Per Aurora – volume quinto – Così fu PARTE 1 CAPITOLO DECIMO

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Per Aurora – volume quinto – Così fu PARTE 1 CAPITOLO DECIMO

TESTO COMPLETO IN LETTURA LIBERA

Per Aurora – volume quinto – Così fu PARTE 1 CAPITOLO DECIMO

CAPITOLO 10

Mercoledì, ieri, puntualissimo, alle ore 18,30 ho fatto suonare il campanello, dlin dlon, della porta a due battenti entrambi impreziositi da vetri satinati con la riproduzione di uno stemma incomprensibile affiancante l’ideogramma GT (Giovanni Tramontore, padre defunto dell’ormai anch’egli anziano Notaio Vittorio dal quale ero atteso).
Non più di due minuti sono trascorsi dal momento della mia presentazione alla segretaria, Elisa, ed il suo invito a seguirla nello studio del Notaio Vittorio.
Tutto intorno mi era molto familiare, a partire dai movimenti a piccoli veloci scatti di Elisa comunque sempre armoniosi e non spigolosi, e poi per la forma a losanga del pavimento di cotto rosso pompeiano le cui antiche e consunte piastrelle venivano lucidate di certo ogni giorno con le cere più tradizionali, e finanche nel corridoio fiocamente illuminato da lampadari di ottone brunito a tre bracci sui quali erano situati porta lampade di ceramica che inglobavano lampadine a filamenti di tunghsteno da 25 watt in disuso da almeno venti anni.
-«Avanti, prego, venga avanti Avvocato Di Frigeria.
Scusi se resto seduto: mi perdoni… ho qualche acciacco dovuto all’età!
Lei si accomodi prego.»
-«Notaio… piacere di rivederla dopo tanti anni».
La conversazione è proseguita stancamente, quasi con impaccio, passando rapidamente da un banale generico convenevole ad una affettuosa considerazione verso alcuni personaggi locali che entrambi avevamo conosciuto, e durando un tempo appena sufficiente a dare una parvenza di familiarità al nostro incontro.
Elisa, così come discretamente si era allontanata di qualche passo al momento del mio ingresso, ugualmente, con atteggiamenti per niente evidenti, ad un cenno del capo del Notaio ha posato sulla scrivania – proprio al centro delle sottili braccia che egli vi teneva poggiate fino al gomito – una carpetta scura, molto scura anche in ragione dei tanti anni che ne avevano ingrigito l’originario colore.
Sul bordo alto della cartella, perfettamente conservata, senza la minima grinza, ma apparentemente vuota, si poteva leggere l’intestazione della pratica.
-«Non sono molti i casi di cui mi sono occupato durante il lungo cinquantennio della mia professione che hanno richiesto da parte mia un così grande impegno morale.
Controllare che Lei, Avvocato, fosse rimasto scapolo, e comunque privo di una relazione affettiva continuativa, per i venti anni successivi alla data che può leggere sulla carpetta … a proposito… auguri posticipati per il suo compleanno… di un solo giorno vero?… dicevo… sì mi creda, è stato un impegno tanto penoso quanto necessariamente discreto e responsabile, ma non avrei per nessun motivo potuto eludere la decisione della donna che mi aveva affidate queste sue volontà.
Venti anni è il tempo in cui si prescrive ogni reato e si perdona ogni peccato!
Ella volle, venti anni fa, che Lei, ma solo a ben definite e chiare ed inequivocabili condizioni, ora abbia la possibilità di “CAPIRE”.
Proprio così mi disse e scrisse, capire in lettere maiuscole.
Non si tratta in definitiva di un lascito che porti indiscussa consistenza economica a Lei che ne è il beneficiario, quantunque del resto, difficilmente un qualche bene tangibile, per quanto ho appreso durante le mie investigazioni, potrebbe mai essere tanto consistente da risultare per Lei interessante.
La nostra è una piccola comunità, inutile che glielo rammenti, la quale fonda sull’onestà e sulla rettitudine, piuttosto che sulle disponibilità economiche e finanziarie, sia l’andamento della socialità che essa stessa si è imposta, e sia la rispettosa continuità dei rapporti interpersonali.
L’onore, è questo ciò che vale qui.
Gradisce un caffè?
Certo è casalingo, ma Elisa se la cava ottenendo buoni risultati… a volte!»

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Dedica

La menopausa di mia sorella

Conversazione fra un totano ed una pantegana

CAPITOLO PRIMO

CAPITOLO SECONDO

CAPITOLO TERZO

CAPITOLO QUARTO

CAPITOLO QUINTO

CAPITOLO SESTO

Così fu

PARTE 1

CAPITOLO PRIMO

CAPITOLO SECONDO

CAPITOLO TERZO

CAPITOLO QUARTO

CAPITOLO QUINTO

CAPITOLO SESTO

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CAPITOLO NONO

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CAPITOLO DODICESIMO

CAPITOLO TREDICESIMO

PARTE 2

CAPITOLO 1

CAPITOLO 2

Poesia sporca

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Per Aurora volume quinto di Bruno Mancini

seconda edizione

Version 5 | ID r99qmg

ISBN 9781471068423

Bruno Mancini
ISBN 9781471068423
Versione 4 |  ID r99qmg
Creato: 31 ago 2022
Modificato: 31 ago 2022
Libro, 100 Pagine
Libro stampato: A5 (148 x 210 mm)
Standard Bianco e nero, 60# Bianco
Libro a copertina morbida
Lucido Copertina
Prezzo di vendita: EUR 14.00

Titolo Per Aurora volume quinto
Sottotitolo Alla ricerca di belle storie d’amore
Collaboratori Bruno Mancini
ISBN 9781471068423
Marchio editoriale Lulu.com
Edizione Nuova edizione
Seconda edizione
Licenza Tutti i diritti riservati – Licenza di copyright standard
Titolare del copyright Bruno Mancini
Anno del copyright 2022

E allora la bacia con violenza. Sulla bocca trattenendole la testa – come una bambola di pezza -, sul collo comprimendole le guance – come il morso per una cavalla-, sul seno acerbo – strappandole stoffe e bottoni.
“Lasciami bastardo. Vigliacco bastardo”.
E allora la getta per terra – come un sacco di roba vecchia -, le blocca le gambe – come un lottatore di judo -, le lega i polsi- come uno stupratore -.
“Lasciami bastardo. Vigliacco bastardo, Non farlo”.

Per Aurora volume quinto

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Racconti

La menopausa di mia sorella

Così fu

Info: Bruno Mancini

Cell. 3914830355 tutti i giorni dalle 14 alle 23
emmegiischia@gmail.com

 

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