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Ibrido immacolato
La mia vita mai vissuta
Ignazio-L’incendio
Fantasia-Chi sa se tornerò
Il lusso-Io non mi allineo
Ignazia-La tempesta
La voce-Silenzio
Poesia-L’inganno
Il rifugio-Dimora
Orrido-L’attesa
Paura-Dogma (1)
Paura-Dogma (2)
Paura-Dogma (3)
La Frana-E Noi
Un saldo-Un rogo
Velina-Ma che vuoi?
Attingo
Come faremo
Discorso senza poesia
Cicala-Formica
Parte seconda
Verticalizza il vertice
Logico
A Vasco
A Medea
A Vasco e Medea
A Mario Sisana (1)
A Mario Sisana (2)
Pericolo
Ai comodi abbandoni (1)
Ai comodi abbandoni (2)
Languida menopausa
Maronti Muore
New York
Il bluf
Le guardie notturne
Ti benedica la Musa
Non fosti pioggia
Volteggio
Parte terza
Fessure archibugiere
Ibrido immacolato
Ibrido immacolato
Ignazio andava a zonzo nei canneti
cinguettando coi passeri
scimmiottando i merli dal becco giallo.
Tornato a casa, all’ora di cena,
ardeva sulla brace un gran pollastro
– ovvero, senza artificioso costrutto poetico:
“Arrostiva un pollo per la cena”.
A me poeta piaceva turbinare
nel suo spartito tra lirica e canzone.
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Origine e fine,
dalle dita d’Ignazio, i pesci rossi
in vasca di cemento nel giardino,
piluccavano scaglie di mangime.
Comprato, in qualsiasi stagione
insieme ai vermi-esche
per gli ami della pesca a lancio
tra baia e ponticello di Sant’Anna.
A me poeta piace la voglia di abboccare
mettendo a nudo la mia essenza.
Scopritemi, sono l’inganno!
Il duplo del mio Ignazio
Indaco
Forse riascolto un’eco
L’ovvio
Non ci sia data di silenziosa eutanasia
La Musa
La sirena delle diciassette
Sbambagiate
Mia merula,
Un’isola diversa
Prosieguo di parentesi
Paradiso apocrifo
Omeopatico tripudio
Loquace
Mantello a ruota
A chi lo dico