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La Banca dell’allegria
Per la serie Esopo News
Tre telecamere a circuito chiuso per sorvegliare un ufficio di superficie inferiore 50 mq.
Accesso controllato tramite un’unica porta girevole di sicurezza ad ingresso ed uscita per singola persona.
Tre postazioni attigue di accoglienza per il pubblico.
Locale situato nel centro storico di una trafficata località turistica.
Zona video sorvegliata per la presenza di un importante ufficio della pubblica amministrazione.
In America, per tentare di effettuare un “colpo” ad una Banca difesa da tali sistemi di sicurezza, si sarebbe organizzato un commando di 3-4 rapinatori, armati di kalashnikov, fiancheggiati da 2-3 basisti e con appoggi logistici esterni consistenti in motoscafi, elicotteri, ed automobili dalle prestazioni mirabolanti.
Tutto ciò preparato da un’organizzazione criminale di riconosciuto rispetto.
Ad Ischia, invece, città dell’allegria, è accaduto che un meschino sfaccendato ultra cinquantenne entrasse, in brache turistiche durante una mattina d’Agosto, nella Banca dell’allegria senza nemmeno un temperino come arma d’offesa e, avvicinatosi ad un cassetto momentaneamente incustodito ne prelevasse alcune migliaia di euro per poi, senza fretta, allontanarsi indisturbato ed uscire dalla banca con molta tranquillità.
Certo ad Ischia abbiamo molto da imparare dagli americani!
Siamo dilettanti!
Retrogradi principianti!
Al meschino sfaccendato ultra cinquantenne la ciambella era riuscita con il buco e avrebbe potuto mangiarla comodamente se… se uno dei due cassieri, diciamo il cassiere DIGI per distinguerlo dall’altro che chiameremo CORA, non si fosse insospettito per un movimento strano e non fosse andato a controllare il cassetto della postazione affidata alla custodia del collega Ixs momentaneamente assente.
DIGI:-
“Parblù!
Il malloppo non c’è più!
CORA, l’hai preso tu?
Noooo? E allora tutù tutù,
suona la tromba, allarme blu”.
DIGI che aveva visto bene in viso, e del resto già conosceva, il meschino sfaccendato ultra cinquantenne, mariuolo avventuriero privo di kalashnikov e finanche di un temperino, immediatamente si lanciò al suo inseguimento.
Potrete anche non crederci perché noi scrittori, come gli osti, siamo bugiardi per professione, però vi assicuro che il suo inseguimento fu reso più facile del previsto in quanto il meschino sfaccendato ultra cinquantenne mariuolo avventuriero privo di kalashnikov e finanche di un temperino, insulso epigone di un rapinatore, nella fuga andava perdendo banconote, quasi avesse avuto la sindrome di Pollicino e avesse voluto lasciare una traccia per l’improbabile ritorno.
“Fermati mariuolo!”, fu l’urlo che il segugio DIGI, privo di macchia e di paura, lancio nella piazza adornata dai leoni di pietra della reggia di un re Borbone.
“Fossi matto!”, fu il pensiero del ladro di polli presuntuosamente trasformatosi in mariuolo avventuriero privo di kalashnikov e finanche di un temperino, insulso epigone di un rapinatore solitario di un primario Istituto di Credito.
Le tesi degli esperti non sono uniformi, però la casistica tende a dimostrare che tra un urlo ed un pensiero, spesso è l’urlo che vince, così come accade spesso che, tra un meschino sfaccendato ultra cinquantenne ed un trentenne sportivo, sia lo sportivo trentenne (finanche allenato da continue fughe per sfuggire a donzelle vogliose), a correre più velocemente.
Fatto sta che DIGI raggiunse il tizio in un vicoletto e, forse con le buone (lui dice) o forse con le cattive (dice il mariuolo) lo “convinse” a rivelare il luogo dove aveva nascosto il malloppo.
Nel frattempo, a chi gli chiese che cosa fosse successo e dove fossero finiti gli altri impiegati, CORA rispose placidamente: “Sono andati a prendere un caffè”.
Misteri della telepatia! La continua vicinanza di DIGI e di CORA aveva creato un profondo processo telepatico. Infatti, DIGI era nella toilette di un bar per recuperare i din din che il tizio aveva nascosti nello sciacquone del water.
Quando la notizia giunse al Grande Capo del quotidiano “Il Dispari“, essa fu pubblicata alla stregua di tutte le notizie di cronaca becera, creando malcontento in DIGI che avrebbe preferito fosse stata trattata come un poema dell’ardimento e dell’intuito investigativo.
Per noi Esopo resta la vera luce che dissipa le tenebre mentali, e lui ci dice che “L’America è lontana”.
Bruno Mancini
Esopo news
Mezzanotte l’ora dei fantasmi
rel=”publisher”>Trovaci su Google+Scritto da Bruno Mancini
Bruno Mancini scrittore
è nato a Napoli nel 1943 e risiede ad Ischia, dalla età di tre anni.
A lui piace dire che l’origine della sua ispirazione o forse solo un iniziale impulso ancestrale ed istintivo, il vero basilare momento poetico della sua vita, si è concretizzato nell’incontro, propriamente fisico, tra i suoi sensi acerbi, infantili, e le secolari, immutate, tentazioni autoctone dell’Isola d’Ischia, dove le leggi della natura sembravano fluire ancora difese da valori di primitive protezioni.
Anche se aggiunge, con molta auto ironia e con un pizzico di provocazione:
“Le mie primissime esternazioni poetiche le ho espresse in tenerissima età, quando ancora non avevo pronunziato per la prima volta la parola mamma, ed alla fine di ogni abbondante poppata liberavo graziose ispirazioni poetizzando mediante dei rimati vagiti“.
Antiche terme comunali – Salone delle feste – Ischia 1964 Bruno Mancini legge poesie moderne
Recensione di Liga Sarah Lapinska
Intervista di Michela Zanarella
Intervista a Michela ZanarellaPROSE
Per Aurora volume primo
Per Aurora volume sesto – Così fu
Incarto caramelle di uva passita
Antologie
Scempi
Traduzioni
Inglese
Pamela Allegretto Franz
Napoletano
Luciano Somma
Libere interpretazioni
Lettone
Liga Sarah Lapinska
Esopo news
Canzoni
Canzone per San Valentino
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Bruno Mancini scrittore
Brevi commenti amichevoli ricavati dalle varie recensioni ai suoi libri pubblicati:
“Vedo una folla che si muove compatta verso un’unica meta guidata dagli incitamenti di colui che punta il dito ed una penna, che crea volti per i sentimenti.”
“…si fondono nell’intero componimento in una prospettiva ampia che contempla l’umano, l’umano cammino. Ed è una Commedia, una Commedia divina in chiave poetica, in versi che sento anche io estremamente dolorosi, con il preciso intento di affidarli alla penna , che non li disperda ma li urli e li renda in qualche modo eterni”.
“… lodo quel senso di eco lontano che riverbera le parole enfatizzandone i concetti”.
“Percorso di memoria o ricerca di spazi temporali virtuali?”
“Il continuo intersecarsi di livelli di identità con ipotesi e incarnazioni simboliche…”
“…sembrano accarezzare un sogno lontano, una speranza che non sarà mai certezza, un miraggio di felicità che si perde oltre l’orizzonte illusorio di fragili esistenze.”
“…a volte lirismo crepuscolare, intriso di soffusa malinconia, di struggente tristezza.”
“Opera interessante per i contenuti e le tematiche affrontate, nonché per i valori estetici…”
“…seria preparazione, corredata da rimarchevole fantasia.”
“…lavoro meditato, armonioso di buon afflato poetico.”
“ Bella poesia, con alti picchi in termini d’emozione e intensità.”
“…sincero, elegante, sempre aderente al soggettivismo letterario del particolare momento che attraversiamo.”
“Non racconto né romanzo, più che risolverli lascia aperti molti quesiti anche sul piano puramente tecnico linguistico.”
“Ed io invece, Bruno, ho letto a ritroso, prima la seconda parte, bellissima, ed ora la seconda, altrettanto splendida. Senso o non senso è una poesia dal forte impatto emotivo. Giochi con il lessico e le iterazioni, che adoro, ed è questa una delle poesie più belle che abbia letto qui dentro, quel genere di poesia che cerco e difficilmente poi trovo.
Mi domando come mai non ti abbia scoperto prima, Poeta??!!”
“Una poetica lacerata e sfuggente…”
“Le aperture liriche, più che segnare il passo dell’emozionalità, offrono un ulteriore invito a perdersi nei labirinti della parola scritta…”
“Quasi poesia cruda, percuote e carezza, giovane e antica…”
“Lavoro intenso, vissuto nella profondità della sua composizione, fatta di toni e di immagini…”
“Una voce nuova che chiama ad ascoltarla ed a giudicarla senza inibizioni, come liberamente essa è sviluppata.”
“Sì, lasci molto lavoro a chi legge, eppure questo mi affascina della tua poesia, la afferri e ti sfugge: in essa ti perdi ed allora ti turba… e cerchi il senso e lo cogli e ti lascia poi subito in dubbio. Ma il dubbio stimola, ti coinvolge … Sperimentalismo? Se lo è, come credo, ben venga; io lo adoro.
Bravissimo. Vero artista.”
“Troverete un urlo e un soffio di amore, un vuoto, immersi nella forza e nella malinconia di chi…”
Prima dell’alba
regalami un verso
così che io possa
sfrontata babbuccia
ricamo sulla brina
imprimere.
Al sole tenero
Vederla piangere di gioia