 (tutti i giorni dalle ore 12 alle ore 23) Bruno Mancini Il Dispari 20190128 – Redazione culturale

LAMENTO DI UN CRISTIANO

Sig.r Ministro, sono Francesco Terrone, un ingegnere ma prima di tutto un lavoratore come tanta altra gente! Mi alzo la mattina di buon’ora e lavoro per 15 ore tentando di creare condizioni di benefici non solo per me e la mia famiglia, ma anche per i miei collaboratori e dipendenti. Sono un poeta: la poesia mi ribolle nel cuore come un magma fino a considerarla la mia ragione di vita e con i miei versi cerco di accarezzare il cuore della gente, di tutti quelli che sono più affranti dalla vita: bambini, anziani, poveri, donne e uomini abbandonati alla miseria. Sig.r Ministro, non sono un politico di appartenenza; non sono né di destra, né di sinistra, né mi sento piantato al centro! Sono un uomo che ama la politica nel suo senso più originale: arte che riguarda la polis, tecnica che attiene alla città, alla società. Ho delle idee e cerco di condividerle con gli altri. Da anni cerco di riscattare il mio Sud, la gente della mia terra e lo faccio con fatica ma determinazione perché non ho mai permesso e non consentirò mai che i miei conterranei possano essere considerati degli sfaticati o perditempo; la gente del Sud getta il sangue, ma ancora oggi non viene apprezzata! Sig.r Ministro, circa trent’anni fa ho subito una grave discriminazione da parte di un certo tipo di Nord, da parte di alcuni brianzoli senza dignità e rispetto verso il prossimo, fomentatori di odio e rabbia, distruttori di quei valori cristiani di cui la nostra cultura dovrebbe essere intessuta, di cui la nostra pelle dovrebbe essere imbevuta.

E invece no!

Un certo professore Miglio già allora cominciava a far serpeggiare quell’ideologia fatta propria e accentuata da Bossi che ha usato la bandiera italiana come strumento non di rispetto e dignità per la nostra amata Italia, ma come elemento per issare in alto principi e valori che speravo non potessero mai entrare a far parte del bagaglio sociale, culturale, valoriale di noi popolo italiano. E pensai bene di sottolineargli che la bandiera italiana in mani sue non doveva essere considerata un lurido gioco. La bandiera è la nostra identità e le 501 rose verdi, bianche e rosse che gli inviai, vollero essere un fine omaggio per gridargli il mio far parte dell’intera Italia, la mia appartenenza non in maniera chiusa e semplicemente patriottica, ma sempre con una apertura non solo verso tutti i cittadini italiani ma con uno spiraglio anche oltre i confini territoriali; gli volevo comunicare che le differenze, soprattutto all’interno di una nazione, non sono una ricchezza ma una inutile chiusura. Oltretutto già sapere che l’Italia è circondata per la gran parte dal mare, induce a pensare inevitabilmente ad un paese capace di grandi slanci, di importanti incontri, di un continuo approssimarsi di popoli e culture sempre dialoganti. Sig.r Ministro, il verde originale con cui da sempre si è colorato il suo partito, imbavagliato in colletti bianchi stretti da cravatte verdi, vorrebbe dare l’impressione che, negli ultimi tempi, abbia cambiato la sua natura, la sua primitiva originalità.

Niente affatto: la Lega è sempre la stessa!

Sig.r Ministro, non amo ingerenze da parte di prepotenti nazioni che vorrebbero padroneggiare nella nostra amata Italia ma non ho mai temuto la possibilità di aprire dialoghi anche con chi avrebbe la pretesa di voler entrare in Italia e fare i proprio comodi. La pluralità appartiene ad ogni essere dotato di intelligenza e solo dalla capacità di aprirsi al confronto è possibile crescere, capire, arricchirsi. Ed ecco perché, nel mio piccolo, sto lavorando ad un progetto di dialogo interreligioso e lo sto facendo tramite una nobile arte: la poesia. Sono autore di Meditationes De JesuChristi Passione A.D. MMXII-Via Crucis, le mie riflessioni sulla passione di Gesù Cristo la cui lettura sta avvicinando tutti, tutte le diverse religioni per capire quali sono le differenze che ci appartengono e, soprattutto, cosa ci rende uguali. Io sono vicino a tutti: a chi è ricco, a chi è povero, a chi soffre, a chi si dispera per vivere, a chi con la forza si arrampica alla vita; il mio cuore è sempre aperto anche verso chi, disperato, lascia la propria terra e spera di poter navigare in alto mare per giorni, mesi con la speranza sempre viva di poter approdare ad una costa che lo accolga. Soccorrere in mare, ricevere chi viene portato dal mare,è un dovere morale perché l’unica razza che io conosco è quella umana. Siamo un popolo di cristiani che ha dimenticato l’essenza della cristianità; siamo un popolo di cristiani che non ricorda più i valori di cui il Vangelo è impregnato; siamo un popolo di cristiani che in silenzio sta andando verso un baratro irreversibile; neppure alcuni autorevoli uomini di Chiesa sanno più cosa significa aprire il proprio cuore e la propria terra all’altro perdendosi dietro elucubrazioni teologiche. Siamo uomini capaci di coccolare e curare all’ennesima potenza gli animali fino ad umanizzarli, nutrendoli anche con cibi prodotti da chef pluristellati, ma paradossalmente siamo uomini incapaci di porgere la propria mano e donare aiuto all’essere umano che veramente ha bisogno.

Sig. Ministro, non perda un solo istante.

Accanto al tempo impiegato per ideare ed organizzare politiche di assistenza e di sviluppo per l’Italia egli italiani, si crei la possibilità e lo spinga la voglia di andare ad abbracciare quegli uomini anche dalla pelle nera ma col sangue sempre rosso. Potrebbero essere una ricchezza per il nostro paese che, pur possedendo bellezze, capacità creativa, comunicativa, di reazione,di saper usare belle parole di comodo, ha la pecca di non avere alcuna risorsa naturaleche possa creare sviluppo industriale ed economico. L’Africa, al contrario, pur essendo oggi un paese divorato dalle multinazionali e dai grandi padroni (anche paesi europei)che si arricchiscono sulla debolezza degli altri stati, potrebbe avere tutte le potenzialità di espansione perché è il loro territorio ad essere giacimento di risorse naturali (petrolio, oro, diamanti, carbone). Pertanto ritengo che il futuro del mondo, e questo già lo hanno capito i cinesi, sia l’Africa! Sig.r Ministro, lei che è il Ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio dia l’esempio; convinca il presidente Conte ad organizzare politiche di accoglienza, condivise dal resto d’Europa, per riuscire a far sì che questo prezioso dono che giunge dal mare possa diventare un patrimonio che possa fruttare, da cui far nascere possibilità di crescita, di costruire ponti e non barriere per evitare che, domani, gli stessi africani possano chiuderci la porta in faccia nel caso avessimo bisogno.

Sig.r Ministro, il Mediterraneo non ha bisogno di poliziotti, ma di mediatori, di chi sa costruire e non distruggere.

Ci è necessaria non la propaganda politica, ma una politica di tolleranza, collaborazione, di strategie economiche e sociali. Sig.r Ministro, io sono un cittadino, mi presto alla filosofia ma uso i numeri per lavorare mantenendo certa la necessità di far quadrare i conti e sono sicuro che con i giusti calcoli e le adeguate analisi si trovi sempre la migliore soluzione. Sig.r ministro, spero che le mie parole possano raggiungere la sua sensibilità quanto meno per sperare di far nascere in lei la volontà di fermarsi e cominciare a riflettere.

SOFFIO

Nasciamo con un respiro e moriamo con un sospiro. Vento forte, che riempi la mia vita, fa in modo di colmare il mio cuore di Via, Verità e Vita tanto da poter aiutare chi ha fame, chi soffre e chi muore in galere prive di luce 30 gennaio 2019

Francesco Terrone Ordine dei giornalisti della Campania

 

Il Dispari 20190128

Il Dispari 20190128 – Redazione culturale

Editoriale

Due capitoli iniziali del mio racconto “Così fu” tratto dalla raccolta “Per Aurora volume quinto”.

PARTE 1 – Capitolo 1

Ieri. Soltanto ieri. Finalmente, ho carpito dalle grinfie avide dei mercenari acquattati in ogni dove al soldo d’invadenti multinazionali, i tempi ed i modi per una voluta prigionia, ed ho serrato le porte nell’attesa di muovermi verso i luoghi delle mie origini. Metaforicamente, praticamente, completamente. L’assalto continuo, attraverso proposte indicanti modi d’essere adeguati agli inutili prodotti che i padroni universali del commercio e dei servizi inviano a pioggia di grappoli dai contorni impalpabili come foschia estiva di primo mattino, assume virulenze epidemiche una volta giunto a contatto con le blande aspirazioni di tranquillità e di serena assuefazione al ritmo quotidiano proprie di esistenze vissute senza sprechi e prive di inutili orpelli. Semplici, essenziali, autonome. Le menzogne ballerine, create ad immagine di lusinghe dai loro maghi prezzolati, saltellano allegramente ben oltre ogni perdonabile entusiasmo, frattanto che abbattono ostacoli a forma di evanescenti birilli ed ideologie di carta straccia, male, o per niente, supportate da nervose manovre atte a ripristinare condivisibili pretese di libertà individuali. Senza ritrosie, in ragione della forza amorale ricevuta dalle loro strutture interdipendenti, superano, con vigliacca disinvoltura gli specifici spessori delle singole vite incontrate lungo le vie che percorrono. Ne deriva una complessa organizzazione della socialità immemore dei suoi stessi scopi istitutivi. Mentre srotola piacevolezze esistenziali frammiste ad essenziali bisogni cognitivi ed impellenti necessità comunicative, essa, la falsa dignità universale – quella degli uomini invisibili oltre le cortine delle organizzazioni finanziarie, quella degli innominabili padroni del vizio e della schiavitù dei deboli, quella dei tizi in doppio petto sproloquianti in pubblico senza cuori brucianti all’interno del torace per giustizia ed uguaglianza, quella di tutti gli uomini animali da sé stessi assurti a mortificanti auto glorificazioni, quella dei nuovi Dei, meschini e blasfemi – essa la falsa dignità universale accaparra, tutto intero, senza pentimenti, l’indivisibile legame tra le vite ed i singoli uomini. Non ero convinto che fosse sufficiente, ma limitare il raggio di azione dei miei giorni futuri nel perimetro, orto compreso, di una vecchia casa colonica, mi era apparso il sistema più agevole per tentare la metempsicosi spirituale che intendevo costruire tra il mio passato ed il mio futuro.

PARTE 1 – Capitolo 2

Ieri. Soltanto ieri è stato il mio presente. «Va bene, ci sarò». Così risposi all’invito del Notaio Tramontore che si era premurato di notiziarmi del giorno e dell’ora in cui avrebbe dato lettura di un lascito in cui, a suo dire, io ero annoverato tra i beneficiari. Ricordo bene, fu lo scorso venerdì pomeriggio alle undici di mattina e per la ressa delle incombenze del fine settimana non tentai neppure di proseguire il colloquio chiedendogli da parte di chi provenisse il bene o informandomi di quale natura fosse il dono. «Va bene, ci sarò.» Appuntamento per il mercoledì successivo – ieri -, alle 18,30 in via Nuova Cartaromana ad Ischia. Lasciai l’appunto a Geltrude, smisi di pensarci e ripresi a sublimarmi ai confini dei sermoni laici, e ad impegnarmi per rendere ragionevoli gli eccessi comportamentali di frotte di miei assistiti, in parte piagnucolanti, urlanti, irritati per non gradire improvvise o temute truffe economiche provenienti da loro clienti – fornitori – enti – amici e personaggi comunque orbitanti intorno agli affari di cui si occupavano, ed in parte, questa ultima di gran lunga, maggioritaria, composta da storici frequentatori sollazzanti in ragione dei buon esiti previsti per le rivendicazioni che avevano affidato alla professionalità del mio studio legale. Certo idealizzavo, ma senza smettere, con intensità e concretezze molteplici e dissomiglianti, in momenti differenti dei giorni che seguirono, di volere il mio tempo e di dubitare. “E se non fosse questo?” mi chiedevo dapprima, e poi proseguivo traendone valutazioni simili a: “Dovrei scorrere le clessidre ateniesi romane egiziane cretesi micenee etrusche cinesi spartane. Babilonesi. L’America dei guappi dal pugno di ferro. L’Europa dei sudditi del pozzo pieno. Le folle africane prive dei nostri rimedi, ma vittime delle nostre opulenze. Arabi affaticati dal rispetto per gli insegnamenti scritti nei versetti dei loro libri sacri e dalla concomitante caccia agli infedeli.” Oppure continuando amareggiato: “Non è questo il mio mondo. Questo è solo un mondo di pazzi che impone, sottomette ed infine costringe falde enormi dell’umanità a scannarsi – dovrebbe essere incredibile – non solo per la necessaria sopravvivenza proveniente da un tozzo di pane, non solo per il superfluo benessere ottenibile da un litro di petrolio, ma finanche, anzi con maggiore cruenza, nella guerra senza regole battagliata per accumulare patrimoni che nessuno riuscirebbe mai a godere neppure in infinitesima parte (tante ville, tanti soldi, tanto tutto) da vivo o da morto su questa terra. Se non fossimo folli, useremmo i poteri per altri obiettivi. I neri valgono come i bianchi ed i bianchi valgono come i neri è un’affermazione quasi accettata, anche a prezzo di dolorosi stoici sacrifici ed amare sconfitte, da tutti i neri e da tutti i bianchi, ma non si ottiene lo stesso consenso se si afferma che i ricchi e i figli dei ricchi hanno gli stessi diritti dei poveri e dei figli dei poveri.” E quasi sempre concludendo con certezze e domande di arrendevole impotenza: ”Occorreranno nuovi secoli e nuove religioni e nuovi eroi. Se neppure in chimerica lontananza si avvista il freno capace di modificare le penose situazioni di disuguaglianze sociali, economiche e culturali che ci pervadono impregnando di egoismi i nostri atti, e se non è stata ancora assolutamente scalfita da moltitudini ribelli neanche l’apparentemente non eludibile «globalizzazione» – malvagia nelle intenzioni e perversa nei risultati-, fino a quando i Caino continueranno ad uccidere gli Abele?” Bruno Mancini Copertina morbida, 109 Pagine Prezzo € 11,06 (IVA esclusa). Stampa in 3-5 giorni feriali – ISBN 9781409281849 – Copyright Bruno Mancini (Licenza di copyright standard). Editore Bruno Mancini Pubblicato il 25 ottobre 2011 Pagine 109 Rilegatura Copertina morbida con rilegatura termica

http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-quinto/paperback/product-4636773.html

 

Adriana Iftimie Ceroli.

Dalla sua raccolta inedita “Cantico del cigno”, pubblichiamo in anteprima esclusiva la poesia: Amante   Non tocco il pullulare pagano trasudando di sventure tra pensiero e realtà, tra barlumi che vacillano nel vuoto esistenziale. Io sono ai margini dei reati amorosi, esiliata dai sognatori che vorrebbero spiarmi, buffoni! Andate a fare i giullari, questo è il mio indugio, toglietemi di dosso ogni inciucio della comune volgarità!

DILA

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