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PATRIZIA CANOLA
RACCONTA LE EMOZIONI LUNGO IL MOSAICO DELLA VITA TRA NATURA E ANIMA
Attraverso i luoghi fisici e metafisici di una natura in divenire dove il paesaggio cambia il suo volto ora mostrando atmosfere intense e rasserenanti, ora malinconiche e nostalgiche ci guida il percorso visivo ed emotivo di PATRIZIA CANOLA artista di fama internazionale, che con la sua pittura cattura in modo sorprendente i ritmi della luce nel suo riflettere le diverse atmosfere delle stagioni.
Nata a Milano, ma attiva in Brianza. sito privilegiato dove da forma e vita ad opere avvolgenti che raccontano dei suoni e dei bisbiglii, dei respiri e silenzi della natura, Patrizia Canola, con quarant’anni di carriera ha all’attivo numerose mostre in Italia e all’estero di grande successo. Il fascino della sua arte dove la natura è protagonista tra silenziosi paesaggi invernali con neve e ghiacciai, distese di campi di grano e fiori dalla tinte accese, ruscelli, maestosi faggi e ancora cieli a perdita d’occhio di cui colpiscono i notturni dai riflessi argentati sta nel creare una compenetrazione visivo- emotiva senza eguali riportando in superficie desideri lontani, sogni in cui sperare, invitando a guardare oltre ed interrogarsi sul senso di questa vita di cui si percepiscono i limiti.
In esclusiva per “Il Dispari” Patrizia Canola ha rilasciato un’intervista che meglio illustra il suo percorso creativo.
INTERVISTA A PATRIZIA CANOLA
Quando è nata la tua passione per la pittura? L’ho sempre avuta fin da bambina. In prima elementare mi ricordo ancora di un disegno dove ho ricreato la piazza di Ferrara con la chiesa, il campanile e in primo piano la mia bambola con le trecce nere e il vestitino a quadretti rossi e di lato le rondini. Quando con la mia famiglia ci siamo trasferiti in Toscana a Montecatini mi è capitato una mattina poco prima del sorgere del sole di restare affascinata dalla vista di una piccola valle le cui colline sfumavano verso il rosa mentre una leggera nebbiolina accarezzava l’orizzonte. Fu in quel momento che espressi il desiderio di diventare una pittrice per poter dipingere un giorno tanta bellezza.
Quali sono stati i tuoi studi e quali gli artisti cui hai fatto riferimento nei tuoi inizi? Dopo le Magistrali ho frequentato la Scuola di Arte Pura Applicata a Merate. Prima degli impressionisti nel mio cuore erano i Macchiaioli come Fattori, Telemaco, Signorini, ma il mio studio è partito dai classici (pittori del Trecento e del Quattrocento) visti in Toscana tra questi Luca Della Robbia.
Come nasce la scelta di riferiti ai luoghi vicini e lontani, solari e più ombreggiati di una natura sempre in divenire con l’alternarsi delle stagioni? Dal fatto di essere rimasta affascinata dai luoghi suggestivi del nostro Paese come Montecatini, Asiago, La Spezia, diversi tra loro per colori e tipologia di paesaggio, luoghi in cui sono vissuta negli anni della mia fanciullezza e adolescenza.
Come procedi nel tuo lavoro e quali le tecniche usate? Lavoro con pennello e spatola, lo schizzo serve come suggerimento per collocare i dettagli della natura come ad esempio quando ho realizzato il bozzetto per Il “Faggio del tè”.
La pittura all’aria aperta, un po’ come gli Impressionisti ti ha permesso di cogliere non solo l’attimo di una data situazione, ma anche il movimento della luce nel suo filtrare lungo lo scorrere dell’acqua di un fiume, o nell’ondeggiare delle canne della palude. Quanto è importante la luce nei tuoi dipinti e che valore assume? La luce è fondamentale perché nel dipinto i colori cambiano al variare delle ore del giorno e delle stagioni, luce che definisce ogni dettaglio come per i platani che d’inverno con la neve sembrano surreali. Ho imparato a cogliere la velocità di quell’attimo in cui la luce si poggia su un preciso elemento della natura.
Alcuni critici ti hanno definita pittrice impressionista e macchiaiola. Ti ritrovi in questa definizione? A grosso modo sì. Mi piace la macchia toscana, ma a colpirmi era in particolare la pennellata degli Impressionisti. Prima ero molto ancorata ai dettagli, adesso il mio stile sta cambiando verso una descrizione più essenziale per andare al cuore delle cose.
Diversi sono i soggetti rappresentati nei tuoi dipinti durante i tuoi 40 anni di carriera: dai vari luoghi della natura tra montagne, marine, boschi, alle nature morte, da alcune piazze di città come Portofino e Venezia ai ritratti, per poi passare ai cavalli intensi nei loro movimento e ai singoli alberi con il loro microcosmo silenzioso e nostalgico. Tra questi soggetti quale quello che ti ha dato un’emozione particolare? La sfida più grande è stata realizzare “Piazza San Marco” con le persone e definire i colori di Venezia dove dominano il verde dei tetti e il rosa delle case e delle calli, Per questo dipinto ho realizzato un disegno molto dettagliato e preciso. Un critico d’arte di fronte a “piazza San Marco” disse “piazza San Marco un dipinto da far tremare le vene e i polsi”.
Da circa sei mesi ti stai orientando verso uno stile più legato ad un pensiero metafisico dove le figure non sono più definite e dove prevalgono colori molto chiari quasi tendenti al bianco. Cosa ti ha spinto a questa scelta? Il senso e le mille domande sulla vita e su quello che accade. Sono pensieri che avverto e in quanto tali ho scelto di utilizzare un colore adatto ad un pensiero astratto come in “Va pensiero” dove ho cercato un colore chiaro.
Sulla linea di “Va pensiero” è “Futuro”. Qual’ è il loro significato? In “Va Pensiero” si parla di libertà: diritto di tutti spesso da conquistare che contempla anche la libertà di pensiero, idea resa attraverso figure impercettibili allungate verso l’alto. In “Futuro” ho voluto restituire la sensazione che si sta vivendo in questo tempo dominato dai social dove sempre più l’individuo smarrisce la propria personalità. Così ho pensato all’immagine del nostro DNA scomposto ad indicare una realtà virtuale in cui si è tutti omologati nelle azioni e nei pensieri. Le due scale appena accennate indicano le possibilità che ha l’uomo di procedere verso l’alto per ritrovare le vere emozioni, o verso il basso dove è destinato ad inaridirsi. “Futuro” sintetizza il mondo attuale che si sta chiudendolo in se stesso, l’unica cosa che può salvare l’uomo è la croce appena accennata nel dipinto a simboleggiare la resurrezione. Oltre alla croce sono la stella blu simbolo dello spirito e la triade dove è Dio la cui scintilla è in ciascun individuo. E’ un appello ad un risveglio di coscienze simboleggiato dalla triade. Si tratta di dipinti che riflettono lo stato emotivo dell’uomo tra desideri di libertà, speranze, ma anche dubbi legati ad un futuro dove si rischia di perdere la propria identità se si resta chiusi nel proprio egoismo.
Tra le opere più recenti quale quella cui tieni di più e cui sei legata per un motivo particolare? “Va pensiero” dove è accennato il viaggio dell’ umanità verso il desiderio di libertà.
A parte Alba Gonzales, scultrice di fama internazionale con cui hai esposto in diverse occasioni importanti, quale tra gli artisti contemporanei quello con cui vorresti esporre e perché?
Andrea Trisciuzzi che stimo come artista e maestro. Come artista è bellezza e sentimento nella forma più alta: le sue opere sono un piacere per gli occhi e lo spirito. Andrea è un compagno di viaggio e un maestro e persona di grande spessore.
La tua arte è poesia delle emozioni perché riesce a restituire quel battito del cuore proprio come una lirica. Tra i grandi poeti di ieri e di oggi quale quello più vicino al tuo sentire? Pascoli perché dentro di noi è sempre presente un fanciullino. Ma in assoluto il poeta che amo più di tutti è Shakespeare per il suo raccontare la vita e per il suo essere attuale. Queste le sue parole: “….siamo il palcoscenico della vita dove siamo attori, spettatori, perché recitiamo tanti ruoli.”
Quando la tua prossima mostra? La personale a Palazzo Zenobio a Venezia da febbraio a Marzo.2017 e al mio fianco sarà anche la famosa scultrice Alba Gonzales.
Complimenti per la tua carriera luminosa e costellata di successi. Bruno Mancini e la DILA, ma anche tutta l’isola di Ischia non vedono l’ora di incontrarti. Ti aspettiamo al Museo Etnografico del Mare di Ischia con i tuoi dipinti in cui ritrovare il mosaico della vita tra bellezza verità. Bene, ne sono molto felice.
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