Views: 28
Per la serie Esopo news
Ischia terremoti
A tale proposito il quotidiano La Repubblica, uno tra i tanti organi di stampa che hanno scritto sull’argomento, fin dall’8 Agosto 2015, ha pubblicato un articolo a firma di Pasquale Raicado dal titolo il
Geotermia, Ischia si divide sul progetto pilota
nel cui sottotilolo si legge “L’impianto previsto a Serrara Fontana fa insorgere albergatori e termalisti, che denunciano il rischio di sismicità indotta e di ricadute sulla risorsa termale”.
Ecco il testo integrale dell’articolo:
“La geotermia della discordia. L’isola d’Ischia si interroga sull’impianto pilota geotermico “Serrara Fontana”, che potrebbe sorgere alle falde del monte Epomeo, realizzato dalla società Ischia Geotermia S.r.l., che ha chiesto il nulla osta al Ministero dello Sviluppo Economico. Ansie e timori di popolazioni, politica e imprenditoria sono emerse a ridosso dell’8 agosto, termine ultimo per la presentazione di dubbi e osservazioni, legati essenzialmente alle ricadute del progetto sul territorio.
Un progetto che prevede “un impianto di produzione di energia elettrica alimentato dal liquido geotermico estratto da due pozzi di produzione e re-iniettato nel sottosuolo in un altro pozzo, delle condotte per il convogliamento del Enel”.
Perplessità sono state espresse da Federterme e Unione Industriali, preoccupate per gli effetti dell’impianti sulla risorsa termale dell’isola: secondo le due associazioni,
“il progetto non sarebbe in grado di determinare in maniera scientifica come si modificherebbero le caratteristiche fisiche delle acque dopo lo sfruttamento a fini geotermici e prima dell’uso termale. Non esiste quindi alcuna certezza che possa essere salvaguardato il loro utilizzo tradizionale, e non è pertanto possibile prevedere le conseguenze sull’economia turistica dell’isola”.
Tendenzialmente contraria anche la posizione di Federalberghi Isola d’Ischia, espressa dal presidente Ermando Mennella, che ha parlato di un “progetto di rilevante impatto sull’ambiente, sulla salute pubblica e sulle attività turistiche e termali dell’isola”.
“Non sono esclusi – ha proseguito Mennella – il rischio sismico diretto o indiretto da reiniezione dei fluidi, il rischio ambientale e paesaggistico, il rischio per la salute, il rischio per il patrimonio termale, il rischio frane, il rischio per le attività turistiche ed economiche dell’isola”.
Sul rischio di sismicità indotta, però, gli esperti si dividono.
“E’ imprevedibile il comportamento sismico di un sottosuolo così fratturato sottoposto a reiniezione di fluidi ad alta pressione e per di più interessato da fluidi ad alta temperatura e pressione – ha per esempio sottolineato il geologo Franco Ortolani – E’ il caso di abbandonarsi a una sorta di speriamo che io me la cavo?”.
Molto più favorevole la posizione di Giuseppe De Natale, direttore dell’Osservatorio Vesuviano, che ha preso parte al dibattito pubblico organizzato da “Ischia Forum”: “Non esiste alcun nesso tra attività di perforazione e rischio vulcanico, mentre non ci sono elementi che confermerebbero rapporti tra la reiniezione di fluidi ed eventi sismici. Quanto ai valori termali, emungimento e reiniezione non alterano la risorsa. Sulla realizzazione di impianti geotermici pilota come quello di Serrara Fontana, piccoli e di impatto ambientale pressoché nullo, – ha chiosato De Natale – si è espressa favorevolmente la Commissione Ambiente e Sviluppo Economico della Camera”.
E intanto, si “spacca” anche la politica. Il progetto insisterebbe sul territorio del più piccolo dei sei comuni dell’isola d’Ischia, Serrara Fontana. “Abbiamo dei dubbi – conferma il sindaco, Rosario Caruso – ma mi sorprendono le certezze di chi boccia il progetto a priori, anche perché l’energia geotermica è pulita e l’impianto non produce impatti su flora e fauna, né emissioni sonore. Ciò detto, sottoporremo al Ministero una serie di quesiti, chiedendo chiarezza”. Si sono invece espressi per la bocciatura dell’impianto, insieme con il MoVimento 5 Stelle, anche altri Comuni, da Barano d’Ischia a Casamicciola Terme, passando per Forio, che ha sottolineato l’opportunità della geotermia a bassa entalpia, ribadendo un no secco all’utilizzo di “tecnologie che prevedano trivellazioni profonde e reiniezioni in pressione dei fluidi geotermici“.
Una posizione, quest’ultima, in linea con il documento d’intesa siglato tra Quarto, Napoli e Monte di Procida nel quale la geotermia è definita “una grande risorsa da utilizzare con sapienza e accortezza”, ma viene chiarita la “totale contrarietà agli impianti di grandi dimensioni ad alta e media entalpia per la produzione di megawatt di energia con trivellazioni profonde e con il prelievo e la re-immissione di fluidi nel sottosuolo, che produrrebbero rischi per la popolazione in una zona sensibile qual è la Grande Caldera dei Campi Flegrei”
A questo punto Esopo dice che gli resta difficile comprendere per quale arcano concetto esistano problematiche relative a possibili terremoti causati dall’estrazione di liquidi per uso geotermico, mentre, invece, nella stessa zona geografica, non esistano rischi collegati all’estrazione di liquidi per uso termale.
Esopo lo chiede particolarmente alla Federterme e all’Unione Industriali, preoccupate per gli effetti degli impianti sulla risorsa termale dell’isola: in quanto, è scritto nell’articolo, “il progetto non sarebbe in grado di determinare in maniera scientifica come si modificherebbero le caratteristiche fisiche delle acque (SOLO LE ACQUE? chiede Esopo) dopo lo sfruttamento a fini geotermici e prima dell’uso termale.”
Bruno Mancini