Nar03 Brano finalista Premio Narrativa “Otto milioni” 2020

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Nar03 Brano finalista Premio Narrativa “Otto milioni” 2020

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Nar03 Brano finalista

Liga Sarah Lapinska

DOVE FIORISCONO LE ROSE SELVAGGE

Profumano le rose selvagge.
Allora, cercando la primavera, non ci si può abbandona.
Un pescatore di nome Ignazio aveva tre figli.
Una maga predicava che Drago, il suo figlio più giovane, forse sarebbe stato elogiato come eroe o avrebbe fatto un errore incredibile.
Drago, nella luna piena sotto una quercia, tra le rose, vide una fata piccola, ma non bambina, che si girava, vestita in bianco e lungo, e i suoi capelli di colore viola sventolavano.
Drago tornò lì la sera dopo.
La fata prese la mano fredda di Drago e lo condusse dietro la casa di Ignazio.
Mi hai detto ieri che sei per sempre con me, ti tengo con tutto il mio cuore.
Ignazio ha promesso Drago, così bello ma non pragmatico, a una vecchia e rapace contessa Alessandra, tutta rughe sotto il trucco.
Comunque, Ignazio sospirò rilassato quando Drago entrò nella sua casa, mano nella mano con una fata della foresta.
Si decise che il matrimonio di tutti e tre i fratelli sarebbe stato sarà celebrato lo stesso giorno, nel solstizio d’estate.
La bionda Augusta,  sposa di Nikola, aveva una ricca borsa.
La figlia di zingaro, il ladro dei cavalli, Darinka, sposa di Mikhail, era brava sarta.
Fata Vila baciava il suo sposo sulle labbra rosa, e il mondo fu subito trasformato in una fiaba chiamata vita reale.
Agata abbandonò la casa di Ignazio, accusando Darinka come ladra: perché no, se suo padre era ladro.
Vila passava tanto tempo con il piccolo Janko, il figliolo di Agata e di Nikola.
Mikhail con Darinka riuscì a scappare, inaspettatamente, senza lasciare neppure una lettera di addio.
Ignazio, quando lo seppe, ebbe un colpo al cuore e cadde con la faccia rosso-blu sul letto.
Mentre moriva, Nikola, in fretta, cercava il suo testamento.
Come primogenito ereditava la casa, ma il debito con Alessandra imponeva che dovesse essere pagato in quattro anni con interessi enormi.
Vila, insieme con il piccolo Janko, guarì i malati.
Vestita in nero, una dama si avvicinò al villaggio con calma.
I suoi enormi occhi neri guardavano le persone, attentissimi.
La dama nera bussava con il suo bastone una o più volte alle diverse porte.
A tarda sera venne rifiutata dall’albergatore Damyan.
Da lui, in quella notte, alloggiavano  cinquanta persone.
La dama nera bussò cinquanta volte a quella porta.
Poi la dama nera raggiunse una modesta taverna nel bosco.
Il cordiale Lavro subito le aprì, le offrì un tea di miele.
Lasciando questa taverna, la dama nera offrì a Lavro un fascio di salvia.
Fermandosi davanti alla casa di Ignazio, non volentieri bussò solo una volta.
Janko non era destinato a morire denunziato dai medici alla inquisizione.
Drago si sentì girare la testa al mattino e si lasciò cadere sulla spiaggia.
Ritornato dalla pesca, Nikola disse a Vila che Drago era stato lasciato sulla riva la mattina.
Vila corse verso la spiaggia.
Mia sorella,” la dama nera sorrise a Vila, “quando i mortali possono essere più felici di noi immortali, qualcuno di noi, si sente indignato.
Quella schizofrenica ha un potere più forte di noi due.
Lascia morire quel ragazzo, se tu sei capace di amare un altro.”
Drago si trasformò in una lucertola, in un serpente, poi in un pezzo di ferro bruciante, ma Vila teneva tra le sue mani Drago durante tutte le metamorfosi, e vinse.
Ecco, è di nuovo il pescatore Drago tra le sue mani.
Nikola chiuse la casa e non aprì la porta.
Janko dalla finestra gridò.
Vila insieme a Drago, ancora debole, furono costretti ad andare da Lavro.
Lui, suo figlio Christian e il cuoco Bojan ruppero la porta del cortile di Ignazio, e picchiarono Nikola come fanno i ragazzi giusti.
Il vento nero della peste nel cielo celeste portò novantaquattro sacrifici.
Dopo più di sei anni tornò Alessandra.
Gli specialisti della pubblicità hanno riferito che si stava tenendo un ballo brillante quando si avvicinava il Capodanno cristiano.
Alessandra avvicinò Drago e gli offrì un cognac avvelenato.
Non per ucciderlo, ma preparato così che Drago dimenticasse quelli che l’amavano.
Un veleno che, una volta preso, poi non ricordiamo tutto.
Vila, vicino a suo marito, diventava sempre più piccola ogni volta che Drago guardava negli occhi inclinati della strega.
Drago non si sentì vicino a sua moglie.
L’ampia finestra era aperta.
Un cigno bianco è volato via.
Mentre Drago era ancora sotto l’influenza del veleno si è sposato con la strega.
Alessandra regalò al giovane un paio di diamanti, o forse pezzi di vetro.
Drago presto sfuggì dalla strega e cercò solo lei, sua unica, per il resto della sua vita.
Il pescatore Drago visitò la quercia, l’albero del mondo, o vagò nella sua barca leggera, guardando come un cigno bianco vola nel vento.
I mediatori stabili tra la terra e il cielo.
Gli alberi, splendevano nella luce notturna d’argento.
Drago sentì avvicinarsi la sua ora di morte.
Accendeva la sua faccia triste, che non scomparve nel trambusto della quercia e il cigno scese rapidamente, allargò le ali e si rivolse di nuovo a Vila.

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