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La lapide affranta – Per la serie “Esopo news”
La lapide affranta
Esiste una morale che regola le gerarchie tra le lapidi?
Questa è la domanda che mi sono posto al cospetto della lapide del più importante Comune dell’isola d’Ischia.
Il Comune di Ischia noto in tutto io mondo per le sue bellezze naturalistiche non meno che per i suoi trascorsi storici.
Ricordare gli illustrissimi e innumerevoli personaggi, positivi negativi e neutri, che vi hanno almeno soggiornato per qualche giorno se non governato per lunghi periodi, diventerebbe un improbo lavoro da topo di biblioteca che non ho alcuna intenzione di effettuare, così che mi accontento di dare per scontato che lo sciame dei lettori se ne faccia un personalissimo sommario elenco.
Indubbiamente, alle lapidi poste a memoria e a postuma gratificazione di coloro che hanno immolata la propria vita in azioni di estrema difesa del bene comune (penso ai caduti nelle guerre di liberazione dalle tirannidi) spetta una posizione di privilegio rispetto alle lapide commemorative di episodi di stretto stampo politico (e mi riferisco, ad esempio, a quelle che ricordano la data di qualche avvenimento importante per l’assetto amministrativo nazionale come potrebbe essere la proclamazione della Repubblica).
Se in questa piramidale gerarchia l’ultimo posto è occupato dalle targhe decise dalle commissioni per l’odonomastica cittadina, non si può non tenere conto dell’esistenza di situazioni intermedie che spopolano sui muri di tutte le località italiane.
Come, ad esempio, i marmi posti nel corso di varie epoche, antiche e moderne, per informare e definire i limiti e le attribuzioni di ciascun borgo.
Insomma un classico biglietto da visita, inchiavardato sulla parte più trafficata ed evidente di ciascuna entità territoriale.
Ischia, la perla del Mediterraneo, l’isola dagli innumerevoli pregi, l’isola dei sogni e delle speranze, Ischia ha la sua carta d’identità nazionale scalpellata in una lapide di marmo scuro posta sul centralissimo Corso Vittoria Colonna.
La lapide della vergogna per l’incuria in cui è tenuta.
Ma Esopo fa notare che la lapide affranta è stata consolata dalla “natura” che si è preso il compito di adornarla con un cespuglio di vegetazione perenne.
Dove l’uomo abbruttisce per egoismo pubblico e privato la sua permanenza sulla terra, la natura attiva i suoi poteri per ribadire la sua supremazia non solo fisicamente totale ma anche moralmente ineccepibile.
COMUNE D’ISCHIA
CAPOLUOGO DI CIRCONDARIO
COLLEGIO ELETTORALE DI POZZUOLI
DISTRETTO DI POZZUOLI
PROVINCIA DI…
Bruno Mancini
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