Il Dispari 20201109 – Redazione culturale DILA

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Il Dispari 20201109 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20201109

Protagonisti del Made in Ischia al BookCity 2020

Seppure messe alle corde dal maledetto COVID, alcune iniziative culturali di carattere  internazionale sono state coraggiosamente riconvertite da live in remoto.

BookCity ne è l’esempio che maggiormente ci coinvolge per quanta strada abbiamo fatto con le nostre precedenti partecipazioni alle ultime quattro edizione della prestigiosa rassegna editoriale milanese.

Pertanto, dopo una rapida consultazione con la Casa Editrice IL SEXTANTE di Mariapia Ciaghi, con la testata giornalistica IL DISPARI di Gaetano Di Meglio, con l’Associazione algerina ADA di Dalila Boukhalfa e con tutte le realtà operative della nostra Associazione culturale “Da Ischia l’Arte – DILA” operanti in Italia e in altre nazioni non solo europee, abbiamo ribadita la nostra ferma intenzione di proseguire nella partecipazione alla manifestazione e così, decidendo di aderire alla opportunità offerta da BookCity, abbiamo proceduto alla trasformazione degli eventi da live a registrati.

Sono confermati, quindi, i due eventi: “Otto milioni” durante il quale presenteremo l’antologia ARTE ALTROVE con la splendida copertina del pittore Jeanfip, e daremo notizia dei vincitori delle cinque sezioni della nona edizione del premio internazionale OTTO MILIONI; e L’ECO PERMANENTE che può definirsi una carrellata di Autori e di libri vari selezionati dalla Casa editrice Il Sextante, dalla Redazione del quotidiano Il Dispari, e dalle Associazioni DILA e ADA.

Non li presenteremo, come da programma iniziale, nel Teatro Franco Parenti e nella Biblioteca Sormani di Milano… ma divulgare attraverso il sito di BookCity i podcast realizzati, con tante difficoltà e tanto amore per la Cultura, dagli Artisti che collaborano con i nostri progetti Made in Ischia sarà certamente un risultato di cui loro, e noi con loro, potremo andare fieri.

Numerosissimi Artisti di varie discipline (scrittori, musicisti, pittori, attori ecc.) si sono resi disponibili a realizzare gratuitamente e a loro spese (e li ringraziamo anche per questo) i video clip da inserire nei due podcast che, dal giorno 11 novembre, saranno cliccabili nella speciale sezione del sito ufficiale di #BCM20.

Purtroppo il tempo disponibile non è stato sufficiente per utilizzare tutte le proposte che ci sono pervenute, ma, ciò nonostante, siamo ben lieti dei risultati che andremo a proporre alla folta schiera di visitatori della edizione 2020 del BookCity.

Il Made in Ischia culturale, tramite DILA, si presenta al BookCity 2020 con validi protagonisti che ringraziamo pubblicamente attraverso la seguente galleria fotografica.

Bruno Mancini

 

 

Il Dispari 20201102 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20201102

Tre poesie per questo giorno dedicato ai defunti

Oggi, 2 novembre 2020, nel giorno della Commemorazione dei defunti o, come venne inizialmente definito nell’Anniversarium Omnium Animarum, vi propongo due mie poesie dedicate a persone a me care e una poesia, simile ad un epigramma, che potrebbe essere adottata da molti lettori.

Dalla raccolta di poesie “La sagra del peccato” (1957 – 2003):

Lamento plebeo

(Dedicata al Prof. Eduardo Malagoli)

Ho colto il senso
della tua assenza
dall’acre odore
di carta stampata.

Nel vecchio rodeo
di mitici emblemi
tu, fionda e Golia;
sul collo del vinto
catene preziose di pensieri.

Fasciati da dubbi,
contorti, snodati, strizzati,
salvati
uscimmo.
Era il millenovecentosessantuno.

Ne passa di tempo!

Oggi
il sole d’agosto
non sboccia più
semi nei sassi.
Il mare d’agosto
non gonfia più
vele nel golfo.

Manca l’addio
nella mia mente
non più plebea.

D’agosto
si muore
solo.

——————————————–

Dalla raccolta di poesie “La sagra del peccato” (1957 – 2003):

Più fine che amore

(Dedicata a mia madre)

Al dunque anch’io
mi affanno di domande
che sono il vento e il capitano
del mare e del vascello,
che sono penna
e sono carta,
che sono.

Io,
come nessuno
– già qui seduto
da giorni immobili –
che attende il cenno
dalle labbra aperte
oltre il languore
fisso
nei tuoi sensi.

Eri – non ieri –
profumo
immensa
siepe di coralli.

Troppi e inutili ricordi
per l’impossibile
di una lontana primavera.
Violento un mio uragano
quasi
a timore di tintinnii
di vicine campane
schizza chicchi di grandine sui vetri.

Staccasti un figlio
dall’albero
di melo biondo
di spore di speranze.
Era l’anno
del ferro e del fuoco
per Napoli
– Abele -.

Nenie e ninne nanne
tacquero per lui
matti boati di bombe.

Ora, la bocca
resa sottile dagli anni
dal male
inghiotte i suoni
perché io non soffra.

All’ultimo soffio di pensiero
alla forza di perderti
rinasco maturo.
Mi esco
mi alzo
e nel torpore
mi spengo la luce.


Dalla raccolta di poesie “Non rubate la mia vita”
(2005 – 2007):

Quando sarò pensiero

(Quasi un epigramma)

Quando sarò pensiero
su cigli di visioni
dagli orizzonti nitidi
verso stele di mie antiche iscrizioni,
oppure anche
il tempo in cui sarò passione
nel buio ottuso
per lunghi sguardi amorosi
lasciati illanguidire dalle mie tristezze,
di certo o forse
il giorno che sarò ricordo
tra vociare arruffato
di vecchi amici alticci
sulle note matte delle mie sortite,
non posso, voglio,
quando sarò pensiero,
quando sarò pensiero
la docile coerenza
strappata a mani unite
dai cesti di delizie
per gli epigrammi delle tue certezze,
non posso, voglio,
il tempo in cui sarò passione,
il tempo in cui sarò passione
la mascherata tenerezza
oltre effimere apparenze
di abbracci mafiosi
interrata sotto il magna del tuo vulcano,
non posso, voglio,
il giorno che sarò ricordo,
il giorno che sarò ricordo
il giorno voglio
il nostro giorno voglio
intero
dal primo all’ultimo minuto
dal primo all’ultimo sorriso
dal primo all’ultimo tuo bacio.

 

Per la serie Esopo news.

Beata ingenuità?

Il paradosso della scuola al soldo di Amazon.

Mariapia Ciaghi. Quello che secondo me dovrebbe emergere come breve commento alla circolare che allego a queste mie considerazioni è che essa è indegna e sdegnosamente da rifiutare.
Praticamente la proposta, inviata a tutte le famiglie degli alunni frequentanti l’istituto scolastico diretto dalla Dirigente Scolastica che firma la circolare, si può schematizzare in due ipotesi: o la Dirigente Scolastica si fa dare da Amazon una royalty per arrotondare il magro stipendio (tendo ad escludere questa ipotesi), oppure, più probabilmente, vuole fare della scuola un grande supermercato di ignoranti.

La seconda ipotesi lascia immaginare che stia crescendo un messaggio per cui le scuole della Repubblica Italiana vadano tutte chiuse, con ingenti risparmi di miliardi per le spese strutturali, edilizie e del personale impiegato, affinché si sviluppi una idea di scuola voluta e sostenuta anche economicamente da allievi attivi e non passivi che scelgano i più appassionati maestri del pensiero.
Un ritorno ai clerici vagantes che fondarono le università europee.
Quasi che, terminata ormai l’era epica della istruzione di massa che servì a sconfiggere l’analfabetismo del leggere, scrivere e far di conto, basti consegnare ai bimbi un tablet relegandoli in un cantuccio, in casa, affinché guardando i cartoni animati apprendano l’utilizzazione del mini pc imparando, automaticamente a vivere nel mondo che sarà e che è già virtuale.
Tanto poi al resto ci pensa Amazon…

Dott.ssa Mariapia Ciaghi
Direttrice della Casa editrice IL SEXTANTE

Ecco il testo della circolare
Prot.4466IV.5 Circolare N. 119
Roma 28/11/2020
Ai genitori
Al personale docente
Al DSGA
Al personale ATA
IC Sinopoli – Ferrini

Oggetto: Adesione all’iniziativa “Un click per la scuola” – Amazon

Si comunica che tutti i plessi del nostro Comprensorio “Sinopoli – Ferrini sono iscritti all’iniziativa, promossa da Amazon, “Un click per la scuola” che consente:
• ai clienti Amazon di selezionare la Scuola che desiderano supportare;
• ad Amazon di donare, alle Scuole selezionate e che abbiano aderito all’iniziativa, una percentuale, sotto forma di credito virtuale, sugli acquisti effettuati su prodotti venduti e spediti direttamente da Amazon.
• alle Scuole selezionate e che abbiano aderito all’iniziativa di utilizzare tale credito virtuale per acquistare materiale didattico, attrezzature elettroniche, articoli sportivi ed altri articoli presenti su un catalogo di oltre 1.000 prodotti venduti e spediti direttamente da Amazon.

I genitori ed il personale che vorranno supportare il nostro Istituto in questa iniziativa, potranno seguire i passaggi di seguito indicati [omissis] ecc.

L’iniziativa è valida fino a 21 marzo 2021.
Si ringraziano anticipatamente tutti coloro che vorranno aderire, contribuendo così a migliorare la qualità dell’offerta formativa del nostro Istituto.
IL DIRIGENTE SCOLASTICO
Prof.ssa Annunziata DI ROSA.

 

TINA BRUNO | Io e la Sanità – parte prima.

Avevo quarantaquattro anni quando, sollevando una brocca d’acqua di due litri di capienza per dare da bere ai bambini del nido comunale presso il quale prestavo servizio con l’incarico di educatrice, fui colta da un dolore improvviso e forte al collo che mi tolse il respiro.
Dopo trenta minuti tutto rientrò nella norma.
Tuttavia, la Coordinatrice ritenne utile che lasciassi il posto di lavoro, almeno per quel giorno e mi fece accompagnare a casa da una collega.
Eseguì l’ordine alla lettera e nel pomeriggio mi recai dal medico di famiglia, il quale, dalle informazioni da me date e dalla visita eseguita sulla zona del corpo indicata, diagnosticò la presenza di un’ernia cervicale di poca importanza e certificò che avevo bisogno di almeno quindici giorni di riposo.
Nei giorni successivi, non avvertì nessun dolore ma la mancanza di forza su tutta la parte destra del corpo.
Da qui iniziò il mio calvario della durata di quattro anni trascorsi senza trovare una risposta a quel senso di affaticamento che m’impediva di vivere una vita normale.
Non mollai e, presa dalla paura, telefonai all’ospedale San Giovanni a Roma chiedendo il ricovero per accertamenti.
L’impiegata dell’accettazione rispose negativamente dicendomi che, dato il Giubileo, ogni ospedale doveva mettere a disposizione degli stranieri, se ne avessero avuto bisogno, un consistente numero di posti-letto.
La ringraziai, la salutai e continuai a chiedere ad altri ospedali e la risposta era sempre la stessa… fino a quando riuscii ad ottenere un ricovero.
Una volta lì, dopo la visita fui accompagnata nel reparto di neurologia chirurgica.
Trascorsero 40 giorni senza che fosse trovata una soluzione.
Dall’anamnesi nessuna traccia, dalla R.M. nessun focolaio che rivelasse il male che mi affliggeva tranne le piccole ernie.
Un giorno, dopo la visita medica, spiegai ai medici che questa sofferenza mi ostacolava nella scrittura.
A quel punto i medici presero di mira il cervelletto e mi sottoposero subito alla R.M. che mostrò la presenza dì una cicatrice causata da un’ischemia vascolare e in più trovarono insufficienza mitralica.
Dopo avermi informato, con molta cautela, mi dissero che ero affetta da parkinsonismo giovanile e bisognava fare il test.
Subito mi somministrarono i farmaci.
Continuai a lavorare per qualche anno ancora, e nel frattempo ogni anno ero sottoposta a visita legale finché, nel 2008 fui riconosciuta invalida civile al 100/100 con accompagno perché incapace di rispondere alle azioni quotidiane della vita e fui collocata a riposo.
Non posso lamentarmi per quanto riguarda la sanità pubblica perché nei miei confronti ha sempre trovato la risposta giusta.
Questa è la faccia positiva della mia esperienza, ma, purtroppo, ho molte altre valutazioni meno favorevoli per un giudizio pubblico sulla sanità italiana che rimando ad un atro articolo.

Il Dispari 20201026 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20201026

Il Dispari 20201026 – Redazione culturale DILA

Il furto della foto di Maradona

dodicesima e ultima puntata del racconto di Bruno Mancini.
Le prime undici puntate sono state pubblicata il 13 e il 27 luglio, il 3 – 10 – 17 – 24 – 31 agosto, 7 – 14 settembre 2020, 5 – 12 ottobre.

PARTE TERZA
I sogni
Capitolo quarto

Bruno: -«Ora che sapete tutto non mi sembra essenziale continuare a tediarci con queste malinconiche divagazioni.
Con tanti interessi che non riusciamo a soddisfare, gingilliamo la puerile infermità d’intrattenerci raccontando simili personalistici abbandoni nostalgici.
È proprio vero che si ritorna bambini quando il tempo rende maturi grappoli di esperienze estreme.
Infantili, ingenui.
Ad otto anni “c’era una volta la fata turchina”, a trenta il “lupo cattivo”, e, dietro l’angolo, alla mia età “il mitico Maradona” assurge a fulcro, non solo dell’assurdo racconto di un folle amore, ma di un turpe inganno e di un giusto suicidio.
Nei miei precedenti interventi la comunicazione si è protratta con approcci apparentemente non omogenei, disuniti, privi di filo conduttore, disarticolati, finanche arroganti nella sfacciata indifferenza verso la tua disponibilità.
Quindi, intendo fare ammenda spostando su un diverso obiettivo il bersaglio offerto dalle mie sciocchitudinanti notturne ricerche di

“Le belle storie d’amore”.

Il Dispari 20201026 – Redazione culturale DILA

Io non sono la pioggia che bagna i teneri germogli delle melanzane e dei pomodori, né il microfono utilizzato nel mitico assalto all’Indipendiente o lo speaker della notte scura di Sonny Liston, non sono il regista dell’indimenticabile Ungaretti e neppure l’autore di papaveri e papere.
Io non sono il vostro padre pio con le sofferenze non curate.
Tutto altro.
Carnefice.
Giacobino, gesuita, stalinista, mi sono interessato unicamente del mio presente futuro.
Un nuovo ricamo per

“Le belle storie d’amore”

è giunto al termine, ma ormai non potrai evitare a te stessa di bere il calice… »
Aurora: -«Avvelenato?»
Bruno: -«Mai. Sempre un confronto leale. Il calice del giudizio finale.
Il mio piacere è servire le idee e le frasi che voglio, il tuo diritto è scegliere un altro autore.
Ma questa è l’apparenza?
Forse la realtà è nascosta da una lacca lucida e non trasparente che mi sono imposto di spalmare su questa futile storia di quotidianità provinciale per, per cosa sennonché per l’unico, irriducibile quanto malsano, tanto prorompente quanto disconosciuto, desiderio di…»
Aurora: -« È più comune -consueto- che si alzino gli occhi al cielo per seguire il tragitto di un elicottero, in special modo se ci si ritrova in una notte di luna su una spiaggia del mar Tirreno, piuttosto che ammirate il cielo stellato durante la grigliata notturna di ferragosto per confrontare la parità della nostra minima esistenza con l’immensa indeterminatezza di tutto quanto ci circonda, ci permea, ci ingloba.
Se oggi, nella piazza grande del paese marinaresco trasformata in arena -riflettori e suoni a centomila- giovani accalcati, vocianti, frementi, impazienti, per tutta la sera di quest’ultimo giorno d’agosto -i temporali pronti a scatenare putiferi di lampi e tuoni-, un mitico gruppo rock si esibisse dal vivo (unica tappa in Europa, biglietti introvabili, bagarini arricchiti, rampolli di uomini importanti accanto ai figli dei fiori), e se d’improvviso crollasse il palco -mille metri quadrati, struttura avveniristica montata e smontata in due amen, orgoglio e vanto del principale produttore mondiale di scenografie stupefacenti-, e se anche, se come, se tutto ciò che vuoi… se un uomo sconosciuto continuasse a suonare in un angolo appartato, con il trombone di Vic Dickenson il brano Cryn’ out my heart for you (di Hopkins), tu credi che qualcuno vorrebbe sapere chi sia o chi non sia il solitario sconosciuto e tenterebbe di abbracciarlo?
È più comune -consueto- attendere il miracolo, che non riconoscerlo nell’istante di un suo avvento non programmato.
L’amore del popolo napoletano verso Diego Armando Maradona è stato lo sguardo al cielo stellato, ed allo stesso tempo, il personale esclusivo abbraccio al solitario sconosciuto suonatore di tromba.
Diego Armando Maradona, in piena autonomia, aveva eletto il Suo Popolo Napoletano alla dimensione di un Mito.
Il Suo Mito.
Un mito d’amore.

Il Dispari 20201026 – Redazione culturale DILA
È vero.
Nella storia dei grandi avvenimenti pubblici e sociali, quasi mai ci si è trovati di fronte ad un reciproco amore tra l’autorevole emblema e la spontanea sudditanza.
O l’una o l’altra.
È anche vero che la mia promessa di indulgenza attiene ai protagonisti di

“Le belle storie d’amore”,

ma questa volta mi hai sorpresa ed imbarazzata.
Non posso negare di essere stata coinvolta dallo svolgimento dei fatti narrati, ma ugualmente non posso ammettere di essere in grado d’identificare gli autori delle azioni maggiormente significative.»
Bruno: -«Perché vuoi essere selettiva, se il cielo è stellato, le stelle formano il cielo.
Il popolo di Napoli è la fonte dell’amore.
La gente di Napoli si è chiesta di essere il popolo di Diego.»
Aurora: -«I contrabbandieri di Santa Lucia, i femminielli dei Gradoni di Chiaia, i mariuoli dei Cagnazi, gli avvocati dei Quattro Palazzi, i politici di Piazza Municipio, i cozzicari di Mergellina, i pescivendoli, i medici, gli ambulanti, bambini e mamme ciascuno per proprio conto?»
Bruno: -«Esatto loro, i contrabbandieri di Santa Lucia, i femminielli dei Gradoni di Chiaia, i mariuoli dei Cagnazi, gli avvocati dei Quattro Palazzi, i politici di Piazza Municipio, i cozzicari di Mergellina, i pescivendoli, i medici, gli ambulanti, bambini e mamme ciascuno per proprio conto»
Aurora: -«Sei folle: Folle ed impudente.
Ti ho elevato a paladino dei protagonisti di

“Le belle storie d’amore”,

e dopo alcune scelte ben riuscite, per esempio la coppia di “L’Appuntamento”, ecco che ti presenti, sfacciato, folle, e proponi di elevare addirittura un intero popolo al rango ed ai benefici di “Eletto Per Amore”.
Ed hai creduto…
Uomini donne e finanche bambini d’equivoci comportamenti…»
Bruno: -«Si può essere la peggiore canaglia, un pessimo esempio di sfacciata arroganza, il postino delle nostre calamità, il massimo intruglio di malefici e malvagità, la carogna delle carogne, un distillato delinquenziale oppure il nettare avvelenato, la iattura personificata, la madre di Cogn, la figlia di …, Bash, il figlio di Giuda, il fratello di Abele, un vecchio inquisitore, Gambadilegno, Diabolik, l’anello forte della forca, la lama della ghigliottina, la polvere radioattiva, il pattume industriale, chi ruba la mia vita, ma, se hai amato una volta nella vita, Amato con la A maiuscola -e Diego è stato da loro Amato, Amato con la A maiuscola-, allora la redenzione non solo è possibile, quanto, ne converrai, addirittura certamente auspicabile.»
Aurora: -«Solo quando avrò smesso di seguire le tue follie, mi lascerò andare ad un’analisi approfondita dei miei comportamenti snaturati.
Solo quando avrò smesso di accettare la speranza come forza motrice di giustizia ed umanità -la tua scelta-, potrò comprendere se sia più saggio guardare il cielo stellato nell’impotenza di una notte d’agosto, oppure seguire il volo di un elicottero per essere attenta a prestare un eventuale soccorso.
Solo quando avrò smesso di accettare la tua categorica supremazia dell’amore, saprò infine decidere se voler essere completamente umana.
Il Popolo ha vinto.
Il Popolo è.
Il Popolo Napoletano è nominato

“POPOLO D’AMORE”.

Diego Armando Maradona ha vinto.
Diego Armando Maradona è.
Diego Armando Maradona è nominato

“PIBE D’AMORE”.

E tu, Petrus, fai brillare il cielo con i fuochi pirotecnici dell’antica Piedigrotta, riempi le strade e le piazze di pazzarielli, scugnizzi, carnacottari e tutti i genuini figli della tradizione popolare partenopea.
Voglio sentire fremere le passioni, accecate dai raggi del sole napoletano, salmastre come il mare a Posillipo, profumate come le ginestre dei Camaldoli (ginestra fiore amato dalla sua donna), dolci come l’uva del Vesuvio e vellutate come le ali dei gabbiani in volo radente sugli scogli di Mergellina.
Poi chiedi che l’uomo dal fiore all’occhiello suoni la nostra musica napoletana, ‘O sole mio, Maria Marì, Indifferentemente, per convincere il nostro amico Bruno, da noi oggi eletto

“POETA DELLA VITA”

a non lasciarci prima di aver regalato alla nostra notte di follia la recitazione delle sue ultime tre

“POESIE DEI SOGNI”.

Brindate tutti a questo evento!
… E tu… bevi una birra gigantesca. »

Il furto della foto di Maradona

PARTE QUARTA
Poesie dei sogni

Non rubate la mia vita

Un sorriso di mare smeraldo
un profumo di ortensia maculata
lo scampanare di turisti pascolanti
lo sciacquio di graniti biancastri,

TEMPO,

la sposa non mi chiede altro
i miei ingorghi pazienteranno ancora
tra un’onda senza fine al tramonto
nel poggio di agrumi e di ninfee.

Non rubate la mia vita,
prendete i sogni.

——————————-

Di Capri un po’

Enorme scoglio brullo,
come le scorze ruvide
di angurie tropicali
a chiazze agrumate
sbuffate
in macchie di ghepardi:
di Capri un po’.

Zaino seta fardello,
dagli aculei stemmi americani
tesi tra bordi sfilacciati
fruscianti
un’unghia sotto le nuche rasate:
di Capri un po’.

Telo d’intrecci esotici,
per gli occhi degli sciami giapponesi
ombreggiati dal sol levante
filato
sulle falde dei berretti:
di Capri un po’.

Progenie umana dell’isola di tutti,
contemplo
insieme alla sposa di sempre
il dolce silenzio dei nostri sogni.

————————————-

Quipo

Un quipo peruviano
intrecciato
– sfilacci di ginestre
precolombiane lane
papiri, betulle e cordicelle marinaresche -,
dai nodi scuriti,
adagiato
sul banco di cristallo.
Due pietre turchine come il mare di Capri
due passi prima della Certosa
due passi dopo il lusso della nostra fuga.
Il sorriso dell’uomo padrone
esalta
l’anello che oggi ci sposa,
ancora.
Guardiamo affascinati
mimi imbiancati immobili all’angolo del bar,
udiamo incantati
dal loro talamo di legni attintati
sgorgare il suono girovago di un violino tzigano.
Voliamo
da soli voliamo
come il vento tenero dei passeri
la mano nella mano
voliamo
insieme voliamo
fin giù nei giorni conosciuti
negli anni innamorati
voliamo
coribanti voliamo
fin su nel tempo che ci appartiene
in assolato controluce
voliamo
mentre
l’ovulo di antiche zolle
pigia profondo nel mio petto,
alla radice,
e soffia sui semi sommersi
dei tuoi intimoriti ritorni,
profondo.

Voglia,
sotto un manto di stelle di Tragara
con il dolce tepore di una tarda primavera
nel profumo lontano della magnolia in fiore
tra il silenzio delle lucertole striscianti sui sassi,
voglia
il prossimo sonno
renderci liberi dai sogni!

Fine

Il Dispari 20201026 – Redazione culturale DILA

DILA

NUSIV

VIRUSISCHIA

DILA

Premi Otto milioni

Bruno Mancini

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