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E VAI COI NOSTRI
E VAI COI NOSTRI
NESSUNO FACCIA UN PASSO AVANTI
LETTERA A MIO FIGLIO
DOMANI ALL’ALBA
E VAI COI NOSTRI
E vai coi nostri
Scoreggiavano puzzolentemente
sputazzate e rasche di sigari
toscani bronchiti croniche
a volo dai palchi alla platea.
I pellerossa in bianco e nero
muori fellone
e vai coi nostri.
Com’era bello il cinema una volta.
°———°———°———
Bestemmie lunghe come una
canzone. Inferno paradiso santi e
madonne mamme e sorelle
per un refrain di puttanate in libertà.
Colonne di cartone
lacrime di cipolla
Buffalo Bill e il suo cavallo bianco.
Com’era bello il cinema una volta.
°———°———°———
Scaccolamenti di nasi scatarranti.
Rutti etnici al gusto di carrube
polifemiche presenze
le panche appiccicose di schifezze.
I bucanieri dalla benda
all’occhio onore, patria, fedeltà
Totò.
Com’era bello il cinema una volta.
°———°———°———
Lei
mi stringeva
a tratti
forte
il braccio
di nascosto.
Io
le toccavo
un poco
scalzo
il piede
di nascosto.
Com’era bello andare a cinema una volta.