Views: 42
Bruno Mancini Davanti al tempoBruno Mancini Agli angoli degli occhi_1274767991234
Progetto culturale La mia isola
Antologia poetica Ischia, un’isola di poesia
LETTURE POETICHE
Leggono Antonio Mencarini e Daniela Baldassari
Bruno Mancini – Berenice e i suoi dilemmi – Legge Antonio Mencarini
Berenice e i suoi dilemmi
M’attende
stanotte il mio domani,
mantice di fisarmonica regina
nella balera dove m’invito,
ostico astante.
a dare una misura alla mia sete.
M’appare
irriguardoso senso di memoria
di lei, l’altra bugiarda,
che andava in altalena,
morbosa perversione,
sui miei perdoni inammissibili.
M’accosta
d’ingannatrice residuo lembo
vagheggiato teorema di improbi sigilli
mortificante effimera dolcezza
divaricata sintesi
risucchio d’anime.
M’oltraggia
ludibrio inaccettabile,
Polinice in pasto ai cani
ed io sarò d’Antigone la sabbia.
Modello la visione onirica
e lascio Berenice ai suoi dilemmi.
Non canto e non sorrido.
Aspetto l’alba sveglio.
Uno spunto dalla tragedia “Berenice” di Jean-Baptiste Racine (La Ferté-Milon, 22 /12/1639 – Parigi, 21/04/1699) .
Dalla raccolta di poesie “Sasquatch”.
Bruno Mancini – Io resto – Legge Antonio Mencarini
Io resto
Chiamami.
Sfilacci d’insulso eterno
apparizioni asincrone
non rendono l’idea del tuo tormento.
Chiamami ancora.
Un molle ondeggio del tuo “Chi sono?”
ti veste a festa
nell’accecato controluce di un fu ritorno.
Chiamami ancora e forte.
Tu non fuggisti.
Tu non partisti.
Fosti.
Al luna park ruota multicolore
in tondo tra celeste ed indaco
sedile scomodo a due cuscini
il cielo sopra, ai piedi
la terra incerta al termine del giro
… e tanti bimbi a svolazzarti intorno
… e tante coppie col riso sulle labbra
… e donne con un fiore rosso in mano
… e maschi senza fretta di distacco.
Urlami “Vieni”.
Ventaglio d’illusione non mostra la mia immagine.
Per te la festa nemmeno è cominciata.
Nessuno torna indietro dal suo passato.
Io resto.
Dalla raccolta di poesie “Non rubate la mia vita”- M.G. 2008.
Bruno Mancini – La penna per nascere – Legge Antonio Mencarini
La penna per nascere
E allora chiamate Giovanni,
Francesca e Federica
e mille ragazzi
del Borgo,
sei già un ricordo
come il cortile
– Polveroso –
del nostro gioco
– Incerto –
con un bozzo di stoffe
– Irregolare –
sudati o bagnati
urlanti e ridenti
per me non sarà mai
una foto.
°———°———°
Urlate nell’Arso
agli uomini di mare
Nicola, Francesco,
Annunziata,
sei già un ricordo
tra colonne di marmo
– Chiarissimo –
che porgi un gelato
– Festoso –
in un vaso di vetro
– Fragile –
sudati o bagnati
urlanti e ridenti
qualcuno conserva
una foto.
°———°———°
Muovete dal Lido
i pensatori stanchi
Roberta, Marco,
Gennaro,
sei già un ricordo
nell’antro del tuo deserto
– Incerto –
mentre ti stringe una fanciulla
– Ammaliante –
con in mano una mano
– Vibrante –
sudati o bagnati
urlanti e ridenti
dov’è, dov’è
una foto.
°———°———°
Scovate le grotte
di tutti i fuggiti
Raimondo, Maria,
Corrado,
Sei già un ricordo
più falco che allodola
le labbra spaccate
gli occhi anneriti
– Urlate ai ragazzi del Borgo –
le mani ragliate
i piedi infangati
le dita bruciate
– Chiamate gli uomini dal mare –
non ho mai visto
una foto.
°———°———°
Svegliate le mamme
le spose le donne
Nicola, Carmela,
Antonio,
sei già un ricordo
di bari, di risse
di stupri, di fughe
– Scovate i pensatori stanchi –
sei già un ricordo
il cazzo in culo
e l’ago nella vena
– Muovete i fuggiti –
il cazzo in culo
e l’ultima baldracca
il cazzo in culo
e il piccolo ribelle
strappate coi denti
una foto
sei già un ricordo
io schifo
io merda
io lercio
io, la mia solitudine
io, la mia pazzia
io, il mio rimpianto
io, Ignazio di Frigeria e D’Alessandro
adesso con un cuore di poeta
ardete, ardete
una foto
uccisa l’eroina
“Le gambe abbandonate”
“Ignazio… Ignazio”
schiantato il toro “Bang”
muovete le chiappe
battete le mani
cacciate le palle
ragazzi del Borgo,
dell’Arso del Lido
– Le mamme le spose le donne –
ragazzi di grotte e pensatori stanchi
ritorno in trincea
con carta e con penna
venite a spiare
mirare
colpire
sudati o bagnati
urlanti e ridenti
io punto il dito.
Dalla raccolta di poesie “La sagra del peccato”
Bruno Mancini – Quel giorno avrai venti anni – Legge Antonio Mencarini
Quel giorno avrai venti anni
Quel giorno avrai venti anni
e non vorrai più niente oltre,
oltre la mano della tua bambola di pezza
che ti accompagni invisibile e muta,
invisibile e muta.
Dal primo chicchirichi del primo gallo
dal primo spiumacciare del primo canarino
dal primo sbiadire della prima stella,
le stelle, il gallo, il canarino:
“Lasciatemi pensare a questo giorno”.
Avrai l’età di una sorgente
e il tuo futuro vorresti fosse fermo,
fermo nel bacio sulla guancia dall’orsacchiotto bruno
che ti avvicina maestoso e fiero,
maestoso e fiero.
Dal sapore di mille profondi graniti
dall’odore inebriante di tutte le radici
dal chiarore trasparente della purezza,
graniti, radici, purezza:
“Aiutami a capire questo giorno”.
Quel giorno sarò la luce
di fianco in alto sopra e sotto,
la bambola di pezza e l’orsacchiotto bruno
di fianco in alto sopra e sotto,
le stelle il gallo il canarino,
sarò graniti e zolle
radici e fiori
sarò soltanto chiarore trasparente nel tuo sorriso.
Avrai venti anni e non vorrai più niente.
Avrai l’età di una sorgente.
Dalla raccolta di poesie “Non rubate la mia vita”- M.G. 2008.
Bruno Mancini – Sembri – Legge Antonio Mencarini – Musica di Ludovico Einaudi – Divenire
SEMBRI
Oggi.
Oggi dai trespoli selvagge cocorite
oggi da Chio sovrana tralci di vitigni
oggi etiopi zefiri ambrati
giallo deserto
di sabbie egiziache
oggi sui prati delle tue lusinghe
affascinanti.
Così o come
nel fertile appanno
la goccia sul vetro.
—°°°—°°°—
Domani.
Domani ti pongo addosso trina d’Alsazia
domani raggiante ritorno d’incenso e di eucalipto
domani che dipana i nostri intrighi
le foto con sorrisi
le lettere d’amore
domani incise negli angoli dei mondi
dal picco della mia follia.
Discesa o risalita
con docile affanno
la mano alla roccia.
—°°°—°°°—
Oggi o domani.
Oggi o domani forse ingorde speranze
sonnamboliche ipnosi
nella veglia incredula
della nostra vita.
Atlante affaticato
io
resto piolo.
Calliope appartata
tu
sembri una sposa.
Dalla raccolta di poesie “Non rubate la mia vita”- M.G. 2008.
Bruno Mancini – No No – Legge Daniela Baldassari
No, no
aspetta non è così
c’è qualcosa di più mordente
c’è quel battito.
E’ inutile dire di foglie cadute.
E’ inutile dire di ali spezzate
di zoccoli di cento cavalli, di cento cavalle
di spade in guerra, di gocce di sangue
di cento cavalli, di cento cavalle
di cento… … disgraziati.
E’ inutile.
Dalla raccolta di poesie “Agli angoli degli occhi”- M.G. 2008.
Bruno Mancini – Giovane Apaches – Legge Nicola Pantalone
Bruno Mancini – Giovane Apaches – Legge Daniela Baldassari
Scriverò di te innocente – giovane Apaches –
dalla lunga chioma di grappoli
di grappoli d’uva rossigna,
tra le fiamme dei tronchi
dei tronchi ardenti sfavillanti
una notte di cielo deserto,
deserto, nel cuore del deserto.
Penserò alla tua malinconia – giovane Apaches –
d’attesa e di passioni con occhi memorie
memorie affastellate,
sopra i fumi dei tronchi
dei tronchi assopiti
nelle notti di cielo deserto,
deserto, come il cuore del deserto.
Amerò gli sguardi squillanti – giovane Apaches –
per la felice follia di silenziosi sorrisi
sorrisi all’ombra di tante chimere,
dentro ai profumi dei tronchi
dei tronchi spenti dalla mia ombra
ogni notte di cielo deserto,
deserta, più del cuore del deserto.
Dalla raccolta di poesie “Non rubate la mia vita”- M.G. 2008.
Bruno Mancini – E tu – Legge Daniela Baldassari
… e tu come nebbia che offusca
i bracieri fumanti
delle prime caldarroste
lì,
lungo viali alberati
della mia cara Bologna indaffarata….
Nessun miraggio di gioie
confonde al cane il suo padrone.
… e tu come pioggia che inzuppa
la rotaia urbana
di un tram al capolinea
lì,
tra portici uniformi
della silenziosa Torino d’ottobre…
Nessun deserto è breve
per la lucertola randagia.
… e tu come neve che ovatta
frontoni e guglie
di fedi spudorate
lì,
tra cabaret da sballo
della Parigi fulminante le mie notti…
Nessun miracolo gonfia le piume
di uno stanco uccello migratore.
…e tu…
…e tu…
…e tu come sole d’aprile che intenerisce
le zolle soffocate
tra bosco e spiaggia
lì,
oltre il canneto dai ciuffi in cima
sull’ultimo approdo della mia isola perduta…
Nessun mistero
soltanto attesa.
Dalla raccolta di poesie “Non rubate la mia vita”- M.G. 2008.
Bruno Mancini – C’è un patto – Legge Daniela Baldassari
Bruno Mancini – L’inganno d’Ignazio – Legge Antonio Mencarini –
L’inganno di Ignazio
Non so se,
quando avrai smesso il flamenco
sul capitello in fumi d’antico,
alzando gli occhi – olé –
al simbolo
vorrò sapere se.
E il nome ti assalirà
compresso
tra un tacco e il mito.
Il nome ti forzerà
bagnato
tra cosce in ritmo.
Il nome il nome,
il nome mio
al simbolo!
Lenta sui fianchi la gonna a ruota,
pavoneggiando altera
rossa e nera
– il sangue e la sfida –
prima in corrida,
lenta sui fianchi,
– la fiamma e la fine –
s’attarda.
Il nome mio al simbolo.
Non voglio sapere se.
Se l’attimo dopo a braccia alzate
– olé –
se a terra inginocchiata a capo
chino.
Dalla raccolta di poesie “Segni”- M.G. 2008.
Bruno Mancini – Non posso – Legge Antonio Mencarini – Musiche Francisco Burgos – Albenitz Asturias
Quando sarò pensiero
su cigli di visioni
dagli orizzonti nitidi
verso stele di mie antiche iscrizioni,
oppure anche
il tempo in cui sarò passione
nel buio ottuso
per lunghi sguardi amorosi
lasciati illanguidire dalle mie tristezze,
di certo o forse
il giorno che sarò ricordo
tra vociare arruffato
di vecchi amici alticci
sulle note matte delle mie sortite,
non posso, voglio,
quando sarò pensiero,
quando sarò pensiero
la docile coerenza
strappata a mani unite
dai cesti di delizie
per gli epigrammi delle tue certezze,
non posso, voglio,
il tempo in cui sarò passione,
il tempo in cui sarò passione
la mascherata tenerezza
oltre effimere apparenze
di abbracci mafiosi
interrata sotto il magna del tuo vulcano,
non posso, voglio,
il giorno che sarò ricordo,
il giorno che sarò ricordo
il giorno voglio
il nostro giorno voglio
intero
dal primo all’ultimo minuto
dal primo all’ultimo sorriso
dal primo all’ultimo tuo bacio.
Dalla raccolta di poesie “Non rubate la mia vita”- M.G. 2008.
Bruno Mancini – Brulichio di tante palline
– Legge Antonio Mencarini
Brulichio di tante palline
buttate a caso insieme per terra.
Come fai a parlarmi?
Quel fiore che vive una notte
per ogni
cent’anni.
Come fai a parlarmi?
Ricordarmi qualcosa.
A quest’ora. A quest’ora.
La pelle ubbriacata
come s’ io stessi ancora
ad ungerla di gin
nell’ombelico vuoto piccola coppa,
e a grande mano
stendessi al seno,
al collo.
Girati.
Tutta la schiena
e natiche.
Piuma.
Sulle montagne
un forte vento di neve
ha ricoperto gli alberi.
Come fai a parlarmi?
Quella tua lunga verginità
presa in due ore
su un letto di tovaglie.
Brulichio di tante palline
buttate a caso insieme per terra…
………..
Dalla raccolta di poesie “Agli angoli degli occhi”- M.G. 2008.
Bruno Mancini – Un taglio – Legge Antonio Mencarini
Un taglio
Un taglio alla fune del timone
sobbalza come la trottola sulle molliche di pane.
Sfugge corda indefinita.
Movenza soffice d’ora di sole.
È vortice di fantasia di specchi.
Se invece sei colpevole
e mentisti
se sei colpevole
e fuggi
e verso luci te ne fuggi
ossessive,
se sei colpevole
e premi
respiri e sangue
t’annulli avvilendoti
tu mi rincontrerai
acerbi altari a lustrare
indifferenti vuoti a credere
parole a piangere
sfide a creare
curvi colori oscuri e matti a muovere
in malinconie
tossiche
più di un fumo giallo e denso.
Ed io ti parlerò
di cani e di animali
delle mie pallide albe di sconfitte
di ore mai vissute
di stelle.
Ed io ti creerò bellezze
e ti richiamerò ricordi
e la mia mente
lenti accordi espia.
(Poesia tratta da “Davanti al tempo” – Bruno Mancini)
Bruno Mancini – Non rubate la mia vita – Legge Antonio Mencarini
Non rubate la mia vita
Un sorriso di mare smeraldo
un profumo di ortensia maculata
lo scampanare di turisti pascolanti
lo sciacquio di graniti biancastri,
TEMPO,
la sposa non mi chiede altro
i miei ingorghi pazienteranno ancora
tra un’onda senza fine al tramonto
nel poggio di agrumi e di ninfee.
Non rubate la mia vita,
prendete i sogni.
(Poesia tratta da “Non rubate la mia vita” – Bruno Mancini)
Luciano Somma – Routine – Legge Antonio Mencarini
ROUTINE
Da una vita
mi porto addosso
un nome
dentro
le mie ansie
una poesia mai scritta
fuori
tutto il resto
è soltanto
routine.
Poesia tratta da “Momenti di versi” – Montedit – Melegnano.
Luciano Somma – Ischia fine di una estate – Legge Antonio Mencarini
ISCHIA FINE DI UNA ESTATE
Di fronte il mare
calda la sabbia spesso infuocata
d’agosto.
Laggiù il castello Aragonese
sotto una distesa d’azzurro
ha luce nuova
e mi riporta alla mente
secoli di storia.
A sera
là sopra “Campagnano”
col verde attorno
e tanti amici
insieme a festeggiare
la fine d’un’estate
ormai alle porte.
Sulla terrazza
alla parete
l’occhio d’un ramarro
che mi guardava
quasi per dispetto.
Poesia tratta da una raccolta inedita.
Luciano Somma – Perdonateci – Legge Antonio Mencarini
PERDONATECI
Perdonateci
questa dannata voglia
di vivere in un mondo
a forma di colomba
e non tra fiori finti
perdonateci
se rifiutiamo limiti e frontiere
e trasformiamo
fili spinati in palpiti d’amore
non ci è concesso forse d’impazzire?
Che razza strana
siamo noi poeti
specie che spesso va
controcorrente
volando verso cieli tersi
liberi
perdonateci
per questo nostro osare.
Poesia tratta da “Momenti di versi” – Montedit – Melegnano.
Luciano Somma – Chiaro Scuro – Legge Antonio Mencarini
CHIARO SCURO
Filtrano raggi di sole
tra gli alberi del castagneto
giochi di fate e di gnomi
innocenti di danza
profumano vita
nel divenire di memoria
sogno
col chiaro scuro
della mia esistenza
Poesia tratta da “L’alba di domani” – Noialtri – Pellegrino.
Luciano Somma – Potevamo –Legge Antonio Mencarini
POTEVAMO
Potevamo essere
io e te
due voci nel silenzio
un volo di gabbiani
ali nel vento
l’urlo dell’alba
il sorriso caldissimo
del sole
sotto le coperte
ci saremmo scambiati
il desiderio
dei nostri corpi stanchi
ma il gelo dell’inverno
le sue notti
ci hanno divisi
ed oggi siamo di ghiaccio.
Poesia tratta da “Momenti di versi” – Montedit – Melegnano.
Luciano Somma – Attimo –Santapaga-Swallows – Legge Antonio Mencarini
Luciano Somma – E venne il vento – Legge Antonio Mencarini
Nunzia Binetti – Idea Obliqua – Morricone Love affair
Idea obliqua
Sono scheggia di luce radiante sui gialli crema.
Non mi distingui.
Ti scorro come il vento sopra il fosso
ti sfioro e passo.
E ci disperdono i fuochi arsi della sera, ore sottili.
Lo sai, per noi, non è più alba.
Sono tre anni
tre
che a te mi porto
ma chino stanca il capo sopra il muro
adesso il corpo.
E- giunco nel canneto-
non reggo più prove di carico.
Mi piego impotente su di un fianco.
Per te, che io voglio, mai sarò dea o enigma rauco
ma obliqua idea di tutto quanto
per sua sostanza è fragile e subito si spezza
e perde forma.
Visione scellerata.
Ed io non replico.
Poesia tratta da “Ischia, un’isola d’amore” – A cura di Roberta Panizza e di Bruno Mancini
Virginia Murru – Sera d’ormeggi– Legge Antonio Mencarini
Era sera d’ormeggi
vele immobili all’evento
ed io tremavo
in approdi di possibile sul porto.
Orde di ragioni non sapevano
di giardini pensili nel cuore
fioriti all’insaputa del rigore
e sull’acerbo andare solo pietre
a siglare il corso al nostro passo.
Si raccontava fiero -il giorno-
e si spegneva in gloria
in barbagli felici d’essere.
Felicità? circostanza suprema
con attitudine d’eterno.
Ho spinto quella sera
piano piano
come porta cigolante sul destino
e c’eri tu sull’orlo dell’istante
a rovesciare tempo su di noi.
Certi amori
son mitosi di cellula divina
replican l’eterno e non lo sanno.
Bruno Mancini – Catalogo Racconti | ||||
001 | Bruno Mancini | Per Aurora volume primo | pag. 112 |
€. 13.00 |
002 | Bruno Mancini | Per Aurora volume secondo | pag. 126 |
€. 13.00 |
003 | Bruno Mancini | Per Aurora volume terzo | pag. 166 |
€. 15.00 |
014 | Bruno Mancini | Come i cinesi volume primo | pag. 146 |
€. 14.00 |
005 | Bruno Mancini | Come i cinesi volume secondo | pag. 116 |
€. 12.00 |
112 | Bruno Mancini | Per Aurora volume quarto | pag. 124 |
€. 13.00 |
114 | Bruno Mancini | Per Aurora volume quinto | pag. 108 |
€. 15.00 |
116 | Bruno Mancini | Per Aurora tutti i racconti | pag. 454 |
€. 26.00 |
Bruno Mancini – Catalogo Poesie | ||||
006 | Bruno Mancini | Dedicate e preferite | pag. 100 |
€. 11.00 |
007 | Bruno Mancini | Agli angoli degli occhi | pag. 100 |
€. 11.00 |
008 | Bruno Mancini | Segni | pag. 56 |
€. 8.00 |
009 | Bruno Mancini | Davanti al tempo | pag. 186 |
€. 16.00 |
010 | Bruno Mancini | La sagra del peccato | pag. 92 |
€. 9.00 |
011 | Bruno Mancini | Incarto caramelle di uva passita | pag. 56 |
€. 8.00 |
016 | Bruno Mancini | Non rubate la mia vita | pag. 55 |
€. 9.00 |
018 | Bruno Mancini | Io fui mortale | pag. 100 |
€. 12.00 |
020 | Bruno Mancini | Sasquatch | pag. 62 |
€. 12.00 |
022 | Bruno Mancini | La mia vita mai vissuta | pag. 000 |
€. 000 |
024 | Bruno Mancini | Raccolta completa | pag. 000 |
€. 000 |
Bruno Mancini – Catalogo Antologie | ||||
022 | AA.VV. | Ischia, un’isola di poesia | pag. 121 |
€. 18.00 |
040 | AA.VV. | Ischia, un’isola d’amore | pag. 169 |
€. 18.00 |
041 | AA.VV. | Ischia, un’isola di… | pag. 192 |
€. 18.00 |
042 | Roberta Panizza Bruno Mancini |
Ischia, un’Antologia | pag. 100 |
€. 14.00 |
401 | AA.VV. | Poesia e dintorni | pag. 96 |
€. 20.00 |
000 | AA.VV. | Il club degli autori 2004/2005 | pag. 000 |
finito |
000 | AA.VV. | L’ippocampo | pag. 000 |
finito |