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Nicola Pantalone
“Di solito non riesco a scrivere niente su di me, anche perchè i reumatismi non permettono simili contorsioni, per cui preferisco, se ce ne fosse bisogno, che altri scrivano su di me, con una matita dalla punta dolce…possibilmente.”
Nick Pantalone nasce il 15 agosto del 1943, sotto il segno zodiacale del leone e sotto le bombe, che scendevano copiose dall’azzurro cielo napoletano.
A 10 anni canta per la prima volta in pubblico, al ristorante Di Massa, davanti a tutta la sua famiglia riunita.
Ben presto si rende conto che la Musica sarà una componente essenziale della sua vita.
La sua famiglia non ha però mezzi sufficienti a fargli prendere lezioni. Gli comprano una chitarra con la quale egli si esercita per 5 o 6 ore al giorno, abitudine che gli vale l’appellativo di “monaco” da parte del padre.
Spesso Nick si “imbuca” nelle sale dove le orchestre provano per gli spettacoli serali nei locali più in del periodo, tipo il Rancho Fellone e il Monchey Bar.
Accolgono, quasi sempre, con simpatia, lui giovanetto, così attento e desideroso d’imparare, soprattutto la chitarra.
La prima grande occasione, Nick la ha quando il chitarrista Franco Di Costanzo, che si esibiva alla Cambusa, si amnmala e viene chiamato per sostituirlo quel sedicenne che strimpella, insieme ad altri amici, sul muretto del Box Bar.
Fino al 1968 suona con vari gruppi in numerosi locali.
Dal 1968 appunto, conscio della sua maturità artistica , comincia a cantare e a suonare da solo.
Nick Pantalone ha un vasto repertorio che spazia dalle classiche canzoni napoletane, alla musica leggera italiana ed internazionale,alla musica brasiliana, con un occhio strizzato al jazz.
C’è chi lo paragona a Paolo Conte, a Luigi Tenco, a De Andrè…
“la mia musica è tutta la musica, è la somma delle musiche che ho ascoltato”.
Nel 1971. suonando l’armonica a bocca, partecipa alla colonna sonora del film “Cosa è successo tra tuo padre e mia madre” diretto dal grande Billy Wilder.
Nei suoi inverni a Monaco di Baviera, suona alla radio tedesca, con la grande orchestra diretta dal maestro Bert Grund.
In Germania tra il 1977 e il 1979 scrive “Pensieri”, canzone che propone l’immagine di un uomo che esprime, malinconicamente ma dolcemente, la sua “laicità”.
…………….
Dio di misericordia, perché ci hai dato un cuore che batte solamente le ore del dolore
….
Nel ricordo costante di un amore finito
ma che ti può far dire
io si, che l’ho vissuto…
Tutto questo non basta, a riempire una vita,
a dire sono vivo, a chiuder la partita”…
Nel 1985 ritorna definitivamente ad Ischia.
Ed è in questi anni di piena consapevolezza e maturità che scrive ” Nostos'” il Ritorno per i Greci.
“Chi come me, comincia a pensare al tramonto, attraversa una strada già un po’ disagiata, senza poter intuire in quale punto verrà la fine, potrebbe essere a pochi passi e lui non lo sa, e allora si guarda indietro con un gesto spontaneo, e ritorna. Ritorna a tutto quello che è stato.
Le emozioni, il desiderio, poi non realizzato, di darsi una quotidianità al di fuori di tutto quello che è convenzionale.
Il desiderio di Pace, quello che i Greci chiamano Irene, e che Eduardo De Filippo, chiamava Na pace senza a’ morte.
E poi la scelta Laica, per cui la Misericordia sia per definizione sentimento di profonda solidarietà, esclusivamente umana, che spinge alla compassione e al perdono”.
I sogni e poi l’amore, sottofondo musicale della storia che lo ha voluto protagonista.
Amore che un tempo era passione forte, personale, a volte egoistica, che oggi resiste con altra coloritura, non solo per chi gli sta vicino, la sua famiglia, ma anche per quella parte di umanità con cui ha possibilità di comunicare”
Nicola Pantalone musicista, cantante, poeta, filosofo, uomo generoso e umile… non si può scrivere su di lui senza usare la matita, con la punta dolce.
Marina De Caro
LENOIS “Le nostre isole”
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