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DILA&ARTES 20220423 Bruno Mancini poesie 5
DILA&ARTES 20220423
BRUNO MANCINI “2¢ x 1 poesia”
quinta puntata
A partire dal 23 marzo abbiamo iniziato a pubblicare ogni sabato, in assoluto ordine alfabetico, alcune delle oltre 500 poesie che compongono l’antologia di Bruno Mancini “2 ¢ x 1 poesia” nella quale sono raggruppati tutti i suoi versi pubblicati nei sessant’anni che vanno dal 1957 al 2017 con i titoli:
Davanti al tempo – 1964
Agli angoli degli occhi – 1966
Segni – 1988
Sasquatch – 2000
La sagra del peccato – 2006
Incarto caramelle di uva passita – 2007
Non rubate la mia vita – 2008
Io fui mortale – 2010
La mia vita mai vissuta – 2013
Non sono un principe – 2014.
DILA&ARTES 20220326 Bruno Mancini poesie 4
DILA&ARTES 20220402 Bruno Mancini poesie 3
DILA&ARTES 20220423 Bruno Mancini poesie 2
DILA&ARTES 20220416 Bruno Mancini poesie 1
Presentando il programma di questa serie di pubblicazioni, Bruno Mancini ha scritto “Decidendo di pubblicare tutte le poesie in un rigido ordine alfabetico, così come le leggerete nelle serie che vi saranno proposte in questa testata giornalistica, ho voluto privilegiare l’intenzione di forzarne le presentazioni mettendo in evidenza, piuttosto che nascondendo, stratificazioni, contrasti, connubi e similitudini che le hanno caratterizzate, differenziando le una dalle altre e ciascuna da tutte.
Forse, come in un gioco a mosca cieca, potrete restare stupiti dalla lettura che vi trasporterà, nel breve spazio di una stessa pagina, da una poesia del giovane ragazzo innamorato dell’amore a quella del maturo cinquantenne stregato da una fata inarrivabile; oppure vi potrà intrigare leggere, una dopo l’altra, alcune poesie scritte nello stesso periodo ma con lirismo completamente differente tra loro.”
Sarà, questa, una proposta valida?
——————————
Dalla raccolta di poesie
Agli angoli degli occhi
(1962 – 1964)
Ancora
Vuole bagnare almeno le dita,
prego vuole le dita,
bagnarle nell’odore forte di mani
amica, vuole,
tenere nell’odore forte di mani,
teneramente,
vuole bagnare almeno le dita.
Dietro alla grossa tartaruga
grossa e lenta la scia
di tutti i passi
s’accavalla.
Vuole bagnare almeno le dita.
Teneramente.
——————————
Dalla raccolta di poesie
Non sono un principe
(2012 – 2014)
Ancora domenica
E domani, ancora domenica,
non sarà domenica
di un grande evento.
Allegro,
tristemente insulto
mancata melodia.
Incredulo,
oppure ingenuo,
dell’altro lui di me
sottratto
-rimosso-
da vocalismi estremi controcanti,
me stesso affondo
in un ristagno pavido.
Magari voglio l’impossibile.
——————————
Dalla raccolta di poesie
La sagra del peccato
(1957 – 2003)
Ancora hai voglia
Ancora hai voglia
di scindere i miei se
come s’io fossi lampada
pendente
al soffio mobile
la luce e buio io
fossi senza penombre
io
fossi
sia
sono
radice e foglia
il male e il bene
bastardo io
sia
sono valigia e pugni
sorrisi e inganni
testardo io
sono
la culla delle tue incertezze
il dondolo delle tue dolcezze.
——————————
Dalla raccolta di poesie
Non sono un principe
(2012 – 2014)
Ancora sono
Stretto, ristretto, distratto,
strutto, distrutto,
bistrattato,
evangelizzo la regina
faccia bel petto del marrano
e vado a rompermi le coronarie.
FORZA NAPOLI
FORZA DIEGO
FORZA NOI
E va’ fanculo le illusioni.
——————————
Dalla raccolta di poesie
Davanti al tempo
(1960 – 1963)
Ancora un giorno e poi basta
Ancora un giorno e poi basta.
Lo credo.
Ne sono sicuro.
Domani
Domani, fra poco c’è il sole,
quello bello fatto di calore e di luce,
di tanta luce;
che pure però non ti acceca.
Certo. Certo. Domani.
Verrà tra poco domani.
E me ne andrò diverso
sulla stessa spiaggia che oggi ho odiata,
e potrò cantare
belle canzoni dolci.
Per Lui. A Lui solo. Certo
certo domani non vedrò più formiche
morire su lucide distese di cemento,
perché domani ci sarà il mio sole
a risplendere lì su.
Ed è buono. Lo so bene che è buono.
Sicuro, domani vedrai come sarà piacevole la vista della collina e come non verranno più quei tristi pensieri dell’ignoto che essa cela e capirai, lo capisci che capirai, capirai le sue distese verdi di piante e di erbe, e per te saranno verdi e tutti per te saranno i fiori fioriti sui burroni e sulle rocce di lava scura ed impetuosa.
Mentr’io ritornerò pentito.
——————————
Dalla raccolta di poesie
Non sono un principe
(2012 – 2014)
Annalisa
Una turista nottambula
Una possibile Annalisa
passa vociando
(urla?)
in una notte d’estate
(alle quattro del mattino?)
nel vicolo illune
(Via Gemito ad Ischia?)
“‘O sanno che so’ zoccola“.
Non ero brillo,
non sono un delatore
——————————
Dalla raccolta di poesie
Agli angoli degli occhi
(1962 – 1964)
Antichi
Così un clamore
d’esercito
tra corni di caccia
brune bellezze di montagne
accosta.
Mobile è tra i richiami del padre
la preghiera
nelle grotte degli avi.
Senza mucche
senza agnelli
senza luci e senza uscite.
Così le brune bellezze di montagne
pesta
così un clamore
tra corni di caccia
brune bellezze di montagne
accosta.
——————————
Dalla raccolta di poesie
Davanti al tempo
(1960 – 1963)
Apocalisse
Il primo tremante bacio
la prima parola
sfuggita ad un’ansia.
——————————
Dalla raccolta di poesie
Non sono un principe
(2012 – 2014)
Appariscenze
Lungo sigmatici percorsi
antiche superstizioni
ammantano:
imperfette certezze
come muschi sui tronchi.
C’è chi sceglie da solo
caparbio
il tempo del suicidio,
e chi, magari sulla luna,
illuso,
vorrebbe vivere per “sempre”.
Lei,
fragile, decisa,
voleva vivere da morta.
DILA&ARTES 20220420
Bruno Mancini | Luciano Somma e Gustavo Martucci cantano la Napoli che vorremmo
Luciano Somma, detto per chi non lo conoscesse, è stato insignito dei principali riconoscimenti artistici assegnati dalle più importanti Associazioni, Fondazioni ed Enti operanti in Italia, ottenendo centinaia di premi tra cui, per ben due volte, la medaglia d’argento del Presidente della Repubblica italiana.
Luciano Somma continua, da molti anni, la collaborazione con la nostra Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” realizzando video nei quali legge poesie di Autori partecipanti al Premio “Otto milioni” ritenute meritevoli della sua attenzione.
Super esperto della lingua napoletana (lingua e non dialetto!), Luciano Somma è fortemente impegnato anche nella composizione di testi da utilizzare come canzoni; sensibile attivista di percorsi sociali, Luciano Somma patisce con forte partecipazione la disgraziata situazione sanitaria ed economica della nostra Italia in generale e di Napoli in particolare, tanto che ha messo in campo tutte le sue competenze ed ha coinvolto molti suoi amici nella realizzazione di un prodotto musicale volto ad invertire i peggiori luoghi comuni che da sempre fanno scempio della nostra cultura meridionale.
È disponibile, infatti, un video contenente 10 canzoni con testi di Luciano Somma e musica, voce ed arrangiamento di Gustavo Martucci, che gli autori hanno voluto proporre partendo da NAPULE FUTTETENNE, presentata con successo al Festival di Napoli 2020 , organizzato da Massimo Abbate: manifestazione svoltasi, per la prima volta nella storia, on line causa pandemia, in Mondovisione, riscontrando l’interesse da parte di oltre 2.500.000 di telespettatori!
A Luciano Somma è stato assegnato l’ambito “Premio alla carriera”.
Altri titoli delle canzoni del disco sono “CANZONE VOLA E VA”, “VARCA D’’O BBENE”, “NUN M’HE CAPITO”, “NA TERRA D’AMMORE”, “NAPULE E’ D’’A MIA”, “‘A CANUSCITE NAPULE”, “VENTO DI NAPOLI”, “EFFETTO NAPOLI”, “MAJE NISCIUNO”.
In ognuno vi è uno spaccato di vita napoletana, per dimostrare che la città non è solo delinquenza e criminalità, sporcizia e disordine, come spesso viene etichettata, ma in essa sono presenti eccellenze di laboriosità seppure disagiate a causa della carenza di strutture necessarie per poter operare occupare tutta la massa lavorativa disponibile.
Ecco dunque il motivo d’una forte percentuale di disoccupati o sottoccupati.
Il disco lancia messaggi sociali prospettando la possibilità di vivere di Pesca, Agricoltura, Turismo, e mettendo all’indice lo “strano scherzo del destino” per cui queste attività languono costringendo molte persone ad inventarsi un lavoro per “tirare a campare”.
“È ora che ci si svegli da questo torpore e s’invitino i giovani ed i giovanissimi, che sono poi le risorse del futuro, a cercare con tutti i mezzi di attivarsi perla realizzazione di una vita più vita, con onestà e dignità”, è questo il messaggio lanciato da Luciano Somma ed è un messaggio che ci sentiamo di condividere.
È un tentativo, certo.
Nessuno nutre certezze, ma è un tentativo che va fatto, ed è stato effettuato, infatti, con forza e determinazione, seppure usando un mezzo apparentemente poco efficace come è la musica leggera, ma che può diventare dirompente se si invitano tutti gli artisti, e Napoli è ricca anche di questo, a promuovere altri messaggi affinché l’eco possa giungere in alto.
E rompere finalmente un’atavica e colpevole sordità.
Grazie Luciano, noi dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” anche a nome delle decine di Associazioni, italiane e straniere, che aderiscono alla nostra NUSIV (network Uniti Si Vince) con Dalila Boukhalfa (Presidente dell’Associazione algerina ADA in prima linea) ci siamo e ci saremo.
Luciano Somma ha realizzato molti video letture di testi finalisti del premio internazionale “Otto milioni” dedicato al compianto Comm. Agostino Lauro e di alcune mie poesie.
Perché andiamo
Dalla raccolta di poesie
“Segni” (1964 – 1987)scritta da
Dissertazioni
1/A
Perché andiamo
dove fogli di cactus
affissi alle porte
chiudono umanità.
Dove orme di zoccoli
richiamano fughe.
Dove né bello, né buono,
né vero,
né noi. Andiamo a scrivere
quello che resta dei nostri palpiti,
delle nostre “disillusioni”
contro evanescenze prive di sogno.
Ora se vuoi, è l’ora di andare.
Parliamo sottovoce
Dalla raccolta di poesie “La mia vita mai vissuta”
(1990 – 2014):
Paura-Dogma (3)
…
Parliamo sottovoce
creando alambicchi per le nostre intese
dalla vinaccia al puro distillato.
Un vecchio adagio,
proverbio di contrada,
basta a formare il tema di una gita fra i vigneti.
se solo tu fossi un essere vivente
andremmo in cerca di tartufi
e non di verbi dissotterrati
da logori abbandoni!
Poesia
Amore
Malattia.
Dea della vita
anche a volte sedotta e sfavillante
ma di certo al momento dell’addio
“Intimità dimenticata”.
Parliamo sottovoce
Agli angoli degli occhi
Dalla raccolta di poesie
“Agli angoli degli occhi”
(1962 – 1964):
Agli angoli degli occhi
Agli angoli degli occhi
sotto pigrizie amiche
prepara a morte
nostalgia.
Passa più parti
lampo di tempo indietro
indietro secoli
e sempre come sempre.
Cambia
se non adesso
a morte.
Alla viola nasce il pensiero
e posso ancora muovermi
venirti accanto
e senti la corteccia
vecchia e inutile.
Amico
Dalla raccolta di poesie
“La sagra del peccato”
(1957 – 2003):
Amico
Ho poco tempo
per essere
la copia antica
di me stesso,
o come bianca leggenda
attesa
da voce di grotta
sommersa
tra chele ed aragosta
insinuante
e danze d’alga
incerta
e flussi di onda
nebulosa.
Mi punge una figura
di uomo nudo
col volto incastonato
da denti spezzati,
e un cuore in mano.
C’è ancora,
se voglio
un goccio di pazienza.
Alla carezza gelida
Dalla raccolta di poesie “Davanti al tempo”
(1960 – 1963):
Alla carezza gelida
Rive odorose d’alghe;
sabbia,
costrutta forma di castello
dalla fantasia fanciulla,
pregna di sole
e di sapore di pesce;
vento compagno
di lunghe solitudini;
soffio della mia vela
quand’era suo dominio il mare,
quando sognavo nella tua ebbrezza regni;
acque
da assiduo moto
risospinte a riva
sui miei piedi
docili
alla carezza gelida;
acque,
insensate,
indomite,
voraci,
gracili giganti deformati
dalla fantasia del tempo:
necessità di sonno
al ritorno.
Ceri nel buio di una notte
Dalla raccolta di poesie “Davanti al tempo”
(1960 – 1963):
Ceri nel buio di una notte
Ceri nel buio di una notte
oltre desiderate vane trasparenze.
Desiderate notti
quando solo si sentiva muovere
senza posa, incantata,
una mano su un cuore
– ed era niente finanche l’eterno –
e l’addolciva e lo spaccava
fiore di neve su azzurro.
Stelle sul mio cammino,
e una scala mostrava e velava,
e tu, che pure velavi.
Ceri nel chiuso di una stanza,
alti sopra disumana speranza.
Speranza di ritorno
solitario a carpire volo d’affetto,
veloce abbaglio
che la mente perdona.
E chiuderò nell’ossessione incerta.
DILA&ARTES 20220416
BRUNO MANCINI “2¢ x 1 poesia”
quarta puntata
A partire dal 23 marzo abbiamo iniziato a pubblicare ogni sabato, in assoluto ordine alfabetico, alcune delle oltre 500 poesie che compongono l’antologia di Bruno Mancini “2 ¢ x 1 poesia” nella quale sono raggruppati tutti i suoi versi pubblicati nei sessant’anni che vanno dal 1957 al 2017 con i titoli:
Davanti al tempo – 1964
Agli angoli degli occhi – 1966
Segni – 1988
Sasquatch – 2000
La sagra del peccato – 2006
Incarto caramelle di uva passita – 2007
Non rubate la mia vita – 2008
Io fui mortale – 2010
La mia vita mai vissuta – 2013
Non sono un principe – 2014.
DILA&ARTES 20220326 Bruno Mancini poesie 1
DILA&ARTES 20220402 Bruno Mancini poesie 2
DILA&ARTES 20220413 Bruno Mancini poesie 3
Presentando il programma di questa serie di pubblicazioni, Bruno Mancini ha scritto “Decidendo di pubblicare tutte le poesie in un rigido ordine alfabetico, così come le leggerete nelle serie che vi saranno proposte in questa testata giornalistica, ho voluto privilegiare l’intenzione di forzarne le presentazioni mettendo in evidenza, piuttosto che nascondendo, stratificazioni, contrasti, connubi e similitudini che le hanno caratterizzate, differenziando le una dalle altre e ciascuna da tutte.
Forse, come in un gioco a mosca cieca, potrete restare stupiti dalla lettura che vi trasporterà, nel breve spazio di una stessa pagina, da una poesia del giovane ragazzo innamorato dell’amore a quella del maturo cinquantenne stregato da una fata inarrivabile; oppure vi potrà intrigare leggere, una dopo l’altra, alcune poesie scritte nello stesso periodo ma con lirismo completamente differente tra loro.”
Sarà, questa, una proposta valida?
——————————
Dalla raccolta di poesie
Davanti al tempo
(1960 – 1963)
Alla carezza gelida
Rive odorose d’alghe;
sabbia,
costrutta forma di castello
dalla fantasia fanciulla,
pregna di sole
e di sapore di pesce;
vento compagno
di lunghe solitudini;
soffio della mia vela
quand’era suo dominio il mare,
quando sognavo nella tua ebbrezza regni;
acque
da assiduo moto
risospinte a riva
sui miei piedi
docili
alla carezza gelida;
acque,
insensate,
indomite,
voraci,
gracili giganti deformati
dalla fantasia del tempo:
necessità di sonno
al ritorno.
——————————
Dalla raccolta di poesie
Davanti al tempo
(1960 – 1963)
Allora sotto un mucchio di pàmpani
Allora sotto un mucchio di pàmpani
strisciava – inavvertito pensiero –
la mano in cerca di dio.
Malinconia di vibrata rinunzia
prega e già ritorna.
Che l’ora abbracci la via del tempo
e non abbui.
Morda dolore
assetato e sordo.
Strano impallidisce
e sembra sublime sciogliersi di cieche avventure
il tuo e il loro
balordo allontanar le rondini
non deluse ma stanche
dai rozzi buchi
nel rotto monumento.
E non c’è forma realtà
ma il vomito cala
passata l’orgia.
——————————
Dalla raccolta di poesie
Sasquatch
(1968 – 2009)
Alt
Cercano i cocci,
passi fasciati da bende adesive
nel bivio carboni-diamanti;
scoprono tagli
mani guantate di pelle umana
nel segno del cenno addio;
la mente respira affanno
all’apparire del gatto nero
lemme lemme
scodinzolante
in moto felino
lento lento,
e sono io che punto verso il centro
tenuto fermo, in bellavista oscena,
dal palo del semaforo
sempre e per sempre immobile sul tuo colore rosso.
——————————
Dalla raccolta di poesie
Davanti al tempo
(1960 – 1963)
Alzasti un altare
Alzasti un altare
sullo scoglio più rude
una lucerna
rossa invocando sguardi
facesti bruciare la notte.
Alzavi un altare
mentre tua dea ti soffriva
la pena di cento cavalle
in parto.
Quella pigra ossessione spavalda
un inconsueto ondeggiare di anche.
——————————
Dalla raccolta di poesie
La sagra del peccato
(1957 – 2003)
Amico
Ho poco tempo
per essere
la copia antica
di me stesso,
o come bianca leggenda
attesa
da voce di grotta
sommersa
tra chele ed aragosta
insinuante
e danze d’alga
incerta
e flussi di onda
nebulosa.
Mi punge una figura
di uomo nudo
col volto incastonato
da denti spezzati,
e un cuore in mano.
C’è ancora,
se voglio
un goccio di pazienza.
——————————
Dalla raccolta di poesie
Agli angoli degli occhi
(1962 – 1964)
Ammiri le mie mani
Ammiri le mie mani
non i miei frutti
la voce mia
non le parole
e sento di volerle cenere
e vento.
——————————
Dalla raccolta di poesie
Agli angoli degli occhi
(1962 – 1964)
Anche è stata una scure
Anche è stata una scure
sul pendio
il nostro rotolare avvinti
per erbe.
Così furono notti
scavate nei giorni.
E se c’era una bocca
era mossa su un seno:
calice lungo
cola aroma
con un sottile scorrere.
Sulle pietre
sulla carne.
Mani cieche veloci
e la terra nelle dita
e ogni volta più acuto l’affanno.
Notti intere
scavate nei giorni.
DILA&ARTES 20220413
Bruno Mancini poesie 3
BRUNO MANCINI “2¢ x 1 poesia”
terza puntata
A partire dal 23 marzo abbiamo iniziato a pubblicare ogni sabato, in assoluto ordine alfabetico, alcune delle oltre 500 poesie che compongono l’antologia di Bruno Mancini “2 ¢ x 1 poesia” nella quale sono raggruppati tutti i suoi versi pubblicati nei sessant’anni che vanno dal 1957 al 2017 con i titoli:
Davanti al tempo – 1964
Agli angoli degli occhi – 1966
Segni – 1988
Sasquatch – 2000
La sagra del peccato – 2006
Incarto caramelle di uva passita – 2007
Non rubate la mia vita – 2008
Io fui mortale – 2010
La mia vita mai vissuta – 2013
Non sono un principe – 2014.
https://ilgiornale.artestv.it/2022/03/26/antoilogia-poetica-di-bruno-mancini/
https://ilgiornale.artestv.it/2022/04/02/bruno-mancini-2%c2%a2-x-1-poesia/
Presentando il programma di questa serie di pubblicazioni, Bruno Mancini ha scritto “Decidendo di pubblicare tutte le poesie in un rigido ordine alfabetico, così come le leggerete nelle serie che vi saranno proposte in questa testata giornalistica, ho voluto privilegiare l’intenzione di forzarne le presentazioni mettendo in evidenza, piuttosto che nascondendo, stratificazioni, contrasti, connubi e similitudini che le hanno caratterizzate, differenziando le una dalle altre e ciascuna da tutte.
Forse, come in un gioco a mosca cieca, potrete restare stupiti dalla lettura che vi trasporterà, nel breve spazio di una stessa pagina, da una poesia del giovane ragazzo innamorato dell’amore a quella del maturo cinquantenne stregato da una fata inarrivabile; oppure vi potrà intrigare leggere, una dopo l’altra, alcune poesie scritte nello stesso periodo ma con lirismo completamente differente tra loro.”
Sarà, questa, una proposta valida?
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Dalla raccolta di poesie
“La sagra del peccato”
(1957 – 2003)
Adone stanco
Friggi
nel culo friggi
le cozze della mia mente
patelle – scorfani – sconcigli.
Sera di luglio;
s’era di luglio
– ma Gary Cooper non lo saprà –
e a me lasciasti il lume
per la tivù.
——————————
Dalla raccolta di poesie
“Agli angoli degli occhi”
(1962 – 1964)
Agli angoli degli occhi
Agli angoli degli occhi
sotto pigrizie amiche
prepara a morte
nostalgia.
Passa più parti
lampo di tempo indietro
indietro secoli
e sempre come sempre.
Cambia
se non adesso
a morte.
Alla viola nasce il pensiero
e posso ancora muovermi
venirti accanto
e senti la corteccia
vecchia e inutile.
——————————
Dalla raccolta di poesie
“La mia vita mai vissuta”
(1990 – 2014)
Ai comodi abbandoni (1)
Ai comodi abbandoni
di sbalzanti ascensori,
vorticose bellezze
di scale acchiocciolate
Voglio la mia.
Per assurde ambizioni
m’invento atroci ossessioni:
orridi
oscuri oblii.
Voglio la mia
aspra e bollente.
Dalle false fattrici di misteri
insufficienti compromessi,
o principi
o Caini.
Voglio la mia
aspra e bollente
negra e ribelle.
I veri architetti della vita
dileggiano
con i loro antichi ermetismi,
o corde o grotte o celle.
Voglio la mia
aspra e bollente
negra e ribelle,
che sia la mia
Imbrigliati da enigmi
di torpori,
risvegli imbarazzanti
osteggiano.
Voglio la mia fantasia
aspra e bollente
negra e ribelle,
che sia la mia,
in fuga solitaria.
——————————
Dalla raccolta di poesie
“La mia vita mai vissuta”
(1990 – 2014)
Ai comodi abbandoni (2)
Ai comodi abbandoni
di sbalzi
in ascensore,
vorticose bellezze
di scale acchiocciolate.
Voglio la mia.
Dalle false fattrici di misteri
insufficienti compromessi,
o principi
o Caini.
Voglio la mia
aspra e bollente.
Per assurde ambizioni
invento
atroci ossessioni:
orridi
oscuri
oblii.
Voglio la mia
aspra e bollente
negra e ribelle.
I veri architetti della vita
dileggiano
con antichi ermetismi,
o corde
o grotte
o celle.
Voglio la mia
aspra e bollente
negra e ribelle,
che sia la mia.
Imbrigliati da enigmi
di torpori,
risvegli imbarazzanti
osteggiano.
Voglio la mia fantasia
aspra e bollente
negra e ribelle,
che sia la mia,
in fuga solitaria.
——————————
Dalla raccolta di poesie
“Davanti al tempo”
(1960 – 1963)
Alba
Il sole all’inizio,
un bimbo lambito da onde
silenti mormoranti preghiere d’assistenza;
difeso
da un guardo vigile;
immerso nell’acre profumo del mare
che,
a lui vicino,
sprigiona colori di perpetua purezza
di inutile speranza.
——————————
Dalla raccolta di poesie
“La sagra del peccato”
(1957 – 2003)
Albore
E sono passate le tre
e sono
passate.
Ti manca l’attesa
– ricordo le notti –
resisti agli affetti
– più certa di me –
rovisti:
e a poco
la luna seduta sul mare.
DILA&ARTES 20220406
Intervista esclusiva rilasciata da Nicola Pantalone
D: -A quale età è iniziata la tua passione per la musica?R: -Non esiste un’età per stabilire l’inizio della passione per la musica.è la Musica che ti viene a cercare, perché sa che tu l’hai nel tuo dna da quando sei nato.D: -All’inizio quale strumento suonavi?R: -Sembrerà strano, ma all’inizio suonavo la sedia.Ero talmente portato al ritmo che la sedia mi dava l’idea di una batteria.Quando poi è arrivato il momento di poter acquistare lo strumento, sono diventato un discreto batterista.D: -All’inizio della tua carriera di quali gruppi ha fatto parte?R: -Il Complesso iniziale (così si chiamava allora un gruppo musicale) era quello de “I Diavoli” o “The four Devils“ a seconda di come ci volevamo atteggiare cantando canzoni di Peppino di Capri (repertorio italiano) o di Paul Anka e Neil Sedaka (American style).Poi sono venuti “I Bluemoon“ e “I Sailors di Procida“.D: -Nel corso della tua vita hai viaggiato molto?In quale luogo ti è piaciuto di più vivere? E in quale ti è piaciuto di più esibirti?R: -Sono stato così felice di fare musica, che ogni luogo che ho frequentato.Italia, Svizzera e Germania, mi hanno regalato umanamente una loro dose di successo e di affetto.D: -Nel momento attuale dove vivi? Quali sono le tue ultime esperienze musicali?-R: -Vivo, circondato da una bella famiglia, tanti amici, tanta stima e considerazione, in questa meravigliosa isola che è Ischia.E qui, durante tantissime serate, ho raccontato agli ospiti delle strutture alberghiere dell’isola, con dovizia di particolari di aneddoti e di belle canzoni, la storia della canzone napoletana.Quella classica, che affascina le generazioni nel tempo.D: -Ci vuoi parlare dei tuoi dischi?R: -Un mio disco, per quanto ne abbia registrati tanti, non è mai stato commercializzato.Però ho raccolto in un CD molte canzoni scritte da me e l’ho chiamato NOSTOS (dal greco: il ritorno) poiché con quelle canzoni ritorno a momenti, ricordi, affetti e pensieri che riguardano esperienze della mia vita.D: -Quali sono state le collaborazioni che hai amato di più?R: -Tutte! Non c’è stata condivisione che non mi abbia permesso di imparare qualcosa in più e di divertirmi lavorando.D: -Quali sono i tuoi progetti per il futuro?R: -Più che progetti ho desideri: continuare, per quel poco tempo che mi rimane, e in modo un po’ pigro, a crogiolarmi nel meraviglioso rapporto con i miei cari, sempre disponibile a dare loro una mano se serve, agli amici e a chiunque mi aiuti a crescere, nonostante l’età.D: – Ami molto Ischia?-R: Amo Ischia, come amo la mia città natale, Napoli, con tutto me stesso, tanto da godere per ciò che mi piace di queste città o da giustificare i loro errori o le cadute di stile, come potrei fare per dei figli.L’amore, spesso, tralascia l’obiettività.D: -Come hai conosciuto l’Associazione Internazionale DILA di Bruno Mancini?R: -Sono fraterno amico di Bruno Mancini da quando eravamo compagni di scuola, ho partecipato con entusiasmo alla nascita della sua Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA”, frutto del grande impegno e dedizione del mio Grande Amico.Ho anche composto le musiche delle sigle dei programmi della DILA.
Fin qui l’intervista, e ora concludiamo la presentazione di Nik con qualche breve nota sulla sua carriera artistica.
Nicola Pantalone nasce il 15/08/1943, sotto il segno zodiacale del leone e sotto le bombe americane, che scendevano copiose dall’azzurro cielo napoletano.
A 10 anni canta per la prima volta in pubblico, al ristorante Di Massa, davanti a tutta la sua famiglia riunita.
Gli comprano una chitarra con la quale si esercita per 5 o 6 ore al giorno, abitudine che gli valse l’appellativo di “monaco” da parte del padre.
Da ragazzo spesso si “imbucava” nei locali ischitani più “in”, tipo Rancho Fellone e Monchey Bar, dove le orchestre provavano per gli spettacoli serali, ed era accolto quasi sempre con simpatia per la sua giovane età e per quanto si dimostrava attento e desideroso d’imparare, soprattutto la chitarra.
La vera svolta musicale di Nicola Pantalone inizia nel 1959 quando, nel locale più alla moda di Ischia “‘A Cambusa”, un cantante chitarrista molto bravo, Franco Di Costanzo, si ammalò e vi fu l’esigenza di sostituirlo.
Si pensò che per poco tempo non fosse opportuno scomodare il grande Ugo Calise, ed a qualcuno venne fuori il nome di un sedicenne che spesso s’intratteneva, strimpellando la chitarra, a cantare con gli amici sul mitico muretto del Box Bar, in Via Vittoria Colonna: Nicola Pantalone, detto in seguito Nick.
Tale breve, ma splendida e impegnativa esperienza, lo convinse a continuare con un vasto repertorio spaziante dalle classiche canzoni napoletane fino alla musica leggera italiana ed internazionale e alla musica brasiliana, con un occhio strizzato al jazz.
Lo paragonano a Paolo Conte, a Luigi Tenco, a De Andrè… ma lui ribatte dicendo ”Tutta la musica è la somma delle musiche che ho ascoltato”.
Un forte desiderio di suonare con altri amici, spinsero il giovane Nick a trasformarsi, per circa sette anni, in cantante batterista.
Suonò due anni con “I Diavoli”.
Il gruppo ischitano formato insieme agli amici Enrico Roja, Saverio Toma e Gino Pinto ebbe un’estate artistica indimenticabile suonando al night “Hi Fi Club” in Via Enea, regno della mitica Christine.
Fu lì che incontrò Mina.
Sì, la Mina nazionale, con la quale ebbe modo di intrattenersi in diverse occasioni.
Dal 1961 Nick fece parte di un altro gruppo, questa volta composto da musicisti napoletani, “I Blue Moon”.
Insieme suonarono fino al 1965: “Bikini Club”, “Flamenco Club”, circoli esclusivi, feste cittadine.
Poi, per tutta l’estate del 1965, ragazzi e giovani villeggianti fecero carte false pur di prenotare un ingresso al “Ruk Ruk”, l’innovativo dancing club gestito da Bruno Mancini.
Suonava dal vivo insieme a Enrico Roja, Saverio Toma, Mimmo Paciello, Katia Massaro e altri amici, con gli altoparlanti e gli strumenti musicali arrangiati intorno ad un albero di pino centenario.
Ruk ruk era un locale da ballo inventato, per i giovani, da Bruno Mancini insieme a un gruppo di ragazzi della sua stessa età, tra i quali si ricordano Gianni Di Meglio e Jo Scaglione!
Fu un esplosione, un ineguagliato successo che gli valse la successiva partecipazione al “Primo festival della canzone”, tuttora ricordato come pietra miliare della rinascita musicale dell’Isola.
L’esperienza da batterista terminò allorché da Procida gli giunse l’invito di far parte come chitarrista e naturalmente voce solista, dell’ormai mitico gruppo de “I Sailors”.
Dal 1968 decise, più che mai forte di una pregevole esperienza, di suonare da solo.
Dal 1970 al 1973, alla fine di estati ischitane piene di soddisfazioni (tra cui la partecipazione – con l’armonica a bocca, luglio 1971 – alla registrazione della colonna sonora del film di Billy Wilder “Che cosa è successo tra tuo padre e mia madre”, interpretato da un simpaticissimo Jack Lemmon), passava gli inverni suonando in locali alla moda di Monaco di Baviera, ed effettuando registrazioni alla Bayerischer Rundfunk, – la radio tedesca -, con la grande orchestra, diretta dal Maestro Bert Grund.
In Germania tra il 1977 e il 1979 scrive “Pensieri”, canzone che propone l’immagine di un uomo che esprime, malinconicamente ma dolcemente, la sua “laicità”.
Nel 1973 si trasferì a Como, sulle cui sponde – italiana e svizzera -, fino al 1987, non mancarono successi di pubblico e di critica alle esibizioni della sua musicalità meridionale nei piano bar e nei migliori locali alla moda.
Proprio in Svizzera, e precisamente a Lugano, venne ingaggiato dalla “Lugano Modern Band”: grande orchestra jazz della quale fu chitarrista e cantante per tutti i concerti, fino alla fine del 1980.
Eccolo suonare anche ad Amburgo, Montreux, Lugano, Zurigo, Losanna…
Fu invitato a partecipare, unico artista isolano, ad un importante spettacolo organizzato e presentato da Pippo Baudo.
Nel 2005 altre serie di performance nelle splendide località ischitane ogni volta gremite di turisti incollati alle sedie, felici di apprezzare le sue doti di cantante chitarrista affabulatore e narratore di una napoletanità che, almeno per la sua musica, è da sempre vincente nel mondo.
Ne è venuto fuori un prodotto televisivo, trasmesso e ritrasmesso per un lungo periodo di tempo.
Ultimamente ha prodotto un cd (con 12 canzoni tutte di sua composizione) del quale, parlandone, si schermisce con pudore dicendo che: “… non ho inciso questo disco per raggiungere un successo che non ho mai inseguito.”
S’intitola “Nostos”, dal greco “ritorno”.
Bravo il nostro Nick.
Scrivere musica, cantare, essere artista, per donare, soprattutto, un bel ricordo agli affetti, agli amici, al pubblico, senza altre particolari aspettative.
E allora, diamoci il piacere di ascoltarlo questo regalo, per apprezzare maggiormente la sensibilità di Nicola Pantalone, per noi, da sempre, amico Nick.
Napoletano per nascita, Ischitano per amore.
Redazione pagina culturale IL DISPARI
https://youtu.be/GAf0kYfTTUM
DILA & Artés 20220305
DILA & Artés 20220302
DILA & Artés 20220226
DILA & Artés articoli pubblicati
DILA & Artés
CS | Tra Bruno Mancini
Presidente dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”
editore della testata giornalistica “Il Giornale di ArtesTv”
registrata presso il Tribunale di Salerno, si è stabilita un’intesa di collaborazione che vedrà l’Ass. DILA partecipare con interviste, recensioni notizie ecc. alla redazione della sezione cultura del giornale.
Antonio Auricchio
ha iniziato la sua carriera ponendo l’attenzione all’amore verso il prossimo, dedicandosi alla salute dei suoi pazienti attraverso il ruolo di dipendente dell’ASL di Salerno e di infermiere specializzato nel reparto di rianimazione.
Una volta lasciato l’impegno verso coloro che soffrono, ha ben pensato di proseguire la sua vita, passando, dopo aver visto e vissuto in prima persona il dolore delle persone al divertimento, profondendo il suo impegno, nella passione che aveva già da prima coltivato per la TV, per il mondo dello spettacolo e del cinema, iniziando come organizzatore di eventi e venendo in contatto con persone illustri e di un certo calibro.
Poi cameraman e patrón di “Miss Arte’sTv”, il concorso dedicato alla selezione delle ragazze baciate da Venere sia del territorio Campano che Nazionale, e che esaltassero principalmente le bellezze del suo amato Sud e quelle delle giovani aspiranti al mondo della televisione e dello spettacolo dello stivale tricolore intero.
La passione che lo anima lo ha spinto fino a prendere le redini in mano e ideare, registrare e dirigere da dietro la camera da presa programmi, notiziari e dossier televisivi, impegnandosi anche nella ricerca di notizie di rilevante importanza sia nazionale che estera per gli articoli giornalistici all’interno del canale ArtesTv.
Francesca Durante
https://ilgiornale.artestv.it/
Bruno Mancini
scrittore e poeta, è nato a Napoli nel 1943 e risiede ad Ischia, dalla età di tre anni.
A lui piace dire che l’origine della sua ispirazione o forse solo un iniziale impulso ancestrale ed istintivo, il vero basilare momento poetico della sua vita, si è concretizzato nell’incontro, propriamente fisico, tra i suoi sensi acerbi, infantili, e le secolari, immutate, tentazioni autoctone dell’Isola d’Ischia, dove le leggi della natura sembravano fluire ancora difese da valori di primitive protezioni.
Anche se aggiunge, con molta auto ironia e con un pizzico di provocazione:
“Le mie primissime esternazioni poetiche le ho espresse in tenerissima età, quando ancora non avevo pronunziato per la prima volta la parola mamma, ed alla fine di ogni abbondante poppata liberavo graziose ispirazioni poetizzando mediante dei rimati vagiti“.
Brevi commenti amichevoli ricavati dalle varie recensioni ai suoi libri:
Vedo una folla che si muove compatta verso un’unica meta guidata dagli incitamenti di colui che punta il dito ed una penna, che crea volti per i sentimenti.
… si fondono nell’intero componimento in una prospettiva ampia che contempla l’umano, l’umano cammino. Ed è una Commedia, una Commedia divina in chiave poetica, in versi che sento anche io estremamente dolorosi, con il preciso intento di affidarli alla penna, che non li disperda ma li urli e li renda in qualche modo eterni.
… lodo quel senso di eco lontano che riverbera le parole enfatizzandone i concetti.
Percorso di memoria o ricerca di spazi temporali virtuali?
Il continuo intersecarsi di livelli di identità con ipotesi e incarnazioni simboliche…
…sembrano accarezzare un sogno lontano, una speranza che non sarà mai certezza, un miraggio di felicità che si perde oltre l’orizzonte illusorio di fragili esistenze.
…a volte lirismo crepuscolare, intriso di soffusa malinconia, di struggente tristezza.
Opera interessante per i contenuti e le tematiche affrontate, nonché per i valori estetici…
…seria preparazione, corredata da rimarchevole fantasia.
…lavoro meditato, armonioso di buon afflato poetico.”
Bella poesia, con alti picchi in termini d’emozione e intensità.
…sincero, elegante, sempre aderente al soggettivismo letterario del particolare momento che attraversiamo.
Non racconto né romanzo, più che risolverli lascia aperti molti quesiti anche sul piano puramente tecnico linguistico.”
Ed io invece, Bruno, ho letto a ritroso, prima la seconda parte, bellissima, ed ora la seconda, altrettanto splendida. Senso o non senso è una poesia dal forte impatto emotivo. Giochi con il lessico e le iterazioni, che adoro, ed è questa una delle poesie più belle che abbia letto qui dentro, quel genere di poesia che cerco e difficilmente poi trovo.
Mi domando come mai non ti abbia scoperto prima, Poeta??!!
Una poetica lacerata e sfuggente…
Le aperture liriche, più che segnare il passo dell’emozionalità, offrono un ulteriore invito a perdersi nei labirinti della parola scritta…
“Quasi poesia cruda, percuote e carezza, giovane e antica…”
Lavoro intenso, vissuto nella profondità della sua composizione, fatta di toni e di immagini…
Una voce nuova che chiama ad ascoltarla ed a giudicarla senza inibizioni, come liberamente essa è sviluppata.
Sì, lasci molto lavoro a chi legge, eppure questo mi affascina della tua poesia, la afferri e ti sfugge: in essa ti perdi ed allora ti turba… e cerchi il senso e lo cogli e ti lascia poi subito in dubbio. Ma il dubbio stimola, ti coinvolge … Sperimentalismo? Se lo è, come credo, ben venga; io lo adoro.
Bravissimo. Vero artista.
“Troverete un urlo e un soffio di amore, un vuoto, immersi nella forza e nella malinconia di chi…”
Prima dell’alba
regalami un verso
così che io possa
sfrontata babbuccia
ricamo sulla brina
imprimere.
Al sole tenero
Vederla piangere di gioia
INFO:
Cell. 3914830355 tutti i giorni dalle 15 alle 23
DILA&Artés
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1) L’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” in pieno accordo con l’editore Antonio Auricchio, Patron della testata giornalistica Artés registrata presso il Tribunale di Salerno, ha dato vita al nuovo progetto culturale DILA&Artés di ampio respiro mediatico adatto alla valorizzazione delle attività dell’Associazione e di tutti gli Artisti che hanno comunque collaborato con i nostri progetti culturali.
2) Il progetto culturale DILA&Artés prevede la pubblicazione a cura dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” di interviste, recensioni, notizie ecc. nella sezione cultura della testata giornalistica Artés.
3) La partecipazione al progetto culturale DILA&Artés, per testi e immagini, è aperta ai contributi degli Artisti italiani e stranieri che, dopo averne fatta richiesta, saranno selezioni da una Commissione nominata dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.
Tale Commissione provvederà a selezionare in maniera insindacabile le richieste di partecipazione al progetto culturale DILA&Artés.
4) I Soci dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” avranno diritto ad iscriversi direttamente nel gruppo dei partecipanti purché rispettino quanto prescritto negli articoli successivi di questo regolamento e siano in regola con il tesseramento DILA
5) Gli Artisti che hanno già partecipato ad una qualsiasi delle Antologie pubblicate da Bruno Mancini sono equiparati agli Associati DILA.
6) L’Artista, per partecipare al progetto culturale DILA&Artés, dovrà compilare in tutte le sue parti la dichiarazione annessa a questo regolamento e dovrà inviarla a dila@emmegiischia.com debitamente firmata.
7) Trattandosi di una partecipazione a titolo completamente GRATUITO, L’Associazione DILA si riserva il diritto di effettuare qualsiasi variazione a questo regolamento e gli Artisti, inviando le proprie iscrizioni, ne prendono atto in maniera definitiva.
8) INFO: 3914830355 tutti i giorni dalle 15 alle 23 – dila@emmegiischia.com
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avendo letto ed accettando tutte le norme del regolamento relativo alla partecipazione al progetto culturale DILA&Artés pubblicato anche tramite web all’url https://www.emmegiischia.com/wordpress/dila-artstv/ esprimo l’intenzione di partecipare al progetto culturale DILA&Artés nella mia qualità di
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