Elezioni comunali Vermiglio 2014

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Elezioni comunali Vermiglio 2014

La lista “Noi per Vermiglio” ha vinto le attuali elezioni comunali di Vermiglio.

Anna Panizza sindaco di Vermiglio per 18 voti

Vermiglio: Anna Panizza sindaco, ecco il nuovo consiglio comunale

Sedici voti di differenza tra i due candidati alla carica di primo cittadino a Vermiglio, dove si è votato domenica 4 maggio.Ecco i risultati definitivi…Redazione 5 maggio 2014

Anna Panizza, lista NOI CON VERMIGLIO 50,62%, voti 654, seggi 10

Ernesto Callegari, lista DIREZIONE FUTURO 49,38%, voti 638, seggi 5

CONSIGLIERI ELETTI (affianco il numero di voti individuali)

Sindaco: Panizza Anna

BERTOLIN I MICHELE 208

MARIOTTI VALENTINA 127

CAROLLI MANFREDO 118

DALDOSS LORENZO 111

DALDOSS WALTER 108

PANIZZA MANUEL 82

PANIZZA SERGIO 77

ANDRIGHI NICOLA 64

MAGNINI ENRICO 64

CALLEGARI ERNESTO Candidato Sindaco 

SERRA MARCELLO 163

PANIZZA IVANO 134

PANIZZA DAVIDE (detto Gioan) 130

DELPERO WALTER (detto Francia) 97

Candidati NON eletti (affianco il numero di voti individuali)

Lista “Direzione Futuro”

ZAMBOTTI IVAN 92

PEZZANI IVANO (detto Sblec) 91

VERONESI MANUEL 88

DALDOSS FRANCESCA 67

PANIZZA WALTER (detto Mategros) 64

ZANONI ROMANO 48

MARIOTTI PATRIC 42

PANIZZA MARCELLA 37

DALDOSS JENNY 24

ANDRIGHI PATRIZIA 21

RAVELLI FEDERICA 20

Lista “Noi con Vermiglio”

LEONARDI NADIA SILVANA 55

LONGHI ANGELO 45

BRESADOLA ALEX 37

GABRIELLI LAURA 37

PANIZZA ROBERTA (detta Professoressa) 36

GABRIELLI MARIANNA 17

Elettori ed elettrici iscritti/e

Maschi 848 Femmine 941

Totale 1789

Votanti

Maschi 661 Femmine 667

Totale 1328 / 74,23%

Schede valide Totale 1292 / 97,29%

Schede non valide

Annuncio promozionale

Bianche 11 Nulle 25

Totale 36 / 2,71%

Noi per Vermiglio simbolo elettorale

Lista “Noi con Vermiglio” Candidata Sindaco

Anna Panizza comp

Anna Panizza

Nicola Andrighi

Michele Bertolini

Alex Bresadola

Manfredo Carolli

Lorenzo Daldoss

Walter Daldoss

Laura Gabrielli

Marianna Gabrielli

Nadia Silvana Leonardi

Angelo Longhi

Valentina Mariotti

Enrico Magnini

Manuel Panizza

Katia Massaro intervistata da Roberta Panizza - Hotel Parco Verde 29 Dicembre 2010 ompKatia Massaro intervistata da Roberta Panizza - Hotel Parco Verde 29 Dicembre 2010 ompRoberta Panizza

Sergio Panizza

RIDUZIONE SPESE

GREEN PUBLIC PROCUREMENT (GPP)

Green Procurment

Il Green Procurement è un sistema di acquisti di prodotti e servizi ambientalmente preferibili, cioè ”quei prodotti e servizi che hanno un minore, ovvero un ridotto, effetto sulla salute umana e sull’ambiente rispetto ad altri prodotti e servizi utilizzati allo stesso scopo”.In questo ambito un settore specifico è costituito dal Green Public Procurement (GPP). Gliacquisti effettuati dalla Pubblica Amministrazione, infatti, rappresentano in Italia e in Canada il 17% del Prodotto Interno Lordo (PIL), in Europa il 18%, negli USA il 14% .

La pratica del GPP consiste nella possibilità di inserire criteri di qualificazione ambientale nella domanda che le Pubbliche Amministrazioni esprimono in sede di acquisto di beni e servizi. Su questo tema la P.A. può svolgere, quindi, il duplice ruolo di “cliente” e di “consumatore”, e in quanto tale può avere una forte capacità di “orientamento del mercato”.

Il ricorso allo strumento GPP viene caldeggiato da tempo dall’Unione Europea che ne parla diffusamente sia nel “Libro Verde sulla politica integrata dei prodotti”, sia nel Sesto Programma d’Azione in campo ambientale. E’ però la COM (2001) 274 “Il diritto comunitario degli appalti pubblici e le possibilità di integrare le considerazioni ambientali negli appalti” a rappresentare, a tutt’oggi, l’atto di “indirizzo” di riferimento della Commissione in materia di GPP, cui va ad aggiungersi l’adozione della direttiva 2004/18/CE del 31 Marzo 2004, relativa al “coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di forniture, di servizi e di lavori” che pure introduce la variabile ambientale oltre a tentare di semplificare una normativa fin troppo dettagliata.

In Italia un primo segnale in tal senso viene con l’approvazione da parte del CIPE della delibera n. 57 del 2 agosto 2002 “Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia”, che stabilisce che “almeno il 30% dei beni acquistati debba rispondere anche a requisiti ecologici; il 30-40% del parco dei beni durevoli debba essere a ridotto consumo energetico, tenendo conto della sostituzione e facendo ricorso al meccanismo della rottamazione”.

Con il decreto 8 maggio 2003 n. 203, inoltre, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio ha individuato “regole e definizioni affinché le regioni adottino disposizioni, destinate agli enti pubblici e alle società a prevalente capitale pubblico, anche di gestione dei servizi, che garantiscano che manufatti e beni realizzati con materiale riciclato coprano almeno il 30% del fabbisogno annuale”.

Il GPP potrà essere, quindi, un valido strumento per favorire la crescita di un “mercato verde”, attraverso:

  • l’inserimento di criteri di preferibilità ambientale nelle procedure di acquisto della Pubblica Amministrazione nell’ambito dell’offerta economicamente più vantaggiosa;
  • la possibilità di considerare i sistemi di etichettatura ambientale come mezzi di prova per la verifica di requisiti ambientali richiesti;
  • la possibilità di considerare le certificazioni dei sistemi di gestione ambientale (EMAS – ISO 14001) come mezzi di prova per la verifica delle capacità tecniche dei fornitori per la corretta esecuzione dell’appalto pubblico.
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URBANISTICA

IDEE PROGETTO PER RIQUALIFICAZIONE URBANA DEI PAESI MONTANI

arredo urbano

Arredo Urbano

Concetto: Trasformare un percorso in modo fruibile come un continuum percorribile, riqualificandolo culturalmente e architettonicamente al fine di:

  • Sviluppo nuove tecnologie e arredo urbano.
  • Realizzazioni di percorsi pedonali attrezzati di collegamento tra il centro abitato (storico) e la periferia urbana.
  • Azione di marketing urbano collegato alla promozione turistica del turismo.
  • Valorizzazione delle aree urbane in chiave strettamente commerciale.
  • Promozione di ammodernamento tecnologico del Comune di appartenenza, promuovendo la diffusione della rete wi-fi, per utenti singoli ed esercizi commerciali.
  • Rivalutare i paesi abbandonati in modo da riscoprire i borghi più belli siciliani.

I centri montani sono dei crocevia. Un tempo luoghi di ricovero di persone, animali, attrezzi e prodotti agricoli, poi spazi di convergenza di attività per lo scambio e il mercato, oggi i centri montani hanno conservato tutte queste funzioni, seppure sopravanzate da quella turistica legata allo svago, al riposo, al godimento della natura, all’arricchimento culturale, al benessere e alla pratica sportiva.Tutte queste attività si sono sempre realizzate, e ancora oggi si realizzano, in diretto rapporto con i caratteri ambientali, storici e culturali del territorio che le accoglie, conferendo ai centri montani una capacità di attrazione in risposta a richieste anche molto diversificate.I centri montani sono dunque, da sempre, dei punti forti del territorio, con economie floride proprio in virtù della loro capacità attrattiva.Non sempre, tuttavia, al cospetto di tale forza di attrazione, sono stati sviluppati programmi di dotazione di servizi adeguati a tale ruolo. Quando ciò è avvenuto, si è prodotto un processo di dequalificazione edilizia, con un conseguente decadimento ambientale che è paradossale proprio in ambiti dotati di forti valenze paesaggistiche e che proprio a tali valenze devono la loro principale ragione d’essere e la loro stessa prosperità economica. Quasi tutti i paesi montani nebroidei non fanno eccezione a questa condizione degenerata.La loro crescita edilizia, scarsamente controllata dagli strumenti urbanistici e ancor meno da criteri di qualità spaziale, ha determinato un aggregato urbano dalla rilevante consistenza quantitativa e dalla accentuata dequalificazione spaziale.I paesi, solitamente, si è sviluppano lungo la strada principale, gli edifici hanno, quasi sempre, una scarsa qualità architettonica e non presentano alcuna gerarchia spaziale, né luoghi di aggregazione sociale degni di tale nome, né elementi rappresentativi in cui riconoscere caratteri di urbanità e di identificazione sociale. Gli edifici a funzione pubblica costruiti nel corso degli ultimi decenni sono impiantati in spazi vuoti senza alcuna referenza urbana, come “oggetti” isolati che negano a se stessi e agli abitanti qualunque funzione rappresentativa e qualunque ruolo aggregativo.

… Pensare a delle idee, pensare ad un progetto.

Realizzare e portare a compimento delle idee prevede uno studio e una realizzazione di percorsi pedonali, aree di sosta, elementi di arredo, pavimentazione con l’utilizzo di materiali locali (pietra locale, legno, etc.), percorsi artistici tematici, in modo da riqualificare il proprio comune di appartenenza.La diretta integrazione di ambiti interni comporta l’approfondimento progettuale delle strutture di arredo di uso pubblico, quali soggetti primari per la qualificazione e l’utilizzo dello spazio pubblico.Andando ad analizzare ciò che può essere di utilizzo e di abbellimento, si potrebbe studiare una composizione di elementi di arredo caratterizzati da elementi fondati ed elementi montati.

I primi costituiscono gli apparati spaziali stabili, fissi, solidali al disegno e alla organizzazione fisica e costruttiva del piano di pavimentazione e delle sue articolazioni morfologiche; i secondi costituiscono gli apparati leggeri, più propriamente funzionali, articolabili e removibili, direttamente relazionati con il fruitore.Proposte progettuali dovranno fornire soluzioni esteticamente valide e funzionalmente efficaci, in grado di consentire il raggiungimento degli obiettivi fissati. Particolare attenzione dovrà essere posta alle compatibilità tra il costruito, il verde, l’illuminazione, la pavimentazione, l’arredo urbano e la viabilità con specifica considerazione degli elementi di relazione tra la viabilità carrabile, gli spazi pedonali pubblici e gli accessi privati (gli arredi dovranno essere facilmente rimovibili per particolari manifestazioni o esigenze, etc.). Comunque sia, la proposta progettuale dovrà valutare la compatibilità degli interventi in relazione alle esigenze di unitarietà ed ammortizzazione dell’intera area in esame. L’obiettivo che si vuole raggiungere è quello di:

  • Valorizzare le strade dei centri storici del territorio mediante la collocazione di elementi di arredo urbano che ne esaltino le peculiarità architettoniche, storiche ed urbanistiche, oltre che incrementare la qualità ambientale;
  • Accrescere la consapevolezza e la sensibilità ambientale dei cittadini dei comuni attraverso la realizzazione di spazi pubblici sostenibili;
  • Cercare di utilizzare materiali sostenibili, ove, per materiali sostenibili, si intendono materiali da fonti rinnovabili, riciclabili, riciclati e recuperati;
  • Rispetto degli impatti ambientali legati al ciclo di vita della seduta;
  • Il design dovrà essere in linea con le peculiarità architettoniche dei centri storici dei comuni;
  • Trasmettere un forte messaggio di creatività e innovazione, ed essere socializzabile;
  • Essere facilmente mantenibile.

 Una passeggiata per le strade del paese “vecchio” sarà come lo sfogliare a caso un volume si storia dell’arte e incontrare le illustrazioni più espressive dei vari periodi e modi di costruire dell’architettura.

POLITICHE TERRITORIO

IL TURISMO IN ITALIA, IN UN’OTTICA DI SOSTENIBILITÀ E DI GREEN ECONOMYT

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Il turismo in Italia, in un’ottica di sostenibilità e di green economy

Il turismo come elemento di sviluppo territoriale e sociale

Il settore del turismo in Italia rappresenta, in termini economici, circa il 9,5% del PIL nazionale, con una occupazione pari a circa 2,5 milioni di addetti. Mentre il rapporto PIL(turismo)/PIL(nazionale) è in lento diminuire nell’ultimo decennio, a livello mondiale la quota di turismo che interessa l’Italia è scesa da un 5,6% del 1990 al 4,1% del 2010, con una tendenza ad un ulteriore decrescita fino ad una stima del 3,7% nel 2020, in assenza di interventi strategici e strutturali per un serio rilancio del settore turistico in Italia.

Malgrado la percentuale di turismo internazionale in Italia rimanga molto alta rispetto ad altri Paesi, è ancora predominante un turismo nazionale con una media nazionale pari a 57% di notti, con un incremento nel sud pari a 75%.

Mentre occorre riconoscere che questa tendenza è comune a molti Paesi europei a vantaggio di Paesi emergentie nuove mete turistiche, rimane il fatto che il potenziale di offerta turistica del nostro Paese rimane assai elevato in virtù degli aspetti ambientali, naturalistici, paesaggistici, culturali, economici.

Molti studi recenti di settore individuano alcune linee d’intervento prioritarie per il nostro Paese miranti a raddoppiare l’incidenza del turismo sul PIL nazionale da circa un 10% attuale al 18%, con un raddoppio degli addetti attualmente impegnati.

Le principali linee d’intervento possono riassumersi nelle seguenti azioni:

  • un miglioramento strutturale dei servizi offerti e dei relativi standard qualitativi, certificabili a livello nazionale ed internazionale da Enti ed organizzazioni riconosciute quali ad esempio la certificazione volontaria EMAS (Eco-Management and Audit Scheme), le “Bandiere blu” attribuite dalla Foundation for Environmental Education, e la creazione di marchi di qualità di prodotti e servizi, anche a livello locale;
  • un ampliamento della offerta turistica, anche in termini geografici;
  • una valorizzazione delle caratteristiche ambientali, paesaggistiche, storiche, culturali, gastronomiche locali;
  • la destagionalizzazione dell’offerta turistica.
Le “pressioni” del turismo sul territorio, sull’ambiente, sulla società

Un maggior sviluppo del settore turistico comporta per contro l’acuirsi a livello locale e globale di problematiche ambientali, energetiche, dei sistemi di trasporto, di una gestione corretta delle risorse naturali, di una gestione dell’uso del territorio.

Le pressioni ambientali possono riguardare l’uso delle risorse naturali, come la risorsa idrica, l’habitat naturale soprattutto se di zone di elevato pregio, la biodiversità terrestre e marina, ma anche un aumentato inquinamento atmosferico, fino ad avere un impatto negativo sui cambiamenti climatici: si stima ad esempio che il settore turistico contribuisca, a livello globale, per circa il 5% delle emissioni totali di gas ad effetto serra (GHG) a causa dell’utilizzo estensivo di mezzi di trasporto energy intensive.

Altre pressioni riguardano lo scarico di acque reflue di origine residenziale trattate insufficientemente o non trattate, la gestione del ciclo dei rifiuti di origine urbana – plastiche, carta, frazione organica, vetro, indifferenziato.

Molte delle pressioni vengono aggravate in situazioni particolari come sono ad esempio le isole minori, dove una gestione sostenibile della “normalità” nei periodi non turistici, rappresenta talora una sfida costante; un esempio tra i tanti può essere quello della necessità di definire a livello territoriale una corretta gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti, problematica presente in molte realtà locali, che si aggrava notevolmente nei periodi di maggior affluenza turistica.

Sono talora da considerare anche pressioni derivanti da un uso del territorio e delle risorse economiche pubbliche e private disponibili a fini prettamente turistici, che può andare a discapito dello sviluppo di altre attività produttive.

Politiche e strumenti di intervento per un turismo sostenibile

Ogni politica in questo settore deve quindi basarsi su un compromesso virtuoso tra:

  • le esigenze di aumentarne la competitività;
  • le esigenze di controllare le pressioni sui sistemi sociale, territoriale ed ambientale dovute ad un turismo in crescita;
  • le priorità degli interventi, che spesso travalicano le sole necessità del settore turistico, e dei relativi investimenti.

Le macro-tematiche che a livello internazionale sono alla base dell’individuazione di politiche e strumenti di intervento si possono sinteticamente aggregare in tre diverse categorie:

  • gli aspetti sociali, economici, occupazionali, di equità sociale, di ricchezza culturale;
  • gli aspetti legati alla soddisfazione del turista, in termini di qualità e quantità della offerta;
  • gli aspetti legati alle pressioni generate dal turismo.

Appare quindi sempre più necessario e urgente promuovere un turismo sostenibile, inteso qui come un turismo sviluppato secondo i principi dello sviluppo sostenibile.

Gli Attori coinvolti

L’efficacia di ogni politica mirante a favorire un turismo sostenibile è strettamente legata alla necessità di avviare un processo metodologico quali-quantitativo che per una determinata area turistica, partendo da una analisi della realtà locale, attraverso la identificazione dei fattori di pressione e del relativo impatto sulla realtà locale stessa, identifichi le migliori strategie ed i possibili interventi e che ne valuti con un’analisi, ex-ante ed ex-post, gli effetti.

Attori del compromesso virtuoso a livello locale devono essere tutti i portatori di interesse, dagli operatori del settore turistico, alle Amministrazioni locali alla cittadinanza.

La sensibilizzazione e talora la formazione degli Attori alla adozione di buone pratiche e di comportamenti virtuosi, si unisce alla introduzione di tecniche e tecnologie che consentano la gestione sostenibile di tutte le risorse.

Questo approccio ad un turismo sostenibile è in linea con la natura stessa della domanda turistica che si va determinando nel Mediterraneo, caratterizzata da un viaggiatore “colto”, in grado di apprezzare non soltanto le bellezze naturali e culturali, ma anche la qualità dei servizi e la gestione della risorsa ambientale.

Il Turismo sostenibilecome strumento per stimolare una green economy

Un turismo basato sui principi dello sviluppo sostenibile implica la necessità di studiare, progettare e implementare tecnologie e metodologie eco-compatibili in molteplici settori, stimolando strategie di impresa e digovernance innovative.

I settori tecnologici principalmente interessati sono:

  • la risorsa idrica, con lo sviluppo di sistemi di gestione sostenibile della risorsa stessa, di trattamento e riuso delle acque reflue, di sfruttamento delle acque grigie e di pioggia, di risparmio idrico;
  • il ciclo dei rifiuti, con lo sviluppo di sistemi di gestione sostenibile dell’intero ciclo, con la raccolta differenziata, di recupero di materie prime e di valorizzazione del rifiuto stesso, ad esempio con il compostaggio della frazione organica dei rifiuti urbani;
  • il risparmio energetico e l’efficienza energetica, soprattutto nell’edilizia civile e nella illuminazione pubblica, con sviluppo di nuovi prodotti per l’integrazione del fotovoltaico nell’edilizia, in sostituzione di elementi architettonici, e per l’arredo urbano, ed un aumento del ricorso all’utilizzo di sorgenti di energia rinnovabile;
  • i trasporti, con la realizzazione di sistemi integrati di trasporto, e l’utilizzo ove possibile di mezzi elettrici;
  • lo sviluppo di tecnologie di eco-building;
  • l’utilizzo di analisi sul ciclo di vita dei prodotti nella eco-progettazione.

Analogamente importante è lo sviluppo, applicazione e diffusione di metodi e metodologie di governance del territorio, degli strumenti di certificazione ambientale e di creazione di marchi di qualità, dei principi della simbiosi industriale, degli strumenti per una condivisione partecipativa dei cittadini e di tutti i portatori di interesse.

In questa ottica si può parlare di sviluppo di un turismo sostenibile in una data area geografica come ad una applicazione del più vaso concetto di “smart city”, ovvero di un territorio dove si concentrano gli sforzi di sviluppo del capitale umano e sociale, delle tecnologie, della gestione oculata delle risorse naturali e della promozione di una governance partecipativa.

 

POLITICHE SOCIALI

IL MARCHIO FAMILY

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Cos’è il Marchio Family

Considerando che attualmente il nostro comune ha ottenuto nell’ultimo ciclo amministrativo il Marchio Family, che prevede una politica di valorizzazione e di sostegno delle diverse funzioni che la famiglia assolve nella società, il nostro gruppo intende proseguire su questa linea potenziando ulteriormente gli interventi secondo questa ottica.

La qualità si vede anche dal marchio. E il marchio “Family in Trentino” è la garanzia, per chi lo espone, di avere tutti i requisiti per entrare nella cerchia degli amici della famiglia. Comuni, esercizi pubblici, musei, istituzioni, alberghi, sportelli informativi, associazioni sportive… che si fregiano del marchio dopo aver superato la prova di avere precisi e specifici requisiti: tutti a misura di famiglia con figli.

Ma che cos’è il marchio Family in Trentino?

E’ un marchio promosso dalla Provincia Autonoma di Trento, che viene rilasciato a tutti gli operatori, pubblici e privati, che si impegnano a rispettare nella loro attività i requisiti stabiliti dalla Giunta provinciale per soddisfare le diverse esigenze delle famiglie. Ad esempio, un ristorante per richiederlo deve avere uno spazio dedicato ai bambini e alle mamme per poter far giocare il figlio oppure allattarlo o cambiare il pannolino e i vestitini. Stesso discorso per un bar o un altro pubblico esercizio. Un museo, invece, deve promuovere tariffe a portata di famiglie con particolari agevolazioni, pur disponendo sempre uno spazio per madre e figlio. Un Comune deve orientare la propria attività secondo standard di qualità a misura di famiglia, sia negli impegni di ordine politico e amministrativo, sia nei servizi nell’ambito ad esempio della conciliazione dei tempi, negli interventi di carattere ludico/ricreativo, negli interventi di carattere didattico/educativo e formativo, nei servizi per la fascia di età 0-3 anni, nelle politiche tariffarie. Chi lo chiede, insomma, deve sviluppare, attuare e favorire una forte politica promozionale a sostegno delle famiglie. Viene, infatti, rilasciato sulla base di precisi criteri e, pure, su una valutazione complessiva dell’impegno, delle politiche e dei servizi messi in atto.

Il marchio è stato il preludio per estendere i servizi alla famiglia su un’area più grande. Ecco, allora, che nascono i Distretti Famiglia: comuni e valli che si mettono insieme per promuovere su vasta scala servizi e benefici anche finanziari per le famiglie del Trentino. Un’ idea vincente che in poco tempo, infatti, ha trovato molte adesione e l’interesse si va allargando. E nel Distretto Famiglia lavorano insieme pubblico e privato: istituzioni pubbliche evolontariato sociale. In un unico e grande legame: una solidarietà che crea comunità.

PARTECIPAZIONE

LE NOSTRE LINEE GUIDA

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Noi intendiamo amministrare con trasparenza, ossia con la chiara visibilità di ciò che facciamo e la possibilità di verificare l’esattezza di quanto dichiariamo. Ci teniamo a farlo per consentire al cittadino di veder garantiti i propri diritti nei confronti dell’amministrazione pubblica. Il cittadino ha il diritto ad una informazione qualificata, ad accedere ai documenti amministrativi e conoscere, nei limiti precisati dalla legge, lo stato dei procedimenti amministrativi, seguendo le fasi attraverso cui l’attività amministrativa si articola.

La trasparenza amministrativa deve assicurare la massima circolazione possibile delle informazioni sia all’interno del sistema amministrativo, sia al suo esterno. Mettiamo questo al primo punto perché è la condizione di base su cui si costruisce il rapporto di fiducia tra l’amministrazione e gli elettori.

● Agricoltura: è necessario che si integrino gli interventi ricercando sinergie tra agricoltura, ambiente, turismo, piccola e media impresa, infrastrutture e formazione, superando l’occasionalità dei progetti e delle proposte attraverso una metodologia che consenta una programmazione a lungo termine.

● Bilancio sociale: introduzione del “bilancio sociale” per sottolineare i punti di forza ed evidenziare i vuoti ancora da colmare nei piani annuali di attività. Si tratta di un documento semplice e comprensibile, elaborato da numerose istituzioni che descrive ciò che l’amministrazione ha fatto e farà, ponendo l’accento sui problemi che ha incontrato durante l’anno, allegando inoltre un consuntivo con previsione di entrate e uscite per il futuro anno.

● Coinvolgimento di tutti: crediamo che la partecipazione di tutti sia fondamentale per ottenere benefici e risultati in termini complessivi. Per questo è richiesto un potenziamento della comunicazione tra i soggetti interessati, promuovendo la consapevolezza del necessario cambiamento culturale.

● Contenimento intelligente delle spese: adozione di ogni accorgimento atto a risparmiare nel rispetto dell’ambiente.

● Pianificazione urbanistica: riteniamo debba essere diretta a disegnare la Vermiglio del futuro e debba essere il mezzo per tutelare le specificità proprie della tradizione e della storia del nostro territorio.

● Rifiuti: La linea comune che intendiamo seguire è quella di riportare la gestione dei rifiuti all’interno delle politiche della sostenibilità ambientale e di una gestione virtuosa del rifiuto all’interno del territorio.

● Socialità: è dovere di tutti impegnarsi per promuovere lo sviluppo di un ambiente urbano che offra alle persone più deboli della società la possibilità di vivere in libertà l’ambiente e gli spazi urbani; sviluppando un paese che permetta a bambini, a anziani e a disabili, di incontrarsi in luoghi piacevoli, in maniera autonoma. Risulta importante sviluppare iniziative ricreative, sportive e formative adeguate ad ogni fascia della popolazione.

● Sovracomunalità: la pianificazione comunale dovrà guardare oltre i confini stessi di Vermiglio e divenire un’azione programmatoria concordata con i vari comuni limitrofi e tesa a dare risposte concrete ed efficaci col minore spreco di risorse pubbliche.

● Turismo sostenibile: Il settore turistico, se pianificato e gestito secondo canoni di sostenibilità, può svolgere un’importante azione di tutela e di protezione ambientale, nonché di salvaguardia delle specie naturali; il contributo dell’ecoturismo e del turismo sportivo, può essere essenziale per la promozione di uno sviluppo turistico sostenibile sotto molteplici punti di vista, non solo per l’ambiente.

● Verificabilità del programma: pubblicazione nel sito comunale del nostro Programma amministrativo. Questo per consentire di verificare in che misura le promesse in campagna elettorale vengano effettivamente mantenute o per quali ragioni non lo siano.

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PARTECIPAZIONE

COS’È IL BILANCIO SOCIO-PARTECIPATIVO

La legittimazione del potere di amministrare le risorse comuni della collettività scaturisce dalla delega concessa dai cittadini ai rappresentanti eletti. Tuttavia, in questa fase di scarsità delle risorse pubbliche, il complesso e articolato sistema di regole determina condizioni di divaricazione tra il principio del consenso e dell’opportunità politica e la capacità dell’amministrazione pubblica di rispondere ai reali bisogni della comunità. Tra le diverse fasi di intervento, la partecipazione diretta dei cittadini alle decisioni di allocazione delle risorse, in sede di bilancio preventivo, viene considerata un sistema operativo ad elevata potenzialità al fine di perseguire un miglior equilibrio tra bisogni da soddisfare e risorse limitate. Nel mondo, ma anche in Italia, alcuni enti locali hanno colto queste opportunità ed avviato sperimentazioni di coinvolgimento dei cittadini nella costruzione del bilancio di previsione, cosiddetto “Bilancio Partecipativo”. Per Bilancio Partecipato si intende un modello di bilancio (non finanziario) che dia informazioni sulle priorità che sono state definite dalla collettività, soprattutto di quei soggetti che restano solitamente esclusi dalla realtà sociale a causa di problemi culturali e sociali. Il Bilancio Partecipativo è uno strumento propedeutico e di supporto al Bilancio Preventivo, in quanto, tramite il processo di partecipazione, la comunità può far recepire all’ente locale alcune necessità più rilevanti rispetto ad altre, sarà poi compito dell’amministrazione che, preso atto di queste necessità, studierà le risorse finanziarie inserite nel Bilancio Preventivo e deciderà le eventuali variazioni di risorse, da un progetto ad un altro. L’Amministrazione partecipata nasce nel momento in cui le istituzioni adeguano la struttura amministrativa con processi di decentramento e instaurano un rapporto con le più diverse iniziative partecipative per facilitare il confronto e la determinazione di scelte e decisioni condivise. La partecipazione dei cittadini al governo della città, pertanto, è necessaria per rispondere, in modo più efficace, alle richieste di una società sempre più complessa, ricostruendo un rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini.
MODELLI POSSIBILI
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Per elaborare un bilancio partecipativo è possibile identificare quattro modelli.
  • I soggetti coinvolti sono: (Cittadini e Amministrazione Comunale)
  • Le attività sono: (Proposte dei progetti e Definire le priorità)
Incrociando i soggetti coinvolti e le attività si definiscono i quattro modelli possibili di bilancio partecipativo:
  • Partecipazione Integrata – (I cittadini propongono i progetti e definiscono le priorità degli stessi).
  • Guida illuminata – (L’Amministrazione propone i progetti e definisce le priorità degli stessi).
  • Innovazione dal basso – (I cittadini propongono i progetti e l’Amministrazione definisce le priorità degli stessi).
  • Partecipazione guidata – (L’Amministrazione individua le tematiche e le risorse disponibili e i cittadini votano le priorità degli stessi).
MODELLO SCELTO
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Si ritiene più consono il modello di Partecipazione guidata, in cui Il Sindaco e la Giunta Comunale individuano annualmente nel contesto del bilancio di previsione e nelle successive fasi, le aree tematiche e l’entità delle risorse da sottoporre alla procedura partecipata nonché il carattere vincolante o meno per l’Amministrazione delle decisioni prese dai cittadini nell’ambito della procedura partecipata.
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