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DILA&ARTES 20220402 Bruno Mancini poesie 2
DILA&ARTES 20220402
BRUNO MANCINI “2¢ x 1 poesia”
seconda puntata
A partire dal 23 marzo abbiamo iniziato a pubblicare ogni sabato, in assoluto ordine alfabetico, alcune delle oltre 500 poesie che compongono l’antologia di Bruno Mancini “2 ¢ x 1 poesia” nella quale sono raggruppati tutti i suoi versi pubblicati nei sessant’anni che vanno dal 1957 al 2017 con i titoli:
Davanti al tempo – 1964
Agli angoli degli occhi – 1966
Segni – 1988
Sasquatch – 2000
La sagra del peccato – 2006
Incarto caramelle di uva passita – 2007
Non rubate la mia vita – 2008
Io fui mortale – 2010
La mia vita mai vissuta – 2013
Non sono un principe – 2014.
Presentando il programma di questa serie di pubblicazioni, Bruno Mancini ha scritto “Decidendo di pubblicare tutte le poesie in un rigido ordine alfabetico, così come le leggerete nelle serie che vi saranno proposte in questa testata giornalistica, ho voluto privilegiare l’intenzione di forzarne le presentazioni mettendo in evidenza, piuttosto che nascondendo, stratificazioni, contrasti, connubi e similitudini che le hanno caratterizzate, differenziando le una dalle altre e ciascuna da tutte.
Forse, come in un gioco a mosca cieca, potrete restare stupiti dalla lettura che vi trasporterà, nel breve spazio di una stessa pagina, da una poesia del giovane ragazzo innamorato dell’amore a quella del maturo cinquantenne stregato da una fata inarrivabile; oppure vi potrà intrigare leggere, una dopo l’altra, alcune poesie scritte nello stesso periodo ma con lirismo completamente differente tra loro.”
Sarà, questa, una proposta valida?
6) Dal racconto
“Vasco e Medea”
(1986 – 1990)
A Vasco
1
A cavallo dell’orso
scimmiotta
la folla disseminata
nel prato di uno stadio
– Ah Vasco! –
tra fumo stellare
il verso del lupo nella steppa
Uhh Uhh Uhh.
2
Ritorna assassino
nell’ombra ballerina dei vincenti
il fallo abbandonato
nella doccia
– Ah Vasco! –
per uomini incerti
in teneri sguardi alla luna
Uhh Uhh Uhh.
3
Quando
un giorno avrai uno specchio
avrai due occhi
per ascoltare una canzone
in solitudine
– Ah Vasco –
dimmi quel posto.
Io vengo.
Uhh Uhh Uhh
—————————–
7) Dal racconto
“Vasco e Medea”
(1986 – 1990)
A Vasco e Medea
Ancora non si placa
l’eco
maledetta
del suo urlo
tra le braccia
rosse
bastardo.
Ancora non è fermo
il disco
uhh uhh uhh
la notte non è più
sicura
bambina.
Ancora non è sopita
l’eco
indecente volteggio
sul letto acciottolato
di Medea.
Scorrono nelle case
i volti
falsate riprese
sul palco rosso
del tiranno.
—————————–
8) Dalla raccolta di poesie
“Davanti al tempo”
(1960 – 1963)
Abbandono
Odo rumor di passi
solitari
muoversi giù
nella nascosta via;
sento crudele il fischio del villano
che lacera
l’immagine del nulla.
Soave è questa notte di dolore.
Terribile quiete è là nel cielo.
Ogn’ora che mi dona amaro frutto,
ogn’ora che felice aspettai,
sublima
questa vita tormentata.
E soffro e piango e grido.
Ma quanto, quanto piansi;
e quanto piangerò!
Vivere una vita è meno che idearla;
e credere all’amore è vivere in un sogno.
Scompare d’improvviso
né sai se mai è esistito.
Cos’è questo greve deserto di suoni?
Un segno dell’ora avanzata?
Un vuoto?
Macabramente bello tuffarsi nel silenzio,
che al di sopra del mondo,
nel niente sereno,
guardante la terra piccina
che sembra insegua se stessa,
spietato si finge.
Ho pena di quella fatica,
ho pena di tutta la vita,
di me
del dolore.
Quest’estasi assoluta
pur anche mi accalora;
quest’estasi e l’amore.
—————————–
9) Dalla raccolta di poesie
“Non sono un principe”
(2012 – 2014)
Adesso
Manca solo un rito woodoo,
ogni mattina scrutare
nel controluce dei contrasti
il volo di uccelli pavoni,
attendere per coito fertile
configurazione astrale,
spargere sale
e ciabattare con un rosario in mano.
Manca l’ultimo anello
dalla follia alla scemenza.
Pelle disidratata da pianti inutili,
scoppiano i timpani
ai canti di sirene,
il neologismo “Amore”
è solo una carezza sulla gota.
Sarebbe giusto chiudere,
adesso,
al manto di luna che offusca le stelle,
il cerchio dei misteri
-superstizioni
pietosi inganni –
con l’unico miracolo possibile:
“Serenità”.
—————————–
10) Dalla raccolta di poesie
“Incarto caramelle di uva passita”
(2002)
Adesso musica!
All’angolo
di un vecchio palazzo
la plastica
sagomata a note musicali.
Di fronte
un muretto di pietre
vulcaniche
levigate da strusci continui.
Nel cielo
tutte, ma proprio tutte le stelle
lucenti come ciondoli
ad una festa di paese.
Avevo una camicia
bianca
avevi una gonna stretta
avevo un libro
in mano
avevi una borsetta
nel Juke box
Adriano Cementano
con ventiquattromila baci.
—————————–
11) Dalla raccolta di poesie
“Sasquatch”
(1968 – 2009)
Adesso no
Adesso no.
Sonori squillano sopiti palpiti.
Ignazio è briciola
ondivaga in cerca di assonanze.
Discesa dal barchino di Caronte,
lui fu quel remo
ruotante in aria
che ne squarciava nebbie.
Vorrei capire,
verbo completo,
se il tempo mi scoppietta tra le mani
o sono stato il fabbricante dei petardi.
DILA&ARTES 20220330
NIK per tutti
Dico subito che, pubblicando questa breve presentazione di Nicola Pantalone, parto dal presupposto che non esista un ischitano amante della musica che non abbia avuto modo di ascoltare le sue melodie o non abbia partecipato in qualche maniera alla sua vita artistica.
Però sono anche convinto che non tutti conoscano alcuni “particolari” della sua umanità, ed è su questo che desidero soffermarmi con qualche breve considerazione.
In una foto che pubblichiamo a compendio di questo articolo, Nicola suona con Mina; in un’altra foto è sul palco con Pippo Baudo e, scavando nel suo archivio fotografico, potremmo riempire diverse pagine di giornale con testimonianze di partecipazioni con artisti di chiara fama, non soltanto italiani.
Però Nicola, nonostante il suo blasonato curriculum, ogni volta che è stato sollecitato a rendere magicamente armonico un incontro culturale organizzato senza scopo di lucro, non ha mai messo il naso all’insù fregiandosi dei successi ottenuti per ottenere un qualsiasi beneficio economico o anche solo di immagine.
Nicola ha sempre risposto “Pronto! Dove e quando?”.
L’abbiamo visto nelle piazze in occasioni di feste locali e patronali; come l’abbiamo visto nell’incomparabile scenario del Palazzo Reale o nella suggestiva Villa La Colombaia che fu residenza prediletta di Luchino Visconti; nella Biblioteca comunale Antoniana; sul palco Telethon; per la celebrazione di numerose Shoah; così come per la presentazione di molteplici antologie Made in Ischia pubblicate dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”; e, in particolare, per la presentazione dell’anteprima dell’antologia “Adotta una poesia” contenente le opere finaliste del premio omonimo voluto dalla testata giornalistica IL DISPARI di Gaetano Di Meglio; nei salotti e sulle piscine di alberghi con più stelle di quelle presenti sulle bandiere della Bosnia e dell’Australia messe insieme; ecc ecc.
Gratis, sempre e solamente gratis.
Nicola ha mostrato tanto talento e tanta professionalità e tanta capacità di ammaliare il pubblico fortunato di poterlo ascoltare, quanta è stata la modestia che tuttora lo trattiene dal compiere imprese a lui congeniali pur essendo proibitive per tanti Artisti.
Nicola Pantalone è mio amico da sempre, oltre ogni circostanza e al di sopra di ogni stucchevole compiacimento; Nicola, come ho già scritto, è un talento musicale che potrebbe reinventare “La Marsigliese” o “Stranger in the night”; Nicola non manca un’occasione per “laudarmi” (bontà sua, ed evidente corollario della nostra amicizia) come “grande poeta” e non ho motivo di dubitare che lo creda davvero… eppure queste tre qualità messe insieme non sono sufficienti per smuovere la sua modestia fino ad indurlo di accontentare il mio desiderio di vedere musicate da lui alcune mie poesie.
L’ha fatto una volta sola e l’incomprensibile è che lui, pur avendo ritenuto positivo il risultato ottenuto, si senta ancora bloccato dalla difficoltà di una nuova simile impresa!
“Il brivido più lungo”, musica e canto di Nicola Pantalone e testo di Bruno Mancini, presentato in anteprima al MUDEC di Milano in occasione di un evento DILA per il Bookcity 2018 e poi nell’aula magna della SIAM, sempre a Milano e sempre per un evento Bookcity del 2019, lo potrete ascoltare aprendo il link
Ciò detto (come si usa oggigiorno chiosare quando si vuole introdurre un altro discorso) vi diamo appuntamento alla prossima settimana, 6 aprile, quando potrete leggere un’intervista che ci è stata rilasciata in esclusiva da Nicola Pantalone.
–D: A quale età è iniziata la sua passione per la musica?
-R: Non esiste un’età per stabilire l’inizio della passione per la musica.
è la Musica che ti viene a cercare, perché sa che tu l’hai nel tuo dna da quando sei nato.
-D: All’inizio quale strumento suonava?
-R: Sembrerà strano, ma all’inizio suonavo la sedia.
Ero talmente portato al ritmo che la sedia mi dava l’idea di una batteria.
Quando poi è arrivato il momento di poter acquistare lo strumento, sono diventato un discreto
batterista.
-D: Al principio della sua carriera di quali gruppo ha fatto parte?
-R: Il Complesso iniziale (così si chiamava allora un gruppo musicale) era quello de “I Diavoli” o “The four Devils“ a seconda di come ci volevamo atteggiare cantando canzoni di Peppino di Capri repertorio italiano) o di Paul Anka e Neil Sedaka (American style).
Poi sono venuti “I Bluemoon“ e “I Sailors di Procida“.
-D: Nel corso della sua vita lei ha viaggiato molto a volte anche trasferendosi.
In quale luogo le è piaciuto di più vivere? E in quale le è piaciuto di più esibirsi?
-R: Sono stato così felice di fare musica, che ogni luogo che ho frequentato, in Italia, Svizzera e Germania, mi ha regalato umanamente la sua dose di successo e di affetto da parte del pubblico.
-D: Nel momento attuale dove vive? Quali sono le sue ultime esperienze musicali?
-R: Vivo, circondato da una bella famiglia, tanti amici, tanta stima e considerazione, in questa meravigliosa isola che è Ischia.
E qui, durante tantissime serate, ho raccontato agli ospiti delle strutture alberghiere dell’isola, con dovizia di particolari di aneddoti e di belle canzoni, la storia della canzone napoletana.
Quella classica, che affascina le generazioni nel tempo.
-D: Ci vuole parlare dei suoi dischi?
-R: Un mio disco, per quanto ne abbia registrati tanti, non è mai stato commercializzato.
Però ho raccolto in un CD molte canzoni scritte da me e l’ho chiamato NOSTOS (dal greco: il ritorno) poiché con quelle canzoni ritorno a momenti, ricordi, affetti e pensieri che riguardano esperienze della mia vita.
-D: Quali sono state le sue collaborazioni che lei ha amato di più?
-R: Tutte! Non c’è stata condivisione che non mi abbia permesso di imparare qualcosa in più e di divertirmi lavorando.
-D: Quali sono i suoi progetti per il futuro?
-R: Più che progetti ho desideri: continuare, per quel poco tempo che mi rimane, e in modo un po’ pigro, a crogiolarmi nel meraviglioso rapporto con i miei cari, sempre disponibile a dare loro una mano se serve, agli amici e a chiunque mi aiuti a crescere, nonostante l’età.
-D: Lei ama molto Ischia?
-R: Amo Ischia, come amo la mia città natale, Napoli, con tutto me stesso, tanto da godere per ciò che mi piace di queste città o da giustificare i loro errori o le cadute di stile, come potrei fare per dei figli.
L’amore, spesso, tralascia l’obiettività.
-D: Come ha conosciuto l’Associazione Internazionale DILA di Bruno Mancini?
-R: Sono fraterno amico di Bruno Mancini da quando eravamo compagni di scuola, ho partecipato con entusiasmo alla nascita della Associazione, frutto del grande impegno e dedizione del mio Grande Amico.
Ho anche composto le musiche delle sigle dei programmi della DILA.
Fin qui l’intervista, e ora concludiamo con qualche breve nota sulla sua carriera artistica.
Nick Pantalone nasce il 15/08/1943, sotto il segno zodiacale del leone e sotto le bombe americane, che scendevano copiose dall’azzurro cielo napoletano. A 10 anni canta per la prima volta in pubblico, al ristorante Di Massa, davanti a tutta la sua famiglia riunita.
Gli comprano una chitarra con la quale si esercita per 5 o 6 ore al giorno, abitudine che gli valse l’appellativo di “monaco” da parte del padre.
Spesso si “imbuca” nei locali più “in”, tipo Rancho Fellone e Monchey Bar, dove le orchestre provano per gli spettacoli serali ed è accolto quasi sempre con simpatia per la sua giovane età e per quanto si dimostrava attento e desideroso d’imparare, soprattutto la chitarra.
La vera svolta musicale di Nicola Pantalone inizia nel 1959 quando, nel locale più alla moda di Ischia “‘A Cambusa”, un cantante chitarrista molto bravo, Franco Di Costanzo, si ammalò e vi fu l’esigenza di sostituirlo. Si pensò che per poco tempo non fosse opportuno scomodare il grande Ugo Calise, ed a qualcuno venne fuori il nome di un sedicenne che spesso s’intratteneva, strimpellando la chitarra, a cantare con gli amici sul mitico muretto del Box Bar, in Via Vittoria Colonna: Nicola Pantalone, detto in seguito Nick.Tale breve, ma splendida e impegnativa esperienza, lo convinse a continuare con un vasto repertorio spaziante dalle classiche canzoni napoletane fino alla musica leggera italiana ed internazionale e alla musica brasiliana, con un occhio strizzato al jazz.
Lo paragonano a Paolo Conte, a Luigi Tenco, a De Andrè… ma lui ribatte dicendo ” tutta la musica, è la somma delle musiche che ho ascoltato”.
Un forte desiderio di suonare con altri amici, spinsero il giovane Nick a trasformarsi, per circa sette anni, in cantante batterista.
Suonò due anni con “I Diavoli”.Il gruppo ischitano formato insieme agli amici Enrico Roja, Saverio Toma e Gino Pinto ebbe un’estate artistica indimenticabile suonando al night “Hi Fi Club” in Via Enea, regno della mitica Christine.
Fu lì che incontrò Mina.
Sì, la Mina nazionale, con la quale ebbe modo di intrattenersi in diverse occasioni.
Dal 1961 Nick fece parte di un altro gruppo, questa volta composto da musicisti napoletani, “I Blue Moon”.
Insieme suonarono fino al 1965: “Bikini Club”, “Flamenco Club”, circoli esclusivi, feste cittadine.
Poi, per tutta l’estate del 1965, ragazzi e giovani villeggianti fecero carte false pur di prenotare un ingresso al “Ruk Ruk”.
Suonava dal vivo insieme a Enrico Roja, Saverio Toma, Mimmo Paciello, Katia Massaro e altri amici, con gli altoparlanti e gli strumenti musicali arrangiati intorno ad un albero di pino centenario.
Nick ed i suoi amici nel locale che avevo inventato insieme a un gruppo di ragazzi della mia età, tra i quali ricordo Gianni Di Meglio e Jo Scaglione!
Fu un esplosione, un ineguagliato successo che gli valse la successiva partecipazione al “Primo festival della canzone”, tuttora ricordato come pietra miliare della rinascita musicale dell’Isola.
L’esperienza da batterista terminò allorché da Procida gli giunse l’invito di far parte come chitarrista e naturalmente voce solista, dell’ormai mitico gruppo de “I Sailors”.
Dal 1968 decise, più che mai forte di una pregevole esperienza, di suonare da solo.
Dal 1970 al 1973, alla fine di estati ischitane piene di soddisfazioni (tra cui la partecipazione – con l’armonica a bocca, luglio 1971 – alla registrazione della colonna sonora del film di Billy Wilder “Che cosa è successo tra tuo padre e mia madre”, interpretato da un simpaticissimo Jack Lemmon), passava gli inverni suonando in locali alla moda di Monaco di Baviera, ed effettuando registrazioni alla Bayerischer Rundfunk, – la radio tedesca -, con la grande orchestra, diretta dal Maestro Bert Grund.
In Germania tra il 1977 e il 1979 scrive “Pensieri”, canzone che propone l’immagine di un uomo che esprime, malinconicamente ma dolcemente, la sua “laicità”.
Nel 1973 si trasferì a Como, sulle cui sponde – italiana e svizzera -, fino al 1987, non mancarono successi di pubblico e di critica alle esibizioni della sua musicalità meridionale nei piano bar e nei migliori locali alla moda.
Proprio in Svizzera, e precisamente a Lugano, venne ingaggiato dalla “Lugano Modern Band”: grande orchestra jazz della quale fu chitarrista e cantante per tutti i concerti, fino alla fine del 1980.
Tutto questo, gli consentiva di mantenere un costante contatto estivo con la sua isola, di cui rimaneva innamorato, suonando ogni anno, nei mesi di luglio ed agosto, in locali come lo “Chalet Primavera”, il “Ciao Mare” ed altre strutture che allietavano i più esigenti turisti di tutta l’isola.
Dal 1987 è tornato a vivere nella sua isola d’Ischia, felice di aver realizzato il desiderio che lo calamitava allo “scoglio”.
In quegli anni il criterio del piano bar andava cambiando: non più musica d’ascolto ma musica da ballo, e lui si diede velocemente alle tastiere che permettevano, con l’aiuto di una ritmica pressante, di accontentare il pubblico ballerino, pur continuando la sua magica e straordinaria avventura musicale.
Eccolo suonare anche ad Amburgo, Montreux, Lugano, Zurigo, Losanna…
Durante il 2000, nella fase finale delle manifestazioni in occasione del Giubileo, Nick venne invitato dall’associazione “Rinascita” al Palafiuggi e lì, con la sua chitarra, riuscì ad entusiasmare più di duemila persone convenute da 39 paesi di tutto il mondo, fino a coinvolgere gli spettatori euforici in un enorme gioioso girotondo intorno alla platea.
A settembre del 2004, nell’ambito delle celebrazioni per la nascita del Patrono d’Ischia, San Giovan Giuseppe Della Croce, ha tenuto per circa due ore un recital di canzoni napoletane molto calorosamente apprezzato, non solo dal pubblico, ma principalmente da tutte le autorità civili e religiosi giunte sull’isola da quasi tutto il mondo.
A novembre dello stesso anno è stato invitato a partecipare, unico artista isolano, ad un importante spettacolo organizzato e presentato da Pippo Baudo.
Nel 2005 altre serie di performance nelle splendide località ischitane ogni volta gremite di turisti incollati alle sedie, felici di apprezzare le sue doti di cantante chitarrista affabulatore e narratore di una napoletanità che, almeno per la sua musica, è da sempre vincente nel mondo.
Ne è venuto fuori un prodotto televisivo, trasmesso e ritrasmesso per un lungo periodo di tempo.
Ultimamente ha prodotto un cd (con 12 canzoni tutte di sua composizione) del quale, parlandone, si schermisce con pudore dicendo che: “… non ho inciso questo disco per raggiungere un successo che non ho mai inseguito.”
S’intitola “Nostos”, dal greco “ritorno”.
Bravo il nostro Nick.
Scrivere musica, cantare, essere artista, per donare, soprattutto, un bel ricordo agli affetti, agli amici, al pubblico, senza altre particolari aspettative.
E allora, diamoci il piacere di ascoltarlo questo regalo, per apprezzare maggiormente la sensibilità di Nicola Pantalone, per noi, da sempre, amico Nick.
Napoletano per nascita, Ischitano per amore.
Bruno Mancini
ILA&ARTES 20220326 Bruno Mancini poesie 1
DILA&ARTES 20220326
A partire da oggi, ogni sabato pubblicheremo alcune delle oltre 500 poesie che compongono l’antologia di Bruno Mancini “2 ¢ x 1 poesia” nella quale sono raggruppati tutti i suoi testi pubblicati nei sessant’anni che vanno dal 1957 al 2017 con i titoli:
Davanti al tempo – 1964
Agli angoli degli occhi – 1966
Segni – 1988
Sasquatch – 2000
La sagra del peccato – 2006
Incarto caramelle di uva passita – 2007
Non rubate la mia vita – 2008
Io fui mortale – 2010
La mia vita mai vissuta – 2013
Non sono un principe – 2014.
Introduzione di Bruno Mancini
L’antologia “2 ¢ x 1 poesia” raggruppa tutti i testi che ho pubblicato nei sessant’anni che vanno dal 1957 al 2017, ossia da quando avevo 14 anni fino a quando di anni ne ho avuti 74.
Ciò implica, molto chiaramente, una diversità di temi, interessi, stilemi e via discorrendo che rendono piuttosto articolata la natura delle sensazioni e delle emozioni derivanti dalla loro lettura.
Pubblicarle secondo i canoni del rispetto temporale delle loro origini avrebbe significato un ovvio adeguamento alla prassi, offrendo al lettore una costruzione lineare del percorso stilistico intervenuto nell’evoluzione dei poemi.
Ossia un tragitto ben costruito, praticamente statico, in quanto consolidato in anelli temporali privi di scosse impetuose.
Decidendo, invece, di pubblicare tutte le poesie in un rigido ordine alfabetico, così come le leggerete nelle serie che vi saranno proposte in questa testata giornalistica, ho voluto privilegiare l’intenzione di forzarne le presentazioni mettendo in evidenza, piuttosto che nascondendo, stratificazioni, contrasti, connubi e similitudini che le hanno caratterizzate, differenziando le una dalle altre e ciascuna da tutte.
Forse, come in un gioco a mosca cieca, potrete restare stupiti dalla lettura che vi trasporterà, nel breve spazio di una stessa pagina, da una poesia del giovane ragazzo innamorato dell’amore a quella del maturo cinquantenne stregato da una fata inarrivabile; oppure vi potrà intrigare leggere, una dopo l’altra, alcune poesie scritte nello stesso periodo ma con lirismo completamente differente tra loro. Sarà, questa, una proposta valida?
Bruno Mancini
1) Dalla raccolta di poesie
“Non sono un principe”
(2012 – 2014)
A Casablanca
Farfalle filigranate
in vetri di Murano
questi giorni di stasi e di attese
queste notti di sonni convulsi,
brutali desideri di muovere la vita.
E ancora non si fermano,
pensieri endecasillabi,
domani, ieri,
sbalzati fuori del presente.
Apro il sipario
sui mondi paralleli
tra patatine fritte e birre popolari,
scovo puttana priva di spocchia
dietro lo schermo piatto
-come da un altro mondo
la sua vocina aliena
sberleffa
“Amor, amor…”-,
accartoccio speranze e delusioni
in plico sigillato
destinatario “Il mio destino”,
umetto la linguella di chiusura
-sigillo gli fu negato-,
sconfino nel banale
lì dove un notiziario intitola
che non c’è festa a Casablanca.
Spiaccicata
scandalosa memoria,
non più brillo d’entusiasmi,
contro me stesso,
trucido pirata,
incatenate anamnesi
alla ruota della tortura,
vorrò misura saldo
tra passioni e delusioni,
gemme
tempeste
inganni,
fin quando in sconveniente epilogo
folle apoteosi d’una mia poesia
sarà farfalla incastonata
-mosaico decorativo-
sul girotondo opaco di una coppa.
—————————–
2) Dalla raccolta di poesie
“La mia vita mai vissuta”
(1990 – 2014)
A chi lo dico
A chi lo dico se non mi manca
se se non l’attendo
se se non la cerco
se
se Ignazia se
Ignazia non è Poesia
Ignazia non è Amore
Ignazia non è Addio
Ignazia è la mia vita mai vissuta.
—————————–
3) Dalla raccolta di poesie
“Sasquatch”
(1968 – 2009)
A loro
Non conosco le ragioni,
eppure sono attento,
dei suoi silenzi che ammantano distacchi.
Io vivo ancora.
I figli scalzano
immortali ambizioni, i porti certi dei fratelli.
Il nostro tetto
è il limite del nostro sguardo.
—————————–
4) Dalla raccolta di poesie
“Non sono un principe”
(2012 – 2014):
A me poeta
A me che odo
mi prego.
A me sogno
ti sogno,
a me vivo
ti voglio,
a me stronzo
t’inganno,
a me marrano
ti credo.
Per me poeta
sogno vivo stronzo marrano
sono parole
soltanto parole
al termine dei versi.
5) Dal racconto
“Vasco e Medea”
(1986 – 1990)
A Medea
1
Il piccolo bagliore nel
cesto
di lumache
vinceva avvinghiato da
bolle
vischiose
profondi mongoli sonni.
2
Così Medea scoprì il suo
sesso
innaturale
fendendo sfregiando fra
panche
d’intimoriti
silenzi maciullati in urla.
3
Se invece fosti femmina
anima
aliena
the stardust melody show
inno
pacchiano
al mio ottuso incarnato destino.
DILA&ARTES 20220323 Angela Maria Tiberi
Presentazione di Angela Maria Tiberi, scrittrice, poetessa, Presidente Sede DILA Nazione Italia.
Nata a Pontinia il 25/9/51, laureata in Economia e Commercio è stata docente di ruolo di economia aziendale presso I.T.C. Vittorio Veneto di Latina.
Ha conseguito la Menzione speciale “Didattica interculturale” Comune di Genova U.N.I.C.E.F per il piano di lavoro presentato alla Provincia di Latina.
Ha conseguito diversi diplomi di perfezionamento presso l’Università Roma Tre.
Ha scritto sui quaderni di poesia “I miei ricordi campestri”, “Fiori di campo pontini”, “Amore infinito” con la casa editrice Nuovi poeti.
Ha pubblicato con Calogero Editore “A un uomo”, “Gioco d’amore a Sermoneta” con l’Associazione culturale “Da Ischia l’Arte – DILA”.
Le sue poesie sono state pubblicate su numerose antologie di Accademie famose come Giacomo Leopardi, Giovanni Pascoli, Belli; delle case editrici Montedisit, Aletti, Pragmata, Ta.ti. Edizioni, Magi, Ursini, Assoeditori Latina, Associazione Da Ischia L’Arte – DILA.
Negli anni ha conseguito innumerevoli premi.
I suoi libri sono stati sempre presenti nelle fiere internazionali di Torino e di Roma e sono
stati presentati in tantissime città tra le quali Los Angeles, New York e Melbourne.
Collaboratrice del giornale internazionale Altirpinia di Lioni e della rivista internazionale Poeti nella società e del giornale Il Dispari di Gaetano Di Meglio, Latina Flash.
Le sue poesie sono state pubblicate sul giornale culturale internazionale brasiliano “Colpitorà Cultural” tradotte in portoghese.
Attualmente è Presidente delegata Nazione Italia per conto dell’Associazione Internazionale DILA Ischia, Ambasciatrice Associazione Internazionale Magna Grecia Latina New York.
Hanno scritto di lei
Paolina Carli in “Poesia in libertà” – Mostra itinerante di Poesia – Toffia
“Un inno all’amore e alla solidarietà: è questo suo declamare la vita, questo incidere pagato dalle sue parole a spingermi avanti nella lettura delle opere di Angela Maria Tiberi, un poeta sensibile e generosa che mette a disposizione di tutti la sua schietta e sincera poesia.
Le sue opere – equilibrate e cariche di impegno civile – offrono al lettore l’occasione per “leggersi” e “riflettersi” nel proprio quotidiano troppo spesso contaminato dalla volgarità e dalla trasgressione espressiva.
Dalle sue poesie traspare sensibilità ed umanità.
Con semplicità sa rievocare pensieri antichi e recenti, regala sensazioni infinite.
Poetessa sensibile e ricca d’amore per l’umanità che sa trasmettere con le sue poesie.
La dolente e straordinaria riflessione, così elegantemente espressa da Angela Maria Tiberi, offre a chi la legge la speranza di mondi immaginari dove ritrovare nuove prospettive di futuro.
Ciò induce a invitare il Poeta a scrivere, scrivere ancora affinché altri possano apprezzarne il valore.”
Mario Guarna
Presidente dell’Associazione nazionale per le pratiche filosofiche
“Questa autrice si sofferma con particolarità di espressione su alcuni aspetti di una cruda realtà, tipica di culture occidentali, evidenziando una capacità tecnica ed una concreta forca descrittiva dell’immagine nella sua poetica.
Pregiata è la sua icasticità nella descrizione della realtà che sa fotografare con una rara capacità intuitiva.
La poesia di Angela Maria Tiberi è un inno all’amore, un soffio silenzioso senza regole che grida l’empatia cosmica; la parola t’amo, nei suoi versi, è un luogo ospitale dove i volti si riconoscono e si incrociano, alternandosi come tensioni infinite.”
Da “Gioco d’amore a Sermoneta”
di Angela Maria Tiberi
Un uomo senza amore
Sei un volto senza lineamenti, senza calore.
Un uomo incapace di amare, privo di sogni e di speranza.
Vivi ma dentro di te non c’è l’anima, né calore né essenza di vita.
Sai sentirti come strumento di piacere quando fai l’amore.
Sesso per te è un’esigenza come il bere e il mangiare.
Dov’è finito l’amore?
Il romanticismo e la dolcezza dove sono?
Sfrenatezza sessuale senza ritorno.
Ecco, i dongiovanni o i libertini sono drogati di sesso ma privi d’amore.
Terra bruciata e concimata di sale, dove l’erba non cresce più.
È proprio così? Non c’è speranza di guarigione?
Oh! Non smetterò d’amarti e speranza ho nel cuore.
Ti dissalerò con le mie lacrime d’amore, costruirò canali e ponti per raggiungere il tuo cuore e rinnovarlo per amarmi.
Sì, voglio il tuo amore e la nostra gioia per costruire un mondo migliore dove l’avidità e le guerre sono solo antichi ricordi.
Sì, viva l’AMORE che regna in ogni uomo che cammina brancolando su questa amara Terra.
20220319 DILA&ARTES articoli inviati Caterina Guttadauro recensisce Bruno Mancini 3
Caterina Guttadauro La Brasca intervista Bruno Mancini
Bruno Mancini racconta la sua Poesia e il suo amore per Ischia
Terza e ultima puntata
Le prime due puntata sono state pubblicate sabato 5 marzo http—-
e sabato 12 marzo 2022 http…..
D- Cos’è LENOIS?
R- LENOIS (acronimo di “LE NOstre ISole”), progenitore di DILA, oggi ha trovato la sua consacrazione nel social face book costituendo un gruppo di oltre 10.000 membri per la maggior parte Artisti di tutti i continenti.
LENOIS è una vetrina artistica, culturale e sociale nella quale non esistono censure.
D- Vogliamo dare dei motivi per partecipare a chi cerca di emergere in questo panorama letterario italiano non facile?
R- I motivi sono evidenti nella lettura della nostra “storia”: nessun narcisismo, nessuna pregiudiziale sulla valenza delle proposte artistiche sono mai state consentite, privilegiando coloro che sappiamo mettere gli “interessi” comuni al di sopra dei propri.
Essere Scrittori – modestamente dilettanti come molti di noi -, anche se apprezzati da critici e da altri scrittori, anche se vincitori di premi e di attestati, non basta a dare respiro a quella che, infine, abbiamo compreso essere la vera ambizione di tutti noi “Artisti”: liberarci dei sogni e dei dubbi che sono state le prepotenti matrici delle nostre ispirazioni aprendoli alla conoscenza collettiva.
Leggere, vogliamo essere letti!
È questa la catarsi ambita, molto spesso incoscientemente, dalla maggioranza di coloro che si dedicano alle arti letterarie.
Partecipando alla pubblicazione delle nostre antologie sponsorizzate, nasce certo una controversia tra la spiritualità delle forme poetiche ed il materialismo proprio delle imprese produttive, ma oggi più che mai appare irrinunciabile annullare la dicotomia e procedere verso una stessa meta pur con interessi diversi.
D- La Cultura e la lettura in Italia, secondo Lei, godono di buona salute?
R- Assolutamente no. Esse sono trattate come ”merci” e bistrattate da lobby economiche e finanziarie che trovano facili sponde nelle componenti politiche delle amministrazioni pubbliche italiane.
D- Perché i giovani oggi dovrebbero essere motivati a scrivere?
R- Con l’iniziale patrocinio dell’Istituto Agostino Lauro abbiamo creata una nuova “autostrada” che può diventare un esempio per molti gruppi intenzionati, come noi, a riportare l’Arte in generale e la poesia in particolare sul palco di primo piano che compete loro nell’attuale società italiana.
Come già detto, abbiamo pubblicato, primi in Italia e certamente primi anche in molti altri Paesi del mondo, alcune antologie con all’interno pagine di pubblicità.
Ciò ci ha consentito di stamparne decine di migliaia di copie e di renderle disponibili in gratuita lettura, per anni, ai diversi milioni di passeggeri della Flotta Lauro in navigazione nel Mediterraneo.
D- Tutto il suo percorso con le sue difficoltà e le sue soddisfazioni cosa ha dato a Bruno Mancini uomo? In poche parole, se lei tornasse indietro rifarebbe tutto quello che ha fatto?
R- Per molti decenni sono stato impegnato in attività commerciali che mi hanno consentito di entrare in contatto con personaggi di varia estrazione culturale e sociale.
Ne ho studiato le caratteristiche prendendo spunti per scrivere racconti e poesie che hanno riempito molti cassetti.
Poi, quando finalmente è giunto il tempio della pensione, mi sono posto la domanda se provare a costruire una mia personale identità artistica o se tentare di mettere insieme un gruppo di amanti dell’Arte che potesse costituire un polo di attrazione per quanti avessero scarse capacità divulgative delle proprie opere e timidezze inibenti ogni tipo di aggregazione con altri artisti.
Ho scelto la seconda ipotesi quando sono venuto in contatto, tramite web, con Roberta Panizza che gestiva il noto sito di scrittura “poesiaedintorn.it”.
L’incontro è stato determinante nel farmi credere alla possibilità di ottenere importanti risultati avviando precise ricerche di Artisti “portatori sani” di “furore artistico” unito ad una buona dose di volontà collaborativa per l’attuazione delle idee che ritengo di avere, almeno in parte, espresse in questa intervista.
Concludendo è indubbio che ci troviamo dinanzi ad un uomo coraggioso, che aveva un sogno e, credendoci fermamente, è riuscito a realizzarlo. Sotto questo profilo è un esempio per tutti coloro che soffocano le loro ambizioni dinanzi alle difficoltà e al rischio. Ci piace chiudere con una frase di Steve Jobs, un personaggio che tutti conosciamo come fondatore di APPLE Inc. “Non lasciamo che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione. In qualche modo, essi sanno che cosa vogliamo realmente diventare. Tutto il resto è secondario.”
Buona vita a DILA e a tutti coloro che ne sostengono gli intenti e si spendono per renderla una fucina di eventi Culturali e Artistici per percorrere strade nuove
Caterina Guttadauro La Brasca
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DILA & Artés articoli pubblicati
DILA & Artés
CS | Tra Bruno Mancini
Presidente dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”
editore della testata giornalistica “Il Giornale di ArtesTv”
registrata presso il Tribunale di Salerno, si è stabilita un’intesa di collaborazione che vedrà l’Ass. DILA partecipare con interviste, recensioni notizie ecc. alla redazione della sezione cultura del giornale.
Antonio Auricchio
ha iniziato la sua carriera ponendo l’attenzione all’amore verso il prossimo, dedicandosi alla salute dei suoi pazienti attraverso il ruolo di dipendente dell’ASL di Salerno e di infermiere specializzato nel reparto di rianimazione.
Una volta lasciato l’impegno verso coloro che soffrono, ha ben pensato di proseguire la sua vita, passando, dopo aver visto e vissuto in prima persona il dolore delle persone al divertimento, profondendo il suo impegno, nella passione che aveva già da prima coltivato per la TV, per il mondo dello spettacolo e del cinema, iniziando come organizzatore di eventi e venendo in contatto con persone illustri e di un certo calibro.
Poi cameraman e patrón di “Miss Arte’sTv”, il concorso dedicato alla selezione delle ragazze baciate da Venere sia del territorio Campano che Nazionale, e che esaltassero principalmente le bellezze del suo amato Sud e quelle delle giovani aspiranti al mondo della televisione e dello spettacolo dello stivale tricolore intero.
La passione che lo anima lo ha spinto fino a prendere le redini in mano e ideare, registrare e dirigere da dietro la camera da presa programmi, notiziari e dossier televisivi, impegnandosi anche nella ricerca di notizie di rilevante importanza sia nazionale che estera per gli articoli giornalistici all’interno del canale ArtesTv.
Francesca Durante
https://ilgiornale.artestv.it/
Bruno Mancini
scrittore e poeta, è nato a Napoli nel 1943 e risiede ad Ischia, dalla età di tre anni.
A lui piace dire che l’origine della sua ispirazione o forse solo un iniziale impulso ancestrale ed istintivo, il vero basilare momento poetico della sua vita, si è concretizzato nell’incontro, propriamente fisico, tra i suoi sensi acerbi, infantili, e le secolari, immutate, tentazioni autoctone dell’Isola d’Ischia, dove le leggi della natura sembravano fluire ancora difese da valori di primitive protezioni.
Anche se aggiunge, con molta auto ironia e con un pizzico di provocazione:
“Le mie primissime esternazioni poetiche le ho espresse in tenerissima età, quando ancora non avevo pronunziato per la prima volta la parola mamma, ed alla fine di ogni abbondante poppata liberavo graziose ispirazioni poetizzando mediante dei rimati vagiti“.
Brevi commenti amichevoli ricavati dalle varie recensioni ai suoi libri:
Vedo una folla che si muove compatta verso un’unica meta guidata dagli incitamenti di colui che punta il dito ed una penna, che crea volti per i sentimenti.
… si fondono nell’intero componimento in una prospettiva ampia che contempla l’umano, l’umano cammino. Ed è una Commedia, una Commedia divina in chiave poetica, in versi che sento anche io estremamente dolorosi, con il preciso intento di affidarli alla penna, che non li disperda ma li urli e li renda in qualche modo eterni.
… lodo quel senso di eco lontano che riverbera le parole enfatizzandone i concetti.
Percorso di memoria o ricerca di spazi temporali virtuali?
Il continuo intersecarsi di livelli di identità con ipotesi e incarnazioni simboliche…
…sembrano accarezzare un sogno lontano, una speranza che non sarà mai certezza, un miraggio di felicità che si perde oltre l’orizzonte illusorio di fragili esistenze.
…a volte lirismo crepuscolare, intriso di soffusa malinconia, di struggente tristezza.
Opera interessante per i contenuti e le tematiche affrontate, nonché per i valori estetici…
…seria preparazione, corredata da rimarchevole fantasia.
…lavoro meditato, armonioso di buon afflato poetico.”
Bella poesia, con alti picchi in termini d’emozione e intensità.
…sincero, elegante, sempre aderente al soggettivismo letterario del particolare momento che attraversiamo.
Non racconto né romanzo, più che risolverli lascia aperti molti quesiti anche sul piano puramente tecnico linguistico.”
Ed io invece, Bruno, ho letto a ritroso, prima la seconda parte, bellissima, ed ora la seconda, altrettanto splendida. Senso o non senso è una poesia dal forte impatto emotivo. Giochi con il lessico e le iterazioni, che adoro, ed è questa una delle poesie più belle che abbia letto qui dentro, quel genere di poesia che cerco e difficilmente poi trovo.
Mi domando come mai non ti abbia scoperto prima, Poeta??!!
Una poetica lacerata e sfuggente…
Le aperture liriche, più che segnare il passo dell’emozionalità, offrono un ulteriore invito a perdersi nei labirinti della parola scritta…
“Quasi poesia cruda, percuote e carezza, giovane e antica…”
Lavoro intenso, vissuto nella profondità della sua composizione, fatta di toni e di immagini…
Una voce nuova che chiama ad ascoltarla ed a giudicarla senza inibizioni, come liberamente essa è sviluppata.
Sì, lasci molto lavoro a chi legge, eppure questo mi affascina della tua poesia, la afferri e ti sfugge: in essa ti perdi ed allora ti turba… e cerchi il senso e lo cogli e ti lascia poi subito in dubbio. Ma il dubbio stimola, ti coinvolge … Sperimentalismo? Se lo è, come credo, ben venga; io lo adoro.
Bravissimo. Vero artista.
“Troverete un urlo e un soffio di amore, un vuoto, immersi nella forza e nella malinconia di chi…”
Prima dell’alba
regalami un verso
così che io possa
sfrontata babbuccia
ricamo sulla brina
imprimere.
Al sole tenero
Vederla piangere di gioia
INFO:
Cell. 3914830355 tutti i giorni dalle 15 alle 23
DILA&Artés
Regolamento partecipazione e modulo iscrizione
1) L’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” in pieno accordo con l’editore Antonio Auricchio, Patron della testata giornalistica Artés registrata presso il Tribunale di Salerno, ha dato vita al nuovo progetto culturale DILA&Artés di ampio respiro mediatico adatto alla valorizzazione delle attività dell’Associazione e di tutti gli Artisti che hanno comunque collaborato con i nostri progetti culturali.
2) Il progetto culturale DILA&Artés prevede la pubblicazione a cura dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” di interviste, recensioni, notizie ecc. nella sezione cultura della testata giornalistica Artés.
3) La partecipazione al progetto culturale DILA&Artés, per testi e immagini, è aperta ai contributi degli Artisti italiani e stranieri che, dopo averne fatta richiesta, saranno selezioni da una Commissione nominata dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.
Tale Commissione provvederà a selezionare in maniera insindacabile le richieste di partecipazione al progetto culturale DILA&Artés.
4) I Soci dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” avranno diritto ad iscriversi direttamente nel gruppo dei partecipanti purché rispettino quanto prescritto negli articoli successivi di questo regolamento e siano in regola con il tesseramento DILA
5) Gli Artisti che hanno già partecipato ad una qualsiasi delle Antologie pubblicate da Bruno Mancini sono equiparati agli Associati DILA.
6) L’Artista, per partecipare al progetto culturale DILA&Artés, dovrà compilare in tutte le sue parti la dichiarazione annessa a questo regolamento e dovrà inviarla a dila@emmegiischia.com debitamente firmata.
7) Trattandosi di una partecipazione a titolo completamente GRATUITO, L’Associazione DILA si riserva il diritto di effettuare qualsiasi variazione a questo regolamento e gli Artisti, inviando le proprie iscrizioni, ne prendono atto in maniera definitiva.
8) INFO: 3914830355 tutti i giorni dalle 15 alle 23 – dila@emmegiischia.com
DICHIARAZIONE RICHIESTA per la partecipazione al progetto culturale DILA&Artés
Io sottoscritto/a____________________________________________
residente a _______________ in Via____________________ N:_____ CAP________
tel. ______________________ e-mail________________________________________________
avendo letto ed accettando tutte le norme del regolamento relativo alla partecipazione al progetto culturale DILA&Artés pubblicato anche tramite web all’url https://www.emmegiischia.com/wordpress/dila-artstv/ esprimo l’intenzione di partecipare al progetto culturale DILA&Artés nella mia qualità di
Scrittore □ – Attore □ – Musicista □ – Pittore □
A tale scopo DICHIARO di
- essere stato informato, ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs.196 /2003 sulla tutela dei dati personali, che i miei dati personali forniti all’atto della compilazione della presente richiesta d’iscrizione saranno trattati, in conformità alle norme legislative e regolamentari vigenti e applicabili, con modalità automatiche, anche mediante sistemi informatizzati, solo ed esclusivamente nell’ambito delle operazioni necessarie a consentire la partecipazione del sottoscritto al progetto culturale DILA&Artés organizzato dall’Associazione DILA;
- di acconsentire, con la presente richiesta d’iscrizione, al trattamento dei miei dati personali, svolto con le modalità e per le finalità sopra indicate, ed in conformità alle norme legislative e regolamentari vigenti e applicabili, e di essere a conoscenza del fatto di poter esercitare i diritti previsti dall’art. 7 della Legge 196/2003, tra i quali il diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati, nonché la loro cancellazione mediante comunicazione scritta da inoltrare al titolare del trattamento dei dati personali ai sensi e per gli effetti della stessa legge;
- volere concedere all’Associazione DILA il diritto di pubblicare ed utilizzare il contenuto della mia suddetta partecipazione in ogni forma e modo, alle condizioni di seguito indicate, affermando, sotto la mia personale responsabilità, di esserne l’unico autore, l’unico titolare dei diritti e di poterne liberamente disporre, così che l’Associazione DILA avrà il diritto pieno, esclusivo e definitivo dì pubblicare il contenuto della mia suddetta partecipazione e di utilizzarlo in ogni forma e modo nel rispetto del diritto morale dell’autore ai sensi dell’art. 2575 codice civile (diritti di autore e di ingegno), e avrà il diritto di pubblicare il suddetto contenuto della mia partecipazione anche in via telematica a mezzo internet e non sarà tenuta ad effettuare alcuna correzione;
- aver concordato in maniera definitiva con l’Associazione DILA che essa NON corrisponderà alcun compenso presente o futuro in mio favore né a titolo di “diritto d’autore”, né per alcun altro diritto, pretesa, rimborso, compenso ed indennità, poiché sono favorevolmente disposto a destinare il contenuto della mia suddetta partecipazione al gratuito utilizzo da parte del’Associazione DILA per qualunque forma di pubblicazione, e per qualsiasi utilizzazione essa voglia decidere, restando inteso che avrò comunque piena ed assoluta disponibilità del contenuto della mia suddetta partecipazione, senza dover chiedere consenso a Bruno Mancini, né dover in alcun modo rendergli conto del suo utilizzo, in quanto io sottoscritto Autore resterò unico titolare della proprietà intellettuale del contenuto della mia suddetto partecipazione;
Data e Luogo…………………. Firma dell’autore …………………….
Ai sensi dell’art. 1341 cod. civ., approvo specificatamente le clausole 1) 2) 3) 4) del regolamento relativo alla partecipazione al progetto culturale DILA&Artés pubblicato anche tramite web all’url https://www.emmegiischia.com/wordpress/dila-artstv
Data e Luogo…………………. Firma dell’autore …………………….
P.S. Aggiungere i dati richiesti, ed inviare a dila@emmegiischia.com
Info & contatti: – Tel. 3914830355 – dila@emmegiischia.com