Casamicciola frana

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Casamicciola frana

La mia barba bianca credeva di aver assistito a tutte le possibili manipolazioni del consenso popolare mediante l’uso “improprio” degli strumenti di potere politico, ma si sbagliava, e davanti a questo incredibile affidamento delle corrette aspettative sociali alla incontrollata, e di certo non disinteressata indicazione ecclesiastica, continua a sperare che giornalisti ed uomini intellettualmente liberi esprimano un moto di ribellione sufficiente a far decadere e ridicolizzare un tale scempio ed i suoi ideatori.

Casamicciola frana

Casamicciola frana

Cosa c’entrano i
sacerdoti delle parrocchie
con i fondi raccolti dal
Comune di Casamicciola Terme?

Luciano Di Meglio 22 novembre alle ore 9.10
Il clero ha sempre avuto il potere! Nella nostra epoca hanno il potere dei voti.

Bruno Mancini 22 novembre alle ore 13.54
… ed ecco il perverso progetto di affidare al clero la gestione degli spiccioli, con il fine di ricevere in cambio i voti che gli consentiranno poi di gestire i milioni della ricostruzione.
… da un sindaco che governa senza poter contare più sulla maggioranza decisa dagli elettori ma fidando sui voti dell’opposizione è una grande beffa (per usare un eufemismo!
Noi che facciamo?? Solo chiacchiere?

Mario Feliciotti 22 novembre alle ore 13.37
in un mondo di ladri…la figura del sacerdote rassicura…
sono radicati sul territorio, conoscono tutto e tutti e certamente possono contribuire ad una equa e giusta distribuzione delle risorse in base ai reali danni subiti.
Personalmente condivido tale scelta

Bruno Mancini 22 novembre alle ore 14.05
Anche nel mondo dei pedofili i sacerdoti rassicurano…

Bruno Mancini 22 novembre alle ore 14.31
La tua tesi è come dire che condividi la decisione dei “ladri” di affidare ai “rassicuranti” la gestione della refurtiva?

Siamo al ridicolo!
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Il percorso della frana di Casamiciolaaaacasamicciola frana 013

Immagine tratta dal quotidiano “Il Golfo” 11 Novembre 2009

Casamicciola frana del 10 Novembre 2009

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Immagine tratta dal quotidiano “Il Golfo” 11 Novembre 2009 –

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Casamicciola frana del 10 Novembre 2009

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Casamicciola frana del 10 Novembre 2009

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Casamicciola frana del 10 Novembre 2009

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Casamicciola frana del 10 Novembre 2009

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Casamicciola frana del 10 Novembre 2009

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Casamicciola frana del 10 Novembre 2009

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Casamicciola frana del 10 Novembre 2009

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Casamicciola frana del 10 Novembre 2009

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Casamicciola frana del 10 Novembre 2009

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Casamicciola frana del 10 Novembre 2009

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Casamicciola frana del 10 Novembre 2009

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Casamicciola frana del 10 Novembre 2009

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Casamicciola frana del 10 Novembre 2009

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Casamicciola frana del 10 Novembre 2009

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Casamicciola frana del 10 Novembre 2009

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Immagine tratta dal quotidiano “Il Golfo” 11 Novembre 2009 –
Circolo Georges Sadoul Ischia ha inviato un messaggio ai membri di Il rischio geologico nell’Isola d’Ischia.

DOCUMENTO SUL RISCHIO IDROGEOLOGICO NELL’ISOLA D’ISCHIA
Conoscere l’isola per monitorarla e renderla sicura
Circolo G. Sadoul e Biblioteca Antoniana d’Ischia
A seguito dell’evento calamitoso che ha investito Casamicciola Terme il 10 novembre u.s. si è tenuto, il 20 novembre 2009, nei locali della Biblioteca comunale d’Ischia un incontro, promosso dal Circolo G. Sadoul e dalla Biblioteca Antoniana su “Il rischio idrogeologico nell’isola d’Ischia”.

Relatore il prof. Giuseppe Luongo, ordinario di Fisica del Vulcanismo presso l’Università Federico II di Napoli e da decenni impegnato in studi, ricerche e proposte sulle possibilità di diminuire i danni attesi in contesti territoriali fortemente a rischio, vuoi per tettonica naturalistica vuoi per aggressività indotta dalla mano dell’uomo.

Dall’incontro è emerso che l’attuale stato di rischio idrogeologico -le cui cause sono riconoscibili in una concomitanza di fattori, tra cui la natura dei suoli, la morfologia del territorio, lo stato di incuria delle opere idrauliche e di contenimento, il disordine edilizio, la cementificazione selvaggia- rende improcrastinabile la definizione di linee guida per un intervento a scala territoriale.

Dal dibattito, ricco e appassionato, che ha fatto seguito alla relazione Luongo, è emersa l’esigenza di un approfondimento di queste tematiche ed insieme la richiesta di un tavolo di concertazione che veda la compresenza dei sindaci dell’isola, dei rappresentanti delle istituzioni preposte alla sicurezza e alla gestione del territorio, delle istituzione preposte alla tutela dei beni culturali e paesaggistici, con il coinvolgimento degli studiosi locali e di esperti nelle scienze della terra e nei settori agro-silvo-pastorali.

Pertanto, i partecipanti, hanno ritenuto opportuno redigere il seguente documento che sottopongono all’attenzione delle amministrazioni isolane nonché a tutte le istituzioni preposte perchè si adoperino concretamente, e da subito, per affrontare, in conferenza tra settori disciplinari e di competenza, i problemi della gestione del nostro territorio, tenuto conto che:- le caratteristiche geologiche e morfologiche del territorio, con strati vulcanici sciolti nelle coperture, lo rendono vulnerabile fino al collasso in occasioni di intense precipitazioni, determinando situazioni di emergenza annunciate;- le intense precipitazioni si canalizzano su brevi percorsi a forte pendenza fornendo alle acque un’energia straordinaria, capace di raggiungere la costa in pochi minuti, trascinando quanto incontrano sul loro percorso;- i rischi legati a situazioni di vulnerabilità localizzata per cementificazione diffusa dei suoli mette in crisi i residuali sistemi agricoli;- la perdita della memoria storica delle catastrofi del passato e il caos edilizio amplificano gli effetti dei danni possibili.In considerazione di tutto ciò, i sottoscritti avanzano proposte per la messa in sicurezza del territorio, e si auspicano che questo avvenga nel rispetto della sua morfologia e della sua tettonica naturalistica, evitando ulteriori stravolgimenti.

Pertanto, ritengono urgente:

1) la individuazione delle zone ad alta pericolosità idrogeologica dell’isola;

2) un intervento di ingegneria idraulica finalizzata alla irregimentazione delle acque di precipitazione;

3) la predisposizione di un monitoraggio delle precipitazioni e del comportamento idraulico dei terreni, nonché una messa a punto di misure a carattere provvisionale;

4) un piano di protezione della popolazione mediante segnaletica delle aree a rischio, con diffusione delle informazioni utili alla sicurezza e norme comportamentali;

5) chiare linee guida ispirate a criteri di ingegneria naturalistica e a studi approfonditi sulle peculiarità locali del comportamento dei terreni e dei tradizionali sistemi per trattenerli, onde promuovere un intervento diffuso di messa in sicurezza.

DILA

Premi Otto milioni

Bruno Mancini

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