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Sasquatch
Sasquatch
Libro di poesie di Bruno Mancini
Giugno 1968 – Agosto 2009
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Intorno a mezzanotte,
magari un’ora prima
nelle notti di giugno,
l’ombra si schiara:
fra neutri e neri
la sua evidenza appare meno netta.
Bislacca
ammanta basilico e gerani,
mentre io mi giro a porgerti un gelato,
a prenderti la mano
tu non ricordi quante volte
vezzosa tra i capelli.
L’ombra mi segue.
Tranquilla
lei non domanda altro
se poi si spande in lungo e in largo
sui nostri petali distratti
dal lento moto specchiato al sole
di chi vagheggia l’eliotropismo.
Sì che non tema – venuta l’alba –
d’essere solo l’ombra di un sigillo,
ed io non sappia – verso il tramonto –
lasciare indietro l’ombra di me stesso,
magari sbircio tra le finestre chiuse
e immagino i segreti di chi tace.
Sasquatch Libro di poesie di Bruno Mancini
Immagine di Katia Massaro
fondatrice ed attuale presidentessa onoraria della DELPHIS Mediterranean Dolphin Conservation (associazione che opera allo scopo di divulgare e proteggere la presenza dei cetacei nelle acque dell’isola d’Ischia, ed a sostegno e conservazione di quest’area marina), è da sempre impegnata nel volontariato, tanto da aver vinto il premio “Isolaverde 2001” indetto ogni anno dal quotidiano Il Golfo per premiare gli isolani impegnati nel sociale, ed a ricevere innumerevoli attestati tra i quali, nel 2009, un prestigioso riconoscimento dalla Giuria del Premio Domenico Rea.
Dove la trovo un’altra ingannatrice
se non mi schiaccio il culo sul divano
– io sono filo occidentale
AMERICANO -,
fissando liquidi cristalli
tra Barry White in roco canto
per le moine di Kim l’incantatrice?
E poi rompetemi i coglioni,
io dico bravo a chi li squarta i giudici
se in sé conserva il seme dell’oblio.
Così sarei tonnara
fra mare blu e rossa mattanza…
Asfissianti provocazioni,
in due concetti quasi uguali,
non tendono a convincere,
ma danno a me la forza di respingere.
Apro l’agenda dell’Agente,
– di me segugio -, prono, l’occhio
schiacciato
sul foro della chiave,
inginocchiato
la psiche nell’altr’ombra, a notte illuminata
di giorno assente – sciupata nei sorsi
nei morsi,
cadenze sequenze in tempi senza luoghi,
di scaltri ingannatori voraci in sfide anonime –
e voglio smettere di bere anime umane.
Cancello data, nome ed indirizzo,
sposto il segnale su schermi amplianti
rotondi culi fuori dai collant,
straccio la rete di finzioni
e guardo verso il tavolo di fronte,
precisa, semplice,
lei che sorseggia birra e… finge!
vezzosa,
di non notare il fuoco nei miei occhi,
tizzoni e ghiaccio tra le sue tette bianche.
Sasquatch Libro di poesie di Bruno Mancini
Immagine di Clementina Petroni,
residente nel Castello Aragonese, prima di essere “Castellana” depositaria del grande privilegio di custodire (lei dice “accudire”) i maggiori retaggi della storia
sociale e culturale dell’Isola d’Ischia, è donna moderna.
Nata a Forio d’Ischia, diplomata ragioniera e segretaria di amministrazione, fin da piccola ha avuto sempre contatti con innumerevoli Artisti conosciuti durante i loro soggiorni
nell’Isola d’Ischia, iniziando, da oltre trenta anni, un suo personale percorso creativo che l’ha spinta ad esprimersi prima nella creazione di ceramiche e poi di policrome e fantastiche opere di pittura.
Non sono io il suo dannato problema
– il latte in caglio
vino in aceto
la grande sinfonia nei titoli di coda
l’assenzio
la riverenza della serva -.
Romantica frantumata giuggiola
stropiccio
quasi un appiglio al non saperla fragile.
Al volto del leone è stato rotto il muso.
Ancora il brivido, sfuggito
al gancio
che straccia il tenero sul tenero
– Ah, s’io fossi stato discepolo di me! –,
mi scorta tacito,
lui scudo,
nella malinconia che mi “suicida”.
Non c’è una notte simile ad un’altra.
In cielo e in terra i firmamenti implodono.
… e allora?
Per chi non s’accorse d’essere morto
ieri,
a poco vale sentirsi vivo
ora.
Prosieguo di parentesi
attingano sfumate divergenze.
Sasquatch Libro di poesie di Bruno Mancini
Immagine di Nunzia Zambardi
nasce ad Ischia nel 1941.
La sua formazione culturale non sfugge alle caratteristiche proprie dei popoli che vivono l’insularità come una condizione dalla quale trarre fonte di meditazione, intimistiche sensazioni ed un profondo senso della dignità intellettuale.
Libertà Giustizia e Fantasia sono gli ingredienti più importanti del suo modo di essere.
Ha esposto presso il museo archeologico Phitecusae di Lacco Ameno, il Mulino di Ischia Porto, e l’Arciconfraternita di Santa Maria Visitapoveri in Forio d’Ischia.
STOP AND GO
O
PIT STOP
DEVO DECIDERE
La vidi dondolare, era da sola,
treccine infiocchettate
l’età della malizia,
STOP AND GO:
ci unimmo cinti con un laccio.
Frenare sul ciglio del burrone.
Sgommare in volo orizzontale
se un pachiderma mi barrisce accanto.
Ma chi l’impone?
La manna non cade giù dal cielo.
All’universo non devo un obolo
nemmeno lacrime.
Tra l’enfasi e la sintesi
il mio sistema non consente sconti.
La vedo a zonzo,
collare rosso la cagnolina,
temeraria attenta
il quid e il vanto delle mie passioni,
PIT STOP:
e poi torno alle curve e alle sbandate.
Sasquatch Libro di poesie di Bruno Mancini
Immagine di Liga Sarah Lapinska
È nata e vive in Lettonia, nella città di Jelgava.
Artista – disegnatrice, si dedica anche alla scrittura di poesie.
Oltre alla lingua lettone, sua lingua madre, ha una buona conoscenza del russo e dell’italiano.
Alcune sue poesie sono state tradotte in italiano da vari Poeti, ricevendo un tale favorevole consenso da essere insertite nell’Antologia Poetica “Ischia, un’isola d’amore” curata dalla Poetessa, Professoressa Roberta Panizza.
Sasquatch
Libro di poesie di Bruno Mancini
Articolo scritto da Sacha Savastano sul settimanale “Corriere dell’Isola” il 25/02/2010
Ischia è, e sarà sempre probabilmente, isola di sogni ed emozioni, di gioiosa follia e di magia.
Un’isola di poesia, per riassumere il tutto in una sola parola, un binomio che a qualcuno potrà sembrare fin troppo ovvio, ma che bisogna decisamente riconsiderare per (ri)scoprire quell’anima culturale che l’Isola Verde sembra star dimenticando poco alla volta, anno per anno.
C’è però chi, negli ultimi quarantacinque anni, si è battuto con tutte le proprie forze per promuovere e dare possibilità di esprimersi ad un movimento creativo che corre il rischio di soffocare: un impegno che Bruno Mancini, poeta, scrittore, musicista, cultore dell’arte in generale, ha portato avanti per tutto questo tempo tentando di coinvolgere tante altre personalità talentuose che sarebbero forse rimaste imprigionate nell’oblio a causa di un ambiente di certo sfavorevole.
«Non riesco a capire ad esempio come sia possibile che grandi imprenditori del settore alberghiero, tanto attenti da sempre a muoversi nelle direzioni trainanti tipo termalismo o turismo di terza età, non abbiano avviato seri e continui programmi di recupero dei flussi turistici che la cultura in generale, e l’arte della scrittura in particolare muovono in giro per il mondo.»
Una considerazione su un veicolo di possibile rilancio, anche socioeconomico, di grande attualità in periodo di feroce campagna elettorale.
Ma alt, facciamo un passo indietro prima di farne due avanti: com’è nata la passione per l’arte nel giovane Bruno Mancini?
«Praticamente si può affermare che siamo nati insieme! Credo che le primissime esternazioni poetiche le abbia espresse fin da piccolissimo . Poi nel corso degli anni, ho avvicinato culturalmente stili e personaggi artistici di vario spessore restando sempre attento a percepire quanto d’innovativo esprimevano. In alcuni momenti ho avuto finanche delle pseudo dipendenze culturali da poeti come Quasimodo o da scrittori come Proust o Kundera. Posso ricordare nostalgicamente le mie lunghe giornate bolognesi, passate in Biblioteca a scrivere»
Già, Bologna la dotta, capitale culturale, insieme a Firenze, di centinaia di anni di tradizione italica.
E allora viene da chiedersi perché ripartire proprio da Ischia, ripartire dalle radici pericolose, forse capaci di imprigionarti.
«Ischia è un ring speciale»– sorride Mancini – «C’è stato un bello, un quid di speciale ma discreto che pervadeva l’isola, la mia isola. Un qualcosa di profondamente poetico, anche se sempre tra le righe per così dire. Un bello così forte da non avere, in questo senso, paralleli possibili con qualsiasi altro luogo»
Un’anima poetica dimenticata, un isola che appare incapace di preservare la propria memoria, poco coraggiosa nel tentare di riattualizzarla, pigra nel promuoversi nel mondo sempre tramite i soliti, triti cliche’.
Un contesto addirittura castrante, un lato problematico che coinvolge anche molti altri aspetti del vivere culturale ischitano, e che lo rinchiude infine in un assoluto e triste mutismo.
«Ed è qui che entra in gioco “La mia Isola“ – Bruno prende l’occasione al volo – un progetto che va avanti ormai da tre anni e che si pone come obiettivo come scopo la promozione della poesia, la sua massificazione, il portarla al centro della vita culturale italiana, rendendole il palco di primo piano che le spetta di diritto».
Partire da Ischia per riesportare presso l’uomo della strada il lirismo interiore purtroppo dimenticato.
Di certo un’impresa davvero audace che però si attua già, da anni, grazie alla pubblicazione indipendente di una serie di antologie letterarie incentrate sull’Isola Verde, cui hanno aderito centinaia di autori più o meno sconosciuti con grandissimo entusiasmo, e che ha addirittura trovato casse di risonanza di portata mondiale grazie alle collaborazioni, già fattive, con colossi del settore come Amazon.com e Google Libri.
Una sinergia che è stata capace addirittura di far conoscere alcuni degli autori protagonisti in tutto il mondo, Stati Uniti inclusi.
«E questo non è che l’inizio: il successo delle due antologie già pubblicate, cioè “Ischia un’isola di poesia” e “Ischia un’isola d’amore”, ci ha permesso di raccogliere migliaia di adesioni per la terza raccolta, in stampa in questi giorni. Stiamo curando anche il lato meramente comunicativo:: pensiamo alla trasmissione radiofonica delle opere, alla lettura delle poesie da parte di personalità importanti del mondo musicale e teatrale nel corso di forum dedicati ed anche, all aspetto meramente promozionale e sponsoristico del tutto, per sostenere i nostri sforzi congiunti. Da parte nostra dovremo essere bravi anche a prostituirci a queste logiche di mercato, perché il fine è senz’altro di valore assoluto. E ripeto, siamo solo all’alba.»
“Ischia un’isola di…” sarà la terza antologia promossa nell’ambito del progetto “La mia isola” e minaccia già d’essere una hit addirittura di maggiore impatto rispetto ai due lavori precedenti: si contano già prenotazioni da tutta Italia, oltre a diverse proposte di partecipazione anche da parte di nomi eccellenti.
E chissà che tutto questo, oltre a rendere merito al talento eclettico di un giovane sessantenne di nome Bruno Mancini, possa rivelarsi come la killer application del rilancio generale del piccolo grande mondo ischitano: senza menzionare peraltro la valenza più propriamente “culturale” dell’iniziativa, la potenziale realizzazione del bisogno di visibilità di tantissimi giovani artisti, isolani o meno.
D’altronde Ischia è, e per fortuna rimarrà sempre, un’isola di sogni, di emozioni di magia.