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QUIPO
Non rubate la mia vita
Novembre 2005 – Febbraio 2007
PARTE PRIMA – DEL DOPO GIOVENTÙ
… E TU COME NEBBIA CHE OFFUSCA
PARTE SECONDA – TRE POESIE PER CAPRI
QUIPO
Un quipo peruviano
intrecciato
– sfilacci di ginestre
precolombiane lane
papiri, betulle e cordicelle marinaresche -,
dai nodi scuriti,
adagiato
sul banco di cristallo.
Due pietre turchine
come il mare di Capri
due passi prima della Certosa
due passi dopo il lusso della nostra fuga.
Il sorriso dell’uomo padrone
esalta
l’anello che oggi ci sposa, ancora.
Guardiamo affascinati
mimi imbiancati immobili
all’angolo del bar,
udiamo incantati
dal loro talamo di legni attintati
sgorgare il suono girovago
di un violino tzigano.
Voliamo
da soli voliamo
come il vento tenero dei passeri
la mano nella mano
voliamo
insieme voliamo
fin giù nei giorni conosciuti
negli anni innamorati
voliamo
coribanti voliamo
fin su nel tempo che ci appartiene
in assolato controluce
voliamo
mentre
l’ovulo di antiche zolle
pigia profondo nel mio petto,
alla radice,
e soffia sui semi sommersi
dei tuoi intimoriti ritorni,
profondo.
Voglia,
sotto un manto di stelle di Tragara
con il dolce tepore di una tarda primavera
nel profumo lontano della magnolia in fiore
tra il silenzio delle lucertole striscianti sui sassi,
voglia
il prossimo sonno
renderci liberi dai sogni!
PARTE TERZA – CANZONI PARODIA
PARTE QUARTA – POESIE SPORCHE
PARTE QUINTA – QUEL GIORNO
SONO GIÀ COLMO DI BALZANI PRESAGI