Bianca Monti Esordio letterario all’insegna del ricordo di una storia ischitana.

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comeicinesi
Recensioni letterarie
del 18/08/2009 348 visite 4 voti

Nell’accettare l’invito (non riuscirei a spiegare quanto gradito) dell’Amica Bianca Monti a leggere la prima opera letteraria da lei proposta al pubblico “Il richiamo dell’appartenenza”, mi sono legato immediatamente all’idea di scrivere una nota introduttiva che la descrivesse, infine, utilizzando, un unico aggettivo.
Un’idea bislacca che avrebbe voluto dare al commento la sintesi propria dell’Arte e che ora, a lettura completata, mi fa trovare con un aggettivo chiaro e definito che mi martella il cervello e con la recensione neppure abbozzata!

Nel suo libro non ha ammesso preamboli, Bianca Monti, né strutturali e tali cioè da accogliere dolcemente per gradi il lettore nel confronto con l’assoluta novità della sua proposta letteraria (e qui mi riferisco alla mancanza di una introduzione che potesse indicare un percorso di analisi valutativa del testo, accendendo una pur minima fiammella quantunque personalizzata da parte del recensore), ma neppure ha concesso indicazioni di carattere personale, poiché tutto ciò che al lettore è dato di sapere su di lei è essenzializzato in ultima di copertina:
“Bianca Monti è nata a Ischia nel 1964. Attualmente vive a Ladispoli. Il richiamo dell’appartenenza è la sua prima opera.
Solo questo!

Con “La telefonata di mia madre è arrivata puntuale all’ora del primo caffè.” Bianca Monti apre la scena del suo racconto presentando personaggi già in azione, nella precisa determinazione, appunto, di non sbiadire la forza degli eventi con alcun preludio potenzialmente divagante.
Ci fa subito comprendere di non aver scritto un “C’era una volta” di antica memoria, ma la narrazione di un vissuto per niente sbiadito nei particolari.

Bianca Monti è nata ad Ischia ed oggi ha un’età che non è più quella dei sentimentalismi, e lei non ammette sentimentalismi, né ammantandone le particolarità umane o caratteriali dei suoi personaggi, né, ancor meno concedendoli come modello di trascrizione delle intensità emotive espresse nel racconto, lei, l’Autrice, non aspetta di scrivere la seconda pagina per farcene rendere conto, lo fa subito, con una precisione ed un tempismo di raro riscontro in tanti esordienti, scrivendo
“Credo che quel «vieni» pronunciato da mia madre poco prima di salutarci, abbia colto di sorpresa prima lei e poi me: era giunto il momento tanto atteso e temuto”.

Bianca Monti svolge il suo racconto lasciando la trama defluire indifferentemente tra passato e presente, vita vissuta e desideri, affetti e disincanti, neppure distribuendo indizi a vantaggio di un lettore che tentasse d’entrare nella sua storia passando solo attraverso la porta della realtà, o che volesse, banalmente, disinteressarsi d’esplorare il tragitto fantasticamente discreto di questo suo racconto.

Alla sua prima esperienza ha lasciato ai probi le virtù umane di prudenza e di convenienza, si è affidata alla virtù cardinale della speranza, ed ha impresso il suo sigillo sul racconto che palesa appieno la sua ineguagliabile attitudine all’armonia ed alla simmetria.

Infatti lei parla del suo rapporto con l a scrittura affermando:

“Per me è importante… che anche la mia ricerca espressiva si affermi come l’approccio alla vita ed agli eventi che la caratterizzano: niente fronzoli… raccontare nel modo più diretto possibile le mie emozioni e quello che accade e che vedo. Alcune volte mi dico che la mia scrittura è puro “dialetto” inteso come linguaggio grezzo, non costruito… linguaggio emozionale (se così lo si può definire)… fatto di toni alti e bassi di gestualità, di esclamazioni… anche di domande senza risposta.
Il mio intento è quello di riuscire a togliere per raggiungere il nocciolo, non di aggiungere a quello che percepisco…
Qualche volta mi paragono ad un quadro astratto che nei colori, contrasti… nei movimenti liberi rivela…
Le rappresentazioni curate ed i contorni (come anche menzionato nel libro) mi limitano, mi soffocano, mi costringono a rannicchiarmi in un angolino con il timore di essere d’impaccio (i contorni sono una sicurezza, un riparo che spesso si tramuta in prigionia e da cui ci si vuole spesso liberare).
Un quadro astratto avvolge e rivela attraverso lo scontro-incontro di sensazioni che possono appartenere o meno a chi l’osserva… un quadro astratto è per chi già ha.”

Io sono qui a renderle un oltraggioso omaggio, definendo effettivamente con un solo aggettivo questo suo “Il richiamo dell’appartenenza”.
Oltraggioso come è tutto quanto comprima in una sola aggettivazione ciò che meriterebbe ben altra quantità di espressioni.
Un aggettivo che contempli, per lei finora sconosciuta Autrice, in un completo insieme, la coerenza del percorso stilistico, la sontuosa valenza dei molti personaggi proposti, i fraseggi linguistici musicalmente e dall’apprezzabile fonetica, la piena forma letteraria, la sobria ma preziosa veste grafica, l’accattivante copertina che non ammicca in funzione di speranze non realizzabili.
Io scelgo “INDIMENTICABILE!”, voi provate a contraddirmi.

Bianca Monti “Il richiamo dell’appartenenza”
Gruppo Editoriale s.r.l.
ACIREALE – ROMA

Prezzo 10.00 Euro
Note dell’autore

I commenti

come negare
bianca il 20 ago 09 17:05 ha commentato:
che la recensione di Bruno Mancini mi ha procurato una grande gioia…Credo che sia una delle poche persone che , fin da subito, ha compreso il senso del mio lavoro…le tappe…le scelte…la voglia di entrare nei fatti nel modo piu’ diretto possibile senza lasciarsi abbandonare alla tentazione di sentimentalismi ( a mio parere ) del tutto superflui. Le storie di vita del mio libro sono eccezionali e non perchè hanno come protagonisti persone a me care che non ci sono piu’ ma perchè sono storie vere, eccezionali come quelle di ognuno di noi e di chi ci sta vicino.
Il passato va recuperato perchè di esso siamo , in gran parte, il prodotto…il passato è il luogo delle nostre origini ma ancor di piu’è le persone che ci hanno accompagnato (nel bene e nel male,nella non comunicazione come nella sintonia piu’ perfetta…)nel periodo della nostra formazione. Non credo si possa andare avanti serenamente nella vita se non ci si rende conto che parte di quelle persone siamo noi…siamo noi anche un po’ di quello che abbiamo sempre combattuto non solo di quello che abbiamo sempre amato…siamo noi quello che è stato!
…un giorno succede che una voce ci chiama: è “il richiamo dell’appartenenza”, seguiamolo!
Ringrazio tutti voi per le belle parole …ora il mio desiderio è semplice come quello di chiunque abbia regalato un pezzo della sua vita agli altri:spero che sia apprezzato.

Bianca

Commento 7082
Isola il 18 ago 09 22:55 ha commentato:
Complimenti, Bianca, per la tua prima proposta letteraria. Ottima poi la recensione.

Commento 7078
Riccardo Vertemati il 18 ago 09 20:07 ha commentato:
Complimenti anche da parte mia.

J.T.

Commento 7076
Roberta il 18 ago 09 19:53 ha commentato:
Coplimenti a Bianca e a chi ha recensito la sua opera!

DILA

Premi Otto milioni

Bruno Mancini

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