LA MEZZANOTTE BIANCA

Il cortometraggio, scritto e diretto da

Eduardo Cocciardo,

verrà presentato il 17 dicembre

all’Accademia dei Ragazzi

Lunedì 17 dicembre alle ore 19.30 all’Accademia dei Ragazzi di Forio sarà presentato il nuovo cortometraggio di Eduardo Cocciardo, “La Mezzanotte Bianca“.

Il lavoro segna il ritorno al cinema dell’attore e regista foriano. Già autore di mediometraggi e documentari, nel 2006 presentò in diverse sale nazionali e all’Ischia Film Festival il lungometraggio “Assemblé“, molto apprezzato da pubblico e critica.

Ed è al 2006 che la lancetta del suo cinema si era fermata, per ripartire adesso con un’opera che promette di essere molto suggestiva. Nel cast, oltre allo stesso Cocciardo, Antonello Pascale, Leonardo Bilardi, Enzo Boffelli e per la prima volta sullo schermo la piccola Roberta Rainone. Da segnalare la presenza del grande maestro Francesco Freda, uno dei più grandi truccatori del cinema italiano che ha collaborato alla realizzazione dell’opera.

La trama: Adriano e Tonino, un filmaker di scarso successo ed il suo cameraman di fiducia, si recano in un antico rudere ischitano ad indagare sull’omicidio di una bambina avvenuto molti anni prima…

“Trattandosi di un thriller, avendone perlopiù la veste – ci ha detto Cocciardo – non posso svelare troppo. Mi limito a dire che il film ha un po’ la struttura di un mokumentary horror, cioè di quei falsi documentari che hanno terrorizzato le platee di tutto il mondo. Tutto cominciò con “The Blair Witch Project“…e di certo non finirà con la saga di “Paranormal Activity“. Nel mio caso, non volevo realizzare una vera e propria parodia. La scommessa era quella di andare oltre il genere. Creare cioè una commistione fra comicità e terrore che tenesse i loro linguaggi distintivi sempre a livello della verosimiglianza, senza mai esasperarli nel grottesco. Insomma, la mia non doveva essere una parodia alla “Scary Movie“, ma davvero un finto documentario che presentasse le reazioni naturali dei personaggi in una particolare situazione. Di qui, almeno in apparenza, la comicità non avrebbe avuto nulla di costruito. E’ un po’ un aspetto che mi ha sempre caratterizzato, soprattutto nei miei lavori cinematografici: il rifiuto del “genere”. Non mi piace seguire codici prestabiliti per andare a raccontare secondo forme di pensiero ormai collettive. Come dicevano i registi della nouvelle vague, il cinema è una protesi della letteratura. La macchina da presa è un po’ come una penna che scarabocchia sulla realtà”.

Il film punta dunque sull’affiatamento fra Cocciardo e Pascale?
“Certo. Io e Antonello abbiamo lavorato molto insieme. Lui sta a Roma, io ci vado spesso. Antonello è, come gli dico sempre, il mio attore preferito. Molto duttile e straordinario nei tempi. Dico la verità, nella “Mezzanotte Bianca” ci siamo divertiti come due bambini. E con noi si sono divertiti Leonardo Bilardi ed Enzo Boffelli, e tutti coloro che hanno collaborato con dedizione e professionalità alla realizzazione del film. Ringrazio in particolare Cinzia Razzano, bravissima operatrice e montatrice, ed il mio amico Francesco Freda, truccatore storico del cinema italiano che ho avuto la fortuna di conoscere sul set di “Spiriti come noi” di Gaetano Amalfitano. In questi giorni Francesco sarà ospite dell’Accademia dei Ragazzi, il 16 dicembre infatti, il giorno prima della proiezione, terrà un workshop sul trucco aperto a tutti gli appassionati di cinema. Devo inoltre ringraziare la Famiglia Trofa per la bellissima location di Via Chiena, che spero divenga ora meta di pellegrinaggi come accade per i castelli scozzesi…”.

Ma nel film c’è anche un importante debutto…
“Già, quello della piccola Roberta, che ha mostrato una maturità incredibile. Mentre la dirigevo, mi sembrava di parlare ad un’attrice navigata. Davvero una bella scoperta”.

Il tuo ultimo lavoro cinematografico risale al 2006, quell'”Assemblè” che contava sulla partecipazione straordinaria di Carlo Monni, il locandiere di “Non ci resta che piangere”, poi cosa è successo?
“Mi sono dato anima e corpo al teatro. Ma non avevo dimenticato il cinema. Volevo riprendere, prima o poi, quel percorso interrotto. L’ho fatto con “La Mezzanotte Bianca”, che rappresenta fin dal titolo l’alba di una nuova fase creativa. Ho preso in prestito le parole che furono di Truman Capote, per lui “la mezzanotte bianca” era la nostra controra, una notte abbacinata, dove il sole la fa da padrone oscurando la lucidità molto più delle tenebre”.

Da gennaio il cortometraggio inizierà il suo viaggio fra i festival nazionali. L’anteprima del 17 dicembre sarà preceduta alle 18.30 dal documentario di Gaetano Amalfitano “Nel trucco del cinema italiano”, dedicato alla figura di Francesco Freda.

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