Views: 99
Il Dispari 20230320 – Redazione culturale DILA
Il Dispari 20230320
LO STORICO
FESTIVAL DELLA CANZONE NAPOLETANA
ARRIVERÀ A ISCHIA?
Dopo un approfondito e costruttivo confronto svolto tra Massimo Abbate, proprietario del marchio e Direttore Artistico del Festival Della Canzone Napoletana, e Bruno Mancini, Presidente dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA“, Massimo Abbate ha ufficializzata la nomina di Bruno Mancini nel ruolo di “Responsabile delle Relazioni esterne” al fine di promuovere il Festival Della Canzone Napoletana.
Ciò vuol dire che, fin da subito, l’Associazione DILA in sinergia con tutte le realtà associative, artistiche e mediatiche amiche dei progetti Made in Ischia, sarà impegnata nel coinvolgimento dell’Isola d’Ischia (prevalentemente ma non solo l’Isola d’Ischia) nella programmazione del Festival.
Il testo della lettera dell’incarico
«Gentile sig. Bruno Mancini,
riscontrando la sua disponibilità per assumere un ruolo direttivo nell’ambito dell’organizzazione del Festival della Canzone napoletana che, da tempo, ho rilanciato quale proprietario del marchio nonché Direttore Artistico giungendo quest’anno alla nona edizione, le sottoponiamo con piacere e ufficialmente la nostra proposta che consiste nell’affidarle l’incarico di Responsabile delle Relazioni esterne presso lo Stato e gli Enti pubblici al fine di promuovere il Festival quale importante vettore della cultura musicale napoletana.
Nel restare in attesa di conoscere la Sua disponibilità, porgo
Cordiali saluti.
18 marzo 2023
Massimo Abbate»
In una precedente mail Massimo Abbate aveva scritto a Bruno Mancini:
«Ischia è una delle perle del golfo di Napoli.
Il Festival di Napoli non è mai approdato nell’isola e non si sa per quale motivo.
A Capri invece nel 1970 si tenne di fatto l’ultima edizione e questo perché nel 1971 a causa della violenta protesta degli autori esclusi, l’oscuramento delle telecamere RAI e il diniego da parte dell’allora giudice Krog il festival ebbe il suo triste epilogo.
È dal 2015 che mi onoro di aver acceso un interesse negli uomini di buona volontà per il festival da me diretto.
Riportarlo in vita con abnegazione dopo averlo salvato da morte certa non è stato facile e non lo è tuttora a causa di un ostracismo silente e subdolo di alcuni personaggi di potere locale: Organizzatori di eventi, direttori artistici, politici, direttori di radio e televisioni nonché giornalisti di settore che non potendolo avere sotto controllo come tutte o quasi le attività artistiche in atto da anni, adoperano un oscuramento sistematico scoraggiando chiunque voglia sostenerlo.
Solo la mia insistenza, onestà professionale anche queste non meno sistematiche e caparbie, resistono e combattono tali squallidi interessi personali che nulla hanno a che fare con quelli puramente comunitari e culturali nell’interesse della promozione del patrimonio storico e artistico della città e della canzone napoletana.
Ma la giustizia anche se a volte tarda ad arrivare prima o poi fa il suo corso e allora tutto il male fatto a questa manifestazione ricadrà implacabilmente su loro stessi determinando la legge del boomerang.
Una bella ripulita in un ambiente corrotto e un ricambio generazionale sono indispensabili.
Ritornando a Ischia sarebbe bello riportarlo anche lì.
Se è finito a Capri può rinascere a Ischia.
Questo è un ottimo spunto di cronaca per chi saprà coglierlo.
In questa isola ho ricordi bellissimi a partire dalla mia infanzia.
Non solo fughe sentimentali con fidanzatine ma anche improvvisate con i miei amici più cari.
Non sono mancate visite organizzate grazie ai molti impegni di lavoro e su tutti quelli di accompagnare e seguire mio padre in qualità di suo personal manager.
Negli ultimi anni della sua carriera ho capito tramite il suo sguardo malinconico di dover proseguire il percorso da lui intrapreso a difesa della nostra canzone.
A partire dal momento in cui lui, a causa della sua imminente dipartita, lo avrebbe interrotto ripercorrendolo con la stessa passione e qualità.
E allora eccomi qua a riproporre l’unico vero grande evento che può riportare il canto napoletano e la sua poesia in tutto il mondo: Il Festival della canzone napoletana.
Se gli amministratori ischitani sono concretamente interessati io nell’interesse della canzone napoletana e per la promessa tacita fatta a mio padre, sono pronto.»
INFO:
dila@emmegiischia.com
tel 3914830355 (ore 15-23)
Poesia inedita di Alberto Liguoro
destinata alla raccolta fuori concorso
del premio internazionale
di Arti varie” DILA 2023″
Sei versi in attesa di un senso
I
I bambini piangono
perché il mondo li uccide.
I bambini ridono
perché amano e giocano.
È ‘a voce de’ criature
che saglie chianu chianu.
II
Sento lo Spirito Universale
sopra di me
e la Ragione morale in me,
mentre danza,
intorno ai muri crollati,
alle frontiere abbattute,
ai vascelli sventrati,
la Dea Bellezza,
e davanti ai suoi seni al vento,
l’anima del Mondo
cerca salvezza.
III
Le navi del Mediterraneo
oltre l’orizzonte
trasportano i Morti;
mentre Vite innocenti
regalate
a fredde bare galleggianti,
cantano in coro
Fifteen men on the dead man’s chest.
Una bottiglia di rum e Satana
pensano al resto.
IV
Amor, ch’a nullo amato amar perdona
si te sbatte ‘o core ‘npietto è ammore
si spontano ‘e lacrime è ammore
si pienz’ d’accirere è ammore.
‘A fenesta ‘e Marechiaro
sta ‘nfaccia‘o mare blu,
ma che dd’è?
Se oltre l’abisso
non può esserci amore,
un lungo filo da sarto,
c’è sempre, e abbraccia
i cuori più belli del mondo.
V
Su un antico percorso
lastricato di vittime
di lutti e macerie,
verso la giustizia, la libertà
e l’amore,
temiamo senza badarci,
una sbarra alla fine,
con su scritto:
“strada interrotta per frane”;
ma già oltre un dosso,
tra la nebbia di mare,
sfuma occhieggiante,
il faro dell’isola di Lesbo.
VI
Se la vita è un dono di Dio,
se lo è l’anima di una formica,
chi siamo noi per rifiutare
disprezzare o offendere?
Ma quando
il più raro e prezioso papiro egiziano
mi brucia la pelle,
incrina le pupille,
o intossica i polmoni,
è solo mostruoso
l’obbligo di aprire,
per umano decreto,
le braccia e la mente
all’occhio nefasto di Ra.
Ai 79 morti, 33 dei quali minorenni,
finora accertati, ai numerosi dispersi e
agli 80 profughi giunti in salvo, dei circa
180 a bordo del barcone naufragato nel
mare in tempesta, al largo di Crotone,
il 26 febbraio 2023.
Napoli 13 marzo 2023
Alberto Liguoro
Dalla raccolta di poesie
“LA SAGRA DEL PECCATO”
1957 – 2003 – ISBN 9781470913205
SCRITTA DA BRUNO MANCINI
Le mummie e le vestali
LA FORZA DI IGNAZIE
Se io fossi stata solo figlia
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per vicoli stretti e fumosi
attenta smarrita
avrei venduto gli occhi.
Se io fossi stata solo sposa
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per luccichii mimetici
solitaria rarità
avrei gelato le parole.
Se io fossi stata solo madre
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per veglie e voglie
condannata smarrita
avrei sedato i suoni.
Se io fossi stata solo donna
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per folli folle disumane
paradisi perduti
avrei tritato i pensieri.
°———°———°———°
Ma tu offendimi
con albe boreali
e poi sussurrami
di tuoni di tempeste
ma tu affondami
in nuvole di abbracci
e poi ritrovami
nelle bugie dei sogni
io vivo da sempre
quasi fossi vestale
attonita.
LA FORZA DI IGNAZII
Come giunco
tra rane
sbattuto
frustato
sferzato
quando avevo vent’anni
ho lasciato mio padre
lui ne aveva cinquanta.
Come graffio
su specchio
stridente
gelante
sfregiante
quando avevo altri anni
ho lasciato l’amata
lei non so.
Come gancio
al labbro
stupisce
tradisce
scurisce
quando avevo più anni
ho lasciato mio figlio
lui era grande.
Come bruco
fra frane
intanato
stordito
immoto
in questo giorno d’afa
ho lasciato la mia immagine
lei non lo capirà.
°———°———°———
Ma tu lisciami
e fasciami
e abbracciami e stringimi
e scoprimi e coprimi
e narrami e ignorami
e forgiami favola ottusa
io vivo da sempre
quasi fossi una mummia
deluso.
Il Dispari 20230313
Angela Maria Tiberi: Lucio Isabella scrittore di vita
Lucio Isabella scrittore, poeta, scultore di vita sarà a Ischia il 21 marzo per presentare le sue opere artistiche in occasione dell’evento “Giornata mondiale della poesia” organizzato dall’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” presieduta da Bruno Mancini, dal Circolo Sportivo Culturale Il Dragone presieduto da Pasquale Di Costanzo, in collaborazione con la testata giornalistica IL DISPARI di Gaetano Di Meglio, con il Magazine Eudonna e la Casa Editrice IL SEXTANTE entrambi di Mariapia Ciaghi, e con l’Associazione ADA di Dalila Boukhalfa.
L’incontro si svolgerà a partire dalle ore 18, con ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, presso la Casa Della Cultura DILA-DRAGONE ubicata nel salone teatro dell’ex Hotel Franceschina in Barano d’Ischia alla Via Corrado Buono 42: INFO dila@emmegiischia.com
Angela Maria Tiberi, vicepresidente DILA, ci illustra il contenuto di una novella di Lucio Isabella.
Figlio di contadini e appartenente ad una famiglia numerosa, orfano di padre all’età di undici anni, Lucio Isabella lascia gli studi in tenera età per dedicarsi ai lavori nei campi.
Lucio Isabella è stato lavoratore instancabile nell’ambito dell’agricoltura per poi diventare, mediante un profondo impegno, disegnatore navale con ampia competenza.
Nell’ambito della sua letteratura si nota una vivace fantasia con dolorose e toccanti vicende, con meravigliosa sensibilità.
Lo chiamano ribelle perché non permette a nessuno che venga a calpestare i valori umani esaltati nei suoi romanzi.
Il Comune di Castellabate ha voluto conferirgli una particolare benemerenza per la diffusione nel mondo delle sue opere che fanno ampio riferimento alla vita e alla cultura del Cilento.
Un libro di racconti dal titolo “Cuore Cilentano”, a cui è stato assegnato Medaglia d’oro per la narrativa al Premio Internazionale “Natale Agropolese”, è entrato nelle scuole toccando il cuore dei giovani,
Visti i titoli, i meriti e l’attività svolta, l’Accademia Internazionale di Belle Arti, Scienze, Lettere, Diritto “Fide Europeoin” gli conferisce solennemente a Norma di Statuto il Diploma Accademico d’Onore Maestro Lucio Isabella, Vate del mito cilentano , iscrivendolo nell’Albo d’Oro il 19 novembre 2006.
Le sue trentasette opere letterarie fanno parte della collana “Storie d’amore e di vita del Cilento”.
Esaminando il romanzo “All’ombra dei castagni”, incluso nella collana “Storie d’amore e di vita nel Cilento” e presentato da Ezio Guandalini, si consiglia il lettore di leggerlo attentamente per riuscire ad ascoltare l’eco di un tempo che accarezza il cuore facendo rivivere i ricordi.
Lucio Isabella racconta in forma poetica l’amore verso la sua terra e la sua famiglia perché la sua anima gentile sa gioire, amare e soffrire e tutto questo traspare nel testo facendoci sentire protagonisti dei personaggi narrati tanto che il lettore sensibile prova profonde emozioni diventando spiritualmente amico dei protagonisti del testo.
Lucio Isabella mette in evidenza che i padroni erano chiamati “Galantuomini” con il termine “Don”, “Eccellenza”.
Il rispetto era obbligatorio e i padroni approfittavano dell’ignoranza dei coloni e dei contadini che lavoravano per loro.
La loro prepotenza rientrava nella norma quotidiana e il buono dei proprietari era una rarità.
Si andava negli anni 39/45 in calesse, carretta e il “traino” era effettuato da asini o muli, difficilmente cavalli.
Dopo la guerra arrivarono nei paesi di campagna o di montagna autobus molto vecchio chiamati “O postale”, perché portavano la posta e qualche raro passeggero.
Era insolito vedere un’automobile per strada.
Regnava il rispetto fra le famiglie e i loro componenti si aiutavano a vicenda mentre ora questa è divenuto rarità nelle grandi città.
I matrimoni si celebravano fra i paesani, mentre le famiglie dei “galantuomini” si imparentavano nello stesso ceto.
Parlandoci dei suoi romanzi, Lucio Isabella ci racconterà, a Ischia il prossimo 21 marzo, queste ed altre emozionanti storie di vita.
Siete tutti invitati!
Angela Maria Tiberi
Da Liga Sarah Lapinska TWITTERONE lettone
1) Agnese Rudzīte, una giovane lady amante dell’Arte e amica dei progetti DILA che lavora insieme al marito presso “CopyPlus”, un laboratorio di stampa in via Mātera 26A, Jelgava – Lettonia, è stata contenta di ricevere in regalo il mio disegno “Asian Tune”.
I turisti dall’Italia e da altri Paesi, così come i residenti di Jelgava, sono gentilmente invitati a visitarli.
Possano entrambi avere successo nella loro piccola impresa e nella loro vita!
2) Aida Turrini conosce e ama la natura. Scatta fotografie nel suo tempo libero. Nelle sue immagini si possono vedere Italia, Argentina, Lettonia e altri paesi.
Lei è una delle finaliste del concorso “Otto milioni – 2022” ed ha ordinato con entusiasmo tre copie dell’antologia “Isole nuove – 2022”.
3) Irinel Daniela Iacob, pittrice di Romania, Bucarest, che ha una formazione ingegneristica e gestionale, è felice di ricevere l’antologia “Isole Nuove – 2022” e il quotidiano “Il Dispari”.
Nelle immagini si vede lei e uno dei suoi dipinti dedicati a fiabe, romanticismo e fate.
4) Viesturs Āboliņš posa con l’antologia “Isole nuove – 2022”, il quotidiano “Il Dispari” e il mio disegno “Fairy tale”.
Lui non solo scrive poesie storiche molto emozionanti, ma anche fiabe, articoli scientifici e di statistica, oltre a fotografare attentamente la natura, soprattutto acque e uccelli acquatici.
È un ingegnere per professione, ed inoltre è esperto di previsioni del tempo.
Buona salute e resistenza a lui!
5) Raimonds, persona di buona volontà, che per ora non vuole rendere noto il suo cognome, ha ricevuto con piacere, interesse e stima la nostra meravigliosa antologia “Una pagina, un’emozione” in regalo.
Grazie a lui e ai suoi amici, ora ho un comodo smartphone e un fornello elettrico altrettanto comodo.
Buona salute e successo in tutto a lui e a suoi amici sinceri!
6) Eda Gyenis (Ungheria) Artista, ottima disegnatrice una delle finaliste del concorso “Otto milioni – 2022” posa con l’antologica “Isole nuove – 2022”.
Dalla raccolta di poesie
“LA SAGRA DEL PECCATO”
1957 – 2003 – ISBN 9781470913205
SCRITTA DA BRUNO MANCINI
Le mummie e le vestali
LA FORZA DI IGNAZIE
Se io fossi stata solo figlia
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per vicoli stretti e fumosi
attenta smarrita
avrei venduto gli occhi.
Se io fossi stata solo sposa
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per luccichii mimetici
solitaria rarità
avrei gelato le parole.
Se io fossi stata solo madre
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per veglie e voglie
condannata smarrita
avrei sedato i suoni.
Se io fossi stata solo donna
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per folli folle disumane
paradisi perduti
avrei tritato i pensieri.
°———°———°———°
Ma tu offendimi
con albe boreali
e poi sussurrami
di tuoni di tempeste
ma tu affondami
in nuvole di abbracci
e poi ritrovami
nelle bugie dei sogni
io vivo da sempre
quasi fossi vestale
attonita.
LA FORZA DI IGNAZII
Come giunco
tra rane
sbattuto
frustato
sferzato
quando avevo vent’anni
ho lasciato mio padre
lui ne aveva cinquanta.
Come graffio
su specchio
stridente
gelante
sfregiante
quando avevo altri anni
ho lasciato l’amata
lei non so.
Come gancio
al labbro
stupisce
tradisce
scurisce
quando avevo più anni
ho lasciato mio figlio
lui era grande.
Come bruco
fra frane
intanato
stordito
immoto
in questo giorno d’afa
ho lasciato la mia immagine
lei non lo capirà.
°———°———°———
Ma tu lisciami
e fasciami
e abbracciami e stringimi
e scoprimi e coprimi
e narrami e ignorami
e forgiami favola ottusa
io vivo da sempre
quasi fossi una mummia
deluso.
Il Dispari 20230306
Angela Maria Tiberi recensisce Antonio Scarsella
Il Grifone, la scimmia, l’usignolo
Il Levante Libreria Editrice
Centro di svolgimento del giallo è Sermoneta, borgo medioevale, intrecciandosi con la musica, la cultura, la storia.
I protagonisti del romanzo sono: il campus internazionale di Musica, diventato Fondazione, il Castello di Sermoneta e la Musica, che diventano cornice di un giallo d’ambiente mentre il filo conduttore è la Musica.
Protagonista femminile è Carola Leman sposata con il settantenne Franz Kramer, violoncellista di fama mondiale, direttore del Conservatorio di Stoccolma e di altri istituti di mezza Europa, genio della musica mondiale.
I protagonisti si erano conosciuti a Stoccolma, lei giovanissima impiegata del Conservatorio e lui più di quarant’anni d’età, diventando lei, successivamente, la sua seconda moglie ed assistente di cattedra nello stesso istituto.
Il prof. Kramer teneva i suoi corsi di perfezionamento nel castello di Sermoneta, centro di importanza internazionale della Musica.
La moglie non dava motivo di tradirlo anche se aveva 45 anni e lui settant’anni: c’era complicità fra loro.
Il marito non sapeva che la sua amata fosse attirata sia dal corpo che dalla mente di giovani donne in quanto il suo desiderio di madre non era stato esaudito.
Le avventure con gli uomini non placavano la passione di Carola.
La sua prima donna fu una violoncellista, Agneska, e tra loro vi fu una grande passione e passarono una notte insieme, nella stanza numero 32 dell’Hotel Holiday Inn di Stoccolma.
Si lasciarono.
Colpo di scena del giallo è la morte della giovane Céline nel Castello di Sermoneta.
Così l’autore ci introduce nel giallo.
Chi ha ucciso Céline Bloom?
Non dico altro!
Il giallo è pieno di misteri.
Colgo l’occasione per invitare a meditare per il messaggio sconosciuto a molte persone (inciso all’ingresso del Palazzo di Vetro dell’Onu a New York.) che lo scrittore riporta nel suo testo .
Scritto da un grande poeta di religione mussulmana, vissuto in Persia a cavallo tra il XII e il XIII secolo: Mosleh ad-Din Abdollah, conosciuto come Sa’di: “I figli di Abramo sono membra di uno stesso corpo e della stessa essenza sono stati creati.
Quando anche la più piccola parte, per le avversità della vita, si addolora, anche le altre parti perdono la calma e quiete.
Tu che sei insensibile alle pene altrui mai e poi mai potrai essere chiamato essere umano”.
Complimenti ad Antonio Scarsella e un buon successo di questo fantastico libro.
Angela Maria Tiberi
DICHIARAZIONE RICHIESTA PER LA PARTECIPAZIONE ALLA
12a EDIZIONE DEL
PREMIO INTERNAZIONALE DI ARTI VARIE
“OTTO MILIONI” 2023
Io sottoscritto/a____________________________________________
residente a _______________ in Via______________ N_____ CAP________
tel. ______________________ e-mail________________________________________________
avendo letto, ed accettando tutte le norme del regolamento relativo alla undicesima edizione del Premio internazionale “Otto Milioni”2022 pubblicato anche tramite web all’url
manifesto l’intenzione di partecipare alla sezione
POESIA □ ARTI GRAFICHE □
ARTICOLO □ VIDEO □
della 12a del premio internazionale di Arti Varie “OTTO MILIONI”2023 e, pertanto, nella mia qualità di Autore, allego l’opera dal titolo_________________
A TALE SCOPO DICHIARO DI
1. essere stato informato, ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs.196 /2003 sulla tutela dei dati personali, che i miei dati personali forniti all’atto della compilazione della presente richiesta d’iscrizione saranno trattati, in conformità alle norme legislative e regolamentari vigenti e applicabili, con modalità automatiche, anche mediante sistemi informatizzati, solo ed esclusivamente nell’ambito delle operazioni necessarie a consentire la partecipazione del sottoscritto alla 12a edizione del premio internazionale di Arti Varie “OTTO MILIONI” 2023 organizzato da Bruno Mancini;
2. di acconsentire, con la presente richiesta d’iscrizione, al trattamento dei miei dati personali svolto con le modalità e per le finalità sopra indicate ed in conformità alle norme legislative e regolamentari vigenti e applicabili
3. di essere a conoscenza del fatto di poter esercitare i diritti previsti dall’art. 7 della Legge 196/2003, tra i quali il diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati, nonché la loro cancellazione mediante comunicazione scritta da inoltrare al titolare del trattamento dei dati personali ai sensi e per gli effetti della stessa legge;
4. volere concedere a Bruno Mancini il diritto di pubblicare ed utilizzare la mia suddetta opera in ogni forma e modo, alle condizioni di seguito indicate, affermando, sotto la mia personale responsabilità, di esserne l’unico autore, l’unico titolare dei diritti e di poterne liberamente disporre, così che Bruno Mancini avrà il diritto pieno, esclusivo e definitivo dì pubblicare e di utilizzare in ogni forma e modo la mia suddetta opera nel rispetto del diritto morale dell’autore ai sensi dell’art. 2575 codice civile (diritti di autore e di ingegno), e avrà il diritto di pubblicare la mia suddetta opera anche in via telematica a mezzo internet, come proposta da me Autore e non sarà tenuto ad effettuare alcuna correzione;
5. aver concordato in maniera definitiva con Bruno Mancini che egli NON corrisponderà alcun compenso presente o futuro in mio favore né a titolo di “diritto d’autore”, né per alcun altro diritto, pretesa, rimborso, compenso ed indennità, poiché sono favorevolmente disposto a destinare la mia suddetta opera al gratuito utilizzo da parte di Bruno Mancini per qualunque forma di pubblicazione, e per qualsiasi utilizzazione egli voglia decidere, restando inteso che avrò comunque piena ed assoluta disponibilità della mia suddetta opera, senza dover chiedere consenso a Bruno Mancini, né dovere in alcun modo rendergli conto del suo utilizzo, in quanto io sottoscritto Autore resterò unico titolare della proprietà intellettuale della mia suddetta opera;
6. volere provvedere all’acquisto di n°…… copie del volume antologico “ISPIRAZIONI” se la mia suddetta opera sarà ritenuta idonea a partecipare alla dodicesima edizione del Premio di Arti Varie “OTTO MILIONI” e se sarà pubblicata nella suddetta Antologia.
Data e Luogo…………………. Firma dell’autore …………………….
Ai sensi dell’art. 1341 cod. civ., approvo specificatamente le clausole 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) del regolamento relativo alla 12a edizione del premio internazionale di Arti Varie “OTTO MILIONI” 2023 pubblicato anche tramite web all’url https://www.emmegiischia.com/wordpress/premi-otto-milioni-2023/
Data e Luogo…………………. Firma dell’autore …………………….
P.S. Aggiungere i dati richiesti, ed inviare entro il 15 Maggio 2023 a dila@emmegiischia.com
Info & contatti: – Tel. 3914830355 – dila@emmegiischia.com
BRUNO MANCINI
Dalla raccolta
Io fui mortale
(2005 – 2009)
Giovane Apaches
Scriverò di te innocente – giovane Apaches –
dalla lunga chioma di grappoli
di grappoli d’uva rossigna,
tra le fiamme dei tronchi
dei tronchi ardenti sfavillanti
una notte di cielo deserto,
deserto, nel cuore del deserto.
Penserò alla tua malinconia – giovane Apaches –
d’attesa e di passioni con occhi memorie
memorie affastellate,
sopra i fumi dei tronchi
dei tronchi assopiti
nelle notti di cielo deserto,
deserto, come il cuore del deserto.
Amerò gli sguardi squillanti – giovane Apaches –
per la felice follia di silenziosi sorrisi
sorrisi all’ombra di tante chimere,
dentro ai profumi dei tronchi
dei tronchi spenti dalla mia ombra
ogni notte di cielo deserto,
deserta, più del cuore del deserto.
Il Dispari 20230227
Il Premio internazionale di Arti Varie “Otto milioni” 2023 ideato da Bruno Mancini, dedicato alla memoria di Paola Occhi, Nina Lavieri, Antonio Mencarini, Vincenzo Savarese, organizzato dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” in collaborazione con la testata giornalistica IL DISPARI diretta da Gaetano Di Meglio, con la Casa Editrice IL SEXTANTE e con il magazine Eudonna entrambi riferibili a Mariapia Ciaghi e con l’Associazione algerina ADA presieduta da Dalila Boukhalfa, si sviluppa in quattro sezioni: Poesia – Arti grafiche – Articolo – Video.
Regolamento
TEMA LIBERO
1. L’iscrizione al Premio è completamente gratuita per TUTTI.
2. Una commissione nominata da Bruno Mancini provvederà a selezionare in maniera insindacabile le opere che parteciperanno alla fase finale del Premio.
3. I Soci dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” avranno diritto ad iscrivere UNA loro opera per ciascuna sezione direttamente nel gruppo delle finaliste, purché rispettino quanto prescritto negli articoli successivi di questo regolamento.
Sono esclusi da questa opportunità i Soci DILA che saranno, eventualmente, inseriti in una Giuria del Premio.
Gli Autori che hanno già partecipato ad una qualsiasi delle Antologie pubblicate da Bruno Mancini sono equiparati agli Associati DILA.
SEZIONE POESIA
4. Autori italiani e stranieri potranno iscrivere al Premio non più di 3 poesie ciascuno.
5. Le poesie iscritte al Premio: a) non dovranno avere ricevuto precedenti premi DILA; b) dovranno essere inviate in formato word a dila@emmegiischia.com; c) dovranno essere scritte in lingua italiana; d) dovranno essere composte da un massimo di 30 righe (compreso il titolo ed eventuali spazi bianchi tra i versi e/o tra le strofe); e) potranno essere scritte in una delle seguenti lingue <arabo, francese, inglese, lettone, russo, spagnolo> purché, SOLO in questo caso, siano accompagnate dal versamento di 10,00€ ciascuna come contributo per la traduzione in italiano che verrà effettuata da poeti collaboratori dell’Ass. DILA. Tali versamenti andranno effettuati sull’IBAN che verrà indicato in maniera privata.
SEZIONE ARTI GRAFICHE
4. Autori italiani e stranieri potranno iscrivere al Premio non più di 3 opere ciascuno.
5. Le opere iscritte al Premio: a) non dovranno avere ricevuto precedenti premi DILA; b) dovranno essere inviate in formato jpeg a dila@emmegiischia.com; c) potranno essere realizzate con qualsiasi tecnica, anche digitale e/o fotografica
SEZIONE VIDEO
4. Autori italiani e stranieri potranno iscrivere al Premio non più di 3 video ciascuno.
5. I video iscritti al Premio: a) non dovranno avere ricevuto precedenti premi DILA; b) dovranno essere inviati in formato mp4 o simile a dila@emmegiischia.com; c) potranno essere realizzati con qualsiasi contenuto (musica, recitazione, eventi ecc.); d) dovranno avere la durata massima di quattro minuti.
SEZIONE ARTICOLO
4, Autori italiani e stranieri potranno iscrivere al Premio al massimo 3 articoli ciascuno.
5. Gli articoli iscritti al Premio: a) non dovranno avere ricevuto precedenti premi DILA; b) dovranno essere inviati in formato word a dila@emmegiischia.com; c) potranno essere realizzati su qualsiasi argomento; d) dovranno avere la lunghezza massima di 5.000 battute spazi e titolo compresi.
6. A richiesta degli Autori, TUTTE le opere iscritte al Premio potranno essere pubblicate nell’antologia “ISPIRAZIONI”.
7 La mancata adesione alla suddetta opportunità editoriale NON pregiudicherà in alcun modo la partecipazione delle opere al Premio.
8. L’antologia “ISPIRAZIONI” sarà regolarmente provvista di un codice ISBN.
Il prezzo di copertina del volume in bianco e nero sarà di 22.00 € e la stampa avverrà entro settembre 2021.
9. L’Autore, per partecipare al Premio, dovrà compilare in tutte le sue parti la dichiarazione annessa a questo regolamento e dovrà inviarla a dila@emmegiischia.com debitamente firmata, insieme al file dell’opera proposta.
10. La votazione conclusiva che designerà le opere vincitrici delle sei sezioni, avverrà sommando i punti ricevuti mediante: a) like ai siti web che aderiranno all’iniziativa (1 voto = 1 punto); b) coupon inseriti nelle testate giornalistiche che aderiranno all’iniziativa (1 voto = 10 punti); c) schede allegate all’antologia “ISPIRAZIONI (1 voto = 30 punti), d) voti espressi da giurie nominate da DILA e dagli sponsor del premio -i punti totali assegnati a ciascuna Giuria saranno pari al totale dei punti espressi al capo a).
11. Le opere per partecipare al Premio dovranno pervenire a dila@emmegiischia.com nella loro stesura finale entro e non oltre il 15 Maggio 2023.
12. Il mancato rispetto di una qualsiasi delle norme di questo regolamento sarà causa di esclusione dell’opera dal premio.
13. I nomi dei finalisti saranno annunciati entro il 10 Giugno 2023.
14. La classifica finale sarà resa nota in una data compresa tra il 30 ottobre e il 30 novembre 2023.
15. La cerimonia di premiazione dei vincitori avverrà in una data compresa tra il 10 novembre e il 31 dicembre 2023.
La data e la località della premiazione saranno rese note ai finalisti con un preavviso di almeno 10 giorni.
16. Trattandosi di un premio ad iscrizione COMPLETAMENTE GRATUITA, Bruno Mancini si riserva il diritto di effettuare qualsiasi variazione a questo regolamento, e gli Autori, inviando le proprie opere, ne prendono atto in maniera definitiva.
Il Dispari 20230221
È Carnevale
Dalla raccolta di poesie di
Bruno Mancini
“Non rubate la mia vita”
(2005 – 2007):
ISBN 9781470909499
Paperback EUR 13.87
https://www.amazon.com.be/-/en/Bruno-Mancini/dp/1470909499
È Carnevale
tu mi hai lasciato con una promessa.
Hai detto: “Aspettami.”
“Ritornerò”.
È Carnevale
e ho visto il tuo culetto allontanarsi.
Ho detto: “<È certo.”
“Ti troverò”.
Per vicoli e botteghe
ho mosso il mio delirio incontrollato
la maschera che hai tu
non l’ho rivista più.
Su canali e lagune
ho spinto la mia assurda gelosia
la maschera che hai tu
non l’ho rivista più.
È Carnevale
tu mia hai lasciato con una promessa
ho visto il tuo culetto allontanarsi
la maschera che hai tu
non l’ho rivista più
e adesso guardo alla ti vu
le belle chiappe d’una indù
il piffero va su
della maschera ch’hai tu
non me ne fotte niente più.
Canzone per Carnevale
testo di Bruno Mancini
musica, canto e fisarmonica di Valentina Gavrish
https://youtu.be/yz6YTxU5wbQ
Il Dispari 20230220
C’è un mistero dietro la morte/sepoltura di Vittoria Colonna?
Albertin Galiano ne è sicuro.
Diciamo subito che la poetessa Vittoria Colonna (Marino, aprile 1490 o 1492 – Roma, 25 febbraio 1547), figlia del generale Fabrizio Colonna e di Agnese di Montefeltro e poi moglie di Francesco Ferrante d’Avalos Marchese di Pescara, rappresenta l’icona artistica dell’intera isola d’Ischia.
Infatti, il suo matrimonio con Ferrante d’Avalos fu celebrato ad Ischia nel Castello Aragonese il 27 dicembre 1509 e lì lei trascorse gran parte della sua vita avendo modo di intrattenere relazioni culturali con i migliori artisti e letterati del secolo, tra cui Angelo di Costanzo, Annibale Caro, Bernardo Tasso, Giovanni Pontano, Girolamo Britonio, Jacopo Sannazaro, Ludovico Ariosto, Michelangelo Buonarroti e tanti altri ancora.
Una storia tramandata oralmente, a mio parere più vicina alla realtà che non alla fantasia, vuole che il sommo Michelangelo Buonarroti abbia soggiornato a Ischia in una Torre distante poche centinaia di metri dalle finestre del Castello Aragonese, potendo quindi agevolmente incontrare la bella castellana.
Certo è storicamente provato che ad un loro primo incontro avvenuto tra il 1536 o 1538, ne seguirono altri già a partire dal 1539 quando ella dimorò a Roma e fino alla sua morte.
Che poi tra loro ci sia stata “solo” una profonda amicizia (come sostengono alcuni storici), oppure si sia sviluppato un amore per niente platonico (come maliziosamente “insinua” la tradizione popolare) certo è che Vittoria ebbe su di lui un grande ascendente, probabilmente anche religioso, tanto che lui le dedicò numerosi componimenti poetici tra i quali è degno di attenzione un madrigale molto simile ad una dichiarazione di amore passionale:
“Un uomo in una donna, anzi uno dio
per la sua bocca parla,
ond’io per ascoltarla,
son fatto tal, che ma’ più sarò mio.”
(Michelangelo Buonarroti, Rime, Edizioni Rizzoli, 1981, pag. 268.)
Questo lungo preambolo è strumentale alla introduzione dell’argomento definito nel titolo: “C’è un mistero dietro la morte/sepoltura di Vittoria Colonna?” perché Albertin Galiano identifica proprio in Michelangelo Buonarroti il personaggio che avrebbe creato prima e custodito poi il segreto della sepoltura della poetessa.
Quando, in seguito ad una banalissima richiesta di informazioni, sono entrato in contatto con Albertin Galiano riuscendo ad ottenere la sua fiducia nella esposizione sommaria di ciò che egli asseriva di avere appurato durante molti anni di studi e di ricerche, ho capito che, confermata o invalidata che fosse la sua ricostruzione del mistero della sepoltura della “nostra” Vittoria Colonna, certamente sarebbe stato utile presentarla pubblicamente onde avviare un dibattito ma anche una ulteriore nuova serie di indagini e di accertamenti.
Così, contando sulla comprensione del Direttore Gaetano Di Meglio che non ha esitato a mettere diverse pagine a disposizione di questa serie di articoli che inizio oggi, e nella prospettiva di pianificare, per la prossima primavera, un corposo confronto organizzato dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” nella Biblioteca Antoniana di Ischia con la presenza di Albertin Galiano, mi accingo, ora, ad introdurre il risultato della sua ricerca in una sintesi piuttosto succinta, ma sufficientemente idonea a rendere comprensibile l’impegno con il quale è stata perseguita.
Dopo alcuni mesi di contatti telefoni e tramite e-mail, Albertin Galiano mi ha scritto;
«Ho ricevuto la sua risposta, con la sua proposta per un “articolo-intervista” relativo ai risultati dello studio da me eseguito.
Ma, dopo la telefonata di questo pomeriggio, la cosa mi sembra fattibile.
Come è anche superabile il fatto di riuscire a dare una complessiva spiegazione dell’intero studio che si è reso necessario svolgere fino a ottenere i risultati cui ritengo di essere giunto.
Questo perché tale “studio” ha dovuto essere svolto a vari livelli.
Le cronache del tempo tramandate dai cronisti dell’epoca: Giorgio Vasari, Ascanio Condivi, i vari ‘Carteggi’ di Michelangelo, quelli del Vasari.
È una documentazione davvero esorbitante, in rapporto al solo Michelangelo.
Al quale andrebbe aggiunto anche Leonardo da Vinci,
In quanto, relativamente a quelle “figurazioni nascoste” da egli realizzate sulle sue varie “Pietà”, Michelangelo le ha apprese da Leonardo.
E con Leonardo si aprirebbe un altro “Universo” su cui indagare, studiare, per presentarne gli opportuni riscontri.
Un “Universo” molto problematico, date le frammentarie e contraddittorie notizie e tesi, fornite dalla Critica della Storia dell’Arte.
Su tutto ciò è stato necessario fare una verifica degli effettivi fatti storici, cioè degli eventi effettivamente accaduti.
Fare una loro verifica con i riscontri incrociati, perché, relativamente a Leonardo, di quanto ne scrive la Critica dell’Arte, non sembra esserci nulla di certo, tanto che ogni “datazione” che lo riguarda viene immancabilmente accompagnata dalla parola: “circa” (e questo “circa” può essere variabile dai due, quattro, sei, nove o undici anni, ma con tali riferimenti, non si arriva da nessuna parte).
Oltre a questo, è stato necessario anche uno studio filologico sull’espressività usata da Giorgio Vasari, nel trasmettere le sue cronache, relative alle due edizioni delle “Vite” dei vari artisti.
Quella del 1550 e l’altra del 1568.
Questo perché, nel suo scrivere egli dimostra avere anche altre “intenzionalità”, non meglio specificate, insite nel suo “contraddittorio” modo di scrivere; ed è appunto la conoscenza di queste sue “intenzionalità” a permettere una corretta interpretazione dei suoi scritti.
Ed è questo il vero problema con il quale ci si “scontra” con le tesi e le interpretazioni date dall’intero “Mondo Accademico della Storia dell’Arte”.
La quale appare tutta coesa, (i suoi rappresentanti), a sostenere le medesime tesi, citando e pubblicando solo ciò che altri loro “colleghi” hanno già pubblicato.
E, in effetti, nelle loro pubblicazioni non fanno altro che compiere delle “citazioni bibliografiche”, al fine di acquisire credito e sostegno dai loro “colleghi”, che ne hanno già scritto, riportando dati “effimeri”.
Ed il loro “gioco” sembra essere questo: ripetere ciò che altri hanno già scritto, senza nemmeno andare a verificarlo.
Tanto è vero che, hanno anche “riscritto” le due edizioni delle “Vite” di Giorgio Vasari, al fine di renderle “in un italiano meglio leggibile”.
Ed in questo hanno commesso degli errori di trascrizione, alterando di fatto il testo originale, il quale ha acquisito un diverso significato.
Il guaio è che ora tutti gli “esperti critici” della Storia dell’Arte fanno uso di queste “nuove edizioni”, (alterate).
Chi glielo va a dire?
Ma soprattutto: sarebbe forse possibile che essi ammettano questi loro macroscopici errori?
Eppure, verificarlo, sarebbe cosa semplicissima.
È sufficiente fare un confronto con i testi originali scritti da Giorgio Vasari.
Cosa che ho fatto.
Mi sono procurato delle copie facsimili degli originali, e lì,ho notato subito la differenza.
Anche se poi, è necessario uno studio “filologico” sul modo di scrivere di Giorgio Vasari, per comprenderne le implicazioni. Ovvero, quanto effettivamente accaduto.
Questo per via delle sue “intenzionalità”.
Intenzionalità che alla sua epoca, (per via di quegli “Apparati Inquisitori”, allora esistenti, e dell’elenco dei libri proibiti), non poteva permettersi di scrivere e pubblicare.
Se l’avesse fatto, il Vasari sarebbe sparito, lui e le sue opere.
E con lui anche Michelangelo, e di loro, oggi non ne sapremmo nulla.
Senza tralasciare Leonardo da Vinci.
Perché anche lui è stato perseguitato dall’Inquisizione.
A causa del suo pensiero è stato “esiliato” in Francia. Anche se questo “esilio” è stato presentato come un “regale invito del Re Francese Francesco I°”.
Come può rendersi conto, le argomentazioni complessive di questo mio studio su Michelangelo Buonarroti, non riguardano solo lui, ma un po’ tutta la storia del periodo nel quale è vissuto.
Le cui ripercussioni ancora oggi sussistono, quando si parla di questi personaggi.
“Personaggi” verso i quali abbiano contratto un “debito Culturale” enorme.
Un “debito” del quale i così detti “Grandi Critici dell’Arte” non sembrano essere consapevoli.
È anche pur vero che di questo aspetto “Inquisitorio” si potrebbe accennarne di sfuggita, ma dato che si dovrebbe parlare della Pietà Rondanini, e delle “figure”, nascostamente scolpite da Michelangelo sulla sua superficie, considerando che anche questa Pietà, (come la Pietà Bandini di Firenze), è anch’essa andata distrutta; e in modo misterioso, perché le caratteristiche proprie della statua indicano che non è stato Michelangelo a romperla, e quindi, deve essere stato qualcun altro.
Chi?
Chi è stato?
Anche a questa domanda vi è la risposta, sotto forma di una immagine, la quale indica i motivi per cui la versione originaria è stata distrutta.
Così, ora, dopo la telefonata intercorsa, mi metto al lavoro per scrivere e presentare i motivi per cui è da ritenere che la Pietà Rondanini sia l’opera nella quale Michelangelo ha voluto esprimere e raffigurare tutto il suo sentimento vissuto per Vittoria Colonna.
Con grande simpatia e cordialità.
E a risentirla.
Galiano Albertin.»
Ma per conoscere il mistero che si nasconde dietro la morte/sepoltura di Vittoria Colonna ci dobbiamo dare appuntamento alla prossima puntata, sempre su questa pagina e sempre di lunedì, perché vi proporremo il testo integrale di ciò che Albertin Galiano ci ha scritto a tale proposito.
Bruno Mancini – Presidente DILA