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Per Aurora – volume secondo – La Condanna capitolo 7
TESTO COMPLETO IN LETTURA LIBERA
Per Aurora
volume secondo
La Condanna
capitolo 7
Petrus: -«Signora… ho prenotato il biglietto aereo per la Sardegna… poiché devo contravvenire al vostro ordine… interrompendo… ancora la lettura, ma non posso nascondere il mio stupore.
L’applauso che forse si è udito anche qui, e stato tributato dai morti suicidi mandati giù nel terrore eterno, incontrando… un nuovo arrivo.
È giunto proprio ora.
Un uomo.
Deciso, sicuro di sé, arrogante.
Ha attraversato il portone come se stesse entrando nel salotto di casa sua.
Senza un minino cenno di saluto.
Vieni con noi, dicevano tutti quelli che l’incontravano, ed applaudivano, urlavano non abbandonarci alla giustizia dei giusti… si sgolavano mandandogli baci… le donne, gli ultimi soldi rubati… i maschietti.
Lui dritto per il corridoio che conduce alla sala riunioni…» Aurora: -«Che me ne fooo tttt eee Petrùs, di un branco di stronzi inneggianti a qualcuno costui colui coloro!»
Petrus: -«Signora… la mia meraviglia… è che…»
Aurora: -«V AT T E N N E P E T R U ZA w2S.
VATTENE.»
Petrus: -«È arrivato l’uomo che rimbecillisce la gente.»
Aurora: -«Chi?»
Petrus: -«Sì lui, Snob Rob.»
Aurora: -«Come?
Che dici?
Sei pazzo.
Dove?
Ubriaco pazzo sclerotico.
Nemmeno in Sardegna ti farò andare.
In Alaska ti mando.»
Petrus: -«Signora è lui.»
Aurora: -«Lui chi? Insisti.»
Petrus: -«Signora di là morto ucciso da colpo d’arma da fuoco esploso da Bruno Imenottero, c’è Snob Rob o come si fa chiamare…»
Lo sverzino sferzante e schioccante di una frusta.
La mia amica Aurora si voltò con tanta rapidità verso di me da farmi credere avesse la testa snodabile.
Rimase a guardarmi negli occhi con le palpebre aperte oltre misura.
Senza un battito di ciglia.
Per il tempo necessario a rivivere rileggere riascoltare nella sua mente ormai ineluttabilmente collegata alla mia, ogni fotogramma del nostro incontro.
Provavo la sensazione di appartenerle e di esserne il custode.
Sentivo i suoi pensieri miscelarsi ai miei in un amalgama che non lasciava né riconoscere gli uni dagli altri, né riconnettere affermazioni ed aspettative, barlumi di speranze e spietate realtà.
Dalla prima all’ultima frase, parola, tutto veniva atomizzato smembrato parcellizzato nell’analisi che lei effettuava nei labirintici cunicoli, nei profondi visceri, nell’arruffato flusso della mia partecipazione.
Non interrompevo il filo che Aurora aveva inteso creare, non ne ravvisavo la necessità, considerato il risultato acquisito.
Mi sarebbe bastato chiarirle, e chi sa se lo avrei mai fatto, che il mio racconto proseguiva con la malefica soffiata (il racconto di tutta la sporca storia dell’impietoso spettacolo “La morte in diretta” organizzato da Snob Rob su suggerimento di Marco) sussurrata senza scrupolo da Nero all’uomo imenottero.
Così, seguendo il mio suggerimento, il gatto nero aveva spalancato il cancello che avrebbe consentito la realizzazione dei nostri reciproci scopi.
Infatti, la prospettata traccia di una nuova sconfitta, simile ad una rossa muleta, aveva “invespettirlo” (inviperirlo) lo storico rivale di Snob Rob oltre ogni limite sopportabile dalla sua antica acredine.
Al punto tale che si era confuso, con innocua apparenza, tra la folla in attesa dello squallido incivile amorale perverso abominevole show allestito, senza lesinare mezzi tecnici e risorse finanziarie dai due meschini omuncoli.
“Ecco a voi, gentili spettatori e telespettatori di tutto l’universo, radioascoltatori, navigatori cibernetici, ecco a voi, in prima assoluta cosmica, lei, l’unica, vera immensa padrona di tutto e di tutti, in diretta ed in esclusiva… ecco a voi Aurora, La Signora, la… ecc… bla… bla… ecc…”
Solo un attimo prima del previsto spettacolo della decapitazione in mondovisione, la rabbiosa invidia di Bruno
Imenottero, resa violenta dall’ormai imbattibile successo del rivale, freneticamente, lo aveva indotto a sparare contro il Mito ed i suoi complici.
Rivolgendo subito dopo l’arma verso se stesso.
Suicidandosi.
Bruno Imenottero, fulminato all’istante dal colpo di pistola fattosi esplodere al centro della fronte, era quell’ombra da tempo in attesa nell’angolo buio.
Snob Rob, sparato dall’astio incontenibile del collega, colpito al cuore, aveva raggiunto il regno della mia amica (ed il suo nemico collega di bastardi avvelenamenti televisivi), con un leggero ritardo dovuto alla lenta sofferente e dolorosa agonia patita tra ambulanza ed ospedale.
Marco e Adele?
Parvenze umane di cui non valeva la pena fornire ulteriori notizie.
Mortificatori senza ritegno?
Vivevano per lo scoop?
Volevano la morte in diretta?
Eccoli serviti.
Sconfiggere.
Demistificare.
Imporre.
Poco era cambiato.
Solo le vittime.
La morte non è spettacolo.
È pietà.
Che la condanna per loro sia eterna.
Non giunsi a decidere se questo chiarimento fra me ed Aurora ormai aveva ancora senso, in quanto lei anticipò l’imbarazzo della mia conclusione rivolgendosi con voce alta e chiara a tutti i presenti:
-«Tocca a me decidere.
Sempre.»
La mia amica mi baciò sulla fronte, e con il sorriso della
Gioconda disse a Petrus:
-«Come premio andrai da Ciro a Venezia per partecipare al grande tour dell’Ombretta.
Se non sbaglio quarantaquattro bettole in cinque ore, ogni sera per un mese.»
Petrus ritornò giovane e felice: -«Troppa grazia, Signora, non sono allenato abbastanza.»
E lei: -«Inizia a farlo, sparisci.»
Petrus: -«Una quarantina di ombrette tutte allineate, presto. Grazie.»
Poi Aurora, indicando i miei amici, con un ampio cenno di invito, chiese loro la cortesia di un bis.
Avrebbe gradito riascoltare i versi con i quali Edith aveva posto la parola fine a “La Notizia”.
-«Se è questo che vuoi» l’interruppi «devi, ora sono io che decido, ascoltare anche l’ultimo capitolo.»
Annuì.
Edoardo, l’Usignolo e Tom ripresero le loro posizioni sul palco, l’uomo dal fiore di ginestra al bavero dello smoking bianco (ginestra, fiore amato dalla mia donna), cinto alle spalle dal romantico soffice abbraccio della sua anima, sfiorando i tasti ci deliziò svagando tra antiche melodie napoletane. Aurora, Aurora non era più lei.
La donna guascona, la Signora, aveva lasciato in un bacio sulla mia fronte la potenza del suo regno, la immutabilità delle sue decisioni, la presunzione di eternità della sua propria essenza, scegliendo di essere umana, e poetare in mia compagnia tra sorrisi e pianti.
Amare e odiare, senza condanne.
Dedica – Brevi commenti amichevoli
La Notizia virgola – La Condanna punto
LA NOTIZIA
LA CONDANNA
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Anche questa volta – Il Paradiso non esiste – Trama
Sembri
Per Aurora – volume secondo – TESTO COMPLETO IN LETTURA LIBERA
Per Aurora – volume secondo di Bruno Mancini
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Per Aurora volume secondo di Bruno Mancini
seconda edizione
ID wdnrww
ISBN 978-1-4710-7753-1
Dettagli
Data di pubblicazione 24 ago 2022
Lingua italiano
ISBN 9781471077531
Categoria Narrativa
Copyright Tutti i diritti riservati – Licenza di copyright standard
Collaboratori Di (autore): Bruno Mancini
Specifiche di Libro
Pagine 102
Parole chiave Amore passione Ischia paradiso storie
Libro Dimensioni: A5 (148 x 210 mm)
Colore del contenuto: Bianco e nero Standard
Tipo di carta: 60# Bianco
Libro Tipo di rilegatura: Libro a copertina morbida
Finitura di copertina: Lucido
Titolo Per Aurora volume secondo
Sottotitolo Alla ricerca di belle storie d’amore
Marchio editoriale/Casa editrice Lulu.com
Licenza di copyright Tutti i diritti riservati – Licenza di copyright standard
Titolare del copyright Bruno Mancini
Descrizione
Dopo una notte nera, di incubi ed insonnie, passata tra una poltrona, una finestra, una birra, un sigaro, un boccale di distillato al peperoncino, un panettone, una musica jazz, una pisciata, una telefonata alla stronzetta di turno, una mezza bottiglia di un così detto spumante, la notte dell’ultimo dell’anno, buttata via nel tentativo di darmi una spiegazione priva di alibi, incertezze, imprecisioni, ipocrisie, teoremi, assiomi, postulati, a caccia di una mosca, nera, grassa, sudicia, petulante, imprevedibile, una notte lunga, interminabile, inusuale, la notte dell’ultimo dell’anno, spiaccicata, tra pranzo e cesso, per un malessere sconosciuto.
Punto.
Per una frase non conclusa.
Note sui collaboratori
–
Tabella dei contenuti
Per Bruno Mancini: brevi commenti amichevoli.
“Percorso di memoria o ricerca di spazi temporali virtuali?”
“Il continuo intersecarsi di livelli di identità con ipotesi e incarnazioni simboliche…”
“…sembrano accarezzare un sogno lontano, una speranza che non sarà mai certezza, un miraggio di felicità che si perde oltre l’orizzonte illusorio di fragili esistenze.”
“…a volte lirismo crepuscolare, intriso di soffusa malinconia, di struggente tristezza.”
“Opera interessante per i contenuti e le tematiche affrontate, nonché per i valori estetici…”
“… seria preparazione, corredata da rimarchevole fantasia.” “… lavoro meditato, armonioso di buon afflato poetico.”
“… sincero, elegante, sempre aderente al soggettivismo letterario del particolare momento che attraversiamo.”
“Non racconto né romanzo, più che risolverli lascia aperti molti quesiti anche sul piano puramente tecnico linguistico.”
“Una prosa lacerata e sfuggente…”
“Le aperture liriche, più che segnare il passo dell’emozionalità, offrono un ulteriore invito a perdersi nei labirinti della parola scritta…”
“Quasi poesia cruda, percuote e carezza, giovane e antica…”
“Lavoro intenso, vissuto nella profondità della sua composizione, fatta di toni e di immagini…”
“Una voce nuova che chiama ad ascoltarla ed a giudicarla senza inibizioni, come liberamente essa è sviluppata.”
“Troverete un urlo e un soffio di amore, un vuoto, immersi nella forza e nella malinconia di chi comprende che…”
Categoria principale BISAC
POETRY / Subjects & Themes / Love & Erotica
Categoria BISAC 2
FAMILY & RELATIONSHIPS / Love & Romance
Info: Bruno Mancini
Cell. 3914830355 – tutti i giorni dalle 14 alle 23
emmegiischia@gmail.com