Il Dispari 20180409– Redazione culturale

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Il Dispari 20180409– Redazione culturale

Il Dispari 20180409

Il Dispari 20180409– Redazione culturale
Editoriale

Era il 1963 quando, durante una lunga permanenza bolognese, pubblicai per la prima volta alcune mie poesie in un’antologia dal titolo “Poeti e novellieri di oggi e di domani”.

Molti anni dopo, verso il 2007, mi capitò tra le mani quel vecchio volume dal colore azzurro e, sfogliandolo, mi venne l’idea balzana di provare ad incontrare, anche solo tramite web o telefono, le decine di scrittori che ne avevano fatto parte.

Desideravo editare un’antologia con nuovi testi indicati da quanti di loro fossi riuscito a contattare.
La faccio breve perché ci saranno altre occasioni nelle quali potrò tornare sulla vicenda che ne seguì, e vengo al presente annunciando che dalle prossime settimane inizierà una speciale collaborazione con questa pagina culturale del quotidiano “Il Dispari” di Gaetano Di Meglio, la scrittrice, giornalista, professoressa Nina Lavieri.

Chi è Nina Lavieri?

Nina Lavieri, è una delle scrittrici che pubblicarono alcune loro opere nell’antologia “Poeti e novellieri di oggi e di domani”.
Ho provato una grande emozione nel ricevere la sua telefonata per gli auguri di Pasqua e sono stato arci felice che lei abbia accettato di entrare nella nostra “Tribù” (ringrazio sempre Vincenzo Savarese per averci dedicato questo epiteto).
Benvenuta Nina.

“ENZO TORTORA: Un uomo onesto”

è l’articolo clou di oggi, poiché la recensione del libro “Enzo Tortora – Lettere a Francesca” (scritto da Francesca Scopelliti, compagna di Enzo Tortora, con la prefazione di Giuliano Ferrara – Pacini Editore), è un privilegio che Caterina Guttadauro La Brasca regala ai lettori di “Il Dispari”.
Ciò in quanto, per la sua pubblicazione, Caterina Guttadauro La Brasca ha ottenuto l’assenso dell’Autrice la quale è persona, notoriamente, che non si concede con molta facilità ai media, tanto è vero che in giro non ci sono sue interviste.

Caterina Guttadauro La Brasca | “Enzo Tortora – Lettere a Francesca”

Si tratta di un libro testimonianza scritto da Francesca Scopelliti (Pacini Editore), presentato a Roma dal Circolo IPLAC (Insieme per la Cultura) il 10 Settembre 2017 presso l’Enoteca/Libreria di Tonino Puccica.

Questo libro segna il nuovo inizio di una battaglia combattuta prima e dopo la perdita di Enzo Tortora.
Con questo libro, Lei fa dono a tutti noi del vissuto di un uomo braccato, accusato, condannato in nome di una giustizia non giusta, che lo ha privato della necessità primaria dell’uomo, senza cui non c’è vita: la libertà.

Un uomo retto, onesto, colto e di successo che ogni italiano riceveva nella sua casa grazie al suo lavoro televisivo che svolgeva con una professionalità senza pari.

Eppure, alla luce del niente di alcune dichiarazioni deliranti di gente inaffidabile e venduta a poteri insani, è stato allontanato dai suoi affetti più cari che, nonostante tutto, riusciva a confortare, a far sperare, a credere, assieme a loro, che ancora fosse possibile un chiarimento che dimostrasse a tutti la sua innocenza.

È il lato umano che emerge dalle lettere l’oggetto di questa mia recensione, perché senza di esso, sarebbe limitativo parlarne.

Si ricomincia, quindi, con l’intento di fare palesare agli occhi di tutti il costo di una giustizia malata, del potere mediatico e delle sue conseguenze devastanti, a livello di opinione pubblica e decisioni dei giudici.

Accanto a tutto questo c’è anche la volontà di far conoscere le condizioni disumane di chi vive il carcere, giorni, ore e momenti infiniti in uno spazio di pochi metri, che Enzo cerca di tenere pulito, ordinato, perché si allontani “quell’aria di tana abbandonata “che gli faceva paura.

Sì, tana quindi una gabbia per animali non per uomini, soprattutto se innocenti.

E così, dice Enzo, gira la ruota, lentissima mola di mulino, che macina tedio, schifo, abbrutimento. E intanto chiedeva a Francesca “Ma gli italiani lo sanno?

Momenti di inevitabile scoramento di un uomo che, per quanto si legga e si rilegga nell’anima, non trova un motivo per subire un’accecata giustizia.

La vita normale diventa un ricordo e chiede a Francesca un regalo semplice, possibile a tutti tranne a lui: “Cammina in mezzo al verde, raccogli un filo d’erba e mettitelo tra le labbra: sono io”. Quanto amore e quanto conforto riesce a dare alla persona che ama.

Soffre di più, se possibile, anche per questo: per avere trascinato i suoi affetti in quel fango, una piovra infame, sempre più viscida, con tentacoli sempre nuovi.

È una guerra la sua, vive in un lager frutto di una malata democrazia datata 1983.

A tenerlo in vita era il contatto con la sua donna, alla quale raccontava le sue miserie perché sapeva di essere capito, alla quale chiedeva di scriverne, di parlarne perché riteneva che il suo compito fosse uno: far sapere per far vincere la verità che, diceva… voglio vederla in piedi.

Traspare, anzi è evidente l’amore e la gratitudine per il sollievo che Francesca, con le sue risposte, sa fargli vivere e promette riscatto al suo dolore quando dice ”Ognuna delle tue lacrime ti verrà ripagata, è un regalo che ho giurato di farti”.

È grazie a Lei se riesce ad evadere mentalmente, attraverso le sue parole e i ricordi, anche per brevi istanti, da quella realtà immotivata.

Riesce a fare qualche amara battuta come quando dice che molti definiscono quella gabbia in cui vive “Carcere dei VIP”.

In tante lettere si dichiara disgustato all’idea che esistano giornalisti criminali della penna, analfabeti della vita, irresponsabili.

Non gli è stato risparmiato niente, ha vissuto il massimo dell’angoscia: in carcere innocente, durante un terremoto.

Tranne in rari momenti non mollò mai, perché non voleva subire il disonore senza combattere.

Un uomo pulito, ricco di orgoglio e dignità, che considerava ripugnanti gli arresti domiciliari perché erano una libertà provvisoria, chiesta e mendicata.

Cade e si rialza in una crocifissione senza fine.

Sappiamo tutti che la sentenza di primo grado e l’infamante accusa che gli costarono 10 anni di carcere, 50 milioni di multa e, infine la vita, fu rigettata in Appello e successivamente dalla Cassazione.

Enzo entrò ed uscì pulito da questa storia anche se nessuno potrà mai ripagare lui e la sua famiglia del dolore, dell’ingiustizia subita, della malattia che il suo corpo debilitato non riuscì a vincere.

Nessuno però potrà mai toglierci l’esempio che ci ha dato, la signorilità che non l’ha mai abbandonato nella sofferenza e che non ha mai esibito per avere degli sconti.

Tutti gli italiani onesti si riconoscono in lui e ci auguriamo che raccontino ai loro figli chi era questo grande uomo che, nonostante tutto, non smarrì mai sé stesso, la capacità d’amare e l’orgoglio di essere italiano.

Grazie Sig.ra Scopelliti per avermi consentito di parlare di emozioni che ha sempre custodito gelosamente dentro di Lei e che riscattano, con la forza che solo l’amore possiede.

Finalisti premi “Otto milioni” 2018

Do aver pubblicalo in data 26/3/2018 l’elenco dei finalisti dei due premi “Otto milioni” 2018 di musica e di letteratura, oggi proseguiamo l’informazione dando notizia degli articoli di giornalismo e delle opere di pesia finalisti di “Otto milioni” 2018). potrete votare l’opera o le opere da voi predilette cliccando su

https://www.emmegiischia.com/wordpress/esia-finalisti-premio/

(Finalisti Premio di poesia);


Cod.001 Franco Maccioni – Musiche assordanti
Cod.002 Miriam Bruni – Frutto
Cod.003 Franco Maccioni – Sai che
Cod.004 Giuseppe Vultaggio – Vivi il tuo cielo
Cod.005 Giuseppe Vultaggio – Alieno
Cod.006 Miriam Bruni – Mi vedo
Cod.007 Anna Rancāne – Non venite da me nell’autunno
Cod.008 Liga Sarah Lapinska – Non aspettarmi
Cod.009 Ināra Gaile – L’ageo
Cod.010 Angela Maria Tiberi – Walter Poli
Cod.011 Assunta Gneo – La nostra vittoria
Cod.012 Antonio Fiore – L’alba dell’amore
Cod.013 Enrico Danna – Insegnami a colorare il cielo
Cod.014 Flora Rucco – Madrilegio
Cod.015 Nina Lavieri – Lo spirito del vagabondo
Cod.016 Adam Ilyasov – Sesilia
Cod.017 Anita Ķēķe – La notte oscura
Cod.018 Ilze Zeimule – StepanovaL’arcobaleno
Cod.019 Broņislava Broņislava Dzene – Si può entrare in se così
Cod.020 Ingvar El Voron – I sogni colorati
Cod.021 Marija Gadaldi – La vita senza amore
Cod.022 Modris Andžāns – La Felicità
Cod.023 Nika Kolinz – In un attimo
Cod.024 Rasma Urtāne – Non toccarmi
Cod.025 Sanita Simsone – Rapsodia all’amore mio
Cod.026 Giuseppe Capoluongo -La sinfonia del tem
Cod.027 Sheril Curujev -La mia tristezza
Cod.028 Giuseppe Vultaggio – Irrimediabile pazzia
Cod.029 Milena Petrarca – Con il cuore negli occhi
Cod.030 Milena Petrarca – Il mio caffè francese
Cod.031 Aleksandra Zavišjus – Suicidarsi
Cod.032 Aleksandra Zavišjus – Aspetto ovvio.
Cod.033 Janis Jan Zarins – Un fiore bianco
Cod.034 Jānis Lapinskis – Per i mendicanti
Cod.035 Vera Roķe – La terapia di rugiada
Cod.036 Mairita Dūze – Il profumo di lillà
Cod.037 Ligija Kovaļevska – Accendi una candela
Cod.038 Anita Zvaigzne – Nel cielo dell’autunno
Cod.039 Eduards Aivars – Non mi piace l’organo
Cod.040 Elīna Zālīte – L’anima incurabile
Cod.041 Angela Maria Tiberi – Voglio Amarti
Cod.042 Liga Sarah Lapinska – Il mio Pescatore
Cod.043 Liga Sarah Lapinska – Il cervello dell’universo
Cod.044 Eva Mārtuža – Il mondo

e cliccando su

Giornalismo – Finalisti premio “Otto milioni” 2018

(Finalisti Premio di giornalismo)

COD001 Liga Sah Lapinska – La nostra isola
COD002 Caterina Guttadauro La Brasca – Hafez Haid
COD003 Angela Mia Tiberi – Caruso e zia Bettina
COD004 Silvana Lazzino – Roberto Prandin
COD005 Liga Sah Lapinska – Conoscere Rainis
COD006 Caterina Guttadauro La Brasca – Enzo Tortora
COD007 Silvana Lazzino – Patrizia Canola
COD008 Angela Mia Tiberi – Il colore degli aquiloni
COD009 Angela Mia Tiberi – L’urlo dell’innocenza

TWITTERONE

Nell’edicola della piazzetta San Girolamo a Ischia, potrete trovare il numero di Aprile del magazine Eudonna, edito da Il Sextante di Mariapia Ciaghi.
L’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” fa parte della redazione della rivista.


IL DISPARI 2015 – 2016

IL DISPARI 2017

IL DISPARI 2018

DILA

Premi Otto milioni

Il Dispari 20180326

Il Dispari 20180326 – Redazione culturale

Editoriale

DILA & Bookcity 2018

Paola Occhi, Presidente della Sede operativa di Mirandola nonché Ambasciatrice culturale dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA”, ha donato antologie dei Premi “Otto milioni”.

Il 21 Marzo 2018, accreditata alla conferenza #BCM18 per la presentazione del programma Bookcity 2018 che si è tenuta nella Sala Conferenze del Palazzo Reale di Milano, Paola Occhi, Presidente della Sede operativa di Mirandola nonché Ambasciatrice culturale dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA”, ha donato antologie dei Premi “Otto milioni” ad alcuni dei partecipanti, tra i quali va ringraziata la Dottoressa Elena Puccinelli, Direttrice del settore “Proposte e palinsesto” di #BCM18 Bookcity, per la gentile disponibilità a concederci di farsi fotografare con Paola Occhi e le antologie.

CS|BOOKCITY MILANO 15-18 Novembre 2018 –#BCM18 presentazione programma

Dal 15 al 18 novembre 2018 si terrà la settima edizione di BOOKCITY MILANO, manifestazione dedicata al libro, alla lettura e dislocata in diversi spazi della città metropolitana, che fin dalla prima edizione ha registrato una straordinaria partecipazione di pubblico.

È promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e dall’Associazione BOOKCITY MILANO, fondata da Fondazione Corriere della Sera, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri.

Il successo dell’originalissima formula di BookCity Milano ha contribuito all’assegnazione a Milano della importante qualifica di Città Creativa UNESCO per la Letteratura.
Il 21 marzo, alle ore 11, nella Sala Conferenze di Palazzo Reale, si sono riuniti, insieme al Comitato Promotore e alla Direzione organizzativa, i rappresentanti del mondo editoriale, librario, scolastico e bibliotecario e delle istituzioni culturali, per condividere tempistiche e specificità della nuova edizione in termini di idee, progetti e linee.

BOOKCITY MILANO

conferma il suo carattere di manifestazione aperta, diffusa, inclusiva, presente in tutto il territorio urbano e metropolitano, largamente partecipata.

BOOKCITY MILANO: teatri, musei, scuole, università, palazzi storici, librerie, circoli e associazioni culturali, spazi pubblici ma anche case private e negozi testimoniano il loro amore per il libro e la lettura ospitando incontri, dialoghi, spettacoli, mostre, eventi le cui caratteristiche sono affidate alle scelte di chi ospita ed è ospitato.

BOOKCITY MILANO coinvolge l’intera filiera del libro: editori grandi e piccoli, librai, bibliotecari, autori, traduttori, grafici, illustratori, blogger, studenti, professori, lettori occasionali o forti, di ogni età, così come chi alla lettura è stato sinora estraneo.

BOOKCITY MILANO

è ogni anno aperta a nuove adesioni e manifestazioni di interesse e si pone come momento di offerta di sapere, di informazione e come occasione di partecipazione critica.
Le iniziative che coinvolgono i numerosi stranieri che vivono a Milano e il focus sui problemi individuali e collettivi della immane crescita della tecnologia costituiranno un ulteriore arricchimento delle proposte per l’edizione 2018.

BOOKCITY MILANO 2018 si articolerà dal 15 al 18 novembre 2018 in quattro giornate, di cui la prima dedicata alle scuole, e avrà un centro, che resta il Castello Sforzesco, al quale si affiancheranno alcuni Punti Cardinali. Ciascun Punto Cardinale ospiterà in più spazi un ricco palinsesto, aggregato intorno a un nucleo tematico.

BOOKCITY MILANO, oltre alla manifestazione che si terrà dal 15 al 18 novembre 2018, prevede attività di promozione della lettura durante tutto l’arco dell’anno, come il progetto per le scuole, realizzato in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia e che dà continuità alle strategie culturali del Comitato Promotore.

L’associazione BOOKCITY MILANO è presieduta da Piergaetano Marchetti e diretta da un Consiglio di indirizzo di cui fanno parte Carlo Feltrinelli, Luca Formenton, Piergaetano Marchetti e Achille Mauri.

La presidenza per l’edizione 2018 è stata affidata ad Achille Mauri. Ai lavori dell’Associazione partecipa, in rappresentanza del Comune di Milano, l’Assessore alla Cultura Filippo Del Corno.


DILA & Roberta Panizza al Convegno “Eudonna. Impronte femminili senza frontiere”.

Il 27 e 28 Marzo 2018, l’Editore “Il Sextante”, l’Associazione “Aurora”, le reti femminili “Consulta Interassociativa Femminile di Milano” e l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” invitano a due serate dedicate alle donne, al lavoro e alla presentazione dell’opera teatrale Crepuscolo a Mitilene.

Il 27 Marzo, alle ore 17.30 a Trento presso la Sala Aurora di Palazzo Trentini, in occasione del II Convegno “Eudonna. Impronte femminili senza frontiere“, promosso da Il Sextante in collaborazione con l’Associazione Aurora e le Reti femminili aderenti all’idea, presentano una giornata dedicata al progetto multiculturale che ha come obiettivo non solo quello di recuperare le genealogie, la vita e le opere delle donne che hanno contribuito alla formazione del Patrimonio Europeo nei più diversificati ambiti, ma anche quello di portare all’attenzione dei media modelli femminili di intraprendenza per le nuove generazioni.

Introduce: Caterina Dominici (Presidente Ass. Aurora).

Coordina: Mariapia Ciaghi (editrice, giornalista, direttrice de Il Sextante).
Relatrici: Laura Lada Caradonna (Presidente Consulta Interassociativa Femminile Milano), Roberta Panizza (Presidente Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA), Beatrice Barzaghi (animatrice culturale e scrittrice), Micaela Bertoldi (Insegnante, scrittrice, curatrice di conversazioni radiofoniche su tematiche culturali e pedagogiche).
Ospite d’onore: Aurora Lopez (Docente Università di Granada).

Il 28 Marzo, alle ore 20.00 presso il Teatro San Marco, sempre a Trento, Damiana Leone, Dilva Foddai, Antonella Spirito, Chiara Di Macco, Stefania Nocca e Lorena Locascio mettono in scena Crepuscolo a Mitilene, opera teatrale di Andres Pociña.
Nell’ambito del progetto per il recupero delle voci femminili nei miti classici e loro permanenza nella letteratura drammatica moderna, sarà presentata l’opera drammatica dell’autore spagnolo pubblicata per la prima volta da Il Sextante e messa in scena dalla Compagnia teatrale Bertolt Brecht di Formia per la regia di Maurizio Stammati.

Alla chitarra Franco Pietropaoli, proiezioni di Marco Mastantuono, audio e luci di Antonio Palmiero.


Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”: finalisti premi “Otto milioni” 2018

Finalisti Premio di musica
Cod.001M Antonio Di Nauta – L’abitudine
Cod.002M – Coquille
Cod.003M Franco Ruggiero Pino – El Vito
Cod.004M Gatis Mūrnieks – On My Way
Cod.005M Gatis Mūrnieks – Putnu Balle
Cod.006M Roberto Prandin – E sento bestemmiare
Cod.007M Valentina Gavrish – Canzone per San Valentino
Cod.008M Valentina Gavrish – Gilda
Cod.009M Valentina GavrishAngela Maria Tiberi – Pianoforte nero
Cod.010M Eva Strazdiņav– 1
Cod.011M Eva Strazdiņa – 2
Cod.012M Ivan Defabiani – Oh inferno
Cod.013M Valentina Gavrish – Roberta Panizza – Perle
Cod.014M Valentina Gavrish – Ultime gru
Cod.015M Nicola Pantalone – Il brivido più lungo
Cod.016M Alvils Cedrins Svētā – Jāņa baznīcai
Per votare: https://www.emmegiischia.com/wordpress/musica-finalisti-premio/

Finalisti Premio di letteratura
001LE Boriss Cilevičs – La scelta
002LE Angela Maria Tiberi – Gioco d’amore a Sermoneta
003LE Caterina Guttadauro– La Storia siamo noi
004LE Liga Sarah Lapinska – Ritornarti, Sulamith
005LE Ksenia Svetlova – Vestito
006LE Felice Maria Corticchia – La scelta
007LE Liga Sarah Lapinska – Noi, sardine
008LE Valery Chursanov – Cronache dalla città di una bestia e di un uccello
008LE Angela Maria Tiberi – Filomena Marturano
010LE Liga Sarah Lapinska – Ninnananna
Per votare: https://www.emmegiischia.com/wordpress/narrativa-finalisti-premio/

Il Dispari 20180319 – Redazione culturale

Il Dispari 20180319

Il Dispari 20180319
POESIA, BRUNO MANCINI A FATTITALIANI: I VERSI VIVONO IN AMBIENTI E IN MOMENTI CHE PRESCINDONO DA OGNI REALTÀ. L’INTERVISTA

 Argomenti: Caterina Guttadauro La Brasca, Ischia, Personaggi, Poesia

Bruno Mancini racconta, per Fattitaliani, a Caterina Guttadauro La Brasca la sua Poesia e il suo amore per Ischia.

Bruno Mancini è nato a Napoli nel 1943 e risiede ad Ischia, dalla età di tre anni. A lui piace dire che l’origine della sua ispirazione o forse solo un iniziale impulso ancestrale ed istintivo, il vero basilare momento poetico della sua vita, si è concretizzato nell’incontro, propriamente fisico, tra i suoi sensi acerbi, infantili, e le secolari, immutate, tentazioni autoctone dell’Isola d’Ischia, dove le leggi della natura sembrano fluire ancora difese da valori di primitive protezioni.
La marina di Ischia, che sia accesa dalle stelle e dalla luna o brilli di mattina sotto il sole strappa sempre emozioni, a chi la guarda.
Induce al sorriso beato, alla contemplazione, alla nostalgia, all’amore romantico e ai versi di Bruno Mancini espressi in raccolte che, iniziando nel 1956 con le poesie giovanili di “Davanti al tempo”, giungono fino a nostri giorni con i testi maturi ed intriganti di“Erotismo, sì!” . Versi in canto perché la bellezza di Ischia è musica.
Così, con le parole, Mancini traduce e regala a chi lo legge l’amore per e di questa sua Isola, dove affondano le sue radici e la sua umanità.
Senza dimenticare la consistente produzione di racconti, più o meno lunghi raggruppati nei sei tomi di “Per Aurora” e nei tre libri di “Come i cinesi”.
Eccoci Mancini, lei ha stimolato la nostra curiosità.
La troviamo al timone di un’Associazione Culturale da lei fondata e ormai consolidata dal riscontro che ha avuto nel mondo culturale: DILA che si dirama poi in tanti eventi di cui adesso ci parlerà.
Innanzitutto com’è nata l’idea di avventurarsi in un settore così impegnativo?
«Il progetto DILA nasce dal desiderio di costruire una TRIBÙ di Artisti (Poeti, Narratori, Pittori ecc.) che non si accontenti di rimanere segregata tra le quattro mura dei propri “siti”, ma decida di dare battaglia con le stesse armi e sullo stesso campo ove spadroneggiano banalità edulcorate, omologate e massificate, e voglia farlo accettando di utilizzare a tale scopo alcune forme pubblicitarie come veicolo promozionale.
Lei vive in una parte d’Italia che tutto il mondo ci invidia. Cosa la rende orgoglioso di essere un ischitano?
Sono felice di aver vissuto quasi tutta la mia vita in un’isola che abbinava, fino all’inizio degli anni ’80, le migliori caratteristiche climatiche, sociali, naturalistiche ed ambientali che si potessero immaginare e desiderare.
Poi, lo sfascio totale.
L’isola, principalmente a causa di speculazioni edilizie ed imprenditoriali messe in atto dai suoi cittadini con la colpevole collusione delle amministrazioni comunali e di tutti gli organismi preposti al controllo della legalità, è precipitata in un vortice del quale ancora non si intravvede il punto finale.
Non posso più, quindi, essere orgoglioso della mia ischitanità

Lei la sua Poesia la vive quotidianamente, guardandosi attorno, dipinge con le parole la bellezza di ciò che la circonda e rimane ancorato alla realtà, all’apprezzamento per la vita, ai suoi valori fondanti. La loro conoscenza le permette poi di conquistare la realtà e aspirare al sogno. È cosi?
«Non sarò io a definire i confini e le ambizioni presenti nelle mie poesie, ma forse possono essere delucidanti alcuni amichevoli commenti che desidero proporre in modo anonimo:
“Vedo una folla che si muove compatta verso un’unica meta guidata dagli incitamenti di colui che punta il dito ed una penna, che crea volti per i sentimenti.”
“…si fondono nell’intero componimento in una prospettiva ampia che contempla l’umano, l’umano cammino. Ed è una Commedia, una Commedia divina in chiave poetica, in versi che sento anche io estremamente dolorosi, con il preciso intento di affidarli alla penna , che non li disperda ma li urli e li renda in qualche modo eterni”.
“… lodo quel senso di eco lontano che riverbera le parole enfatizzandone i concetti”.
“Percorso di memoria o ricerca di spazi temporali virtuali?”
“Il continuo intersecarsi di livelli di identità con ipotesi e incarnazioni simboliche…”
“…sembrano accarezzare un sogno lontano, una speranza che non sarà mai certezza, un miraggio di felicità che si perde oltre l’orizzonte illusorio di fragili esistenze.”
“…a volte lirismo crepuscolare, intriso di soffusa malinconia, di struggente tristezza.”
“Opera interessante per i contenuti e le tematiche affrontate, nonché per i valori estetici…”
“…seria preparazione, corredata da rimarchevole fantasia.”
“…lavoro meditato, armonioso di buon afflato poetico.”
“ Bella poesia, con alti picchi in termini d’emozione e intensità.”
“Ed io invece, Bruno, ho letto a ritroso, prima la seconda parte, bellissima, ed ora la seconda, altrettanto splendida. Senso o non senso è una poesia dal forte impatto emotivo. Giochi con il lessico e le iterazioni, che adoro, ed è questa una delle poesie più belle che abbia letto qui dentro, quel genere di poesia che cerco e difficilmente poi trovo.
Mi domando come mai non ti abbia scoperto prima, Poeta??!!”
“Una poetica lacerata e sfuggente…”
“Le aperture liriche, più che segnare il passo dell’emozionalità, offrono un ulteriore invito a perdersi nei labirinti della parola scritta…”
“Quasi poesia cruda, percuote e carezza, giovane e antica…”
“Lavoro intenso, vissuto nella profondità della sua composizione, fatta di toni e di immagini…”
“Una voce nuova che chiama ad ascoltarla ed a giudicarla senza inibizioni, come liberamente essa è sviluppata.”
“Sì, lasci molto lavoro a chi legge, eppure questo mi affascina della tua poesia, la afferri e ti sfugge: in essa ti perdi ed allora ti turba… e cerchi il senso e lo cogli e ti lascia poi subito in dubbio. Ma il dubbio stimola, ti coinvolge … Sperimentalismo? Se lo è, come credo, ben venga; io lo adoro.
Bravissimo. Vero artista.”
“Troverete un urlo e un soffio di amore, un vuoto, immersi nella forza e nella malinconia di chi
Prima dell’alba
regalami un verso
così che io possa
sfrontata babbuccia
ricamo sulla brina
imprimere.

Al sole tenero
Vederla piangere di gioia”»

Ogni poesia è un viaggio che tocca paesaggi, frontiere, percorsi, mete visibili e invisibili. Verso l’altro, l’altrove, l’oltre. E alla fine del viaggio, cosa deve esserci a parer suo?
«Per me la poesia è l’espressione di stati d’animo che prescindono da ogni configurazione temporale e/o spaziali. I versi vivono, quando riescono a diventare poesia, in ambienti e in momenti che prescindono da ogni realtà. Quando scrivo la parola fine in calce ad un componimento poetico mi sembra di aver salutato un amico del cuore nel momento della sua definitiva partenza per un altro continente.»

L’Associazionismo dovrebbe essere un’esperienza che aggrega, quindi che unisce sinergie. É così in Italia o c’è ancora della strada da fare per superare la competitività?
«In Italia l’associazionismo è pervaso da notevoli sacche di elitarismo disdicevole per una sana collaborazione utile a realizzare i nobili scopi che troviamo spesso elencati negli atti costitutivi delle Associazioni.
DILA ha lanciato più di un appello pubblico per organizzare sinergie con altre Associazioni, mettendo sempre a disposizione tutte le risorse promozionali e divulgative che le sono state rese disponibili da organi dì informazione e da gruppi di lavoro che seguono con attenzione i nostri progetti culturali, artistici e sociali.
In alcuni casi (Arte del suonare, Oceanomare Delphis, CentroInsieme Onlus ecc.) siamo riusciti a stabilire rapporti che hanno valorizzato oltre ogni previsione le iniziative gestite congiuntamente.»

Circoli e Associazioni, offrendo momenti di aggregazione generazionale, cioè di realtà altrimenti molto distanti tra loro, trovano il modo di confrontarsi. Cosa fare perché questo avvenga senza forzature, in maniera quasi naturale?
«Pur senza aver ricevuto mai un solo euro di finanziamento pubblico; senza aver mai percepito somme per iscrizioni; senza aver mai chiesto neppure un euro di balzelli vari del tipo tassa di lettura o diritti di segreteria, abbiamo dato spazio a diverse centinaia di Artisti che hanno letto poesie, presentato mostre di dipinti e di fotografie (collettive e personali), offerto esecuzioni musicali di ogni tipo (dalla classica alla leggera), celebrato ricorrenze storiche ed artistiche, realizzato interviste e presentato libri di prosa e di poesia (editi ed inediti), proiettato video culturali sociali ed ambientali, proposto recital teatrali e cabarettistici, negli Hotel di Ischia, Corte degli Aragonesi, Ulisse, Oriente, Miramare e Castello, Mareblù, Parco Verde, Delfini; nella Biblioteca Comunale Antoniana di Ischia, nelle Antiche terme comunali di Ischia, nel Museo di Villa Arbusto a Lacco Ameno, nella sede dell’associazione “Arte del suonare” di Roma, nel parco idrotermale Negombo di Lacco Ameno, nel teatro di Monza, nel teatro di Vermiglio, nel Museo Etnografico del Mare di Ischia, nel teatro Parente di Milano, nell’Aula Magna della SIAM di Milano, nell’Auditorium del Museo Delle Culture – MUDEC – di Milano, nel Museo di Latina, nell’Ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola, nella Chiesa degli Artisti – Basilica Santa Maria in Montesanto, nella sede della Pro-loco di S. Possidonio…
Come abbiamo fatto?
Prima o poi qualcuno doveva accorgersi che i tempi sono cambiati (i mecenati non vivono più nei palazzi ducali), che la pubblicità governa i nostri piaceri edonistici ed epicurei così come semina le spore di ideologie e di spiritualità, e che essa è la vera padrona delle nostre scelte e dei nostri portafogli.
Ecco pertanto le proposte dei progetti DILA consentire che, sponsorizzando i nostri volumi di poesie e di arti varie, senza dubbio gli Autori dei testi e delle immagini, ma sicuramente anche le Aziende Commerciali, ottengano notevoli benefici quali possono essere considerati quelli derivanti da una rete alternativa di distribuzione, una forma innovativa di pubblicità aziendale, un nuovo strumento di propaganda personale, il rafforzamento di contatti operativi tra Cultura e Aziende, la gratificazioni per il serio lavoro di Scrittori, Artisti, ed Imprese Commerciali, e, non ultimo, il vantaggio derivante dall’effetto sorpresa conseguente alla novità dello strumento utilizzato per promuovere i propri prodotti.
Noi affermiamo che nessun libro viene cestinato prima ancora di essere sfogliato (come viceversa avviene per depliant, brochure, volantini, e cataloghi vari).
Oggi parliamo dell’ultimo nato e del più azzardato, se vogliamo, dei suoi gioielli: IL Premio Letterario Internazionale “Otto Milioni” Ischia.
Il Premio, nato nel 2011 unicamente come premio di Poesia, si presenta quest’anno in cinque differenti sezioni: poesia, arti grafiche, musica, letteratura, giornalismo.
Se posso specificare un solo parametro indicativo del suo successo, mi basta segnalare che la sezione arti grafiche di quest’anno ha ricevuto 217 richieste di iscrizioni provenienti da 36 nazioni (Algeria, Argentina, Armenia, Austria, Azerbaijan, Brasile, Bulgaria, Cile, Egitto, Georgia, Germania, Giordania, Grecia, India, Inghilterra, Iran, Israele, Italia, Lettonia, Messico, Nepal, Nicaragua, Nigeria, Pakistan, Perù, Portogallo, Romania, Russia, Sebia, Spagna,Tunisia, Turchia, Ucraina, USA, Venezuela, Vietnam).»

Cos’è LENOIS?
«LENOIS (acronimo di “LE NOstre ISole”), progenitore di DILA, oggi ha trovato la sua consacrazione nel social face book costituendo un gruppo di oltre 25.000 membri per la maggior parte Artisti di tutti i continenti.
LENOIS è una vetrina artistica, culturale e sociale nella quale non esistono censure.»

Vogliamo dare dei motivi per partecipare a chi cerca di emergere in questo panorama letterario italiano non facile?
«I motivi sono evidenti nella lettura della nostra“storia”: nessun narcisismo, nessuna pregiudiziale sulla valenza delle proposte artistiche sono mai state consentite, privilegiando coloro che sappiamo mettere gli “interessi” comuni al di sopra dei propri.
Essere Scrittori – modestamente dilettanti come molti di noi -, anche se apprezzati da critici e da altri scrittori, anche se vincitori di premi e di attestati, non basta a dare respiro a quella che, infine, abbiamo compreso essere la vera ambizione di tutti noi “Artisti”: liberarci dei sogni e dei dubbi che sono state le prepotenti matrici delle nostre ispirazioni aprendoli alla conoscenza collettiva.
Leggere, vogliamo essere letti!
È questa la catarsi ambita, molto spesso incoscientemente, dalla maggioranza di coloro che si dedicano alle arti letterarie.
Partecipando alla pubblicazione delle nostre antologie sponsorizzate, nasce certo una controversia tra la spiritualità delle forme poetiche ed il materialismo proprio delle imprese produttive, ma oggi più che mai appare irrinunciabile annullare la dicotomia e procedere verso una stessa meta pur con interessi diversi.»

La Cultura e la lettura in Italia, secondo Lei, godono di buona salute?
«Assolutamente no. Esse sono trattate come ”merci” e bistrattate da lobby economiche e finanziarie che trovano facili sponde nelle componenti politiche delle amministrazioni pubbliche italiane.»

Perché i giovani oggi dovrebbero essere motivati a scrivere?
«Con l’iniziale patrocinio dell’Istituto Agostino Lauro abbiamo creata una nuova “autostrada” che può diventare un esempio per molti gruppi intenzionati, come noi, a riportare l’Arte in generale e la poesia in particolare sul palco di primo piano che compete loro nell’attuale società italiana.
Come già detto, abbiamo pubblicato, primi in Italia e certamente primi anche in molti altri Paesi del mondo, alcune antologie con all’interno pagine di pubblicità.
Ciò ci ha consentito di stamparne decine di migliaia di copie e di renderle disponibili in gratuita lettura, per anni, ai diversi milioni di passeggeri della Flotta Lauro in navigazione nel Mediterraneo.»

Tutto il suo percorso con le sue difficoltà e le sue soddisfazioni cosa ha dato a Bruno Mancini uomo? In poche parole, se lei tornasse indietro rifarebbe tutto quello che ha fatto?
«Per molti decenni sono stato impegnato in attività commerciali che mi hanno consentito di entrare in contatto con personaggi di varia estrazione culturale e sociale.
Ne ho studiato le caratteristiche prendendo spunti per scrivere racconti e poesie che hanno riempito molti cassetti.
Poi, quando finalmente è giunto il tempio della pensione, mi sono posto la domanda se provare a costruire una mia personale identità artistica o se tentare di mettere insieme un gruppo di amanti dell’Arte che potesse costituire un polo di attrazione per quanti avessero scarse capacità divulgative delle proprie opere e timidezze inibenti ogni tipo di aggregazione con altri artisti.
Ho scelto la seconda ipotesi quando sono venuto in contatto, tramite web, con Roberta Panizza che gestiva il noto sito di scrittura “poesiaedintorn.it”.
L’incontro è stato determinante nel farmi credere alla possibilità di ottenere importanti risultati avviando precise ricerche di Artisti “portatori sani” di “furore artistico” unito ad una buona dose di volontà collaborativa per l’attuazione delle idee che ritengo di avere, almeno in parte, espresse in questa intervista.»

Concludendo è indubbio che ci troviamo dinanzi ad un uomo coraggioso, che aveva un sogno e, credendoci fermamente, è riuscito a realizzarlo. Sotto questo profilo è un esempio per tutti coloro che soffocano le loro ambizioni dinanzi alle difficoltà e al rischio. Ci piace chiudere con una frase di Steve Jobs, un personaggio che tutti conosciamo come fondatore di APPLE Inc. “Non lasciamo che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione. In qualche modo, essi sanno che cosa vogliamo realmente diventare. Tutto il resto è secondario.”
Buona vita a DILA e a tutti coloro che ne sostengono gli intenti e si spendono per renderla una fucina di eventi Culturali e Artistici per percorrere strade nuove

 

DILA

Premi Otto milioni

DILA

Premi Otto milioni

Bruno Mancini

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