Elegia di Ida Trofa giornalista ischitana

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Elegia di Ida Trofa giornalista ischitana

Elegia di Ida Trofa giornalista ischitana

Ischia 10 Marzo 2013 ore 23:40

Elegia di Ida Trofa

Sono amico delle famiglie Francescon e Di Meglio da una vita.

Alfredo l’ho visto crescere fisicamente, nel vero senso della parola data la vicinanza della sua residenza con l’attività commerciale che gestivo fino ad un anno fa

Ne ho sempre apprezzata la compostezza dei comportamenti, il rispetto per i genitori, la sua chiara determinazione dei divari tra serietà e negligenza, tra giovinezza e sciocche esuberanze.

La mia ambizione mi porta a considerarmi uno scrittore.

A differenza dell’essere giornalista, l’essere scrittore comporta libertà espressive meno duttili e per niente riconducibili a fatti, persone o tempi reali.

Meno duttili in quanto le pagine scritte diventano pubbliche dopo un intenso lavoro di sistemazioni, non solo concettuali ma ancor più lessicali.

Ne deriva che nessun autore potrà mai giustificare le sue frasi scusandosi con la tensione del momento, oppure con la spinta emotiva di un particolare avvenimento.

Vero.

Ma è anche vero che a nessun lettore sarà concesso d’essere tanto puntiglioso da effettuare la trasmigrazione dei testi dalla sfera fantastica alla reatà di avvenimenti reali.

Per gli scrittori, forse, il più generale fine ultimo delle loro speculazioni letterarie consiste nel trasformare il dualismo emozione/vita fino a formularlo attraverso la ricercata osmosi emozione/lettore.

Indurre, cioè, emozioni nei lettori attraverso un sapiente utilizzo delle varie forme di scrittura.

Il tutto descrivendo storie comunque non attuali.

Il giornalista, invece, sia egli impegnato in articoli di carta stampata o in attività fotografiche, subisce la costrizione di dover superare ogni prudente ripensamento ed ogni abbellimento lessicale onde dar corso alla sua MISSIONE che consiste nel fornire un’informazione chiara, precisa, tempestiva, e priva di laccioli ideologici.

Non alimenta sentimenti, ma fornisce notizie.

Capita, ma molto raramente, che frasi scritte da giornalisti per dare notizie superino gli schematismi dell’oggettività e sfocino nella sfera della poesia inducendo emozioni.

Ida Trofa mi ha commosso, più di quanto non lo fossi già, nella ricostruzione della sciagura che ha privato della vita il nostro caro Alfredo e che ha annichilito speranze ed amori negli animi delle persone che l’avevano più a cuore.

Ida Trofa non può aver pubblicato quelle frasi senza aver provato la vera, materna, umana emozione che lacera il cuore e confonde la mente.

Quella che sfugge all’ipocrisia del perbenismo e dei saccenti.

Quella che fa urlare contro le ingiustizie del destino e contro le nefandezze di coloro i quali avrebbero “potuto” ma non hanno agito, con quella rabbia che nega qualsiasi alibi per mascherare, addolcire, minimizzare la morte di un ragazzo di 23 anni.

Chi non vuol vedere “quelle” foto farebbe meglio a costruire barricate per combattere contro le piaghe sociali che angosciano le nostre vite e rendano “orfani” mamme, parenti, amici e giornalisti..

Ida Trofa ha titolo di giornalista, ma ha animo di poeta.

DILA

DILA

Premi Otto milioni

Bruno Mancini