Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Benvenuti

Views: 71

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210906

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Giuseppe Punzi visto da Angela Maria Tiberi

Giuseppe Punzi: giornalista e paparazzo delle città italiane.
A te mi rivolgo per svegliare il popolo ubbidiente e drogato dall’informazione unica del Nuovo Mondo Globale.
Amo la tua personalità chiara come acqua di sorgente a cui mi disseto per rinforzare la mia anima e fare rispettare la Costituzione italiana.
Immortala con il tuo flash questo momento storico e il popolo italiano lobizzato dal pensiero unico.
Ritroviamo la nostra anima, la gioia di vivere, uniamoci e combattiamo insieme agli avvocati, medici, inegnanti che il Deep State vuole la decimazione umana.
Abiuriamo il transumanesimo, la nanatologia, il microchip e uniamoci perchè siamo perennemente umani.
“Io sono con voi” disse il Grande Maestro.
Noi ci amiamo e come tali le nostre anime sono libere ed unite.
Nessuno ci incatenerà perché siamo orgogliosi di essere umani.
Anche nei campi di concentramento esistevano i sogni della libertà e si giocava con i carnefici
come il mio zio bambino che fu spedito dalla stazione di Terracina a Mauthausen.
Visse tre anni di sperimentazione umana, non si dormiva e si viveva di orrori umani.
Lui sognava e sopravisse dandomi l’incarico di fare scrivere a te che ami la libertà come me.
L’umanità ha vinto la battaglia e tu scrivi queste emozioni eterne.
Continua a filmare, a scrivere la storia del momento e la vittoria dello spirito umano guidato dal Grande Condottiero il Re dei Re, Cristo Risorto.

Angela Maria Tiberi

Angela Maria Tiberi, poetessa, è Presidente sede operativa Nazione Italia per conto dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Lorena Sarra, nuova amica dei progetti culturali Made in Ischia

Il concerto organizzato dall’Attrice e Regista Chiara Pavoni, nella sua funzione di Presidente di Sede operativa dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA“, che si è volto, alla fine del mese di maggio nella splendida location romana “Interno 4”, per rendere omaggio alle musiche composte dal maestro Roberto Prandin su testi di Bruno Mancini, ha visto la partecipazione di tre brave e belle cantanti di musica classica accompagnate dalla pianista Giovanna Santoro.

Dell’intero concerto è stato realizzato un video disponibile sul Youtube al link

Abbiamo avuto modo nelle scorse settimane di presentarvi la soprano Rezarta Dyrmyshi, mentre oggi richiamiamo la vostra attenzione verso la soprano Lorena Sarra che nel concerto ha cantato, in prima esecuzione mondiale, il brano musicale “E sento jastemmà ‘o cielo” che Roberto Prandin ha scritto su testo di Bruno Mancini tradotto in napoletano da Luciano Somma, e vi diamo appuntamento alla prossima settimana quando vi presenteremo la soprano Maria Letizia De Bernardinis.

Lorena Sarra

si è diplomata in pianoforte e in canto lirico presso il conservatorio di musica “L.Refice” di Frosinone, sotto la guida dei Maestri Vittoria Forgià ed Emanuela De Santis Salucci. Ha studiato canto jazz con Carla Marcotulli.

Ha vestito i panni di Zerlina nel “Don Giovanni” e del pastorello in “Tosca”, presso il teatro Italia di Roma.

Fa parte di molte formazioni musicali e cori, come quello pucciniano (Coro Lirico Toscano) di Torre del Lago.

Ha frequentato corsi internazionali di perfezionamento tenuti a Norcia e a Norma, il seminario di canto jazz con Cinzia Spata a Fara Sabina, e quello di”Scat vocale”con Bob Stoloff.

Si è esibita in prestigiose sedi musicali quali: Teatro Flavio Vespasiano di Rieti, Teatro Maria Caniglia di Sulmona, Teatro Olimpico di Roma, Tetro comunale di Fiuggi, Teatro Ghione di Roma e a Clisson in Francia.

Ha vinto premi e concorsi nazionali.

A soli sette anni, vince le selezioni regionali del concorso canoro”Lo Zecchino d’Oro”.

A soli otto anni è vincitrice del concorso “La Corrida” svoltosi ad Alatri e-viene ospitata in diversi programmi della televisione locale.

Vincitrice delle selezioni regionali per la partecipazione all’accademia di Sanremo, dove partecipa con il suo brano inedito “è solo un volo”.

Ha la fortuna di duettare con il grande Nino Manfredi nella canzone “Tanto pe’ cantà” e finalista del concorso Nazionale “Gian Burrasca” tenuto da Rita Pavone e Teddy Reno ad Ariccia.

Impartisce lezioni private di canto e pianoforte.

Ha insegnato in diverse scuole di musica di Alatri, Veroli, Frosinone.

Nel 2014 entra a far parte del “Coro Lirico Toscano” con il quale lavora presso la fondazione pucciniana per il 60° Festival di Puccini tenutosi a Torre del Lago.

Nel 2013 effettua un concerto da solista presso la “Sala Inferiore di Santa Maria del Gonfalone”. Corista nel concerto di “Atom Herat Mother” tenutosi al Teatro Olimpico in Roma.

Nel 2012 dirige un Coro di voci bianche presso la scuola statale Luigi Ceciâ di Alatri;    

Nel 2011 prende parte nel ruolo di “Zerlina”(Don Giovanni, di Mozart) presso il Teatro Italia di Roma, con la collaborazione, nel ruolo del Don Giovanni, del noto baritono Franco Giovine.

Sempre nel 2011 effettua un concerto in qualità di Pianista presso il Policlinico Gemelli di Roma.

Nel 2009 prende parte nello spettacolo “Donne di mare”(testo Porrino) e in “Ninna Nanna della Bambola” al Teatro Ghione di Roma.

Nel 2008 è corista nel concerto “Petite Messe Solennelle” di Rossini diretta dal M° Antonio D’Antò, e poi tiene un concerto presso Clisson, in Francia per voce e pianoforte.

Nel 2003 è vincitrice del concorso canoro “Ciociaria Tour” tenuto da Tony De Bonis presso il Teatro Delle Fonti di Fiuggi.

Chiara Pavoni ci dice di essere impegnata a realizzare le condizioni per concretizzare un evento ad Ischia durante il quale potremo assistere ad un concerto di Lorena Sarra.

Al termine del concerto di maggio, Lorena Sarra ha rilasciato questa breve intervista a Chiara Pavoni.

D: -“Che rapporti hai con la poesia?”

R: -“Allora, io bello. Ho un bel rapporto con la poesia che mi sono scelta come compagno. Lui non lo fa per lavoro, ma scrive. La poesia va a braccetto con il canto, con la musica sicuramente.

Non avevo mai cantato prima di ora musica contemporanea, però mi è capitato di cantare brani con un sottofondo poetico.

D: -“Nel tuo futuro magari conterai qualcosa del tuo compagno…”

R: -“Mah!”

D:- “Chi può dirlo.”

R: -“Nel lavoro è meglio mantenere ruoli separati!”

D-“Bene, allora chiudiamo il concerto dandoci un ambizioso appuntamento: andremo tutte a Ischia!”

R:-“Magnifica idea alla quale io aderisco con entusiasmo!”

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

                                 

Questo è il testo -tradotto in napoletano da Luciano Somma- del testo scritto da Bruno Mancini per la musica di Roberto Prandin cantata da Lorena Sarra

E SENTO JASTEMMÀ ‘O CIELO

 

E sento jastemmà ‘o cielo
e sento l’aria che pogne sta carne
e sento ‘o gallo ‘nfame
vicino ‘a morte ‘e Cristo
ca me ricorda ‘o tradimento.

Sona ancora ‘a campana mia
sona ‘ncopp’’a sta pelle
‘a sinfonia ‘e nu silenzio d’alba,
ma me riporta mo cu’’o primmo sole
l’angoscia ‘e me sentì sultanto n’uosso.

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210906 – Redazione culturale DILA

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin - Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin – Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin - Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin – Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin - Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin – Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin - Mancini

Lorena Sarra durante il concerto con musiche di Prandin – Mancini

Chiara Pavoni fotografata da Claudio Benenati

l Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210830

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

EDITORIALE |Chiara Pavoni vuole sceneggiare il racconto “La menopausa di mia sorella”

A dimostrazione dell’interesse suscitato dalla pubblicazione avvenuta a puntate in questa pagina del racconto “La menopausa di mia sorella” (inserito nel quinto volume della serie “Per Aurora” scritto da Bruno Mancini e acquistabile tramite ISBN 9781409281849  al prezzo di USD 13.36 più spese di spedizione

https://www.lulu.com/en/en/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-quinto/paperback/product-1zmn68dj.html?page=1&pageSize=4

oppure facendone richiesta all’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” dila@emmegiischia.com al prezzo di € 14.00 comprese spese di spedizione), segnaliamo il fatto che l’attrice e regista Chiara Pavoni (vedi foto in copertina) ha manifestato l’intenzione di sceneggiarlo durante uno dei prossimi eventi che organizzerà nella ben nota location romana “Interno 4“.

Certamente saremo ben lieti di dare il nostro sostegno all’evento, in attesa di avere Chiara Pavoni ad Ischia, così come ci ha promesso, impegnata in alcune delle sue performance.

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Chiara Pavoni foto di Umile Leonetti – freedom gallery

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Chiara Pavoni fotografata da Claudio Benenati

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Chiara Pavoni fotografata da Claudio Benenati

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Chiara Pavoni fotografata da Claudio Benenati

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Corrado Coccia: “L’amore per Ischia è immenso”

 Il suo debutto artistico è avvenuto proprio in Campania sulla costiera Amalfitana.

Ha sempre nutrito un grande amore per l’isola di Ischia e spera di poter tornare quanto prima ad esibirsi dove tutto è iniziato.

Corrado Coccia è nato a Milano, cantautore, pianista, scrittore, speaker radiofonico.

Lui ama definirsi cantautore surreale.

Ha pubblicato diversi dischi, l’ultimo “3/4 d’amor” è un inno all’amore universale.

Lo incontriamo per una breve intervista esclusiva per la pagina culturale che l’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” pubblica settimanalmente nel quotidiano IL DISPARI di Gaetano Di Meglio.

 -D: Corrado Coccia, Lei ha da poco pubblicato un nuovo album “3/4 d’amor”, com’è nato il progetto e cosa raccontano le sue canzoni?

-R: Il progetto è nato in piena emergenza sanitaria.

Questo è il dato che vorrei subito mettere in risalto, perché come potete ben capire, non è facile registrare a distanza.

Detto ciò, è un progetto assolutamente minimalista.

Gli strumenti che sono stati impiegati per questa produzione, sono stati solamente 3.

La voce, il pianoforte, ed il violoncello.

Sono 11 tracce inedite con un tempo ternario (3/4), e sono tutte storie d’amore non per forza rivolte ad una “lei “.

Il fatto che abbia scelto per tutti gli 11 brani un tempo ternario, è perché sin da quando cominciai a studiare pianoforte, ho amato i valzer.

Potrei tranquillamente definire questo disco un concept album.

L’altra curiosità, è che sono stato coadiuvato da sole figure femminili.

Questo perché volli (in fase di concepimento del disco stesso) avere un occhio di riguardo verso l’universo femminile.

In quel periodo, come ben ricorderete, si impennarono i casi di femminicidi e violenze domestiche.

Ecco il mio desiderio (da uomo), di chiedere “scusa”alle donne in questo modo.

Le artiste che mi hanno affiancato, vorrei ricordarle: CLAUDIA GAETANI (poetessa), ANNA REDAELLI (pittrice e scultrice), ELIANA SANNA (cantate lirica), ORNELLA D’URBANO (pianista, arrangiatrice e produttrice), GIOVANNA FAMULARI (violoncellista).

Claudia, ha pubblicato una silloge poetica che porta il titolo del mio disco, Anna è colei che ha disegnato la copertina del disco, Eliana ha cantato il brano “Lei fu per me “, Ornella è stata ed è la mia produttrice e preziosa musicista, ed infine Giovanna, ha portato la sua esperienza di violoncellista all’interno di questo lavoro.

A dire il vero, c’è stata anche una figura maschile ad arricchire questo progetto.

Sto parlando del Voice Over Paolo Balestri.

Paolo ha letto dei fari narrativi da me scritti, prima di ogni canzone.

 

-D: Lei collabora anche con una radio, ci parla della trasmissione che conduce?

-R: Da qualche mese a questa parte sono entrato nella famiglia di Radiò.

Una realtà anch’essa nata in momenti di pandemia.

Una web radio dedita a trasmettere e propinare cultura nella rete.

Per quanto mi riguarda mi è stata affidata una rubrica a cadenza settimanale dal titolo “COCCIA CIRCUS“.

Ogni venerdì, invito poeti, poetesse e scrittori (ma non solo), affinché possano interagire con me e le mie liriche.

Una trasmissione piuttosto seguita.

Non sono un conduttore eccellente, ma a quanto pare funziona.

Se mi è permesso, vorrei ringraziare colei che mi ha dato questa opportunità: Meggy Ardovini.

-D: Qual è il suo legame con l’isola di Ischia?

-R: Il mio legame con l’isola è dettato dall’amore per l’isola stessa, ma di tutta la zona circostante.

Amo Napoli, la Campania e la gente che ci abita.

Pensate che il mio debutto, avvenne proprio dalle vostre parti.

Mi trovavo sulla costiera amalfitana e precisamente in un ristorante di Maiori.

Dopo aver consumato un numero infinito di pizze (penso d’aver mangiato una quindicina di tranci), vidi un pianoforte contro una parete inutilizzato.

Chiesi al titolare se potevo provarlo, e mi fu concessa questa opportunità.

Suonai un brano di John Lennon accompagnato da un sassofonista.

Credetemi, fu un trionfo!

Non sono certo io a dovervelo dire, ma il vostro calore, è immenso.

Tornai a casa felice come una Pasqua.

Spero davvero possa ripresentarsi una buona occasione per suonare da Voi a Ischia.

Un desiderio che ho da sempre… vorrei ringraziarvi per avermi aperto la strada ed avermi fatto dimenticare la vergogna e l’imbarazzo.

Prima o poi vorrei davvero tornare sulla  vostra isola d’Ischia.

 Michela Zanarella

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210830 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210823 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210823

Il Dispari 20210823 – Redazione culturale DILA

La menopausa di mia sorella
Racconto a puntate – settima ed ultima parte

Se vi piace leggere racconti a puntate, questa pagina fa al caso vostro, poiché da alcune settimane abbiamo iniziato a pubblicare (ogni lunedì) una parte del racconto “La Menopausa di mia sorella” inserito nel quinto volume della serie “Per Aurora” scritto dal sottoscritto e acquistabile tramite ISBN 9781409281849 al prezzo di USD 13.36 più spese di spedizione

https://www.lulu.com/en/en/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-quinto/paperback/product-1zmn68dj.html?page=1&pageSize=4,

oppure facendone richiesta all’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA dila@emmegiischia.com al prezzo di € 14.00 comprese spese di spedizione.

Il Dispari 20210823 – Redazione culturale DILA

La menopausa di mia sorella
Racconto a puntate – settima ed ultima parte


Vedi, ho intrecciato un cirro con la sagola del pallone boa.
Di solito la corda non è tanto vicina al pescatore.
Non è a portata di tentacolo.
Questo è un sistema diverso.
Mah!
Nessuna cima di tutte quelle che ho incontrato nei miei innumerevoli confronti con gli umani era allestita con questo sistema. Guarda, guarda, c’è un piombo che la spinge nel basso agevolando involontariamente la mia presa.
Nella composizione classica noi non riusciamo ad agganciarla perché è stesa alle spalle del sub, verso l’alto in direzione della superficie del mare.
Sì, ora che ci penso, una volta… sì una volta ho notato un altro umano utilizzare questo sistema con il piombo a scorrere sulla corda… ma lui fu fortunato… non mi vide… o se mi vide… fuggì a gambe levate.
Forse è stato lui a consigliare di costruire questa stronzata.
Guarda, guarda come questo qui sbatte piedi e braccia.
Sbatte piedi e braccia, sbatte ma non si sposta di un’acciuga.
Scommetto che questo sub sta ricordando quando la sorella, a quaranta tempi dalla nascita, entrò in menopausa, e la rivide gioiosa come chi s’immetta nell’androne della stazione ferroviaria dalla quale inizierà il viaggio più suggestivo di tutta la vita: per lei il viaggio verso la sessualità libera e disinibita.
Lei non aveva capito, lui non gliene aveva mai parlato, ed io sciupo il mio tempo prezioso di poeta assoluto nell’insulso tentativo di fare intendere a te, lercia pantegana, indiscusso simbolo di libera cortigianeria, che le beltà dei giorni in cui ciascuno di noi fummo per la prima ed unica volta innamorati, cioè felici, quasi mai si accrescono insieme al diametro dei nostri muscoli od alla forza dei tentacoli che sviluppiamo.
Quasi sempre il vero danno irrimediabile scaturisce dal non aver avuto la preveggenza di conservarle, quelle irripetibili emozioni, nella teca dell’ottimismo, affinché, in seguito, le si possano aprire e riaprire, e godere o rigodere, e amare e riamare, ogni volta che inutili silenzi non si materializzino per aggiungere schizzi scuri al mare profondo di sopraggiunte insidiose solitudini.
Purtroppo, le beltà dei giorni in cui ciascuno di noi fummo per la prima ed unica volta innamorati, cioè felici, con il passare del tempo, considerate ormai inutili, come il mare profondo, finiscono irrimediabilmente rigettate nel mare profondo del superfluo.
Ed allora, io dico beata te, cara pantegana!
Beata te, malcelato incubo notturno per adolescenziali peregrinazioni nei bassifondi innominabili d’invereconde sensazioni, beata te, finché continui a tacere, mentre io mi affatico a nutrirti con le distillate essenze dei miei tormenti.
Beata te che poco sai, poco pensi, e poco sei.
Beata te zoccola puttana!
Evviva.
Ed ora basta convenevoli, fatti toccare il culo e baciami il cervello.»

Languida menopausa
del mio furente
ingarbugliato orgoglio,
inflaccida frange pendule
sconnesse
di una tardiva certezza.
Dal cavallo alato di Bellorofonte
spodesti il tardo
maculato arrivo,
senza condanna
con dolce eutanasia.
Assegno la coda di rospo,
ricotta pregna di canditi,
al tonfo dell’io bambino,
un botto, spiaccicato sulla torta.

Pegaso.
Si fa derivare il suo nome P h g h, ossia “sorgente”, perché era nato alle fonti dell’Oceano, cioè all’estremo Occidente, dove Perseo aveva ucciso la Gorgone Medusa.
Altre versioni lo fanno nascere dallo stesso collo reciso alla Medusa, oppure dalla Terra, fecondata dal sangue del mostro.
Compare in numerose leggende.
Perseo lo cavalcava quando andò a liberare Andromeda dallo scoglio su cui era stata esposta in sacrificio ad un mostro marino.
In seguito fu trovato da Bellorofonte, l’eroe nazionale di Corinto, che lo domò e con lui partecipò a gloriose imprese.
Questi era figlio di Poseidone e di una figlia del re di Megera, sul cui nome le versioni sono diverse.
Avendo ucciso accidentalmente un uomo, dovette lasciare la sua città e andare dal re Preto perché lo purificasse.
La moglie di questi si innamorò di lui e, essendo stata rifiutata, raccontò al marito di essere stata insidiata.
Re Preto, non volendo vendicarsi personalmente, perché non era permesso uccidere il proprio ospite lo mandò dal suocero Lobate con un messaggio, nel quale gli si chiedeva di uccidere il latore della missiva.
Letta la lettera, Lobate chiese a Bellorofonte di uccidere la Chimera, un mostro metà leone, metà drago, che sputava fiamme, convinto che ne sarebbe uscito sconfitto.
Ma Bellorofonte montò il cavallo alato Pegaso, piombò dall’alto sulla Chimera e la uccise in un sol colpo.
Lobate gli affidò allora una successione di altre imprese “impossibili”, dalle quali l’eroe uscì vittorioso.
Lobate si convinse quindi dell’innocenza dell’eroe e ne ammirò le qualità al punto da dargli in moglie la propria figlia.
Inorgoglito, Bellorofonte volle salire all’Olimpo sul suo cavallo alato, ma fu precipitato sulla terra da Zeus, come castigo del suo peccato d’orgoglio.

Il Dispari 20210823 – Redazione culturale DILA

Capitolo 6

Il racconto è finito, ma voi, per favorire la mia sorte, potreste anche immaginare che il totano poeta, avvinghiata – come ho detto – mediante numerosi intrecci del suo robusto tentacolo la cima per mezzo della quale rimanevo legato al pallone, si fosse attardato nel porre in atto ulteriori azioni di agganci, distratto, sia dalla vanità di rendere partecipe la pantegana al compiacimento procuratogli dal vedermi dibattere nel tentativo di sfuggirgli, e sia, a maggior ragione, dall’intento, a questo punto certamente palese, di ottenere le grazie della ormai affascinata compagna d’avventura e, con esse, una più che tangibile e materiale gratificazione per l’astratta e cerebrale magnificenza della sua cultura.
Potreste, e mi fareste cosa grata, aggiungere anche che io, approfittando del suo sublime peccato d’orgoglio, come Zeus nei confronti di Bellorofonte, gli avessi ficcato, finalmente, il tridente tra gli occhi ed il cervello, utilizzando tutta l’energia che avevo ancora disponibile e, quindi, sganciata con un rapido movimento la cintura ad apertura automatica – per mezzo della quale ero trattenuto in suo possesso attraverso la sagola legata alla boa -, mi fossi sottratto, con un deciso colpo di pinne, alla presa mortale di quella mimetica ipnotica bestia partorita dalla mia fantasia, tornando in tal modo… a rivedere il sole e Gilda che mi attendeva in lacrime sulla riva, scrutando l’orizzonte (il nostro?), preoccupata per il biglietto trovato al risveglio accanto al cofanetto del trucco, ed in pena per la lunga attesa determinata dalla mia estrema immersione nel profondo abisso della Solitudine e della Poesia.
Grazie.

FINE

Il Dispari 20210823 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20210809 – Redazione culturale DILA

 

Il Dispari 20210607 – Redazione culturale DILA

DILA

NUSIV

DILA

Premi Otto milioni

Bruno Mancini

Lascia un commento