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Perline d’argento
L’agreste podere ricco di viti,
vibrava nelle notti ancor miti!
Si fondeva nella luce sopita,
che dalla luna prendeva la vita!
E gli agili tirsi alle canne,
s’intrecciavan costruendo capanne!
E i sarmenti lunghi e caduchi,
nascondevan i nidi dei fuchi!
Imperlate di roridi umori,
sulle pàmpane sembravan sudori,
come vegete perline d’argento,
del terreno diventando l’unguento!
Le pàmpane verdi foglie nervate,
eran con ghirigori ricamate!
Tutto sembrava adesso divino,
però strano, irreale, ialino!
Non era una realtà terrestre,
dirò: un alieno labirinto campestre,
come un mondo di allegoria,
o d’una folle fantasmagoria!
*
Tratta dal libro edito “Làbrys – Opus Hybridum de Labyrinthismo”
Aletti Editore
https://www.istitalianodicultura.org/labrys-opus-magnum-de-labyrinthismo-labirintismo-mauro-montacchiesi/