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La strada verso il cielo
è un mosaico d’oro,
contornata di fiori,
intrisa dell’armonia di un carillon,
che voglio ascoltare,
di cui mi voglio inebriare,
lasciando calare le palpebre,
lasciando che l’anima sfiori
i luoghi più intimi dei suoi sogni.
I miei occhi sono chiusi,
guizzo nella superficie riflessa
di un lago calmo.
Qui riverbera ogni mio desiderio,
ogni mio profondo sentimento,
l’entusiasmo di momenti effimeri
dal gusto puro,
una brezza incorporea di vera energia.
Una fantasia inseguita, patita,
perché sentimenti non c’erano.
Frammenti di felicità fugace,
che invitano all’amore.
Un bacio intriso di grande bagliore,
un pianto di gioia,
lievemente lambiti dagli occhi,
sono l’agognato ristoro dell’anima.
Sono arrivato! Ma dove?
In quel labirinto,
in quel meandro infinito
di cui nessuno ha memoria,
mascherato di buie promesse,
ma che urla forte
tra i rapidi bagliori che diffonde,
perché odia esser dimenticato.
Fantasticare con l’immaginazione
non è difficile,
è sufficiente desiderarlo.
Accorgersi all’improvviso,
di avere le pupille tinte
di altre sfumature,
di un arcobaleno mai visto
e vedere, che quel raggio di sole,
già scalda le mani,
ed è una sensazione soave, sconfinata…
Tuttavia, il raggio può bruciare;
una bruciatura soave tra gli anfratti
dell’amore,
una bruciatura soave della pelle che freme,
delle vene rigonfie di sangue,
della bocca tenera e levigata.
Accoglimi dentro di te,
là, dove i tesori più preziosi sono nascosti,
tra i germogli e gli aromi della tua anima…
MAURO MONTACCHIESI
Làbrys-Opus Magnum de Labyrinthismo (Labirintismo), Mauro Montacchiesi