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Paul Polansky-
Gli occhi di un Poeta e lo sguardo di un Condottiero.
nuovo amico del progetto “La nostra Isola”
Quando sabato 26 Marzo sono entrato nell’aula del Liceo Classico Scotti di Ischia prendendo posto, a conferenza già iniziata, tra i “vivaci” studenti che l’affollavano al limite della capienza, ho guardato il relatore al centro del gruppo degli organizzatori ed ho avuta la conferma che la grandezza degli uomini è rintracciabile nei loro occhi.
Paul Polanshy ha gli occhi di un Poeta e lo sguardo di un Condottiero.
è stato grazie alle metodiche ricerche del Professore Ugo Vuoso che l’Isola d’Ischia ha goduto del privilegio dì accogliere una voce dell’Arte tra le più profonde e inquietanti presenti nell’attuale panorama mondiale.
Sì, infatti, Paul Polansky è scrittore di primissimo piano tanto da aver ricevuto il premio Human Rights Award, consegnatogli direttamente da Günter Grass.
L’iniziativa, promossa dal Ceic Istituto di studi storici e antropologici e da Casa della Poesia, si colloca nel ciclo di incontri del Festival Ethnoi, il festival delle minoranze culturali e linguistiche che si terrà a fine luglio a San Marco dei Cavoti
Poeta, scrittore, giornalista, storico, attivista per i diritti dei Rom, Paul Polansky, americano di origini ceche, ha pubblicato venticinque volumi, di cui quindici in versi, tra i quali spicca per importanza teorica “One Blood, One Flame” lavoro durato tre anni e formato da tre volumi di storie orali tratte dai racconti delle popolazioni Rom sparse in gran parte dell’Europa.
Millecinquecento pagine assolutamente eccezionali se solo si pensa che “gli zingari” hanno sempre evitato di raccontare le loro storie a coloro che definiscono “gadjo” cioè straniero.
La sua produzione letteraria include il romanzo “The Storm” costruito sui risultati di documenti relativi al campo di concentramento di Lety; “ Undefeated” poesie che colpiscono come un pugno nello stomaco, scolpite intorno ad un vecchio pugile ancora imbattuto che combatte da sempre spinto dalla voglia di resistere all’offensiva di una società ingiusta, perché egli sa che la partita non è mai perduta, né per se stesso né per la coloro che sostiene e difende; “UN-leaded Blood” una feroce accusa alle Nazioni Unite per la mancata assistenza sanitaria in tre campi profughi costruiti appunto dall’alto Commissario delle Nazioni Unite, nei quali 60 bambini zingari sotto i sei anni sono stati esposti a letali livelli di piombo.
Nel sito ufficiale di questo personaggio socialmente scomodo che poetizza i lati nefandi della psiche e delle azioni umane, proponendole in strofe dal costrutto ballerino ed anomalo ma attraverso le quali egli spiaccica con forza bruta sentimenti di paure, di angosce, d’impotenze, attraversati e sopraffatti da torture e speranze disattese, ebbene nel sito di questo Artista obnubilato dalla cattiveria e dal dolore, quasi fosse un paradosso, troviamo un avvertimento che lascia stupiti: “… gli scritti hanno un modo di svegliarti alle 3 di notte in un sudore freddo. Essi possono anche risvegliare la coscienza sociale più dormiente. Quindi non dire che non ti avevo avvertito.”
Forse, detto con molta ironia, tutti i rappresentati delle istituzionali culturali – politiche, sociali ed amministrative – della nostra isola per colpa di quella frase hanno avuto, per una volta legittimamente, paura dell’Arte decidendo di restare seduti sulle loro comode poltrone continuando a leggere le avventure di Topolino.
Per la loro assenza la cultura non ne si è sentita mortificata, ma anche una singola loro eventuale partecipazione avrebbe potuto essere un benefico stimolo in favore della promozione turistica della nostra isola.
Bruno Mancini
La poesia “Ti cerco” di Roberta Panizza, nella traduzione poetica in inglese di Antonio Mencarini tratta dall’antologia
“Ischia un’isola di…”
Ti cerco
Mischia i cuori la sorte-destino
e li getta sul tappeto morbido dei sogni
prato di steli curvi di rugiada
che nello sciogliere dell’indaco
ancora non credono al mattino.
E’ fragore di luce al magnesio questo giorno
e nulla dice ai passi confusi sul selciato.
Ma io ti cerco
in faccia alle intelligenze del creato
che sanno forse i miei ti voglio
certezza e senso ancora
nella pallida sequela dei tramonti.
Looking for you
Fate shuffles hearts throwing them
on the soft carpet of dreams
meadow of dew – bended stalks
which don’t believe yet in the dawn,
despite the dissolving indigo.
This brand-new day is a magnesium flash
that doesn’t tell anything to the indistinct
steps on the paving.
I’m looking for you in all creation features:
maybe they know my I want you
absolute certainty and meaning
in the pale succession of sunsets.
(Traduzione poetica di Antonio Mencarini)