Il Dispari 2016-07-11

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Il Dispari 2016-07-11

Il Dispari 20160711 compTre voci intervistano un MITO: DON BACKYBruno Mancini

. Il buongiorno al MITO Don Backy desidero renderlo pubblico con una lunga serie di ringraziamenti, primo tra tutti quello speciale per avere voluto dare il suo assenso ed entrare come Socio fondatore nell’Associazione culturale che Roberta Panizza ed io, alla fine del 2014, iniziammo a costituire e che ora, con il nome DILA (Da Ischia L’Arte), ha già conquistato l’interesse di una notevole fascia di amanti dell’Arte e della Cultura. Cosa ha spinto il MITO ad accettare l’invito da parte dei due sconosciuti?
Don Backy:Prima di tutto l’affetto che porto a Ischia, ricordando i miei lontani trascorsi datati 1966, quando con i miei Fuggiaschi ci esibimmo per un’intera settimana al Castello d’Aragona, gestito allora da Sandro Petti. In quella settimana avemmo modo di affezionarci ed amare l’isola. Il secondo motivo è che sono sempre interessato alle novità stimolanti.

Bruno Mancini. Il secondo ringraziamento deriva dall’aver voluto includere i ricordi piacevoli dei giorni che hai trascorso ad Ischia nella trilogia “Memorie di un juke box” (edito da Ciliegia Bianca sas  www.donbacky.it ).
Vuoi parlarci di questi tre volumi di ricordi e raccontare ai nostri lettori la disavventura che ti capitò a Ischia?
Don Backy:I volumi sono ben 5 e vanno dall’avvento del rock and roll a oggi (1955/2012). Raccontano in maniera romanzata, una storia vera e meravigliosa, corredata da una documentazione composta da fotografie, articoli, minute di canzoni, documenti storici, etc. che ne fanno una vera e propria enciclopedia, certamente unica nel suo genere, indispensabile anche per chi vi cerca il senso dell’evoluzione della nostra musica leggera nel corso di più di mezzo secolo.
La disavventura vissuta sull’isola, invece, riguarda un lieve incidente d’auto. Per salvare un amico che guidava senza patente il nostro furgoncino e aveva colpito un turista tedesco con lo specchietto retrovisore del mezzo, fratturandogli una costola, fui costretto a dichiararmi autista, guadagnandomi così una denuncia dal sig. Otto Strunz. Tutto si risolse in un processo ischitano (dove tornai in Dicembre), in cui venni condannato a 3 mesi (con condizionale). Oggi è solo un bel ricordo anche quello.

Bruno Mancini. Certo non sai che l’incidente avvenne a pochi metri dal “Bar Italia” che gestivo in quegli anni proprio sul Corso!  Il terzo ringraziamento, e poi mi fermo su questo tema, nasce dall’enorme emozione che ho provato nell’ascoltare le tue letture di nostre poesie. Poiché anche Roberta Panizza mi ha confermato le stesse sensazioni, vuoi dirci in quale modo ti rapporti  alla poesia e quali emotività ti hanno procurato i nostri versi?
Don Backy:Ma pensa… e tu non ricordi (o non c’eri al momento) che noi c’eravamo fermati poco prima proprio al Bar Italia a prendere i crostoni che ci facevano da cena, per poi correre a cambiarci e andare al Castello per la serata. Il mio rapporto con la poesia è piuttosto debole, ma quando qualcosa mi solletica le corde emozionali, allora è evidente che anche il mio essere si adegua e quindi anche la voce. Ma, sinceramente, non pensavo di procurare un’emozione così sentita. Sono felice.

Bruno Mancini. Appena ho accennato alla possibilità di costruire questa intervista con domande provenienti da persone diverse c’è stato entusiasmo in redazione. Avrei voluto accontentare tutti, ma per ragioni di spazio, ecco cosa desiderano sapere da te il Direttore di questa testata Gaetano Di Meglio e la Direttrice Artistica di DILA Roberta Panizza
Don Backy:Bene, sono felice di suscitare ancora un così fresco interesse.”

Gaetano Di Meglio. Spesso le tv locali basano i loro palinsesti su film datati anni 60 e così ultimamente mi è capitato di guardare qualche scena del “Monaco di Monza” dove Lei e Celentano vi esibite in una canzone vestiti da monaci. A me che sono un “patuto” di Totò piacerebbe ascoltare qualche aneddoto delle vostre frequentazioni artistiche, e se ce sono, anche personali e/o prettamente umane.
Don Backy:è un ricordo che mi accompagnerà per la vita, anche se, sinceramente, frequentammo Totò solo per lo spazio di quella scena. Ovviamente tutta quanta quella storia ha inizio la notte precedente alla RCA, dove noi del CLAN eravamo per incidere la colonna sonora di un film appena girato ad Amalfi. Scrissi quella canzone “La carità” in meno di 2 ore per accontentare Sergio Corbucci, che, incontrati Adriano e me al bar della RCA, ci pregò di andare a girare una scena in quel film il mattino seguente. Fu così che la scrissi e la registrammo seduta stante alle 2 di notte. Il tutto è narrato nel 1° volume della serie “MEMORIE DI UN JUKE BOX”. Io ero ancora sulla rampa di lancio e Totò mi fece gli auguri per la carriera. Evidentemente mi ha portato fortuna perché quella canzoncina ancora oggi è molto conosciuta grazie al film.”

Gaetano Di Meglio. Con la politica come la mettiamo?
Don Backy:Sono già molti asini a parlare, non voglio aggiungermi al serraglio. E comunque sono un anarcoide da sempre libero e senza tessere. La mia politica la faccio con le mie canzoni, tipo “Diluvio universale” o “Verità”. Mi diverto e intanto gliele canto e gliele suono”.

Roberta Panizza. Da appassionati di poesia, mondo letterario che si occupa di far emergere ciò che nell’interiorità preme e vuole esprimersi, diamo la dovuta importanza alle emozioni e quindi la domanda che sorge spontanea è: cosa prova Don Backy quando canta?
Don Backy:Ci ho scritto su una canzone intitolata proprio “L’artista” ed è lì che ho descritto tutte le emozioni che ancora oggi avverto dopo 55 anni.”

Roberta Panizza. In una canzone quale peso hanno, messi a confronto tra di loro, la musica, il testo, l’arrangiamento e l’interpretazione canora secondo Don Backy?
Don Backy:Dipende da chi sono gli autori. Per uno che si scrive parole e musica, la voce potrà anche essere non curata (come la mia), ma sicuramente non avrà alcun termine di paragone anche con la più tecnica del mondo. Avrà sempre la meglio, perché l’autore avrà sicuramente vissuto sulla sua pelle quello che canta. comunque, per me la musica è sempre un pelo più sotto del testo. è quello che, se ben descritto, dà il tocco emozionale e ti fa vedere una scena. Una bella musica da sola arriva a una certa altezza, ma non arriva all’acme. Il “nessun dorma”, ha una musica meravigliosa da sola, ma quando entra il tenore  con “all’alba vincerò….” beh, non ce n’è per nessuno e tutto prende vita. Quindi, una bella musica può essere danneggiata da un brutto testo, ma la si esalta quando il testo è grande concettualmente (vedi Mogol Battisti).”

Bruno Mancini. In chiusura, mi piace sorridere per essere uscito indenne dall’incontro con un toscano, eterno ribelle e icona musicale di un mezzo secolo abbondante, uno, dal nome di battesimo Aldo Caponi, che non si è fatto mai prestare parole o azioni, né crude né indigeste, per difendere i propri principi e le ragioni sia della coerenza intellettuale e sia dell’incoerenza artistica. Don Backy cantante musicista lo conoscono in tutto il mondo giovani e anziani come me, Aldo Caponi pittore, scrittore, attore, talent scout, editore ecc. è la faccia semisegreta del MITO. Ci saluti con una carrellata su queste tue attività?
Don Backy: “In tutta sincerità questo mio polimorfismo è dovuto esclusivamente alla curiosità. Sono un incostante cronico e appena ho raggiunto un obbiettivo in quella particolare sfida, devo assolutamente cercarne altre. Non faccio il “mestiere”, ma soddisfo curiosità personali. Solo le canzoni sono ciò che ho scelto di fare da sempre e rinnovano in me il desiderio di riprovare a raccontare nuove emozioni. Le altre, i disegni, il cinema, la scrittura, il teatro, etc. non sono che curiosità soddisfatte, sfide affrontate e vinte. Non mi sono mai arreso senza affrontarle, avendo sempre come motto un vecchio detto: “gli antichi non sapevano che quella cosa era impossibile da farsi, pertanto…. la fecero!”. Avrei avuto rimpianti se non fossi andato ad affrontare quelle sfide in prima persona. Una volta scopertone il segreto, non c’era altro da cercare, mi aspettavano le canzoni.”

Bruno Mancini. Grazie, Don: ti aspettiamo ad Ischia!
Don Backy: “MAGARI… QUANDO??”

Bruno Mancini. Ciao, Don.

Don Backy Totò e Macario comp

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DILA & PARTNER al MUSEO DEL MARE

Sabato 16 Luglio verrà inaugurata la nuova sede dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” negli ambienti del Museo Etnografico del Mare ubicato nello storico Palazzo dell’Orologio di Ischia Ponte.
Ciò, grazie all’accordo stipulato tra i presidenti del Museo, Rino Lauro, e di DILA, Bruno Mancini.
L’Associazione DILA si prefigge di organizzare nel Museo una corposa serie di eventi artistici e culturali che coprano tutto l’arco dell’anno realizzando il progetto annunciato da Bruno Mancini di volere operare affinché “Ischia possa diventare una località conosciuta e stimata in ambito internazionale ANCHE per le sue attività artistiche e culturali”.
A fare da cornice al taglio del nastro giungeranno dal Lazio la presidente dell’Associazione “Arte del Suonare”, Maria Luisa Neri, che illustrerà le linee guida ed il programma dei concerti che DILA & Partner effettueranno nel Museo, offrendone un’anticipazione mediante l’esibizione del celebre violinista Giulio Menichelli;  mentre dalla Romagna arriverà la ben nota soprano Paola Occhi accompagnata dai suoi musicisti tra i quali va citato il pianista, organista, fisarmonicista Roberto Villani.
Un numero sempre crescente di Associazioni, tra le quali la già citata “Arte del Suonare” di Maria Luisa Neri, “AICS IL Dragone” presieduta da Pasquale Di Costanzo, CentroInsieme Onlus – Progetto Vela: Rendere Consapevoli Scampia” presieduta da Vincenzo Monfregola, si sta coagulando intorno al progetto che potrà contare sulla Direzione Artistica della vicepresidente DILA, Roberta Panizza, e sulla costante nonché determinante presenza dei numerosi Soci Fondatori di DILA, tra i quali il Direttore di questo giornale, Gaetano Di Meglio, si trova sempre in prima linea. Katia Massaro, Vincenzo Savarese, Mario Mirenghi, Ylenia Pilato, Pasquale “Dragon” Di Costanzo saranno, come sempre, i prestigiosi anfitrioni in rappresentanza di tutta la tribù DILA & PARTNER.
Residenti e turisti sono invitati. Ingresso gratuito.
Info e-mail: emmegiischia@gmail.com
Cell. 3914830355 (tutti i giorni dalle 14 alle 24)

Museo & DILA inaugurazione

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LOGO DILA 4

Il Dispari 2016-07-04

Il Dispari 20160704 compEditoriale

Mai come questa volta scrivo l’editoriale in piena euforia!
Sì, perché a volte nella vita capitano situazioni che ti stupiscono e ti lusingano nello stesso tempo.
In poche parole, alla fine di un incontro durato non più di un’ora, il Presidente del Museo Etnografico del Mare, Rino Lauro, ed io abbiamo siglato un accordo in virtù del quale l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” trova “casa” nel Museo e riceve l’autorizzazione ad organizzare in esso eventi culturali di vario genere.
Come dire che dopo oltre nove anni durante i quali abbiamo portato in giro per Ischia (e per molte altre località italiane) i nostri progetti culturali passando attraverso un lungo elenco di luoghi pubblici e privati, ora finalmente possiamo contare su una struttura di enorme prestigio e sulla collaborazione di un gruppo di concittadini realmente e personalmente impegnati nell’idea (speriamo sia utopica ancora solo per pochi anni) di promuovere un’identificazione turistica della nostra isola abbinata ANCHE all’Arte, ANCHE alla Cultura e ANCHE alla difesa ed allo sviluppo dei patrimoni sociali ed ambientali dei quali l’isola d’Ischia è uno scrigno spesso, e purtroppo, violato.
Il lavoro di programmazione, di organizzazione e di realizzazione eventi sarà tanto perché sono tantissimi i nostri progetti; nelle casse della nostra Associazione non ci sono risorse finanziarie (anche perché in oltre nove anni di attività NON abbiamo MAI percepito neppure un soldo da NESSUNA delle pubbliche amministrazioni locali o nazionali); ma il gruppo di Artisti e di Amici che Roberta Panizza ed io abbiamo selezionato in questi anni è un gruppo compatto, composto da persone “speciali”, un gruppo che non teme di posporre i propri interessi personali ogni volta che sia opportuno collaborare alla buona riuscita di un qualificato programma artistico.
Letteratura, musica, pittura, fotografia, scultura, ecc. , sono tutte arti che troveranno spazio nel palinsesto che DILA proporrà nel Museo Etnografico del Mare, e questo editoriale vuole essere anche un invito agli Artisti ischitani e alle realtà Associative dell’isola affinché bussino alla porta DILA nella convinzione di ricevere un indiscusso amichevole “benvenuto”.
Per quanto ho avuto modo di sapere nei pochi giorni che sono trascorsi dall’accordo ad oggi, sono già alcune centinaia i Soci DILA e gli Amici dei nostri progetti che stanno scaldando le gomme per correre qui, ad Ischia da noi, nel desiderio di esprimere la loro arte nella nuova “Casa della cultura – Museo del Mare”.
INFO: emmegiischia@gmail.com
Tel: 3914830355 tutti i giorni dalle 14 alle 24

Bruno Mancini

Museo del mare

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LO SPORT NELLA MENTE E NEL CUORE: IL GIORANALISMO DI VINCENZO SAVARESE

Raffinato e di classe, dalla personalità brillante con svariati interessi che spaziano dalla letteratura alla musica all’arte e allo sport, Vincenzo Savarese non è soltanto un giornalista sportivo a 360°, attento e partecipe a quanto accade a lui intorno tra fatti e storie ordinarie e straordinarie descritte con precisione e talora ironia, ma è anche persona carismatica per quella spontaneità e simpatia con cui sa avvincere il pubblico, rendendolo partecipe al suo dialogo.
Napoletano di origine, ma ben presto ischitano di adozione per essersi trasferitosi dopo la maturità nell’isola più bella del mediterraneo, Ischia, nel comune di Forio, Vincenzo Savarese oltre ad essere un cronista sportivo coinvolgente e preciso, è anche un poeta dell’anima capace di andare oltre il lato puro e documentaristico della notizia, a cogliere i battiti delle emozioni che corrono negli sguardi e nei gesti delle persone incontrate, intervistate specie nell’ambito dello sport agonistico.
È il giornalismo sportivo infatti ad averlo affascinato anche per la sua passione per il pallone e lo sport in generale. Passione che lo ha portato a giocare fin da giovane per la squadra locale da cui poi però è stato costretto a ritirarsi in seguito ad un incidente di percorso, Vincenzo Savarese si è dedicato con passione alla telecronaca per le emittenti locali raccontando le imprese di tanti futuri campioni che tra la fine degli anni ’80 inizio ‘90 militavano nella serie C per quel che riguarda il calcio.
Da Teleradiostella del Golfo dove è stato fino al 1987 a tutte le TV ischitane, si è occupato di diverse tematiche quali cronaca, politica e sport con quell’entusiasmo che non lo ha mai abbandonato, dando vita a dei veri e propri ritratti nel raccontare le imprese di promesse, e di campioni del calcio quali Maldini, Del Piero, Maradona; ma anche del ciclismo, spesso intervistati a fine competizione o poco prima di entrare negli spogliatoi.
Accanto alla telecronaca di cui va ricordata anche la sua collaborazione con la televisione “Canale 21” emittente più importante della Campania, non sono mancate le collaborazioni intense e di grande spessore contenutistico con la carta stampata: in particolare vanno citati il quotidiano “Il Golfo” di Ischia, Procida e Napoli, il settimanale “Ischia Oggi” di cui è stato redattore sportivo dal 1992 e successivamente direttore: e ancora il periodico “l’Osservazione” di Acerra di cui è stato direttore responsabile e “Il Corriere di Napoli” e il “Mattino”.
Per sedici anni ha condotto con grande successo il programma A bordo Campo dedicato alla telecronaca sportiva tra campionato di calcio, giro d’Italia e altri appuntamenti legati allo sport.
Con generosità, entusiasmo e carisma ha regalato e continua a regalare le emozioni della vita attraverso le competizioni sportive dove si avverte tensione, collaborazione e quella passione che tempra e fortifica anche la mente.
E questi aspetti Savarese li ha saputi cogliere nelle parole e nei gesti di quanti nelle sue interviste hanno rilasciato opinioni, pensieri in seguito ad una vittoria o ad una sconfitta.
Significativa a riguardo quella a lui rilasciata nella tappa ischitana dal corridore Vincenzo Nibali vincitore del Giro d’ Italia e del Tour de France 2014.
Una grande lezione di vita nello sguardo e nelle parole del ciclista siciliano che ha dimostrato come la tenacia, la passione e il sacrificio siano le armi migliori per competere e arrivare in alto.
A dare un tono diverso e innovativo al programma del venerdì di “A Bordo Campo” è stata la decisione di inserire a fine puntata, dieci minuti dedicati alla cultura locale in cui venivano presentati dei libri, creando così una sorta di accostamento tra sporte cultura.
Ed è durante uno di questi “sipari culturali” che Savarese ha incontrato e conosciuto Bruno Mancini, presidente dell’Associazione culturale Da Ischia L’Arte-DILA e scrittore e poeta di successo di cui ricordiamo il suo ultimo libro “Erotismo, si’!” pubblicato da pochi mesi. Dall’incontro con Bruno Mancini è nata un’amicizia e una collaborazione che ha portatoVincenzo Savarese a diventare membro del CdA di DILA.
Savarese è stato anche addetto stampa di “Meeting estate” evento cui partecipavano anche i vip a chiusura del quale veniva consegnato il Premio Aragonese ai protagonisti del mondo dello spettacolo, della musica e dello sport.
L’uomo e giornalista Vincenzo Savarese ha saputo con le sue dirette tv regalare al pubblico momenti straordinari legati allo sport privilegiando l’aspetto umano e cogliendo le emozioni dei campioni da lui intervistati, eroi del momento, in sfida anche con se stessi.
Silvana Lazzarino

LO SPORT NELLA MENTE E NEL CUORE: IL GIORANALISMO DI VINCENZO SAVARESE

Raffinato e di classe, dalla personalità brillante con svariati interessi che spaziano dalla letteratura alla musica all’arte e allo sport, Vincenzo Savarese non è soltanto un giornalista sportivo a 360°, attento e partecipe a quanto accade a lui intorno tra fatti e storie ordinarie e straordinarie descritte con precisione e talora ironia, ma è anche persona carismatica per quella spontaneità e simpatia con cui sa avvincere il pubblico, rendendolo partecipe al suo dialogo.
Napoletano di origine, ma ben presto ischitano di adozione per essersi trasferitosi dopo la maturità nell’isola più bella del mediterraneo, Ischia, nel comune di Forio, Vincenzo Savarese oltre ad essere un cronista sportivo coinvolgente e preciso, è anche un poeta dell’anima capace di andare oltre il lato puro e documentaristico della notizia, a cogliere i battiti delle emozioni che corrono negli sguardi e nei gesti delle persone incontrate, intervistate specie nell’ambito dello sport agonistico.
È il giornalismo sportivo infatti ad averlo affascinato anche per la sua passione per il pallone e lo sport in generale. Passione che lo ha portato a giocare fin da giovane per la squadra locale da cui poi però è stato costretto a ritirarsi in seguito ad un incidente di percorso, Vincenzo Savarese si è dedicato con passione alla telecronaca per le emittenti locali raccontando le imprese di tanti futuri campioni che tra la fine degli anni ’80 inizio ‘90 militavano nella serie C per quel che riguarda il calcio.
Da Teleradiostella del Golfo dove è stato fino al 1987 a tutte le TV ischitane, si è occupato di diverse tematiche quali cronaca, politica e sport con quell’entusiasmo che non lo ha mai abbandonato, dando vita a dei veri e propri ritratti nel raccontare le imprese di promesse, e di campioni del calcio quali Maldini, Del Piero, Maradona; ma anche del ciclismo, spesso intervistati a fine competizione o poco prima di entrare negli spogliatoi.
Accanto alla telecronaca di cui va ricordata anche la sua collaborazione con la televisione “Canale 21” emittente più importante della Campania, non sono mancate le collaborazioni intense e di grande spessore contenutistico con la carta stampata: in particolare vanno citati il quotidiano “Il Golfo” di Ischia, Procida e Napoli, il settimanale “Ischia Oggi” di cui è stato redattore sportivo dal 1992 e successivamente direttore: e ancora il periodico “l’Osservazione” di Acerra di cui è stato direttore responsabile e “Il Corriere di Napoli” e il “Mattino”.
Per sedici anni ha condotto con grande successo il programma A bordo Campo dedicato alla telecronaca sportiva tra campionato di calcio, giro d’Italia e altri appuntamenti legati allo sport.
Con generosità, entusiasmo e carisma ha regalato e continua a regalare le emozioni della vita attraverso le competizioni sportive dove si avverte tensione, collaborazione e quella passione che tempra e fortifica anche la mente.
E questi aspetti Savarese li ha saputi cogliere nelle parole e nei gesti di quanti nelle sue interviste hanno rilasciato opinioni, pensieri in seguito ad una vittoria o ad una sconfitta.
Significativa a riguardo quella a lui rilasciata nella tappa ischitana dal corridore Vincenzo Nibali vincitore del Giro d’ Italia e del Tour de France 2014.
Una grande lezione di vita nello sguardo e nelle parole del ciclista siciliano che ha dimostrato come la tenacia, la passione e il sacrificio siano le armi migliori per competere e arrivare in alto.
A dare un tono diverso e innovativo al programma del venerdì di “A Bordo Campo” è stata la decisione di inserire a fine puntata, dieci minuti dedicati alla cultura locale in cui venivano presentati dei libri, creando così una sorta di accostamento tra sporte cultura.
Ed è durante uno di questi “sipari culturali” che Savarese ha incontrato e conosciuto Bruno Mancini, presidente dell’Associazione culturale Da Ischia L’Arte-DILA e scrittore e poeta di successo di cui ricordiamo il suo ultimo libro “Erotismo, si’!” pubblicato da pochi mesi. Dall’incontro con Bruno Mancini è nata un’amicizia e una collaborazione che ha portatoVincenzo Savarese a diventare membro del CdA di DILA.
Savarese è stato anche addetto stampa di “Meeting estate” evento cui partecipavano anche i vip a chiusura del quale veniva consegnato il Premio Aragonese ai protagonisti del mondo dello spettacolo, della musica e dello sport.
L’uomo e giornalista Vincenzo Savarese ha saputo con le sue dirette tv regalare al pubblico momenti straordinari legati allo sport privilegiando l’aspetto umano e cogliendo le emozioni dei campioni da lui intervistati, eroi del momento, in sfida anche con se stessi.
Silvana Lazzarino

Katia Massaro - Vincenzo Savarese

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Il Dispari 2016-07-01

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AICS “Il Dragone” &

LOGO DILA 4Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”

Con il Patrocinio del Comune di Casamicciola Terme, l’AICS “Il Dragone”, l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, il Maestro Pasquale “Dragon” Di Costanzo -THE FIRST WORLD RECORMAN-, in collaborazione con il critico d’arte Prof. Enzo Ruju presentano, nei giorni 8 – 9 -10 Luglio 2016 nella Piazza Marina di Casamicciola Terme, a partire dalle ore 18.00, la XXII edizione di “I MITI AL CONTEMPORANEO”.

Durante le tre serate si potrà assistere a mostre estemporanee di pittura, perfomance di arte varia, presentazione di opere di arti visive, body art, tatoo, sfilate di moda, letture poetiche e tanto altro ancora.

In particolare sabato 9 e domenica 10, con inizio alle ore 20.30, ci sarà uno spettacolo di Kung fu della scuola Asia del maestro Maurizio Di Benedetto.

Sono previste le esibizioni di ben tre Leoni Cinesi, del giovane campione del mondo Claudio Di Benedetto nonché dei pluricampioni del mondo di Kung fu Angelo Damasco e Ivan Borrino.

Saranno protagonisti di momenti artistici le pittrici Anna Poerio e Ivana Cosco, la Tatoo Henné Angela Murone, la pittrice-scultrice Luisa Russo.

Pasquale Dragon Di Costanzo, oltre ad esibirsi nelle sue specialità sportive, condurrà le serate coadiuvato dal critico d’Arte Enzo Ruju.

INFO: 330443964

emmegiischia@gmail.com

Ischia 29 Giugno 2016

I miti al contemporaneo XXII edizione (2)comp

 

Il Dispari 2016-06-27

Il Dispari 2016-06-27Editoriale | Bruno Mancini

La nostra associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” insieme al Circolo sportivo culturale “Il Dragone” presieduto da Pasquale Di Costanzo e con l’avallo di Gaetano Di Meglio Direttore di questa testata, nello scorso mese di Febbraio aveva sottoscritto un impegno ad una reciproca e costante collaborazione, tesa a perseguire lo scopo di promuovere l’Arte in generale, e la Poesia in particolare, con l’associazione “CentroInsieme Onlus – Progetto Vela: Rendere Consapevoli Scampia” presieduta da Vincenzo Monfregola coadiuvato dello scrittore Ivan Caldarese.

Come primo progetto comune fu avviata la partnership per il concorso nazionale di Poesia “Una poesia per il futuro“, ideato ed organizzato dall’associazione “CentroInsieme Onlus”, disponendo che un’apposita giuria organizzata e presieduta dalla Vicepresidente DILA, Roberta Panizza, selezionasse cinque poesie tra quelle regolarmente iscritte al Concorso Nazionale “Una poesia per il futuro” e che tali poesie, unitamente alle prime dieci classificate secondo il bando del premio, entrassero a far parte dell’antologia “Otto milioni – 2016” edita da DILA e contenente, tra l’altro, le poesie finaliste della quinta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”.

In questi giorni Roberta Panizza è impegnata con la Giuria da lei nominata e presieduta a portare a termine la prevista selezione.

Intanto, sabato scorso, in occasione della cerimonia di premiazione, alla quale hanno preso parte lo scrittore Lorenzo Marone e il Presidente della Municipalità di Scampia Paipais Apostolos, sono stati presentati il progetto “Daremo voce i sogni” ed il volume “Ambulatorio 62” di Ivan Caldarese edito dalla Marotta & Cafierio.

Pasquale Di Costanzo ha espresso al presidente Monfregola le congratulazioni da parte di questa redazione e per conto delle associazione DILA & IL DRAGONE annunciandogli la notizia della pubblicazione su questa testata delle poesie classificate ai primi tre posti.

Con i migliori complimento per le tre autrici ecco i testi premiati.

Prima edizione del Concorso Nazionale di Poesia UNA POESIA PER IL FUTURO

Prima Classificata
ANNA LAURA CITTADINO
Come neve a primavera.

E in quegli occhi di bambini
che intimorivano il cielo della Siria
che mi fermai a guardare.

Ogni sosta degli occhi negli occhi
ammutoliva di dolcezza
schiera di angeli e poeti.

Lontani, quegli occhi
dai piantatori di semi di rabbia
di astio e di veleni.

Lontani, dal giorno in cui
seppellirono le bambole
una rosa e il loro destino.

Distanti, dalla nenia di una donna
che gli fu madre intonava per loro.
Dimenticarono una nota al giorno
fino a leggere bianco il pentagramma
di una melodia che divenne troppo lontana
per sentirne l’eco.
Immaginai fiocchi di neve scendere sulle strade,
sui tetti, sui lampioni, sui campi tinti di rosso
sulla voglia di piangere d’ogni donna e d’ogni uomo.

Pregai. Pregai che la pace giungesse
a sorprenderci come neve a primavera
come simbolo di perdono
e ci avremmo danzato sopra tutti insieme
con le mani aperte come i mendicanti
per raccogliere amore.

Seconda Classificata
MARIA ANTONIETTA D’ONOFRIO
Ieri avevo un tempo

Ieri avevo un tempo,
davvero,
credevo in qualcosa.

Parlavo e ascoltavo.

Dalla mia bocca
uscivano parole chiare,
erano speranza
giustizia
verità
pace
libertà
amore.

Ieri avevo un tempo
che volevo cambiare,
una strada che si chiamava
Futuro.

Avevo un libro sotto al braccio
e un sogno al caldo
del cappello.

Una poesia da gridare,
mille musiche per piangere,
eroi e miti da portare nel cuore.

Oggi ho un figlio.

Per lui,
per tutti i figli del mondo
dovrò ritrovare le parole
il libro
la musica
la poesia
i miti e gli eroi,
il vecchio
e il nuovo sogno.

E un lungo tempo cambiato
che sia finalmente
Futuro.

 

Terza Classificata
ANTONELLA PROIETTI
Annaffiate i bambini

Annaffiate i bambini
Con piccole gocce di cultura,
pioggia di libri d’avventura,
giochi all’aperto con gli amici
cavalli, rane, cani e mici.

Annaffiate i bambini
Con grandinate di palloncini colorati,
quadrifogli cercati per i prati,
libellule rincorse fra le siepi,
zolle di muschio adatte pei presepi.

Annaffiate i bambini
Con cascate di stelle spiate nella notte,
con risate gioiose, bottoni, e scarpe rotte,
con luci di tramonti rosati in mezzo al mare,
con nuvole di polvere di cento e cento gare.

 

Annaffiate i bambini,
e loro cresceranno da piccoli germogli di creature
a uomini e donne dalle idee mature,
ben saldi in mezzo al vento, al buio e alle tempeste,
con gli occhi bene aperti delle persone deste.

Annaffiate i bambini,
ci salveranno loro.

Ultimissima

Proprio mentre andiamo in stampa Roberta Panizza ci ha comunicato i risultati della votazione espressa dalla giuria da lei presieduta per conto del DISPARI e delle associazioni DILA e IL DRGONE. Qui di seguito la classifica finale con l’appuntamento alla prossima settimana per ulteriori approfondimenti.

Vivissimi complimenti ai vincitori dei quali fino ad ora non conosciamo le identità..

1° GABBIE
2° NEL DOMANI
3° LA MERITATA LIBERTA’
4° IL VUOTO
5° ABBRACCIA I TUOI SOGNI

Il Dispari 20160627 1 comp

LA VIOLENZA SULLA DONNA

La donna si affaccia nel panorama storico-culturale dalla “Rivoluzione Industriale”, quando per motivi di lavoro, le masse lavoratrici si spostavano dalle campagne alla città e la famiglia da “Patriarcale” si modificava in “Nucleare”, ciò dava della donna una visione molto più aperta e la possibilità di incominciare a essere se stessa: persona distinta, diversa dall’uomo e con le proprie responsabilità. Non più vista come chioccia che protegge, ma anche come persona responsabile capace di affrontare il mondo.

La Donna Nel Ventesimo Secolo

In Italia la comparsa massiccia della donna sulla scena pubblica costituisce la grande novità della storia e dalla fine del secondo conflitto mondiale, diventa nel giro di qualche anno la protagonista del cambiamento in tutti i campi sociali e professionali. La donna combattendo per i suoi diritti ottiene il divorzio, l’aborto, ed entra a fare sempre più parte della vita politica del paese: ministro, segretaria del governo, distinguendosi nell’arte, (intesa come scrittura, arte recitativa, musica, pittura, disegno) nella medicina, nell’insegnamento, nella moda, e oggi anche nello spazio, contribuendo ad educare e a raffinare la società italiana in aspetti fondamentali come le tradizioni, gli usi e i costumi, la sartoria, la cucina ecc.

Oggi, nonostante lo stato evolutivo della donna, sia dal punto di vista geografico sia da quello storico, nella maggior parte dei paesi del mondo abbia raggiunto il riconoscimento dei propri diritti, in altri, ancora adesso, è considerata “merce di scambio” e venduta al migliore offerente.

I paesi civilizzati dovrebbero in qualche modo salvaguardare il diritto alla vita, invece ogni anno, molte sono le donne che vengono uccise, stuprate, violentate sia psicologicamente sia fisicamente dai propri familiari, da fidanzati, conviventi, compagni di vita, datori di lavoro.

A quanto pare il rispetto dei diritti della donna è un percorso ancora arduo per lei, ma facile per chi su di lei scarica la propria violenza.

Non sto qui a riportare fatti di cronaca sul tema perché ne parlano già tanto i giornali, la televisione, la radio e sarebbe noioso, ma ad affermare che, nonostante la presa di coscienza sociale, la violenza, in qualsiasi forma espressa, sulle donne è continua.

Ma perché se un amore finisce deve per forza finire anche la vita dell’ex fidanzata, amante, moglie?

Secondo me, cancellare la vita, oltre ad essere appropriazione indebita, è il risultato di una base di “SCHIZOFRENIA” IN PERSONE NON CURATE DA PICCOLE, O CHE DA PICCOLE SIANO STATE RIFIUTATE DAI GENITORI O DA CHI SI SIA PRESA CURA DI LORO.

Tina Bruno

Il Dispari 20160627 tutto ridim

Il Dispari 2016-06-20

Il Dispari 2016-06-20Editoriale

Ben trovati affezionati lettori!

Sono due i temi che in questi giorni risultano degni delle luci della ribalta gentilmente offerta dal quotidiano “Il Dispari” diretto da Gaetano Di Meglio.

Uno, di carattere prevalentemente artistico e culturale, consiste nell’accordo stipulato tra la nostra Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” e il Museo Etnografico del Mare (ubicato ad Ischia Ponte nello storico Palazzo dell’orologio) presieduto da Rino Lauro; l’altro, di stampo essenzialmente economico, deriva dai pregevoli risultati che sta ottenendo la partnership, realizzata tra la nostra DILA e l’Associazione “Il Dragone “ presieduta da Pasquale “Dragon” Di Costanzo”, finalizzata ad intercettare potenziali amici dei nostri progetti disponibili ad assegnarci il 2×1000 della loro IRPEF .

Per non sottrarre troppo spazio, con informazioni di carattere tecnico, agli articoli ed alle notizie che per i loro contenuti sono più consoni all’impostazione di questa pagina, mi limiterò a dire che l’accordo stipulato con il presidente Rino Lauro prevede la realizzazione di un cartellone annuale di eventi organizzati da DILA negli ambienti del Museo, mentre, per quanto riguarda la “campagna” promozionale del 2×1000, abbiamo avuto il piacere d’essere stati contatti da uno sponsor che ha provveduto a concordare la messa in onda tramite teleischia di uno spot ad hoc, ed inoltre ben due Senatori della Repubblica italiana ci hanno già garantito il loro appoggio.

Info: 3914830355 tutti i giorni dalle 14 alle 24.

Bruno Mancini

 

Il Dispari 2016-06-20

ROBERTA PANIZZA ED I LUOGHI DELLE SUE EMOZIONI

Le emozioni che nascono innanzi alle bellezze del paesaggio italiano in particolare degli scorci di valli e monti del Trentino e di mare e cielo di Ischia suonano come una melodia avvolgente nei versi poetici di Roberta Panizza, sensibile interprete di un mondo vicino e lontano legato a stati d’animo di serenità e nostalgia che corrono nel tempo della vita.

Trentina di nascita (vive a Vermiglio, comune della Val di Sole), innamorata di Ischia, Roberta Panizza dopo la laurea in matematica conseguita presso l’Università di Bologna, si è dedicata all’insegnamento nella sua terra di origine, il Trentino, dove tuttora è titolare di cattedra presso una scuola media.

Ad Ischia ha incontrato lo scrittore e poeta Bruno Mancini, Presidente dell’Associazione Culturale di DILA (Da Ischia L’Arte), che intuendo le sue qualità l’ha chiamata a collaborare a diverse attività dell’Associazione che spaziano in tutti i campi dell’Arte: dalle mostre di pittura, ai concerti musicali, dagli incontri di lettura ai convegni e ai dibattiti.

In particolare il primo obiettivo di DILA, come sostiene Bruno Mancini è “quello di operare affinché l’Arte in generale e la Poesia in particolare riconquistino il palco di primo piano che compete loro nell’attuale società italiana”.

La poesia deve andare oltre i suoi spazi consueti e diffondersi attraverso nuovi canali fuori dall’ordinario. I testi poetici hanno così trovato altri spazi dove lasciare traccia di sé: si è voluto andare oltre, pensando alla cultura e in particolare alla letteratura in termini promozionali attraverso le imprese e le aziende commerciali.

La pubblicità diventa la formula per promuovere l’arte e la cultura.

Vicepresidente di DILA e fondatrice insieme a Bruno Mancini del gruppo LENOIS (LE NOstreISole) Roberta Panizza collabora alla realizzazione di diversi eventi tra incontri di lettura, dibattiti, mostre, per valorizzare le arti e la poesia in particolare.

Insieme a Bruno Mancini, Roberta Panizza ha curato diverse Antologie tra cui l’Antologia dedicata alla quarta edizione del Premio Internazionale di Poesia “Otto Milioni” nelle cui pagine sono presenti un gruppo di sue poesie rivolte in particolare alla sua terra, il Trentino, di cui fa intravedere con sofferto silenzio i segni della Grande Guerra, avvenimento devastante che ha segnato i destini di giovani vite innocenti.

Alla poesia Roberta Panizza si era accostata già dai tempi dell’università dando voce alle sue emozioni attraverso versi intensi e avvolgenti: versi che rivelano i luoghi più silenziosi del suo animo, le sue speranze e dubbi, i suoi sogni e le sue nostalgie.

Con i versi Roberta Panizza disegna il suo universo interiore ed i suoi componimenti hanno trovato un pubblico sempre più partecipe ed interessato, nonché una critica entusiasta. Basti pensare che Roberta Panizza oltre ad essere presente con le sue poesie in diverse raccolte antologiche, ha all’attivo anche una raccolta personale “Le mille porte” pubblicata con la casa editrice Aletti.

Il sentimento dell’amore per questa vita si manifesta pieno di desideri e attese, di ricordi e speranze e si percepisce come costante nella sua poesia dipinta da meravigliose descrizioni visive ed emotive legate ai sentimenti dell’uomo in attesa di risposte alla sua esistenza. Sentimenti che spaziano da stati di serenità e ammirazione innanzi a paesaggi suggestivi e mozzafiato, ad altri di turbamento e smarrimento ripensando al dolore dell’umanità causato dalla guerra, per lasciarsi andare ad attimi di meraviglia dove ci si scopre fragili, ma al sicuro dentro gli orizzonti di una natura che parla di infinito e verità.

Roberta Panizza con semplicità sa accarezzare ogni emozione vista e percepita negli sguardi e nei gesti di gente incontrata e conosciuta, emozioni vissute in prima persona, per regalare i sussulti del cuore che vanno e vengono improvvisi come ad aprire porte rimaste socchiuse dove recuperare stralci di memorie lontane che testimoniano storie, angoli di vite ormai finite, eppure vive nel tempo.

Amore e stupore per una natura che nei suoi colori e nelle sue metriche simboliche avvicina e allontana: una natura che appartiene alla terra ed al cielo, idealizzata nei suoi luoghi segreti e invisibili ad un primo sguardo.

Angoli nascosti dietro l’apparire con dietro altre verità.

Le sue poesie dedicate a scorci propri della Val di Sole o a giovani immersi nel torbido respiro della guerra, o ai ritmi del battito del suo cuore, vanno nel tempo e oltre il tempo abbracciando passato e presente dove si susseguono stati d’animo che appartengono da sempre all’uomo con le sue certezze e i suoi dubbi, le sue speranze e aspirazioni. Speranze, aspirazioni, dubbi e forse rimpianti si celano dentro e dietro quelle “porte” che la Panizza descrive nel suo libro dove i versi poetici rimandano alle porte fisiche e idealizzate, materiali e ideali che nascondono e celano, che permettono di passare dal giorno alla notte, dal finito all’infinito. Porte da aprire per passare ad una rinascita, per esaltare stati d’animo che Roberta Panizza mette a nudo nei suoi versi vibranti e pieni di passione per ciò che la circonda.

Attraverso le porte, ma anche soffermandosi sulle forze degli elementi della natura in particolare dell’acqua e del fuoco che purificano e infondono forza, la poetessa di Vermiglio, con il suo temperamento deciso e dolce, procede nei ritmi di un pensiero mai stanco di ascoltare il respiro dei battiti della natura e degli uomini che in essa si ritrovano.

La poesia della Panizza entra nella vita e la svela con altri occhi: quelli di una donna capace come pochi di toccare ogni sfumatura dell’animo umano nel suo percorrere questo tempo dove si è sempre in bilico tra finito e infinito, verità e mistero.

Silvana Lazzarino

LE MILLE PORTE
Il Dispari 2016-06-20

Per oltre 20 anni ho soggiornato nell’isola che ricordo con grande nostalgia, credo senza tema di smentita, che sia uno dei posti più suggestivi e romantici dell’intero pianeta.

Luciano Somma

Luciano Somma, poeta, scrittore e paroliere napoletano e voce nota nel panorama poetico italiano e non solo, presenta ai numerosi estimatori una nuova opera letteraria, Da Napoli con amore, edita da Photocity.

Il volume è diviso in due sezioni, “poesie napoletane” e “poesia e prosa italiana”.

Le liriche e i racconti sono accomunati dal sentimento profondo d’affetto dell’autore verso la sua città, Napoli.

Ogni verso celebra il forte legame con le origini, con la propria terra; il fascino e il mistero di Napoli si percepiscono a pieno, le emozioni che il poeta vive divengono quei tocchi poetici essenziali a nutrire l’anima di ricordi, percezioni, istanti.

La poesia “L’appuntammento” è un inno d’amore alla città dal mare generoso: “Napule è sempe chella…tale e quale,/ cu’ ‘o mare generoso, chinn’ ‘e core”.

Il costante rimando ai luoghi cari, agli ambienti e alle persone che hanno in qualche modo segnato il proprio cammino di vita, consente una lettura intensa che rivela l’amore per la famiglia, per il paesaggio, per quelle strade antiche e strette del quartiere.

La poesia in vernacolo di Luciano Somma ha il pregio di una musicalità calibrata, elegante, che valorizza il linguaggio scelto con accuratezza.

Il poeta libera l’ispirazione raggiungendo un equilibrio nel ritmo e nel lessico; le scelte stilistiche dimostrano l’afflato esperto e vibrante.

È una continua esplorazione di volti e di luoghi quest’opera, che non si limita a rendere omaggio alla città del poeta, ma ne canta i colori, i suoni, il calore umano.

Testimonianza precisa di questo viaggio in versi è la poesia “Piscatore”, dove si colgono tutte le sfumature dell’ uomo di mare che “tira ‘a rezza”.

Luciano Somma cerca di dare sonorità alle sue sensazioni, sempre animato da una grande abilità e sensibilità espressiva.

La raccolta è avvolta da atmosfere nostalgiche e gioiose, ci sono frammenti di memoria, ritratti di vita, e ogni tematica viene affrontata con la massima trasparenza ed intimità.

La seconda parte del libro contiene poesie e narrazioni brevi in italiano dal linguaggio semplice e asciutto, che vanno ad arricchire l’essenzialità poetica precedente.

L’incisività dei versi e la spontaneità della prosa di Luciano Somma fanno comprendere come, con incredibile naturalezza, l’autore riesca a ripercorrere e a ritrovare personaggi e ambienti della sua città, fissando con pennellate autentiche di scrittura le proprie esperienze.

Notevole è il valore dell’impegno profuso dall’autore nel preservare al ricordo l’aurea poetica della sua Napoli.

Michela Zanarella

C.S. | ACCADEMIA INTERNAZIONALE ARTE E CULTURA, ASSOCIAZIONE NUOVO CENACOLO DELLA POESIA, ASSOCIAZIONE ARTE E MESTIERI CASTELLI ROMANI

L’ultimo degli incontri culturali organizzati dall’Accademia Internazionale Arti e Cultura si è svolto a Sermoneta (presso la trattoria “da Elena”, Corso Garibaldi, 8) con la partecipazione della città di Sermoneta, dell’Accademia Internazionale Arte e Cultura di Michelangelo Angrisani, dell’Associazione Nuovo Cenacolo della Poesia, dell’Associazione Arte e Mestieri Castelli Romani per la poesia, per la presentazione del libro “Tira fuori l’anima” della scrittrice Assunta Gneo.

Hanno declamato le poesie i poeti: Giovanni Rotunno, Angela Maria Tiberi, Alida Ferrettini.

L’Associazione Arte e Mestieri Castelli Romani è stata rappresentata dal Presidente Giancarlo Mariani, l’Associazione Nuovo Cenacolo della Poesia dal Vice Presidente Angela Maria Tiberi.

Partecipazione antologie LENOIS

Il Dispari: una pagina per DILA

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